TEORIA dei CIRCUITI Ingegneria dell’Informazione − TRANSITORI− Stefano Pastore Dipartimento di Ingegneria e Architettura Corso di Teoria dei Circuiti (105IN) a.a. 2013-14 Introduzione • • • • Studieremo il transitorio nel dominio del tempo dei circuiti LDI Come transitorio intendiamo l’evoluzione dinamica del circuito da uno stato prefissato, dovuto alle condizioni iniziali dei componenti dinamici, allo stato di regime, dovuto alle sorgenti indipendenti L’ordine del circuito è dato dal numero di elementi dinamici indipendenti presenti nel circuito. Come “indipendenti” si intende che non ci sono relazioni lineari che legano tra loro le variabili di stato. In tal caso il circuito è detto degenere Ci concentreremo sui circuiti del I ordine, con condensatore o induttore. Accenneremo alla soluzione dei circuiti di II ordine e di ordine superiore 2 Equazione differenziale del I ordine • Consideriamo la seguente equazione differenziale del I ordine lineare a coefficienti costanti con condizione iniziale X0 x(t ) xs (t ) x& (t ) = − + τ τ x(0) = X 0 • La soluzione generale di questa equazione differenziale è costituita da una famiglia di funzioni x(t). Si può dimostrare che esiste una sola soluzione di questa famiglia che ha come condizione iniziale X0 3 Equazione omogenea associata • Definiamo come “omogenea associata” l’equazione differenziale ottenuta ponendo a zero il termine noto xs(t) (forzante), ovvero x& (t ) = − o o x (t ) τ • La soluzione dell’omogenea associata è: x o (t ) = K e − t τ • La differenza di due soluzioni è ancora soluzione della omogenea associata − t x10 (t ) = K1 e τ , x20 (t ) = K 2 e − t τ K '4 647 8 −t 0 0 ⇒ x1 (t ) − x2 (t ) = (K1 − K 2 )e τ 4 Differenza di soluzioni • Supponiamo che x1(t) e x2(t) siano due soluzioni generali della famiglia, allora la loro differenza sarà comunque soluzione dell’omogenea associata x&1 (t ) = − x1 (t ) x&2 (t ) = − x 2 (t ) τ τ + x s (t ) + x s (t ) τ τ ( d x1 (t ) − x2 (t )) (x1 (t ) − x2 (t ) ) = − dt τ • Quindi x1 (t ) − x2 (t ) = x (t ) = K 'e o − t τ 5 Soluzione generale • La soluzione generale dell’equazione differenziale sarà data dalla soluzione dell’omogenea associata sommata a una soluzione qualsiasi, detta particolare, della equazione completa x(t ) = Ke − t τ + x (t ) p • Infatti si ha − t x1 (t ) − x2 (t ) = K1e τ + x p (t ) − t − p τ − K 2 e + x (t ) = = (K1 − K 2 )e − t τ = K 'e − t τ 6 Soluzione generale (2) • La costante K viene determinata imponendo la condizione iniziale, ovvero: x ( 0) = X 0 = K + x p ( 0) ⇒ K = X 0 − x p (0) • Da cui la soluzione generale per t ≥ 0 con condizione iniziale X0 è ( ) x(t ) = X 0 − x p (0) e t≥0 − t τ + x p (t ) 7 Soluzione generale omogenea • Se l’equazione differenziale non contiene termine forzante, la soluzione generale con condizione iniziale X0 è: x(t ) = X 0 e − t τ • Questo caso corrisponde, come vedremo, alla scarica di un condensatore o di un induttore su una resistenza 8 Circuiti RC del I ordine • Possiamo applicare alla parte resistiva di un circuito LDI RC del I ordine (ai morsetti del condensatore) il