Πρεσεντατο δα Α.Σ 2005/06 ΧΛΑΣΣΕ 3 ΟΙΡΜ 1 Μαππα χονχεττυαλε 2 Λ∋εϖολυζιονε βιολογιχα La nostra specie, Homo sapiens sapiens, appartiene al Regno degli Animali ed in particolare al gruppo dei Primati. L'Uomo non deriva direttamente dalle scimmie attuali: la teoria dell'evoluzione ha messo in luce che la scimmia e l'uomo hanno avuto in origine un unico progenitore e che le scimmie attuali appartengono a un ramo evolutivo che risulta parallelo a quello dell'uomo. le principali tappe che hanno caratterizzato la storia della specie umana sono: Nel Giurassico, in un mondo dominato dai Rettili, comparvero i primi Mammiferi, piccoli e poco specializzati. Già nel Cretacico erano presenti alcuni gruppi adattati ad ambienti diversi. Tra essi si trovano anche i più antichi Primati (le Scimmie). Il più antico conosciuto è stato chiamato Purgatorius, risale a circa 70 milioni di anni fa, ed era simile all’attuale topaia .si era ambientato nalla foresta . aveva :braccia molto lunghe ecc…. I resti indicano che era vegetariano, quadrupede e con poco spazio disponibile per il cervello nel cranio.Sono stati ritrovati diversi resti di Primati estinti, ma per scoprire "l'antenato" più probabile dei nostri antenati, si deve cercare in sedimenti miocenici (di 14 milioni di anni fa) del Kenya. 3 Nel corso dell'era cenozoica, circa 40 milioni di anni fa, nel periodo delle lussureggianti foreste tropicali;comparvero forme di tipo antropoide: simili, cioè, ai rappresentanti dell'attuale famiglia dei Pongidi. A partire da 25 milioni di anni fa, nel Miocene, comparve un gruppo ben documentato e ampiamente diffuso di tali scimmie antropomorfe, i Driopiteci. Si trattava di un gruppo di primitive scimmie antropomorfe. Un periodo lungo milioni di anni permette l’ulteriore evoluzione di queste scimmie e porta agli antenati degli ominidi Intorno a 18 milioni di anni fa, in conseguenza di una serie di eventi geologici e climatici molto importanti che si conclusero con la formazione di ponti di terra tra l'Africa e l'Eurasia, alcuni Driopiteci invasero l'Eurasia portandosi in Francia, Germania, Austria, Spagna, India, Pakistan, come testimoniano i numerosi resti fossili rinvenuti in tali sedi. Sempre in seguito all'inaridimento del clima, vi fu una progressiva riduzione delle foreste di molte aree dell'Africa e, soprattutto, dell'Europa meridionale. Comparve così la savana, un nuovo ambiente. Un ambiente non adatto a scimmie arboricole, che favorì perciò le specie capaci di usare sempre meglio gli arti posteriori, avviandosi gradualmente verso l'andatura bipede. Cominciano così a comparire forme meglio adattate alla vita in ambiente aperto, l'origine della linea evolutiva degli ominidi. Il genere Australopithecus ha avuto una lunga durata essendo vissuto da 5,5-6 milioni di anni fa fino a circa i milione di anni fa. I luoghi in cui si sono rinvenuti i suoi resti sono concentrati nell'Africa meridionale e orientale (Rift Valley). Il bacino degli Australopiteci è ampio e svasato, l'ala iliaca è espansa, in modo da poter dare inserzione ai muscoli glutei. In conseguenza alla stazione eretta, l'arto 4 superiore, liberato dalle funzioni locomotorie, diviene un vero e proprio braccio, libero di agire nella manipolazione e nella presa di oggetti. Questo fatto nuovo avuto come conseguenza il perfezionamento e lo sviluppo del cervello, rivelati non solo dal volume cranico ma anche dalla presenza di circonvoluzioni e solchi numerosi come appare dall'esame dei calchi dell'interno dei crani. Una delle specie meglio studiate è l'Australopitecus Afarensis, vissuto circa 3,5 milioni di anni fa. I resti cranici rivelano un notevole allungamento del mento (prognatismo) e una capacità cranica di 300400 cm3. Lo scheletro è abbastanza ben conosciuto grazie alla scoperta di parecchie ossa isolate e anche di varie ossa di un unico individuo di sesso femminile (divenuto famoso con il nome di Lucy). In particolare, il bacino e le ossa della parte libera dell'arto inferiore, di forma quasi moderna, suggeriscono la possibilità di un'andatura in posizione eretta. E stato trovato nel Triangolo di Afar (Etiopia), alto appena 110-120 cm per circa 25 Kg di peso A partire da circa 2,5 milioni di anni fa, l'Australopithecus afarensis è sostituito da due nuove forme: l'Australopithecus africanus e l'Australopithecus robustus.. Il cranio dell'Australopithecus africanus è più grande di quello dell'Australopithecus Robustus e ha una capacità di 450-500 cm3; lo scheletro facciale è sempre molto sviluppato, ma il prognatismo tende a ridursi. Il cranio è privo della cresta frontale e di rilievi sopracciliari tipici delle grandi scimmie