LA GERMANIA ASPETTO FISICO DALLE ALPI AL BALTICO La Germania, che ha all’incirca la forma di un grande quadrilatero, si estende al centro del continente europeo, dalla Valle del Reno al fiume Oder, dalle Alpi al Mare del Nord e al Mar Baltico. Il territorio è formato da tre regioni fisiche disposte secondo i paralleli. La regione meridionale comprende le Alpi Bavaresi (Zugspitze, 2.968 m, la cima più elevata del paese) e l’altopiano Svevo-Bavarese, che digrada fino alla Valle del Danubio. La regione centrale è occupata dalle cosiddette “montagne medie” (Mittelgebirge), un insieme di massicci e catene, in genere inferiori ai 1.000 metri di altitudine: Massiccio Scistoso Renano e Selva Nera a occidente, Giura Svevo, Giura Francone e Selva Turingia al centro, Monti Metalliferi e Selva Boema a oriente. La regione settentrionale (che comprende la parte iniziale della penisola dello Jutland, fra il Mare del Nord e il Baltico) è formata dal vasto bassopiano germanico (Tiefland), che si allarga maggiormente verso est, dove si susseguono gruppi collinari inferiori ai 300 metri di altezza. La fascia costiera è molto articolata, per il susseguirsi di profondi estuari fluviali, laghi costieri, lagune, cordoni lagunari e insulari come quelli formati dalle Frisone Orientali e Settentrionali. TRE GRANDI FIUMI E NUMEROSI CANALI NAVIGABILI Il territorio germanico è percorso da una fitta rete idrografica formata da numerosi fiumi tra i quali primeggiano il Reno, l’Elba e il Danubio. Il Reno (1.326 km) nel suo corso superiore segna per circa 190 km il confine franco-tedesco e quindi scorre nella pianura germanica detta Fossa renana. Nel corso inferiore, attraversa i Paesi Bassi per sfociare nel Mare del Nord con un ampio delta. L’Elba nasce nei Monti Sudeti (Boemia) e, dopo aver attraversato il territorio germanico, sfocia nel Mare del Nord con un estuario profondo più di 100 km. Nella Germania meridionale, da ovest e est scorre il corso superiore del Danubio, che nasce sui rilievi della Selva Nera. Altri fiumi di rilievo sono il Weser e l’Ems, che sfociano nel Mare del Nord, e alcuni affluenti del Reno e del Danubio, quali il Meno, il Neckar e l’Isar. I fiumi tedeschi sono navigabili e molti di essi sono collegati da una rete di canali (7.500 km in totale): particolarmente importanti quelli che mettono in comunicazione il Reno con l’Elba e con il Danubio. UN CLIMA DI TRANSIZIONE INFLUENZATO DALL’ATLANTICO La Germania ha condizioni climatiche abbastanza uniformi su tutto il territorio. Si tratta in prevalenza di un clima di transizione tra il clima oceanico e il clima continentale. L’Atlantico mitiga sensibilmente il clima della regione, grazie soprattutto alla presenza della Corrente nordatlantica (o Corrente del Golfo) e porta discrete piogge. Il suo influsso benefico può penetrare all’interno della Germania per l’assenza di elevate barriere montuose. Ma la Germania è aperta anche all’influsso dell’anticiclone siberiano, soprattutto nella parte orientale della regione, che d’inverno porta venti freddi e precipitazioni nevose. Le montagne meridionali, in particolare il versante alpino, presentano un clima tipicamente montano, caratterizzato da una maggiore piovosità. Pagina 1 di 6 STORIA E STATO UN IMPERO DURATO QUASI MILLE ANNI Nel I secolo d.C., il Reno e il Danubio costituivano il confine orientale che divideva l’Impero romano dai territori dei Germani, popolazioni indoeuropee migrate dalla Scandinavia meridionale e dallo Jutland. Lungo tale fiume, che gli eserciti di Roma avevano attraversato sotto la guida di Cesare, furono fondate alcune colonie romane come Colonia Agrippina (l’attuale