Riproduzione e ciclo cellulare La capacità di riprodursi è carattere fondamentale dei viventi. Gli organismi unicellulari più semplici (es batteri ma anche eucarioti unicellulari) si riproducono per divisione cellulare. Negli eucarioti ci sono 2 tipi divisione cellulare: mitosi e meiosi. la mitosi si verifica in tutti I tipi cellulari, la meiosi invece avviene solo nelle cellule progenitrici dei gameti Negli organismi pluricellulari molte divisioni cellulari successive (mitosi) sono necessarie per: •Sviluppo di organismo complesso a partire da un’unica cell uovo •accrescimento •Omeostasi dei tessuti (rigenerazione, sostituzione cellule morte, riparazione lesioni e danni tissutali) Il “ciclo cellulare“ procariotico è relativamente semplice e rapido Nei procarioti la divisione cellulare puo’ essere molto rapida (anche 20-30 min); durante questo arco di tempo duplicazione del cromosoma circolare adeso a membrana, estensione cellulareà distacco delle due copie del cromosoma e divisione della cellula Colorizzata TEM 32 500´ Cromosomi batterici Un tipico ciclo di divisione cellulare prevede fasi di: vAccrescimento cellulare (aumento di volume e duplicazione di organelli) vDuplicazione del DNA vSeparazione e distribuzione del materiale genetico vDivisione cellulare Il ciclo cellulare eucariotico è una serie ordinata di eventi che si ripete allo stesso modo (conservato durante l’evoluzione) e scandisce la vita cellulare terminando in genere con la divisione. Il ciclo è un’alternanza tra mitosi (divisione ) ed interfase. •Interfase: cellula cresce di volume, svolge attività, interagisce con ambiente est. e si prepara a divisione (circa 95% del ciclo) •Divisione: evento cruciale, il più radicale ed evidente del ciclo La mitosi è l’unico evento chiaramente riconoscibile al microscopio otticoà cambiamenti drastici: si sfalda nucleo, si condensano i cromosomi, si forma struttura citoscheletrica complessa (fuso mitotico) L’interfase è suddivisa in periodi in cui si svolgono specifiche attività cellulari •G1: cellula metabolicamente attiva e in accrescimento, integra segnali interni ed esterni per decidere se proliferare e quindi procedere in fase S oppure entrare in quiescenza (G0) (max parte dei tessuti in q fase) •S: duplicazione del materiale genetico •G2: continua accrescimento e prepaparazione a divisione •M: mitosi (divisione nucleare)+ citochinesi (divisione citoplasma) Durata delle varie fasi Fasi S ed M hanno durata abbastanza costante per un certo organismo Es nell’uomo S : 8-10 ore; M: 1 ora Fasi G1 e G2 variabili secondo tipo cellulare Per un fibroblasto in coltura in vitro durata tot ciclo circa 24 ore Nelle prime fasi di sviluppo embrionale spesso cicli rapidi con G1 e G2 quasi assenti: solo veloce alternanaza tra replicazione DNA e mitosi (oganelli, macromolecole e strutture cellulari già presenti perchè precedentemente accumulate in cell uovo) In alcuni casi numerose endoreplicazioni del DNA (senza successiva divisione)à cromosomi giganti Negli adulti ci sono tessuti stabili e tessuti sottoposti a continuo ricambio Neuroni e cell muscolo : cell. molto specializzate in G0, hanno perso capacità di dividersi Fibroblasti e epatociti in G0 ma possono rientrare in ciclo (riparazione/rigenerazione in risposta a determinati stimoli) Tessuti dinamici: continuo ricambio per attività proliferante di cell staminali e morte delle cell differenziate La divisione della cell. staminale è asimmetrica Il destino delle cell figlie influenzato da ambiente esterno: contatto con lamina basale Le cellule che iniziano percorso diffrenziativo perdono quasi del tutto capacità di dividersi e sono destinate a morte programmata Metodi per lo studio del ciclo cellulare Citofluorimetria e analisi del contenuto di DNA/cellula (per cellule diploidi varia da 2n a 4n) •Colorante fluorescente per DNA •Popolazione cellulare