Serial killer: uccide 3 o più vittime in luoghi diversi e con un periodo di intervallo emotivo fra un omicidio e l’altro; in ciascun evento delittuoso, il soggetto può uccidere più di una vittima, colpire a caso oppure scegliere accuratamente la vittima stessa. Spesso ritiene di essere invincibile e che non verrà mai catturato. Mass murder: uccide tre o più persone, in un unico luogo o scena del crimine. L’omicidio seriale si differenzia dall’omicidio di massa classico perché quest’ultimo rappresenta un suicidio allargato, dove al termine dell’atto l’assassino si uccide perché ritiene di aver concluso l’espletamento della sua funzione di rivendicazione verso la società Spree killer: uccide tre o più persone in luoghi diversi in uno spazio di tempo molto breve. Egger: -ci sono almeno tre omicidi -non ci sono relazioni tra omicida e vittima -gli omicidi sono spesso commessi in luoghi e tempi diversi e non hanno connessione diretta con quelli precedenti e successivi -gli omicidi non sono commessi per ottenere un guadagno materiale, ma sono atti compulsivi -ogni vittima presenta caratteristiche in comune con quelle che l’hanno preceduta e con quelle che la seguiranno Lane: -gli omicidi seriali sono ripetuti a intervalli brevi oppure lunghi -con la contemporaneità, la mobilità dei serial killer è aumentata notevolmente -di solito si nota una violenza gratuita, un accanimento non comune sul cadavere Dietz e Rappaport: -assassini compulsivi nell’atto di compiere un crimine -esecutori di operazioni criminali organizzate -avvelenatori e asfissiatori di persone in -custodia -psicotici -sadici sessuali Richard Burgess e Douglas: -assassino seriale organizzato -assassino seriale disorganizzato Newton: -assassino seriale territoriale -assassino seriale nomadico -assassino seriale stazionario Colin Wilson e le teorie sull’omicidio seriale 1) teoria dei bisogni progressivi (A. Maslow) - XVIII secolo: omicidio a scopo di sopravvivenza - XIX secolo: omicidio per la salvaguardia della sicurezza familiare - fine del XIX secolo: omicidio sessuale - XX secolo: omicidio volto alla soddisfazione dell’autostima 2) sindrome della volontà di potenza 3) sindrome di Dottor Jekyll e Mister Hyde 4) teoria della sovrappopolazione e del 5% dominante 5) sindrome dell’Imperatore romano (risultato della abitudinarietà contemporanea) 6) teoria dell’uomo violento o dell’uomo che ha sempre ragione Un po’ di storia… -260 a. C., Consolati di Valerio Flacco e Marcello (avvelenamento) -Lucusta e Agrippina la Giovane -Tiberio (14 – 37 d. C., omosessuale e pedofilo, dopo aver soddisfatto le sue voglie gettava in mare da una rupe i giovanetti serviti allo scopo + uccisioni) e Caligola (torture e uccisioni capitali) -Zu Shenatir (Yemen, attirava minori a casa propria per sodomizzarli, ucciderli e gettarli da una finestra dai piani superiori) -Hasan Bin Sabbah (1090, ordine degli assassini a fine politico) -Thugs (XII secolo, India, banditi colpevoli di furti, omicidi, mutilazioni) -XV secolo nasce in Europa l’omicidio seriale di natura sessuale - Gilles De Rais - Vlad Tepes, l’impalatore - Erzsebet Bathory - Jack Lo Squartatore Zodiac killer, 1966, 5 vittime; calibro .22 e .9, in un caso accoltellamento Il momento del filmato: «Zodiac» http://www.youtube.com/watch?v=_89NIAyeDCA Richard Leonard Kuklinski 1935 – 2006 Numero di vittime: tra 100 e 250 Modus operandi: veleno, mani nude, armi Il momento del filmato: «Richard Leonard Kuklinski» I fattori che generano il comportamento omicidiario seriale Il modello SIR di De Luca Campione: 2230 serial killer Il fattore socio – ambientale Il fattore comprende tutte le componenti socio – ambientali che possono influenzare il comportamento di un assassino seriale. -ambiente familiare di provenienza -livello di inserimento nel tessuto sociale -eventi predisponenti, facilitanti e scatenanti -influenze subculturali -ricompense e punizioni mediate dall’ambiente Il fattore individuale Il fattore comprende tutte le componenti soggettive della personalità dell’assassino seriale. -tratti psicologici e psicopatologici -sessualità -vita immaginativa -bisogni soggettivi -capacità di elaborazione dei drammi Il fattore