Novità nella terapia del fibroma uterino, è possibile evitare il bisturi? Una terapia medica, rimborsabile in tutta Italia dal servizio sanitario fino a quattro cicli di cura (pari a 18 mesi) offre alle donne affette da fibroma uterino la possibilità di tenerlo a bada a lungo termine, vivere meglio ed evitare, salvo particolari casi, l’intervento chirurgico, in particolar modo quello che prevede l’asportazione dell’utero. Tale farmaco è a base di “ulipristal acetato”, una sostanza in grado di bloccare il recettore del progesterone nelle cellule dell’utero, impedendogli di legarsi al Dna e determinare sintesi proteiche che possono favorire i processi di replicazione cellulare. Il fibroma uterino è infatti il più diffuso tumore benigno, frutto di replicazione cellulare, dell’apparato riproduttivo femminile. L’ulipristal acetato in realtà è stato approvato nel 2014 dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa),ma con rimborsabilità solo per 2 cicli di trattamento. Ora il trattamento rimborsabile è stato portato a 4 cicli di tre mesi ciascuno con due mesi di intervallo fra un ciclo e l’altro. Ma i dati confermano la sicurezza del farmaco fino a una terapia lunga otto cicli. “Il fibroma uterino – spiega Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica, Ospedale Resnati di Milano – è una patologia ginecologica invalidante: condiziona la quotidianità, la relazione di coppia, la vita professionale e la possibilità di avere figli. Interessa fino al 40% delle donne durante la vita fertile, 3 Mln in Italia. Causa sanguinamenti abbondanti, forti dolori, sofferenza durante i rapporti sessuali e infertilità. Eppure, per 2 donne su 3, il fibroma resta ancora sconosciuto. E nonostante i sintomi siano evidenti, le diagnosi arrivano molto tardi, dopo quasi quattro anni. E’ importante invece la diagnosi precoce: già dopo 5 giorni di trattamento il farmaco blocca il sanguinamento e ferma la progressione del fibroma che, via via si riduce anche di volume, con il controllo della malattia anche durante la sospensione della terapia”. Accedere gratuitamente al farmaco non è però ancora semplice, poiché è necessario un piano terapeutico compilato da strutture accreditate. Fonte: Ansa