analizzata al citofluorimetro (sensore misura fluoresecenza delle singole cellule, una ad una) àFrazione di cellule con DNA 2n (G1) àFrazione di cellule con DNA 4n (G2) àe frazione con quantità intermedia (S) L’altezza del picco indicativa della durata della fase Un profilo a 2 picchi indica cellule proliferanti (non sincronizzate) Un singolo picco (DNA 2n) indica cellule non proliferanti (es ferme in G0 o colte tutte in G1 perchè sincrone) MIcroscopia e traccianti del DNA A) Uso di traccianti radioattivi: es timidina tritiata (precursore del DNA) incorporata in fase S; radioattività passa da strato basale ad apicale epitelio intestinale B) Marcatura di cellule in fase S con BrdU (precursore del DNA al posto della timidina) e anticorpi per BrdUà microscopia a fluorescenza Uso di strategie/farmaci bloccanti per sincronizzare il ciclo di cellule in colturaà blocco reversibile in modo da ottenere popolazioni sincronizzate Es •nocodazolo: impedisce formazione microtubuli e quindi fuso mitoticoà blocco in M •Rimozione fattori di crescitaà arresto in G0 •Aggiunta di inbitori sintesi nucleotidià arresto in fase S Modelli sperimentali per lo studio del ciclo cellulare Lievito: analisi dei geni coinvolti nel controllo del ciclo; uova di anfibio, di molluschi o di riccio di mare à studi biochimici (Nurse, Hartwell e Hunt- Nobel Medicina, 2001 per studi sul ciclo cellulare) La progressione del ciclo è sottoposta a rigido/raffinato sistema di controllo: transizione da fase a successiva solo dopo verifica segnali boichimici indicativi di condizioni sia intracellulari che esterne (controlli intrinseci ed estrinseci) In organismi unicellulari conta soprattutto condiz ambientale (nutrienti) in multicellulari anche segnali chimici da altre cellule (fattori solubili quali mitogeni, fattori di crescita, di sopravvivenza,…) 3 principali checkpoint il non superamento del checkpoint G1àS determina uscita dal ciclo ed ingresso in G0 Le transizioni avvengono solo se sono soddisfatte alcune condizioni •Monitoraggio fattori nutrienti e di crescita, •Controllo sullo stato del DNA (danno/riparazione, completamento replicazione) •Dimensione/volume cellulare •Allineamento cromosomi/aggancio sul fuso Se condizioni non soddisfatte à blocco del ciclo Il macchinario molecolare che regola il ciclo cell. eucariotico si basa sull’interazione di 2 processi: 1) Orologio molecolare indipendente che segue le varie fasi del ciclo e si basa sul ritmico alternarsi di sintesi e degradazione delle “cicline”. Le cicline associandosi ad enzimi CdK (complessi ciclina-cdk) formano complessi che, grazie a loro attività enzimatica, permettono superamento dei checkpoint 2) Processo regola l’orologio in base a segnali intra- ed extra-cellulari avvalendosi di proteine/enzimi che + o – direttamente modulano attività di cicline e CdK NB: Il macchinario molecolare che regola il ciclo cell. eucariotico è molto conservato. Diversi approcci sperimentali hanno contribuito a definire il complesso di interruttori molecolari coinvolto nel controllo del ciclo Anni ’70: esperimenti di fusione cellulare tra cell di mammifero in diverse fasi del ciclo Esistenza di “fattori” in grado di: - indurre ingresso in mitosi - e replicazione del DNA (solo su cellule G1) Effetto della fusione cellulare. La fusione di cellule in mitosi con cell in G1 e G2 induce la condensazione cromatinica; con cell in S, cromosomi sensibili si spezzano e si “polverizzano” (Rao e Johnson) Risultati poi confermati da studi biochimici su oociti di anfibio Microiniezione di estratti proteici ottenuti da oociti in divisione (meiosi) induce meiosi Nel citoplasma di una cellula mitotica esiste un MPF (meiosis/maturation promoting factor) di natura proteica e diffusibile in grado di indurre la maturazione di oociti Studi genetici su lievito: mutanti cdc (cell division cycle) temperatura