relazionale Il fattore rappresenta una misura del grado di scambio esistente tra individuo e ambiente. Comunicazione dell’individuo con se stesso Comunicazione individuo – famiglia d’origine Comunicazione individuo – partner sessuale Comunicazione individuo – società Modalità di apprendimento della violenza Omicidio Omicidio Omicidio Omicidio Omicidio Omicidio Omicidio Omicidio Omicidio Omicidio seriale seriale seriale seriale seriale seriale seriale seriale seriale seriale per guadagno personale situazionale motivato da erotomania provocato da un conflitto per vendetta simbolica come movente irrazionale motivato da estremismo per eutanasia sessuale a movente misto Le fasi dell’omicidio seriale, Joel Norris Fase aurorale- Fase di puntamento- Fase di seduzione Fase di cattura- Fase dell’omicidio- Fase totemica Fase depressiva XXXXXXXXXXXXXXXXXXX L’omicidio seriale nel mondo- Statistiche internazionali De Luca- 2228 casi analizzati- anno 2001 La maggior parte degli assassini seriali sono di sesso maschile. Il serial killer predilige il contatto fisico, e soprattutto quello maschile ha bisogno di toccare la vittima per amplificare il piacere e la sensazione di potere. La maggioranza degli assassini seriali uccide individualmente. I serial killer in Italia Le origini: Il Mostro di Firenze Il silenzio degli innocenti Il momento del filmato: «Il silenzio degli innocenti» http://www.youtube.com/watch?v=4vNGPXphCAo Il profilo del serial killer italiano è nato al nord proviene da una famiglia povera di affetti proviene da una famiglia con disturbi mentali è stato abbandonato in orfanotrofio prima di iniziare gli omicidi è già stato in galera ha avuto un trauma psicofisico prima dell’inizio degli omicidi inizia ad uccidere intorno ai 30 anni e termina le uccisioni intorno ai 34 anni è scarsamente inserito socialmente ha pochi rapporti interpersonali è disoccupato oppure ha un lavoro non qualificato soffre di disturbi psichici spesso colleziona coltelli e armi compie gli omicidi al nord compie un aggressione diretta uccide prevalentemente in casa della vittima o in casa propria uccide prevalentemente in modo organizzato dopo il delitto può mettere in atto comportamenti necromaniaci sottrae alla vittima gli oggetti personali prima di lasciarla sul luogo del delitto non oppone resistenza e sconfessa i delitti al processo non si pente se ottiene la libertà riprende ad uccidere Il profilo della vittima ha in media 39 anni è in genere un maschio se è donna, spesso è una prostituta può conoscere o non conoscere l’assassino è spesso uccisa per motivi sessuali In Italia è l’UACV (Unità Analisi Crimini Violenti), settore della polizia scientifica, a studiare gli omicidi seriali. Nata nel 1995, ha sede a Roma. Il personale è formato da investigatori delle squadre mobili e della criminal pol, funzionari medico – legali, psicologi del comportamento criminale ed esperti di vario tipo, addestrati anche con il supporto dell’ FBI, e specializzati in delitti seriali, omicidi efferati, a sfondo sessuale o senza apparente motivo e rapine in ambiente video controllato. La donna serial killer Le donne serial killer sono un numero compreso tra il 5% e il 10% degli assassini seriali. In America le serial killers femmine rappresentano circa l’ 8% dei criminali ma le criminali donne americane rappresentano il 75% di tutte le serial killers del mondo. Motivazioni: Industrializzazione Emancipazione Il tempo medio di durata di un caso di omicidio seriale commesso da una donna è di otto anni, il doppio di quello maschile. Criminal profiling Arma preferita: veleno (arsenico), soffocamento e iniezione letale (contesto ospedaliero) Solitamente non vi è overkilling Difficilmente conservano parti del cadavere delle loro vittime come trofei. Vi è un legame tra assassina e vittima, il 45% sceglie membri della propria famiglia, il 26% sceglie amici o conoscenti, il 10% uccide pazienti o persone di cui deve prendersi cura, l’ 11% uccide totali sconosciuti. Sono prevalentemente stazionarie Sono persone apparentemente normali, spesso sposate e con un’attività lavorativa Crescono in famiglie multiproblematiche e quasi tutte hanno subito una qualche forma di abuso