LA DIDATTICA INUTILE Luciana Ventriglia Specializzata in pedagogia clinica. Perfezionamento sul lavoro clinico nelle difficoltà dell’ apprendimento. Formatrice AID TRIANGOLO DIDATTICO LA PERSONA CHE APPRENDE LA PERSONA CHE INSEGNA L’OGGETTO DA APPRENDERE l’attività di trasposizione/negoziazione che mette in relazione le 3 componenti. OSTACOLI ALL’APPRENDIMENTO legati alla persona che apprende: ü ostacoli ontogenetici; ü ostacoli emotivo-motivazionali; ü sistemi di convinzione sui contenuti disciplinari (visione strumentale; visione relazionale) ü concetto di sé come studente ü teorie del successo OSTACOLI ALL’APPRENDIMENTO legati all’oggetto da apprendere: ostacoli epistemologici legati alla complessità formale delle sue strutture. Aggirare il carico cognitivo intrinseco attraverso: ü la segmentazione del compito in elementi più semplici (chunking); ü la sua sequenzializzazione in fasi (sequencing); ü il controllo dello studente sul ritmo di presentazione delle informazioni (pacing). OSTACOLI ALL’APPRENDIMENTO legati alla persona che insegna: hanno origine nella scelta strategica del docente o da un progetto del sistema educativo : Sono relativi : alla trasposizione didattica (cioè quei processi attraverso cui l’insegnante trasforma un sapere accademico in sapere da insegnare) all’ ingegneria didattica (organizzazione delle attività d’aula, ritmo con cui propone i contenuti curricolari, articolazione del gruppo classe). DIDATTICA PER L’APPRENDIMENTO Rimuove gli ostacoli didattici attraverso una adeguata trasposizione tra sapere sapiente e sapere da apprendere TRASPOSIZIONE DIDATTICA ! SAPERI SAPIENTI ! SAPERI DA INSEGNARE ! SAPERI INSEGNATI ! SAPERI APPRESI Universal Design for Learning (UDL) Utilizzare molteplici modalità di presentazione e di rappresentazione, in quanto gli studenti differiscono tra loro in relazione alle modalità di percepire e comprendere le informazioni che vengono loro presentate. Focalizzarsi sullo sviluppo della concettualizzazione, la generalizzazione, il trasferimento di competenze tra campi diversi, per assicurare un vero apprendimento e non una semplice memorizzazione ad uso interrogazione o compito in classe. LIVELLI DI ADATTAMENTO Sostituzione (raggiungere gli stessi obiettivi utilizzando materiali diversi o strumentazione specifica es.: audiolibri, braille) Facilitazione (offrire dei supporti di vario tipo: tecnologici, organizzativi, metodologici) Semplificazione (adattare i contenuti di apprendimento alle possibilità dell’alunno es.: semplificazione dei libri di testo, schede, artefatti…) Scomposizione (scomporre i contenuti di apprendimento in nuclei più semplici, graduare accuratamente la presentazione dei contenuti…) Limitare la lezione espositiva ALBERT CAMUS “ IL PRIMO UOMO” Certo, anche nelle altre classi si insegnavano molte cose, ma un po' come si ingozzano le oche. Si presentava il cibo preconfezionato e si invitavano i ragazzi a inghiottirlo. Nella classe del prof. Bernard, per la prima volta in vita loro, sentivano invece di esistere e di essere oggetto della più alta considerazione: li si giudicava degni di scoprire il mondo. IDEA DI DIDATTICA “Creare e trovare il modo per cui i docenti insegnino meno e i discenti imparino di più; nelle scuole ci siano meno chiacchiere, meno noia e lavori inutili, più tempo libero, più diletto e un profitto più solido” Comenio “Plutôt une tête bien faite qu’une tête bien pleine” (Montaigne) Formare delle persone capaci dI organizzare le loro conoscenze piuttosto che d’immagazzinare un’accumulazione di saperi, anche perché rincorrere questa accumulazione sta diventando un compito semplicemente impossibile. LINEE GUIDA NAZIONALI PER L’ORIENTAMENTO PERMANENTE (MIUR 2014) Didattica orientativa orientante: si realizza nell’ insegnamento/apprendimento disciplinare finalizzato all’acquisizione dei saperi di base, delle abilità cognitive, logiche e metodologiche, ma anche delle abilità trasversali comunicative metacognitive, metaemozionali. LINEE GUIDA NAZIONALI PER L’ORIENTAMENTO PERMANENTE (MIUR 2014) Didattica orientativa orientante: in cui tutte le discipline, mettendo a disposizione conoscenze formali (dichiarative e procedurali), forniscono strumenti e occasioni per individuare le attitudini e potenziare le conoscenze abilità competenze in un apprendimento significativo IMPARARE CON LE DISCIPLINE E NON LE DISCIPLINE ESSENZIALIZZAZIONE DEI CONTENUTI SEMPLIFICAZIONE DEI CONTENUTI RILEVANZA DEI NUCLEI FONDANTI ESSENZIALIZZAZIONE contro il diluvio informazionale. L’ accezione di “sapere” è passata dall'essere in grado di ricordare informazioni, all’essere in grado di trovarle e servirsene. (OCSE PISA 2012) Matisse : Face de femme, 1935 . ATTO DI INDIRIZZO SETTEMBRE 2009 “Contenuti e articolazione delle discipline devono essere ripensati nella prospettiva di portare a una prima familiarità con I “nuclei fondanti” delle discipline stesse e a una solida acquisizione di conoscenze e competenze di base che tutti gli studenti devono possedere e padroneggiare a conclusione del primo ciclo di istruzione. Occorre abbandonare con decisione la strada, talora percorsa, dei programmi pletorici” SONO UTILI LE ATTIVITÀ DI COPIATURA? L’utilità è legata allo scopo per cui si propone l’attività: Se è per “sciogliere la mano”, ci sono modi molto più divertenti. Se è per offrire modelli (di che cosa, di calligrafia?) appare poco efficace. Se è per far memorizzare la stringa di segni che costituisce una parola, la scrittura è costruzione e non memorizzazione. SONO UTILI LE ATTIVITÀ DI COPIATURA? Quindi è un’attività inutile, oltre che noiosissima, se non è fatta per scopi precisi: Es.: Copio l’indirizzo di Silvia perché mi ha invitata. Es.: Copio la lista degli ingredienti per la torta che ci prepara la cuoca, così la mamma me li rifà. (Come scrivono i bambini, Marina Pascucci, Carocci Faber 2006) Le abilità visuo-motorie (copia di parole) mostrano di non avere relazioni significative né con le conoscenze alfabetiche, né con le abilità metafonologiche e anche la loro capacità predittiva del successivo apprendimento della scrittura e lettura risulta piuttosto scarsa. (La conoscenza delle lettere nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia come indice predittivo dell’apprendimento della letto-scrittura, Rivista Dislessia, Erickson, 2012. pag. 223.) SCUOLA DELL’INFANZIA Traguardi per lo sviluppo della competenza Il bambino usa la lingua italiana, arricchisce e precisa il proprio lessico, comprende parole e discorsi, fa ipotesi sui significati. Sa esprimere e comunicare agli altri emozioni, sentimenti, argomentazioni attraverso il linguaggio verbale che utilizza in differenti situazioni comunicative. Sperimenta rime, filastrocche, drammatizzazioni; inventa nuove parole, cerca somiglianze e analogie tra i suoni e i significati. Ascolta e comprende narrazioni, racconta e inventa storie, chiede e offre spiegazioni, usa il linguaggio per progettare attività e per definirne regole. Ragiona sulla lingua, scopre la presenza di lingue diverse, riconosce e sperimenta la pluralità dei linguaggi, si misura con la creatività e la fantasia. Si avvicina alla lingua scritta, esplora e sperimenta prime forme di comunicazione attraverso la scrittura, incontrando anche le tecnologie digitali e i nuovi media. Lo spazio per la lettura e scrittura nella scuola dell’infanzia “La scuola dell’infanzia dovrebbe permettere a tutti i bambini: una sperimentazione libera sui segni della scrittura in un ambiente ricco di scritture diverse, un ascolto della lettura ad alta voce, di vedere gli adulti scrivere, di cercare di leggere, di giocare con il linguaggio per scoprire somiglianze e differenze sonore” (E. Ferreiro) LINEE GUIDA, 2011 “Il linguaggio è il miglior predittore delle difficoltà di lettura, per questo è bene proporre ai bambini esercizi linguistici ovvero “operazioni metafonologiche” sotto forma di giochi”. “Le operazioni metafonologiche richieste per scandire e manipolare le parole a livello sillabico sono accessibili a bambini che non hanno ancora avuto un’istruzione formale ed esplicita del codice scritto.” I NEURONI DELLA LETTURA L’apprendimento esplicito della corrispondenza grafema –fonema è il solo ad offrire al bambino la libertà di leggere. Fin dai primi anni, semplici giochi preparano il bambino alla lettura, sia