linee guida per la progettazione di infrastrutture

LINEE GUIDA
PER LA PROGETTAZIONE
DI INFRASTRUTTURE
COSTIERE SOSTENIBILI
SUL MAR MEDITERRANEO
Prof. Roberto Cherubini
Arch. Anna Botta
Arch. Iskra Duric
Sapienza Università di Roma
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INDICE
PAESAGGIO, CULTURA MEDITERRANEA E INFRASTRUTTURAZIONE TURISTICA
COSTIERA SOSTENIBILE
INFRASTRUTTURE COSTIERE SOSTENIBILI E PROTEZIONE DEI LITORALI
CARATTERISTICHE DELLE INFRASTRUTTURE TURISTICHE COSTIERE
SOSTENIBILI PER IL MEDITERRANEO
Flessibilità nelle infrastrutture costiere sostenibili
Ripetibilità nelle infrastrutture turistiche costiere sostenibili
Mobilità nelle infrastrutture turistiche costiere sostenibili
Autosufficienza nelle infrastrutture turistiche costiere sostenibili
SISTEMI FUNZIONALI DELLE INFRASTRUTTURE COSTIERE MOBILI SOSTENIBILI
PER IL TURISMO
STUDIO DELLE AGGREGAZIONI PER LE INFRASTRUTTURE COSTIERE MOBILI
SOSTENIBILI PER IL TURISMO
Schemi aggregativi invernali delle infrastrutture costiere mobili sostenibili
per il turismo
Schemi aggregativi estivi delle infrastrutture costiere sostenibili per il turismo
Schemi aggregativi durante le stagioni intermedie delle infrastrutture costiere mobili sostenibili per il turismo
LOCALIZZAZIONI TIPO PER LE INFRASTRUTTURE COSTIERE MOBILI
SOSTENIBILI PER IL TURISMO
Spiaggia sabbiosa
Spiaggia di ghiaia o ciottoli
Spiaggia rocciosa: piccoli promontori rocciosi, fiordi
Laguna
Porto e la marina
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SOSTENIBILITÀ PER LE INFRASTRUTTURE TURISTICHE COSTIERE SUL MEDITERRANEO
TECNICHE PER LA PROGETTAZIONE DI INFRASTRUTTURE TURISTICHE COSTIERE SOSTENIBILI PER LE COSTE DEL MEDITERRANEO
Clima mediterraneo e infrastrutture costiere mobili sostenibili per il turismo
Strategie di controllo climatico per le infrastrutture costiere mobili sostenibili per
il turismo
SISTEMI PASSIVI
Controllo della radiazione solare
Aggetti e schermature
Controllo della radiazione solare: architetture tradizionali
Sfruttamento della ventilazione naturale: tecnologie
Involucro ventilato (parete ventilata/copertura ventilata)
Torri del vento, Effetto camino
Raffrescamento evaporativo
Sistemi di riscaldamento passivi
Sistemi a guadagno diretto
SISTEMI ATTIVI
Impianto Fotovoltaico
Impianto Solare termico
MATERIALI
Materiali sostenibili
Materiali locali
Materiali di RI-USO
BIBLIOGRAFIA
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PAESAGGIO, CULTURA MEDITERRANEA E INFRASTRUTTURAZIONE TURISTICA COSTIERA SOSTENIBILE
Il paesaggio mediterraneo, Pablo Picasso
Il Mar Mediterraneo ospita da sempre complesse civiltà, nate dall’interrelazione tra popoli
e culture, da guerre, conflitti, tensioni sociali, dall’unione di differenti modi di vivere, di
pensare, di stare insieme, di differenti abitudini e modi di socializzare e convivere, è una
risorsa enorme per tutte le popolazioni che lo hanno abitato e ancora lo abitano. Lungo
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le sue coste si affacciano tre continenti e una molteplicità di stati indipendenti e molto
differenti tra loro. Questa area è assolutamente eterogenea, presenta grandi differenze
economiche, politiche, sociali, in una situazione di continua evoluzione e movimento.
Le differenze sono la sua forza, da sempre, e vanno valorizzate e conservate, cercando
di capire quale è la comune strategia da attuare in una zona che condivide così tanto e
che presenta realtà così differenziate. Le civiltà mediterranee, pur difformi, si muovono
lungo un’unica matrice, che ha portato alla formazione di abitudini sociali, architettoniche,
urbane, culturali, alimentari, commerciali, e turistiche simili. È, quindi, necessario tracciare delle linee di unitarietà all’interno di questa molteplicità: dobbiamo cercare un “identità
mediterranea”, che ci aiuti a tracciare i caratteri generali di questa “mediterraneità”.
In questa breve analisi vogliamo classificare i valori della mediterraneità in due grandi
tipologie: quelli dati dal suo “essere” e quelli dati dal suo “essere vissuto”.
L’“essere” mediterraneo, la sua esistenza fisica, con aree naturalistiche proprie e aspetti
geologici e geomorfologici tipici, un clima simile in tutte le aree, con inverni miti e una stagione calda asciutta o semi asciutta abbastanza lunga, influenzato dall’aria calda e secca,
proveniente dal Sahara meridionale, e da depressioni oceaniche atlantiche, che portano
piogge e tempeste.
L’“essere vissuto” dall’uomo, che ha creato una memoria, monumentale e storica, e
sistemi insediativi e infrastrutturali, che sono nati per adeguarsi alle caratteristiche fisiche
e climatiche, quindi in stretta relazione con il luogo.
Molti insediamenti nascono vicino a fiumi, canali, torrenti, lagune e insenature, elementi
che uniscono e permettono la relazione tra quartieri e culture diverse. Essi sono lo specchio di abitudini sociali, commerciali, amministrative, religiose di tutti i popoli che con il
passare dei secoli, si sono alternati, hanno combattuto, si sono integrati, dando luogo a
città stratificate, a volte “multietniche”. Città attualmente memoria di una storia complessa, spesso difficilmente ricostruibile, città in continuo movimento, che ancora oggi si modificano, ad esempio, con la nascita di periferie o per la presenza di continue lotte interne o
sociali. Gli insediamenti islamici, ad esempio, nascono su tessuti urbani di epoca tardo-ro-
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mana, le città cristiane si sono appropriate dei tessuti di epoca musulmana; alla medina
musulmana delle città della riva meridionale si sono aggiunti quartieri coloniali, quindi la
città europea e successivamente quella “spontanea”, cioè i nuovi quartieri periferici.
Emblematico dell’unione tra luogo naturale e intervento umano è il sistema delle città
portuali, che si adattano alla morfologia del litorale. Infatti, la loro configurazione “a gradoni”, con la città storica, in cui si svolge la vita sociale, fronte mare, sovrastante il porto,
e la città nuova, più privata e residenziale, alle sue spalle e ad un livello più elevato, caratterizzata anche da un clima migliore, non è altro che il risultato dell’adeguamento alla
caratteristica morfologica di sovrapposizione dei vari livelli marini costieri.
Possiamo sinteticamente affermare che il tratto comune nello sviluppo delle civiltà e, quindi, delle città mediterranee sta nella stratificazione, dovuta dalla presenza di molte culture
che si sono alternate col passare dei secoli, e nell’adeguamento alle caratteristiche ambientali e climatiche del bacino mediterraneo.
L’ambiente naturale ha avuto un ruolo fondamentale per lo sviluppo di questi popoli e per
il loro insediamento ed è divenuto, in seguito, fonte di ricchezza e guadagno, attraendo turisti da tutto il mondo. E infatti l’industria del turismo ha sfruttato, e in alcuni casi
deturpato, l’ambiente in maniera irrecuperabile o difficilmente reversibile. Ma al di là di
abusivismo edilizio, mancanza di regolamenti o regolamentazione insufficiente, vi è da
prendere in considerazione un altro fattore molto importante dell’edilizia a scopo turistico:
il suo utilizzo stagionale. Spesso si è costruito lungo le coste o a ridosso di zone ora protette e considerate patrimonio mondiale dell’umanità per scopi lucrativi senza prendere
in considerazione il fatto che le spiagge vengono utilizzate in maniera molto differente a
seconda che si tratti di “bassa” o “alta” stagione turistica, ovvero che sia un periodo di
affollamento o spopolamento delle aree turistiche. Tutto sommato, se si fosse pensato a
questo aspetto, forse non “ammireremmo” abbandonati e desolati edifici occupare luoghi
da proteggere e preservare in maniera totalmente non sostenibile.
