COME NACQUERO IL SOLE, LA LUNA E LE STELLE Zeus era giù di morale, perché Era aveva saputo dell'ennesima scappatella del marito e se ne era andata. Così era rimasto da solo sull'Olimpo. Ad un certo punto gli venne un lampo di genio: “Se creassi un corpo celeste che potesse illuminare il giorno per permettere agli uomini di lavorare e ricoprire di tenebre la notte per consentire loro di riposare?” Orgoglioso della sua idea, creò Luna. Questa di notte si raffreddava per fare il buio, mentre di giorno avrebbe dovuto riscaldarsi e illuminare la Terra. Però Luna aveva un piccolo difetto: era un po' birichina e faceva solo il buio... E poi si sentiva molto sola. Zeus si arrabbiò, ma dopo capì il suo problema e creò un altro astro in modo che, alternandosi, lei avrebbe potuto portare le tenebre come le piaceva mentre lui avrebbe portato la luce del giorno. Zeus decise di chiamarlo Sole. La Luna ringraziò tantissimo Zeus e lui fu assai felice e orgoglioso di quello che aveva fatto. Luna si presentò a Sole: “Ciao! Io sono Luna e farò il buio di notte” “Ciao, io sono Sole e illuminerò il giorno” rispose lui. Dopo un anno si fidanzarono e concepirono delle figlie, che chiamarono “Stelle”. Le prime abitavano con la loro mamma, Luna, mentre le altre con il loro papà, Sole. Quelle che abitavano con Luna dormivano sempre e rimanevano ferme in cielo, mentre quelle che abitavano con Sole giocavano di continuo, correvano di qua e di là ed erano molto attive...ma tutto ciò di notte, per non disturbare nessuno. Queste ultime furono soprannominate “Stelle cadenti”. Ecco come sono nati il Sole, la Luna e le stelle... DAL CIELO…AL MARE Tanto tempo fa, in un lontano passato, Luna, dea delle stelle e della notte, si divertiva con le sue piccole figlie, le stelle. Tutte erano chiare e luminose, tranne una. Questa, non essendo uguale a sua madre e alle altre, rimaneva sempre da sola: la dea, priva di attenzioni per lei, la escludeva sempre e lo stesso facevano le sorelle. La piccola, affranta, pensò che quello non fosse il suo posto e così decise di andarsene. Abbassando lo sguardo sconsolata, vide qualcosa di familiare... “Non credo ai miei occhi!!! Quello sembra proprio il mio amato cielo! Quanto vorrei essere laggiù!”. Quelle furono le sue ultime parole pronunciate dal cielo. Poi si tuffò. Arrivata nel mare, un po’ timorosa si guardò attorno e vide tante creature diverse: una con molte braccia, un’enorme testa e l’aria simpatica, una pallina con molti aghi dagli occhi gentili che si gonfiava, un bellissimo animale grigio-azzurro che si divertiva a saltellare allegramente in superficie. La stella, sorpresa da queste creature meravigliose, rimase lì ad ammirarle estasiata. Poco dopo la dea si accorse che una delle sue piccole figlie mancava. Presa dal panico si mise a cercarla: “Dove si trova quella piccola fuggitiva?! Voglio proprio darle una severa punizione!!” Proprio in quell’istante arrivò di corsa Mercurio che aveva appena visto la stella ed esclamò: “L’ho trovata, l’ho trovata! Si trova proprio sotto di noi, nei fondali marini... Sembra felice...”. La dea, infuriata, mandò una maledizione contro di essa: “Come puoi tradirmi così? Tu sei felice senza di me? Allora rimarrai lì per sempre!”. Dopo quelle parole, la piccola non poté più salire in cielo e, trascorso un po' di tempo, iniziò a sentirsi sola in quell’enorme distesa di acqua. La stella era triste poiché nel mare non aveva nessun amico o conoscente. Nettuno, Dio dei mari, aveva seguito con interesse la storia della stellina e decise di premiarla per il suo coraggio: creò ogni anno tante creature marine simili a lei che le facessero compagnia. Ecco come nacquero le stelle marine. LA FURIA DI POSEIDONE Un giorno Ares, il Dio della guerra, scatenò una lite tra gli uomini per far professare la religione degli Dei dell'Olimpo e debellare la religione ebraica. Questo litigio si trasformò in una guerra vera e propria che si protrasse per anni. I combattenti diminuivano sempre più: alcuni perdevano la vita in guerra, qualcuno invece si ritirava per non rischiare la vita. Zeus, stanco di sentire le urla degli uomini e di vederli morire, chiamò Ermes ordinandogli: "Porta a tutti gli Dei il messaggio che Ares ha scatenato una guerra interminabile. Dobbiamo trovare una soluzione!"Il messaggio giunse a tutti ma quando arrivò a Poseidone, sensibile e amante della pace, questi, nell'apprendere la brutta notizia, si