ArwenFilms-MDA
novità assoluta
TRUCULENTUS
da Plauto
regia
Aurelio Gatti – Riccardo Diana
musiche originali
Aldo Azzaro
con
Eleonora Brigliadori - Sebastiano Tringali
e
Cinzia Maccagnano - Riccardo Diana - Claudia Ferri
Manuela Lomeo
Un omaggio alla commedia Plautina, un attento lavoro che introduce la formula dell'en travestì, ampiamente
utilizzata nella commedia dal '500 ai primi dell' '800.
La condizione d’incertezza per l'andata in scena genera un percorso parallelo alla trama dell'opera, fornendo
materia e argomenti per un esilarante intreccio tra la vita del teatro e la tessitura della commedia.
La trama di quest’opera - lavoro della tarda maturità plautina - è piuttosto complessa e sembra privilegiare,
rispetto alla comicità immediata delle battute, quella più raffinata che deriva proprio dall’intricato evolversi
della vicenda.
Largamente lacunosa, prende il titolo dal nome del rustico e brutale Truculento, “nome parlante” che in
latino significava “zoticone, violento” - da cui poi in italiano “truculento”-, che si riferisce al carattere del
personaggio, dapprima misogino ed infine sedotto suo malgrado dalla serva Astafio.
Gli altri personaggi, tutti corrispondenti ad un tipo umano, sono: Diniarco, l’adulescens, cioè il giovane di
città; Stratofane, il soldato spaccone e Strabace, il contadino padrone di Truculentus. Tutti e tre sono
perdutamente innamorati di Fronesio, una cortigiana ateniese. Minore importanza hanno Ciamo, il servo di
Diniarco, la pettinatrice di Fronesio, varie altre figure di servi, il vecchio Callicle, mentre non può essere
dimenticata Astafio, la scaltrissima serva personale di Fronesio.
I tre uomini, Strabace, Stratofane e Diniarco, si aggirano davanti all’abitazione di Fronesio, che è sempre
pronta ad accogliere i suoi spasimanti, purché le portino grandi compensi in denaro: in apertura di scena è
proprio Diniarco, il giovane di città, a lamentarsi del fatto che, appena conosciuta Fronesio, poteva godere
dei suoi favori in esclusiva, grazie ai suoi poderi, ora invece, dopo aver speso tutto in regali, si ritrova
soppiantato dal più ricco Stratofane.…....
Anche se l’opera mostra nelle sue battute “un gusto comico” forse troppo distante dal nostro per ottenere
ancora l’effetto di irresistibile ilarità che Plauto sicuramente esercitava sul suo pubblico, questa messa in
scena risulta ugualmente pregevole, proprio per il tentativo - riuscito perfettamente - di far rivivere un
mondo che affrontava già, più di duemila anni fa, gli stessi argomenti sui quali ancora oggi basiamo gli
spunti più divertenti del nostro teatro comico: è sufficiente ricordare che il fulcro del Truculentus è proprio
questa donna disinibita, Fronesio, che, pur dalla sua bassa posizione sociale (cortigiana), tiene in pugno ben
tre uomini, senza che nessuno di essi riesca mai a protestare efficacemente.
La modernità di Plauto risiede proprio in quest’amara ironia misogina che permea l’intera trama,
ingenerando negli spettatori maschi una sorta d’autocompiacimento per non essere così sciocchi da farsi
ingannare da una donna e, viceversa, nelle spettatrici l’orgoglio di appartenere allo scaltro genere femminile.
Potrà, dunque, essersi affievolito l’effetto comico delle battute, ma non l’eterna freschezza del messaggio
umano cui Plauto continuamente allude, “strizzando l’occhio” al suo pubblico.
La nostra messa in scena corre parallela alla vicenda Plautina, ed è la storia di un “disastro” teatrale: la
compagnia in meno di 5 minuti, viene a conoscenza che numerosi suoi attori sono andati via.
Nell'imminenza del segnale ”chi è di scena”, la situazione precipita fino a far pensare che, probabilmente,
non sarà possibile affrontare lo spettacolo. Ma il teatro nel suo raccontarsi attraverso situazioni ora umane
ora rocambolesche, giunge ancora una volta ad una conclusione.
Eleonora Brigliadori, ora Diniarco ora Fronesio, Sebastiano Tringali, tramutatosi in vecchia Astafio,
lo stesso direttore di scena, Cinzia Maccagnano, costretta in un sorprendente Truculento: questi gli elementi
di una messa in scena totalmente dedicata ed asservita all' interprete e all' attore.
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