È necessario, a questo punto, ampliare il concetto di sostenibilità architettonica dal punto
di vista energetico al punto di vista ambientale, paesaggistico, culturale. La sostenibilità architettonica è una “buona pratica” di cui si parla ormai da decenni che permette la
costruzione di edifici limitando gli impatti negativi sull’ambiente. Gli “edifici sostenibili” a
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varia destinazione d’uso devono mantenere le qualità di benessere e di funzionalità che
li rendono utili all’uomo, per questo si sono studiati vari aspetti progettuali: tecniche e
tecnologie costruttive antiche, utilizzo di energie rinnovabili, scelta dei materiali del luogo per abbassare costi (finanziari e ambientali) di spostamento, studio di tecniche di
climatizzazione naturale, studio di tecniche atte al risparmio energetico e via dicendo.
Le tecniche e le tecnologie costruttive antiche hanno aiutato a comprendere come ci si
doveva comportare in maniera “sostenibile” nei vari luoghi, in base al clima presente, risparmiando energia da impiegare per il raffrescamento o il riscaldamento. Di pari passo,
così, si sono riscoperti i materiali della tradizione, la terra cruda, le grandi pareti massive
o il legno e si è ricominciato a studiarli, proponendone nuovi metodi di utilizzo. A questo
si sono affiancati gli studi di bioclimatica, così si è riposta nuova attenzione, ad esempio,
nella scelta del posizionamento degli edifici in base ai venti principali, per l’aerazione naturale, o all’irraggiamento solare, per l’illuminazione naturale. Ovviamente non mancano
gli apporti delle nuove tecnologie: sono stati analizzati e studiati sistemi attivi e passivi per
la riduzione di consumo energetico, che vengono continuamente innovati. Agli edifici sono
integrati sistemi di produzione energetica da fonti rinnovabili, quali pannelli fotovoltaici,
sistemi per lo sfruttamento del sole per il riscaldamento delle acque, utilizzo di energia
geotermica, eolica o di produzione dalle biomasse. Affianco a ciò le tecniche costruttive
favoriscono l’isolamento termico degli edifici utilizzando, ad esempio, tetti ventilati o pareti
a doppia pelle.
Queste sono tutte pratiche da tener presenti nella progettazione, cercando in ogni caso
di risparmiare risorse di ogni genere. Ma vorremmo porre l’attenzione su un aspetto che
forse sembrerà meno “materiale” e che invece ha una valenza importantissima nella vita
dell’uomo, ma anche degli ecosistemi e dell’ambiente in toto e che influisce sul benessere
umano, almeno quanto l’avere a disposizione edifici climaticamente perfetti.
Vogliamo parlare del paesaggio e particolarmente del “paesaggio mediterraneo”.
“Le paysage c’est l’endroitou le ciel et la terre se touchent” (Michelle Corayoud, 1981)Di
tutte le definizioni che sono state date questa è forse la più completa: “Il paesaggio è il luogo in cui il cielo e la terra si toccano”. Se vogliamo parlare di sostenibilità, infatti, l’aspetto
paesaggistico è il primo da esaminare: non si può essere sostenibili senza salvaguardare
l’ambiente, ambiente che non va solo protetto da agenti inquinanti o da sfruttamento delle
risorse, ambiente che ha un valore di per sé, ambiente che diventa paesaggio.
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Questo ambiente non è solo dato dalle zone di rilievo paesaggistico, le zone già protette
quali patrimonio Unesco, o le zone di grande rilievo e pregio storico, ricche di monumenti,
di memorie storiche. Il nostro ambiente è il paesaggio, “il luogo in cui il cielo e la terra
si toccano”, ed è il paesaggio che va salvaguardato, protetto ed anche aiutato in quelle
situazioni che sembrano compromesse in maniera quasi irreversibile, spesso da un inadeguato uso del suolo.
Ma il paesaggio non è solo natura, è anche storia, va esaminato in relazione al territorio,
alle città, ai “beni culturali”. La città nata sulle coste del mar mediterraneo è organizzata
per gli “scambi” fra gli uomini e il centro di questi scambi è sempre la “piazza”, elemento
principe della città mediterranea. Essa è il luogo di incontri e riunioni, di assemblee, di
provvedimenti ufficiali, di mercati ed è la sede dei monumenti religiosi e civili.
La valorizzazione di questo paesaggio è fondamentale per la riscoperta dell’identità mediterranea di cui abbiamo parlato e allo stesso tempo è fondamentale per la riscoperta delle
risorse naturali e culturali esistenti.
Il territorio deve riappropriarsi del suo ruolo: le sue qualità e funzionalità devono essere
l’input iniziale per uno sviluppo sostenibile e culturalmente fondato. Gli interventi devono
proteggere le identità locali, salvaguardarne la memoria, potrebbe essere necessario attuare interventi prettamente conservativi, ma non bisogna considerare conservazione e
innovazione come due fattori agli antipodi. Infatti essi devono integrarsi, interagire tra loro,
aiutarsi e svilupparsi insieme in un continuo processo di trasformazione che riuscirà a salvaguardare le varie identità del luogo e contemporaneamente permetterà il cambiamento,
lo sviluppo e il miglioramento.
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INFRASTRUTTURE COSTIERE SOSTENIBILI E PROTEZIONE
DEI LITORALI
La tutela dei litorali è di nostro primario interesse, per questo motivo abbiamo analizzato
le coste mediterranee individuando tre macro tipologie di spiagge:
•
Spiaggia molto infrastrutturata: si tratta di quelle spiagge in cui il mercato turistico ha spinto allo sviluppo di grandi e numerose infrastrutture commerciali, di ristorazione,
alberghiere, di svago (Spiaggia di Viareggio, Emilia Romagna)
•
Spiaggia tutelata: sono le spiagge di grande pregio paesaggistico che per la presenza di flora e fauna particolari sono protette e vi si disincentiva il grande afflusso turistico (Elafonissi, Grecia)
•
Spiaggia a grande uso turistico ma senza adeguate infrastrutture: è la situazione, forse, più diffusa in cui al grande afflusso di turisti non corrispondono servizi proporzionati alla richiesta (Spiaggia del Poetto, Cagliari)
Le infrastrutture costiere sostenibili per il Mediterraneo sono pensate per fornire servizi
dove necessario, ovvero nelle spiagge molto utilizzate in cui mancano infrastrutture costiere atte asoddisfare il fabbisogno turistico stagionale, come nella spiaggia del Poetto a
Cagliari.
Spiaggia di Viareggio
Spiaggia di Elafonissi
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Spiaggia del Poetto
CARATTERISTICHE DELLE INFRASTRUTTURE TURISTICHE
COSTIERE SOSTENIBILI PER IL MEDITERRANEO
Il nostro compito è quello di pensare ad infrastrutture turistiche costiere e sostenibili in
questa situazione particolare che è il Mediterraneo e abbiamo concentrato la nostra attenzione sul principio di “stagionalità” del turismo costiero a cui si è accennato in precedenza. La stagione calda attrae grandi flussi di persone e di conseguenza sono necessarie
strutture di accoglienza funzionali e numerose. Durante la bassa stagione, invece, questi
luoghi si spopolano, lasciando, spesso, una sensazione di desolazione e abbandono intorno agli edifici a destinazione turistica. Abbiamo, quindi, pensato ad edifici che abbiano
il minimo impatto ambientale, non solo a lungo termine ma anche per quanto riguarda la
variazione stagionale e dunque a destinazione d’uso variabile o semi variabile. Gli edifici
in questione sono progettati per essere mobili e quindi per essere spostati, a seconda delle necessità, da una spiaggia all’altra o dalla spiaggia al porto dove troveranno la propria
location nella bassa stagione turistica e durante l’inverno. Questo permetterà di lasciare
intonse le aree interessate all’intervento e di fornire alle piccole realtà portuali limitrofe dei
servizi destinati alla comunità tutta e dei nuovi spazi pubblici a richiamo della tradizionale
piazza mediterranea.
