Candidato n° 14 Traccia n° 2 1. Identità dell`artista

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Candidato n° 14
Traccia n° 2
1. Identità dell’artista derivata dall’habitat naturale
Come ogni essere vivente in natura, l’uomo è caratterizzato da differenze interne alla sua specie
animale, differenze che, nel nostro caso, sono l’etnia, la cultura, la religione, e la lingua. Queste
differenze sono date dalle condizioni geografiche del nostro pianeta: la cultura beduina, ad
esempio, in linea con la difficoltà derivata dal vivere nel deserto, è caratterizzata da modus vivendi
che sono, allo stesso tempo, cause ed effetti della vita condotta in quei luoghi; non a caso nell’arte
beduina assume particolare importanza il deserto e la lotta alla preservazione dell’individuo in
quello che si può quindi definire il suo habitat naturale. Si può fare un ragionamento paritario, ad
esempio, con le pratiche di vita delle popolazioni ungare che abitano le steppe, nella cui cultura è
molto presente l’elemento della lotta al freddo, carattere che ha influenzato, nel corso della storia,
lo sviluppo dell’arte locale.
2. Identità dell’artista derivata dal binomio geografia-società
Possiamo quindi definire l’arte come la materializzazione dell’anima e del pensiero dell’artista che,
a loro volta, derivano dalle condizioni del suo habitat naturale. Ma per habitat naturale non
s’intendono solo i dati geografici che, di fatto, si limitano a influenzare gli stili di vita dei vari
luoghi, ma anche le condizioni sociali, come i governi, che sono, a loro volta, influenzati dagli
habitat. Pertanto il singolo individuo, trovandosi in una situazione in cui convivono un habitat
naturale di un certo tipo e una condizione sociale di un certo tipo, risulta essere influenzato da tali
condizioni, trovandosi poi in una posizione antropologica che ne determina tratti relativi, come, ad
esempio, il temperamento e le ideologie. La sinergia che deriva da questo binomio però necessita
di un terzo elemento che è l’educazione; dall’educazione il singolo individuo attua concrete prese
di posizioni dalle quali derivano le diverse prospettive di vita che, nella società, sono il lavoro, gli
interessi (hobbies), i vizi e le virtù.
In conclusione, l’habitat naturale (geografia) influenza la nascita della società cui è aliena, però,
l’educazione, ecco come, ad esempio, distinguiamo tra reato (società) e peccato (educazione).
3. Artista come uomo nella quotidianità
Chiarito il triangolo geografia-società-educazione, l’individuo si trova a vivere la propria
esperienza quotidiana; ma se l’arte è la materializzazione dell’anima e del pensiero dell’individuo
che è influenzato da questo triangolo, e questo triangolo rappresenta il fine dell’arte
dell’individuo, dopo essere partito, dapprincipio, come universale forza motrice del suo sviluppo
umano, come per spiegare i propri tratti antropologici e dare un fine concreto all’opera, il mezzo
per dare questo fine sta nella psiche dell’individuo che viene arricchita costantemente di principi
morali grazie alle esperienze quotidiane. Infatti, se il triangolo sopracitato costituisce una base per
lo sviluppo universale dell’individuo, sono le esperienze quotidiane a determinare in primis lo
sviluppo morale e sociale dell’individuo, in secundis queste arricchiscono il suo bagaglio culturale e
ideologico, ponendolo costantemente di fronte a decisioni che riguardano la vita quotidiana. In
linea alla personale filosofia di Forrest Gump, “Ognuno è artefice del proprio destino”. Tale
affermazione è pienamente condivisibile dal momento che, appunto, ognuno nasce nel triangolo
universale che influenza la mentalità, la cultura e lo stile di vita dell’individuo, ma i caratteri che
rendono saggio l’individuo, che accrescono il bagaglio umano dell’individuo, sono le sue stesse
scelte derivate dalle esperienze di vita.
