Numero completo

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Numero 23, anno VI: gennaio 2006
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 22 anno VI
SOMMARIO
Estate 2006
SOMMARIO....................................................................................................................................................... 2
LA NOSTRA RIVISTA ....................................................................................................................................... 3
Aurore polari ...................................................................................................................................................... 4
Onde anomale, onde vive, onde morte, onde corte ripide e onde lunghe e dolci ............................................. 7
Il giornale del tempo – AUTUNNO 2006 ......................................................................................................... 11
Osservatorio sul clima ..................................................................................................................................... 16
NOTIZIE DAL MONDO.................................................................................................................................... 22
CRONACA METEO LIGURIA ......................................................................................................................... 28
CRONACA METEO SUD AMERICA............................................................................................................... 39
Meteorologia d’altri tempi ........................................................................................45
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
EDITORIALE
LA NOSTRA RIVISTA
Di: Roberto Pedemonte
La sempre maggior attenzione e i sempre più frequenti articoli che la carta stampata e la
televisione dedicano al clima, ci hanno convinto che sia utile proporre ai lettori quale sia,
almeno nella nostra città e nella nostra regione, il comportamento dei principali parametri
meteorologici. E’ per questo motivo che, da questo numero, prende il via una nuova rubrica
fissa che, con rappresentazioni grafiche e analisi dei dati di base, cercherà di mostrare quale
sia l’andamento della temperatura, delle precipitazioni o di altri fenomeni che, di volta in volta,
saranno considerati. Senza enfasi e senza sentenze cercherà di ricomporre a un’analisi critica
quello che, purtroppo, ultimamente viene considerato un boccone ghiotto per i media (l’auditel
e le tirature comandano), distorcendone spesso la verità.
La meteorologia ha necessità di tutte le forze, di tutte le menti che possano contribuire da un
lato a migliorare la sua conoscenza e dall’altro a divulgare il lavoro svolto, nelle sue svariate
branche (climatologia, previsioni del tempo, analisi meteorologiche, spiegazione dei fenomeni,
ecc.), al pubblico. Questo indipendentemente quale sia la provenienza e la formazione degli
studiosi che vi si applicano con diligenza e con passione e che dedicano il loro tempo affinché
altri possano godere dei risultati raggiunti.
Un importante autore è entrato nel novero dei collaboratori della rivista. Da questo numero
Achille Pennellatore, che molti conosceranno per alcune rubriche di previsione del tempo
condotte su alcune emittenti televisive liguri, fornirà la sua collaborazione con articoli di
meteorologia marina (ma non solo), argomento da noi trascurato in passato. In particolar
modo in questo numero ci presenta un interessantissimo saggio sulle onde marine: come si
formano, come si misurano, quali sono le loro caratteristiche, ecc.
Le aurore boreali hanno, da sempre, attirato l’attenzione dell’Uomo. Anche gli uomini di
scienza, quindi, hanno subito il loro fascino ma, appunto, proprio perché uomini di scienza,
hanno cercato di dare una spiegazione razionale al manifestarsi di tale evento. Diego Rosa ci
farà conoscere qual è il sapere attuale del fenomeno mentre la lettura di una memoria di
Benjamin Franklin ci fornirà, con il linguaggio e le conoscenze dell’epoca, la versione
settecentesca. Un interessante slalom parallelo.
In un’ultima nota si desidera informare che l’Atlante delle Nubi, curato da Massimo Riso con
grande abilità e competenza, avrà prossimamente una nuova sezione del tutto particolare, che
crediamo possa non avere eguali sul web.
Buona lettura.
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
DIDATTICA
Di: Diego Rosa
Aurore polari
(prima parte)
I più affascinanti fenomeni ottici dell’atmosfera sono senza dubbio le aurore polari, boreali od
australi. Si verificano alle alte latitudini dell’emisfero N e a quelle basse dell’emisfero Sud. La
zona artica di massima frequenza corre su una linea che partendo dalla parte nord della
Norvegia, tocca la nuova Zemlia, la costa N della Siberia, l’Alaska, la Baia di Hudson, il
Labrador e l’ Islanda. Esse sono generate dall’urto delle particelle cariche (elettroni, protoni,
ioni) costituenti il così detto vento solare, con la parte più alta dell’atmosfera formata da
particelle ionizzate (ad una altezza normalmente compresa tra i 90 ed i 300 Km) complice il
campo magnetico terrestre che deviandole le concentra in una fascia circumpolare abbastanza
ristretta.
Esaminiamo separatamente questi due fattori: il magnetismo terrestre ed il vento solare e poi
la loro iterazione.
Il magnetismo terrestre
I cinesi alcuni secoli prima di Cristo ed in seguito i Greci avevano notato che alcune rocce
contenti ossidi di ferro avevano la proprietà di attirare limatura o pezzetti di ferro esercitando
una forza misteriosa che in Occidente venne detta magnetica dalla città di Magnesia dove
erano presenti giacimenti di tali minerali.
Fig 2 William Gilbert
Un’altra curiosa proprietà era stata scoperta: sfregando (nello stesso senso) con una barretta
di ferro la superfice di una roccia magnetica, la barretta stessa si magnetizzava, presentando
alle sue estrimità 2 poli, positivo e negativo, come si poteva dedurre da fatto che due barrette
similmente trattate si atttiravano o si respingevano alle rispettive estremità. Agli inizi del 1200
i cinesi fecero una scoperta fondamentale: un ago magnetizzato potendo ruotare con minimo
attrito attorno ad un asse verticale puntava immancabilmente nella direzione N-S, avevano
cioè inventato la bussola, strumento prezioso per la navigazione. Verso il 1290 la bussola
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
apparve anche in Europa, forse inventata autonomamente od importata dall’oriente. La causa
di tale comportamento dell’ago magnetizzato rimase incerta per secoli: normalmente si
pensava che il polo che puntava a nord fosse attratto dalla stella polare. Finalmente nel 1600 il
fisico e medico di corte della regina d’Ingilterra Elisabetta I, William Gilbert diede nel suo
famoso trattato “De Magnete” la risposta più corretta : la Terra costituisce un enorme magnete
con i poli magnetici approssimativamente collocati in corrispondenze di quelli geografici: i poli
dell’ago della bussola sono attirati dai corrispondenti (ma di segno opposto) poli magnetici
della terra sono cioè influenzati dal campo magnetico della terra.
Fig. 3 Linee (schematiche) di forza del campo magnetico terrestre
A sostegno di questa sua asserzione modellò un magnete a forma di sfera (terrella) e mostrò
come un piccolo magnete esploratore posto sulla sua superficie si comportasse in modo simile
alla bussola sulla terra.
Fig 4 La terrella di Gilbert
E’ noto dalla fondamentale scoperta di Oersted (una corrente elettrica devia la direzione di una
bussola posta nelle sue vicinanze), dagli esperimenti di Ampère e dalle equazioni di Maxwell,
che una corrente elettrica (od una carica in movimento) genera un campo magnetico e
viceversa una variazione nel tempo del campo magnetico un campo elettrico ed una corrente
in un circuito chiuso. Il nucleo centrale della terra composto da ferro ad alta temperatura ma
solido per le estreme pressioni cui è sottoposto è circondato da una calotta sferica di metallo
liquido. In tale mantello si ritiene che esistano delle correnti quasi stazionarie che producono
un campo magnetico come un solenoide di un elettromagnete campo che rappresenta la quasi
totalità di quello che si evidenzia sulla superficie terrestre.
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Una carica in movimento q di velocità v come un elemento di circuito elettrico orientato ds
percorso da una corrente si producono rispettivamente in punto P identificato dal raggio
vettore r congiungente la posizione istantanea della particella o dell’elemento di circuito o un
vettore di induzione magnetica B e dB dati da:
1) B = α(qvX r)/r
2) dB = α i(dsXr)/r
3
3
Avendo indicato con con α un fattore di proporzionalità (pari a 4π 10-7 nel sistema MKS) e con
X il prodotto vettoriale.
Il vettore induzione risultante è perpedicolare al piano formato da ds ed r o v ed r, ha il
modulo pari a vrsen θ e direzione data dal senso di avanzamento della vite destrogira da v o
ds a r.
A sua volta una carica q in moto con velocità v od un elemento di un circuito ds percorcorso
dalla corrente i in campo di induzione magnetica B sono soggette alla forza:
3) F = qvXB
4) F = idsXB
Dunque una particella carica in moto in uno spazio dove esiste un campo B subisce una
deviazione dovuta ad una forza costantemente perpendicolare alla sua velocità ed alla
direzione di B cioè i alle linee del campo. Si può verificare che essa assumerà una traiettoria a
spirale attorno a queste stesse linee.