sul piano fonologico, facendogli manipolare i suoni del linguaggio (rime, sillabe, fonemi), sia su quello visivo, facendogli riconoscere, memorizzare e tracciare la forma delle lettere. PRECONOSCENZE Molte ricerche mostrano come le conoscenze di senso comune, in contrasto con quanto insegnato, sopravvivono nella mente degli studenti nonostante la didattica. Numerose le distorsioni e stereotipi che si mantengono nella visione della realtà di alunni scolarizzati. Necessità di una educazione al comprendere. COMPETENZA INTERROGATIVA In un articolo del 1983 Harald Weinrich lanciava alla scuola una sfida : la invitava a impegnarsi a insegnare a fare domande piuttosto che a dare risposte, a sviluppare competenza interrogativa. Coloro che fanno domande, gli insegnanti, non cercano la conoscenza; coloro he dovrebbero cercare la conoscenza non fanno domande. (Dillon, 2008) COMPETENZA INTERROGATIVA "Sono affezionato all'ipotesi di una scuola tutta domande… Da ragazzo non mi azzardavo nemmeno a dire: "Posso fare una domanda?”... Si parlava solo se interrogati, e l'interrogato eri sempre tu. .... È passato del tempo da allora, ma la scuola seguita a interrogare senza farsi interrogare.... Siamo addestrati ed addestriamo a perdere la capacità di porre "perché”." (D. Starnone, Solo se interrogato, Feltrinelli, 1998). STRATEGIE PER RICORDARE Prof. Vivaldi “Astariti è un primo della classe, è pulito, perfetto. Interrogato si dispone a lato della cattedra, senza libri, senza appunti, senza imbrogli. Ripete la lezione senza pause, tutto quello che mi è uscito di bocca, tutto il fedele rispecchiamento di un anno di lavoro. Alla fine gli metto 8. Astariti è la dimostrazione evidente che la scuola italiana funziona con chi non ne ha bisogno!! (Domenico Starnone “ Ex catedra e Sottobanco”) MAPPE . QUANDO? Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo delle scuole dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione (MIUR, 2012): “Organizzare un semplice discorso orale su un tema affrontato in classe con un breve intervento preparato in precedenza o un’esposizione su un argomento di studio utilizzando una scaletta” MAPPE: QUANDO? Le Indicazioni Nazionali riferendosi ai traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola secondaria di primo grado, danno importanza all’acquisizione di queste competenze: “Espone oralmente all’insegnante e ai compagni argomenti di studio e di ricerca, anche avvalendosi di supporti specifici (schemi, mappe, presentazioni al computer, ecc.)”. FERDINANDO BOSIO NEL 1867 DEFINIVA LA GRAMMATICA “ MATERIA TORMENTATRICE E ASSASSINA!” GRAMMATICA INUTILE La riflessione sulla lingua non fa appello alle curiosità e alle capacità di osservazione e di analisi che tutti i bambini naturalmente possiedono. La grammatica tradizionale si limita ad incasellare i dati linguistici in categorie ("aggettivo") sottocategorie ("aggettivo numerale"), sotto-sottocategorie ("aggettivo numerale ordinale”). La grammatica tradizionale chiede di ripescare nel momento dell’esercitazione meccanica l’etichetta memorizzata GRAMMATICA INUTILE Nei programmi didattici per la scuola primaria del 1955 “Un insegnamento grammaticale che sia fine a se stesso, con regole, definizioni, appositi e artificiosi esercizi di analisi, e assolutamente da bandire in questo ciclo di ancora episodiche scoperte e acquisizioni. Anche in questo campo occorre procedere con naturalezza, avviando nei primi due anni del ciclo al concreto e pratico riconoscimento delle parti del discorso e delle loro flessioni o funzioni, ma fissando in modo più particolare l'attenzione sulla flessione dei verbi nell'ultimo anno del ciclo. Tali esperienze devono sempre scaturire dal vivo della lingua”. INDICAZIONI NAZIONALI 2012 La riflessione sulla lingua, se condotta in modo induttivo e senza un’introduzione troppo precoce della terminologia specifica, contribuisce a una maggiore duttilità nel capire i testi e riflettere e discutere sulle proprie produzioni(.). Il ruolo probabilmente più significativo della riflessione sulla lingua è quello metacognitivo: la riflessione concorre infatti a sviluppare le capacità di categorizzare, di