Il Rischio Biologico - Università del Salento

Di.S.Te.B.A.
Dipartimento di Scienze e Tecnologie
Biologiche e Ambientali
Sicurezza di Laboratorio
Corso di laurea in Scienze Biologiche
Il Rischio Biologico
D.Lgs 81/2008 integr. con il D.Lgs 106/2009
Dott.ssa Daniela Pacoda
http://www.disteba.unisalento.it/sesiger
D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Titolo X ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
agente biologico
qualsiasi
microrganismo
anche se geneticamente
modificato
coltura cellulare
endoparassita
umano
che potrebbe provocare infezioni, allergie o
intossicazioni;
microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in
grado di riprodursi o trasferire materiale genetico;
coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate
da organismi pluricellulari.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
Titolo X
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
È opportuno distinguere tra “uso deliberato”
“esposizione potenziale” ad agenti biologici
ed
USO DELIBERATO: isolamento coltura o trattamento di
agenti microbiologici a scopi diagnostici allorché vengano
deliberatamente introdotti nel ciclo lavorativo, per esservi
trattati, manipolati o trasformati ovvero per sfruttarne le
proprietà biologiche a qualsiasi titolo.
Tali condizioni si verificano, quindi, ogni volta che i microrganismi si
configurino comunque quali materia prima, substrato, catalizzatore,
reagente o prodotto in un processo lavorativo, ancorché parziale.
Con queste premesse si comprende come i laboratori diagnostici di
tipo microbiologico siano compresi nella fattispecie delle attività
lavorative che usano agenti biologici.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
Titolo X
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
ESPOSIZIONE POTENZIALE : presenza di
microrganismi, senza la deliberata intenzione di farne
oggetto di attività lavorativa.
E’ il caso di laboratori che non eseguano specificamente le prove di cui
sopra, come pure, delle strutture sanitarie ambulatoriali o
ospedaliere, nei quali anche se può determinarsi la presenza,
occasionale o concentrata, di agenti biologici, non si concreta un vero
e proprio uso di tali agenti, mancando il deliberato intento di farne
oggetto dell'attività lavorativa.
La presenza di agenti biologici ha qui, piuttosto, carattere di
epifenomeno indesiderato ma inevitabile, più che di voluto e specifico
oggetto del lavoro.
SETTORI LAVORATIVI CON USO DELIBERATO
DI AGENTI BIOLOGICI
Università e Centri di ricerca
ricerca e sperimentazione nuovi materiali e
processi che utilizzano agenti biologici
laboratori di microbiologia (diagnostica e saggio)
SETTORI LAVORATIVI CON USO DELIBERATO
DI AGENTI BIOLOGICI
Sanità
ricerca e sperimentazione nuovi metodi diagnostici
farmaci contenenti agenti biologici (uso e sperimentazione)
laboratori di microbiologia
prove biologiche (su animali e cellule)
Zootecnia e Veterinaria
Industria delle Biotecnologie
produzione di microorganismi selezionati
laboratori di microbiologia (diagnostica e saggio)
SETTORI LAVORATIVI CON USO DELIBERATO
DI AGENTI BIOLOGICI
Industria Chimica
produzione per biotrasformazione di
(detersivi, prodotti per la concia del cuoio)
composti
Industria Alimentare
produzione per biotrasformazione
produzione di microrganismi selezionati
laboratori di microbiologia per prove di saggio
Industria Farmaceutica
ricerca e produzione di vaccini, farmaci e kit diagnostici
processi di biotrasformazione
prove biologiche (su animali e cellule)
vari
ATTIVITA’ CON POTENZIALE ESPOSIZIONE AD
AGENTI BIOLOGICI
Industria alimentare
Agricoltura
Zootecnia
Macellazione e lavorazione delle carni
Acquacoltura
Servizi veterinari
Servizi sanitari
(ospedali, ambulatori, studi dentistici…)
Laboratori diagnostici (esclusi quelli di microbiologia)
Servizi mortuali e cimiteriali
Servizi di raccolta, trattamento, smaltimento rifiuti
Servizi di disinfezione e disinfestazione
Impianti di depurazione acque di scarico
Manutenzione impianti fognari
CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI
viene fatta in base alla loro pericolosità per l’uomo:
Infettività
Capacità di sopravvivere alle difese dell’ospite e di
moltiplicarsi in esso (penetrazione e moltiplicazione)
Patogenicità
Capacità di produrre malattia a seguito di infezione
(produzione di malattia)
Trasmissibilità
Capacità di essere trasmesso da un soggetto portatore o
malato ad un soggetto non infetto (contagio di soggetti
suscettibili)
Neutralizzabilità
Disponibilità di efficaci terapie o misure profilattiche (vaccini)
per prevenire la malattia
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
Titolo X art. 268
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro
gruppi a seconda della gravità del rischio di infezione:
GRUPPO
1
Possibilità di
causare
malattia
Bassa
Probabilità di
propagazione
nella comunità
-
Misure
profilattiche o
terapeutiche
Esempi
-
-
2
Si
Si, bassa
efficaci
Morbillo (V)
Poliomelite (V)
Candida (A)
Botulino (T)
3
Si, grave
Si
Generalmente
presenti
HIV** (D)
Epatite C** (D)
Epatite B** (D)
4
Si, grave
Si, alta
Assenti
Ebola
D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Titolo X ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Estratto dall’Allegato XLVI
Elenco degli agenti biologici classificati
1. Sono inclusi nella classificazione unicamente gli agenti di cui è noto che possono provocare
malattie infettive in soggetti umani.
I rischi tossico ovvero allergenico eventualmente presenti sono indicati a fianco di ciascun agente in
apposita colonna.
Non sono stati presi in considerazione gli agenti patogeni di animali e piante di cui è noto che non
hanno effetto sull'uomo.
In sede di compilazione di questo primo elenco di agenti biologici classificati non si è tenuto
conto dei microrganismi geneticamente modificati.
2. La classificazione degli agenti biologici si basa sull'effetto esercitato dagli stessi su lavoratori
sani.
Essa non tiene conto dei particolari effetti sui lavoratori la cui sensibilità potrebbe essere modificata da
altre cause quali malattia preesistente, uso di medicinali, immunità compromessa, stato di gravidanza o
allattamento, fattori dei quali è tenuto conto nella sorveglianza sanitaria di cui all'art. 95.