Il vento solare
Con vento solare si indica il flusso di particelle elementari (in gran parte elettroni e protoni)
emesse dal sole che investono la Terra. Tale flusso è particolarmente intenso quando le
macchie solari ed i brillamenti sono più intensi ed essendo costituito da particelle cariche porta
con sé anche un campo magnetico che viene ad interferire con quello terrestre
Fine prima parte
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
DIDATTICA
Di: Achille Pennellatore
Onde anomale, onde vive, onde morte, onde corte ripide e onde
lunghe e dolci
Saluti a tutti! Recentemente, nella notte fra la Beata
Vergine Immacolata, 8 dicembre, e il sabato 9, una
piccola
ma
vigorosa
e
profonda
depressione
Mediterranea dal Golfo del Leone, si è trasferita sul
settore Nord del Golfo di Genova approfondendosi
ulteriormente, poi si è addentrata nel territorio andando
a interessare il basso Piemonte.
Essa ha trascinato, nel suo movimento da SW verso NE
un notevole moto ondoso che ha avuto il suo apice nella
zona di mare antistante il Porto di Savona, arrecando
danni alle strutture (palazzina dell’Avvisatore Marittimo)
e a un bel po’ di vetture nuove (circa 200) destinate
all’esportazione e nell'attesa di essere imbarcate.
Una rara foto di un'onda anomala.
La superpetroliera Esso Languedoc
durante una tempesta al largo di
Durban in South Africa nel 1980.
L'albero che si vede a tribordo si
eleva di 25 metri sopra il livello
medio del mare.
Fonte: ESA/Philippe Lijour
Soprattutto ha acceso la fantasia della gente e in
particolar modo dei giornalisti che si sono subito messi a
scrivere di onda anomala e qualcuno anche di sospetto
Tsunami. Quest’ultimo fenomeno è stato subito escluso
giacché in mare aperto non si era registrata nessuna
scossa tellurica così forte dai sismografi costieri, da
poter generare un maremoto.
Prima di addentrarci nel particolare di quest’evento,
vorrei provare a dare una delucidazione sulle onde marine, siano di mare vivo o di mare
morto, siano d’onda corta e ripida o d’onda lunga e dalla sinusoide più dolce e meglio definita.
Innanzitutto bisogna sapere che c’è una differenza fra le onde del Mediterraneo e le onde degli
Oceani.
Le onde del mare, è risaputo, sono originate del vento. In particolare, le onde che sono
generate in un certo luogo dal vento, sono chiamate onde vive, oppure onde di mare vivo.
Le onde che invece sono originate da un vento lontano e arrivano in un luogo dove non c’è
neppure una bava di vento, sono chiamate onde morte oppure onde di mare morto. Se
qualcuno, però, non vuole pensare ai funerali, le può tranquillamente chiamare, come faccio o
nei miei messaggi meteo di previsione, onde lunghe o di mare lungo (swell in inglese, houle in
francese).
Le onde di mare vivo, hanno un aspetto inquietante, sono nervose, caotiche nell’insieme del
periodo, altezza e direzione.
Le onde di mare lungo, al contrario, sono più regolari man mano che si allontanano dalla zona
dove sono state originate. Spesso non frangono, e da lontano, uno che osserva il mare, può
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
essere ingannato e sottovalutare lo stato del mare stesso. Una volta che, però, si mette in
navigazione con la presenza dell’onda lunga, se ne pentirà poco dopo se soffre di mal di mare.
Ovviamente ci sono delle vie intermedie, dello stato del mare: poco dopo aver abbandonato il
posto di origine, le onde possono essere ancora caotiche ma presentare già le caratteristiche di
saliscendi tipico delle onde lunghe. Questo avviene, più o meno, fra 50 e 150 miglia nautiche
dall’area di origine. Una burrasca di Libeccio sul Mare dell’Algeria creerà un’onda
particolarmente insidiosa sulle nostre coste. Invece, se nasce da una burrasca sull’Ovest della
Corsica, molto più vicina, sarà meno insidiosa al suo arrivo sulle nostre spiagge o scogliere.
Forse ho divagato! Torniamo alla domanda iniziale cercando di analizzare i due tipi di onda e di
offrire una correlazione fra l’altezza delle onde con l’intensità del vento.
Nel nostro Mare Mediterraneo, a causa dei fetch limitati, riguardo ai contenuti spazi aperti in
mare, hanno una netta prevalenza le onde di mare vivo, oppure la situazione intermedia (onde
vive/onde lunghe) fra i due tipi di onda. Nei messaggi meteo che diffondiamo, si usa dare
un’altezza significativa alle onde, pari a un terzo delle onde più alte (lo stesso per il vento,
quando diamo una velocità in nodi senza specificare le punte massime, intendiamo un terzo
delle raffiche massime).
Abbiamo parlato di fetch, e sarà bene dare una definizione a questo fenomeno, poiché ricorrerà
spesso in questo articolo e che uso soprattutto nei miei bollettini in caso di previsione di
mareggiate o risacca.
Il fetch è lo spazio di mare dove spira un vento di direzione e intensità costante. Questa
costanza della direzione dell’intensità del vento, deve essere correlata alla durata e inteso
come il tempo durante il quale il vento ha soffiato. Pertanto, le caratteristiche di periodo,
altezza e lunghezza delle onde, dipendono dal fetch, dalla durata e intensità di questo vento.
In effetti, esiste, laddove inizia a soffiare il vento sul mare, una generazione di piccole onde
fino al suo cessare. Pertanto ci sarà un trasferimento continuo d’energia dal vento al mare. Le
nuove onde appena create, inizieranno a correre con la guida delle vecchie fino alla costa
d’arrivo, perpendicolare al loro movimento. Più la costa è lontana, maggiore sarà il fetch e
maggiori gli effetti della mareggiata. Cosicché è distribuita una notevole quantità di energia in
ampi spazi, molto ampi negli Oceani, un po’ meno nel nostro Mediterraneo. Si può fare un
esempio anche in una semplice pozzanghera di qualche metro quadrato: con un po’ di vento,
noteremo che dal lato della pozzanghera da dove arriva il vento, le ondine che si formano sono
molto piccole, poi man mano che si procede verso il lato opposto della pozzanghera, quello
d’arrivo, noteremo che le ondine sono più alte e spaziate fra loro. Un piccolo fetch!
Qui sotto vediamo rispettivamente nel Mediterraneo e nell’Oceano, l’altezza delle onde in
funzione del vento, prendendo in esame una forchetta fra 10 e 40 nodi delle velocità del vento.
Altezza delle onde che possono generarsi nel Mediterraneo in
funzione del vento in nodi. Le caratteristiche delle onde (altezza,
lunghezza e periodo) dipendono dalla durata del vento, oltre che
dal fetch.
Velocità del
altezza delle
fetch in km
durata in ore
vento
onde
in nodi
in metri
10
52
4
0.6
15
102
6
1.2
20
204
8
2.4
25
296
11
3.6
30
309
13
4.8
35
574
15
6.6
40
759
7
9.0
8
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Altezza delle onde negli Oceani in funzione del vento per un valore
compreso fra 10 e 40 nodi.
Velocità del vento in nodi
altezza delle onde
10
1.0
15
2.0
20
3.0
25
5.0
30
7.2
35
10.0
40
circa 13.0
Come si può notare, in un mare aperto come l’Oceano, l’altezza delle onde formate dal vento,
è più alta che in un mare chiuso come il Mediterraneo.
Sarebbe interessante sapere quanto possa
essere alta al massimo un’onda nell’Oceano. Da
alcune testimonianze raccolte da Comandanti di
grosse barche che da Portosole vanno ai Carabi
o sulla costa Est degli USA, oppure da alcuni libri
di navigazione, si evince di onde stimate fino a
15 metri. Nell’Oceano Pacifico, sempre da alcuni
libri, si legge di avvistamenti di onde alte fra 18
e 27 metri. La più alta in assoluto, raccontata
dall’equipaggio
della
nave
della
Marina
Americana Rampao, mentre nel 1933 era in
navigazione nel Pacifico, essi avvistarono
Un'onda anomala valutata di 60 piedi (ca. 18 un’onda di ben 34 metri. Ora, non so come sia
stata calcolata l’altezza di quelle onde e neppure
metri) fotografata al largo di Charleston,
quella anomala nel Porto di Savona in cui si
South Carolina, un'istante dopo che si è
parla di 15 metri.
infranta sulla nave e si sta allontanando.