mise ad urlare e a battere i piedi facendo tremare la terra. Questo fatto distrusse i villaggi di entrambe le tribù. Invece di continuare a combattere, gli uomini si allearono per ricostruire ciò che era stato distrutto creando di nuovo un mondo di pace. Zeus, riconoscente, ringraziò Poseidone per la sua furia che fece calmare le acque tra le tribù ostili e gli diede come premio il titolo di Dio dei Terremoti. Da allora, quando Poseidone viene a conoscenza di notizie spiacevoli, battendo i piedi e urlando origina il terremoto. IL FUOCO E LA SAETTA DI ZEUS Gli abitanti di un villaggio in una lontana foresta scandinava avevano freddo e non sapevano come scaldarsi perché Apollo, proprio in inverno, aveva deciso di andare in vacanza con i suoi fratelli. Efesto ed Estia, venuti a conoscenza della situazione, decisero di chiamare un Titano: "Scopri come quegli uomini stanno risolvendo il problema." gli ordinarono. Questo, ubbidiente, si incamminò verso il villaggio passando da un bosco. Zeus, appresa la notizia, si arrabbiò perché Efesto ed Estia non gli avevano chiesto il permesso di aiutare quelle persone in difficoltà. Così lanciò una delle sue saette. Il Titano la schivò e quella colpì un albero vicino che si incendiò. Avvicinandosi, si accorse che le fiamme emanavano molto calore. Prese un tizzone ardente e lo donò agli abitanti che, con esso, avrebbero potuto scaldarsi per il resto degli anni. Da quel momento Efesto utilizzò il fuoco per fabbricare le armi. Estia diventò protettrice del focolare. I SETTE FIGLI DI GIUNONE Sul monte Olimpo, insieme a tutte le divinità, vivevano Giunone e Giove, il re e la regina degli Dei. Giove tradiva di continuo Giunone innamorandosi di tutte le altre donne. Un giorno, Giunone scoprì l’ennesimo tradimento e decise di vendicarsi ripagando il consorte con la stessa moneta. Furibonda, scese sulla Terra e sposò il primo uomo che incontrò. Con lui concepì sette figli: Red, Yellow, Orange, Green, Light Blue, Blue e Purple. Giove, quando scoprì tutto, pieno d’ira lanciò una saetta uccidendo l’uomo rivale. L’intento di Giove era quello di riconquistare Giunone. Lei non voleva però tornare con lui. Giove, insoddisfatto, uccise anche i sette figli di Giunone. Questa, per il dolore, non smetteva di piangere e disperarsi. Pentito, il re degli Dei, decise di farle un regalo: trasformò i sette fanciulli in scie colorate che attraversavano il cielo. Giunone fu molto felice di ricevere questo regalo e perdonò il marito, che le promise di esserle fedele per sempre. L'ORIGINE DEL SOLE E DEL MARE In un tempo lontanissimo, la superficie della Terra era costituita da un vastissimo territorio. Gli uomini lo coltivavano ma non dava molti frutti per via della mancanza del calore. Zeus incaricò Apollo, dio della coltura, di creare una fonte di energia per aiutare in qualche modo gli uomini. Così, ispirandosi al pianeta Terra, il dio creò un'enorme palla, poi si diresse da Efesto: “Caro Efesto, mi servirebbe un’enorme quantità di fuoco per aiutare l’uomo”. “Sarò molto contento di darti una mano” rispose quello. Dopodiché i due si misero al lavoro e con tutta la loro forza crearono il Sole: così lo chiamarono. Gelidus, dio del gelo, ritornato da un viaggio con Ade , vide il Sole e infastidito dalla troppa luce e dall’eccessivo calore creò un immenso ghiacciaio per far diminuire la temperatura . L’indomani Apollo, accortosi del grande freddo, scrutò il paesaggio e vide questo enorme ghiacciaio. Il dio del sole si diresse infine da Zeus dicendogli: “Buongiorno, onorevole Zeus! Gelidus continua a darmi fastidio con il suo freddo, perché geloso del mio calore; mi potrebbe aiutare?”. “Sì, ti aiuterò, si merita proprio una bella lezione !” annuì Zeus . Così le due divinità andarono dal dio dispettoso. “Sei tu che dai fastidio ad Apollo?” “No, mio signore!” “Apollo mi ha detto che sei tu...Per risolvere la questione ho deciso di farvi disputare una gara. Consisterà nello scalare una vetta, chi arriverà per primo potrà fare quello che vuole del ghiacciaio”. Fu vinta da Gelidus , che decise di far restare intatto il ghiacciaio . Poco dopo, Zeus, ripensando alla gara, si accorse che il dio geloso aveva barato usando i suoi poteri. Allora il re degli dei andò a chiamare Apollo, lo informò dell’accaduto e lo nominò vincitore. Il dio si recò davanti al ghiacciaio e senza esitare lo sciolse. Tutte le sue acque si dispersero creando il mare.