Biol. Mar. Medit. (2003), 10 (2): 701-705 A. Gentile, S. Riggio Dipartimento di Biologia Animale, Via Archirafi, 18 - 90123 Palermo, Italia. SVILUPPO DI UN DATABASE G.I.S. COME STRUMENTO DI GESTIONE IN UN PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DELLA FASCIA COSTIERA THE USE OF A G.I.S. DATABASE AS A MANAGEMENT TOOL FOR THE MONITORING CONTROL OF THE COASTAL ZONE Abstract An advanced GIS database has been designed, addressed to the sustainable development and non-destructive use of the natural resources. This database is founded on a thorough inventory of the flora and fauna present in the area examined, and incorporates the evaluation of the ecological meaning of the organisms and their biotic associations. The outcome is tested through an assessment of the stability of the dominant communities. A preliminary test implemented in N/W Sicily is reported and discussed to illustrate the method and its outcome. Key-words: GIS, coastal management, bionomic cartography, Posidonia oceanica, Sicily. Introduzione La gestione della fascia costiera comporta la disponibilità di una base di dati sul territorio e sulle risorse naturali integrate da reti informatiche capaci di correlare blocchi di informazioni provenienti da fonti diverse. Nello studio prodotto i dati provenienti da lavori di cartografia bionomica sono stati confrontati con le informazioni fornite da alcuni bioindicatori significativi rilevati in situ (Barone et al., 1985). E’ stata elaborata una banca dati GIS, indirizzato alla realizzazione di un programma di monitoraggio e controllo dei parametri biotici (AA.VV. 1994; Barlett, 1994; 2000; De Mers, 1997). Fra i descrittori più idonei sono stati scelti: a) la prateria di Posidonia oceanica; b) la malacofauna associata alla prateria di P. oceanica; c) la malacofauna associata alle biocenosi ad alghe fotofile; d) le piattaforme litoranee a vermetidi. La scelta degli indicatori è basata su esperienze precedenti condotte negli stessi ambienti e che hanno giustificato proposte di gestione conservativa della fascia sommersa (Chemello et al., 1997; Pandolfo et al., 1992; Toccaceli e Alessi, 1989). Materiali e metodi L’area dell’indagine è la Baia di Carini (Sicilia nord occidentale), caratterizzata da una marcata eutrofizzazione, soprattutto nel settore ovest. L’eutrofizzazione costiera è massima nel periodo estivo e si attenua con il procedere delle stagioni, con un minimo nel periodo invernale (Riggio et al., 1995a, 1995b). L’indagine cartografica (fino alla batimetrica di circa –50 metri) si è servita del rilevamento acustico del fondale effettuato con Side Scan Sonar (EG&G) a doppia frequenza (100 e 500 KHz). Il posizionamento è stato garantito da un sistema di radiolocalizzazione statellitare differenziale DGPS (TRIMBLE 4000SE) composto da una stazione GPS di riferimento posta a terra ed una stazione GPS di misura posta nell’imbarcazione da ricerca. L’analisi bionomica è stata compiuta in immersione con ARA ed ha comportato A. Gentile, S. Riggio 702 l’analisi in situ ed il rilevamento mirato su campioni animali e vegetali considerati come importanti descrittori ambientali (Gili e Ros, 1985) alle profondità di –1, –3, –5, –10 e –15 metri, lungo transetti costa-largo. In ogni stazione sono stati prelevati fasci di P. oceanica dei quali sono stati contati le densità foliare e la percentuale di ricoprimento (Giraud, 1979); i molluschi sono stati campionati con retino a mano (Russo et al., 1984). I dati ottenuti dalle indagini condotte in campo sono stati riportati in un GIS. L’archiviazione dei dati raccolti all’interno del GIS è avvenuta secondo le seguenti modalità: a) una archiviazione in formato raster (mediante il software IDRISI) del fotomosaico Side Scan Sonar (Fig. 1) del fondale studiato; b) una archiviazione in formato vettoriale (mediante il software ATLAS GIS) dei poligoni descriventi le diverse mofologie riscontrate dall’analisi dei dati acustici; c) una archiviazione delle diverse informazioni ambientali ottenute dalle immersioni dirette di subacquei in apposite tabelle (in ambiente Microsoft ACCESS). Il database GIS riporta, oltre le caratteristiche geografiche della zona interessata dalle indagini, anche diverse caratteristiche ambientali. Fig. 1 – Carta del fotomosaico Side Scan Sonar. chart of SideSide Scan Sonar. Fig. 1 – CartaPhotomosaic del fotomosaico Scan Sonar. Photomosaic chart of Side Scan Sonar. Isola delle Femmine N Risultati 42°30’ N Gli aspetti salienti dell’area in esame sono stati esposti tematiche fra le Puntain del carte Passaggio quali vanno segnalate: a) carta delle biocenosi bentoniche; b) carta della distribuzione della P. oceanica; c) carta del fotomosaico elaborata con il Side Scan Sonar; d) carta della sensibilità ambientale; e) carta dell’uso del territorio. La mappa delle biocenosi bentoniche (Fig. 2) ottenuta dall’elaborazione dei dati prodotti dal Side Scan Sonar ed interpolati con i rilevamenti diretti individua 12 categorie bionomiche Torre Muzza comprese fra la batimetrica dei –5 m e i –50 m, ripartite come segue: 5 categorie rientrano nella prateria di P. oceanica (macchie sparse P. oceanica su 42°27’ N Sviluppo di un sistema GIS in un piano di gestione della fascia costiera 703 sabbia, P. oceanica su sabbia, su roccia e matte, su matte con ampi solchi e con matte sparsa su sabbia); 2 corrispondono alla Cymodocea nodosa (fitta su sabbia e turf; rada su sabbia); 4 rientrano nelle biocenosi delle sabbie di fondo (ripartite in sabbie fini e molto fini, sabbie grossolane bioclastiche, melange di sabbie fini e grossolane, sabbie fini con affioramenti rocciosi e coralligeno); 1 corrispondente al mosaico di matte morta e sabbia. Le alghe fotofile caratterizzano l’infralitorale superiore dell’isola di Fuori (Isola delle Femmine) e di Punta del Passaggio ad est, di Torre Muzza ad ovest ed un tratto centrale della Baia, e si estendono dalla linea di costa fino alle profondità di –5/–10 metri. Fig. 1 – Carta del fotomosaico Side Scan Sonar. Photomosaic chart of Side Scan Sonar. Isola delle Femmine N Punta del Passaggio 42°30’ N Torre Muzza 42°27’ N Legenda 34°00’ E 34°60’ E Macchie sparse di P. oceanica su sabbia P. oceanica su matte e matte morta sparsa su sabbia Melange di sabbie fini e grossolane P. oceanica su sabbia Mosaico di matte morta e sabbia Sabbie fini e molto fini P. oceanica su matte con ampi solchi ricoperti di sabbia C. nodosa rada su sabbia Sabbie grossolane bioclastiche P. oceanica su matte e roccia C. nodosa fitta su sabbia e turf Sabbie fini con affioramenti rocciosi e coralligeno Fig. 2 – Carta delle biocenosi bentoniche dell’area marina costiera della Baia di Carini. Bionomic chart of marine coastal zone of Carini Bay. Fig. 2 – Carta delle biocenosi bentoniche dell’area marina costiera della Baia di Carini. Bionomic chart of marine coastal zone of Carini Bay. La P. oceanica prevale essenzialmente sul versante occidentale, dove si impianta su un substrato misto matte/sabbia con una marcata un’estensione (circa 3.79 Km2). All’interno della prateria sono presenti numerosi punti di erosione dovuti agli ancoraggi; l’erosione si accentua presso la costa. Nella parte centrale della Baia la P. oceanica si impianta essenzialmente su roccia sviluppando anche qui una estesa prateria (1.87 Km2). Al largo si estende una vasta zona di matte morta, la cui estensione indica una regressione naturale che dal largo si spinge fin sotto la costa. Nel versante orientale due grossi canali isolano una piccola prateria di P. oceanica impiantata su matte (0.14 Km2) fortemente erosa. La densità media del posidonieto oscilla tra i 298 fasci/m2 (–15 m) ed i 332 fasci/m2 (–1 m), caratteristici di una prateria rada o molto rada (Giraud, 1979), 704 A. Gentile, S. Riggio mentre il coefficiente “A” (di erosione degli apici fogliari) oscilla tra il 50% (–1 m) ed il 20.5% (–15 m). La Cymodocea nodosa colonizza il settore orientale lungo due cinture caratterizzate da un substrato misto sabbia/turf sotto costa (0.88 Km2) e di sola sabbia per quella estesa verso il largo (0.84 Km2). Una cintura a C. nodosa si impianta su matte morta intorno ai –10 m lungo tutto il versante occidentale (0.84 Km2) ed indica un processo di erosione della P. oceanica presso la costa, sostituita dalla C. nodosa, più tollerante alle variazioni ambientali ed agli impatti di origine antropica. Le indicazioni bionomiche fornite dalla malacofauna sono riassumibili nei seguenti dati inseriti nel database GIS: 90 specie associate al posidonieto, ripartite in 85 Gasteropodi (97%), un Poliplacoforo e 4 Bivalvi. La componente a molluschi associata alle alghe fotofile è invece presente con 118 specie tra Poliplacofori (7.6%), Gasteropodi (76.3%) e Bivalvi (16.1%). Estrapolando Dendropoma petraeum che costituisce il concrezionamento, il popolamento a molluschi presente nel trottoir a vermeti conta 83 specie ripartite in 6 Poliplacofori (7.2%), 60 Gasteropodi (78.3%) e 13 Bivalvi (14.5%). Conclusioni L’elaborazione dei dati bionomici della Baia di Carini rivela un quadro ambientale di particolare sofferenza a causa della somma di interventi antropici rovinosi; questo è osservabile dallo stato di degrado in cui versano le praterie di P. oceanica. Il maggior degrado si evidenzia sul versante di ponente, dove la concentrazione di nutrienti, derivanti dai numerosi scarichi di reflui non controllati, viene innalzata ad opera delle correnti superficiali di NE-SW. Il fenomeno si accentua nel periodo estivo dove spesso esplodono blooms fitoalgali. La recente costruzione delle condotta sottomarina per la dispersione dei reflui dell’abitato di Carini raccomanda l’avvio di un programma di monitoraggio della prateria di P. oceanica. La raccolta ed elaborazione di dati sulla Baia di Carini va quindi considerata nella sua duplice funzione di studio preliminare del territorio finalizzato alla conservazione ambientale, ed esperimento nella formazione di un programma valido in generale per aree costiere in pericolo. Bibliografia AA.VV. (1994) – Breve introduzione ai Sistemi Informativi Geografici. Franco Ziviani, Milano: 48 pp. BARLETT D.J. (1994) – GIS and the Coastal Zone: Past, Present and Future. 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