www.salutare.info Oftalmologia preventiva a cura del dr. Bruno Baldi, Dirigente Medico Div. Oculistica P.O. Eboli e di Andrea Baldi, Studente di Medicina Università di Siena Il glaucoma Con questo termine si definisce un gruppo di condizioni morbose che provocano un danno irreversibile della testa del nervo ottico, con conseguente progressiva perdita della funzione visiva, fino alla cecità. Non è possibile, fino ad un certo limite, esprimere in termini numerici, (ad es. da 12 a 20 mmHg), per tutti gli individui, un valore tensionale normale (1); infatti, esiste un particolare tipo di glaucoma, definito “sine tensione” in cui una IOP che rientra nei valori suddetti provoca sofferenza del nervo ottico e gravi deficit visivi. (2) Il rischio di un deterioramento del nervo ottico dipende dal gradiente ciliare, cioè dall’equilibrio tra la pressione intraoculare e la pressione idrostatica esistente nelle arterie ciliari.(3). Il fattore vascolare sembra essere predominante, per la patogenesi del danno, in tutti i tipi di glaucoma; infatti, la sofferenza del nervo ottico si realizza sia per aumento della pressione intraoculare (glaucoma cronico ad angolo aperto), sia per una diminuzione della pressione idrostatica nelle arterie ciliari (glaucoma cronico sine tensione). (4). In condizioni normali, all’interno della Camera Anteriore e Posteriore dell’occhio, è presente un liquido (umore acqueo), continuamente prodotto dai processi ciliari, che viene riassorbito da una struttura porosa presente nell’angolo camerulare (tra la radice dell’iride e l’inserzione sclerale della cornea) chiamata trabecolato corneo sclerale (fig.1). Il restringimento progressivo delle vie di deflusso dell’umore acqueo, con conseguente insufficiente funzione del trabecolato corneo-sclerale, è il motivo fondamentale dell’incremento della IOP nel glaucoma cronico ad angolo aperto. L’ostruzione completa delle vie di deflusso provoca, invece, il glaucoma ad angolo chiuso, mentre, la malformazione dell’angolo camerulare e del trabecolato, durante lo sviluppo intrauterino, è causa Fig. 2 Fondo dell’occhio con disco ottico normale.(11) 20 www.salutare.info del glaucoma congenito. In tutti i casi si stabilisce un nuovo ed anomalo regime pressorio, all’interno del bulbo oculare, che si trasmette a tutte le strutture ed in particolare comprime la testa del nervo ottico con conseguente ischemia delle fibre nervose, fino alla morte cellulare. (5) Le fibre nervose soffrono per l’ischemia dei capillari papillari e della coroide peripapillare e sono quindi la sede più vulnerabile ed iniziale dei danni glaucomatosi (difetti fascicolari, scotoma di Bjerrum, salto nasale di Ronne, ingrandimento della macchia cieca e respingimento concentrico delle isoptere periferiche). Il persistere delle condizioni che provocano ischemia del nervo ottico porta all’accentuazione dei deficit campimetrici fino allo scotoma centrale assoluto (6). Inoltre la teoria vascolare spiega anche il reperto oftalmoscopico dell’escavazione della papilla ottica che, secondo Hayreh (7), è dovuta a fenomeni ischemici a carico del tessuto neurale preliminare ed a fibrosi retrolaminare (fig. 2 e 3). Da quanto detto si evince che più è precoce la diagnosi migliore sarà la prognosi funzionale. I pazienti, nelle prime fasi della malattia, non si accorgono né dei deficit campimetrici, né di una IOP anche medio-alta (purché l’incremento tonometrico sia progressivo). I segni soggettivi quali gli aloni colorati sulle fonti luminose, gli annebbiamenti transitori, il peso sopra-orbitario, la presenza di aree cieche del campo visivo (scotomi), sono sfumati e facilmente giustificabili da parte del paziente perché la sua acuità visiva rimane invariata (anche 10/10). È proprio ciò che rende questa malattia Fig.3 Fondo dell’occhio con disco ottico scavato. (11) Fig. 1 Angolo camerulare (10) molto insidiosa e difficile da diagnosticare precocemente; solo in uno stadio avanzato, quando il campo visivo è severamente danneggiato e l’acuità visiva risulta già compromessa, viene percepito il disagio e ci si rivolge al medico. L’incidenza del glaucoma è stimata tra il 2 e il 3% nei paesi industrializzati, ma questa percentuale s’innalza considerevolmente se viene studiata la popolazione sopra i 45 anni. (8) L’unico modo per porre una diagnosi precoce è di sottoporsi a controlli oculistici periodici (una volta l’anno dopo i 40 anni) con rilevazione della IOP, esame del fondo oculare per la valutazione dell’integrità della testa del nervo ottico e, nei casi sospetti, anche l’esecuzione di un esame del campo visivo. La moderna terapia ci fornisce numerosi farmaci per la stabilizzazione del danno: beta-bloccanti, alfa-bloccanti, inibitori dell’anidrasi carbonica e derivati delle prostaglandine (in collirio) che sono sufficienti per una terapia efficace nella maggior parte dei pazienti, tanto che la terapia chirurgica, di tale patologia, si è ridotta notevolmente. (9) Il compito più delicato spetta, però, all’oculista ed al medico di famiglia affinché la terapia venga eseguita correttamente e con costanza; infatti, la mancanza di miglioramenti soggettivi non invoglia i pazienti a curarsi, perciò bisogna inculcare il concetto di stazionarietà e prevenzione di danni futuri molto più gravi. 1) Demailly PH. EMC Paris, Oftalmologie, 21275; A10 e A20. 1979. 2) Frange S.M.: Br. J. Ophthalm.; 56: 229-242. 1972. 3) Baldi B. e coll. Antologia Med. Italiana Vol. VII, Fasc. 11; Nov. 1987. 4) Flammer J.: Japperenard, Angers, 163-166; (1990) 5) Miller G.R., Smith J.L.: Am. J.Ophthalm., 62: 103. 1966. 6) Grignolo A e coll. S.O.I 1975. 7) Hayreh S.S.: Brit. J Ophthal., 54, 289, 1974. 8) Mukesh BN e All. Ophthalmology 2002; 109: 1047-1051. 9) Migdal C. Eye 2000 Jun.; 14 (Pt 3B): 515-518. 10) Benedetti C.: da scheda di approfondimento Occhio & glaucoma. 2007. 11) Working with Association for Continuing Education in Ophthalmology. 2007.