Derrida, La bestia e il sovrano

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Derrida, La bestia e il sovrano
homo homini lupus - originariamente di Plauto (L’Asinaria)
“Quando non lo si conosce, l’uomo non è un uomo, ma un lupo per un uomo”
l’uomo è cattivo per natura - against la tradizione giudaico-cristiana
Rousseau (nel Contratto sociale) contro i teorici del politico, contro coloro (Grozio e Hobbes) che vedono l’uomo come bestia
la politica platonica è una Lychologia (lychos=lupo) - la politica come discorso sul lupo
Rousseau si oppone a una animalizzazione delle origini del politico
Ci troviamo nello spazio di Totem e tabù (Freud)
affinché io possa soffocare la mia bestialità (bisogno di divorare), in me nascono dei sintomi -> nevrosi e psicosi
un essere bestiale nella sfera della sessualità
Secondo Rousseau -> Hobbes, gli uomini sono divisi in mandrie di bestiame, ciascuna delle quali ha un capo, che la custodisce per divorarla
bestiame = animalità non domesticata, già destinata ad essere sfruttata, macellata
Emerge un significato negativo dell’animalità;
come può allora l’uomo essere un animale razionale?
[Heidegger negli anni ’50 paragona l’agricoltura e l’allevamento intensivi ai campi di concentramento]
Così come i pastori sono superiori, i pastori degli uomini sono uomini superiori al proprio popolo (=Heidegger)
cit. Filone: così ragionava anche Calligola, concludendo che i re erano dei e il popolo bestie
un’analogia in cui l’uomo scompare (D.)
allora c’è solo teo-zoologia | sovrano-divino (ancora presente in Hobbes) <-> bestiame
L’uomo sta in mezzo (non esiste)
nel teo-antropo-zoologico l’uomo è incastrato, è una mediazione tra il dio e la bestia, tra il sovrano e la bestia
contrapposizione Dio <-> uomo (in quanto animale)
eppure l’uomo è da sempre (Genesi) diverso dagli animali
Dio chiama l’uomo non solo a regnare sugli altri animali, ma al compito di dare un nome a questi animali
noi non dobbiamo quindi fidarci dei limiti che la ragione ci ha imposto
...
e non dobbiamo fidarci del fatto che gli animali non abbiano la ragione
-> Del mangiare carne: Trattati sugli animali (Plutarco)
cap. “Come le bestie brute usino la ragione"
'Brute' riferendosi alla bestialità dell'animalità
non è detto che l’uomo sia un animale
l’uomo è un vivente (questione bios-zoè), ma questo suo vivere non è il vivere dell’animale, poiché il vivere dell’animale coincide in qualche maniera
con la bestialità
gli uomini hanno subito metamorfosi: hanno cambiato forma = hanno cambiato sostanza, hanno cambiato ‘il che cos’è’
Il regno animale si diversifica per il fatto che non è politico
Si oppone il regno del non-politico al regno del politico
ciò identifica l’uomo come vivente che per di più è politico (D.)
l’uomo vive soltanto in quanto all’interno di uno Stato, e vive pertanto solo in quanto vi è sovranità
con Hobbes, Leviatano = sovranità, Stato
la mostruosità dell’animale è ciò che fa dell’uomo un politico
una mostruosità artificiale, costruita, tecnica
l’animalità della sovranità non è quella dell’animale, bensì un’animalità inventata dall’uomo
Aristotele
Rimane il fatto che l’uomo sia uno zoon politikon
prima c’è la polis, che è per natura, poi vengono i politici (e l’uomo è per natura un essere politico, non può vivere al di fuori di una comunità)
un apolide (trad. apolitico) è per natura, non per caso, o più malvagio oppure superiore all’uomo (apolide:
l’essere politico (comunità e philia) dell’uomo è quindi a metà tra la bestia e il dio
la philia crea l’essere politico dell'uomo, il rapporto reciproco
soltanto all’interno di rapporti di philia possiamo dirci uomini
Ancora, uomo intermedio tra la bestia e Dio
la bestia è più malvagia e viene espulsa dalla comunità, diventa apolitica
gli dèi non hanno bisogno di tutto questo
per un verso la sovranità dell’uomo altro non è se non l’asservire l’animale, il vivente diverso da lui
in questo sovranità come animalità, bestialità
uomo politico come animalità rispetto agli dèi
due generi che sono radicalmente eterogenei
infra-umano
umano [nella lezione mancano dettagli su questa suddivisione]
ognuno di questi riconosce nell’altro una sorta di doppio (uomo-animale) - [Arteau, Il teatro e il suo doppio]
Il doppio è l’altro, la differenza
L’uomo si fa animale, e l’animale si fa uomo (favole, storie), e tra i due vi è lotta
Questo essere altro è una potentia, un divenire, una dunamis
Il divenire della metamorfosi (Kafka)
La bestia è il sovrano; il sovrano è la bestia
Nella modernità, l’animale è colui che reagisce ma non risponde
o è bestia o è Dio)
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