L’edificio-mobile sarà galleggiante e quindi facilmente trasportabile via mare senza troppi
problemi per quanto riguarda l’utilizzo di infrastrutture a terra, che potrebbero essere, in
qualche caso, inadeguate o inesistenti e ciò permetterà di fornire servizi turistici anche
in quelle aree costiere difficilmente raggiungibili. L’avvicinamento o l’allontanamento di
più edifici con i relativi sistemi di collegamento (anch’essi galleggianti) permetterà la formazione di differenti situazioni a seconda delle necessità, che non sono solo stagionali
o funzionali ma anche relative alle variabili ambientali che le coste del Mar Mediterraneo
offrono di caso in caso.
I nuovi edifici saranno progettati seguendo alcune caratteristiche fondamentali così da
poter lavorare in sincrono a seconda delle esigenze:
•
•
•
•
Flessibilità
Ripetibilità
Mobilità
Autosufficienza
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In qualche modo i nostri edifici devono contenere in sé un principio di “modularità differente” per cui l’idea base di progettazione sarà unica, ma ci saranno delle “anomalie”
rispetto a questa idea che renderà l’intervento architettonico di pregio e di interesse. Vediamo nello specifico le varie caratteristiche di cui abbiamo parlato.
FLESSIBILITÀ NELLE INFRASTRUTTURE TURISTICHE COSTIERE SOSTENIBILI
La flessibilità è caratteristica fondamentale per un tipo di intervento del genere. Si tratta di
progettare delle strutture molto piccole e versatili che devono adeguarsi a varie situazioni
sia ambientali che funzionali.
Gli edifici dovranno essere in grado di accogliere il turismo estivo e quindi di fornire servizi
e attività adeguati alla richiesta: in estate svolgeranno la propria funzione attraccati alla
spiaggia e in inverno, rientrando al porto, devono essere in grado di soddisfare altri tipi di
necessità, più adatte alla comunità stanziale e comunque da inserire in un contesto più
urbano.
RIPETIBILITÀ NELLE INFRASTRUTTURE TURISTICHE COSTIERE SOSTENIBILI
Gli edifici devono poter essere ripetuti potenzialmente all’infinito, seguendo un po’ l’idea
del frattale.
Nelle varie spiagge, a seconda della situazione, potranno essere aggregati in maniera
più raccolta, magari a formare una piccola baia, o potranno essere distribuiti linearmente
lungo la linea costiera, andando a creare un lungomare nell’acqua, infine, saranno agganciati alla banchina del porto e saranno lì fermi, in attesa della nuova bella stagione, in una
situazione di potenziale ripetibilità infinita in base alle richieste funzionali del momento o
ai cambiamenti delle abitudini turistiche.
MOBILITÀ NELLE INFRASTRUTTURE TURISTICHE COSTIERE SOSTENIBILI
Questa è la caratteristica principale e l’idea trainante del progetto. Gli edifici devono potersi muovere, agilmente, velocemente, solo con l’aiuto di un’imbarcazione a cui saranno
agganciati. Gli edifici si sposteranno dal porto alla spiaggia, da una spiaggia all’altra, o
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resteranno nella medesima spiaggia durante la stagione turistica e verranno spostati a
seconda del bisogno, della situazione, in maniera da formare ambiti differenti, ad esempio
dalla mattina alla sera o in presenza di eventi particolari, quali concerti o fiere.
AUTOSUFFICIENZA NELLE INFRASTRUTTURE TURISTICHE COSTIERE SOSTENIBILI
Si tratta, ovviamente, di autosufficienza energetica e impiantistica: l’intervento dovrà essere a basso impatto ambientale e dovrà essere gestibile senza che siano necessari
collegamenti fissi con la terra.
Gli edifici mobili, oltre a “sparire” quando non servono più ai turisti dovranno essere completamente autonomi ed autosufficienti. Per fare ciò si è pensato a sistemi di produzione
di energia da fonti rinnovabili e all’utilizzo di sistemi tecnologici per la soluzione di problemi impiantistici e per il risparmio energetico uniti a sistemi di architettura bioclimatica e
tecnologie tradizionali che facilitino l’aerazione o l’illuminazione naturale.
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SISTEMI FUNZIONALI DELLE INFRASTRUTTURE COSTIERE
MOBILI SOSTENIBILI PER IL TURISMO
Le infrastrutture turistiche avranno varie funzioni, che assolveranno alle variabili necessità in cui si va ad operare. Si è già detto che le terre affacciate sul Mar Mediterraneo sono
molto eterogenee tra loro, quindi è molto complesso stilare un programma funzionale rigido e ben definito. Per questo motivo abbiamo ipotizzato alcune macro-aree tematiche, in
cui andremo a inserire varie destinazioni d’uso, creando, di volta in volta, edifici reversibili.
Questi macro sistemi funzionali sono:
•
Servizi per la balneazione: oltre ai servizi standard (depositi, cabine, docce) si
tratta di fornire la possibilità di balneazione anche dove la balneabilità è vietata (situazioni
di particolare inquinamento delle acque) tramite l’utilizzo di piscine e vasche galleggianti,
•
Servizi di informazione turistica: info-point, aree wi-fi e internet point, uffici per le
pubbliche relazioni, uffici di gestione eventi e comunicazione,
•
Servizi commerciali
•
Servizi per la diffusione della cultura del luogo: uffici delle associazioni pro
loco, gallerie espositive, spazi museali, spazi per eventi e festival,
•
Servizi di wellness e fitness: in base ad alcune specificità del luogo si possono
pensare strutture termali che sfruttino sorgenti, saline, fanghi o acque con proprietà termali eventualmente presenti nelle varie zone,
•
Servizi per la municipalità e il porto: gli edifici galleggianti che durante la stagione
invernale verranno attraccati al porto forniranno di volta in volta servizi per la popolazione
stanziale e potranno essere convertiti a uffici portuali,
•
Sistemi di connessione e collegamento: passerelle e piattaforme galleggianti.
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Uffici Arctia, K2S architects
Houseboat, Sprenger von der Lippe
Bornholm piscine, White studio
Bornholm piscine, White studio
Expo Floating pavilion, Jean Nouvel, Badenshiff , AMParquitectos
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Boatshouse, MLM arch
Faaborg piscine, JDS architects
Padiglione Croato per Biennale
STUDIO DELLE AGGREGAZIONI PER LE INFRASTRUTTURE
COSTIERE MOBILI SOSTENIBILI PER IL TURISMO
I vari elementi galleggianti, a seconda della loro aggregazione, andranno a formare ambiti
e situazioni molto variabili e differenti.
Nel corso della storia dell’architettura ci sono stati numerosi studi e ricerche su orientamento, disposizione urbana e architettonica, morfologia dell’edificio per ottimizzare il
guadagno passivo di energia. Ma la staticità dell’edificato rispetto alla variabilità delle
caratteristiche climatiche durante il ciclo giornaliero, stagionale, annuale impedivano la
possibilità di un sistema assolutamente ottimale.
La mobilità della casa galleggiante risolve molti di questi limiti, permettendo di ottimizzare
il guadagno e il risparmio energetico.
Analizzando le caratteristiche del luogo, le variazioni climatiche annuali, le necessità funzionali variabili e sfruttando la possibilità’ di ruotare, traslare e muovere gli edifici possiamo creare quattro disposizioni diverse, adeguandoci alle condizioni climatiche delle
quattro stagioni e rispondendo, contemporaneamente, alle esigenze della sostenibilità.
SCHEMI AGGREGATIVI INVERNALI DELLE INFRASTRUTTURE COSTIERE MOBILI
SOSTENIBILI PER IL TURISMO
In inverno gli elementi galleggianti saranno attraccati all’interno di moli in piccole marine
turistiche e si aggregheranno seguendo un andamento abbastanza regolare, a maglia
ortogonale e nell’assemblaggio bisognerà fare in modo che gli elementi, accostati tra loro,
possano comunicare e siano fruibili, studiando anche delle destinazioni d’uso alternative
rispetto a quelle per cui nascono e sono realizzati.
Inoltre la facciata lunga, risultante dall’accostamento dei vari elementi, sarà rivolta verso
sud. In questo modo si massimizza il soleggiamento invernale e quindi si sfrutta il calore
solare per il riscaldamento interno degli edifici. Per quanto riguarda i venti invernali diretti
dal mare verso la terra in particolari situazioni di massima protezione dalla mareggiate, ad
esempio in piccole lagune, si può creare una barriera con dei moduli non utilizzati al fine
di diminuire l’ondata di freddo.