3. Gli agenti biologici che non sono stati inclusi nei gruppi 2, 3, 4 dell'elenco non sono
implicitamente inseriti nel gruppo 1.
Per gli agenti di cui è nota per numerose specie la patogenicità per l'uomo, l'elenco comprende le
specie più frequentemente implicate nelle malattie, mentre un riferimento di carattere più generale
indica che altre specie appartenenti allo stesso genere possono avere effetti sulla salute dell'uomo.
Quando un intero genere è menzionato nell'elenco degli agenti biologici, è implicito che i ceppi e le
specie definiti non patogeni sono esclusi dalla classificazione.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Titolo X ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Estratto dall’Allegato XLVI
Elenco degli agenti biologici classificati
4. Quando un ceppo è attenuato o ha perso geni notoriamente virulenti, il contenimento richiesto dalla
classificazione del ceppo parentale non è necessariamente applicato a meno che la valutazione del
rischio da esso rappresentato sul luogo di lavoro non lo richieda.
5. Tutti i virus che sono già stati isolati nell'uomo e che ancora non figurano nel presente
allegato devono essere considerati come appartenenti almeno al gruppo 2, a meno che sia provato
che non possono provocare malattie nell'uomo.
6. Taluni agenti classificati nel gruppo 3 ed indicati con doppio asterisco (**) nell'elenco allegato
possono comportare un rischio di infezione limitato perchè normalmente non sono veicolati
dall'aria. Nel caso di particolari attività comportanti l'utilizzazione dei suddetti agenti, in relazione al
tipo di operazione effettuata e dei quantitativi impiegati può risultare sufficiente, per attuare le misure
di cui ai punti 2 e 13 dell'Allegato XII ed ai punti 2, 3, 5 dell'Allegato XIII, assicurare i livelli di
contenimento ivi previsti per gli agenti del gruppo 2.
7. Le misure di contenimento che derivano dalla classificazione dei parassiti si applicano unicamente
agli stadi del ciclo del parassita che possono essere infettivi per l'uomo.
8. L'elenco contiene indicazioni che individuano gli agenti biologici che possono provocare
reazioni allergiche o tossiche, quelli per i quali è disponibile un vaccino efficace e quelli per i
quali è opportuno conservare per almeno dieci anni l'elenco dei lavoratori che hanno operato in
attività con rischio di esposizione a tali agenti.
Rilievi: A possibili effetti allergici
D elenco dei lavoratori
T produzione di tossine
V vaccino efficace disponibile
Estratto dall’Allegato XLVI
Elenco degli agenti biologici classificati
Batteri e organismi simili
Agente biologico
Classificazione
Rilievi
Agente biologico
Classificazione
Rilievi
Actinomyces pyogenes
2
Legionella pneumophila
2
Bacillus anthracis
3
Leptospira interrogans (tutti i serotipi)
2
Bordetella pertussis
2
Mycobacterium tuberculosis
3
Brucella abortus
3
Neisseria gonorrhoeae
2
Brucella canis
3
Neisseria meningitidis
2
Brucella melitensis
3
Pseudomonas aeruginosa
2
Brucella suis
3
Rhodococcus equi
2
Campylobacter fetus
2
Rickettsia prowazekii
3
Salmonella paratyphi A, B, C
2
V
Salmonella typhi
3 (**)
V
Shigella dysenteriae (Tipo 1)
3 (**)
T
V
Chlamydia pneumoniae
2
Clostridium botulinum
2
T
Clostridium tetani
2
T, V
Clostridium spp
2
Corynebacterium diphtheriae
2
Escherichia coli (ad eccezione dei ceppi
non patogeni)
2
Haemophilus influenzae
2
Klebsiella pneumoniae
2
Staphylococcus aureus
2
Streptococcus pyogenes
2
Vibrio cholerae (incluso El Tor)
2
Yersinia pestis
3
V
V
T, V
V
V
Estratto dall’Allegato XLVI
Elenco degli agenti biologici classificati
Virus
Agente biologico
Classificazione
Adenoviridae
2
Virus Lassa
4
Virus Machupo
4
Virus Ebola
4
Virus di Marburg
4
Virus dell'epatite C
Rilievi
3 (**)
D
3
V
Virus dell'epatite B
3 (**)
V, D
Virus dell'epatite D (Delta) (b)
3 (**)
V, D
Febbre gialla
Cytomegalovirus
2
Virus d'Epstein-Barr
2
Herpesvirus simiae (B virus)
3
Herpes simplex virus tipi 1 e 2
2
Herpesvirus varicella-zoster
2
Virus influenzale tipi A, B e C
2
Virus parainfluenzali tipi 1-4
2
Parvovirus dell'uomo (B 19)
2
Virus dell'epatite A (enterovirus dell'uomo tipo 72)
2
V (c)
Agente biologico
Classificazione
Rilievi
Virus della poliomelite
2
V
Rhinovirus
2
Virus del nodulo dei mungitori
2
Molluscum contagiosum virus
2
Coltivirus
2
Rotavirus umano
2
Orbivirus
2
Reovirus
2
Virus della sindrome di immunodeficienza
umana (AIDS)
3 (**)
D
Virus di leucemie umane e cellule T (HTLV)
tipi 1 e 2
3 (**)
D
Virus della rabbia
3 (**)
V
Virus della stomatite vescicolosa
V
Encefalite spongiforme bovina (BSE) ed
altre TSE degli animali a queste associate
2
3 (**)
D (d)
Estratto dall’Allegato XLVI
Elenco degli agenti biologici classificati
Parassiti
Agente biologico
Classificazione
Rilievi
Agente biologico
Classificazione
Acanthamoeba castellanii
2
Leishmania tropica
2
Ancylostoma duodenale
2
Leishmania major
2
Ascaris lumbricoides
2
A
Leishmania spp
2
Ascaris suum
2
A
Paragonimus westermani
2
Capillaria philippinensis
2
Capillaria spp
2
Cryptosporidium parvum
2
Cryptosporidium spp
Plasmodium falciparum
3 (**)
2
2
Plasmodium spp (uomo &
scimmia)
Schistosoma haematobium
Cyclospora cayetanensis
2
Strongyloides stercoralis
2
Diphyllobothrium latum
2
Strongyloides spp
2
Dracunculus medinensis
2
Taenia saginata
2
Echinococcus granulosus
3 (**)
Echinococcus multilocularis
3 (**)
Entamoeba histolytica
2
Fasciola gigantica
2
Fasciola hepatica
2
Leishmania donovani
Leishmania tropica
3 (**)
2
Taenia solium
2
3 (**)
Toxoplasma gondii
2
Trichinella spiralis
2
Trypanosoma brucei brucei
2
Trypanosoma cruzi
3
