Eroi del `900 - Salvo D`Acquisto

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Salvo D'Acquisto
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« Se muoio per altri cento, rinasco altre cento volte: Dio è con me ed io non ho paura! »
(Salvo D'Acquisto)
Salvo D'Acquisto
Il brigadiere dei carabinieri MOVM Salvo D'Acquisto
15 ottobre 1920 - 23 settembre 1943
Nato a
Napoli
Morto a
Torre di Palidoro (Roma)
Cause della morte
fucilato per rappresaglia
Luogo di sepoltura
Basilica di Santa Chiara (Napoli)
Dati militari
Nazione servita
Regno d'Italia
Forza armata
Regio Esercito
Arma
Carabinieri
Anni di servizio
3
Grado
vicebrigadiere
Guerre
seconda guerra mondiale
Decorazioni
Studi militari
Medaglia d'oro al valor militare
Scuola Allievi Sottufficiali Carabinieri
Frase celebre
"Se muoio per altri cento, rinasco altre cento
volte: Dio è con me ed io non ho paura!"
fonte www.carabinieri.it
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Salvo D'Acquisto (Napoli, 15 ottobre 1920 – Torre di Palidoro (Roma), 23 settembre 1943) è stato
un vice brigadiere dei Carabinieri, insignito di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria per i
fatti del 23 settembre 1943 che lo videro eroico protagonista.
Indice
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1 La vita
2 Il sacrificio
3 La lapide e le caserme
4 Onorificenze
5 Nella cultura
6 Note
7 Altri progetti
8 Voci correlate
9 Collegamenti esterni
La vita [modifica]
Salvo D'Acquisto nacque a Napoli, a Villa Alba, un edificio di 4 piani in via San Gennaro nel rione
Antignano, e frequentò la scuola d'infanzia presso le salesiane Figlie di Maria Ausiliatrice di via
Alvino nel quartiere Vomero e successivamente il Liceo Vico.
Arruolatosi giovanissimo nei Carabinieri come volontario nel 1939, partì nuovamente volontario
l'anno successivo per la Libia, presso Tripoli a pochi mesi dall'inizio della seconda guerra mondiale;
dopo essere rimasto ferito ad una gamba, restò con il suo reparto in zona d'operazioni sinché non
contrasse una febbre malarica e rientrò poi in Italia nel 1942 per frequentare la Scuola Allievi
Sottufficiali Carabinieri e diventare sottufficiale. Uscitone col grado di vice brigadiere, fu destinato
alla stazione dei Carabinieri di Torrimpietra, all'epoca una zona rurale extraurbana a qualche decina
di chilometri da Roma, lungo la via Aurelia, oggi frazione del comune di Fiumicino.
Dopo l'8 settembre 1943, un reparto di truppe tedesche delle SS si era accasermato presso alcune
vecchie postazioni precedentemente in uso alla Guardia di Finanza, nelle vicinanze della località
Torre di Palidoro, che rientrava nella giurisdizione territoriale della stazione Carabinieri di
Torrimpietra. Qui il 22 settembre alcuni soldati tedeschi che ispezionavano casse di munizioni
abbandonate, furono investiti dall'esplosione di una bomba a mano, probabilmente per imperizia nel
maneggio degli ordigni. Due dei soldati morirono ed altri due rimasero feriti.
Il comandante del reparto tedesco attribuì la responsabilità dell'accaduto ad anonimi attentatori
locali e richiese la collaborazione dei Carabinieri della locale stazione,[1] temporaneamente
comandata da Salvo D'Acquisto per l'assenza del maresciallo comandante: minacciarono la
rappresaglia se entro l'alba non fossero stati trovati i colpevoli. La mattina seguente, D'Acquisto,
assunte alcune informazioni, provò a ribattere che l'accaduto era da considerarsi un caso fortuito, un
incidente privo di autori, ma le SS insistettero sulla loro versione e richiesero la rappresaglia, ai
sensi di un'ordinanza emanata dal feldmaresciallo Kesselring pochi giorni prima.
