Modello di amplificatori ottici a semiconduttore per applicazioni nel trattamento del segnale ottico. P.E.BAGNOLI (*), C.CALDERA (**), A.PICCIRILLO (**), E.GHELARDONI (*) (*) Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, Universita’ di Pisa, via Diotisalvi 2, 56100 Pisa (**)Centro Studi e Laboratori di Telecomunicazioni CSELT, via Reiss Romoli 274, Torino Abstract Semiconductor Optical Amplifiers are key components for fibre optics telecommunication networks. Beside optical gain, they offer additional functionalities based on nonlinear effects and nonuniform carrier distribution. We describe a z-dependent model, taking into account the z-dependent carrier and current density distributions, residual facet reflectivity, internal series resistance and two-channel operation. Introduzione Nell’ambito delle reti di telecomunicazione in fibra ottica gli amplificatori a semiconduttore (SOA) vengono sempre piu’ utilizzati, grazie anche alle loro proprieta’ funzionali che consentono di implementare in forma monolitica operazioni complesse nell’ambito del trattamento del segnale ottico e della commutazione, diverse dalla semplice amplificazione. Al fine quindi di ottimizzare le prestazioni del dispositivo in funzione delle condizioni geometriche ed elettriche e consentire una progettazione mirata alla funzionalita’ richiesta, e’ necessario disporre di un modello di simulazione fedele e che superi gli approcci tradizionali basati su assunzioni semplificatrici. Il modello di simulazione qui presentato tiene conto della non-uniformita’ nella distribuzione dei portatori lungo l’asse di propagazione e della resistenza serie, nonche’ dell’eventuale riflettivita’ residua alle facce terminali del dispositivo e consente la propagazione simultanea di due diversi segnali ottici a differente lunghezza d’onda. E’ stato applicato nello studio di applicazioni del SOA come rivelatore trasparente e per le tecniche di conversione di lunghezza d’onda basate sulla compressione di guadagno. Il modello per la simulazione La FIG. 1 illustra lo schema elettrico equivalente discretizzato per un amplificatore ottico a semiconduttore, dove Iv rappresenta la potenza ottica transitante nelle varie sezioni, J la densita’ di corrente nelle varie sezioni del dispositivo e Ve la tensione ai terminali metallici esterni. Il dispositivo e’ supposto suddiviso nel senso della lunghezza in tante “fette” di spessore infinitesimo e rappresentate in figura dai rami del circuito composti da un diodo con in serie una resistenza; i due elementi rappresentano rispettivamente la porzione di area attiva, ovvero la giunzione intrinseca ai cui capi insiste la tensione Vj, e la resistenza serie interna al dispositivo dovuta ai contatti, agli strati di cladding e di substrato. La resistenza serie interna al dispositivo, che molto spesso viene trascurata nei modelli di simulazione presenti in letteratura [1], e’ invece un parametro chiave per la modellizzazione del comportamento elettrico e ottico dell’amplificatore SOA. Infatti la sua presenza porta ad un disaccoppiamento elettrico tra i terminali esterni e la giunzione p-n dell’area attiva. Cio’ naturalmente comporta che la concentrazione di portatori N presenti nell’area attiva, al pari della tensione intrinseca Vj e della densita’ di corrente totale, vari lungo tutta la lunghezza del dispositivo, in funzione anche del prelievo di portatori dovuto all’amplificazione del segnale ottico coerente e della potenza ottica spontanea generata internamente. Il modello prevede quindi per ciascuna sezione del dispositivo il calcolo separato delle grandezze J(z), Vj(z) e N(z) per mezzo del seguente sistema di equazioni risolvibile con un procedimento iterativo: J(z)=qd γ(N) [Iv+(z) + Iv-(z)] / hν + q d U(N) (1) Vj(z) = Ve - J(z) w Rs L (2) N(z) = No exp [(Vj(z) - Vjo) / η kT] (3) La relazione (1) corrisponde al bilancio di portatori espresso in forma statica dove g(N) e’ il guadagno ottico locale, d lo spessore dell’area attiva, U(N) e’ la funzione polinomiale di ricombinazione dei portatori comprensiva dei contributi della ricombinazione non radiativa attraverso le trappole (SRH), di quella radiativa e diquella tipo Auger, I v+(z) e Iv-(z) sono rispettivamente le potenze ottiche entranti del segnale coerente rispettivamente progressivo e regressivo. La parte regressiva del segnale viene introdotta nel bilancio in quanto il modello tiene conto dell’effetto di una riflettivita’ residua agli specchi terminali. Per il guadagno ottico del semiconduttore viene impiegata la formula di Marinelli che consente di valutare questa grandezza in funzione