sensibili A temperatura non permissiva i mutanti si bloccano in una particolare fase del ciclo Es: mut cdc28 (S. cerevisiae) si blocca in G1 cdc2 (S. pombe) si blocca in G1 e G2 I genicdc 28 e cdc2 codificano per enzimi-chinasi simili tra loroà ortologhi trovati anche nell’uomo Saggi di complementazione: gene umano introdotto in lievito mutante ripristina normale ciclo à forte conservazione evolutiva del sistema di controllo del ciclo Analisi proteica di estratti da uova di riccio di mare à scoperta delle “cicline” Proteine con concentrazione citosolica oscillante /fluttuante legata ai vari stadi del ciclo I diversi approcci hanno permesso identificazione biochimica di MPF (isolato da uova di anfibio) MPF è un enzima proteina-chinasi dimerico: - subunità catalitica (ortologo a cdc28 e cdc2 di lievito)à CDK1 - e subunità regolatrice (ciclina B, mitotica) necessaria per sua attivitàà ciclina C’è corrispondenza tra variazione di 1) fase nel ciclo cellulare 2) Attività di MPF 2) Concentrazione di ciclina Infatti la chinasi (CDK1) dipende per la sua attività dalla ciclina (ecco perchè si chiama Cdk: cyclin dependent kinase) L’attività kinasi quindi riflette andamento ciclico della ciclina B ma non perfettamente: infatti la cdk si attiva repentinamente solo dopo che ciclina ha iniziato ad accumularsi da un bel po’!... Come mai?? In effetti l’attività di CDK dipende: -da un lato dai livelli di ciclina -dall’altro da un complesso pattern di fosforilazionedefosforilazione sulla CDK stessa (altri enzimi kinasi e fosfatasi sono coinvolti in q. sistema di regolazione). L’attivazione completa è favorita con meccanismo a feedback positivo innescato dalla formazione stessa del complesso cdk-ciclinaà aumento esplosivo/rapido dell’attività chinasica di cdk. La kinasi Wee1 inibisce il complesso CDK-ciclina mentre la fosfatasi cdc25 stimola il complesso Infatti in lievito mutazione di wee1 àcellule piccole (mitosi prematura) Mutazione di cdc25à cellule lunghe (mitosi ritardata) L’attività di CDK1 è spenta dalla degradazione ubiquitina-proteasoma-dipendente della ciclina La ubiquitinazione della ciclina è indotta dal complesso APC (anaphase promoting complex) a sua volta indotto dalla stessa CDK à funzionalità di CDK quindi è limitata ad una precisa finestra temporale e CDK contribuisce al proprio spegnimento (feedback negativo) Una volta attivata la CDK1 (MPF) fosforila proteine target cruciali per ingresso e progressione in fase M (CDK è una serina-treonina chinasi) Esempio - fosforila lamìne nuclearià disgreagazione dell’involucro nucleare - Fosforilazione delle MAP (microtubule associated protein)àRiorganizzazione dei microtubuli e formazione del fuso - Fosforilazione di enzimi condensine (?)à compattamento della cromatina - In lievito la stessa chinasi (gene cdc28) associandosi a diverse cicline riconosce diversi substrati e quindi regola transizione tra varie fasi del ciclo - Negli organismi multicellulari invece esistono diverse cdk e diversi complessi cdk-ciclina che regolano diverse fasi del ciclo cellulare I complessi attivi cdk-ciclina fosforilano proteine che + o – direttamente presiedono ad attività/strutture necessarie per passaggio a nuova fase del ciclo Le diverse cicline dei mammiferi operano in fasi diverse del ciclo I vari complessi cdk-ciclina subiscono stesso schema di regolazione Oltre che dalle cicline e dalla fosforilazion/defosforilazione le CDK sono controllate anche dal legame con inibitori CKI (cdk inhibitors) Il livello dei CKI risente di segnali interni (lesioni al DNA) ed extracellulari (ormoni, fattori di crescita, contatto fisico con altre celule) anche i CKI sono degradati dal sistema ubiquitina-proteasoma I CKI impediscono assemblaggio e/o attività dei complessi CDK-ciclina 2 gruppi principali di inibitori Gruppo I: inibitori che agiscono a livello di transizione G1àS e G2àM