teorema di Thevenin • Quindi questo semplice circuito RC riassume il comportamento di tutti i circuiti LDI RC del I ordine • Prima troveremo vC(t), poi vedremo come determinare le altre variabili del circuito 9 Equazione differenziale • Scriviamo l’equazione differenziale del circuito per t ≥ 0 e vC(0) = V0 veq (t ) = Req i (t ) + vC (t ) dvC (t ) i (t ) = C dt dvC (t ) → veq (t ) = Req C + vC (t ) dt • Definendo la “costante di tempo” come τC = ReqC [s] • Si ottiene per t ≥ 0 vC (t ) veq (t ) + v&C (t ) = − τC τC v (0) = V 0 C 10 Equazione omogenea • Se il circuito è omogeneo e non ci sono sorgenti indipendenti (veq(t) = 0), allora l’equazione differenziale diventa v&C (t ) = − vC (t ) τC • La soluzione rappresenta la scarica di un condensatore su una resistenza con condizione iniziale V0 vC (t ) = V0 e − t τC 11 Soluzione generale • Nel caso in cui ci siano delle sorgenti indipendenti attive, la soluzione generale con condizione iniziale V0 è ( ) vC (t ) = V0 − vCp (0) e − t τC + vCp (t ) V t≥0 • Dove la soluzione particolare vpC(t) dipende dal tipo di sorgente 12 Circuiti RL del I ordine • Possiamo applicare alla parte resistiva di un circuito LDI RL del I ordine (ai morsetti dell’induttore) il teorema di Norton • Quindi questo semplice circuito RL riassume il comportamento di tutti i circuiti LDI RL del I ordine • Prima troveremo iL(t), poi vedremo come determinare le altre variabili del circuito 13 Equazione differenziale • Scriviamo l’equazione differenziale del circuito per t ≥ 0 e iL(0) = I0 ieq (t ) = Geq v(t ) + iL (t ) diL (t ) v(t ) = L dt diL (t ) → ieq (t ) = Geq L + iL (t ) dt • Definendo la “costante di tempo” come τL = GeqL [s] • Si ottiene per t ≥ 0 & iL (t ) ieq (t ) + iL (t ) = − τL τL i (0) = I 0 L 14 Equazione omogenea • Se il circuito è omogeneo e non ci sono sorgenti indipendenti (ieq(t) = 0), allora l’equazione differenziale diventa &iL (t ) = − iL (t ) τL • La soluzione rappresenta la scarica di un induttore su una resistenza con condizione iniziale I0 iL (t ) = I 0 e − t τL 15 Soluzione generale • Nel caso in cui ci siano delle sorgenti indipendenti attive, la soluzione generale con condizione iniziale I0 è ( ) iL (t ) = I 0 − iLp (0) e − t τL + iLp (t ) A t≥0 • Dove la soluzione particolare ipL(t) dipende dal tipo di sorgente 16 Concetto di stabilità • La soluzione dell’omogenea associata è detta anche soluzione libera del circuito, in quanto dipende solo dalle condizioni iniziali • Un circuito con le sorgenti indipendenti poste a zero è “stabile” se la soluzione libera tende a zero per t ∞ • Essendo la soluzione libera uguale a x oa (t ) = X 0 e − t τ “stabile” τ > 0 • Un circuito si dice invece instabile se: τ < 0, quindi la soluzione xoa(t) ∞ • In un circuito stabile, l’energia immagazzinata nel circuito viene dissipata fino ad annullarsi per t ∞ • I circuiti che esamineremo saranno stabili 17 Stabilità nei circuiti nonlineari • Consideriamo il seguente circuito • La caratteristica del bipolo NRI è 18 Stabilità nei circuiti nonlineari (2) • L’ equazione di stato del circuito è 1 