sia della concentrazione di portatori che della lunghezza d’onda del segnale. L’equazione (2) corrisponde al bilancio di tensione nel singolo ramo dove w ed L sono la larghezza e la lunghezza dell’area attiva ed Rs e’ la resistenza serie totale del dispositivo. La relazione (3) lega invece la concentrazione di portatori con la tensione ai capi della giunzione intrinseca, dove No e Vjo corrispondono ai valori di trasparenza ed η il fattore di idealita’ della giunzione. FIG. 1 : Schema elettrico equivalente del SOA FIG. 2 : Distribuzioni di portatori lungo il SOA Il procedimento di calcolo prevede la risoluzione delle varie sezioni in modo alternativamente progressivo e regressivo, imponendo per le intensita’ ottiche le condizioni al contorno opportune derivanti dalle riflettivita’ residue agli specchi ed arrestando il calcolo sulla convergenza del valore della corrente totale di alimentazione. E’ possibile in tal modo calcolare, per ogni valore della tensione di alimentazione ed in funzione della posizione z lungo il dispositivo , tutte le grandezze elettriche (J, Vj, N), l’indice di rifrazione efficace della guida e la costante di propagazione ottica, le intensita’ del segnale ottico e della potenza spontanea. Poiche’ il guadagno γ(N) viene calcolato in funzione della lunghezza d’onda, e’ possibile effettuare le simulazioni anche in presenza di due o piu’ segnali ottici con diverse lunghezza d’onda, indifferentemente propaganti o contropropaganti. La figura 2 mostra la distribuzione di portatori lungo l’asse del SOA (L=100 µm) per una tensione di polarizzazione di 1.2V e per vari valori del segnale ottico in ingresso. Si vede che l’assenza di segnale e’ caratterizzata da una distribuzione di portatori a campana, simmetrica rispetto alla mezzeria del dispositivo, essenzialmente causata dalla amplificazione dei fotoni spontanei generati internamente, e che la presenza di Iv tende a far arretrare il picco dei portatori verso la faccia da cui entra il segnale. Applicazioni - Rivelazione trasparente Una possibile applicazione del dispositivo SOA nelle reti locali di comunicazione ottica (LAN) strutturate ad anello prevede che ciascun utente acceda attraverso un nodo alle informazioni che circolano nella rete anulare principale [2]. Il nodo-utente convenzionale interrompe il circuito ottico, per la conversione ottico-elettrica del segnale ed il reinserimento dei dati mediante una nuova convesione elettro-ottica. Il SOA invece, essendo in grado di concentrare in se le funzioni di modulazione, amplificazione e rivelazione, consente di costruire il nodo-utente in forma monolitica e senza interrompere il circuito ottico. La funzione di rivelazione “trasparente” del segnale ottico transitante si basa sul principio che, se il dispositivo e’ alimentato a corrente costante in condizioni di guadagno ottico, la presenza di fotoni dovuti al segnale e’ in grado di modulare tramite l’emissione stimolata la concentrazione di portatori nell’area attiva e quindi la differenza dei quasi livelli di Fermi alla giunzione e di conseguenza la caduta di tensione ai terminali esterni. La trama digitale del segnale ottico modulato ASK viene dunque rivelata attraverso le variazioni delle grandezze elettriche di polarizzazione, ottenendo nel contempo un guadagno di potenza del segnale ottico.Il presente modello e’stato utilizzato per lo studio delle proprieta’ di rivelazione dei dispositivi SOA. FIG. 3 : Curve di responsivity voltmetrica per tre valori di riflettivita’ terminali. FIG. 4 : Curve di responsivity voltmetrica per tre valori della lunghezza del dispositivo. Le figure 3 e 4 mostrano i grafici della Responsivity voltmetrica (differenza di tensione ai capi del SOA tra le condizioni di presenza e assenza del segnale) in funzione della corrente di polarizzazione per vari valori del coefficiente di riflettivita’ residua delle facce terminali (FIG. 3) e per varie lunghezze di dispositivo (FIG. 4). Le simulazioni effettuate mettono chiaramente in evidenza che esiste un preciso valore ottimale della corrente di bias per cui la responsivity possiede un massimo assoluto, il cui valore dipende in modo inverso dalla riflettivita’ residua degli specchi. La responsabilita’ della presenza di questo picco [3] risiede nella condizione di assenza del segnale ottico, cioe’ durante la trasmissione di uno zero logico. Infatti la mancanza di fotoni del segnale provoca per i valori di corrente oltre il picco di responsivity, una elevata concentrazione di portatori tale da indurre un guadagno ottico complessivo superiore alle perdite che e’ ingrado di amplificare i fotoni