durante l’infanzia In molte di loro si sviluppa una sessualità precoce e intensa, accompagnata a una personalità aggressiva, violenta e bisognosa di dominare gli altri. Molte di loro si sentono brutte, non desiderate, sovrappeso e questo fa diminuire la loro autostima La vedova nera E’ la più attenta e metodica delle assassine e i motivi degli omicidi possono essere diversi, ma spesso c’è un interesse economico. Inizia a uccidere in età matura, è molto intelligente, manipolativa, estremamente organizzata e paziente. Gli omicidi sono perpetrati, di solito, in un periodo di tempo molto lungo, ed è difficile che venga sospettata. Inizia la sua carriera criminale dopo i 25 anni uccidendo mariti, partner, familiari, ma anche persone con le quali ha sviluppato un rapporto di conoscenza diretta. Di solito colpisce per almeno 10-15 anni prima di essere identificata, con un numero di vittime che oscilla da 6 a 8. L’arma preferita è il veleno, che viene utilizzato con accortezza, in modo da indurre sintomi che possono essere ricondotti a malattie diagnosticabili. Il successo conduce l’assassina a impossessarsi dei beni della vittima, oppure a incassare i premi assicurativi previsti. L’ angelo della morte Inizia a uccidere solitamente poco dopo i 20anni, in luoghi dove la morte costituisce un evento naturale: ospedali, cliniche, case di riposo. Qui l’omicidio può essere facilmente occultato, e l’assassino può sperimentare il potere di decidere a chi concedere la vita o dare la morte. Anche il mezzo per colpire è a portata di mano: è sufficiente aggiungere un farmaco in terapia, raddoppiarne la dose, interrompere il flusso di ossigeno. Una sciagurata inclinazione a vantarsi della propria onnipotenza conduce gli angeli della morte a una «breve carriera 1 o 2 anni, con un numero medio di vittime intorno a 8; l’identificazione appare più difficile nel caso di assassine mobili, capaci cioè di licenziarsi per essere poi riassunte in altre strutture sanitarie. La « Predatrice Sessuale » E’ il tipo più raro di assassina seriale, agisce quasi sempre da sola e sceglie le proprie vittime in base al sesso. Il movente principale di questi omicidi è di natura sessuale. Probabilmente, col passare degli anni, questa tipologia di assassine seriali è destinata ad aumentare e ci sarà un progressivo avvicinamento delle modalità femminili a quelle maschili. La « Vendicatrice » Sono affascinate da una sorta di ossessiva attrazione per le qualità più oscure della vendetta, e uccidono senza alcun periodo di raffreddamento emozionale fra un delitto e il successivo. Negli studi epidemiologici questo genere di serial killer inizia la propria carriera criminale a un’età di circa 22 anni e colpisce sia membri della propria famiglia sia soggetti identificati simbolicamente con un contesto che l’ha danneggiata, maltrattata o umiliata. 3 o 4 sono le vittime, in un periodo di due anni, sebbene in alcuni casi ne trascorrano anche cinque prima dell’identificazione e della cattura. Benché le vendicatrici siano sufficientemente capaci di controllare le emozioni per condurre in porto con successo i propri criminali propositi, talvolta si rivelano poco accorte e incapaci di un’accurata pianificazione. Possono mostrare rimorso per i loro crimini, in un tentativo di compensazione per l’intensità della loro ostilità. L’ assassina per profitto Questa assassina uccide sistematicamente vittime durante la commissione di altre attività criminali oppure per un guadagno economico, agisce da sola e non è assimilabile alla “vedova nera”. Le due caratteristiche che la differenziano da questa sono: 1) deve chiaramente uccidere per un guadagno economico; 2) deve concentrare l’energia distruttiva su vittime estranee alla sua famiglia. E un’assassina molto organizzata, piena di risorse e attenta, quindi molto difficile da scoprire e catturare, e, come la « vedova nera », è molto brava a pianificare tutti i dettagli. L’Assassina Psicotica Soffre di una psicosi e uccide in risposta a un delirio interiore accompagnato da allucinazioni. Gli omicidi sono commessi in modo casuale, senza un movente chiaro e univoco e in presenza di effettivi disturbi psicologici nell’assassina