8 Ebraismo Questa espressione religiosa che coinvolge anche noi

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Ebraismo
Questa espressione religiosa che coinvolge anche noi cristiani, comincia con l’iniziativa di Dio che
chiama Abramo a lasciare il suo paese per diventare un grande popolo (Gn 12, 1ss). Il fondamento
è l’esistenza di Dio nel suo mistero, un Dio che non ha bisogno di essere dimostrato, basta saper che
ha stretto un’alleanza con un popolo che Lui si è scelto (Israele), chiedendogli in cambio solamente
di camminare sulle sue vie osservando i suoi comandamenti.
“ Ascolta, Israele (Shema Israel): il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu
amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti
che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in
casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla
mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua
casa e sulle tue porte. (Dt 6, 4-9)
I tre libri
Per capire meglio l’ebraismo dobbiamo tener presente i tre libri su cui si fonda:
1. La tradizione scritta (la Bibbia o Toràh)
2. La tradizione orale (il Talmud)
3. La tradizione del vissuto (lo Zohar)
Della Bibbia sappiamo tante cose, ma degli altri due poco o niente.
Il Talmud: è la monumentale raccolta dei commenti alla Toràh che sono stati scritti nel corso dei
secoli. Yehuda Hanassi nel secondo secolo dopo Cristo comincia a mettere ordine in tutti questi
documenti. Ne risulta un grande trattato suddiviso in 6 parti di 524 capitoli ciascuna (i poveri, i
sacerdoti, l’agricoltura, le feste, le donne, il diritto civile e penale, i sacrifici, le purificazioni, …).
Lo Zohar: (= splendore) si presenta come una nuova redazione (scritta all’inizio del XIV secolo) di
una raccolta delle rivelazioni fatte dal profeta Elia a Simeone bar Yoshai nel primo secolo. Questo
testo rappresenta la dimensione affettiva, mistica, dell’anima giudaica. In questa direzione di ricerca
si intraprende anche un cammino di tipo esoterico che si esprime nella cabala 1, che raccoglie tutta
una letteratura fiorita soprattutto nel medioevo.
Le istituzioni della comunità
Tre sono le grandi preghiere di ogni giorno, connotate da una parte comune chiamata “le 18
benedizioni” (vedi pag.11-12). La formula che riassume tutto è l’esclamazione: “Benedetto
l’Eterno, nostro Dio”.
Il luogo di preghiera comunitaria è la sinagoga che però è anche luogo di incontro e studio. Questa
preghiera è soggetta a prescrizioni meticolose:
• Indossare uno scialle di preghiera (tallith) ornato da frange;
• Portare dei filatteri (tephillim) al braccio destro e sulla fronte.
I comandi da osservare sono molto numerosi. Se ne contano 613 di cui 365 negativi (non farai …) e
248 positivi.
La circoncisione viene compiuta all’ottavo giorno dopo la nascita. In quel contesto viene anche dato
il nome al bambino. Per le bambine è prevista una cerimonia speciale, che si svolge un mese dopo
la nascita, quando la madre esce per la prima volta di casa. In un clima di festa si recitano
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Complesso delle dottrine mistiche ed esoteriche ebraiche circa Dio e l’universo, che si asserivano rivelate a un
numero ristretto di persone e tramandate da generazione a generazione. In tale accezione il termine è usato non
prima del 13° sec. Si possono distinguere nella c.: una letteratura mistica in senso stretto, che tratta principalmente
dell’esperienza diretta del divino e del conseguimento dell’unione con Dio attraverso tecniche varie; una letteratura
più propriamente iniziatica (non sempre distinta dalla prima), in cui l’accento è posto sul carattere segreto ed elitario
degli insegnamenti e dei riti; e, infine, una letteratura a carattere magico e occultistico. Gli stessi cabalisti hanno
sentito la necessità di distinguere una c. ‘speculativa’ e ‘teoretica’ da una c. ‘pratica’ o ‘teurgica’(Encicl. Treccani)
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preghiere per la salute della madre e della bambina che riceve, in quella occasione, il nome. Altro
momento importante dopo la circoncisione è il bar mitzva che segna la maggior età per la vita
religiosa (per i maschi a 13 anni con una festa solenne, per le ragazze a 12 ma senza feste
pubbliche).
