SviluppodiRete/Location Dimmi dove, acquisti S Le location sono il termometro dell’evoluzione di un consumatore sempre più consapevole e attento a come spende. Oggi tra centri commerciali e centri storici si fa largo il retail park... AZ FRANCHISING 104 Marzo 2013 econdo una recente ricerca di Marketing and Trade, società di consulenza sui comportamenti di consumo e di retail design, oggi si assiste a un cambiamento nel modo con cui le persone si relazionano ai luoghi dello shopping, mostrando meno fascinazione e più riflessione. Ovvero, una maggiore ricerca di soluzioni pratiche e di valore, complice - forse anche la persistente contingenza economica. I luoghi di acquisto e la composizione dei carrelli della spesa hanno quindi subìto delle trasformazioni, mentre i centri commerciali e gli ipermercati mostrano i primi “cedimenti” in termini di gradimento e vendite. Come si evince anche dagli ultimi dati Nielsen per Confimprese, secondo cui nel 2012 le vendite all’interno dei centri commerciali hanno registrato una flessione del 2,69 per cento su base annua. In particolare, il mese di dicembre ha registrato un meno 1,97 per cento contro dicembre 2011. Tra le aree maggiormente colpite l’Abruzzo, il Molise, la Puglia, la Basilicata, la Campania, la Calabria e la Sicilia con una flessione del 6,2 per cento su base annua. Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta hanno fatto segnare un meno 2,11 per cento, mentre per l’Emilia Romagna e il Triveneto il calo è stato dell’1,60 per cento e del 2,65 per cento per Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Sardegna. Si assiste anche a una riduzione della propensione ai consumi: il 92 per cento degli italiani ritiene infatti l’attuale momento non adatto a fare acquisti. “A nostro avviso - affermano da Value Lab, società di consulenza di management e information technology specializzata in marketing, vendite e retailing -, l’offerta commerciale complessiva dei mall deve essere rivisitata e riallineata, tenendo ben presente anche l’attuale situazione macro economica. Deve essere resa coerente con il proprio bacino di mercato, non solo dal punto di vista quantitativo ma anche qualitativo, sia per quanto riguarda i diversi profili di consumatore e bisogni ricercati sia per quanto riguarda l’offerta specializzata già presente nel bacino di gravitazione”. Non per tutti, però, i numeri sono stati negativi. “Se consideriamo i dati relativi al 2011, i nostri centri commerciali sono stati visitati da più di 22 milioni di persone, con un +17,4 per cento, raggiungendo un volume di vendite superiore a 309,6 milioni di euro, ovvero una crescita del 9,95 per cento”, precisa José Maria Robles, General Manager of Property Management di Sonae Sierra in Italy - specialista internazionale dei centri commerciali che gestisce in Italia più di 184.581 metri quadrati di GLA (superficie lorda affittabile) distribuiti tra cinque centri commerciali. “Una tendenza estremamente positiva che siamo in grado di confermare nel 2012”, conclude. SHOPPING A MISURA D’UOMO C’è chi parla di un ritorno al centro storico cittadino, un ritorno a un commercio più a misura d’uomo, legato al territorio di appartenenza. Insomma, una tendenza che vede il recupero di un dettaglio storico e di quartiere. Mai abbandonato, forse. “A riprova di questo - precisa Rustioni partner, società operante nel campo commerciale, immobiliare - resistono i centri commerciali “regionali” che hanno un’offerta più diversificata, mentre gli ipermercati stanno riducendo le superfici per meglio rispondere all’offerta di ancore non food. In più, il periodo economico fa sì che la clientela riduca l’uso dell’automobile necessaria a raggiungere i centri commerciali fuori le mura cittadine. In questo scenario, non c’è dubbio che i centri storici in Italia abbiano sempre avuto una certa valenza, soprattutto le vie principali dello shopping. Oggi un gran numero di aziende di mass market che fino a po- AZ FRANCHISING Marzo 2013 105 SviluppodiRete/Location co tempo fa erano più concentrate sui centri commerciali, si è focalizzata nelle aperture capillari all’interno dei centri storici”. Si va verso un’offerta commerciale complessiva del centro storico che risponda ai target che frequentano tale zona, in cui i retailer devono essere in grado di gestire i diversi punti vendita con una logica selettiva in termini di assortimento, attività e gestione del personale come sostengono da Value Lab. “A nostro avviso c’è spazio per una riqualificazione sia dei centri commerciali che dei centri storici, ma entrambi vanno ripensati nel loro insieme e non per singole attività commerciali, una sorta di “review” dell’offerta guidata dal marketing, dove le più recenti tecniche di geo marketing possono sicuramente essere un valido aiuto”. Secondo Rustioni partner nei centri storici c’è da osservare anche il ritorno delle superette, piccoli supermercati di vicinato (taglio 250/300 metri quadri), “che aziende come Carrefour con l’Express o Auchan con Simply, ad esempio, stanno ricercando con grande costanza. Sul comparto centri commerciali, di contro, si assiste a una contrazione sui progetti nuovi dovuti principalmente alla riduzione sostanziale della leva finanziaria e dell’incertezza che scoraggia gli investitori esteri dall’entrare nel mercato italiano o investire ulteriormente. Ultimamente agli operatori piace molto il format del retail park che permette un buon ritorno in termini di fatturato abbattendo contemporaneamente costi di affitto e oneri comuni”. Tuttavia, nel nostro paese questa tipologia di format è ancora agli albori tanto che esistono pochi esempi di parchi commerciali regionali modernamente organizzati, tra cui Parco Da Vinci a Roma. IERI, OGGI E... Quali quindi le tendenze e le strategie vincenti in materia di location che i retailer dovrebbero adottare per intercettare e rispondere ai bisogni e alle AZ FRANCHISING 106 Marzo 2013 Retail park si caratterizza come un agglomerato di negozi di grande metratura (big box), senza una galleria coperta e generalmente senza un’ancora food. Tendenzialmente si trova in via di grande accessibilità e visibilità nelle periferie cittadine. In Italia il format si è sviluppato prima a fianco dei centri commerciali, successivamente in maniera autonoma. Centro commerciale si caratterizza per una galleria coperta e riscaldata, ancorata da un ipermercato e ancore accessorie, food court e leisure, tutto full price. Outlet è generalmente all’aperto e ha soltanto negozi di piccole dimensioni, tutti a prezzo outlet. nuove esigenze del cliente di domani? “La scelta della location è sempre stata e rimarrà il fattore chiave per il successo di un’attività commerciale al dettaglio”. Questa l’opinione di Value Lab secondo cui c’è ancora chi segue lo sviluppo delle catene in modo completamente disgiunto dal marketing e da chi costruisce l’offerta commerciale. “Pertanto le scelte sono sempre state basate sulla effettiva disponibilità di uno spazio da valutare ex post (cioè una volta trovato) da un punto di vista di costo dell’affitto o di costo dell’acquisto dell’immobile. Oggi sempre più, anche a causa del rallentamento delle nuove aperture e della necessità di sfruttare al massimo i negozi già esistenti, ci si sta ponendo il problema di valutare le location non in senso assoluto, ma relativamente all’offerta che si vuole proporre. Si fa quindi perno sul micro-mercato di riferimento, in particolare ragionando sulle opportunità di contatto con il consumatore in tutte le fasi della sua giornata, come la pausa pranzo o il fine settimana”. Si invoca, insomma, un approccio più scientifico e basato su linee guida analitiche per minimizzare i rischi di investimento. 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