Wuchereria bancrofti
2
Rilievi
Estratto dall’Allegato XLVI
Elenco degli agenti biologici classificati
Funghi
Agente biologico
Classificazione
Rilievi
Aspergillus fumigatus
2
A
Blastomyces dermatitidis (Ajellomyces dermatitidis)
3
Candida albicans
2
Candida tropicalis
2
Cladophialophora bantiana (es. Xylohypha bantiana,
Cladosporium bantianum o trichoides)
3
Coccidioides immitis
3
A
neoformans var. neoformans)
2
A
Cryptococcus neoformans var. gattii (Filobasidiella
bacillispora)
Histoplasma capsulatum var. capsulatum (Ajellomyces
capsulatum)
2
A
Histoplasma capsulatum duboisii
3
Paracoccidioides brasiliensis
3
Penicilium marneffei
2
Scedosporium apiospermum, Pseudallescheria boydii
2
Scedosporium prolificans (inflantum)
2
Sporothrix schenckii
2
Trichophyton rubrum
2
Trichophyton spp
2
A
Cryptococcus neoformans var. neoformans (Filobasidiella
3
A
In un laboratorio chimico-biologico le situazioni
di maggior rischio sono:
•formazione di areosol in corso di
centrifugazione
ultrasonicazione
uso di provette sottovuoto
•manipolazione di campioni biologici
• esecuzione di prelievi arteriosi
•sperimentazione su animali
•allestimento, colorazione e lettura dei preparati
microscopici
•utilizzo di linee cellulari umane, tessuti umani, linee
cellulari di primati, cellule utilizzate per l’analisi di
patogeni umani. Le colture cellulari possono essere
anche colpite da contaminazioni virali, batteriche e da
parassiti
Vie di trasmissione delle infezioni: diretta e indiretta
Trasmissione per via aerea
La trasmissione per via aerea può rappresentare un potenziale
pericolo di contagio in tutte le patologie infettive. L’infezione si
verifica in seguito all’inalazione di microrganismi presenti nell’aria
dove sono immessi per disseminazione sia di “droplet” (goccioline
di grandi dimensioni), sia di “nuclei di goccioline” (di dimensioni di
5 µm o meno), sia di particelle di polveri contenenti l’agente
infettivo.
Il Bioareosol come fattore di rischio
Il bioareosol che si forma durante le comuni operazioni di laboratorio
rappresenta una delle cause più frequenti di contaminazione ambientale
nei laboratori e di rischio per il personale, soprattutto se si lavora con
agenti biologici che si diffondono facilmente per via aerea.
Il bioareosol si può formare durante:
•l’apertura di contenitori (provette, scatole petri, fiale, beute ecc.)
•l’impiego di agitatori, scuotitori, frantumatori di cellule, centrifughe e
ultracentrifughe, liofilizzatori, sonicatori, pipette, siringhe
•la flambatura di anse o aghi che può causare l’occasionale proiezione a
distanza di germi ancora viventi
•durante la manipolazione di colture batteriche davanti ad una finestra, in
quanto le correnti d’aria favoriscono la dispersione locale dei
microrganismi
Concentrazione e dimensione di particelle di aerosol prodotte durante
tecniche di laboratorio rappresentative
Operazione
N° colonie vitali
Dimensione della particella (µ
µm)
(n° medio di colonie /28,3 dm3 di
aria)
Mescolamento colture con:
Pipette
6,0
3,5
Vortex
0,0
0,0
Miscelatori
9,4
4,8
Con il tappo
119,0
1,9
Senza tappo
1500,0
1,7
6,0
4,8
143,0
10,0
4838,0
10,0
Uso di omogenizzatori:
Uso di sonicatore
Colture cellulari:
Aperte attentamente
Gocciolanti e rotte
Modalità di penetrazione dei microrganismi
cutanea
mucosa
umorale
la cute se integra costituisce una barriera
pressocchè insormontabile per i microrganismi
patogeni; bastano però lesioni di continuo, anche
minime, perché la penetrazione possa avvenire
è la più importante via di accesso dei
microrganismi patogeni nell’organismo. Le
mucose più implicate sono quelle
dell’apparato respiratorio e digerente, oltre
alla mucosa genito-urinaria e congiuntivale.
ingresso diretto dei germi
patogeni nei tessuti o nel
torrente circolatorio
attraverso ferite accidentali,
punture di insetti o
morsicature di animali infetti.
Trasmissione degli agenti patogeni attraverso
puntura della cute o attraverso una ferita
patogeni a trasmissione parenterale
• agenti biologici causa di malattie
nell’uomo che possono essere
presenti ed essere trasmessi con il
sangue umano sono:
– virus dell’epatite B (HBV)
– virus dell’epatite C (HCV)
– virus dell’immunodeficienza
umana (HIV)
• per sangue si deve intendere: sangue umano, e
derivati
altri fluidi corporei
assimilabili al sangue
• liquidi corporei: sperma, secrezioni vaginali, liquido
cerebrospinale, liquido sinoviale, liquido pleurico,
liquido pericardico, liquido peritoneale, liquido
amniotico, saliva.
• altri liquidi corporei visibilmente contaminati da
sangue
• qualsiasi fluido corporeo di cui non è possibile stabilire
l’origine in situazioni di emergenza
altri campioni assimilabili
• tessuti o organi umani non fissati
• colture cellulari o colture di
tessuti infettati da HIV o HBV
• sangue, organi o altri tessuti di
animali da laboratorio infettati
sperimentalmente con HIV o
HBV
Trasmissione indiretta
Malato o portatore
Ambiente esterno
Individuo sano
Questo tipo di trasmissione delle malattie infettive può compiersi
attraverso l’utilizzo di mezzi inanimati (VEICOLI) o attraverso
esseri animati (VETTORI).
aria
suolo
acqua
alimenti
fomite
Vie di trasmissione delle infezioni
I
VETTORI
sono
invece
organismi
animati
(generalmente insetti) che dopo aver assunto i
microrganismi
dalla
sorgente,
li
disseminano
nell’ambiente esterno o li inoculano direttamente in un
organismo vivente. Alcuni vettori (mosche) compiono
questa funzione occasionalmente e soprattutto
passivamente, altri ospitano l’agente biologico patogeno
nel loro organismo, ed in questo si moltiplica (vettori
obbligati).