L’obbligo più importante dopo la circoncisione è il riposo del sabato. Dal venerdì sera al sabato
sera, l’israelita non deve fare nessun lavoro, ma dedicarsi alla preghiera, allo studio e all’incontro
con gli amici. Questo del sabato è una realtà difficile da praticare nel mondo moderno perché
sarebbe proibito non soltanto andare in macchina, ma anche in metropolitana o in ascensore, e, al
limite, persino tenere in tasca un fazzoletto, o una carta d’identità, perché “portare” qualcosa è un
lavoro; così come è proibito far fare qualcosa a qualcun altro.
Ci sono poi prescrizioni riguardo al cibo nella classificazione di animali puri e impuri.
I quadrupedi puri sono quelli non carnivori che hanno lo zoccolo fesso, ossia spaccato in due
parti, e che sono ruminanti.
Sono impuri gli animali privi di zoccolo, come conigli e lepri, i non ruminanti, come le scimmie, i
suini (maiale e cinghiale) e gli equini.
Sono puri alcuni ovini, caprini, bovini, e antilopi (gazzella, camoscio etc.) ed anche la giraffa (che
mastica il bolo ed ha lo zoccolo fesso) benché questa non sia consumata nei tempi moderni.
I volatili che non rientrano in queste categorie, sono puri: l’aquila, l’ossifraga, l’aquila di mare, il
nibbio e ogni specie di falco, ogni specie di corvo, lo struzzo, la civetta, il gabbiano, e ogni specie
di sparviero, il gufo, l’ibis, il cigno, il pellicano, la folaga, l’alcione, la cicogna, ogni specie di
airone, l’upupa e il pipistrello
Gli animali marini si possono mangiare tutti se hanno pinne e squame, ma sono impuri tutti gli
altri (crostacei, molluschi, frutti di mare, il pesce spada, …)
Altri animali vietati sono i roditori, insetti, anfibi (rane e rospi) e rettili. (cfr. Deuteronomio 14)
Oltre a questo , per essere kasher (lecito, puro), gli animali devono essere abbattuti ritualmente, da
una persona autorizzata, con un coltello speciale e svuotati completamente del sangue.(Gn 9, 4)
Le feste
• La PASQUA (passaggio): commemora l’uscita dall’Egitto. Per sette giorni gli israeliti
devono mangiare cibi senza lievito.
• La PENTECOSTE (settimane): si celebra 7 settimane dopo la Pasqua. Ricorda l’incontro del
Sinai e il dono della Legge.
• Le CAPANNE (la festa delle … ) si celebra in autunno e dura 7 giorni. Commemora la
traversata del deserto. La gente si costruisce in campagna delle capanne dove vanno a stare
almeno per un tempo simbolico.
• ROSH HASHANA è il nome della festa del capodanno ebraico in cui si fa il bilancio
dell’anno trascorso, si ricorda la creazione del mondo, il sacrificio di Abramo e si ascolta il
suono dello shofar, il corno di ariete che chiama le coscienze al risveglio.
• JOM KIPPUR è la solennità più grande del giudaismo. Dalla sera della vigilia la comunità
osserva un digiuno assoluto e alla fine della giornata si intona il canto della neila: “La luce
viene meno, il giorno declina, lasciaci entrare nella tua dimora, nostro padre e nostro re,
scrivi il nostro nome nel libro della vita, …” a cui segue il canto dello Shema Israel
Possiamo elencare anche l’ANUKKA che ricorda la vittoria del Maccabei sui greci; i PURIM che
celebra la vittoria di Ester e di Mardocheo su Aman, il TISHA BEAV che ricorda il giorno in cui il
primo e il secondo tempio vennero distrutti (è la festa più triste del calendario ebraico, giorno di
dolore e di digiuno).
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A proposito del nome di Dio
Gli ebrei evitano di pronunciarne il nome per non profanarlo ("non nominare
il nome di Dio invano", terzo comandamento per la tradizione ebraica, secondo comandamento per
la tradizione cattolica), mentre nella Bibbia è reso per iscritto soltanto con il tetragramma e quindi
la pronuncia del nome è a tutt'oggi incerta: gli ebrei talvolta usano il termine Adonai ("Signore") o
HaShem (il Nome). Dalla vocalizzazione del tetragramma biblico con le vocali contenute in Adonai
e Elohim deriva la forma Yahweh (Javè) e quella errata Yehovah (da cui Geova che rimanda ai
famosi ‘testimoni’).
