DIVINA COMMEDIA Opera elaborata da Dante tra il 1304 (o 1306) e

DIVINA COMMEDIA
Opera elaborata da Dante tra il 1304 (o 1306) e il 1320-1321, la Divina Commedia appartiene al
genere letterario dei poemi allegorico-didascalici che si propongono una funzione educativa e di
insegnamento mediante l’utilizzo dell’allegoria. L’opera descrive il viaggio immaginario che il
poeta fiorentino compie nei tre regni dell’oltretomba.
Struttura:
1- Inferno 1+33 canto proemiale/introduttivo + canti
2- Purgatorio 33 canti
3- Paradiso 33 canti
Si diceva poema allegorico; bisogna infatti concepire la Commedia come la storia allegorica di un
viaggio, in cui Dante-personaggio-protagonista rappresenta non solo se stesso, ma anche l’intera
umanità; dunque il cammino di Dante è un itinerario spirituale, un percorso di salvezza che
conduce dal buio alla luce, dallo smarrimento alla comprensione, dal male al bene supremo, dalla
bestialità (le tre fiere del primo canto dell’Inferno) alla spiritualità, fino all’estremo accostamento
alla natura angelica, al trasumanar (=trascendere la condizione umana) e all’indiarsi (=penetrare
sino alla visione di Dio). In questo viaggio, che perfeziona la condizione umana sino alla verità,
occorre dapprima avere compreso le conseguenze nefaste del male e degli errori terreni (Inferno),
quindi intraprendere un cammino di purificazione dal peccato che è già innalzamento verso l’alto
(Purgatorio), per arrivare infine al traguardo della beatitudine (Paradiso). In questo senso possiamo
parlare anche di poema sacro.
Guide simbolo.
1- Virgilio: coscienza naturale e ragione umana
2- Beatrice: fede e teologia
3- San Bernardo: intuizione mistica
Configurazione.
Dante segue il sistema aristotelico-tolemaico: al centro del cosmo dantesco sta la terra divisa in due
emisferi. Presso l’emisfero boreale è collocata Gerusalemme, sotto la quale si snoda l’Inferno.
Questo è concepito come un cono che si stringe sempre di più mano a mano che si scende verso il
centro della terra attraverso immense gradinate (=cerchi, talvolta suddivisi in gironi, bolge, zone).
Al centro della terra è conficcato Lucifero. La “geografia” dell’Inferno è determinata dalla
suddivisione dei peccati: in zone diverse e a seconda del peccato commesso in vita, sono punite in
eterno le anime dei dannati. La regola che vige è il contrappasso: la natura del peccato determina,
per somiglianza o opposizione, quella della pena (es. Canto III: ignavi/stimolati da insetti, corrono
dietro uno stendardo che non si frema mai; Canto V: lussuriosi/colpiti in eterno da un bufera, si
lasciano trasportare da essa). All’estremità opposta di Gerusalemme (emisfero australe circondato
dall’oceano) è posizionata la montagna del Purgatorio: essa ha forma simmetrica ma contrapposta
all’Inferno (infatti si innalza dalle acque e si proietta verso il cielo). Il paesaggio è scandito da
cornici che intervallano le pendici del monte. Qui espiano la loro colpa le anime destinate, dopo la
purificazione, ad essere ammesse tra i beati. Dopo il Paradiso Terrestre (Eden, ultima e più alta
zona della montagna) si apre il Paradiso. Per ragioni di simmetria anche il Paradiso è articolato in
nove parti a cui se ne aggiunge una decima: ai nove cieli segue l’Empireo che è pura luce
intellettuale, luogo mistico e trascendente, dove risiede Dio circondato dalle nove gerarchie
angeliche e dalla “candida rosa”, l’assemblea dei beati che osannano Dio. I spiriti beati in realtà si
manifestano a Dante nei vari cieli concentrici scendendovi.
In particolare…alcune caratteristiche del Paradiso:
- assenza di un vero e proprio paesaggio; è luogo immateriale
- personaggi: le anime il più delle volte sono avvolte da un’intensa luce, sono come punti
splendenti, globi luminosi di cui Dante percepisce la sagoma; tutte le anime risiedono
nell’Empireo (candida rosa: assemblea dei beati che insieme ai cori angelici osannano Dio), ma
si manifestano a Dante di volta in volta nei vari cieli in base al proprio grado di perfezione e
beatitudine
- Empireo: ultimo cielo, illimitato, infinito, immobile, perfetto, costituito da pura luce
intellettuale; dà movimento agli altri cieli attraverso il nono (Primo Mobile)
- viaggio come volo, scandito da diversi gradi di illuminazioni successive; vale a dire…molte
volte il poeta si accorge di passare da un cielo ad un altro perché, mano a mano che sale, la luce
si intensifica