i = g (v) i = −Cv&(t ) → v&(t ) = − g (v) = f (v) C • La tensione e la corrente del condensatore sono vincolati alla caratteristica del bipolo, detta dynamic route. I tre punti di equilibrio v1, v2 e v3 si ottengono ponendo: v&(t ) = 0 → g (v) = 0 (i = 0) • Corrispondono con le intersezioni della caratteristica g(v) con l’asse delle ascisse 19 Stabilità nei circuiti nonlineari (3) • Facendo riferimento all’equazione nonnormale del condensatore, si possono distinguere sulla dynamic route due diversi andamenti della soluzione semipiano superiore : i > 0 → v& < 0 semipiano inferiore : i < 0 → v& > 0 • Partendo da una qualsiasi condizione iniziale v0, la soluzione seguirà il verso delle frecce, come disegnato in figura • Risulta quindi che la soluzione andrà sempre verso uno dei due punti di equilibrio di ascissa v1 e v3, mentre si allontanerà dal punto v2 • Diciamo allora che i punti di equilibrio v1 e v3 sono stabili, mentre il punto v2 è instabile 20 Stabilità nei circuiti nonlineari (4) • Per i circuiti nonlineari si può parlare di stabilità globale e di stabilità locale • Un circuito è globalmente stabile se la soluzione non va mai all’infinito, instabile altrimenti • La stabilità locale riguarda invece i punti di equilibrio (circuiti del primo ordine) • Il circuito appena visto è globalmente stabile, mentre due punti di equilibrio sono stabili e uno instabile • Nei circuiti lineari la caratteristica è una retta e esiste solo un punto di equilibrio, per cui i due concetti di stabilità locale e globale coincidono 21 Soluzioni particolari • Esaminiamo ora le soluzioni particolari per una limitata classe di forzanti, ovvero per quelle che hanno la derivata della loro stessa forma funzionale • Le forzanti in questione sono: 1) 2) 3) 4) Costante Sinusoidale Esponenziale Polinomiale 22 Condensatore: sorgente costante • Poniamo: veq(t) = Vs vpC(t) = Vp Ricordando che v&C (t ) = − vC (t ) τC + veq (t ) τC • Si ottiene 0=− Vp τC + Vs τC → V p = Vs • La soluzione generale per t ≥ 0 è vC (t ) = (V0 − V p ) e − t τC + V p = V0 e − t τC t − τ + V p 1 − e C • A regime: vC (t ) ≈ vCp (t ) = V p → v&C (t ) = 0 → i (t ) = Cv&C (t ) = 0 • Il condensatore è equivalente a un circuito aperto 23 Induttore: sorgente costante • Poniamo: ieq(t) = Is ipL(t) = Ip Ricordando che i (t ) &iL (t ) = − iL (t ) + eq τL τL • Si ottiene 0=− Ip τL + Is τL → I p = Is • La soluzione generale per t ≥ 0 è iL (t ) = (I 0 − I p ) e − t τL + I p = I0 e − t τL + t − I p 1 − e τ L • A regime: iL (t ) ≈ iLp (t ) = I p → i&L (t ) = 0 → v (t ) = Li&L (t ) = 0 • L’induttore è equivalente a un corto circuito 24 Condensatore: sorgente sinusoidale • Poniamo: veq(t) = Vs cos(ωt + ϕs) vpC(t) = Vp cos(ωt + ϕp) • Trattandosi di una soluzione particolare (o a regime) sinusoidale, possiamo utilizzare i fasori (valore massimo per il modulo) per il suo calcolo p C V = 1 jωC 1 + Req jωC V eq = 1 1 + jω Req C V eq dove : V eq = Vs e jϕ s 25 Condensatore: sorgente sinusoidale (2) • Per la antitrasformazione, servono il modulo e la fase di VCp VC = p Vs 1 + ω 2 Req2 C 2 ∠VCp = ϕ s − arctg (ω Req C ) + 2kπ • Infine si ottiene vpC(t) ( vCp (t ) = VCp cos ωt + ∠VCp ) • La soluzione generale per t ≥ 0 è ( ( ) )) vC (t ) = V0 − VCp cos ∠VCp e ( + VCp cos ωt + ∠VCp − t τC + 26 Induttore: sorgente sinusoidale • Poniamo: ieq(t) = Is cos(ωt + ϕs) ipL(t) = Ip cos(ωt + ϕp) • Trattandosi di una soluzione particolare (o a regime) sinusoidale, possiamo utilizzare i fasori (valore massimo per il modulo) per il suo calcolo 1 I p L = j ωL 1 j ωL + Geq I eq = 1 1 + jω Geq L I eq dove : I eq = I s e jϕ s 27 Induttore: sorgente sinusoidale (2) • Per la antitrasformazione, servono il modulo e la fase di ILp I p L = Is 1 + ω 2Geq2 L2 ∠I Lp = ϕ s − arctg (ω Geq L ) + 2kπ • Infine si ottiene ipL(t) ( iLp (t ) = I Lp cos ωt + ∠I Lp ) • La soluzione generale per t ≥ 0 è ( ( ) )) iL (t ) = I 0 − I Lp cos ∠I Lp e ( + I Lp cos ωt + ∠I Lp − t τL + 28 Sorgente esponenziale • Poniamo per un condensatore: veq (t ) = Vs e − t τs → vCp (t ) = V p e − t τs τs ≠ τC • Per trovare Vp, si può soltanto sostituire vpC(t) nella equazione differenziale (deve essere: τC ≠ τs) − Vp τs − e t τs =− Vp τC − e t τs + Vs τC − e t τs ∀t • Semplificando l’esponenziale (sempre ≠ 0), si ottiene una equazione in Vp Vs Vp = 1 1 τ C − τC τ s 29 Sorgente esponenziale (2) • La soluzione generale per t ≥ 0 è vC (t ) = (V0 − V p ) e − t τC + Vpe − t τs • Per gli induttori vale un discorso analogo per cui I eq (t ) = I s e − t τs → i (t ) = I p e p L − t τs τs ≠ τL Is Ip = 1 1 τ L − τ L τ s iL (t ) = (I 0 − I p ) e − t τL + I pe − t τs 30 Sorgente polinomiale • Consideriamo una generica sorgente (per l’esempio di grado 2) xeq (t ) = a0 + a1t + a2t 2 → x p (t ) = k0 + k1t + k 2t 2 • Per l’equazione differenziale x& (t ) = − x (t ) + xeq (t ) τ τ • Sostituendo la soluzione particolare si trova k1 + 2k 2t = − + a0 τ + a1t τ + k0 τ − a2 t 2 τ k1t τ − k 2t 2 τ + ∀t 31 Sorgente polinomiale (2) • Dal momento che abbiamo scritto una identità, perché sia valida per ogni t dobbiamo eguagliare i coefficienti dei singoli monomi, il che equivale a scrivere un sistema di 3 equazioni in 3 incognite, ovvero i parametri k0, k1 e k2 k0 a0 k1 = − τ + τ k1 a1 2 k 2 = − + τ τ 0 = − k 2 + a2 τ τ • La soluzione generale per t ≥ 0 è x(t ) = ( X 0 − k0 ) e − t τ + k0 + k1t + k 2t 2 32 Principio di sovrapposizione delle soluzioni particolari • Prendiamo ad esempio un circuito RC del I ordine con 2 sorgenti indipendenti • La soluzione particolare vpC(t) è esprimibile come vCp (t ) = vCp1 (t ) + vCp 2 (t ) • Dove vp1C(t) è associata a vs1(t) e vp2C(t) è associata a vs2(t) 33 Principio di sovrapposizione delle soluzioni particolari (2) • Si ha che: vs(t) = vs1(t) + vs2(t) 1) accendiamo la prima sorgente vs1(t) e spegniamo la seconda (vs2(t) = 0). La soluzione particolare associata vp1C(t) soddisfa l’equazione differenziale del circuito p1 v vs1 (t ) p1 C (t ) v&C (t ) = − + τC τC 2) accendiamo la seconda sorgente vs2(t) e spegniamo la prima (vs1(t) = 0). La soluzione particolare associata vp2C(t) soddisfa anch’essa l’equazione differenziale del circuito v&Cp 2 (t ) = − vCp 2 (t ) τC + vs 2 (t ) τC 34 Principio di sovrapposizione delle soluzioni particolari (3) • Sommiamo le equazioni appena scritte. Si ottiene v& (t ) + v& (t ) = − p1 C + p2 C vs1 (t ) τC + vCp1 (t ) τC − vCp 2 (t ) τC + vs 2 (t ) τC • E applicando la proprietà della linearità della derivata e la proprietà associativa della somma ( ) vCp1 (t ) + vCp 2 (t ) d p1 p2 vC (t ) + vC (t ) = − + dt τC ( ) ( vs1 (t ) + vs 2 (t ) ) + τC • Risulta che la soluzione particolare associata a entrambe le sorgenti è composta dalla somma delle soluzioni particolari associate alle singole sorgenti 35 Circuito risonante reale serie • È un circuito RLC del II ordine (R, L, C > 0) • Le variabili di stato sono vC(t) e iL(t), a cui sono associate le condizioni iniziali vC(0) e iL(0) (= i(0)) vs (t ) = vR (t ) + vL (t ) + vC (t ) vR (t ) = Ri (t ) i (t ) = Cv&C (t ) vL (t ) = Li&(t ) 36 Circuito risonante reale serie (2) • Ne risulta vs (t ) = RCv&C (t ) + LCv&&C (t ) + vC (t ) ⇒ R 1 1 v&&C (t ) + L v&C (t ) + LC vC (t ) = LC vs (t ) vC (0) = V0 i (0) I 0 = v&C (0) = C C • Il polinomio caratteristico associato alla equazione omogenea è R 1 =0 p + p+ L LC 2 2 R 1 R ± − dove : 1p2 = − 2L LC 2L 37 Circuito risonante reale serie (3) • La soluzione generale per t ≥ 0 è: vC (t ) = k1e p1t + k 2 e p2t + vCp (t ) I0 v&C (0) = vC (0) = V0 , C • Dove k1 e k1 dipendono dalle condizioni iniziali • La soluzione particolare viene calcolata come nel caso dei circuiti del I ordine • Il circuito è stabile se ℜ{p1} e ℜ{p2} sono negative 38 Circuito risonante reale serie (4) L • Per R ≥ 2 p1 e p2 sono reali C soluzione omogenea composta da due esponenziali reali (k1 e k2 sono reali) • p1 e p2 sono complessi coniugati se: 2 1 L R <0→R<2 = 2 z0 − C 2 L LC La resistenza deve dissipare «poca energia» rispetto a quella immagazzinata dagli elementi reattivi (z0: impedenza caratteristica) 39 Circuito risonante reale serie (5) • Se p1 e p2 sono complessi coniugati, p1 = σ + jω, p2 = σ – jω, perché la soluzione vC(t) sia reale k1 = k*2 = | k1 |ejϕ • Si trova quindi vC (t ) = 2eσ t ℜ{k1e jω t } + vCp (t ) → vC (t ) = 2 k1 eσ t cos(ωt + ϕ ) + vCp (t ) v&C (0) = I 0 / C vC (0) = V0 , 40 Circuiti di ordine n in t • Per un circuito non degenere LDI di ordine n (n = nD: numero di componenti dinamici), possiamo scrivere o una equazione differenziale di ordine n oppure un sistema di n equazioni differenziali del I ordine. Di norma si utilizza quest’ultimo metodo. Indicando con xk la generica variabile di stato, si ottiene la seguente equazione vettoriale di stato x& (t ) = Ax(t ) + Bu (t ) x(0) = X 0 • Nel caso di un circuito risonante serie, si ha 1 0 v ( t ) v&C (t ) 0 C C = + 1 vs (t ) i&(t ) 1 R i (t ) − − L L L vC (0) = V0 , i (0) = I 0 41 Circuiti di ordine n in t (2) • Gli autovalori della matrice A sono p det( pI − A) = 1 L 1 C = p2 + R p + 1 = 0 R L LC p+ L R 1 p2 = − 2L − 2 + − 1 R − 2 L LC • p1 e p2 sono le frequenze naturali del circuito • Coincidono con le radici del polinomio caratteristico 42 Circuiti di ordine n in t (3) • La soluzione generale è x(t ) = k1ξ1e p1t + k 2ξ 2 e p2t + x (t ) p • Dove ξ1 e ξ2 sono gli autovettori di A e k1 e k2 dipendono dalle condizioni iniziali pt p t • e 1 e e 2 sono i modi naturali del circuito • Se p1 e p2 sono complessi coniugati, lo saranno pure ξ1 e ξ2 e k1 e k2 • N.B. queste costanti k1 e k2 sono diverse da quelle utilizzate nella risoluzione della equazione del II ordine 43 Circuiti di ordine n in t (4) • La soluzione generale può essere scritta in altra forma equivalente alla precedente ( ) p p A t x(t ) = e X 0 − x (0) + x (t ) • L’esponenziale di matrice viene calcolato sulla base degli autovalori e autovettori della matrice A 44 Sovrapposizione delle condizioni iniziali • Consideriamo un circuito LDI di ordine n senza sorgenti indipendenti x& (t ) = Ax(t ) x ( 0) = X 0 • La soluzione è x(t ) = e At X 0 • Dove x01 x 02 X0 = M x0 n 45 Sovrapposizione delle condizioni iniziali (2) • Vale il principio della sovrapposizione delle condizioni iniziali per cui x(t ) = e At X 0 = 0 x01 0 0 0 x = e At + e At 02 + K + e At M M M 0 0 x0 n 46 Stabilità (circuiti lineari) • Un circuito lineare è stabile se le parti reali delle frequenze naturali (autovalori) p1, p2 …, pn sono negative • Un circuito lineare stabile senza sorgenti indipendenti, lasciato evolvere da una certa condizione iniziale, tenderà a dissipare tutta l’energia contenuta nei componenti reattivi, per cui le variabili di stato tenderanno a zero come il tempo tende all’infinito 47 Stabilità (locale) alla Liapunov • Una soluzione x(t) [nx1] di un circuito nonlineare, definita nell’intervallo [t0,∞), è asintoticamente stabile se, per ogni ε > 0, esiste un δ > 0 tale che ogni soluzione x1(t) per cui vale x1 (t0 ) − x(t0 ) < δ • soddisfa lim x1 (t ) − x(t ) < ε t →∞ • Nei circuiti nonlineari la stabilità locale è limitata alla singola soluzione, non si può estendere al circuito • Nei circuiti lineari si dimostra che la stabilità di una soluzione si può estendere alla stabilità di tutte le soluzioni (nonché dei punti di equilibrio) e quindi alla stabilità del circuito stesso 48 Altre variabili del circuito • Ricordiamo le equazioni di uscita della teoria dei sistemi x& (t ) = Ax(t ) + Bu (t ) y (t ) = Cx(t ) + Du(t ) x(0) = X 0 • Le variabili del circuito (tensioni, correnti, potenziali), espresse come y(t), sono una combinazione lineare dello stato e degli ingressi. • Nei circuiti si ricorre al teorema di sostituzione per ricavare un circuito resistivo associato al circuito dinamico originale, la cui soluzione dia le variabili cercate 49 Teorema di sostituzione • Se N (circuito completo in alto) ha un’unica soluzione v = vs(t) (i = is(t) ) per ogni t, allora NL può essere sostituita da una sorgente di tensione vs(t) (corrente is(t) ) senza influenzare le tensioni e le correnti dentro NR, ammesso che Nv (Ni) abbia un’unica soluzione per ogni t 50 Circuito resistivo associato • Applicando il teorema di sostituzione, i condensatori sono sostituiti con dei generatori di tensione di valore vC(t) e gli induttori con dei generatori di corrente di valore iL(t). • Risolvere questo circuito