Colonia), Bonna (Bonn), Confluentes (Coblenza). Dopo la disgregazione dell’Impero romano d’Occidente, in seguito alle invasioni barbariche, la regione tedesca entrò a far parte prima del Sacro Romano Impero di Carlo Magno e, dopo la divisione di questo, nel X secolo divenne parte del Sacro Romano Impero Germanico (Primo Reich). Nonostante le lotte interne tra i diversi feudatari laici ed ecclesiastici, che si contendevano la corona imperiale, e le guerre religiose che insanguinarono la regione, Il Sacro Romano Impero Germanico riuscì a conservarsi per lungo tempo. Dal XV al XVII secolo, il trono imperiale fu controllato dalla famiglia degli Asburgo, ma nei secoli XVIII e XIX crebbe sempre più, all’interno dell’impero, l’influenza del ducato di Prussia, i cui sovrani alla fine dell’Ottocento assunsero la corona imperiale (Secondo Reich). La sconfitta nella prima guerra mondiale provocò la fine del millenario impero tedesco e la nascita della repubblica (1918). L’anno successivo ebbe inizio la cosiddetta repubblica di Weimar, la cui vita fu agitata sia dai tentativi rivoluzionari dei comunisti tedeschi, sia dalla gravissima crisi economica e sociale provocata dalla sconfitta militare. Questa situazione favorì l’ascesa dell’estrema destra nazional-socialista, guidata da Adolf Hitler. Nel 1933, dopo la nomina di Hitler a cancelliere, ovvero capo del governo, i nazionalsocialisti dettero vita al Terzo Reich, una spietata dittatura che attuò una politica di espansione verso est e verso sud e che trascinò la Germania nel baratro della Seconda Guerra mondiale. LA DIVISIONE E LA RIUNIFICAZIONE DELLA GERMANIA Dopo la guerra, la Germania si presentava semidistrutta e smembrata dalle potenze vincitrici (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Russia), che l’avevano divisa in quattro zone di occupazione. Nel 1949, le zone occupate dai paesi occidentali furono riunite nella Repubblica Federale Tedesca (RFT o Germania Occidentale), mentre nella zona di occupazione sovietica nacque la Repubblica Democratica Tedesca (RDT o Germania Orientale). Anche Berlino, che si trovava nel territorio della RDT, venne divisa in due (1950): Berlino Ovest, facente parte della Repubblica Federale Tedesca, e Berlino Est, capitale dello Stato comunista. La capitale della Germania Ovest era la cittadina di Bonn. Per alcuni decenni la Germania è stata una delle zone di maggiore tensione tra le due superpotenze, USA e URSS, tensione resa più acuta dalla costruzione da parte delle autorità comuniste, nel 1961, di un muro tra le due Berlino, per impedire l’esodo verso ovest dei cittadini tedesco-orientali. Nel 1989, la caduta dei regimi comunisti nell’Europa orientale ha provocato l’abbattimento del muro di Berlino e la riunificazione (2 ottobre 1990) delle due Germanie in un unico Stato democratico con capitale Berlino. UNA REPUBBLICA FEDERALE Oggi la Germania è una repubblica federale amministrativamente suddivisa in 16 Stati confederati (Länder), di cui tredici sono entità regionali e tre entità urbane (Berlino, Amburgo e Brema). È tra gli Stati fondatori dell’Unione europea. Pagina 2 di 6 POPOLAZIONE E CITTÀ LO STATO PIÙ POPOLOSO D’EUROPA La Germania è oggi, dopo la Russia, lo Stato più popoloso d’Europa, con oltre 82 milioni di abitanti, e uno dei più densamente abitati (231 ab/km2). La parte più popolata è quella occidentale renana: la densità demografica più elevata si registra nella Renania SettentrionaleVestfalia (530 ab/km2), nel BadenWürttemberg (293 ab/km2) e nell’Assia (288 ab/km2). Le regioni nord-orientali del Brandeburgo e Meclemburgo-Pomerania Occidentale, invece, non raggiungono i 100 ab/km2: questa