GIORNATA DELLA MEMORIA anno scolastico 2015/2016 IL BAMBINO STELLA E ALTRI RACCONTI 1 27 gennaio, Giorno della memoria Legge n. 211, varata il 20 luglio 2000 Art. 1.1 La Repubblica Italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data di abbattimento dei cancelli di Auschwitz, Giorno della memoria, al fine di ricordare la Shoah (Sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Art. 2.1 In occasione del Giorno della memoria di cui all’art.1, sono organizzate cerimonie, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti o di riflessione, in modo particolare nelle scuole, di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia del nostro paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. 2 C'era un bambino che non sapeva di essere una stella. Poi glielo hanno detto. All'inizio era contento, anzi ne era orgoglioso. Credeva fosse bello essere una stella. TRATTO DA IL BAMBINO STELLA DI Hausfater Rachel Douïeb e Olivier Latyk 3 Ma quella stella aveva troppe punte. Allora il bambino stella iniziò a provare vergogna. E più si vergognava più la stella diventava grande. All'improvviso non si vedeva più il bambino. Si vedeva solo la sua stella. Intorno a lui le altre stelle correvano da tutte le parti e si affannavano… a causa dei cacciatori di stelle che si avvicinavano sempre di più. Un giorno i cacciatori acchiapparono le stelle e le portarono via dentro a dei treni neri. 4 E il bambino vide le grandi stelle-papà e le dolci stelle mamma e tutte le piccole stelline salire nella notte. E spegnersi. Il bambino incrociò le braccia e cercò di soffocare tutta la luce che era dentro di lui. Cercava di non sembrare più una stella. E così non sembrava più neanche un bambino. 5 Rimase nascosto a lungo. Era buio intorno e dentro di lui. Finalmente la notte ebbe fine e il bambino potè uscire. Fuori il tempo era bello. Ma era solo. Le stelle filanti non erano ritornate. 6 Per fortuna delle persone nuove lo circondarono, un po' soli e un po' stelle. Gli insegnarono nuovamente a vivere, alla luce del sole. Oggi sa di essere una stella. E brilla. 7 LE VALIGIE DI AUSCHWITZ “Ad Auschwitz, nella stanza numero 4 del blocco 5, ci sono migliaia di valigie ammassate l’una sull’altra. Una montagna di borse vuote, tutte diverse: vecchie, rotte, strette, larghe, eleganti, di cartone, di pelle… Quando si entra in quella stanza, si resta immobili a guardare le valigie. Su tutte ci sono scritti un nome, un cognome e un indirizzo. Ce ne sono di piccole e di grandi. Ma non è la misura della valigia a raccontare se la speranza che trasportava era grande o piccola. Una speranza è una speranza. Punto. E una valigia è il posto giusto per conservarla. Perché c’è spazio per andare e per tornare. Di solito è così che funziona. Ma non per questa storia, non per quelle valigie...” 8 Dal prologo: … Ho saputo che è esistito un tempo in cui dei bambini venivano costretti a partire con una valigia riempita in fretta, per una destinazione che non conoscevano, e non facevano ritorno a casa. Mai più. Da allora nei miei ricordi ci sono anche questi bambini, le loro storie mi riguardano. Anche se non li ho mai conosciuti. 9 https://youtu.be/trb4X8-_kHE?list=PL-0Mw-zdj1rU_3D5MRQcX3pzmJIL9Ra5c 10