Un esempio di malattia trasmessa da vettore
La malattia di Lyme
è un'infezione batterica che colpisce prevalentemente la
pelle, le articolazioni, il sistema nervoso e gli organi interni.
Può manifestarsi con sintomi talora gravi, persistenti e, se
non curata, assume un decorso cronico.
A causarla è un batterio della famiglia delle spirochete
(Borrelia burgdoferi Gruppo 2), di cui sono serbatoi naturali i
topi del bosco. Altri animali selvatici (come lepri, volpi,
ungulati e uccelli) possono occasionalmente ospitare il
batterio e contribuire alla sua diffusione in ambito silvestre.
Le zecche sono il principale vettore della malattia.
Succhiando il sangue degli animali infetti, raccolgono la
spirocheta e con i morsi successivi sono in grado di
trasmetterla ai nuovi ospiti.
Le zecche pungono indifferentemente tutti gli esseri a sangue
caldo, compreso l'uomo. Il morso non è doloroso e, proprio per
questo, passa inosservato. Una volta attaccate alla pelle
agiscono come una pompa succhiando e rigettando
continuamente il sangue: in questo modo possono
contaminarne una quantità enorme in poco tempo.
Alla fine si lasciano cadere sul terreno.
Poiché non esiste ancora un vaccino contro la malattia
la migliore prevenzione è quella di assumere alcune
precauzioni per evitare, durante le escursioni nei
boschi, il morso delle zecche.
Le
principali
misure
preventive
sono:
- usare indumenti che coprono quanto più possibile il
corpo;
-evitare di sedersi sull'erba;
- al rientro lavarsi accuratamente ed accertare
l'assenza di zecche sui vestiti e sul corpo;
- ricordarsi che le zecche sono più attive da aprile a
novembre.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
Titolo X
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Comunicazione (Art. 269)
Qualsiasi attività che comporti l’uso di agenti biologici di
gruppo 2 o 3 deve essere comunicata all’organo di vigilanza
almeno trenta giorni prima dell’inizio dei lavori fornendo il
nome dell’azienda e del suo titolare e il DVR .
Se l’attività comporta la presenza di microrganismi
geneticamente modificati il DVR è sostituito dalla
documentazione riportata nella normativa specifica (d.l. 206 del
12 aprile 2001).
I laboratori che svolgono attività diagnostica sono tenuti alla
comunicazione anche per gli agenti biologici di gruppo 4.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
Titolo X
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Autorizzazione (Art. 271)
Il datore di lavoro che intende utilizzare, nell’esercizio della
propria attività, un agente biologico del gruppo 4 deve munirsi
di autorizzazione del Ministero del lavoro, della salute e delle
politiche sociali. L’autorizzazione viene rilasciata previo parere
del Ministero della Sanità e ha la durata di 5 anni.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
Titolo X
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Capo II
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO
Art. 271 Valutazione del rischio
1. Il datore di lavoro, nella valutazione del rischio di cui all'art. 4, comma 1,
tiene conto di tutte le informazioni disponibili relative alle caratteristiche
dell'agente biologico e delle modalità lavorative, ed in particolare:
a) della classificazione degli agenti biologici che presentano o possono
presentare un pericolo per la salute umana quale risultante dall'allegato XLVI o,
in assenza, di quella effettuata dal datore di lavoro stesso sulla base delle
conoscenze disponibili e seguendo i criteri di cui all'art. 268, commi 1 e 2;
b) dell'informazione sulle malattie che possono essere contratte;
c) dei potenziali effetti allergici e tossici;
d) della conoscenza di una patologia della quale è affetto un lavoratore, che è da
porre in correlazione diretta all'attività lavorativa svolta;
e) delle eventuali ulteriori situazioni rese note dall'autorità sanitaria competente
che possono influire sul rischio;
f) del sinergismo dei diversi gruppi di agenti biologici utilizzati.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
Titolo X
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Art. 272 Misure tecniche, organizzative, procedurali
1. In tutte le attività per le quali la valutazione di cui all'art. 271 evidenzia rischi
per la salute dei lavoratori il datore di lavoro attua misure tecniche, organizzative
e procedurali, per evitare ogni esposizione degli stessi ad agenti biologici.
2. In particolare, il datore di lavoro:
a) evita l'utilizzazione di agenti biologici nocivi, se il tipo di attività lavorativa lo
consente;
b) limita al minimo i lavoratori esposti, o potenzialmente esposti, al rischio di
agenti biologici;
c) progetta adeguatamente i processi lavorativi anche attraverso l’uso di
dispositivi di sicurezza atti a proteggere dall’esposizione accidentale ad agenti
biologici;
d) adotta misure collettive di protezione ovvero misure di protezione individuali
qualora non sia possibile evitare altrimenti l'esposizione;
e) adotta misure igieniche per prevenire e ridurre al minimo la propagazione
accidentale di un agente biologico fuori dal luogo di lavoro;
f) usa il segnale di rischio biologico, rappresentato nell'allegato X, e altri segnali
di avvertimento appropriati;
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
Titolo X
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Art. 272 Misure tecniche, organizzative, procedurali
g) elabora idonee procedure per prelevare, manipolare e trattare campioni
di origine umana ed animale;
h) definisce procedure di emergenza per affrontare incidenti;
i) verifica la presenza di agenti biologici sul luogo di lavoro al di fuori del
contenimento fisico primario, se necessario o tecnicamente realizzabile;
l) predispone i mezzi necessari per la raccolta, l'immagazzinamento e lo
smaltimento dei rifiuti in condizioni di sicurezza, mediante l'impiego di
contenitori adeguati ed identificabili eventualmente dopo idoneo
trattamento dei rifiuti stessi;
m) concorda procedure per la manipolazione ed il trasporto in condizioni di
sicurezza di agenti biologici all'interno e all’esterno del luogo di lavoro.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
Titolo X
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Art. 278 Informazioni e formazione
1. Nelle attività per le quali la valutazione di cui all'art. 271 evidenzia rischi per la
salute dei lavoratori, il datore di lavoro fornisce ai lavoratori, sulla base delle
conoscenze disponibili, informazioni ed istruzioni, in particolare per quanto
riguarda:
a) i rischi per la salute dovuti agli agenti biologici utilizzati;
b) le precauzioni da prendere per evitare l'esposizione;
c) le misure igieniche da osservare;
d) la funzione degli indumenti di lavoro e protettivi e dei dispositivi di protezione
individuale ed il loro corretto impiego;
e) le procedure da seguire per la manipolazione di agenti biologici del gruppo 4;
f) il modo di prevenire il verificarsi di infortuni e le misure da adottare per ridurne
al minimo le conseguenze.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
Titolo X
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Art. 278 Informazioni e formazione
2. Il datore di lavoro assicura ai lavoratori una formazione adeguata in particolare
in ordine a quanto indicato al comma 1.