bassa densità è dovuta soprattutto all’esodo di quasi due milioni di persone verso Ovest nei primi decenni del secondo dopoguerra. Come in molti altri paesi sviluppati dell’Europa, anche in Germania la popolazione sta lentamente invecchiando: già a partire dagli anni Settanta, il tasso di mortalità ha superato quello di natalità, tanto che i Tedeschi ultrasessantenni sono oggi più numerosi dei giovani con meno di 15 anni. Il deficit demografico è stato particolarmente forte negli ultimi decenni del Novecento nella parte orientale della Germania. FORTI FLUSSI MIGRATORI Il calo demografico naturale della popolazione tedesca è stato compensato dai torti flussi migratori che hanno interessato il paese nel secondo dopoguerra. Nei primi anni, infatti, affluirono in Germania circa dodici milioni di persone di nazionalità tedesca provenienti dai territori ceduti dopo la guerra alla Polonia, all’URSS e alla Cecoslovacchia; contemporaneamente, con la divisione della Germania in due Stati si è verificato l’esodo di circa tre milioni di Tedeschi dalla Germania orientale a quella occidentale, sebbene tale esodo fosse ostacolato dalle autorità comuniste. A partire dagli anni Sessanta, lo sviluppo crescente dell’industria tedesca ha prodotto inoltre ondate migratorie di lavoratori provenienti soprattutto dalla Turchia, dalla Iugoslavia, dalla Grecia e dall’Italia. Oggi gli stranieri residenti in Germania sono poco meno di sette milioni e mezzo (quasi un decimo della popolazione totale): di questi, i Turchi rappresentano la comunità più consistente (quasi due milioni di persone), mentre gli Italiani (circa 616.000) si collocano al terzo posto. UN’INTENSA URBANIZZAZIONE La Germania è un paese molto urbanizzato: quasi i nove decimi dei Tedeschi vivono infatti nelle città. L’urbanizzazione del territorio germanico risale all’antichità, quando i Romani costruirono le prime città fortificate lungo il confine renano. Nel Medioevo e nell’età moderna furono le attività commerciali a dare un forte impulso a numerosi centri urbani, sia lungo i fiumi che sulla costa settentrionale. Infine, a partire dal 1850, si svilupparono numerosi centri industriali nelle zone carbonifere. La rete urbana tedesca è policentrica, priva cioè di una metropoli gigante; le funzioni politicoamministrative sono distribuite nelle capitali dei Länder, che a volte non corrispondono alle metropoli maggiori. I poli fondamentali di questa rete sono tre metropoli con oltre un milione di Pagina 3 di 6 abitanti, Berlino, Monaco e Amburgo, e ventidue grandi città con più di 500.000. Il centro della rete urbana tedesca è costituito dalla conurbazione Reno-Ruhr, nella quale si concentrano più di venti città superiori a 100.000 abitanti, per un totale di circa quindici milioni di cittadini. Tale conurbazione è imperniata su tre nuclei urbani principali: il nucleo settentrionale, il principale, dove si raccolgono in circa cento km cinque metropoli con più di 500.000 abitanti (Dortmund, Essen, Duisburg, Düsseldorf e Colonia); il nucleo centrale costituito da Francoforte sul Meno e il nucleo meridionale di Stoccarda e Karlsruhe. Numerose anche le città di media dimensione (sono circa ottanta quelle che hanno più di 100.000 abitanti). La presenza in Germania di una rete urbana policentrica è, come per l’Italia, una conseguenza anche della sua storia, cioè del fatto che per secoli il territorio tedesco è rimasto frammentato in numerose entità politiche. ECONOMIA UNA SUPERPOTENZA ECONOMICA La Germania è la massima potenza economica dell’Europa e fra le prime nel mondo: seconda nella graduatoria mondiale dei leader commerciali e finanziari, terza