Fonte: NOAA
Scala Douglas dello stato del mare
TERMINE
English
DESCRITTIVO State of the
Stato del
sea
mare
Français
État de la
mer
Español
Estado del
mar
ALTEZZA
MEDIA
DELLE ONDE
(metri)
0 Calmo
Calm (glassy) Calme
Calma
1 Quasi calmo
Calm
(rippled)
Calme
(ridée)
Calma
(rizada)
2 Poco mosso
Smooth
Belle
Marejadilla
0,10 - 0,50
3 Mosso
Slight
Peu agitée
Marejadilla
0,50 - 1,25
4 Molto mosso
Moderate
Agitée
Fuerte
marejada
1,25 - 2,50
5 Agitato
Rough
Forte
Gruesa
6 Molto agitato
Very rough
Très forte
Arbolada
4-6
7 Grosso
High
Grosse
Arbolada
6-9
8 Molto grosso
Very high
Très grosse Montañosa
9 Tempestoso
Phenomenal
Énorme
Enorme
0 - 0,10
2,50 - 4
9 - 14
oltre 14
9
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Ritornando al caso dell’onda anomala di Savona della notte fra l’8 e il 9 di dicembre scorso, si
possono solo fare delle ipotesi poiché non ci sono testimonianze.
Vi sono molte probabilità che si sia trattato dell’incontro casuale fra 2 treni di onde lunghe: il
secondo, più veloce potrebbe aver raggiunto il precedente e aver creato un’onda più alta delle
altre, in pratica si sono sommate due altezze d’onda.
Potrebbe anche essere che vi fosse un incontro fra due fetch di diversa provenienza, due onde
lunghe incrociate: il fetch principale fra S e SW e uno secondario fra S e SE. Il gradiente era
perfettamente meridionale, da S 180° e proveniva da molto lontano, prendeva origine dal Sud
della Sicilia a levante, dal Nord dell’Algeria a ponente. Mettiamo il caso che le Isole di
Sardegna e Corsica abbiano diviso da Capo Teulada questo fetch: a Ovest delle Isole fra S e
SW, a Est fra S e SE. Dopo aver oltrepassato Capo Corso, e nel moto verso Savona, questo
fetch si sia riunito e abbia proprio avuto il punto d’incontro davanti al Porto con un’onda
senz’altro superiore in altezza e confusa nella forma. Io me la spiego così. Anche in questo
caso, aspetto qui le controprove.
Per terminare, riporto qui i settori massimo fetch per alcune località costiere, tratte da una
pubblicazione dell’Istituto Idrografico della Marina Militare.
Iniziamo con Bordighera, che ha un suo settore di massimo fetch di 400 miglia fra 213°
dell’Isola di Minorca e 174° dell’Isola di S. Pietro.
Capo Mele, che ha un settore di massimo fetch di 415 miglia compreso fra i 219° di Minorca e i
180° dell’Argentera (Sardegna).
Capo Noli, con un massimo fetch di 435 miglia fra i 216° di Capo Mele e i 183° sempre
dell’Argentera.
Genova, alla sede dell’Idrografico della Marina, massimo fetch di 455 miglia fra i 217° dell’Isola
di Minorca e i 189° dell’onnipresente Argentera.
Infine l’Isola di Palmaria, con un settore di massimo fetch di 500 miglia, fra i 247° di Hyèrès e i
209° di Cap Cavallò in Corsica.
Se un vento spira per molto tempo e con la stessa direzione nei rispettivi settori qui sopra
elencati, in quelle località si avranno i maggiori effetti della mareggiata.
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
CLIMATOLOGIA
A cura di: Roberto Pedemonte
Il giornale del tempo – AUTUNNO 2006
Valori stagionali
I dati giornalieri sono rilevati dai METAR disponibili sul sito www.wunderground.com e si riferiscono a località
scelte come rappresentative di Regione Climatica nel territorio italiano e sulla base dei dati disponibili
Nome Stazione
Altitudine m
Latitudine
Longitudine
241
46°28' N
11°20' E
6
45°30' N
12°20' E
MILANO Linate
103
45°26' N
9°17' E
GENOVA Sestri
3
44°25' N
8°51' E
ROMA Fiumicino
3
41°48' N
12°14' E
44
41°08' N
16°47' E
1
39°15' N
9°03' E
34
38°11' N
13°06' E
BOLZANO
VENEZIA Tessera
BARI Palese Macchie
CAGLIARI Elmas
PALERMO Punta Raisi
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Dati stagionali
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Direzione di provenienza del vento
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
CLIMATOLOGIA
A cura di: Roberto Pedemonte
Osservatorio sul clima
Una nuova rubrica
Una nuova rubrica. Perché?
Perché è nostra intenzione fornire informazioni relative all’andamento stagionale e annuale di
alcuni parametri meteorologici nella città di Genova e/o in Liguria. Perché i dati non sempre
sono di facile reperibilità, in particolar modo le serie storiche più longeve. Perché sui media c'è
un proliferare di grafici e tabelle dove tendenze, medie ed estremi, sono spesso presentati in
modo tale da indirizzare il lettore a raggiungere "con la sua testa" il risultato voluto dall’editore
(non è difficile imbastire i numeri e raffigurarli nella maniera più opportuna per inculcare ciò
che si desidera nelle teste dei lettori).
Per ottenere una spettacolarità, dettata dal voluto catastrofismo, può essere sufficiente un
esempio recente letto su un quotidiano nazionale dove, per scolpire in maniera indelebile nella
mente dei lettori il Global Warming, sono state paragonate le temperature massime raggiunte
il 19 gennaio 2007, con quelle dello stesso giorno di un gennaio passato, mediamente più
freddo. Una rappresentazione legittima e scientificamente corretta? E’ semplice verificare che,
con tale sistema, si può dimostrare una teoria e il suo esatto contrario: procedendo con il
metodo utilizzato dal quotidiano, se paragoniamo le temperature massime di Torino Caselle e
Milano Linate del 19 gennaio 2007, 25°C e 20°C rispettivamente, con quelle dello stesso
giorno, per esempio del 2004 (non ricordiamo se fosse questo l’anno di riferimento del giornale
ma la sostanza non cambia), 7°C e 11°C, si potrebbe sostenere che in tre anni la temperatura
sia aumentata di 18°C a Torino! E di 9°C a Milano! Global Warming! Anzi, Super Global
Warming! Semplicemente cambiando il giorno del medesimo mese e dei medesimi anni di
confronto, per esempio il 13, si osserva che nel 2007 sia Torino Caselle sia Milano Linate hanno
registrato una massima di 5°C, nel 2004 Torino 10°C e Milano 9°C; si potrebbe sostenere che
la temperatura sia diminuita di 5°C a Torino! E 4°C a Milano! Global Freezing?!
Utilizzando tale criterio, quindi, è bastato confrontare due giorni differenti dello stesso mese
dei due anni considerati, per ottenere effetti contrari, per ribaltare quanto sostenuto nella
tabella pubblicata. Sono stati falsificati i dati? No! Si sono sostenute cose non vere? No! Sono
stati semplicemente adattati i dati a quanto si voleva sostenere. Quest’esempio serve per fare
comprendere quanto possano essere errati in maniera grossolana i metodi di informazione che,
invece, dovrebbero far meglio capire quale sia la reale situazione dell’evoluzione, naturale o
meno che sia, del clima. Per amor di notizia il gennaio 2004 è stato più freddo del gennaio
2007 (probabilmente, quest’ultimo, il gennaio più caldo mai registrato).
Non si può accettare questa visione dei fatti. Non è così che si deve porgere ai cittadini
l’informazione corretta, non ci stancheremo mai di sostenerlo. E’ evidente che ci sia un
riscaldamento a livello planetario. Basta confrontare i dati termici globali! Ma qual è la reale
tendenza? E’ costante? E’ uguale in tutto il pianeta? La memoria umana è fallace, si sa, e tende
a ricordare episodi singoli che, per quanto abbiano un’importante valenza, non possono essere
presi a campione nella dinamica climatica se svincolati dall’andamento medio del periodo e da
un’analisi accurata degli eventi estremi. D’altra parte non è concepibile che un cittadino medio
legga riviste scientifiche per informarsi correttamente.
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Per quanto ci proponiamo, questa rubrica vuole rendere note quali siano le tendenze climatiche
a Genova e in Liguria, utilizzando, di volta in volta, le serie storiche e i parametri disponibili. La
stagione o l’anno appena trascorsi saranno confrontati con quelli passati. Brevi analisi e grafici
chiariranno al lettore, almeno lo speriamo, quale sia il trend in corso.
Entrando nel merito, osserviamo l’andamento della temperatura media annua registrata nella
stazione dell’Aeronautica Militare ubicata presso l’Aeroporto di Genova (Figura 1). La serie ha
inizio nel 1963 poiché, fino all’ottobre 1962, l’osservatorio genovese della forza aerea era
installato nella zona di San Martino e, prima ancora, presso l’idroscalo di Sampierdarena. Il
trend è chiaramente in salita e, concordemente alla letteratura, troviamo conferma nel
raffreddamento durante gli anni ’70, cui segue il consistente riscaldamento nella decade
successiva, la flessione e nuovamente l’incremento della temperatura negli anni ’90, prima di
giungere al terzo millennio.