3. L'informazione e la formazione di cui ai commi 1 e 2 sono fornite prima che i
lavoratori siano adibiti alle attività in questione, e ripetute, con frequenza almeno
quinquennale, e comunque ogni qualvolta si verificano nelle lavorazioni
cambiamenti che influiscono sulla natura e sul grado dei rischi.
4. Nel luogo di lavoro sono apposti in posizione ben visibile cartelli su cui sono
riportate le procedure da seguire in caso di infortunio od incidente.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
Titolo X
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Art. 279 Prevenzione e controllo
1. Qualora l’esito della valutazione del rischio ne rilevi la necessità i lavoratori
esposti ad agenti biologici sono sottoposti alla sorveglianza sanitaria di cui all’art.
41.
2. Il datore di lavoro, su conforme parere del medico competente, adotta misure
protettive particolari per quei lavoratori per i quali anche per motivi sanitari
particolari si richiedono misure speciali di protezione…….
Omissis….
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
Titolo X
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Art. 280 Registri degli esposti e degli eventi accidentali
1. I lavoratori addetti ad attività comportanti uso di agenti del gruppo 3 ovvero 4
sono iscritti in un registro in cui sono riportati, per ciascuno di essi, l'attività
svolta, l'agente utilizzato e gli eventuali casi di esposizione individuale.
2. Il datore di lavoro istituisce ed aggiorna il registro di cui al comma 1 e ne cura
la tenuta tramite il responsabile del servizio di prevenzione e protezione. Il
medico competente e il rappresentante per la sicurezza hanno accesso a detto
registro. ….
Copia del registro deve essere consegnata all’exISPESL e
all’organo di vigilanza competente per territorio, comunicando
le eventuali variazioni ogni tre anni.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
Titolo X
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
MISURE DI CONTENIMENTO
Negli allegati XLVII e XLVIII del D.Lgs. 81/08 sono
riportate le misure di contenimento da attuare per i
vari gruppi di rischio.
Il termine contenimento indica le misure di sicurezza
per l’utilizzo, la manipolazione e la conservazione
degli agenti biologici atte ad eliminare o ridurre al
minimo l’esposizione.
MISURE DI CONTENIMENTO
Il contenimento può essere ottenuto con:
Barriere fisiche
Isolamento
Sterilizzazione
Cappe biologiche
Guanti
Maschere
Occhiali
Barriere chimiche
Detersivi
Disinfettanti
Barriere biologiche
Vaccinazione
MISURE DI CONTENIMENTO
Possiamo distinguere due tipologie di contenimento
– primario: è la prima linea di difesa quando si
lavora con agenti infettivi o si è esposti al rischio
di esposizione
protezione del lavoratore o del
personale situato nelle immediate
vicinanze della possibile sorgente di
esposizione
- secondario: protezione dell’ambiente
esterno ad una possibile sorgente di
esposizione
I livelli di contenimento dipendono
dalla classe dell’agente biologico e
dal tipo di contatto prevedibile.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
Titolo X
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Misure di contenimento All. XLVII D.Lgs. 81/2008 per i livelli di contenimento 2,3,4
La zona di lavoro deve essere separata da qualsiasi 2 No
altra attività nello stesso edificio
3 racc.
4 Si
L'aria immessa nella zona di lavoro e l'aria estratta 2 No
devono essere filtrate attraverso un ultra-filtro 3 Si sull’aria estratta
(HEPA) o un filtro simile
4 Si sull’aria immessa e su quella
estratta
L'accesso deve essere limitato alle persone 2 racc.
autorizzate
3 Si
4 Si attraverso una camera di
compensazione
I materiali infetti, compresi gli animali, devono 2 Ove opportuno
essere manipolati in cabine di sicurezza, isolatori o 3 Si quando l’infezione è veicolata
altri adeguati contenitori
dall’aria
4 Si
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
Titolo X
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
MISURE DI CONTENIMENTO
Agenti biologici di gruppo 1- BL1
Ad integrazione di quanto previsto dall’allegato XLVII del D.Lsg.