Il sacrificio [modifica]
13 dei 22 superstiti, pochi giorni dopo il sacrificio di Salvo D'Acquisto, qui ripresi dinanzi al
Castello di Torrimpietra
Il 23 settembre furono dunque eseguiti dei rastrellamenti e catturate 22 persone scelte a caso fra gli
abitanti della zona. Lo stesso D'Acquisto fu forzatamente prelevato dalla caserma, da parte di una
squadra armata di SS, e fu condotto nella piazza principale di Palidoro, dove erano stati radunati gli
ostaggi. Fu tenuto un sommario "interrogatorio", nel corso del quale tutti gli ostaggi si dichiararono
ovviamente innocenti. Nella piazza venne anche condotto un altro abitante ritenuto un carabiniere,
Angelo Amadio, che sarà l'ultimo testimone del sacrificio del brigadiere.
Nuovamente richiesto di indicare i nomi dei responsabili, D'Acquisto ribadì che non ve ne potevano
essere, perché l'esplosione era stata accidentale, gli ostaggi e gli altri abitanti della zona erano
dunque tutti quanti innocenti. Durante l'interrogatorio dei rastrellati, il sottufficiale fu tenuto
separato nella piazza, sotto stretta sorveglianza da parte dai soldati tedeschi e, "quantunque
malmenato e a volta anche bastonato dai suoi guardiani, il D'Acquisto serbò un contegno calmo e
dignitoso", come ebbe a riferire in seguito Wanda Baglioni, una testimone oculare.
Gli ostaggi e D'Acquisto vennero quindi trasferiti fuori dal paese. Agli ostaggi furono fornite delle
vanghe e furono costretti a scavare una grande fossa comune nelle vicinanze della Torre di Palidoro,
per la ormai prossima loro fucilazione. Le operazioni di scavo si protrassero per alcune ore; quando
furono concluse fu chiaro che le SS avrebbero davvero messo in atto la loro terribile minaccia.
A quel punto, secondo la testimonianza di Angelo Amadio:
« all'ultimo
momento, però, contro ogni nostra aspettativa, fummo tutti rilasciati eccetto il
vicebrigadiere D'Acquisto. ... Ci eravamo già rassegnati al nostro destino, quando il sottufficiale
parlamentò con un ufficiale tedesco a mezzo dell'interprete. Cosa disse il D'Acquisto all'ufficiale in
parola non c'è dato di conoscere. Sta di fatto che dopo poco fummo tutti rilasciati: io fui l'ultimo ad
allontanarmi da detta località. »
Amadio infatti era creduto dai tedeschi un carabiniere e pertanto inizialmente ritennero di
trattenerlo per farlo assistere alla esecuzione. Evidentemente, Salvo D'Acquisto si era autoaccusato
del presunto attentato, addossandosi la sola responsabilità dell'accaduto e chiese l'immediata
liberazione dei rastrellati.
I 22 prigionieri furono lasciati liberi e immediatamente si diedero alla fuga, lasciando il sottufficiale
italiano già dentro alla fossa, dinanzi al plotone d'esecuzione. Alla fuga si unì immediatamente dopo
Amadio, quando riuscì a dimostrare, presentando i suoi documenti, che in realtà era un operaio delle
ferrovie e non un carabiniere. Come raccontò nella sua testimonianza resa nel 1957, fece in tempo
però mentre correva, a sentire il grido "Viva l'Italia" lanciato dal carabiniere, seguito subito dopo
dalla scarica di un'arma automatica che portava a termine l'esecuzione. Si girò e vide un ulteriore
colpo sparato da un graduato tedesco al corpo già riverso per terra. Vide i soldati ricoprire il corpo
con il terriccio, spostandolo con i piedi. Il comportamento del militare aveva infatti colpito le stesse
SS, che il giorno dopo, secondo quanto riferito nella testimonianza della Baglioni, le riferirono: "Il
vostro Brigadiere è morto da eroe. Impassibile anche di fronte alla morte."
Salvo D'Acquisto fu fucilato all'età di nemmeno 23 anni. Le sue spoglie sono conservate nella
prima cappella sulla sinistra, adiacente all'ingresso, della Basilica di Santa Chiara di Napoli.