Negli ultimi 10 anni il valore della temperatura media annua è sempre stato superiore a quello
medio del lungo periodo, che segna 15.85°C. Tuttavia gli anni più recenti presentano una certa
stabilità e quelli più vicini a noi, addirittura, una diminuzione termica. La media mobile rimarca
questo fattore, tanto che termina in discesa. Il 2006 ha fatto registrare un’inversione di
tendenza rispetto agli anni appena precedenti, con una media di 16.61 °C, valore molto
superiore al normale, grazie soprattutto ai mesi di luglio, che con 26.9°C è risultato il più caldo
della serie con +2.8°C dalla normale, novembre e dicembre, entrambi con +2.2°C dalla media
Figura 1 – Temperatura Media Annua, Media Mobile ordine 5 e Tendenza Lineare
Anche l’autunno, stagione appena trascorsa, presenta analogie con la scansione annuale
(Figura 2), come evidenzia la curva dello scostamento dalla temperatura media del lungo
periodo. Osservando le curve della media mobile (in rosso), che tende a smussare le
oscillazioni, anche consistenti, tra un anno e quello successivo, rendendo più semplice la
visione del trend, risulta ancora più evidente tale comportamento, che riscontriamo anche, in
linea di massima e pur con andamento differente e talvolta in controtendenza, nelle altre
stagioni (Figura 3). Da rimarcare il fatto che i valori più alti per ogni singola stagione si siano
verificati tra il 2002 e il 2004, e che, negli anni successivi al 2000, vi sia stata una diminuzione
delle temperature dell’inverno e della primavera, che discendono repentinamente dai valori
estremi del periodo rimanendo comunque al di sopra della media del lungo periodo, e una
sostanziale regolarità di quelle estive e autunnali.
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Figura 2 – Temperatura Media Autunno, Media Mobile ordine 5 e Tendenza Lineare
Figura 3 –Media Mobile ordine 5 dello scostamento della Temperatura Media Stagionale
rispetto al periodo 1963-2006
(Inverno - DCF; Primavera - MAM; Estate - GLA; Autunno - SON)
L’autunno 2006 è risultato il più caldo dall’inizio delle registrazioni, con temperatura media
stagionale di 18.5°C. Il valore medio sul lungo periodo è di 16.98 °C. Il comportamento della
temperatura media dei singoli mesi (Figura 4), indica per settembre e ottobre un andamento
pressoché analogo, con valori degli anni più recenti simili a quelli della seconda metà degli anni
’80, per novembre un incremento che tende ad accentuarsi negli ultimi anni. I valori più alti nei
18
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
singoli mesi sono stati osservati nel 1987 per settembre con 23.5°C, nel 2001 per ottobre con
20.3°C e nel 1963 per novembre con 14.8°C. I più bassi, per settembre 18.4°C nel 1972, per
ottobre 13.0°C nel 1974 e per novembre 9.5°C nel 1985. I valori medi del lungo periodo per i
tre mesi sono 21.14 °C, 17.30 °C e 12.46 °C.
Figura 4 – Temperatura Media Settembre, Ottobre e Novembre e Media Mobile ordine 5
Ci pare infine interessante dare uno sguardo ai grafici delle Figure 5, 6 e 7, che rappresentano
i valori estremi raggiunti dalla temperatura nei tre mesi autunnali. Nonostante le linee
mostrino un andamento discontinuo, tipico del parametro in questione, pare manifestarsi una
tendenza all’aumento in settembre e novembre e alla diminuzione in ottobre per gli estremi
massimi e non sembra sia presente un trend significativo per i valori minimi.
Il valore più elevato in settembre appartiene al 1982 con 32.9°C, in ottobre agli anni 1997 e
2001 con 27.5°C e in novembre al 2004 con 22.9°C.
La temperatura estrema minima ha raggiunto il suo limite in settembre nel 1972 con 10.2 °C,
in ottobre nel 2003 con 5.2°C e in novembre nel 1985 con 1.1°C.
19
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Figura 5 – Temperatura Estrema Massima e Minima registrata in Settembre
Figura 6 – Temperatura Estrema Massima e Minima registrata in Ottobre
20
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Figura 7 – Temperatura Estrema Massima e Minima registrata in Novembre
21
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
NOTIZIE DAL MONDO
Settembre - novembre 2006
A cura di: Roberto Pedemonte e Massimo Riso
Europa
Gli strascichi extratropicali dell'uragano Gordon hanno provocato danni nel Regno Unito e
nell'Irlanda settentrionale.
EUROPA OCCIDENTALE
L’Uragano Gordon, sviluppatosi come una depressione nell'Oceano Atlantico centrale il 10
settembre, è diventato uragano il 12. Gordon ha attraversato le Azzorre il giorno 20, con
raffiche del vento a 132 km/h a Santa Maria. Gordon ha quindi perso le sue caratteristiche
tropicali prima di giungere alla regione litoranea spagnola della Galizia il giorno successivo, ma
producendo ancora raffiche di vento a 140 km/h. Gli strascichi extratropicali di Gordon hanno
portato venti forti e piogge nel Regno Unito il 22. Raffiche del vento fino a 130 km/h, hanno
provocato l’interruzione della fornitura di energia elettrica a più di 100,000 cittadini,
soprattutto in Irlanda Settentrionale.
L'uragano Gordon.
Fonte: NOAA.
22
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
GRECIA
In due isole del Mar Egeo e una porzione del nordovest di Creta è stato dichiarato lo stato di
emergenza dopo che pioggia intensa ha prodotto inondazioni e smottamenti il 17 e 18 ottobre.
Altre piogge torrenziali hanno colpito la Grecia meridionale il 21.
PORTOGALLO
Piogge torrenziali hanno prodotto inondazioni nelle parti centrale e meridionale del paese
durante la prima settimana di novembre. Non ci sono state vittime ma è affogato un grande
numero di pecore e di altri animali da fattoria.
ASIA
Filippine - Martoriate da vari tifoni tra cui Xangsane cha ha provocato 110 morti.
FILIPPINE
Il Tifone Xangsane, sviluppatosi inizialmente nel
Mare delle Filippine il 25 settembre, ha
attraversato le Filippine come tifone tra il 27 e il
28, con vento intorno a 230 km/h. Xangsane ha
provocato nella Filippine 110 morti, 88 feriti e
interrotto l’energia elettrica a più della metà
dell'isola principale di Luzon. A Manila il mercato
dei cambi, il mercato valutario, scuole e uffici
statali sono stati chiusi temporaneamente. Il
tifone è stato dichiarato come il peggiore che ha
colpito la città in più di 35 anni. Il primo ottobre
ha interessato il Vietnam centrale, vicino a
Danang, con venti a 165 km/h. Qui i morti sono
stati 68 e quasi 320.000 case sono andate
distrutte o sommerse.
La traccia del percorso e la velocità del vento del
tifone Xangsane.
Il Tifone Cimaron
Il Tifone Cimaron si è sviluppato nel Mare delle
Filippine come depressione il 26 ottobre,
giungendo all'intensità di tifone il giorno
successivo. Cimaron ha attraversato la parte
settentrionale della regione di Luzon il 29, con
venti intorno a 260 km/h. Si sono contati almeno
dieci morti. Cimaron si è quindi dissipato sul Mar
Cinese Meridionale il 4 novembre.
La traccia del percorso del Tifone Chebi
23
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Il 9 novembre il Tifone Chebi si è sviluppato nel
Mare
delle
Filippine
come
depressione,
raggiungendo l'intensità di tifone il giorno 10.
Chebi ha attraversato l'isola di Luzon il giorno 11
con venti fino a 195 km/h, colpendo la stessa
regione sconvolta dal Tifone Cimaron solo due
settimane prima.
Il Tifone Shanshan
Dati dell'immagine: 12 Settembre 2006 ore
09:28:05
Fonte: NOAA
Il Tifone Durian, sviluppatosi nell'Oceano Pacifico
occidentale il 25 novembre, è giunto allo status
di tifone il 28. Durian ha colpito duramente le
Filippine settentrionali il giorno 30, passando a
sud di Manila, con venti massimi intorno a 230
km/h.
GIAPPONE
Il Tifone Shanshan sviluppatosi nel Mare delle
Filippine il 10 settembre, ha raggiunto la forza di
tifone il giorno successivo. Shanshan si è mosso
attraverso l'isola meridionale di Kyushu il giorno
17, con venti intorno a 175 km/h. Si contano
almeno otto morti e circa 100 feriti.
INDIA
In India orientale, pioggia intense tra il 21 e il 25
settembre
hanno
causato
inondazioni,
provocando 19 morti nello stato di Bihar. In
India sud occidentale l’anomalia della pioggia
mensile nel mese di settembre è risultata in
eccesso di 200 mm.
Anomalie delle precipitazioni in India per
Il Ciclone Tropicale 05B, si è sviluppato nel Golfo
Settembre 2006
del Bengala il 28 settembre e si è mosso verso
Fonte: NOAA
l’entroterra, vicino a Brahampur, il giorno
successivo con venti a 65 km/h. Piogge localmente intense hanno colpito gli stati orientali
dell'India.
