I Giovani nel cuore della Chiesa Nel dicembre 2013 Mons. Morosini

TRA UN SINODO E L’ALTRO
I Giovani nel cuore della Chiesa
Nel dicembre 2013 Mons. Morosini, da poco arrivato in Diocesi, annunciava la convocazione di un
Sinodo diocesano dei giovani, celebratosi poi nei due anni successivi e che ha visto i giovani
riflettere sui grandi temi della famiglia e dell’affettività, della cittadinanza e partecipazione, dei
valori e della fede. Nel prossimo 2018 Papa Francesco farà celebrare alla Chiesa Universale il
Sinodo dei Vescovi sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Basta questo per
farci capire come i giovani siano proprio nel cuore della Chiesa e al centro della sua riflessione, non
prima di tutto perché la loro realtà rappresenta un problema ed è una fascia “fragile e a rischio”, ma
soprattutto perché sono davvero la grande risorsa, la grande opportunità per la Chiesa e la società.
Sono, come ci ricordano i Vescovi italiani nel documento “Comunicare il Vangelo in un mondo che
cambia”, quei talenti di cui un giorno il Signore ci chiederà conto!
All’inizio di quest’anno l’Arcivescovo ha consegnato una Lettera ai giovani “Ripartiamo insieme”
con l’intento di rilanciare il Sinodo diocesano affinché i sogni e i desideri accarezzati dai giovani
potessero essere ripresi. Da uno sguardo retrospettivo sul Sinodo possiamo certamente cogliere che
i diversi momenti vissuti hanno aiutato i giovani a capirsi e a comprendere il tipo di pastorale in atto
per e con loro. Siamo arrivati a constatare che la formazione cristiano-cattolica è carente, che
mancano guide veramente sapienti, che la ricaduta missionaria della vita associativa è marginale.
Tuttavia ci sono dei punti di forza da cui poter ripartire: la gioia della corresponsabilità, il grande
entusiasmo, il desiderio e la consapevolezza di voler essere protagonisti del proprio futuro. L’invito
che il Vescovo lancia ai suoi giovani è adesso quello di essere protagonisti del loro futuro, della loro
storia, scegliendo di essere anche protagonisti del loro mondo: decidendo verso dove voler
indirizzare il timone della propria vita per una scelta vocazionale; valutando cosa voler accettare o
respingere del nuovo che il mondo propone, soprattutto in nome della propria fede, alla luce della
nuova antropologia (centralità e dignità della persona umana, teoria Gender, sessualità e
matrimonio, relativismo etico, consumismo …).
Tra gli impegni su cui si vuole puntare nella fase post-sinodale e quindi attuativa, certamente sono
da puntualizzare – ricorda ancora l’Arcivescovo: la formazione (per confrontarsi con onestà e verità
sui grandi temi); il coinvolgimento della famiglia nell’impegno educativo (affinché i genitori
guardino negli occhi i loro figli e i giovani aprano il cuore ai loro genitori); la rivalutazione della
Parrocchia e del presbitero con una nuova passione educativa (nella consapevolezza di poter sempre
trovare luoghi e persone che aiutano a trovare la verità attraverso l’annuncio di Gesù e del suo
Vangelo); la fedeltà delle associazioni ecclesiali alle loro origini (per non smarrire i grandi ideali e
aiutare nella formazione cristiana); la coerenza degli educatori (affinché i giovani possano sempre
trovare in loro modelli e testimoni stabili e decisi rispetto ai valori cristiani).
A conclusione della Lettera Mons. Morosini esorta i giovani ad essere coraggiosi nel dimostrare e
trasmettere la fede, ricordando loro che è prioritario sostenere la vita spirituale con momenti di
incontro con la Parola di Dio, preghiera e ritiri spirituali.
Certamente un valido ed opportuno aiuto alla fase post-sinodale in Diocesi ci potrà venire dal
Sinodo dei Vescovi ed intanto dalla Lettera di papa Francesco ai giovani del 13 gennaio u.s. che è
da considerare come il Documento preparatorio al Sinodo Universale (contenente anche un
questionario con domande comuni ed alcune specifiche per Continente).
Il Papa sottolinea il desiderio della Chiesa di incontrare, accompagnare e prendersi cura dei giovani,
nessuno escluso. Questo vorrà dire che tutti dovremo uscire dai nostri schemi preconfezionati,
incontrando i giovani lì dove sono, adeguandosi ai loro tempi e ai loro ritmi e prendendo sul serio le
loro fatiche, guardandoli senza fretta e con misericordia; imparando a dare spazio alle loro novità e
mostrando loro accoglienza, fiducia e coinvolgimento; mostrando loro il desiderio ed il coraggio di
imparare da loro; offrendo loro percorsi di discernimento, esperienze missionarie ed occasioni di
servizio; sostenendoli ed educandoli con il valore del silenzio orante e della contemplazione per
saper leggere le proprie esperienze ed ascoltare la coscienza.
Con molta probabilità in Diocesi i giovani realizzeranno una missione popolare (almeno questo è il
loro desiderio espresso a conclusione del Sinodo diocesano) ed anche la nostra Comunità
parrocchiale sta cercando le strategie adatte per avvicinare i giovani del territorio. A tal proposito ha
già esaminato l’argomento in un Consiglio pastorale e tra le diverse proposte (essere presenti nei
luoghi abituali frequentati dai giovani, avvicinarli attraverso i coetanei che frequentano la Chiesa,
coinvolgerli con attività di volontariato, affascinarli attraverso la testimonianza credibile e
coinvolgente degli adulti …) si è pensato anche di inviare a tutti i giovani del territorio una lettera
per invitarli a qualche manifestazione in piazza. Don Antonio