Pitiriasi Rosea di Gibert Troppo spesso confusa con la micosi N Noonn èè uunnaa m miiccoossii La Pitiriasi Rosea di Gibert , malattia della pelle molto frequente, è spesso trattata in maniera inadeguata perché confusa con una micosi. Le somiglianze esistono ma ad un occhio allenato non sfuggono di certo gli elementi patognomonici determinanti per una diagnosi corretta. Attenti all’eziologia! Forma verosimilmente infettiva, ma non di origine fungina La Pitiriasi Rosea di Gibert ha un’ eziologia ancora poco chiara. Si pensa comunque all’azione di un virus che determinerebbe anche un possibile quadro clinico iniziale simil-influenzale con sintomi respiratori e/o intestinali. Superata la breve fase acuta del processo infettivo, compaiono le tipiche manifestazioni cutanee della Pitiriasi Rosea e il soggetto non è più contagioso. Pertanto … ad ogni eziologia la sua terapia Se riconosciuta e trattata adeguatamente, la Pitiriasi Rosea di Gibert guarisce prima e senza grandi fastidi per il paziente Spesso diagnosticata come micosi, la Pitiriasi Rosea è trattata con farmaci che non risolvono la malattia e ne rallentano la guarigione complicandone l’evoluzione. Il trattamento improprio può causare infatti una forma di irritazione cutanea con conseguente eczematizzazione delle lesioni che assumono così un aspetto congestizio e si accompagnano ad intenso prurito. Decorso La Pitiriasi Rosea si manifesta principalmente nei giovani ed è più frequente in primavera ed in autunno con possibili epidemie. La durata va da 6 a 8 settimane e nella forma classica si possono distinguere due momenti: dapprima compare infatti la chiazza madre e successivamente una variabile quantità di lesioni simili. La risoluzione avviene di solito spontaneamente e senza lasciare esiti quando naturalmente non esiste il problema dell’eczematizzazione il cui intenso prurito richiede un trattamento più impegnativo. Solo raramente può recidivare. Le manifestazioni cliniche Chiazza madre Tipicamente la forma morbosa si presenta inizialmente con la comparsa della “chiazza madre”, una chiazza eritematosa ricoperta da fine desquamazione e localizzata più spesso al tronco. Questa lesione ha forma rotondeggiante od ovalare e dimensioni di qualche cm di diametro. La parte centrale tende a risolversi assumendo un colorito roseo-giallastro con cute che si deprime ad aspetto atrofico e zigrinato, mentre la parte periferica, sollevata ed eritemato-squamosa, sfuma all’esterno. Elementi secondari Dopo una o due settimane compaiono in maniera eruttiva numerosi elementi con morfologia identica alla chiazza iniziale ma più piccoli, localizzati anch’essi principalmente al tronco e qualcuno anche alla radice degli arti, difficilmente al volto, alle mani e ai piedi. Le lesioni si manifestano al tronco in maniera simmetrica e con una distribuzione che ricorda un “albero di Natale”. La malattia, scarsamente pruriginosa, tende a risolvere spontaneamente senza lasciare tracce dopo un decorso di 6-8 settimane. Varianti atipiche Possono anche osservarsi quadri clinici a diversa evoluzione. Assenza di chiazza madre. Più elementi con aspetto di chiazza iniziale. Poche o assenti chiazze secondarie. Terapia La malattia risolve in genere senza lasciare tracce. Si può tuttavia accelerare la guarigione delle lesioni con creme idratanti che riducono la desquamazione e per conseguenza anche il prurito dove presente. Nelle forme più intense e soprattutto in quelle complicate da un processo di eczematizzazione della pelle sono consigliati antistaminici per via orale e preparati topici a base di ossido di zinco. Per evitare l’irritazione delle lesioni è necessario inoltre sospendere per qualche settimana le attività sportive che aumentano la sudorazione, il contatto con il cloro della piscina ed eventuali esposizioni al sole. Quei piccoli dettagli che fanno la differenza In conclusione, possiamo considerare alcuni particolari importanti che permettono di formulare una diagnosi corretta al fine di prescrivere una terapia adeguata ed evitare l’insorgenza di una dermatosi irritativa, ancora più fastidiosa della stessa Pitiriasi Rosea. Si consiglia pertanto di fare riferimento ai seguenti dettagli che aiutano il medico a dirimere il dubbio diagnostico per distinguere questa forma morbosa della pelle da una micosi : Nella lesione della Pitiriasi Rosea di Gibert un fine orletto squamoso si interpone fra una zona periferica rosea e una zona centrale di colorito giallastro; La parte centrale della lesione presenta un aspetto atrofico detto “a carta da sigaretta”; Le lesioni al tronco assumono tipicamente una disposizione cosiddetta ad “albero di Natale”. Spesso la malattia si caratterizza per un decorso particolare con la comparsa iniziale di una lesione singola e lo sviluppo successivo dopo una o due settimane di un’eruzione secondaria di lesioni simili.