spontanei prodotti all’interno della zona attiva. Per valori maggiori del coefficiente di riflessione le perdite ottiche diminuiscono per cui il valore della corrente di soglia tende a diminuire e si abbassa quindi il valore del picco di responsivity. In presenza invece del segnale il dispositivo si mantiene costantemente sotto la soglia laser. La figura 4 mette inoltre in luce che per massimizzare il valore del picco di responsivity e’ conveniente utilizzare lunghezze di dispositivo quanto piu’ basse possibili. Applicazioni - Cross-Gain-Modulation (XGM) Per Cross-Gain-Modulation (XGM) [4] si intende la tecnica di trasferimento della modulazione d’ampiezza da una portante ottica ad un’altra di differente lunghezza d’onda. Questa funzione, che praticamente coincide con una modulazione di ampiezza pilotata otticamente, si ottiene mediante un SOA avente in ingresso un segnale ottico coerente modulato in ampiezza (pump) e lunghezza d’onda λP e un altro segnale modulando (signal) con ampiezza costante e lunghezza d’onda λS. Il ruolo del pump e’ essenzialmente quello di controllare, per mezzo della emissione stimolata, la saturazione dell’amplificatore, ovvero la concentrazione di portatori all’interno della guida attiva e quindi il guadagno ottico: quanti piu’ fotoni di pump vengono iniettati nel SOA, tanto minore e’ il numero di portatori in grado di amplificare gli altri segnali. Pertanto, poiche’ il guadagno ottico positivo del semiconduttore si estende per un ampio intervallo di frequenze ottiche che va dall’energia del gap fino alla differenza dei quasi-livelli di Fermi, se la lunghezza d’onda λS rientra in tale intervallo, il signal verra’ amplificato o attenuato in funzione del valore di guadagno ottico imposto dal pump. La modulazione di ampiezza del pump si trasferisce quindi in modo invertito sul signal in uscita dal SOA [5]. Per mezzo del presente modello e’ possibile simulare il comportamento del SOA impiegato per la tecnica XGM, al fine di prevedere l’entita dell’escursione ottenibile in uscita per il signal e per quali condizioni di pilotaggio e lunghezze d’onda si puo’ massimizzare tale escursione. Le prove di simulazione XGM sono state effettuate su di un SOA lungo 100 µm, con una guida monomodale (0.4 µm x 0.4 µm) accordato sulla terza finestra delle fibre ottiche (gap = 0.73 eV). La figura 5 mostra le curve di guadagno di potenza per il signal, la cui intensita’ in ingresso all’amplificatore e’ -20 dBm e la lunghezza d’onda e’ fissa a 1.53 micron, in funzione dell’intensita’ del pump. Le varie curve corrispondono a diversi valori di λP con il pump copropagante (curve continue) con il segnale e contro-propagante (curve tratteggiate). La tensione di polarizzazione del dispositivo e’ 1.3 V mentre la resistenza serie e’ 8 ohm. Come si puo’ facilmente dedurre dalla figura, la maggiore escursione indotta del signal si ottiene quando il pump ha una lunghezza d’onda maggiore, ovvero quando e’ posta tra la λS e la lunghezza d’onda corrispondente al gap (1.65 µm). Infatti in tali condizioni il guadagno ottico in corrispondenza di λP e’ maggiore di quello per λS e cio’ implica una maggiore efficacia del pump nel controllare e modificare il numero di portatori e l’escursione di ampiezza subita dal signal. Inoltre i grafici mettono in luce che, per l’applicazione XGM, la configurazione in cui il pump entra dalla stessa parte del signal (copropagante) e’ preferibile alla FIG. 5 : Curve di guadagno ottico del segnale configurazione contraria, in quanto induce (λS = 1.53 mm) in funzione dell’intensita’ del sul segnale una variazione di ampiezza e, pump, per vari valori di λP. nel caso di λS < λP, un range di guadagno decisamente maggiori. Bibliografia [1] [2] [3] [4] [5] T. Saitoh, T. Mukai, "Traveling-Wave Semiconductor Laser Amplifiers", in Y. Yamamoto (Ed.), Coherence, Amplification, and Quantum Effects in Semiconductor Lasers, Wiley, New York, 1990. K.T. Koai, R. Olshansky, "Simultaneous Optical Amplification, Detection, and Transmission Using In-Line Semiconductor Laser Amplifiers", IEEE Photon. Technol. Lett. Vol. 4, No. 5, pagg. 441-443, (1992). C.Caldera, P.Cinguino, G.Fornuto, G.Giuliani, G. Marone, G.Meneghini, A.Piccirillo, D.Re.: “Realizzazione e caratterizzazione di un rivelatore trasparente basato su amplificatore ottico a semiconduttore”. Proceedings Fotonica 95, Sorrento 2-4/5/95. K.E.Stubkjaer et Al.;”Optical Wavelength converters” Proceedings ECOC 94. I. Valiente, J.C. Simon and M. Le Ligne: “Theoretical Analysis of semiconductor optical amplifier wavelength shifter.”, Electronics. Lett. 4th march 1993, Vol. 29, No. 5.