antropomorfe. I denti canini e incisivi, di piccole dimensioni, rivelano caratteri tipicamente umani. Ma l'aspetto più importante che caratterizza la linea evolutiva di questo ominide è l'adattamento anatomico alla stazione eretta. Si ritiene che le due specie abbiano sviluppato diverse modalità di sfruttamento dell'ambiente: è infatti probabile che l'Australopithecus robustus sia 5 stato in origine erbivoro e granivoro, mentre l'alimentazione dell'Australopithecus africanus sarebbe stata più varia, anche parzialmente carnivora. Nel 1964 alcuni resti scoperti in Africa, hanno documentato la comparsa di una nuova specie in un periodo compreso tra i 2 e i 4 milioni di anni fa: l'Homo habilis. Per le sue caratteristiche morfologiche l'Homo habilis occupa una posizione intermedia tra l'Australopithecus africanus e l'Homo erectus che compare successivamente. Il cranio dell'Homo habilis è caratterizzato da una capacità di 600 750 cm3, superiore, quindi, a quella degli Australopiteci, con volta cranica più alta e fronte più sviluppata. La mandibola è piuttosto leggera e priva di mento osseo. I denti sono ancora grandi, ma molto simili a quelli dell'uomo attuale. La stazione eretta è confermata dalla morfologia delle ossa dell'arto inferiore e dallo scheletro del piede. Ciò che però differenzia assolutamente gli Autralopiteci da questi ominidi è il fatto che i resti ossei di Homo habilis sono stati trovati assieme a pietre scheggiate e utilizzate come strumenti: il nome specifico habilis indica appunto questa capacità tecnica. L’Homo Habilis era alto all’incirca tra 1.40 e 1.50 cm. In base alle prove attualmente disponibili, si ritiene che alcune popolazioni di Homo habilis abbiano dato origine, circa 1,5 milioni di anni fa, a individui di una nuova specie, l'Homo erectus. L'evoluzione dell'Homo erectus si svolge anch'essa lungo un arco di 6 tempo piuttosto esteso (da 1,5 milioni di anni a circa 100.000 anni fa). Nel complesso l'Homo erectus è caratterizzato da un volume cranico medio di 1000 cm3; il cranio è allungato e appiattito; la fronte è sfuggente; la mandibola è robusta. I denti sono ancora grandi, ma hanno assunto caratteristiche tipicamente umane. L'Homo erectus ha avuto un'ampia diffusione geografica: partendo dal suo luogo di origine africano, la specie si è infatti distribuita anche in varie zone europee e asiatiche. La lunga evoluzione dell'Homo erectus su tre continenti coincide con la comparsa e lo sviluppo di importanti acquisizioni culturali. Innanzitutto, l'uso della pietra si perfeziona; secondariamente viene scoperto il fuoco che utilizzava per cucinare e tenere lontano gli animali feroci. Attorno al fuoco si riunisce in gruppi dando origine ai primi rapporti sociali. Va a caccia organizzato in bande già con i suoi simili con un primitivo linguaggio parlato. Con lui nasce la famiglia primitiva in cui il maschio deve procurare il cibo per mezzo della caccia e la femmina accudisce i piccoli e cura l’abitazione. Nel 1856, presso Dùsseldorf in Germania, sono stati scoperti i resti di un altro progenitore della specie umana: l'Homo Neanderthalensis. Ci vollero anni e nuove scoperte perché a questa specie venisse data una corretta posizione nel percorso dell'evoluzione umana. Oggi noi conosciamo piuttosto bene questo ominide, grazie a una documentazione basata sui resti più o meno frammentari di circa 200 individui, che ci ha permesso di collocarlo nella specie Homo sapiens e di conoscerne sia le forme più antiche (più vicine all'Homo erectus) sia quelle più moderne, con caratteristiche che preannunciano la comparsa dell'Homo sapiens sapiens. Il cranio è ormai molto grande (1300-1600 cm3), allungato, con volta sensibilmente appiattita e sviluppo di una protuberanza nella parte posteriore del cranio. Le arcate sopracciliari sono molto sviluppate e formano un rilievo continuo che sovrasta entrambe le 7 orbite. La faccia è piuttosto proiettata in avanti. La mandibola è priva di mento osseo, i denti sono simili a quelli dell'uomo attuale ma molto più grandi, anche le ossa degli arti sono simili a quelle dell'uomo attuale, ma sensibilmente più robuste. I Neandertaliani che meglio rispondono a questa definizione sono stati ritrovati in varie località dell'Europa occidentale. L'Uomo di tipo moderno, l'Homo sapiens sapiens, compare in modo piuttosto improvviso intorno a 35.000 anni fa. I resti ritrovati fanno pensare a popolazioni con caratteristiche proprie, diverse per certi particolari l'una dall'altra. Questa variabilità già annuncia la mutevolezza dei tratti nelle razze umane attuali. Nel complesso, tuttavia, il cranio appare, fin dall'inizio, nettamente diverso da