81/08 è necessario considerare che anche quando l’agente
biologico è di gruppo 1 può provocare allergie pertanto occorre:
•
•
•
•
•
evitare l’accumulo delle esposizioni;
prevenire la formazione di areosol;
effettuare la pulizia quotidiana dei locali di lavoro;
indossare i dispositivi di protezione individuali (DPI);
curare l’igiene delle mani con detergenti adatti;
prevenire la fuoriuscita di microrganismi all’esterno del
laboratorio;
D.Lgs. 81/08
Titolo X
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
MISURE DI CONTENIMENTO
Agenti biologici di gruppo 2 – BL2
Valgono le misure indicate per il gruppo 1 ed inoltre:
• le operazione che possono produrre areosol vanno
effettuate sotto cappa di sicurezza biologica di classe
I o II;
• il personale esterno addetto alle pulizie non deve
entrare in contatto con le attrezzature di laboratorio;
• deve essere predisposto un programma di sorveglianza
sanitaria degli esposti;
• Redigere specifiche procedure
D.Lgs. 81/08
Titolo X
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
MISURE DI CONTENIMENTO
Agenti biologici di gruppo 3- BL3
Valgono le misure indicate per i gruppi 1 e 2 ed inoltre:
• occorre mantenere il laboratorio in pressione negativa
rispetto all’ambiente esterno;
• le finestre devono essere sigillate;
• devono essere utilizzati DPI idonei;
• le zone adibite a laboratorio devono essere
debitamente segnalate;
• Cappa Biohazard di classe II o III
D.Lgs. 81/08
Titolo X
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
MISURE DI CONTENIMENTO
Agenti biologici di gruppo 4-BL4
Valgono le misure indicate per i gruppi 1, 2 e 3 ed inoltre:
• le operazioni vanno effettuate sotto cappa di sicurezza
di classe III;
• l’accesso al laboratorio deve essere effettuato sempre
almeno in due persone;
• deve esistere un accesso a doppia porta e chiusura
ermetica;
• l’aria in uscita deve essere filtrata da almeno due filtri
HEPA;
• all’interno del laboratorio il personale deve indossare
esclusivamente indumenti dedicati;
Misure di prevenzione
precauzioni universali:
tutti gli operatori devono usare idonee misure di
barriera per prevenire l’esposizione cutanea e
mucosa:
- guanti che devono essere sostituiti dopo ogni
procedura
- mascherine ed occhiali
per prevenire
l’esposizione delle mucose della bocca, del naso e
degli occhi ogni qualvolta vi sia la possibilità di
emissione di goccioline o aerosol
- camici nei casi in cui vi possano essere schizzi di
sangue
Misure di prevenzione
- le mani devono essere lavate accuratamente ed
immediatamente se si verifica accidentalmente il contatto
con sangue o altri liquidi biologici e dopo la rimozione di
guanti
- devono essere adottare tutte le misure necessarie a
prevenire incidenti causati da aghi, bisturi ed altri oggetti
taglienti utilizzati durante la esecuzione delle manovre:
gli aghi non devono essere reincappucciati
o piegati e rotti, rimossi dalle siringhe o
manipolati in qualsiasi modo. Devono essere
eliminati in appositi contenitori
Misure di prevenzione
- il materiale utilizzato deve essere sterilizzato mediante
trattamento in autoclave a 120°C per 20 min
- i rifiuti speciali ospedalieri devono essere inviati ad
incenerimento presso ditte specializzate
Le precauzioni universali devo essere utilizzate quando si manipolano:
sangue
liquido seminale
liquido
cerebrospinale
liquido peritoneale
secrezioni vaginali
liquido pleurico
liquido amniotico
Misure di prevenzione
nei casi in cui si manipolino altri materiali biologici quali:
feci
secrezioni nasali
saliva
sudore
lacrime
urine
vomito
non sono necessarie le precauzioni universali, a meno della
presenza macroscopica di sangue, ma vanno comunque adottate
le Buone Prassi di laboratorio.
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
DISINFEZIONE E STERILIZZAZIONE
Per decontaminazione si intende qualsiasi processo
in grado di rimuovere/uccidere microrganismi
Per disinfezione si intende
l’impiego di mezzi fisici o
chimici che uccidono i
microrganismi ma non
necessariamente le spore
Per sterilizzazione si
intende un processo
che uccide tutte le
classi di
microrganismi
comprese le spore
Attività antimicrobica dei principali disinfettanti chimici
considerando un tempo di contatto minimo di 15 min
Batteri
Forme vegetative
Composti di ammonio
quaternario
Fenoli
Derivati del cloro
Iodofori
Alcol
Glutaraldeide
Perossido d’idrogeno
Virus
lipidici
Bacilli
tubercolari
Virus
idrofili
Spore
batteriche
+
+
-
-
-
+
+
+
+/-
-
+
+
+
+
+/-
+
+
+
+/-
-
+
+
+
+/-
-
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
GERMICIDI CHIMICI
Per germicida chimico si intende una sostanza o miscela in grado di
uccidere i microrganismi.
Cloro
Il cloro è un ossidante ad azione rapida, ad ampio spettro e
facilmente reperibile. La forma commerciale è una soluzione
acquosa di ipoclorito di sodio (NaOCl), la candeggina che ha una
concentrazione di cloro libero pari a 50g/L. La candeggina è alcalina
quindi ha un potere corrosivo sui metalli e se lasciata all’aria se ne
riduce il potere germicida perché si riduce la disponibilità di cloro
libero.
I disinfettanti comunemente utilizzati in laboratorio dovrebbero
avere una concentrazione di cloro libero pari a 1g/L. Nel caso di
sversamenti a rischio biologico è consigliabile utilizzare una
concentrazione di 5g/L.
E’ importante ricordare che il cloro è tossico quindi la candeggina va
usata in aree ben ventilate e mai miscelata con acidi per evitare la
rapida formazione di gas cloro.
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Alcoli
L’alcol etilico e l’alcol isopropilico agiscono coagulando le proteine in
presenza di acqua. Sono attivi contro le forme vegetative di
batteri, funghi, virus con involucro lipidico ma non contro le spore.
La concentrazione ottimale come germicida è del 70%. Si possono
utilizzare anche miscele di alcol con cloro libero 2g/L che risultano
più efficaci del solo alcol.
Le soluzioni di etanolo al 70%(v/v) possono essere usate sulla pelle,
sui banchi di lavoro, sulle cappe biologiche e per piccoli utensili di
laboratorio. Le soluzioni contenenti alcol non devono essere
trattate in autoclave.
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Agenti fisici ad azione germicida
Calore secco
Viene applicato in apposite stufe. Per una sterilizzazione
completa è necessario che sia raggiunta una temperatura di
160°C per due ore o di 140°C per tre ore.
Calore umido
Viene applicato in autoclavi. Il vapore
saturo sotto pressione è un mezzo
estremamente efficace per sterilizzare
oggetti e soluzioni di uso comune in
laboratorio.
Radiazioni ultraviolette
E’ un sistema di sterilizzazione particolarmente idoneo all’ambiente
sotto cappa e per piccoli ambienti. I raggi UV non hanno grande
capacità di penetrazione perciò sono efficaci soprattutto sulle
superfici.
Essendo agenti mutageni ed estremamente dannosi per gli occhi
devono essere utilizzati a distanza dagli operatori.