connettere, di analizzare, di indurre e dedurre, utilizzando di fatto un metodo scientifico.” INDICAZIONI NAZIONALI PER I LICEI 2010 Nel primo biennio, lo studente colma eventuali lacune e consolida e approfondisce le capacità linguistiche orali e scritte, mediante attività che promuovano un uso linguistico efficace e corretto, affiancate da una riflessione sulla lingua orientata ai dinamismi di coesione morfosintattica e coerenza logico-argomentativa del discorso, senza indulgere in minuziose tassonomie e riducendo gli aspetti nomenclatori IL CARNEVALE DEI COMPLEMENTI L’analisi logica è un carnevale di complementi senza gerarchia, una folla di nomi che si accavallano mescolando argomenti ( Prandi 2006) GRAMMATICA INUTILE Una prova di competenza grammaticale all’Università documenta la confusione dei giovani su categorie come il pronome, avverbio, verbo transitivo. Necessità di uno spostamento: dalla grammatica tradizionale alla grammatica in cui le conoscenze producano padronanza linguistica. Eliminare la mole di conoscenze inerti e passive, costruire conoscenze. Sollecitare processi mentali costruttivi: osservazione, confronto, ordinamento, inclusione, categorizzazione. Una volta innestato il meccanismo di scoperta i bambini si fanno produttori attivi di osservazioni sulla lingua (M. Lo Duca) GRAMMATICA Fare grammatica a scuola significa attuare percorsi di scoperta grammaticale su cui indirizzare i bambini, perché possano ritrovare quella conoscenza linguistica immagazzinata e già in loro possesso. Conoscenza implicita che permette loro di comunicare in modo efficace, ma che sfugge a qualsiasi consapevolezza o possibilità di controllo. USO DELLA CALCOLATRICE L’uso consapevole e motivato di calcolatrici e del computer deve essere incoraggiato opportunamente fin dai primi anni della scuola primaria, ad esempio per verificare la correttezza di calcoli mentali e scritti e per esplorare il mondo dei numeri e delle forme.” Indicazioni Nazionali 2012 Commento ai risultati delle prove Invalsi svolte in seconda superiore nell’anno 2011: Dall’analisi delle risposte sembra emergere che le attività di calcolo siano viste dagli studenti in larga misura come semplice manipolazione simbolica fine a se stessa; tale manipolazione, non solo sembra essere condotta a livello puramente sintattico, ma addirittura sembra inibire qualunque capacità di controllo semantico. [...] Il calcolo simbolico, quindi, lungi dal generalizzare le proprietà dei numeri, sembra essere visto, paradossalmente, come un campo di esperienza sintattica recintato e non comunicante con gli oggetti numerici. In altri termini non sembra che gli studenti siano in grado di usare l’algebra come strumento di pensiero. M. Impedovo, A. Orlandoni, D. Paola, Quaderni SNV N 1 MAT a.s. 2010 2011 – Guida sintetica alla lettura della prova di Matematica – Classe seconda – Scuola secondaria di secondo grado, p. 3 CONTROLLO SEMANTICO “Un bus dell’esercito trasporta 36 soldati. Se 1128 soldati devono essere trasportati in bus al campo d’addestramento. Quanti bus devono essere usati?”. Alan Schoenfled (1987) ERRORE SEMANTICO E NON DI CALCOLO ( clausole nocive del contratto didattico) La prova è stata fatta a vari livelli scolastici lasciando libertà agli studenti di usare o no la calcolatrice. Molte risposte sono state del tipo: 31,333333 ; 31; 31,3. Il controllo semantico porta qualcuno a scrivere 31 (gli autobus «non si possono spezzare»), ma ben pochi si sentono autorizzati a scrivere 32. Tra chi usa la macchina calcolatrice, poi, si ha lo 0% di risposte “32”. ( B. D’Amore) CLAUSOLA DI DELEGA FORMALE Questo comportamento è legato alla “clausola di delega formale”; lo studente legge il testo, decide l’operazione da fare ed i numeri con i quali deve operare; a quel punto scatta la clausola di delega formale: non spetta più allo studente ragionare e controllare la congruenza del risultato con i dati della situazione problematica. Ci vuole passione ! Passione che accompagna sempre chi vuole muoversi per tracciare nuovi percorsi. Ci vuole passione per cambiare la propria didattica, ridisegnarla per dare a ogni studente l’opportunità di riuscire!!