Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione La religione 1 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Ogni tentativo di definire il concetto di "religione", circoscrivendo l'area semantica che esso comprende, non può prescindere dalla constatazione che esso, al pari di altri concetti fondamentali e generali della storia delle religioni e della scienza della religione, ha una origine storica precisa e suoi peculiari sviluppi, che ne condizionano l'estensione e l'utilizzo. La definizione della "religione" è per sua natura operativa e non reale: essa, cioè, non persegue lo scopo di cogliere la "realtà" della religione, ma di definire che cosa sia "religione" in quelle società e in quelle tradizioni oggetto di indagine e che si differenziano nei loro esiti e nelle loro manifestazioni dai modi a noi abituali. » 2 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Le concezioni religiose si esprimono in simboli, in miti, in forme rituali e rappresentazioni artistiche che formano sistemi generali di orientamento del pensiero e di spiegazione del mondo, di valori ideali e di modelli di riferimento. 3 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione La religione è una credenza, o un insieme di credenze, relativa all’esistenza di una realtà ultrasensibile, ultraterrena e sovrannaturale. In forme elementari o complesse, è un fenomeno pressoché universale nelle società umane (universale culturale). Giudizio sulla realtà (su una qualsiasi realtà) che si fonda su un atto di fede Le credenze religiose postulano l’esistenza di una sfera della realtà trascendente rispetto alla sfera della realtà percepibile 4 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione C r e d e n z a : giudizio su una realtà che si fonda su un atto di fede ( e non mediante un atto di conoscenza). Ultraterreno: al di là della terra e delle cose terrene. Soprannaturale: la sopravvivenza dopo la morte. Ultrasensibile: mondo non accessibile con la conoscenza "normale". 5 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione E’ stato Durkheim a evidenziare che una caratteristica comune a tutte le religioni è l’opposizione tra il sacro e il profano: le varie forme di religione si differenziano tra loro a seconda del modo con cui tale opposizione si articola. ⇒ Il sacro è tutto ciò che incute timore reverenziale e profondo rispetto. Possiede qualità straordinarie, soprannaturali e spesso pericolose e generalmente ci si accosta a esso solo attraverso un certo rituale. ⇒ Il profano è tutto ciò che si crede faccia parte del mondo comune e non di quello soprannaturale e che in quanto tale abbia il potere di indebolire, di rendere impuro, di corrompere. ⇒ La magia è una forma primitiva di religione; ultrasensibile è popolato da spiriti che spesso rappresentati con sembianze umane e la cui volontà o malevola) può essere influenzata dagli uomini pratiche rituali propiziatorie. 6 il mondo vengono (benevola mediante Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione "Animismo” indica quella prima forma di credenza spirituale ("anima" o "forza vitale") che viene riscontrata in oggetti o luoghi. In tal senso la teoria di Tylor si opponeva a quella di Herbert Spencer che invece poneva nell'ateismo le convinzioni degli 7 uomini primitivi Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Il termine "Deismo” fu coniato dal teologo calvinista svizzero di lingua francese Pierre Viret (1511-1571) che lo utilizzò per indicare un gruppo che si opponeva agli "ateisti". Ma Viret descrisse questo "gruppo" come di coloro che pur credendo in un Dio unico e creatore rigettavano la fede in Gesù 8 Cristo. Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Il termine Monoteismo (neologismo greco, dal greco mónos = unico, solo e theós = dio) caratterizza quelle religioni che propugnano l'esistenza di una singola 9 divinità. Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Il termine Panteismo letteralmente significa "tutto è Dio". Oggi con il termine "Panteismo” individuiamo quei credi religiosi che individuano una divinità che abbraccia ogni cosa, ovvero Dio che compenetra ogni aspetto e luogo dell'universo rendendo così sacro ogni aspetto dell'esistente, anche 10 quello naturale Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Il termine "politeismo" è utilizzato in opposizione a quello di "monoteismo”, per indicare la differenza tra l'unicità di Dio nell'Ebraismo, rispetto alla nozione pluralistica dello stesso propria delle religioni antiche. Tale termine indica quelle religioni che ammettono l'esistenza di più dei a cui destinare 11 dei culti. Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Religioni (in ordine alfabetico) con maggior numero di fedeli • Il Buddhismo è una religione che comprende una varietà di tradizioni, credenze e pratiche, in gran parte basata sugli insegnamenti attribuiti a Siddhārtha Gautama, vissuto nel Nepal intorno al VI secolo a.C., comunemente appellato come il Buddha, ossia "il Risvegliato". • Il Cristianesimo è la religione più diffusa nel mondo, in particolare in Occidente (Europa, Americhe, Oceania). Le forme storiche del cristianesimo sono molteplici, ma è possibile indicare tre principali suddivisioni: il Cattolicesimo, il Protestantesimo, l'Ortodossia. Oltre a queste tre suddivisioni, esistono alcuni credi che si riallacciano al Cristianesimo ma non sono classificati nelle tre categorie principali, tra cui Mormonismo e i 12 Testimoni di Geova. Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Religioni (in ordine alfabetico) con maggior numero di fedeli • L'ebraismo indica sia una religione monoteistica, sia uno stile di vita, sia una tradizione culturale, diffuse all'interno del popolo ebraico, nelle varie comunità presenti in tutti i paesi del mondo. • L'Induismo è un insieme di dottrine, credenze e pratiche religiose e filosofico-religiose che hanno avuto origine in India, luogo dove risiede la maggioranza dei suoi fedeli. • L'Islām è la più recente delle tre principali religioni monoteiste. Ha come principale riferimento il Corano considerato libro sacro. Il termine Islām significa letteralmente "sottomissione", intesa come fedeltà alla parola di Dio: condivide con l'Ebraismo e il Cristianesimo gran parte della tradizione dell'Antico Testamento. Le due suddivisioni principali 13 sono l'Islām sunnita e l'Islām sciita. Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione La religione, nelle sue varie forme, deriva da due esperienze tipiche della condizione umana: - l’esperienza del limite - l’esperienza del caso 14 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione esperienza del limite Gli esseri umani sono dotati di una consapevolezza che sembra specifica della loro specie: sanno di dover morire; essi vivono nella certezza che la loro vita ha avuto un inizio e avrà una fine, un limite. esperienza del caso L’uomo si confronta costantemente con il limite della sua capacità di dare una spiegazione agli eventi naturali, sociali e individuali che interferiscono con la sua esistenza. Le nostre spiegazioni rimangono sempre parziali e provvisorie, non siamo in grado di risalire alle cause ultime del divenire e di ricondurre l’infinita varietà dei fenomeni a una spiegazione unitaria ed esaustiva. 15 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Nelle società pre-industriali abbiamo: Religioni totemistiche • Un oggetto, un animale o una pianta, assume l'identità del progenitore della tribù ed è venerato come tale. Religioni animistiche • Si basano sull'idea che gli oggetti, gli esseri umani e gli eventi siano governati dagli spiriti. Una variante crede nella presenza delle anime dei morti a cui dedica dei culti particolari. Nelle società moderne - post-moderne abbiamo: Religioni universali • Seguite da un numero massiccio di persone, si distinguono in monoteiste e politeiste a seconda che credano rispettivamente in una o più divinità: • monoteistiche (ad esempio Ebraismo, Cristianesimo e Islamismo): Dio è onnipotente e creatore di tutte le cose. Non è mai messo in discussione e non si possono adorare altri dei altrimenti si cade nell´idolatria. • politeistiche (ad esempio Induismo): i fedeli credono in un mondo divino gerarchizzato, con un dio principale - a volte un numero molto ristretto di dei maggiori - che conferma sempre la sua superiorità; gli dei presiedono alle attività della vita umana (amore, guerra, lutto, matrimonio, fertilità, arti e mestieri ecc.); molti atteggiamenti divini sono una trasposizione elevata di comportamenti umani. Religioni cosmocentriche • Non venerano una divinità, ma credono in un livello parallelo di tranquillità e armonia a cui è possibile accedere con la contemplazione (l'esempio-principe è il Buddismo). 