AMERICA
Nei primi giorni di novembre intense piogge hanno colpito il nordest del Colorado, la Rete
Climatologia della NOAA, ha registrato 640 mm tra il 2 e il 6 novembre.
Nord America
STATI UNITI
La Tempesta Tropicale Ernesto, sviluppatasi nel mese di agosto, ha toccato terra lungo la costa
del Nord Carolina, vicino a Long Beach, poco prima della mezzanotte del primo di settembre,
con vento massimo intorno a 115 km/h. L'impatto primario di Ernesto lungo il suo corso è
stata la forte pioggia. Parte del Nord Carolina orientale e della Virginia hanno ricevuto 200-300
mm. Le perdite del raccolto sono state valutate in 59 milioni di dollari in Nord Carolina, mentre
le perdite totali si sono avvicinate a 90 milioni di dollari in Virginia.
24
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Il percorso dell'uragano Ernesto.
La pioggia torrenziale in aree dell’Alaska meridionale ha totalizzato accumuli da 75 a 125 mm
tra i giorni 8 e 12 ottobre. Inondazioni e susseguenti smottamenti hanno reso inutilizzabili parti
della Richardson Highway, e chiuso 106 km della strada nazionale a nord di Valdez.
L’aria fredda che ha attraversato le acque relativamente calde dei Grandi Laghi, ha generato
l’effetto lago, scatenando una nevicata significativa durante i giorni 12 e 13 ottobre.
All'aeroporto di Bufalo, nella parte occidentale dello stato di New York, è risultata la nevicata in
ottobre più alta, con 57.4 cm, battendo il record mensile per un solo evento di nevicata, e
anche la sesta nevicata più intensa mai registrata. Quasi un milione di persone sono rimaste
prive di energia elettrica durante l'evento.
Il 26 ottobre neve intensa e venti forti hanno creato le condizioni di bufera in parti del
Colorado. Alcune aree delle Montagne rocciose hanno ricevuto 46 cm di neve.
Nei primi giorni di novembre piogge intense nel Nordovest del paese hanno provocato
inondazioni in varie zone degli stati di Washington e Oregon, causando almeno tre morti e
numerose evacuazioni. La stazione dell’Olympic National Park, della Rete Climatologia della
NOAA, ha registrato 640 mm tra il 2 e il 6 novembre. Forti nevicate in montagna il 12 e 13
hanno costretto alla chiusura di due passi a est del Monte Rainier fino primavera, per la
minaccia di valanghe. E’ stata la chiusura più precoce da 12 anni.
Un forte sistema temporalesco è avanzato attraverso gli Stati Uniti orientali, producendo
temporali intensi e tornado nel Profondo Sud e nel Sud-est, tra il 14 e il 16 novembre. Venti
forti hanno abbattuto la struttura di una pista di pattinaggio, dove stavano giocando più di 30
scolari, a Montgomery, Alabama, il giorno 15. Due bambini sono rimasti feriti ma non ci sono
25
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
state vittime. Un tornado di categoria F-3 ha attraversato Riegelwood, Nord Carolina, il 16,
provocando otto morti e venti feriti.
Un forte ciclone extratropicale si è sviluppato al largo della costa del sud-est degli Stati Uniti
tra il 21 e il 22 novembre, influenzando il tempo lungo il Medio Atlantico. Pioggia intensa e
venti hanno soffiato sulla linea costiera del Sud Carolina e della Virginia, mentre la più precoce
nevicata mai registrata si è verificata sia a Charleston, Sud Carolina, che a Savana, Georgia.
Folate di neve si sono spinte verso sud fino alla Florida centrale il giorno 21. Più a settentrione,
raffiche di vento a oltre 115 km/h sono state registrate lungo la costa del Nord Carolina, dove
si sono verificate inondazioni litoranee e significative erosioni delle spiagge.
Nel tardo novembre intense nevicata hanno coperto aree del Nordovest degli Stati Uniti, negli
stati di Washington e Oregon, con accumuli di neve di oltre 60 cm nelle Cascate, mentre una
nevicata meno copiosa si è verificata tra il 26 e il 29 nell'area di Seattle. Questo è risultato il
novembre più piovoso mai registrato a Seattle in 115 anni di osservazioni con 396 mm.
MESSICO
L’Uragano John si è sviluppato nell'Oceano Pacifico orientale durante il mese di agosto,
lambendo la Penisola di Baja del Messico il primo settembre, vicino a San Jose del Cabo, con
venti intorno a 175 km/h. John ha lasciato sulla sua scia quattro morti. La tempesta ha
prodotto anche inondazioni di minore entità più a nord, nel Sud Ovest degli Stati Uniti, e in
aree della California meridionale, Arizona meridionale, New Mexico e Texas occidentale.
L’Uragano Lane, formatosi il 13 settembre lungo la costa ovest del Messico, ha raggiunto lo
status di uragano il 15. Lane ha toccato il territorio del Messico il 16, nello stato di Sinaloa,
approssimativamente 32 km a sud-est di El Dorado, con vento massimo a circa 205 km/h.
L'uragano è stato responsabile di almeno quattro morti, a causa di allagamenti e frane.
AFRICA
SUDAFRICA - un ottobre particolarmente rigido
SUDAFRICA
Primavera all'insegna del freddo in Sudafrica, dopo un agosto particolarmente rigido il freddo si fa sentire
anche nel mese si ottobre il quale è stato caratterizzato da continui impulsi di aria proveniente dall'antartide:
Il 3 ottobre si sono registrate le seguenti temperature:
+0,7°C a Khatu (1187 metri di altezza)
-1,2°C a Postmasburg (1323 m)
-0,6°C a Van Zyrlus (938 m)
Il 10 ottobre:
-0,2° a Fraserburg (1260 m)
-1,2°C a Calvinia (97a m)
Le temperature in questi giorni sono state di 10°C inferiori alla norma.
Fonte: meteogiornale.it
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
OCEANIA
Vaste aree del paese colpite da grave siccità.
AUSTRALIA
Vaste aree della parte sud orientale dell’Australia sono state colpite da grave siccità durante il
mese di ottobre. Il Nuovo Galles del Sud ha registrato il suo ottobre più asciutto, lo stato di
Victoria il suo secondo più asciutto, l’Australia Meridionale e il Queensland il peggiore da dieci
anni. Considerando la media per il paese nell'insieme, è stato l’11° ottobre più asciutto (Ufficio
di Meteorologia Australiano). Il Primo Ministro John Howard ha definito questa siccità come la
"peggiore a memoria d’uomo".
Anomalie delle precipitazioni in Australia per Ottobre 2006
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
CRONACA METEO LIGURIA
Settembre - novembre 2006
A cura di: Paolo Muzio
La speranza di questo autunno, risiede nella continuazione della fine dell’estate che, anche se
calda e anomala nella prima parte, ci ha regalato un agosto freddo e oltremodo piovoso.
Invece sappiamo tutti a posteriori come è andata: una continuazione della stagione estiva con
la magra consolazione delle piogge, anche se non continue e persistenti. Ora, al momento di
andare on-line, sappiamo che l’anomalia termica continua e questo inizio di inverno assomiglia
sempre più, invece che all’autunno, ad una vera e propria primavera anticipata, regalandoci a
dicembre, ma soprattutto nella prima parte di gennaio, temperature record sull’Italia
settentrionale.
Settembre
1
Bella giornata serena e fresca al mattino.
2/3
Sereno al mattino con passaggi nuvolosi.
4/5
Molto nuvoloso, coperto da maccaja.
6
Cielo sempre coperto da nuvolosità bassa e compatta per maccaja generata dal mare freddo.
Fenomeno anomalo a settembre, è più frequente in primavera quando la temperatura del mare
deve ancora salire. Ma questo settembre il mare si è raffreddato più velocemente della norma
a causa delle condizioni climatiche molto più fredde e instabili dell’agosto precedente.
7
Nuvoloso velato.
8
Poco nuvoloso al mattino con formazioni cumuliformi che hanno generato dei temporali
nell’estremo ponente, sulle Alpi Marittime e in Val Trebbia e Aveto. Qualche debole e isolata
precipitazione anche sulla costa a levante del capoluogo.
9
Bella e calda giornata con punte di 30° sulla costa.
10/11
Due belle giornate.
12
Sereno ma con formazioni di cumuli sul levante con qualche debole pioggia.
13
Classico cielo da altocumuli che preannuncia il peggioramento imminente.
14/15
Ecco il primo vero affondo autunnale. Una serie di perturbazioni atlantiche che già dalla
primissima mattinata mettono in ginocchio l’estremo ponente ligure.
28
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
FIG 1
Fonte: Meteoliguria.it
Si nota come le maggiori precipitazioni in mattinata con punte di 270 mm. siano confinate nel
ponente della regione.