Procedure da seguire in caso di sversamento o esposizione a
materiale biologico
Sversamento di materiale infetto:
1) Indossare due paia di guanti
2) Coprire il materiale con un pezzo di carta assorbente imbevuto
di disinfettante
3) Lasciare agire per almeno 30 minuti
4) Se sono presenti frammenti di vetro maneggiarli con le pinze
5) Eliminare la carta e il materiale in appositi contenitori per rifiuti
biologici
6) Pulire e disinfettare la superficie contaminata
7) Autoclavare o immergere per 24 ore nel disinfettante tutto il
materiale utilizzato
Procedure da seguire in caso di sversamento o esposizione a
materiale biologico
Esposizione a materiale biologico:
In caso di puntura o taglio
•
•
•
Aumentare il sanguinamento
Detergere con acqua e sapone
Disinfettare la ferita utilizzando i prodotti contenuti nella
cassetta del pronto soccorso
In caso di contatto cutaneo
•
•
Lavare la zona con acqua e sapone
Disinfettare la cute con i prodotti contenuti nella cassetta di
pronto soccorso
Procedure da seguire in caso di sversamento o esposizione a
materiale biologico
In caso di schizzi negli occhi
• Sciacquare gli occhi con acqua utilizzando i
lavaocchi
Rottura di provette o altri contenitori all’interno di centrifughe:
•
•
•
•
Fermare il rotore e lasciare la centrifuga chiusa per almeno 30
minuti
Indossare guanti possibilmente antitaglio
Aprire i rotori o i contenitori a tenuta, con le pinze recuperare i
frammenti di vetro o plastica, porli in un contenitore adatto allo
smaltimento
Autoclavare o immergere in un disinfettante per 24 ore tutte le
provette rotte, i frammenti di vetro, i contenitori: usare
varechina diluita 1:5 o alcol 70%
•
•
Il rotore e gli accessori vanno puliti con disinfettante facendo
attenzione alla compatibilità chimica
Pulire l’interno della centrifuga e lasciare agire un disinfettante
per tutta la notte, quindi lavare con acqua e asciugare; trattare
come rifiuti biologici tutti i materiali contaminati
Misure comportamentali generali in un
Laboratorio Biologico
Misure comportamentali generali in un
Laboratorio Biologico
• Non fumare, mangiare, bere e tenere cibo in tutte le
zone dove sono tenuti o maneggiati materiali biologici
pericolosi;
•ogni volta che si maneggino sangue, liquidi biologici e qualsiasi
altro materiale di provenienza umana o animale indossare guanti
monouso in lattice o vinile, indumenti protettivi (camice con
maniche lunghe), occhiali e visiera;
•togliere gli indumenti protettivi quando si lascia il laboratorio;
• non toccare le maniglie delle porte e altri oggetti del
laboratorio con i guanti con cui si è maneggiato materiale
potenzialmente infetto;
• rispettare le norme igieniche, lavarsi le mani
frequentemente e ogni qualvolta ci si contamini o
immediatamente dopo aver rimosso i guanti;
• non pipettare con la bocca, usare solo pipettatori
meccanici;
• è vietato reincappucciare gli aghi: riporli direttamente
negli appositi contenitori;
• eliminare le punte delle micropipette in contenitori di
plastica rigida;
• usare cappe adeguate per il livello di contenimento
relativo al grado di pericolosità dei microrganismi
utilizzati;
• decontaminare le superfici di lavoro ogni giorno o dopo
uno spandimento.
ORGANISMI
GENETICAMENTE
MODIFICATI
D.Lgs. 12 aprile 2001 n. 206
Misure per l’impiego confinato dei microrganismi
geneticamente modificati, volte a tutelare la salute
dell’uomo e dell’ambiente
L’utilizzo di OGM prevede da parte dell’utilizzatore e
del titolare dell’impianto di una Notifica al Ministero
della Sanità.
Valutazione della classe d’impiego
Notifica dell’impianto
Notifica dell’impiego
e p.c.
Regione o
Provincia
autonoma
interessata
Ministero della Sanità
autorizzazioni
•In analogia con i gruppi di rischio 1-4 previsti dal D. L.vo
81/2008 e s.m.i., sono previste quattro classi di impiego,
definite sulla base del livello di contenimento necessario
a proteggere la salute umana e l’ambiente dai possibili
rischi connessi con l’uso del particolare MOGM.
•Si noti che mentre a norma del D. L.vo 81/2008 e s.m.i.
si classificano in gruppi di rischio gli agenti biologici, qui
l’oggetto della classificazione non sono i MOGM bensì
gli impieghi previsti.
Classi di rischio = classi d’impiego del MOGM
La classe dell’impiego confinato è determinata dal
livello di
contenimento adeguato a garantire la sicurezza per la salute.
Classe 1 impieghi confinati che presentano rischi nulli o
trascurabili, ovvero operazioni per le quali un livello 1 di
contenimento è adeguato a proteggere la salute umana e
l’ambiente
Classe 2 impieghi confinati a rischio basso, ovvero operazioni per
le quali un livello 2 di contenimento è adeguato a proteggere la
salute umana e l’ambiente
Classe 3 impieghi confinati che presentano un rischio moderato,
ovvero operazioni per le quali un livello 3 di contenimento è
adeguato a proteggere la salute umana e l’ambiente
Classe 4 impieghi confinati a rischio alto, ovvero operazioni per le
quali un livello 4 di contenimento è adeguato a proteggere la salute
umana e l’ambiente
Studio dei rischi per la salute da esposizione
professionale
Processi tradizionali
+
Processi avanzati
Rischi noti
+
Rischi meno noti
Rischio basso:
Qualunque rischio associato a questi prodotti non è da
considerarsi differente da quelli associati a prodotti
convenzionali della medesima natura
In 20 anni le tecnologie ricombinanti non sono state
causa di singolari rischi professionali
Non sono stati rilevati effetti avversi da microrganismi
geneticamente modificati
I lavoratori non hanno presentato una frequenza di
malattia e un’assenza dal lavoro superiori rispetto a
gruppi controllo
Le critiche:
Limitato numero di industrie considerate
Esclusiva allocazione statunitense
Modalità di rilevazione dei dati
Studi ulteriori
Rischi generici
comuni ad altri settori tecnologici
Rischi specifici
relativi all’impiego di
microrganismi e/o dei loro prodotti
e delle colture cellulari
Anidride carbonica
Idrazina
Piperazina
Etilendiamina
Acrilamide
Formaldeide
Ossido di etilene
Rischi fisici
Metano
Idrogeno
Alcooli
Eteri
Xilene
….Altri solventi
Vapore ad alta temperatura e pressione
Radiazioni ultraviolette
Radiazioni ionizzanti
Radiazioni non ionizzanti
Rumore
Microclima
animali da esperimento
Manipolazione
Rischio chimico
Rischi generici:
Graffi e morsi
Sensibilizzazione a proteine dell’epitelio o
proteine urinarie
Zoonosi
Infortuni
Affaticamento psico-fisico
Rischi specifici
Sono da considerarsi diversi in ogni tipo di biotecnologia e l’esame
sistematico richiede la valutazione analitica di un determinato processo
produttivo.