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SCHEMI AGGREGATIVI ESTIVI DELLE INFRASTRUTTURE TURISTICHE COSTIERE
SOSTENIBILI
In estate i piccoli elementi si spostano, andando a popolare le spiagge e fornendo servizi
di vario genere per il turista: da servizi per la semplice balneazione a servizi di ristorazione, commerciali, di informazione, di esposizione e quant’altro.
In questo caso l’aggregazione si potrà sviluppare in vari modi.
L’aggregazione potrà essere raccolta, con percorsi galleggianti molto accostati alla riva e
gli edifici direttamente agganciati ad essi. Gli edifici, quindi, saranno vicini alla linea costiera e si aggregheranno seguendone la morfologia.
Un altro caso potrà invece prevedere lunghi percorsi differenti, che, dalla linea di costa,
entrano nell’acqua e si ricongiungono a largo, a cui attraccare gli edifici con le varie funzioni. In questo caso gli edifici saranno più lontani dalla costa e potranno vivere come realtà
più autonome e indipendenti l’una dall’altra.
Lo studio delle varie aggregazioni durante l’estate è strettamente legato alla conformazione della costa e alla profondità dei fondali.
Dal punto di vista climatico durante l’estate la disposizione dei piccoli padiglioni fa in modo
che le facciate corte siano orientate verso sud, lasciando minima l’esposizione al sole delle facciate più lunghe per minimizzarne il surriscaldamento. Contemporaneamente questo orientamento non ostacola il flusso dei venti che, spesso, durante l’estate soffia dalla
terra verso l’acqua.
SCHEMI AGGREGATIVI DURANTE LE STAGIONI INTERMEDIE DELLE INFRASTRUTTURE COSTIERE MOBILI SOSTENIBILI PER IL TURISMO
Le condizioni ambientali delle stagioni intermedie sono più dolci e meno estreme di conseguenza le disposizioni possibili sono caratterizzate da una maggiore libertà di posizionamenti.
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LOCALIZZAZIONI TIPO PER LE INFRASTRUTTURE COSTIERE
MOBILI SOSTENIBILI PER IL TURISMO
La scelta del tipo aggregativo, come detto, sarà legata al tipo di costa per cui si progetta:
dobbiamo, dunque, prendere in esame i tipi costieri che si possono incontrare lungo le
coste del mediterraneo per capire come intervenire e quando.
Le tipologie costiere rilevate lungo la costa mediterranea:
•
Spiaggia sabbiosa
•
Spiaggia di ghiaia o ciottoli
•
Spiaggia rocciosa
•
Laguna
•Porto
SPIAGGIA SABBIOSA
Le spiagge sabbiose sono, generalmente, lunghi tratti di costa costituiti da terreno sabbioso e si presentano pianeggianti o in leggero pendio verso il mare. Il fondo marino è
sabbioso e poco profondo a riva e va degradando man mano che ci si allontana dalla linea
costiera, la profondità del mare rimane spesso limitata anche a molte decine di metri dalla
costa.
Le spiagge sabbiose attirano la maggior parte dei turisti per la loro comodità e facile fruibilità anche in presenza di bambini o persone con capacità motorie ridotte. La gestione di
infrastrutture turistiche in queste aree costiere è particolarmente semplice proprio perché
la spiaggia è facilmente raggiungibile anche da mezzi a motore ed è da essi percorribile.
Per questo motivo la maggior parte delle spiagge sabbiose sono occupate da stabilimenti
balneari, servizi da spiaggia o per la ristorazione e sono frequentatissime durante le stagioni calde, mentre si trovano, spesso, in situazione di abbandono e degrado durante la
stagione fredda o comunque in periodi di scarso afflusso turistico.
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SPIAGGIA DI GHIAIA O CIOTTOLI
Le spiagge di ghiaia o ciottoli sono tratti di costa di dimensioni ridotte, se all’interno di
piccole insenature o baie, o di maggiori dimensioni, ad occupare lunghi tratti di costa. La
banchina è composta da ghiaia o ciottoli di medie dimensioni, materiale che si trova anche sul fondale marino. L’acqua è spesso profonda anche a ridosso della linea costiera o
relativamente vicina ad essa.
Questi tipi di spiagge sono molto attrattive per via dell’effetto cristallino dell’acqua, ma
sono di gestione non facilissima perché di non immediata raggiungibilità, risultando, talvolta, carenti in infrastrutture turistiche.
SPIAGGIA ROCCIOSA: PICCOLI PROMONTORI ROCCIOSI, FIORDI
Il promontorio è una sporgenza della costa, di altezza più o meno accentuata e con sponde scoscese, che si protende nel mare. I fiordi sono insenature costiere con fianchi ripidi
e scoscesi, alla cui sommità si sviluppano larghi pianali (sede di antichi ghiacciai). In
presenza di promontori e fiordi si trovano spesso piccole spiagge, caratterizzate dalla presenza di scogli e rocce. Queste spiagge sono, generalmente, di dimensioni ridottissime,
nascono all’interno di piccole insenature e sono difficilmente raggiungibili da terra, proprio
perché le coste cadono a picco nel mare. Il fondale marino è abbastanza alto anche a
ridosso della linea costiera e gli scenari paesaggistici offerti sono numerosi e di notevole
pregio (piccole grotte e insenature, isolotti adiacenti la costa, “piscine” naturali, flora e
fauna rigogliose).
Questo tipo di spiagge attrae soprattutto turisti che giungono dal mare, quindi in possesso
di imbarcazioni (generalmente private) e non vi si trovano quasi mai infrastrutture turistiche adeguate alla richiesta.
LAGUNA
La laguna è un bacino costiero di acqua salmastra e poco profondo, spesso vi emergono
piccole formazioni insulari, si forma in presenza di delta di grandi fiumi o in arcipelaghi
costieri con fondali bassi. Le lagune sono separate dal mare da lingue di terra che si interrompono lasciando bocche di accesso che permettono, dove possibile, il mescolarsi
dell’acqua marina con acque dolci provenienti, ad esempio, da bacini fluviali sotterranei
e non.
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Le lagune sono di importanza rilevante per la loro capacità di ospitare esseri viventi sia
animali che vegetali di grande varietà, in quanto in queste aree sopravvivono sia quelli
abituati ad habitat di acqua dolce sia quelli abituati ad habitat marini, nonché particolari
specie che riescono a sopravvivere in presenza della mescolanza dei due tipi di acqua.
Oltre ad essere ecosistemi da salvaguardare, proteggere e conservare, le lagune, possono ospitare tipologie di turismo relative proprio allo studio e all’analisi di forme di vita
differenti e particolari. Le lagune presentano fondali molto bassi, fangosi e in molti casi la
balneabilità è ridotta o impossibile.
IL PORTO E LA MARINA
I porti possono essere ricavati naturalmente in zone che, per l’andamento dei fondali e
la conformazione della costa, hanno i requisiti di accessibilità e sicurezza necessari a un
porto o vengono creati dall’uomo tramite dragaggi, costruzioni di frangiflutti, dighe, moli,
banchine e tutte le strutture necessarie.
In ogni caso si sceglierà una posizione strategica, non solo perché devono fornire protezione alle imbarcazioni rispetto a fattori marini o metereologici, ma anche perché devono
essere facilmente raggiungibili da terra tramite sistemi infrastrutturali adeguati al tipo di
porto. Infatti in base alla tipologia di imbarcazioni, di merci o di persone che abitano il
porto avremo strutture di dimensioni più o meno grandi (ad esempio porti commerciali, industriali, turistici per grandi navi, marine per piccole imbarcazioni...) che si conformeranno
poi con strutture e servizi differenti.
I porti turistici, in particolare, sono attrezzati al ricovero dei natanti di tipo turistico (in genere piccole imbarcazioni di 12-15 m di lunghezza); trovandosi in aree di grande interesse
turistico è necessario che nelle zone limitrofe al porto siano presenti tutte quelle infrastrutture e quei servizi necessari a soddisfare le varie richieste, quali, ad esempio, ristorazione
o accoglienza di vario genere.
