4 la grande guerra alcuni perche - Associazione Periti Industriali

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D
urante il XIX secolo lo sviluppo industriale e com-
merciale europeo e delle nuove potenze emergenti, come Stati Uniti, Russia e Giappone, impone la conquista
di nuovi mercati e colonie per l’approvvigionamento delle materie prime ed il commercio dei prodotti lavorati.
•Le azioni di conquista coloniale, indotte dai governi appoggiati dalle compagnie commerciali e dai nuovi gruppi industriali, potenziano l’armamento nazionale, generando un’atmosfera di insicurezza anche in Europa.
All’interno dei singoli stati si sviluppano linee difensive fortificate lungo i confini delle
zone contese.
•Le azioni di conquista coloniale esaltano le divergenze
fra gli stati europei, creando due gruppi: la Triplice
Soldati davanti alla caserma del Monte Rite.
Operai al lavoro sulla strada per il passo Cibiana, 16 luglio 1917.
Raccolta A. Borgherini.
Archivio A. Alpago Novello.
Batteria Castello, visto dal forte di Monte Ricco ,
a Pieve di Cadore. Raccolta K. A. Fiala, Klostenburg.
Truppe con tute mimetiche per l’alta montagna.
Archivio Loris Lancedelli.
Alleanza, formata da Germania, Austria, Ungheria ed
Italia (1882); la
Triplice Intesa, formata da Francia,
Inghilterra e Russia (1907).
•Le ideologie nazionalistiche di origine ottocentesca si
riaccendono in molti stati, che rivendicano ingrandimenti territoriali. Il nazionalismo panserbo, fomentato dalla
Russia fin dal 1877, viene messo in crisi dall’AustriaUngheria, che annette nel 1908 i territori della Bosnia Erzegovina. L’impero austro-ungarico governa
con difficoltà 14 etnie ed in tale contesto gli irredentisti italiani aspirano a completare il processo di unificazione nazionale con l’annessione di Trentino, Trieste,
Istria e Dalmazia. L’impero russo fomenta nel
1912-13 le guerre balcaniche, favorendo la nascita di nuovi stati ed un riassetto territoriale a danno
dell’impero ottomano. La Francia è ostile alla Germania
per la questione dell’Alsazia e della Lorena, perse nel
1871.
•L’assassinio
a Sarajevo, il 28 giugno 1914,
dell’erede al trono dell’Austria-Ungheria,
Francesco Ferdinando, per mano di uno studente serbo
riaccende le ostilità nell’area balcanica. L’AustriaUngheria dichiara guerra alla Serbia il 28 luglio; la Germania alla Russia il 1° agosto e alla Francia il 3 agosto;
l’Inghilterra alla Germania il 4 agosto
Le cupole del forte di Col Vidal con due finti cannoni in legno
per ingannare il nemico. Archivio A. Alpago Novello.
•L’Italia, pur facendo parte della Triplice Alleanza, inizialmente si dichiara neutrale per poter sfruttare la sua posizione fra i
contendenti ed ottenere, oltre ai già citati Trentino, Istria e Dalmazia, anche dei territori in Asia minore ed alcuni ingrandimenti
coloniali in Africa. A seguito di una intensa attività diplomatica, l’Italia il 26 aprile 1915 firma il patto di Londra, che, sostenuto
dagli interventisti, prevede la nostra entrata in guerra entro un mese a fianco degli stati della Triplice Intesa. La dichiarazio-
ne di guerra dell’Italia all’Austria-Ungheria il 24 maggio 1915 apre le ostilità anche sul fronte alpino
nord-orientale, dall’Isonzo all’Adamello.
•Nella nuova guerra i prodotti dell’industria svolgono un ruolo importante, poiché vengono impiegati a ritmo
crescente aerei, carri armati, navi, sommergibili e perfino armi chimiche, come i gas.
•Gli eserciti, da entrambe le parti, impiegano migliaia
Veduta aerea della stazione di Calalzo, ripresa dagli aerei
austriaci il 1° novembre 1917. Kriegsarchiv Vienna.
di prigionieri e deportati, trattati spesso alla stregua di schiavi,
per realizzare ferrovie, strade ed opere militari lungo i fronti, soprattutto trincee e forti.
•Quella che doveva essere una guerra lampo, diventa guerra di posizione, con gli eserciti che si fronteggiano nelle trincee. Chilometri di fossati e cunicoli vengono scavati lungo i fronti, nella terra delle pianure come nella viva roccia
delle cime dolomitiche. Lo scontro protrattosi per 4 lunghi anni e l’uso delle nuove tecnologie di guerra costano la vita a nove
milioni di soldati e provocano venti milioni di feriti.
•Le
attività agricole ed industriali dei paesi belligeranti si svolgono anzitutto in funzione dello sforzo bellico profuso. La vita sociale è sconvolta: si mobilitano e richiamano uomini giovani e non, mentre donne e bambini
sono messi al servizio delle truppe che si insediano nei paesi prossimi al fronte e vecchi ed inabili vengono sfollati dai paesi
d’origine verso località non toccate dalla guerra. Ambienti incontaminati, come quello dolomitico, subiscono un’occupazione
forzata ed uno sfruttamento ambientale, i cui drammatici segni si possono ancora riconoscere.
Misurina – Auronzo, ambulanze su slitta trainate da muli.
Archivio Museo storico della Guerra di Rovereto, foto 212/34
Veduta aerea di Belluno, occupata agli austriaci in fotografie eseguite da ricognitori italiani Ansaldo SVA 4. 31/08/1918. Archi A. Alpago Novello
Da I luoghi della grande Guerra Comunità Montana Agordina Interreg 2000 2006
Il Ten. pilota Natale Palli e il Ten. osservatore De Claricini con il loro Caudron sul campo di
Belluno.Archivio Uff. Storico Stato Maggiore Aeronautica.
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