1) Esposizione a microrganismi, ai loro
prodotti metabolici o ad agenti chimici
ausiliari di processo
Immunopatie
antibiotici
rad. ionizzanti
enzimi
antiblastici
Immunoreazioni
cladosporium
componenti
batteriche patogene
(allergie)
actinomiceti
residui
di parete
cellulare
aspergillus
Deficit immunitari
cortisonici, immunosoppressori
virus, retrovirus
2) Esposizione al prodotto finale biologicamente attivo
(addetti alla produzione di antibiotici, ormoni ed enzimi)
Effetti tossici diretti
Relazioni dose-effetto
3) Esposizione ad agenti biologici
Si potrebbe ritenere un rischio praticamente inesistente
specie nei settori che utilizzano processi avanzati, di solito
caratterizzati da elevato standard igenico.
Ciò non è propriamente vero perché l’esposizione ad agenti
infettanti deve essere considerato un fattore di rischio
biologico per i lavoratori dell’industria biotecnologica come lo
è per il personale di laboratorio:
-infezione da HBV, HCV, HIV nella manipolazione di campioni
biologici o emoderivati
-processi fermentativi che utilizzano microrganismi patogeni
per l’uomo
-bioareosol
Considerato l’ampio spettro di fattori di rischio
presenti
nelle
industrie
biotecnologiche,
potenzialmente in grado di alterare le condizioni di
salute dei lavoratori esposti e di determinare molteplici
forme di danno occupazionale, pur senza allarmismi,
appare opportuno ribadire l’importanza di una accurata
valutazione del rischio in modo da orientare
efficacemente le attività di prevenzione.
Un altro aspetto dell’attività svolta nei laboratori di
ricerca del Di.S.Te.B.A.
Un altro aspetto dell’attività svolta nei laboratori di
ricerca del Di.S.Te.B.A.
Addetti all’attività subacquea
I lavoratori che svolgono mansioni che prevedono
immersioni di natura scientifica, durante le loro
attività, possono essere soggetti a infortuni e
patologie causate, in particolare, da rischi fisici
(ipotermia, Malattia da Decompressione), meccanici
(patologie disbariche), chimici (intossicazioni da
ossigeno, biossido di carbonio ecc), ambientali (traumi,
caduta e annegamenti, ecc.).
Rischi da cause chimiche
Intossicazione da ossigeno (O2)
Osservare i limiti di profondità/tempo
raccomandati dalle tabelle d’immersione
in uso e dal tipo di brevetto posseduto.
Intossicazione da biossido di carbonio (CO2)
Osservare una corretta respirazione (pause
inspiratorie).
Intossicazione da azoto (N2)
La narcosi da azoto (detta anche ebbrezza da
alti fondali) si verifica talvolta durante le
immersioni subacquee in caso di pressioni
ambientali superiori a circa 4 atmosfere
(quindi a circa 30-35 metri di profondità) ed
è accentuata dalla velocità di discesa tenuta
per raggiungere tale profondità.
Intossicazione da monossido di carbonio
(CO)
Controllare che la presa di aspirazione della
stazione di ricarica bombole sia
lontana da possibili fonti di inquinamento e
produzione di gas nocivi.
Rischi da cause meccaniche
Barotraumi (orecchio, seni paranasali, denti,
colpo di ventosa, schiacciamento muta)
Il barotrauma è una lesione ai tessuti
provocata dal mancato equilibrio fra la
pressione dell'aria contenuta in una cavità
corporea e la pressione dell'ambiente
circostante: si verifica quando il corpo si
muove in modo troppo repentino da/o verso
una condizione in cui la pressione è più
elevata.
Embolia gassosa arteriosa (EGA)
si manifesta come presenza di bolle di gas
all'interno della circolazione arteriosa.
Sovradistensione polmonare
si verifica nell'attività subacquea con
autorespiratore durante la risalita (in genere
negli ultimi 15 metri della stessa).
Sovradistensione gastrointestinale
Evitare l’immersione dopo aver consumato il
pasto.
Rischi da cause meccaniche
Vertigini alternobariche
La vertigine alternobarica è di solito causata
da una differenza di pressione tra le due
cavità dell'orecchio, che porta ad uno
squilibrio tra i vestiboli.
Evitare bruschi cambi di quota, effettuare
discese e risalite in posizione eretta,
effettuare corrette e frequenti manovre di
compensazione.
Rischi da cause fisiche
Ipotermia
Pianificare l’immersione considerando
la temperatura dell’acqua e la durata del
lavoro, quindi selezionare il tipo di
muta più appropriato.
Ipertermia
Soprattutto in estate, indossare il
cappuccio come ultima fase prima
dell’immersione.
Malattia da decompressione (MDD)
deriva dalla formazione di bolle
all'interno del circolo ematico o dei
tessuti; è provocata dalla mancata
eliminazione di gas inerti (azoto) in
seguito ad un'immersione subacquea
oppure all'esposizione a pressioni
elevate.
Rischi da cause ambientali
Traumi (contusioni – ferite)
Infortunio per caduta con effetti fino
all’annegamento
Lesioni da animali marini (meduse,
ecc.)
Rischio biologico
Possibilmente non effettuare
immersioni in ambito portuale, in
prossimità di
scarichi fognari o presso foci di fiumi
o torrenti veicolanti acque malsane e
qualora tali immersioni devono
essere svolte utilizzare idonee
attrezzature di
protezione (muta stagna e maschera
gran facciale per evitare il contatto
diretto
della bocca con l'acqua).
Vaccinazione antitifica obbligatoria.