Ovviamente dal punto di vista della balneabilità il porto non è un luogo idoneo, ma assolvendo in qualche modo alla funzione di “porta della città” è necessario che anche in
queste aree siano presenti servizi, infrastrutture, punti di informazione dedicati al turista,
ma anche delle tipologie di servizi fruibili annualmente dagli abitanti stanziali.
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SOSTENIBILITÀ PER LE INFRASTRUTTURE TURISTICHE
COSTIERE SUL MEDITERRANEO
Mar mediterraneo
L’idea di sviluppo sostenibile è fondamentale per la progettazione delle infrastrutture turistiche costiere e l’architettura sostenibile è l’approccio più corretto e la strategia-guida
migliore per supportare le attività necessarie alla loro progettazione. Ma cosa si intende
per “sviluppo sostenibile”?
Nel 1987 la commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo (World Commission on Environment and Development), presieduta da Gro Harlem Brundtland, definisce lo sviluppo
sostenibile: “L’umanità ha la possibilità di rendere sostenibile lo sviluppo, cioè di far sì che
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esso soddisfi i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere la possibilità di
soddisfacimento dei bisogni di quelle future.” (Rapporto Brundtland, Commissione Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo).
Seguendo la logica di questo rapporto, possiamo affermare che le infrastrutture costiere
saranno sostenibili solo se non altereranno l’ambiente, non ostacoleranno lo sviluppo
delle attività sociali ed economiche presenti e si manterranno vitali per un lungo periodo
di tempo, garantendo la redditività del territorio con obiettivi di compatibilità ecologica,
socio-culturale ed economica. La progettazione sostenibile a cui auspichiamo, come già
detto, è ampliata a tutto il paesaggio, e si ispira a principi di sostenibilità ambientale.
La “sostenibilità ambientale”, in riferimento agli interventi edilizi, auspica all’equilibrio tra
struttura insediativa, attività umane e sistemi ambientali. Per raggiungere questo obbiettivo è necessario individuare quali sono i fattori del contesto che interagiscono con il
programma di progetto, ovvero:
• Studio dell’ambiente naturale circostante attraverso l’analisi di tutti i fattori che caratterizzano l’aspetto naturalistico e geografico del sito (posizione geografica, fascia climatica
di appartenenza, parametri meteorologici, morfologia del terreno, materie prime presenti);
• Studio dell’ambiente costruito circostante attraverso i fattori di morfologia, tipologia, densità e posizione sul territorio, analisi di irraggiamento solare, ombre, venti e temperature
locali (ad esempio, una estesa zona di ambiente costruito può generare un innalzamento
delle temperature locali, dando luogo al fenomeno delle isole di calore).
Le analisi delle caratteristiche ambientali ed urbane hanno lo scopo di valutare ed individuare le giuste azioni progettuali da adottare per ottenere condizioni ambientali adeguate.
Le scelte progettuali si concretizzano nell’uso consapevole dei materiali e di tecnologie
appropriate per il progetto. In particolare ci si riferisce all’uso di tecnologie che sfruttano
le energie rinnovabili, in modo passivo e attivo, e che forniscono una risposta, seppure
parziale, alla crescente richiesta di sostenibilità.
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TECNICHE PER LA PROGETTAZIONE DI INFRASTRUTTURE
TURISTICHE COSTIERE SOSTENIBILI PER IL MEDITERRANEO
La progettazione sostenibile è un’attività progettuale ispirata da principi etici consapevoli
e moderni ed ha l’obiettivo di applicare contemporaneamente le fonti energetiche rinnovabili e tutti gli accorgimenti che da una parte minimizzano il consumo e le dispersioni
degli edifici e dall’altra ottimizzano le potenzialità dei materiali di costruzione nel rispetto
dell’ambiente natura e costruito in cui sorge l’edificio.
CLIMA MEDITERRANEO E INFRASTRUTTURE COSTIERE MOBILI SOSTENIBILI PER
IL TURISMO
Clima e paesaggio sono strettamente correlati, in quanto si influenzano vicendevolmente
nel tempo, causando cambiamenti enormi, più o meno temporanei. Il Mar Mediterraneo
individua una zona bioclimatica molto particolare a clima temperato caldo. In quest’area si contano diversi paesi: la Spagna meridionale, la Francia meridionale, gran parte
dell’Italia, l’isola di Malta, la Grecia, le isole Canarie, le isole Baleari, la Corsica, l’isola di
Creta, la penisola balcanica, l’isola di Cipro, le coste meridionali della Turchia, le coste
mediterranee del Medio Oriente (Siria, Libano, Israele) e le coste occidentali del Nord Africa. Va tuttavia riportato che oltre ai paesi bagnati dal Mar Mediterraneo sono considerate
regioni a clima mediterraneo anche la California, il Cile Centrale, la costa sudoccidentale
dell’Australia e la costa sudoccidentale del Sud Africa, la costa atlantica del Marocco dove
si sono create condizioni climatiche molto simili. Nel clima Mediterraneo, a differenza di
quello tropicale, si distinguono le quattro stagioni, per cui il passaggio dalle temperature
fredde dell’inverno a quelle più calde dell’estate è sempre filtrato attraverso periodi intermedi particolarmente piacevoli.
Gli Inverni sono miti e piovosi, dato che proprio sopra il bacino mediterraneo si scontrano le masse d’aria calda subtropicale che provengono dal sud con quelle fredde polari
provenienti dal nord. La temperatura non scende mai troppo sotto lo zero perché il Mar
Mediterraneo con la sua massa imponente mitiga le correnti gelide del nord rilasciando
il calore accumulato durante i mesi estivi e con la sua umidità rende ancor più ricche le
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piogge. Non a caso la stagione invernale è la più piovosa, mentre la neve è un evento
piuttosto episodico.
L’influsso benefico del mare si manifesta anche nelle stagioni intermedie limitando molto
l’escursione termica: l’autunno è mite e umido mentre la stagione primaverile è calda e
piovosa.
L’Estate è lunga e secca per via dello spostamento graduale verso Nord degli anticicloni
subtropicali, che stabilizzano il tempo dando luogo ad una stagione calda e priva di precipitazioni. Ma anche in questo periodo l’influenza del mare si fa sentire grazie alla brezza
marina, che rinfresca la terraferma di sera e di notte.
Da un punto di vista puramente fisico, nel dettaglio delle aree costiere che costituiscono
l’oggetto specifico della nostra ricerca, la terraferma essendo un solido si riscalda molto
più velocemente delle distese acquee, sia durante il giorno, sia durante la stagione estiva.
Viceversa, sia di notte che d’inverno, le terre si raffreddano più velocemente. Il risultato è
che le escursioni termiche diurne e annuali sono più ampie sulla terra che si trova nell’interno dei continenti di quanto non lo siano invece nelle zone costiere che sono a contatto
con il mare.
Queste specificità climatiche richiedono l’uso di soluzioni progettuali che tengano di gran
conto l’inerzia termica dell’involucro edilizio e la difesa contro il surriscaldamento estivo,
recuperando i modelli tradizionali della edilizia mediterranea nelle sue varie declinazioni
locali.
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STRATEGIE DI CONTROLLO CLIMATICO PER LE INFRASTRUTTURE COSTIERE MOBILI SOSTENIBILI PER IL TURISMO
Qui faremo un excursus delle possibili soluzioni tecniche per facilitare il risparmio energetico, distinguendo in sistemi passivi e attivi.
SISTEMI PASSIVI
Nei sistemi passivi l’edificio, attraverso i suoi elementi costruttivi, capta, accumula e trasporta al suo interno l’energia ricavata dai fattori climatici esterni.
La progettazione con sistemi passivi implica che l’organizzazione spaziale sia definita
in funzione dell’ottimizzazione delle risorse ambientali, con importanti conseguenze architettoniche: lo sfruttamento dell’energia solare, per esempio, influisce sull’orientamento,
sull’involucro, che dovrà essere vetrato verso sud e più chiuso verso nord.
I sistemi passivi che andremo a studiare sono quelli che influiscono sul comfort climatico
degli edifici sulla base dello sfruttamento e controllo di tre fenomeni naturali:
•
•
•
•
La radiazione solare,
La ventilazione naturale,
Raffrescamento per evaporazione,
I sistemi di riscaldamento passivi.