“Scrutando il mistero della Chiesa, il sacro Concilio ricorda il vincolo con cui il popolo del Nuovo
Testamento è spiritualmente legato con la stirpe di Abramo.
La Chiesa di Cristo infatti riconosce che gli inizi della sua fede e della sua elezione si trovano già, secondo
il mistero divino della salvezza, nei patriarchi, in Mosè e nei profeti.
Essa confessa che tutti i fedeli di Cristo, figli di Abramo secondo la fede, sono inclusi nella vocazione di
questo patriarca e che la salvezza ecclesiale è misteriosamente prefigurata nell'esodo del popolo eletto dalla
terra di schiavitù. Per questo non può dimenticare che ha ricevuto la rivelazione dell'Antico Testamento per
mezzo di quel popolo con cui Dio, nella sua ineffabile misericordia, si è degnato di stringere l'Antica
Alleanza, e che essa stessa si nutre dalla radice dell'ulivo buono su cui sono stati innestati i rami dell'ulivo
selvatico che sono i gentili. La Chiesa crede, infatti, che Cristo, nostra pace, ha riconciliato gli Ebrei e i
gentili per mezzo della sua croce e dei due ha fatto una sola cosa in se stesso. Inoltre la Chiesa ha sempre
davanti agli occhi le parole dell'apostolo Paolo riguardo agli uomini della sua stirpe: « ai quali appartiene
l'adozione a figli e la gloria e i patti di alleanza e la legge e il culto e le promesse, ai quali appartengono i
Padri e dai quali è nato Cristo secondo la carne» (Rm 9,4-5), figlio di Maria vergine.
Essa ricorda anche che dal popolo ebraico sono nati gli apostoli, fondamenta e colonne della Chiesa, e così
quei moltissimi primi discepoli che hanno annunciato al mondo il Vangelo di Cristo.
Come attesta la sacra Scrittura, Gerusalemme non ha conosciuto il tempo in cui è stata visitata; gli Ebrei in
gran parte non hanno accettato il Vangelo, ed anzi non pochi si sono opposti alla sua diffusione. Tuttavia
secondo l'Apostolo, gli Ebrei, in grazia dei padri, rimangono ancora carissimi a Dio, i cui doni e la cui
vocazione sono senza pentimento. Con i profeti e con lo stesso Apostolo, la Chiesa attende il giorno, che solo
Dio conosce, in cui tutti i popoli acclameranno il Signore con una sola voce e « lo serviranno sotto uno
stesso giogo » (Sof 3,9) (12).
Essendo perciò tanto grande il patrimonio spirituale comune a cristiani e ad ebrei, questo sacro Concilio
vuole promuovere e raccomandare tra loro la mutua conoscenza e stima, che si ottengono soprattutto con gli
studi biblici e teologici e con un fraterno dialogo.
E se autorità ebraiche con i propri seguaci si sono adoperate per la morte di Cristo, tuttavia quanto è stato
commesso durante la sua passione, non può essere imputato né indistintamente a tutti gli Ebrei allora
viventi, né agli Ebrei del nostro tempo.
E se è vero che la Chiesa è il nuovo popolo di Dio, gli Ebrei tuttavia non devono essere presentati come
rigettati da Dio, né come maledetti, quasi che ciò scaturisse dalla sacra Scrittura. Curino pertanto tutti che
nella catechesi e nella predicazione della parola di Dio non si insegni alcunché che non sia conforme alla
verità del Vangelo e dello Spirito di Cristo.
La Chiesa inoltre, che esecra tutte le persecuzioni contro qualsiasi uomo, memore del patrimonio che essa
ha in comune con gli Ebrei, e spinta non da motivi politici, ma da religiosa carità evangelica, deplora gli
odi, le persecuzioni e tutte le manifestazioni dell'antisemitismo dirette contro gli Ebrei in ogni tempo e da
chiunque. In realtà il Cristo, come la Chiesa ha sempre sostenuto e sostiene, in virtù del suo immenso
amore, si è volontariamente sottomesso alla sua passione e morte a causa dei peccati di tutti gli uomini e
affinché tutti gli uomini conseguano la salvezza. Il dovere della Chiesa, nella sua predicazione, è dunque di
annunciare la croce di Cristo come segno dell'amore universale di Dio e come fonte di ogni grazia”.