tra gli Stati più industrializzati del mondo, terza per il valore del suo PIL. I successi realizzati dal paese dopo la seconda guerra mondiale sono dovuti principalmente alla efficace collaborazione tra Stato, sindacati e imprese private. Lo Stato ha infatti agito secondo la dottrina della “economia sociale di mercato”, che cerca di conciliare la libera impresa privata con il controllo pubblico del mercato e la protezione sociale dei lavoratori. I sindacati dei lavoratori sono sempre stati coinvolti in un dialogo positivo con le imprese, in modo da garantire il consenso sociale; a loro volta, le imprese hanno potuto accrescere la loro potenza economica soprattutto attraverso la creazione di grandi gruppi, chiamati Konzerne, costituiti dall’unione di imprese industriali, finanziarie e commerciali. Il ruolo economico della Germania è cresciuto anche in seguito alla riunificazione con l’ex Germania Orientale, il paese più industrializzato dell’Europa orientale. Tuttavia, questo processo ha comportato anche dei notevoli costi e una forte crescita del debito pubblico, per modernizzare l’economia statale, spesso arretrata e obsoleta, della ex Germania Est e per migliorare le condizioni di vita della popolazione tedesco-orientale. UN SETTORE PRIMARIO DI SCARSO RILIEVO Come in tutti gli altri paesi industrializzati, anche in Germania il settore primario occupa una parte molto ridotta della popolazione attiva (2%) e contribuisce solo con l’1% al PIL nazionale. Le Pagina 4 di 6 regioni nelle quali l’agricoltura conserva un maggiore peso economico e sociale sono la Baviera, la Valle del Reno e la regione orientale. Le principali produzioni agricole sono quelle dei cereali, in particolare frumento e orzo (per il quale il paese è terzo produttore mondiale) che assieme al luppolo costituisce anche la materia prima nella produzione della birra, di cui la Germania è la massima produttrice europea. Altre produzioni agricole di rilievo sono le patate e le barbabietole da zucchero, la colza, il girasole e il tabacco. Nella regione del Reno è diffusa la vite che fornisce vini di qualità. L’allevamento contribuisce al 70% del valore economico del settore primario. L’abbandono delle campagne e la scomparsa delle piccole aziende familiari ha trasformato anche il tradizionale allevamento: oggi sono presenti grandi allevamenti industriali di suini (primo posto in Europa) e di bovini. Un certo peso economico ha anche la pesca nel Mare del Nord e ancor di più la produzione di legname. VECCHIE E NUOVE AREE INDUSTRIALI Il settore economico trainante della Germania è, tuttavia, l’industria, che ha basato il suo sviluppo, sin dall’Ottocento, sulla presenza di ricchi giacimenti di carbone (nella Ruhr, nella Saar) e di lignite (in Renania-Assia e Palatinato), attorno ai quali sono sorte le prime aree industriali siderurgiche. L’industria tedesca si è poi sviluppata anche nei settori della chimica di base, oggi controllata da potenti multinazionali (Bayer, BASF, Hoechst), della meccanica, in particolare quella automobilistica ( Volkswagen, Mercedes-Benz, BMW), dell’elettrotecnica (Siemens) e dell’agroalimentare (vino, birra). La crisi delle aree industriali orientali, conseguente alla riduzione dell’estrazione del carbone, ha favorito, d’altra parte, l’ascesa di nuovi poli industriali e terziari, situati soprattutto attorno alle metropoli di Berlino, Monaco, Norimberga, Stoccarda. Lo sviluppo economico tedesco si basa anche sulle attività finanziarie, che hanno il loro fulcro a Francoforte, dove ha sede la Banca Centrale Europea, e su una rete di comunicazione molto fitta ed efficiente. Pagina 5 di 6 Pagina 6 di 6