CONTROLLO DELLA RADIAZIONE SOLARE
Il controllo della radiazione solare è importante sia se c’è necessità di raffrescamento, sia
per sfruttare il riscaldamento diretto dato dalla radiazione solare.
La schermatura sarà determinata dalle stagioni solari, piuttosto che da quelle climatiche,
e sarà necessario verificare che schermi fissi non producano effetti opposti in periodi in
cui è richiesto un riscaldamento passivo.
I dispositivi più semplici sono gli aggetti ed i frangisole, ma sistemi di pannelli scorrevoli o
avvolgibili risultano interessanti anche dal punto di vista progettuale e compositivo.
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AGGETTI E SCHERMATURE
La presenza di elementi in aggetto rispetto alla superficie dell’involucro edilizio può evitare fenomeni di surriscaldamento degli ambienti interni, impedendo l’incidenza diretta dei
raggi solari nella stagione calda.
Aggetti orizzontali sono ottimi per le facciate esposte a sud e consentono di intercettare i
raggi solari più alti e diretti. Il risultato è un ombreggiamento efficace e protratto per tutto
il periodo compreso tra tarda mattinata e primo pomeriggio. Tali aggetti devono essere
studiati in funzione del percorso solare proprio di ogni località. Più i raggi solari risultano
bassi, prossimi alla perpendicolare della facciata, più sporgente dovrà essere l’aggetto,
viceversa più alto è il sole minore sarà la sporgenza necessaria dell’aggetto.
Le schermature sono quegli elementi che fanno parte della chiusura esterna trasparente
o del suo intorno e che servono a impedire, parzialmente o totalmente, in maniera fissa
o variabile, l’ingresso della radiazione solare nell’ambiente interno. Le schermature oriz-
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zontali sono efficaci per ogni orientamento, se collocate sulla facciata sud impediscono la
penetrazione della radiazione diretta nelle ore centrali delle giornate estive e consentono
l’apporto solare invernale. Le schermature esterne sono molto più efficaci di quelle interne
perché evitano che si formi un micro-effetto serra tra schermo e vetro.
ARCHITETTURE TRADIZIONALI
Esempio di Mashrabiya tradizionale
Nella tradizione mediorientale e araba alcuni elementi assolvono alla funzione di schermatura e quindi di controllo del microclima interno, come ad esempio la mashrabìya, uno
schermo di legno dalle geometrie molto decorative, applicato sulle aperture di facciata. La
mashrabìya è una schermatura in legno dalle geometrie molto decorative che controlla il
passaggio della luce e assicura la privacy. Contemporaneamente riduce la temperatura
dell’aria e ne aumenta l’umidità: il legno assorbe l’umidità portata dal vento durante la
notte e, quando è colpita dai raggi del sole di giorno, la rilascia nell’ambiente.
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SFRUTTAMENTO DELLA VENTILAZIONE NATURALE: TECNOLOGIE
INVOLUCRO VENTILATO (PARETE VENTILATA/COPERTURA VENTILATA)
La parete ventilata è una parete multistrato che prevede al suo interno un intercapedine
vuota nella quale si stabilisce un flusso d’aria ascensionale. Essa è costituita da una
successione di strati funzionali che soddisfano prestazioni specifiche atte a garantire il
rispetto di requisiti quali resistenza, durabilità, isolamento termico e tenuta all’acqua ed
è in grado di rispondere ai requisiti di benessere termico globale in entrambe le stagioni
principali.
In inverno la parete ventilata garantisce un efficace isolamento termico e consente di
eliminare facilmente i ponti termici grazie alla continuità dello strato isolante. Inoltre evita
la condensa interstiziale grazie al posizionamento dell’isolante termico all’esterno della
tamponatura.
Durante l’estate protegge dal surriscaldamento estivo grazie allo strato di ventilazione
compreso tra l’isolamento e il rivestimento esterno ed elimina sia il calore accumulato dal
rivestimento sia l’umidità che dagli ambienti interni alla tamponatura. La parete ventilata,
inoltre, è un sistema molto versatile e permette una grande varietà di forme e rivestimenti,
assumendo un enorme valore architettonico.
TORRI DEL VENTO, EFFETTO CAMINO
Il raffrescamento è un problema generalizzato nelle aree mediterranee per via delle elevate temperature estive. La ventilazione naturale favorisce lo scambio termico tra l’aria
interna all’edificio e l’aria esterna, garantendo rinnovo e movimento d’aria esclusivamente
attraverso lo sfruttamento di fenomeni naturali, come la spinta del vento e la spinta idrostatica.
La spinta del vento, investendo un ostacolo, provoca zone in sovrappressione e zone in
depressione, con conseguente movimento dell’aria dalla prima alla seconda. Nel caso di
un edificio questa variazione provoca un flusso d’aria all’interno dello stesso che va dalla
parte sopravento a quella sottovento.
La spinta idrostatica determina il movimento d’aria ascensionale, per effetto della differenza di temperatura e, quindi, di densità tra gli strati d’aria. Negli edifici questo fenomeno
provoca quello che comunemente è chiamato “effetto camino”: se la densità dell’aria in-
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terna raggiunge valori minori di quella dell’aria esterna l’aria calda fuoriesce dalla parte
alta dell’edificio richiamandone altra più fresca dal basso. Questo movimento si innesca
anche grazie al surriscaldamento dell’aria dovuto all’irraggiamento solare diretto della
parte superiore del camino di ventilazione.
Tenendo conto di queste possibilità di raffrescamento passivo e naturale la forma e le
aperture dell’edificio devono essere progettate sulla base dell’analisi delle direzioni dei
venti prevalenti, agevolando i flussi d’aria e permettendo la fuoriuscita dell’aria calda, che
tende naturalmente a salire, da apposite aperture in copertura. Nel bacino mediterraneo
sono diffusi degli elementi architettonici tradizionali che sfruttano entrambi questi fenomeni fisici, e che, seppure in molteplici declinazioni, possono essere accomunati alla “torre
del vento”. Il funzionamento del sistema è assicurato dalla spinta del vento che determina
l’entrata del flusso d’aria all’interno della torreo dalla forte inerzia termica dell’elemento
torre.
Si tratta di elementi alti con aperture sulla sommità poste in direzione del vento dominante. Tramite queste aperture il vento porta all’interno aria calda, la quale a contatto
con le pareti massive tende a raffreddarsi e scendere man mano verso il basso, dove
incontra le stanze dell’edificio. Una volta entrata l’aria raffresca gli ambienti e scaldandosi
nuovamente risale ed esce dalle apposite aperture. Si crea così un moto convettivo che
fa entrare negli ambienti aria fresca e fa uscire aria calda. In alcune aree mediterranee
quest’aria, prima di entrare negli ambienti, viene convogliata e fatta passare in stanze in
cui sono presenti grandi vasche di acqua. L’acqua, evaporando, raffredda ulteriormente
l’aria prima che sia immessa nell’ambiente. In presenza di più venti dominanti si possono realizzare dispositivi multidirezionali inserendo un elemento orientabile e manovrabile
dall’interno dell’edificio, così da riuscire a gestire le differenti direzioni dei venti.
Questi sistemi inoltre funzionano anche in assenza di venti grazie alla grande inerzia termica delle pareti perimetrali della torre. Durante la notte la torre si raffredda poiché la sua
massa muraria cede calore all’aria all’interno che si riscalda. In questo modo si genera un
moto ascensionale dell’aria che, richiamata da aperture poste alla base dell’edificio, favorisce il raffreddamento dell’edificio e soprattutto della torre stessa. Di giorno, l’aria calda
che entra viene a contatto con la massa muraria della torre, si raffredda e, aumentando la
propria densità, scende verso il basso ed entra nell’edificio, rinfrescandone gli ambienti.