Gruppo II: inibitori che agiscono solo a livello di transizione G1àS •Aumento densità di popolazione induce p27à fenomeno inibizione da contatto •Fattore TGF-β induce differenziamento e ingresso in G0à inducendo p15 Effetto della mutazione su p27 (un CKI) Nel complesso esistono ben 4 livelli di regolazione sulle CDK!! La degradazione delle proteine regolative (cicline ed inibitori CKI) garantisce irreversibilità e unidirezionalità del passaggio da fase ad altra del ciclo La degradazione è ubiquitina-proteasoma dipendente Controllo transizione G1àS La cellula di lievito che non supera precise condizioni (danno al DNA, nutrienti, dimensioni) si arresta al punto “start” Analogamente la cellula di mammifero (danno DNA, contatto con cellule, fattori crescita, dimensioni, bilancio energetico) si arresta al “punto di restrizione” Controllo transizione G1àS nei mammiferi In assenza di opportuni segnali esterni (es fattori di crescita) à pRb si lega a fattore trascrizionale E2F e gli impedisce di attivare trascrizione di geni necessari a transizione G1àS (es geni per duplicazione DNA, ciclina E e E2F stesso) L’inattivazione trascrizionale è assicurata dal compattamento della cromatina (induce deacetilazione) Presenza di fattori di crescitaà trasduzione del segnaleà complessi CDK-ciclineD (E ed A) fosforilano pRbà distacco da E2Fà attivazione di geni utili a passaggio di fase pRb è gene oncosoppressore, cioè frena la crescita cellulare Se pRb muta e/o non funzionaà neoplasia (retinoblastoma) Presenza di fatttori di crescita àI ondata di espressione genica: risposta immediata precoce (vari fattori trascrizionali es proto-oncogeni c-myc, c-fos; proteine citoscheletro, …) àII ondata di espressione genica:cilcine Dà formazione dei complessi cdkciclina e progressione ciclo Assenza fattorià arresto in G0 Importanza dei segnali interni: integrità del DNA Sensori di danno al DNA innescano cascate di protein-chinasi che bloccano la cellula nella fase in cui si trova impedendole di proseguire e facendo in modo che concentri energie sulla riparazione del danno. •Indirettamente inducono blocco della transizione G2-M (inattivando l’attivatore di CDK1) •Attivano p53 e quindi bloccano fase S o transizione G1-S Il danno al DNA induce il blocco della transizione G2-M perchè inattiva cdc25 (la chinasi che a sua volta attiva CDK1) P53 è un gene oncosoppressore molto studiato (mutazioni a suo carico nel 50% dei tumori umani) È un fattore trascrizionale normalmente presente nella cellula a bassissimi livelli (continua degradazione ubiquitina dipendente) Danno al DNAà aumenta livello di p53: •Alternativa 1: induzione di geni che riparano DNA e bloccano ciclo •Alternativa 2 induzione di geni che portano a morte cellulare (apoptosi) Blocco del ciclo mediato da p53 P53 induce la trascrizione del gene p21 codificante per inibitore CKI di vari complessi CDK-ciclina Sistema di controllo fa si che DNA sia replicato una sola volta a partire da specifiche origini replicative CDK di fase S fosforila proteine complessi pre-replicazione: in questo stato richiamano enzimi replicazione (inizio sintesi) ma non possono legarsi ad altre origini replicative. Restano fosforilate per tutta fase G2 e Mà impossibile nuova replicazione In G1 si defosforilanoà riassemblaggio sulle origini replicative La conoscenza dei meccanismi di controllo del ciclo svela le basi molecolari del tumore • In cellule normali: mitogeni (fattori crescita)à transizione G1àS • In cellule tumorali il punto di restrizione perde funzionalità: cellule cancerose non hanno bisogno di segnali mitogenici esterni per transitare da G1 ad S • In cellule tumorali livelli elevati ed abnormi di cicline D (epressione non più controllata da fattori esterni come di norma) • In cellule tumorali mutazioni su geni tumore-soppressori che normalmente frenano il ciclo (Es. P53, pRb e CKI )