Pioggia per tutto il giorno e anche fino al mattino successivo con accumuli che hanno superato
i 400 mm./ 24h nell’entroterra savonese.
FIG 2
Fonte: Meteoliguria.it
29
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
FIG 3
Fonte: Meteoliguria.it
Altra pioggia nella mattinata del 15, specialmente nel settore centrale della regione, poi un
timido miglioramento fino al primo pomeriggio quando si avvicina dal mare un temporale
intenso e violento.
FIG 4
Fonte: Meteoliguria.it
Intenso e violento temporale marittimo che ha scaricato sul settore centrale della regione
molta acqua e grandine.
Tutto questo determinato da una saccatura sulla Spagna che ha determinato, richiamando aria
umida dal Mar Mediterraneo, un’esaltazione delle precipitazioni in Liguria per effetto “Stau”
confortato anche dalla temperatura marina alla fine della stagione calda. Tra la nottata del 14
30
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
e il pomeriggio successivo violente precipitazioni si sono scaricate a partire dall’imperiese,
(punte di 300 mm.) più abbondanti nell’entroterra e, successivamente, le precipitazioni si sono
spostate verso levante nella zona di Albenga/Savona.(punte di 200 mm.). Tra Savona e
Genova l’entroterra ha beneficiato di apporti molto consistenti, (3/400 mm.) mentre
spostandoci verso levante le piogge sono diminuite in quantità (40/60 mm. nello Spezzino con
punte di 90 in Val di Vara.).
16
Temporali brevi, ma intensi, sull’estremo levante ligure nella prima parte della mattinata con
accumuli di una decina di mm. Sul resto della regione il cielo si mantiene da nuvoloso a
coperto.
Nel pomeriggio nuovi temporali nell’estremo levante che portano a una trentina i mm. In
serata pioggia debole anche sul capoluogo e più intensa sul levante con accumuli superiori ai
10 mm.
17
Cielo coperto con qualche pioggia debole in miglioramento nel corso della domenica.
18/23
Tempo bello e stabile ad opera di un’alta pressione ad “omega”
24
Inizia il peggioramento da prefrontale con qualche debole pioggia e cielo coperto.
In serata comincia i primi rovesci, brevi, sul ponente.
25
Pioggia specialmente a ponente, il savonese è stato interessato in maniera intensa, mentre il
resto della regione ha beneficiato di piogge, direi, con caratteristiche tipicamente autunnali.
Mentre sul savonese complice l’effetto “stau” si sono raggiunti e superati i 200 mm. (fin’oltre i
255), sul resto della regione si è variato dai 10 ai 50 mm.
FIG 5: Riepilogo degli accumuli giornalieri del 25
Fonte: Meteoliguria.it
26
Giornata di pioggia debole per opera di una ritornante da est.
27/29
Bello
31
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
30
Coperto con deboli piogge da maccaja
Ottobre
1
Il mese di ottobre parte con dei rovesci localizzati un po’ su tutta la regione che si alternano
per tutta la giornata con accumuli dai 10 ai 50 mm.
2
Coperto con pioviggine da maccaja.
3
Coperto al mattino con piogge nel pomeriggio, ma localizzate e brevi.
4
Giornata variabile in mattinata con forte temporale su Genova nel primo pomeriggio, l’aria
fredda in quota inizia a far reagire il mare ancora caldo con la formazione di congesti in mare
davanti a Genova. Violenti rovesci di pioggia con grandine nel ponente genovese con una
media di 15 mm.
5
Bella giornata si sole caldo con temporale pomeridiano in Val Trebbia.
6
Sereno.
7
Veloce transito di una perturbazione che ha portato pioggia, sulla costa, da Genova all’estremo
levante ligure.
8 /13
Bel tempo con foschie e nubi alte e sottili.
14/17
Bello.
18
Una giornata di transizione, in attesa dell’arrivo di un fronte, quasi “autunnale” con cielo velato
al mattino,poi sempre più “spesso” con la comparsa degli altocumuli fino a coperto nel
pomeriggio con qualche debole, localizzata pioggia in serata.
19
Prime piogge deboli in mattinata sul genovese, mentre le maggiori precipitazioni sono
concentrate sulla provincia di Savona. Dal Capoluogo a levante nulla. Poi le precipitazioni sono
continuate a levante saltando praticamente Genova come da cartina allegata.
Minimi gli accumuli sul Genovesato mente si raggiunge la decina nell’immediato entroterra.
Va meglio nel Savonese con accumuli superiori ai 40 mm. Bene anche le due province estreme
con accumuli vicini ai 30 mm.
Si vede bene il “buco” precipitativo segnato in rosso sulla città di Genova.
20
Coperto.
21
Pioggia nella notte con precipitazioni di 20 mm. nell’estremo ponente, 10 nel Savonese e una
quindicina sul capoluogo. Nel corso della giornata le piogge hanno favorito l’estremo levante
con accumuli fino a 70/80 mm. nello Spezzino. Vedi cartina con accumuli
32
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
FIG 6
Fonte: Meteoliguria.it
22
Giornata nuvolosa con brevi rovesci serali sul centro-levante.
Segnalate una serie di trombe marine nel Tigullio.
FOTO 1
Fonte: Per gentile concessione di Matteo “Teo” nel forum di
Liguriameteo.com
23
Molta pioggia sulla regione, in particolare al mattino nel levante, con accumuli interessanti. Dal
pomeriggio e poi in serata aumento delle precipitazioni nell’entroterra Savonese con
33
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
quantitativi notevoli: superati i 100 mm.
Rimane fuori dai giochi lo Spezzino, comunque la pioggia si è distribuita un po’ su tutta la
regione.
Vedi cartina precipitazioni
FIG 7
Fonte: Meteoliguria.it
FIG 8: Riepilogo accumuli del 23
Fonte: Meteoliguria.it
24/31
Tempo bello e molto caldo per il periodo. L’ultimo giorno del mese arriva aria più fredda in
quota e comincia la discesa delle temperature.
Novembre
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
1
Si apre con un modesto peggioramento che porta una copertura del cielo sui rilievi dovuta a
maccaja fino alla sera, quando l’entrata di aria più fresca e secca, settentrionale fa’ crollare il
valore dell’umidità nel giro di minuti.
FIG 9: Grafico dell’umidità relativa dell’istituto di Idraulica a
Genova
Fonte: Meteoliguria.it
2
Bella giornata.
3
La novità di questa splendida e limpida giornata novembrina, sono le basse temperature in
tutta la regione per l’arrivo, annunciato, di aria molto fredda . Prima brinate nell’immediato
entroterra e prime minime sottozero nell’interno.
FIG 10: Grafico discesa temperatura
Fonte: Meteoliguria.it
4/6
Sereno con temperature in ripresa.
35
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
7/8
Maccaja e cielo coperto.
9
La maccaja regala, nella prima mattina, alcuni rovesci da coalescenza.
10
Bella giornata, molto calda con temperature oltre i 20°.
11
Cielo coperto su tutta la regione ma senza precipitazioni.
12
Maccaja.
13
Tempo bello.
14
Aumento dell’umidità con conseguente aumento dei cumuli.
15
Pioggia debole, pochi mm. e mal distribuita.
16
Piove bene per tutta la mattinata in una stretta zona che va tra Voltri e Nervi.
Sono stati forti fenomeni a livello locale che, anche con il contributo del Mar Ligure e in
maniera determinante l’orografia del territorio, hanno rigenerato in modo continuo le nubi nel
mare al largo di Genova. Fenomeni che hanno portato a fine evento accumuli superiori ai 120
mm. con allagamenti in Valpolcevera.
17
Il giorno successivo un altro autorigenerante orografico scarica più di 50 mm. nella zona tra
Savona e Genova in particolare lungo l’asse Beigua-Faiallo.
Anche la Valle Stura ha avuto le sue precipitazioni con Rossiglione che in due giorni ha
superato i 160 mm.
FIG 11
Fonte: Meteoliguria.it
18
Temporale notturno sull’estremo ponente e anche sul Capoluogo con cumulate intorno ai 10/30
mm. In mattinata altro temporale sul Genovese e levante che porta gli accumuli intorno ai
20/40 mm.
36
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
19
Maccaja con pioggia.
FOTO 2
Fonte: Per gentile concessione di Alessandro Robbiano “Dolmen”
nel forum di Liguriameteo.com.
20
Giornata nuvolosa.
21
Coperto piogge (poche) e temporali sul levante.
22
Sereno.
23
Tempo bello al mattino, poi aumento delle nubi fino a coperto nel primo pomeriggio.
24
Giornata prettamente autunnale con piogge dal primo mattino e poi per tutta la giornata, con
accumuli interessanti nel centro-levante, (40/70 mm.) minori nel resto della regione ma
almeno è piovuto, specialmente nell’estremo ponente.
25
Altra pioggia nella notte sul ponente. In mattinata rovesci sul centro che si sono spostati nel
levante dopo mezzogiorno.