(Concilio Vaticano II - Nostra Aetate, 4)
Le 19 benedizioni
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1. « Benedetto Tu, Signore Dio nostro, e Dio dei nostri padri, Dio di Abramo, Dio d'Isacco, e Dio di Giacobbe, Dio
grande e forte e venerando, Dio eccelso, che concedi la ricompensa e crei ogni cosa; ricordi la pietà dei padri,
e fai venire il redentore per i figli dei loro figli, in grazia del Tuo Nome, con amore. Re liberatore, che aiuti,
salvi e difendi. »
2. « Tu sei potente in eterno, Signore che risusciti i morti, che sei grande nel concedere salvezza che fai spirare il
vento e fai scendere la pioggia. Chi come Te, o Potente? Chi Ti assomiglia, o Re che fai morire e risorgere, che
fai sbocciare per noi la salvezza? Tu sei fedele nel far risorgere i morti. »
3. « Di generazione in generazione proclameremo la regalità di Dio perché Egli solo è eccelso e santo. La Tua
.
lode, o Dio nostro, non venga meno sulle nostre labbra in eterno, perché Tu sei un Dio re grande e santo »
4. « Tu concedi all'uomo la grazia di conoscere, e insegni l'intendimento alla creatura mortale. Concedici, per
grazia, conoscenza, intendimento e discernimento. »
5. « Facci tornare, o Padre nostro, alla Tua Legge e fa che restiamo attaccati ai Tuoi precetti. Facci avvicinare, o
nostro Re, al Tuo culto, e facci tornare con pentimento perfetto alla Tua presenza. »
6. « Perdonaci, Padre nostro, perché abbiamo peccato; assolvici, o nostro Re, perché ci siamo ribellati. Tu infatti
sei un Dio buono e che perdona. »
7. « Guarda, Ti preghiamo, alla nostra miseria, e difendi la nostra causa, e salvaci, o nostro Re, in grazia del Tuo
Nome, perché Tu sei un potente Dio redentore. »
8. « Guariscici, Signore Dio nostro, e saremo guariti, salvaci e saremo salvi, perché Tu sei la nostra gloria;
apporta guarigione perfetta a tutte le nostre infermità e a tutte le nostre malattie; Tu infatti sei un Dio che
guarisce, che usa misericordia e fedele. »
9. « Benedici, Signore Dio nostro, questa annata e ogni genere di raccolto per nostro beneficio. Dà la rugiada e
la pioggia come una benedizione su tutta la superficie della terra e sazia con la Tua benedizione il mondo
intero, Concedi benedizione, abbondanza e successo a ogni opera delle nostre mani, e benedici le nostre
annate come le annate migliori e più benedette. »
10. « Fa che suoni la grande buccina per la nostra libertà, e alza il vessillo per radunare i dispersi. Radunaci
insieme dai quattro angoli della terra nella nostra Terra. »
11. « Fa tornare i nostri giudici come in antico, e i nostri consiglieri come in principio, e si stabilisca presto il Tuo
solo regno sopra di noi, con grazia e misericordia, con carità e giustizia. »
12. « Per i calunniatori e per gli eretici non ci sia speranza, e tutti in un istante periscano; tutti i Tuoi nemici
prontamente siano distrutti, e Tu umiliali prontamente, ai nostri giorni. »
13. « Sui pii e i giusti e sui proseliti e sul resto del Tuo popolo, la Casa d'Israele, si risvegli la Tua misericordia,
Signore Dio nostro. Concedi generosa ricompensa a chiunque si affida al Tuo Nome con verità, e fa' che
abbiamo eredità con essi in eterno. Fa che non restiamo confusi, perché in Te abbiamo confidato, o Re di tutti
i mondi. »
14. « A Gerusalemme, Tua Città, ritorna con misericordia; riedificala come edificio eterno, prontamente, nei
nostri giorni. »
15. « Il germoglio di David, Tuo servo, fa prontamente fiorire, ed esalta la sua potenza per mezzo della Tua
salvezza, perché nella Tua salvezza abbiamo sperato ogni giorno. »
16. « Ascolta la nostra voce, Signore Dio nostro, abbi pietà, e usaci grazia e misericordia. Accetta con misericordia
e compiacimento la nostra preghiera e la nostra supplica, perché Tu sei un Padre ricco di grande misericordia
che ascolta la nostra preghiera. »
17. « Possa Tu compiacerti, Signore Dio nostro, nel Tuo popolo Israele, e accogli la sua preghiera; restaura il Tuo
culto nel Santuario della Tua Casa, e accogli con amore e benevolenza i sacrifici e la preghiera. Possano i
nostri occhi vedere il Tuo ritorno a Sion e a Gerusalemme.