4. Arte come
quotidianità
risultato
della
fusione
triangolo
universale-
Di fronte a questi caratteri ontologici, l’arte non è altro che la materializzazione del bagaglio
umano dalla natura sovrasensibile dell’individuo e la sua unicità versatile è data dall’effettiva
unicità degli artisti. Se l’espressione artistica in sé è data dalla fusione triangolo universalequotidianità, la corrente artistica scelta dall’artista è data dalle sue passioni: l’individuo,
affascinato dalla musica, piuttosto che dalla pittura, piuttosto che dalla scultura, persegue la
propria passione col fine di esprimersi o sfogarsi. Più particolari sono le differenze interne alle
singole correnti artistiche come i diversi generi musicali o le diverse correnti pittoriche: qui la
scelta diventa personale per l’artista ed è data dall’esigenza personale di fare ciò che piace ma
anche come risposta al concetto di opera per l’artista: per cantare la tristezza, ad esempio, verrà
utilizzata una base strumentale (se la corrente artistica è musicale) più tranquilla e profonda come
può essere quel della musica classica, piuttosto che allegra e frizzante come può essere quella
jazzista.
In generale, l’arte è figlia dell’individuo che la venera come artista e, come tale, l’arte è figlia del
patrimonio umano dell’individuo, che deriva dalla fusione triangolo universale-quotidianità. La
missione dell’artista è quindi non solo quella di esprimersi agli altri ma anche quella di esprimersi a
sé stesso, riscoprirsi, valorizzando la propria identità antropologica da cui deriva, solo in seguito,
quella artistica. È quindi corretto dire che l’arte è figlia dell’artista e non il contrario, sebbene si
possa identificare l’arte come insegnamento, tornando a capo del ciclo, impartito dall’artista.
5. Arte come esperienza
Non possiamo metaforizzare l’arte in relazione all’esperienza perché questo andrebbe contro i
principi logico-umanistici sopracitati: l’arte è banalmente il risultato dell’esperienza e non
l’esperienza in sé e così sostenendo si implicano limiti materiali e sovrasensibili riferiti all’arte di
qualsiasi tipo essa sia, perché, in generale, non c’è modo di esprimere artisticamente tutte le
esperienze di vita, tutte le ideologie, tutti i principi degli artisti fino a quando, almeno, non verrà
un genio dell’arte, sempre che non sia già venuto, ma questi sono caratteri critici soggettivi che
inevitabilmente sono presenti nell’universo artistico perché in maniera obbiettiva non ci si
potrebbe sfogare, non ci si potrebbe raccontare, questo perché per arrivare a realizzarsi
artisticamente in relazione a questi elementi, bisogna riscoprire, mantenere, perseguire e
raccontare il proprio πάθος con soggettiva caparbietà. È per questo motivo, per la sfera della
soggettività, che nessuno può avere i requisiti per giudicare o, a maggior ragione, autogiudicarsi
genio.
6. L’arte oggi
In una società materialistica contaminata dal denaro così tanto come la nostra, purtroppo, anche
l’arte arriva ad avere un prezzo, arriva a livello mediatico ma nel modo sbagliato,
economicamente. Oggi, per entrare in un museo bisogna pagare (se non in alcuni paesi), per
ascoltare un disco musicale bisogna pagare; la critica non sta nell’avarizia bensì nell’immoralità per
cui un patrimonio universale e innato come quello artistico sia stato sminuito a tal punto da
arrivare alla volgare e ignorante canonicità della nostra cultura. Questa è la dimostrazione
empirica di quanto sostenuto in tutto il saggio: in una società come la nostra, avanzatissima, si
sono conservate caratteristiche culturali delle civiltà antiche dettate dalle esigenze derivanti dai
vari habitat; conosciuti questi habitat, abbiamo saputo evolverci fino a rinnovare la nostra società
nella maniera migliore che potessimo, peccato che la maniera migliore, tra guerre e diatribe,
coincida con una società in cui l’oppressione politica e la selvaggia rincorsa al denaro predominano
in nome di una falsa libertà e di un falso benessere; è per questo forse che l’arte odierna è
malconsiderata dagli appassionati e dai critici, perché ormai è diventata commerciale a livelli
imbarazzanti, vuota.
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