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SFRUTTAMENTO DELLA VENTILAZIONE NATURALE: SISTEMI TRADIZIONALI
Sistemi tradizionali derivati tutti dalla torre del vento sono:
• sistema Malqaf
• sistema Bad-ghir
• sistemi Qà’a
SISTEMA MALQAF
Questo sistema è diffuso in varie forme in Nord Africa e in Medio Oriente ed è molto diffuso in Egitto. Il malqaf è una torre di captazione dell’aria con un’apertura rivolta verso
i venti dominanti ad una certa altezza dall’edificio ed ha il pregio di funzionare anche in
assenza di vento. Questo sistema trova applicazione nelle città dotate di un tessuto urbano denso, che provoca il rallentamento dei flussi d’aria esterni. Malqaf è una torre del
vento la cui apertura ha dimensione tanto più larga quanto più è debole la ventilazione
captata e quanto più la temperatura dell’aria all’imbocco della torre è bassa. L’apertura
è posizionata sulla sommità dei locali ad un’altezza tale da captare le correnti d’aria più
fresche ed è orientata secondo i venti dominanti, ma funziona anche in assenza di vento
grazie all’elevato spessore della muratura che per la sua inerzia termica contribuisce ad
abbassare la temperatura che passa dal canale di aerazione.
In alcune zone i malqaf sono di piccole dimensioni e portano l’aria raffreddata in ogni stanza, fino al serdab, un locale interrato, in grado di raffrescare ulteriormente l’aria in arrivo
dal malqaf, utilizzato nelle ore più calde della giornata.
SISTEMA BAD-GHIR
Altro efficace sistema è quello dei bad-ghir, letteralmente in persiano “prendi vento”, diffusi in Iran e nelle aree del Golfo. Il sistema è costituito essenzialmente da una canna in
muratura leggera (generalmente a pianta quadrilatera ma anche ottagonale o circolare),
suddivisa nel senso dell’altezza in quattro o più settori, quadrati o triangolari. In questo
modo in qualunque momento dell’anno e secondo qualunque giacitura almeno due settori
contigui saranno in ombra e all’interno della canna si determinerà un doppio flusso paral-
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lelo: uno estrarrà aria calda e l’altro immetterà quella fresca. Inoltre la massa del bad-ghir
funziona da riserva termica: il mattino è più fredda dell’aria esterna che, a contatto con la
massiccia muratura, si raffredda e diventando più densa scende verso il basso ed entra
nell’edificio; durante il giorno accumula calore che restituisce di notte all’aria che tende a
salire, innescando un ciclo di ventilazione inverso. Negli ambienti in cui termina il bad-ghir
ci sarà una soddisfacente circolazione d’aria e un sensibile abbassamento della temperatura, valutabile tra i 6 e i 10 gradi. In alcuni casi sono costruiti ad una certa distanza
dall’edificio e collegate ad essi tramite condotti sotterranei: il condotto induce un ulteriore
raffrescamento dell’aria captata per l’elevata inerzia termica del terreno.
SISTEMA QA’A
Il qà’a è un sistema diffuso in Turchia utilizzato per raffrescare o riscaldare degli ambienti
di rappresentanza. Esso è composto da tre ambienti: il durqà’a, un locale centrale a tutta
altezza, con pavimento in marmo usato per la circolazione delle persone, coperto con un
lanternino in legno che fornisce illuminazione; gli iwanat, due ambienti annessi.
In estate l’aria calda dell’ambiente tende a salire verso l’alto ed esce dalle aperture del
lanternino, richiamando aria più fresca dagli ambienti circostanti. In inverno, invece, le aperture vengono chiuse con del vetro e l’effetto serra che si crea riscalda l’ambiente, reso
freddo dall’aria invernale.
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Il lanternino dispone delle aperture che variano in forme e materiali utilizzati. Generalmente queste sono schermate da una struttura a grata in mattoni o in legno che permette
all’aria di passare. In alcuni casi sono dotate di superfici vetrate che aumentano la temperatura dell’aria accelerando il meccanismo di estrazione dell’aria.
RAFFRESCAMENTO EVAPORATIVO
Un importante tecnica di raffreddamento degli ambienti utilizzata da sempre nel bacino
mediterraneo è quella dovuta all’evaporazione dell’acqua. Infatti, nelle architetture tipiche,
si trovano spesso grandi vasche d’acqua e fontane, che non solo sono di grande valenza
architettonica, ma appunto influiscono sul microclima interno.
Il raffrescamento “evaporativo” è un processo in cui l’aerosol acquoso - come quello generato dagli zampilli di una fontana - viene utilizzato come “pozzo” termico naturale. Il
calore dell’aria viene ceduto al particolato d’acqua in sospensione, al fine di consentirne
l’evaporazione, cosicché abbiamo da un lato la diminuzione della temperatura dell’aria
e dall’altro un aumento dell’umidità relativa. Chiaramente la quantità di calore assorbito
dipende dall’ammontare di acqua che può essere evaporata, fattore limitato soprattutto
dalla frazione di vapore già presente in atmosfera, in ambienti già prossimi alla saturazione (umidità relativa ~ 70%) il fenomeno non potrà essere sfruttato.
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Nel caso delle infrastrutture costiere sostenibili questo tipo di raffrescamento è garantito
in quanto i piccoli edifici galleggianti sono circondati dall’acqua.
SISTEMI DI RISCALDAMENTO PASSIVI
I sistemi di riscaldamento passivi sono in grado di sfruttare l’energia solare senza l’utilizzo di impianti speciali, ma semplicemente tramite accorgimenti architettonici in grado
di captare i raggi solari ed accumularli sotto forma di calore all’interno dell’edificio. Generalmente questi sistemi sono integrati nell’involucro edilizio e sfruttano meccanismi di
trasferimento termico innescati naturalmente.
SISTEMI A GUADAGNO DIRETTO
Il metodo più immediato per sfruttare l’energia solare per il riscaldamento degli ambienti
è quello a guadagno diretto. Le radiazioni solari dirette o diffuse penetrano attraverso le
superfici vetrate degli edifici e vengono assorbite dai differenti elementi che compongono
l’ambiente (pareti, pavimenti, arredi). Nelle ore notturne, questi cedono il calore accumulato riducendo notevolmente le oscillazioni di temperatura. Sia con radiazione diretta
che diffusa il funzionamento continuo del sistema lo rende adatto a molte latitudini ed a
molte condizioni climatiche. Inoltre, questo tipo di intervento non richiede particolari costi
aggiuntivi per la costruzione dell’edificio ma solo un’accurata progettazione dimensionale
degli elementi architettonici.
L’elemento più comune per la captazione in un sistema passivo diretto è la tradizionale
finestra verticale, la captazione è funzione di diversi parametri geometrici di cui i più importanti sono l’inclinazione e l’esposizione. Per quanto riguarda l’esposizione, per il riscaldamento la migliore risulta sempre quella a sud mentre per quanto riguarda l’inclinazione
la scelta è influenzata dalla latitudine e dal periodo dell’anno considerato.
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SISTEMI ATTIVI
I sistemi attivi captano, accumulano e utilizzano l’energia proveniente da fonti rinnovabili
con una tecnologia di tipo impiantistico. Le fonti energetiche rinnovabili, a cui ci riferiamo,
sono quelle che si rinnovano con rapidità comparabile o superiore a quella con la quale
vengono consumate, per esempio l’energia solare, eolica, idrica e geotermica, l’energia
prodotta dalle maree, dallo sfruttamento del moto ondoso e delle biomasse (legno e materiali organici). Per i nostri scopi progettuali e di minimo impatto ambientale prenderemo
in considerazione solo i sistemi di produzione energetica che hanno bisogno di minimi
sistemi impiantistici per essere efficienti.
IMPIANTO FOTOVOLTAICO
La tecnologia fotovoltaica (FV) consente di trasformare direttamente l’energia associata
alla radiazione solare in energia elettrica, essa sfrutta il cosiddetto effetto fotovoltaico che
è basato sulle proprietà di alcuni materiali semiconduttori (fra cui il silicio) che, opportunamente trattati e collegati tra loro, sono in grado di generare elettricità se colpiti dalla
radiazione solare, senza quindi l’uso di alcun combustibile. Gli impianti fotovoltaici si distinguono in impianti indipendenti, impianti “grid-connect” e impianti ibridi.
Gli impianti “indipendenti” o “stand-alone” non sono connessi alla rete di distribuzione e
sfruttano direttamente sul posto l’energia elettrica prodotta e accumulata in un accumulatore di energia (batterie). Questo tipo di impianti hanno il vantaggio che gli edifici non
devono essere fisicamente connessi alla rete di distribuzione generale, rendendo l’edificio autonomo e dandogli la possibilità di essere “isolato”. Gli impianti “grid-connect” sono
impianti connessi ad una rete elettrica di distribuzione esistente. Gli impianti “ibridi” sono
connessi alla rete elettrica di distribuzione, ma utilizzano l’energia solare accumulata.