18. « Noi Ti ringraziamo perché Tu sei il Signore Dio nostro e dei nostri padri; per la nostra e per le nostre anime
affidate a Te, per i prodigi che di giorno in giorno operi per noi, per le cose meravigliose e le opere di bontà
che compi in ogni tempo, alla sera e al mattino e a mezzogiorno. Tu sei buono e misericordioso, infatti non si
esaurisce la Tua carità. Da sempre abbiamo sperato in Te, non hai distolto il Tuo volto da noi. »
19. Nota come Sim Shalom ("Dona la pace") è l'ultima preghiera, per la pace, bontà, benedizioni, carità e compassione
(questa preghiera è stata aggiunta in epoca tardiva)
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Islam
Anche i musulmani, come gli ebrei e noi cristiani, si ritengono figli di Abramo e lo venerano, a
partire dai testi del Corano, insieme ai patriarchi dell’Antico testamento e a Gesù stesso, ritenuto
l’ultimo profeta prima di Maometto.
Un po’ di storia
Verso l’anno 610, Maometto, all’età di circa 40 anni comincia a predicare quella che sarebbe
diventata la religione musulmana. Non annuncia una religione nuova, ma il monoteismo nella sua
purezza. Intorno al 616 comincia a manifestarsi un’opposizione molto dura verso il nuovo gruppo
che sta nascendo a seguito della predicazione. Maometto che ha perduto nel giro di poco tempo la
moglie e lo zio che lo proteggeva e due discepoli, non si sente più sicuro alla Mecca e decide di
fuggire con un gruppo di discepoli verso l’attuale Medina. Questo trasferimento (egira) avviene nel
622. Il numero di seguaci però continua ad aumentare e Maometto può tornare alla Mecca come un
trionfatore. Muore nel 632
A differenza del cristianesimo, che vede in Cristo la sua sorgente e nello stesso tempo il suo centro,
l’Islam non ruota intorno a Maometto ma al suo libro, il Corano, testo immutabile costituito da 114
capitoli (surah), divisi in 6226 versetti.
La prima SURAH da il tono e la chiave di lettura a tutto il libro:
“Nel nome di Dio Clemente e Misericordioso.
Lode a Dio, Signore dei mondi,
il Clemente, il Misericordioso,
Sovrano del giorno del giudizio.
Ti adoriamo, ti invochiamo in soccorso,
guidaci al retto sentiero,
al sentiero di coloro a cui tu hai elargito la tua grazia,
non di coloro che sono incorsi nella tua ira
né di coloro che sono fuorviati”
Non esiste nell’Islam un’interpretazione univoca Corano, né c’è la garanzia di una autorità centrale.
C’è invece una tradizione custodita con molta fedeltà (sunnah) che viene considerata come la
spiegazione del Corano e la regola di tutta la vita musulmana.
I cinque pilastri
Sono il fondamento della vita del credente.
1. La professione di fede: “Non c’è nessuna divinità all’infuori di Dio; e Maometto è il suo
profeta”. Chi pronuncia questa formula con l’intenzione di aderirvi, diventa ipso facto
musulmano. E’ l’affermazione dell’esistenza e dell’onnipotenza di Dio che la tradizione
musulmana invita ad invocare con 99 nomi rivelati, mentre il centesimo verrà rivelato
soltanto in cielo. Per questa devozione si usa una specie di rosario (a seconda dei dialetti:
Tasbeeh o Tespih, Misbaha, Sebha o Subha).2
2. La preghiera rituale: 5 volte al giorno (all’alba, verso mezzogiorno, a metà pomeriggio, al
tramonto e durante la notte) secondo un rituale molto preciso.