16 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Vi sono diversi criteri in base ai quali è possibile classificare le religioni: 1. la natura delle credenze 2. la promessa e il premio riservato ai fedeli 3. il tipo di metodica di comportamento che garantisce la salvezza 17 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione 1. La natura delle credenze Totemismo: i credenti riconoscono in un oggetto, in genere animale o pianta, l’antenato comune che ha dato origine al clan Animismo: dietro gli uomini, le cose, i fenomeni, vi sono degli spiriti che intervengono attivamente, influenzandone il comportamento Politeismo: il mondo degli dei è gerarchizzato e agli dei vengono attribuiti sentimenti e aspirazioni quasi umane. Tra i due mondi, quelli umano e quello divino, ci sono analogie e corrispondenze Monoteismo: (ebraismo, cristianesimo, islamismo) l’eterogeneità tra divino e umano raggiunge il grado più elevato: Dio è unico, la causa prima e l’origine di tutte le cose Teocentrismo: si fonda sulla credenza di un aldilà dominato dalla presenza della divinità Cosmocentrismo: si fonda, come nel buddismo, sulla credenza di un’armonia universale ultraterrena 18 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione 2. La promessa e il premio riservato ai fedeli Religioni, come nell’induismo, che promettono il raggiungimento di uno stato di beatitudine e di pienezza durante la vita Religioni della redenzione che promettono il riscatto e la redenzione dalle pene terrene soltanto nell’aldilà 19 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione 3. Metodica del comportamento ⇒ Religioni che prescrivono pratiche mistiche e contemplative di distacco dal mondo ⇒ Religioni che prescrivono una condotta ascetica di vita extramondana: l’uomo si fa contenitore della volontà di Dio ⇒ Religioni che prescrivono una condotta ascetica e operosa nel mondo stesso: l’uomo si fa strumento della volontà di Dio 20 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Le religioni non sono soltanto sistemi di idee; le idee per diventare socialmente operanti hanno bisogno di uomini che agiscono nell’ambito di gruppi più o meno organizzati, più o meno istituzionalizzati. Alcune forme tipiche di organizzazione religiosa, almeno nell’ambito della tradizione ebraico-cristiana, sono: 1. - i movimenti religiosi 2. - le chiese 3. - gli ordini monastici 4. - le sette 5. - le denominazioni 6. - movimenti eretici 21 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione 1 - I MOVIMENTI RELIGIOSI Il movimento religioso è la forma più fluida di organizzazione religiosa e compare quando maturano le condizioni per una rottura delle credenze religiose tradizionali. All’origine del movimento vi è una profezia e un profeta, che rivela agli uomini la parola e la volontà di dio. I membri di un movimento religioso passano attraverso l’esperienza della conversione. Organizzazione allo stato nascente, incentrata sul rapporto carismatico tra il capo e i suoi seguaci, sulla solidarietà e sulla fratellanza che si viene a creare tra i suoi membri del gruppo. In epoca moderna il M.R. più importante, nell’ambito del cristianesimo è stato senza dubbio la Riforma 22 Protestante. Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione 2 - LE CHIESE Il movimento si trasforma in chiesa attraverso un processo di istituzionalizzazione delle credenze e delle pratiche religiose. Le credenze vanno sistematizzate in un corpo organico di dottrina e codificate in un testo scritto. Le pratiche religiose assumono un carattere di universalità, stabilità e astrattezza e nel loro insieme vengono a costituire una liturgia alla quale presiede un corpo di specialisti organizzato gerarchicamente. La chiesa è la comunità dei fedeli che professano la fede in Gesù Cristo. Talvolta il termine viene usato al plurale, per indicare diverse comunità di fede che appartengono ad un alveo comune: così, ad esempio, per "chiese cristiane" ci si riferisce (tipicamente in ambito ecumenico) 23 di cristianesimo. alle diverse forme istituzionali Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione 3 - GLI ORDINI MONASTICI Gli ordini monastici rappresentano un tipo di comunità religiosa separata dalla massa dei fedeli di una chiesa; a essi si appartiene per scelta di dedizione a un ideale di perfezione di vita religiosa. Molte religioni hanno creato elementi monastici: buddhismo, cristianesimo, induismo, giainismo, taoismo anche se la loro espressione differisce considerevolmente. 24 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione 4 - LA SETTA La setta è una comunità religiosa tendenzialmente chiusa, tra i cui membri si stabiliscono legami assai forti di fratellanza e di fiducia e che vive in un contesto sociale formato da appartenenti ad altre religioni o confessioni: l’appartenenza presuppone un atto di adesione. I seguaci non tendono generalmente a fare proseliti. Alcuni sociologi hanno proposto di considerare la differenza tra "chiesa" e "setta" nella modalità di adesione ad essa: alla setta si aderisce mentre nella chiesa si nasce. I figli nati all'interno della setta, dato che lì sono stati cresciuti ed educati, tenderanno a vedere la setta più come una chiesa. 25 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione 5 - LE DENOMINAZIONI Anche le sette passano attraverso un processo di istituzionalizzazione e si trasformano in denominazioni. Mentre però le chiese tendono a essere le organizzazioni religiose dominanti nell’ambito di singole società, le denominazioni rispecchiano una situazione di pluralismo religioso. 26 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione 6 – MOVIMENTI ERETICI Eresia è un termine storico religioso e teologico che indica un movimento religioso, segnalato come deviante da un altro movimento religioso appartenente alla stessa tradizione religiosa. 27 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione La religione è parte della società, ne riflette le caratteristiche, viene influenzata dalle sue dinamiche e, a sua volta, le influenza. L'etica protestante e lo spirito del capitalismo è un saggio dell'economista, sociologo, filosofo e storico tedesco Max Weber (1864 - 1920) in cui si identifica nel lavoro come valore in sé l'essenza del capitalismo e riconduce all'etica della religione protestante, in particolare calvinista, lo spirito del capitalismo. 28 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione • La mediazione della Chiesa tra il fedele e Dio presente nel cattolicesimo, nel luteranesimo era cancellata. Ogni credente diveniva sacerdote di se stesso. Nessun uomo, sosteneva Lutero, con le sue corte braccia può pensare di arrivare fino a Dio. • Con Calvino c'è una soluzione: il segno della grazia divina diventa visibile e sicuro: è la ricchezza, il benessere generato dal lavoro. Anzi il lavoro in sé acquistava il valore di vocazione religiosa: è Dio che ci ha chiamato ad esso. È quindi il beruf, il lavoro e il successo che ne consegue che assicura il calvinista che "Dio è con lui", che egli è l'eletto, il predestinato. • Di conseguenza il povero è colui che è fuori dalla grazia di Dio. Chi sa quali colpe egli ha commesso per essere stato punito con la povertà. La figura del povero, che nel medioevo cristiano e cattolico era la presenza di Cristo, lo strumento per acquisire meriti per il Paradiso, ora è invece il segno della disgrazia divina. 29 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione La secolarizzazione è il processo attraverso il quale la religione declina e perde la sua influenza nelle diverse sfere della vita sociale. Vari ambiti come, per esempio, il lavoro, la politica, che in passato ne erano fortemente influenzati, vengono oggi a emanciparsi dalla sua influenza. La scienza ha senza dubbio svolto un ruolo decisivo in questo processo, nel sedimentare credenze e convinzioni fondate sulla ragione e sul metodo sperimentale. Creazionisti: Evoluzionisti: 30 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Creazionisti: Il creazionismo è la credenza che l'Universo, la Terra, la vita e l'uomo abbiano avuto inizio in seguito a un atto di creazione divina, tipicamente attribuito al Dio. Evoluzionisti: L'evoluzionismo, nelle scienze etnoantropologiche, è un approccio teorico che vede le varie culture umane collocate in differenti stadi evolutivi. I diversi stadi evolutivi possono essere rapportati a quelli definiti dalla legge dei tre stadi di Auguste Comte. 