Nel 1983 fu aperta presso l'Ordinariato militare una causa di canonizzazione e conseguentemente al
sottufficiale attualmente è assegnato dalla Chiesa il titolo di Servo di Dio. La sua figura fu ricordata
dal papa Giovanni Paolo II, che in un discorso ai Carabinieri del 26 febbraio 2001 ebbe a dire:
« La
storia dell'Arma dei Carabinieri dimostra che si può raggiungere la vetta della santità
nell'adempimento fedele e generoso dei doveri del proprio Stato. Penso, qui, al vostro collega, il
vice-brigadiere Salvo D'Acquisto, medaglia d'oro al valore militare, del quale è in corso la causa di
beatificazione.[2] »
La lapide e le caserme [modifica]
La torre di Palidoro e la lapide a Salvo d'Acquisto
Di fronte alla Torre di Palidoro sul luogo della fucilazione, adesso compreso nella Riserva naturale
Litorale romano è stata eretta una lapide. L'accesso all'area non è libero, ma è consentito solo
durante le visite guidate gratuite alla riserva naturale, organizzate dal dipartimento politiche
ambientali ed agricole del Comune di Roma[3], o durante le cerimonie militari rievocative.
A Salvo D'Acquisto sono intitolate varie caserme dei Carabinieri. Tra queste:
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la caserma Salvo d'Acquisto di Roma, Tor di Quinto, sede del C.N.S.R. (Centro Nazionale
di Selezione e Reclutamento) dell'Arma dei Carabinieri, del Comando Unità Mobili e
Specializzate "Palidoro" nonché del Reggimento Carabinieri a cavallo (quest'ultimo
inquadrato nella I Brigata Mobile). La caserma è situata lungo viale di Tor di Quinto,
all'altezza di via Federico Caprilli;
la Scuola Marescialli e Brigadieri Carabinieri di Velletri.
la caserma che ospita la Legione Carabinieri di Napoli
la sezione dell'Associazione Nazionale Carabinieri Napoli Centro
il Comando Provinciale Carabinieri della Spezia - Caserma Salvo D'Acquisto - La Spezia
Onorificenze [modifica]
Medaglia d'oro al valor militare
«Esempio luminoso d’altruismo, spinto fino alla suprema rinuncia della vita, sul luogo
stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, era stato condotto dalle orde
naziste insieme a 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, pure essi innocenti,
non esitava a dichiararsi unico responsabile di un presunto attentato contro le forze
armate tedesche. Affrontava così — da solo — impavido la morte, imponendosi al
rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo
eroismo
nella
storia
gloriosa
dell’Arma.»
— Torre di Palidoro (Roma), 23 settembre 1943
Nella cultura [modifica]
Il gesto di Salvo D'Acquisto ha ispirato diverse opere tra cui:
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un omonimo film del 1974 diretto da Romolo Guerrieri con Massimo Ranieri nelle vesti del
protagonista;
un'opera lirica musicata dal compositore Antonio Fortunato e rappresentata al Teatro
Massimo di Palermo nel 2002 e in altri luoghi, con l'alto patronato della Presidenza della
Repubblica Italiana;
la miniserie televisiva Salvo D'Acquisto, trasmessa in prima visione TV su RaiUno il 21 e il
22 settembre 2003 con Giuseppe Fiorello nelle vesti del protagonista.
Note [modifica]
1. ^ "stazione" era ed è il nome della unità territoriale di base dei Carabinieri, cioè il nome del
più piccolo reparto ed è comandata di massima da un maresciallo
2. ^ papa Giovanni Paolo II. Discorso ai Militari dell'Arma dei Carabinieri del Comando
Provinciale di Roma. vatican.va, 26 febbraio 2001. URL consultato il 22 marzo 2011.
3. ^ CEA Visite Guidate. URL consultato il 2010-03-18.
Altri progetti [modifica]
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Wikimedia Commons contiene file multimediali su Salvo D'Acquisto
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Wikiquote contiene citazioni di o su Salvo D'Acquisto
Voci correlate [modifica]
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Martiri di Fiesole
Carabinieri nella Resistenza e nella Guerra di Liberazione
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