26
Nuvoloso in mattinata in miglioramento e caldo con punte massime di 25° sulla costa.
27
Bello e caldo.
28
Giornata nuvolosa.
29
Cielo coperto al mattino con pioviggini, poi aperture verso la fine della giornata.
30
L’ultimo giorno dell’autunno si conclude con un tempo tipicamente invernale, non per la
37
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
temperatura , ma per l’aria, quella specie di aria che ti avvolge con le nubi sui crinali
appenninici.
Tipica tramontana da travaso padano.
38
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
CRONACA METEO SUD AMERICA
A cura di: Gustavo Pittaluga
La primavera in Sudamerica - emisfero australe
(settembre, ottobre e novembre 2006)
Ottobre ha, su certe zone, degli scarti delle temperature medie positive. A settembre e
novembre le temperature sono piuttosto normali. Le precipitazioni osservano scenari variabili.
C'è in atto El Niño e si prevede che l'evento climatico continuerà.
Mappe delle anomalie delle temperature
Settembre 2006
Fonte: Iri (USA)
Ottobre 2006
Anomalie delle temperature
(°C)
Novembre 2006
Anomalie delle temperature:
rispetto al periodo 1961 - 1990
39
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Mappe delle anomalie delle precipitazioni
Settembre 2006
Ottobre 2006
Fonte: Iri (USA)
Anomalie precipitazioni (mm)
Novembre 2006
Anomalie delle precipitazioni:
rispetto al periodo 1979 - 1995
Bilancio climatico per settembre 2006
In genere le temperature medie non oltrepassano la media climatica. Solamente sul centro/est
del Brasile e Nordovest (Colombia, Venezuela) le temperature hanno delle anomalie positive,
ma non molto alte.
Le precipitazioni hanno scarti positivi di 50 mm su gran parte del centro del Brasile. Su
Colombia e Venezuela le piogge mensili sono minori dalla media climatica. Dal punto di vista
statistico questi valori si discostano del 10% dal valore medio climatico.
Bilancio climatico per ottobre 2006
Le temperature misurate superano la media, in particolare sul Nord dell'Argentina e Paraguay.
Su un'ampia zona geografica queste grandezze superano il percentile 90.
Le precipitazioni registrano scarti positivi sull'Argentina, Cile, Perù e parte del Brasile. Su
Colombia, Venezuela e il nord di Brasile le precipitazioni sono scarse. Sull'est dell'Uruguay e il
sudest del Brasile anche le piogge sono poche. Su queste regioni brasiliane i valori sono vicini
al 10° percentile.
Bilancio climatico per novembre 2006
In questo mese le temperature si trovano entro i valori delle medie climatiche. Un' eccezione è,
nell'est del Brasile, dove alcune piccole aree hanno delle anomalie positive.
Le precipitazioni mostrano una distribuzione variabile delle anomalie. Sul Brasile, in media,
questo mese le anomalie registrano scarti negativi dove il mese scorso ce n'erano positivi, e
viceversa: dove ce n'erano positivi, questo mese ci sono scarti negativi. Sul centro del Brasile
e centro-est dell'Argentina le piogge si discostano dal 20 percentile. Su alcune aree del Cile,
invece, si discostano dal 80 percentile.
40
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Eventi più significativi e situazioni tipiche dell'inverno in Sudamerica
Ottobre: record di pioggia in Cile
La maggiore frequenza di sistemi frontali sul centro e sud del Cile, spiega l' incremento della
precipitazioni sul sud del Cile. Sulla zona centrale, durante i giorni 12 e 13, si presenta un
record di 56 mm entro 24 ore alla stazione "Quinta Normal".
Ottobre 24: record storico di temperatura massima a Buenos Aires (Argentina)
La temperatura massima arriva ai 33,6°C (16.00 ora locale). Così questa giornata diventa la
più calda del mese d'ottobre per città di Buenos Aires. La temperatura massima record
precedente, di 70 anni fa, era di 33,5°C.
La situazione sinottica (vedere figura 1, sotto) era una marcato ingresso, sui livelli bassi
dell'atmosfera, d'aria calda dal nord (figura 1.1), con una saccatura sui livelli superiori
dell'atmosfera (figura 1.2). In superficie c'era (figura 1.3) un minimo di pressione sul nord
dell'Argentina e il sistema d'alta pressione semi-permanente dell'Altantico allontanato dal
territorio. Questi sistemi sostenevano il vento dal nord, cioè avvezione d'aria calda sulle
latitudini medie. L'umidità, tra 850 e 500 hPa (figura 1.4) , arrivava ai 60%. Più al sud la
massa d'aria cominciava a diventare innestabile (indice Show figura 1.4).
Figura 1
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Grandine a Luribay, dipartimento di La Paz (Bolivia)
Il 26 ottobre una grandinata colpisce Luribay e distrugge il 30
percento della superficie dei coltivi, anche molte case subiscono
danneggiamenti.
L' evento meteo si colloca fra le 13 e le 14 ora locale, con forti
piogge e grandine. Il sindaco, disperato perché pochi mesi fa
Le pere pronte per essere era accaduto qualcosa simile, fa lo sciopero della fame per
raccolte rimangono distruttes richiedere aiuto alle autorità.
Figura 2, geopotenziale di 500 hPa.
Figura 3, omega di 700 hPa
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Figura 4, immagine visibile, goes-12, 26.10.2006 12 UTC.
Attesa de El Niño
Le condizioni di El Niño si osservano dalla metà di settembre. Le previsioni indicano un 90% di
probabilità che questo fenomeno continuerà durante dicembre e gennaio 2007. Si pensa ad un
evento di moderata intensità.
Con l' attesa di un evento El Niño, i servizi meteorologici e la stampa cominciano ad informare
la popolazione circa la probabilità di piogge, siccità e ondate di caldo.
Il sito web del Servizio Meteorologico di Bolivia, mostra - figura 5 - delle mappe con delle zone
dove ci sono probabili inondazioni (mappa a sinistra) e quelle dove potrebbero attendersi
scarse precipitazioni (mappa a destra).
Anche i notiziari sul web (figura 6) cominciano ad informare sulle possibili piogge intense e
ondate di caldo in Perù, specie sulla regione del nordovest.
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Figura 5
Figura 6
Fonti:
Iri, Rrpp e e altre citate nei grafici e mappe.
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VII
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VI
Meteorologia d’altri tempi
Introduzione
Di: Roberto Pedemonte
Benjamin Franklin.
Dipinto di: Jean-Baptiste
Greuze, 1777
Dallo scritto degli “Avvisi Patrii” genovesi del 1780 che
pubblichiamo in questo numero della Rivista, si comprende
quale fosse la capacità espositiva di Benjamin Franklin. I
primi capoversi trattano con semplicità e chiarezza, forse
inaspettate
per
l’epoca,
la
circolazione
generale
dell’atmosfera, che viene ricondotta in termini illuminanti,
considerato che le teorie del matematico francese Gaspard
Gustave de Coriolis, riguardo l’influenza della rotazione della
Terra sulla circolazione atmosferica (vedi Rivista Ligure di
Meteorologia numeri 18, 19, 20 e 22), dovevano ancora
essere formulate. Benjamin Franklin (nato a Boston il 17
gennaio 1706 e morto a Philadelphia il 17 aprile 1990),
diplomatico, inventore, filantropo, giornalista, scienziato,
ebbe modo di occuparsi anche delle Aurore Boreali,
fenomeno fantastico che ha, da sempre, affascinato e
ammaliato il genere umano. Sua fu la prima osservazione sul
fatto che si presentavano più frequentemente quanto più si
procedeva verso i poli.
La sua penna sciolta ci permette di comprendere quali
fossero i pensieri e le deduzioni e le ipotesi sulle aurore boreali degli uomini di scienza del
XVIII secolo. Leggendo con interesse quanto espone nella sua memoria il “Sig. Francklin”,
avremo modo di confrontarlo con quelle che sono le attuali conoscenze sul fenomeno delle
Aurore Boreali, scorrendo l’articolo redatto da Diego Rosa in questo stesso numero, corredato
dalle fotografie scattate da Massimo Riso nel ventoso inverno islandese.
Buona lettura.
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VII
Da “Avvisi Patrii” n° III del 22 Gennaio 1780
Congetture sulla cagione
delle Aurore Boreali
Il Ministro Colbert e Luigi XIV visitano
l'Academie Royale des Sciences.
Incisione di S. Le Clerc del 1671.
Il Sig. Francklin anche in mezzo agli
affari più seri non lascia di essere un
gran filosofo, ed un attento
osservatore. Secondando egli il suo
naturale trasporto per la Fisica, che ha
saputo così bene illustrare con nuovi
ingegnosi sistemi, ha dato luogo
ultimamente al Sig. Le Roy di leggere
alla R. Accademia delle scienze di
Parigi una sua Memoria, che contiene
alcune Congetture sulla cagione delle
Aurore Boreali. Eccole:
L’aria riscaldata divien più leggera, che
quella, ch’è d’una tempra più fredda.