31 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione Vi sono cinque diverse interpretazioni sociologiche della religione: 1. 2. 3. 4. 5. interpretazione evoluzionista interpretazione marxista interpretazione funzionalistica religione come fattore di mutamento concezione fenomenologica della religione 32 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione 1 - Interpretazione evoluzionistica Secondo Comte e Spencer, la religione è espressione di uno stadio primitivo del processo evolutivo delle società umane. Nella modernità, invece, essa occupa uno spazio sempre più marginale ed è sostanzialmente destinata a essere sostituita dalla scienza, come criterio fondamentale di orientamento delle azioni e delle società umane. 33 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione 2 - Interpretazione marxista Per il materialismo dialettico di Marx, la storia è storia di lotta di classe e la religione ostacola il processo, mediante il quale gli oppressi prendono coscienza dei rapporti sociali di dominio, dei quali sono vittime. Marx considerava la religione come una forma di “falsa coscienza” e come uno strumento nelle mani delle classi dominanti nella lotta tra le classi. In tutte le società, la religione dominante è sempre la religione della classe dominante nell’economia e nella politica e fornisce sempre una giustificazione alla disuguaglianza e all’ingiustizia sociale. 34 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione 3 - Interpretazione funzionalistica La religione svolge la fondamentale funzione di integrazione sociale. La società va pensata come un’unità, in cui le varie parti sono tenute insieme da una credenza comune. Secondo Durkheim, ogni atto di culto, rituale, cerimonia, diventa l’occasione per ribadire e rafforzare l’identità collettiva e il sentimento di appartenenza. Se nelle società moderne la religione sembra in declino, è perché altre forme hanno preso il suo posto e svolgono la sua funzione. 35 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione 4 - Religione come fattore di mutamento Molti studiosi ritengono che le istituzioni religiose siano conservatrici e sostengano lo status quo. In realtà è innegabile che la religione sia stata anche un potente fattore di mutamento sociale, un fattore di rottura della tradizione. Come dimostra Weber, le idee religiose sono state storicamente delle ‘potenze rivoluzionarie’ capaci di indurre profonde trasformazioni negli assetti sociali e culturali. 36 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione 5 - Interpretazione fenomenologica Per la concezione fenomenologica l’elemento costitutivo e universale della religione è l’esperienza del sacro. Essa pone quindi l’accento sulla relazione tra il soggetto credente e l’oggetto di venerazione, che si colloca su un piano trascendente rispetto alla realtà terrena. Diversi sono i tratti che definiscono l’esperienza religiosa: il sentimento di essere creatura, l’esperienza del mistero, l’aurea di mistero e di inaccessibilità del sacro. 37 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo X. La religione La cristianizzazione consiste in azioni volte al proselitismo in favore della religione cristiana, solitamente attraverso l'insegnamento e la diffusione della Bibbia e del Vangelo, che portino a conversioni di massa nella popolazione interessata. Fenomeno opposto è la cosiddetta "de-cristianizzazione ", cioè l'estirpazione più o meno violenta della religione cristiana dalla società. In Europa la scristianizzazione fu un aspetto di una fase della rivoluzione francese, durante il periodo del Terrore, e in Russia durante la rivoluzione sovietica e la politica antireligiosa degli stati comunisti. 38