resistivo equivale a scrivere le equazioni di uscita 51 Circuiti degeneri • Prendiamo in considerazione un circuito in cui le variabili di stato siano soggette a una o più relazioni lineari, non siano quindi linearmente indipendenti tra loro. Esempio • v1(t) − v2(t) − v3(t) = 0 • In questo circuito: nD = 4, nLin = 1 • In virtù della relazione lineare, l’ordine del circuito è: n = nD – nLin = 3 • La matrice A ha dimensioni [3x3] 52 Circuiti degeneri (2) • Risolta l’equazione di stato, le variabili di uscita vengono calcolate come nel caso non-degenere con una avvertenza: • Questo circuito ha infinite soluzioni, in quanto non è determinata la corrente nella maglia dei condensatori • Sostituisco allora uno dei generatori di tensione con un generatore di corrente che sostenga la corrente del condensatore, ovvero ik = Ck v&k 53 Parallelo e serie di C e L • Un circuito con due condensatori in serie è molto diverso da un circuito con due condensatori in parallelo. Lo stesso dicasi per gli induttori • Due condensatori in serie (induttori in parallelo) hanno le tensioni (correnti) indipendenti, quindi corrispondono a due variabili di stato • Due condensatori in parallelo (induttori in serie) hanno le tensioni (correnti) dipendenti linearmente, quindi corrispondono a una variabile di stato 54 Parallelo e serie di C e L (2) • Parallelo di due condensatori: Cp = C1 + C2 • Serie di due condensatori: Cs = (C1 C2)/(C1 + C2) • Serie di due induttori: Ls = L1 + L2 • Parallelo di due induttori Lp = (L1 L2)/(L1 + L2) 55 Partitori di C e L • Un partitore di tensione realizzato con due condensatori o due induttori permette di avere un rapporto di riduzione indipendente dalla frequenza • Elemento importante: non dissipano potenza attiva come le resistenze • N.B. A causa del fatto che il condensatore sta al denominatore dell’impedenza, si ha che V1 C2 = Vs C1 + C2 56 Presenza di un interruttore • L’interruttore è un componente resistivo tempo-variante. • Consideriamo un interruttore ideale, il cui stato aperto corrisponde a un circuito aperto e lo stato chiuso a un corto circuito • Divideremo lo studio del circuito in due parti, per t ≤ t0 e t ≥ t0, dove t0 è l’istante in cui l’interruttore commuta • Per collegare le due evoluzioni temporali, utilizzeremo il principio di continuità delle variabili di stato 57 Principio di continuità delle variabili di stato • Consideriamo la tensione su un condensatore (idem per un induttore) 1 ∆t →0 C vC (t + ∆t ) − vC (t ) = lim t + ∆t ∫ i(τ )dτ =0 t se : i (τ ) < M 58 Transitori con Laplace • Trasformando l’equazione matriciale di stato con Laplace sX( s ) − x(0 − ) = AX( s) + BU ( s ) [sI n − A ]X(s) = x(0 − ) + BU( s) −1 −1 X( s) = [sI n − A ] x(0 − ) + [sI n − A ] BU ( s ) 1442443 144 42444 3 soluzione libera soluzione forzata • Il denominatore della X(s) è dato da det[sIn – A] circuito stabile se tutti i poli (coincidenti con gli autovalori di A) sono a parte reale negativa • Nel dominio del tempo si ottiene p x(t ) = e At (X 0 − x p (0) ) + x{ (t ) 1442443 soluzione a soluzione regime transitoria 59