Fatta più leggera si alza, e il luogo da
essa già occupato, si rimpiazza tosto
dall’aria vicina più fredda, e più
pesante.
Essendo riscaldata in mezzo di una Camera con un fornello, o con una
stuffa, si solleva, e distendesi sulla più fredda, fino a che tocchi le pareti, che
essendo più fredde la condensano. Allora fatta più pesante torna a
discendere, e prende il luogo di quella, che si è frattanto avvicinata al fuoco
per fare lo stesso giro.
Così per mezzo del fuoco si fa una circolazione continua dell’aria, ch’è nella
camera; circolazione, che può rendersi visibile facendo un po’ di fumo, il
quale prenderà le medesime direzioni. Per meglio convincervene aprite
alquanto una porta fra due stanze, delle quali l’una sia riscaldata, e l’altra
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VII
no: presentate successivamente una candela accesa all’alto, al basso, e alla
metà di questa porta: voi riconoscerete alle differenti direzioni della fiamma,
che una corrente d’aria riscaldata esce continuamente dalla camera per la
parte superiore, un’altra d’aria fredda n’entra pel basso, e pochissimo
movimento v’è al luogo di mezzo.
La natura produce un simil effetto sull’aria del nostro Globo. L’aria
riscaldata fra i Tropici tende perpetuamente a sollevarsi, e il luogo, che
abbandona, vien occupato dai venti del Nord, e del Sud provenienti da
regioni più fredde.
L’aria fatta più leggera per il riscaldamento, galleggiando su un’altra più
fredda e più densa dee spargersi verso il Nord, e verso il Sud, e discendere
presso i due Poli per sostituirsi a quella, che si è portata verso l’Equatore.
Così si fa nella nostra Atmosfera una circolazione d’aria come nella
mentovata stanza.
Infatti le direzioni differenti ed opposte delle nuvole dimostrano le direzioni
dell’arie di peso diverso, come quelle del fumo, e della fiamma nella
esperienza della camera, e della porta.
La gran quantità di vapori, che s’innalza fra i Tropici, forma delle nuvole,
che hanno molta elettricità: alcune cadono in pioggia prima di giungere alle
regioni polari, ed altre vi arrivano.
Se si raccolga della pioggia in un vaso isolato, o posato sopra di un vetro,
questo vaso sarà elettrizzato, perché ogni goccia vi apporta un po’ di
elettricità. Lo stesso succederà se si usi l’istessa cautela nel raccogliere della
neve, o della grandine.
L’elettricità, che così discende ne’ climi temperati vien ricevuta e assorbita
dalla terra.
Quando le nubi non si scaricano sufficientemente per mezzo di quella
operazione graduale, scaricansi talora subitamente scagliando fulmini sulla
terra, che trovasi in istato di ricevere la loro elettricità.
La terra ne’ climi temperati, e caldi è generalmente propria a riceverla,
perché è propria a trasmetterla.
Un certo grado di calore rende atti a trasmettere l’elettricità alcuni corpi,
che senza tal grado atti a ciò non sarebbero. Così la cera nello stato di
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VII
fluidità, e vetro ammollito dal calore possono amendue trasmettere, e
condurre l’elettricità.
L’acqua ha la proprietà di trasmettere l’elettricità essendo gelata,
quantunque ad un freddo mediocre, la perde in parte; se il freddo è estremo,
la perde totalmente.
La neve, cadendo sulla terra gelata, ritiene la sua elettricità; e la comunica
di fatti ai corpi isolati, se dopo di esser caduta sia trasportata altrove dal
vento.
L’umidità contenuta nelle nuvole, che si alzano all’Equatore, arrivando alle
regioni polari, dev’esservi condensata, e cadere in neve.
La gran crosta di ghiaccio, che copre stabilmente quelle regioni, può essere sì
fortemente gelata da impedire che l’elettricità portata dalla neve penetri
nella terra.
Tal elettricità adunque può essere accumulata su quella crosta di ghiaccio.
L’Atmosfera, che ha forse tre, o quattro leghe [15/20 km N.d.R.] d’altezza,
essendo più pesante nelle regioni polari, che fra i Tropici, dev’essere colà men
elevata; e men alta vi dev’essere ancora, perché essendo presso i poli minore
la forza centrifuga, dee trovarvisi minore quantità d’aria, e per conseguenza
men alta ne sarà la colonna. Pertanto vi dee essere minor distanza dalla
terra al vuoto, ch’è sopra l’atmosfera nelle regioni polari, che fra i Tropici.
Quindi il fluido elettrico accumulato sulla crosta di ghiaccio presso il polo
penetrerà più facilmente l’atmosfera nelle direzione perpendicolare, che
nell’orizzontale: tanto più, che la resistenza dell’aria diminuisce
gradatamente come la sua densità a misura che s’innalza; laddove nella
direzione orizzontale, e presso la superficie della terra è sempre la medesima.
Poiché il vuoto artificiale trasmette bene l’elettricità, quello ch’è sopra
l’atmosfera lo trasmetterà ugualmente.
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VII
Supposti tali Principj, passa il Signor
Francklin a spiegare congetturando la
formazione delle Aurore Boreali ne’ seguenti
termini.
Non è egli possibile, che la quantità grande
di elettricità portata nelle regioni polari
dalle nuvole, che seguendo la direzione de’
meridiani vanno a radunarvisi, ivi si
condensi, e vi cada colla neve? Non è egli
possibile, che l’elettricità, tendendo allora a
penetrar nella terra, e non potendolo a
cagione del ghiaccio, che vi s’oppone, risalga
in alto come in una troppo carica boccia di
Leyden, si apra una strada a traverso la
poco elevata atmosfera di quelle regioni,
Xilografia di Frigjof Nansen basata
su schizzo del 1883
corra nel vuoto sopra dell’aria, e dirigasi
verso l’Equatore divergendo come i meridiani? L’elettricità non sarà ella
allora molto visibile ne’ luoghi, ove diverrà più densa? E non diverrà ella
men densa a misura che crescerà la sua divergenza, fino a che trovi un
passaggio per portarsi sulla terra ne’ climi più temperati, o ivi si frammischi
coll’aria superiore? E se così opera la natura, non dovranno elleno risultarne
tutte le apparenze delle Aurore Boreali?
Questi si vedranno più frequenti nell’autunno, all’avvicinarsi dell’inverno;
non solo perché in quella stagione le notti sono più lunghe; ma eziandio
perché nella state la quasi continua presenza del sole può ammollire
alquanto la superficie della gran crosta di ghiaccio delle regioni polari, e
renderla così più propria a condurre l’elettricità, onde allora se ne potrà ivi
accumulare in minor copia.
Divenendo pel freddo eccessivo più densa l’atmosfera delle regioni polari, ed
essendo gelata l’umidità, di cui si carica, non potrebbe ella essere renduta
visibile a chi vive in un’aria più rarefatta, e men presso il polo per mezzo di
una qualche gran luce? In tal caso sebbene l’atmosfera sia un intero circolo,
che stendesi a 10. gradi di latitudine intorno al polo, non dee ella mostrarsi
agli spettatori, posti in luogo da non vederne che una porzione, sotto la
forma di un segmento? Restandone la corda sotto l’orizzonte, ed
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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VII
alzandosene l’arco sopra di esso più, o meno proporzionatamente alla
latitudine, in cui uno si trova, non dee quello comparire di un colore
alquanto oscuro, ma trasparente abbastanza, perché possiamo vedervi a
traverso alcune stelle?
I raggi elettrici divergono tra di loro per una mutua ripulsione, a meno che
non siavi qualche altro corpo conduttore, abbastanza vicino pere riceverli.
Quando tal corpo è più distante, i raggi divergono a principio, ma
convergono poi per entrarvi.
L'aurora boreale intorno al Polo Sud vista dallo Space
Shuttle.
Foto: NASA
Gli effetti del fluido elettrico non possono eglino spiegare alcune di quelle
varietà, che osservansi ne’ movimenti, e nelle figure, che prende la materia
immensa delle Aurore Boreali? Basta considerare, che passando queste sopra
l’atmosfera, o andando dai poli all’Equatore sulla direzione dei meridiani, i
raggi di tal materia possono in molti luoghi del loro passaggio trovare sotto
di se delle regioni nebulose, e dell’aria umida, le quali essenso nello stato
naturale dell’elettricità, e nello stato negativo, possono riceverli, o farli
convergere verso di se. Che se quelle regioni sono già impregnate d’elettricità,
i raggi luminosi possono divergere dalle nubi ivi accolte, verso altri luoghi
egualmente umidi, e formar così quelle figure, chiamate corone, e le altre
apparenze, delle quali si fa sovente menzione nelle descrizioni delle Aurore
Boreali.
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