quello dei Neandertaliani. Non esiste più il rilievo sopraorbitario continuo, ma solo un leggero rilievo, spesso appena percettibile; il frontale e l'occipitale sono più arrotondati; la volta cranica è più elevata e il cranio è più corto, con capacità analoga a quella dei Neandertaliani. Lo scheletro facciale è meno sviluppato rispetto ai Neandertaliani e non è più così proiettato in avanti. La mandibola rivela un mento osseo ed è meno robusta. Due sono le razze riconosciute: quella di Cro-Magnon e quella di Combe Capelle. L'uomo di Cro-Magnon, occidentale, è caratterizzato da un cranio relativamente lungo, di capacità elevata, con volta piatta e cerebrale; le orbite sono basse e approssimativamente rettangolari; lo scheletro facciale è notevolmente basso e largo. Si tratta, per lo più, di individui di altezza elevata (1,80 m). Uomo di Combe Capelle è più raro in Europa occidentale e pare aver avuto origine in regioni centroeuropee, forse in Cecoslovacchia, dove si è rinvenuto un certo numero di resti. Il cranio è più armonico rispetto a quello degli uomini di CroMagnon, con faccia più sviluppata; lo scheletro facciale è alto e 8 stretto, le orbite sono alte. La varietà e la complessità degli oggetti fabbricati e dei modi di vivere indicano il livello culturale raggiunto da queste nuove popolazioni. Alla lavorazione della pietra e delle ossa si aggiungono manifestazioni artistiche (tecnica di incisione, pittura e scultura). Le abitazioni divengono varie e complesse, con tende e capanne di vario tipo costruite all'aperto o in grotte. I Neandertaliani sono probabilmente stati il primo popolo che celebrava riti funebri per i propri morti. Allo stato attuale delle conoscenze, dunque, l'evoluzione dell'uomo appare costituita da una sequenza di forme relativamente ben note, anche se i rapporti precisi tra alcune di esse sono ancora oggetto di discussione: una migliore conoscenza dei resti esistenti, unita al perfezionamento dei metodi di datazione assoluta, potranno dare un contributo decisivo al problema dell'origine dell'uomo. La situazione ambientale nella preistoria e delle prime civiltà monumentali 9 Λ∋εϖολυζιονε χυλτυραλε l’evoluzione culturale è l’accumulo delle conoscenze e delle capacità operative che l’uomo ha realizzato nel tempo, attraverso la vita sociale e la comunicazione di un individuo e l’altro e quindi da generazione a generazione, sia in modo diretto sia in modo indiretto. Le tappe principali di quest’evoluzione sono: la scoperta del linguaggio parlato che permette la comunicazione tra un individuo e l’altro l’invenzione della scrittura prima e della stampa dopo l’invenzione di laboratori elettronici dei giorni nostri Le prime testimonianze relative allo sviluppo di comportamenti culturali complessi, venute in luce in diverse località dell'Africa orientale (Hadar, Koobi Fora, Omo, Olduvai ecc.), si riferiscono a circa 2,5 milioni di anni fa. Si tratta di una serie di suoli d'abitato formati da concentrazioni di manufatti litici provenienti dalla scheggiatura di ciottoli, di resti faunistici caratterizzati da tracce di macellazione e, in casi eccezionali, di strutture abitative costituite da cerchi di pietre (Olduvai). Tutte queste testimonianze risultano associate alle due forme umane Homo rudolfensis e Homo habilis, benché non si possa escludere la possibilità che anche alcune specie di australopiteci, vissute fino a circa 1 milione di anni fa, fossero in grado di realizzare manufatti dello stesso tipo. Entriamo così nella parte più antica del Paleolitico (termine che significa appunto "età della pietra antica"), comunemente denominata Paleolitico inferiore. 10 Ιλ προγρεσσο τεχνιχο ε σχιεντιφιχο l’indubbio progresso che l’umanità ha compiuto durante tutta la storia è frutto della straordinaria intelligenza dell’uomo,grazie alla quale egli a potuto: “creare” la scienza utilizzare la scienza per sviluppare una complessa tecnologia dalle origini l’evoluzione culturale dell’uomo è costellata da piccole e grandi invenzioni che hanno contribuito a fargli raggiungere l’attuale livello di sviluppo tecnico e scientifico. Nella storia dell’uomo i progressi tecnico-scientifici sono stati molto importanti per raggiungere i “livelli” a cui siamo arrivati oggi. Si possono citare alcune scoperte molto importanti avvenute nel corso dell’evoluzione dell’uomo: la scoperta del fuoco la ruota mulino a vento ecc……… sino ad arrivare alle scoperte più recenti come: il primo volo nello spazio l’ingegneria genetica e molte altre scoperte che ci sono state e che risaranno perché l’uomo continuerà a evolversi e a fare nuove scoperte nel corso dei millenni seguenti…………………………….. 11