Se l’accumulatore è scarico una centralina permette l’acquisizione di energia dalla rete
elettrica di distribuzione.
IMPIANTO SOLARE TERMICO
Gli impianti solari termici catturano e immagazzinano l’energia solare allo scopo di ri-
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scaldare l’acqua corrente al posto delle caldaie a gas naturale. Questi impianti devono
essere ben integrati nel progetto perché è necessario inserire dei serbatoi di accumulo
del fluido. Infatti il pannello solare o collettore è attraversato da una serpentina all’interno
della quale scorre il fluido che arriva ad un accumulatore di energia. Se il fluido è l’acqua
stessa l’impianto è a circolazione naturale, e sarà caratterizzato da grande semplicità e
da un’elevata dispersione termica.
Se si tratta di un fluido termovettore che va a scaldare l’acqua immagazzinata nel boiler
avremo un impianto a circolazione forzata. Questo impianto è composto dal pannello, una
serpentina posta all’interno del boiler ed i tubi di raccordo. Una pompa permette la cessione del calore raccolto dal fluido alla serpentina posta all’interno del boiler.
Questo impianto è notevolmente più complesso, dovendo prevedere molti più componenti, ed ha un consumo elettrico dovuto alla pompa e alla centralina di controllo, ma ha
una efficienza termica ben più elevata, visto che il boiler è posto all’interno e quindi meno
soggetto a dispersione termica durante la notte o alle condizioni climatiche avverse.
Altri tipi di impianti sono quello a svuotamento, in cui il sistema lo stesso di quello a circolazione forzata, ma l’impianto viene riempito e quindi usato solo quando è necessario o
possibile, e quello a concentrazione con inseguitore solare che è in grado di concentrare
i raggi solari in corrispondenza del fluido termoconduttore grazie ad una particolare forma
parabolica.
MATERIALI
Ogni edificio ha un impatto sull’ambiente circostante che dipende, sostanzialmente, da
due fattori: i materiali con cui è costruito e le risorse (ad esempio energia o acqua) di cui
ha bisogno durante la sua vita utile. Il primo fattore influisce sul secondo fattore, ed è per
questo che nella scelta dei materiali è importante essere consapevoli delle proprie scelte
per poter prevedere il dispendio di risorse future e controllarlo.
In questo caso abbiamo scelto tre tipologie di materiali per la progettazione delle infrastrutture costiere:
•
•
•
materiai sostenibili
materiali locali
materiali di “ri-uso”
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MATERIALI SOSTENIBILI
La dizione “materiali sostenibili” è un po’ generica e non si riferisce a materiali particolari,
ma ci serve per capire come agire nella progettazione sostenibile.
Il ciclo di vita di un edificio inizia con l’estrazione, il trasporto e la lavorazione delle materie
prime, continua con il trasporto e la posa in opera dei materiali, quindi la costruzione, l’utilizzo e la manutenzione e la dismissione finale.
I materiali sostenibili sono tutti quei materiali grazie ai quali si può tenere sotto controllo il
dispendio di risorse durante tutto il ciclo di vita dell’edificio: ad esempio si cercherà di evitare i trasporti del materiale, se non strettamente necessario, e si sceglieranno materiali
che riescano a minimizzare le necessità energetiche dell’edificio durante il suo utilizzo,
ad esempio utilizzando materiali isolanti si diminuiscono i costi di climatizzazione. Un
altro fattore importante è la dismissione futura dell’edificio, per questo è bene scegliere
materiali che si possono riciclare o riutilizzare o che, in ogni caso, non abbiano un ciclo di
smaltimento troppo esoso, come i materiali naturali.
MATERIALI LOCALI
L’uso di materiali locali per le costruzioni fa parte di quella tendenza che cerca di ridurre
gli impatti delle costruzioni sull’ambiente e per cui si sono studiate le tradizionali tecniche
costruttive.
La ri-scoperta e la ri-diffusione di questi materiali parte proprio dalla consapevolezza che
utilizzare materiali presenti sul luogo diminuisce notevolmente le spesa globali di costruzione. In questo modo si abbassano i costi di trasporto del materiale, si aiutano le imprese
locali e si valorizza il patrimonio storico e culturale esistente, tenendo viva la memoria del
passato.
Materiali locali, infatti, non sono solo quelli prodotti localmente, ma sono anche quelli
legati al luogo: materiali naturali reperibili facilmente e tradizionalmente utilizzati dalla
popolazione nelle architetture spontanee, che generalmente rispondono alle esigenze
climatiche del luogo. Alcuni esempi di questi materiali sono il legno, il bambù, il giunco:
materiali facilmente reperibili ed usati diffusamente in aria mediterranea.
Il legno grazie alle sue proprietà è perfetto per le strutture portanti, mentre il suo piacevole
aspetto lo rende adatto anche ai rivestimenti esterni (pareti, pavimenti, tetti).
Il bambù è da sempre utilizzato per la costruzione di “architetture spontanee”, grazie alla
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sua facilità di coltivazione e di lavorazione, inoltre la sua elevata resistenza, rispetto ad un
peso tutto sommato esiguo, lo rende un ottimo materiale costruttivo.
Il giunco, anche se raramente usato per funzioni strutturali, è un ottimo materiale di rivestimento (tetti, pareti).
Ovviamente questi sono solo alcuni esempi, per una progettazione sostenibile andrà di
volta in volta studiato il luogo per comprendere quali sono le possibilità esistenti per quanto riguarda la scelta dei materiali.
MATERIALI DI RI-USO
Il riuso in edilizia è una pratica interessante ed innovativa che contribuisce alla gestione
virtuosa dei rifiuti e permette un aumento notevole della sostenibilità dei materiali edili
senza comprometterne le prestazioni termiche e fisiche. Anche in questo caso, più che
fare un elenco dei possibili materiali dismessi che si potrebbero utilizzare nell’industria
delle costruzioni è utile definire le caratteristiche principali ce questi materiali devono
avere. Per prima cosa essi devono essere facilmente reperibili nelle vicinanze del luogo
in cui vengono prodotti i vari componenti e dove verranno utilizzati. Una seconda caratteristica deve essere quella della loro pre-fabbricabilità per minimizzare l’impatto ambientale
dovuto ai tempi di posa e alle fasi di cantiere. Inoltre la produzione e l’assemblaggio di
questi elementi dovrà comportare un basso consumo di energia. L’assemblaggio a secco
è importante nella fase di dismissione dell’edificio e di smaltimento dei componenti, che
saranno facilmente inseriti nel processo di riciclo.
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BIBLIOGRAFIA
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(EDILIZIA/Studi), 2015
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Dichiarazione sul Programma
Il Programma europeo ENPI CBC Bacino del Mediterraneo è un’iniziativa di cooperazione
transfrontaliera multilaterale finanziata dallo Strumento Europeo di Vicinato e Partenariato. L’obiettivo principale del Programma è di promuovere un processo di cooperazione armonioso e sostenibile al livello di bacino affrontando le sfide comuni e valorizzando il potenziale endogeno dell’area. Il Programma contribuisce allo sviluppo economico, sociale,
ambientale e culturale della regione mediterranea attraverso il finanziamento di progetti di
cooperazione. Attualmente partecipano al Programma i seguenti 14 Paesi: Cipro, Egitto,
Francia, Giordania, Grecia, Israele, Italia, Libano, Malta, Palestina, Portogallo, Spagna,
Siria (partecipazione attualmente sospesa) e Tunisia. L’Autorità di gestione comune è la
Regione Autonoma della Sardegna (Italia). Le lingue ufficiali del Programma sono l’arabo,
l’inglese e il francese (www.enpicbcmed.eu).
Clausola di esclusione della responsabilità
Questa pubblicazione è stata realizzata con il supporto finanziario dell’Unione europea
nell’ambito del Programma ENPI CBC Bacino del Mediterraneo. I contenuti riportati in
questo documento ricadono sotto la responsabilità esclusiva di Sapienza Università di
Roma e in nessun caso sono da considerarsi espressione della posizione dell’Unione
Europea o delle strutture di gestione del Programma.
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