OLTRE IL NICHILISMO? “Il nichilismo è oggi espressione di un profondo malessere della nostra cultura: che si accavalla, sul piano storico-sociale, ai processi di secolarizzazione e di razionalizzazione, quindi di disincanto e di frantumazione della nostra immagine del mondo, e che ha provocato sul piano filosofico, in merito alle visioni del mondo e ai valori ultimi, la corrosione delle fedi e il diffondersi del relativismo e dello scetticismo (...) Sono svanite la forza vincolante delle norme morali e la possibilità che essi trovino disponibilità ad essere accettate e applicate. Anche qui bisogna constatare: Paradigm lost. I riferimenti tradizionali – i miti, gli déi, le trascendenze, i valori- sono stati erosi dal disincanto del mondo. La razionalizzazione scientifico-tecnica ha prodotto l'indecidibilità delle scelte ultime sul piano della sola ragione. Il risultato è il politeismo dei valori e l'isostenia delle decisioni (....). Nel mondo governato dalla scienza e dalla tecnica l'efficacia degli imperativi morali sembra pari a quella di freni di bicicletta montati su un jumbo jet. Sotto la calotta d'acciaio del nichilismo non v'è più virtù o morale possibile. Il fatto è che il paradigma perduto è stato sostituito da uno nuovo che impone i propri imperativi ad ogni condotta e comportamento umano. E' il paradigma tecnico-scientifico. La scienza e la tecnica (…) forniscono una guida assai più efficace e coercitiva dell'agire di quanto non possa fare la morale (…). Il nichilismo ci ha trasmesso effettivamente un insegnamento corrosivo e inquietante, ma al tempo stesso profondo e coerente. Ci ha insegnato che noi non abbiamo più una prospettiva privilegiata -non la religione né il mito, non l'arte né la metafisica, non la politica né la morale e nemmeno la scienza- in grado di parlare per tutte le altre, che non disponiamo più di un punto archimedeo facendo leva sul quale potremmo di nuovo dare un nome all'intero. E' questo il senso profondo della terminologia negativa -”perdita di centro”, “svalutazione dei valori”, “crisi di senso”- che il nichilismo ha fatto fiorire. Il nichilismo ci ha dato la consapevolezza che noi moderni siamo senza radici, che stiamo navigando a vista negli arcipelaghi della vita, del mondo, della storia: perchè nel sdisincanto non c'è più bussola che orienti; non vi sono più rotte, percorsi, misurazioni pregresse utilizzabili, né mete prestabilite a cui approdare. Il nichilismo ha corroso la verità e indebolito le religioni; ma ha anche dissolto i dogmatismi e fatto cadere le ideologie, insegnandoci così a mantenere una ragionevole prudenza del pensiero (…). La nostra è una filosofia di Penelope che disfa incessantemente la sua tela perchè non sa se Ulisse ritornerà”. (F. VOLPI, Il nichilismo, Laterza 2004, pp. 173-78)