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I 99 grani sono divisi in 3 sezioni (alla fine di ognuna si trova un grano più grande o comunque diverso dagli altri),
l’ultimo grano, il numero 100, è di forma longitudinale, e chiude la catena. Ogni grano rappresenta uno dei “99 bei
Nomi di Dio”, nomi per mezzo dei quali il musulmano medita il mistero divino. Viene utilizzata anche per la recitazione
dei versetti del Corano o delle preghiere da ripetere molte volte. In modo particolare sono tre le preghiere da ripetere
Sub’hanallah: Gloria ad Allah (33 volte)
Alhamdulillah: Lode per Allah (33 volte)
Allah Akbar: Allah è grande (34 volte).
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a) Riti di preparazione: dopo le abluzioni si tolgono le scarpe e ci si mette sul tappeto della
preghiera rivolti alla Mecca.
b) Introduzione alla preghiera: è costituita dalla formula “Allah Akbar” (Dio è grande)
c) Preghiera vera e propria: che consiste in 2 o 3 raka (potremmo tradurre con liturgia)
secondo l’ora del giorno; ogni raka comprende una serie di gesti e formule.
• Recita della fathia (la prima surah del Corano)
• Inchino profondo con le mani che toccano le ginocchia
• In posizione eretta, con le mani alzate: “Dio ascolta chi canta le tue lodi”
• In ginocchio ci si prosterna con la fronte a toccare il suolo per diverse volte restando
sempre seduti sui talloni.
• Conclusione: sempre seduto sui talloni il fedele recita la shahada (la ‘testimonianza’
di credere in Dio uno e unico). Quindi volgendosi a chi sta a destra e a sinistra
pronuncia la formula con cui si lascia la sfera del sacro: “… su di voi la salvezza e la
misericordia di Dio”
3. Il digiuno: durante tutto il mese lunare del ramadan (non è mai, secondo il nostro
calendario, un mese fisso) i musulmani devono osservare un digiuno totale (cibi e bevande)
finché dura la luce del giorno (“… dal momento in cui si comincia a distinguere il filo
bianco dal filo nero, fino al momento in cui, alla sera, non si riesce più a distinguerne la
differenza”). Il ramadan termina con la festa dell’Aid el Seghir (la piccola festa). Settanta
giorni dopo verrà celebrata l’Aid al Kebir (la grande festa). Altre feste sono il Natale del
Profeta, l’Egira (che è il capodanno musulmano) e l’ascensione notturna al cielo di
Maometto dove ha ricevuto l’ordine di far pregare i fedeli 5 volte al giorno.
4. L’elemosina: il Corano non stabilisce nessuna cifra, ma la tradizione a poco a poco ha
stabilito delle percentuali fisse sulle varie forme di guadagno. L’elemosina così concepita
diventa un’istituzione sociale che sostituisce normalmente una vera e propria tassazione.
5. Il pellegrinaggio. Ogni musulmano ha il dovere, nei limiti del possibile, di fare almeno una
volta nella vita il pellegrinaggio alla Mecca
Divisioni all’interno dell’Islam:
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Sunniti, che sono la grande maggioranza in quasi tutti i paesi islamici (tranne l'Iran, l'Iraq,
l'Oman, il Libano e il Bahrein).
Sciiti, che costituiscono la minoranza più consistente (circa il 10%). Essi si richiamano
all'eredità di Alī ibn Abī Ṭālib, cugino e genero di Muhammad. Dominante in Iran, lo
sciismo è maggioritario in Iraq, in Libano e in Bahrein. L’appartenenza a questo gruppo non
è unitaria ma al suo interno ci sono ulteriori divisioni:
Kharigiti, un tempo abbastanza diffusi, specialmente in Nord Africa, Iraq e Penisola araba.
Testi fondamentali a cui fanno riferimento i musulmani in ordine di importanza:
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il Corano (letteralmente "recitazione”). I musulmani ritengono che Maometto abbia
ricevuto il Corano da Dio attraverso l'Arcangelo Gabriele, che glielo avrebbe rivelato in
lingua araba. È per questo che i fondamentali atti liturgici islamici sono recitati in tale
idioma in tutto il mondo musulmano. Dopo la Rivelazione ricevuta da Maometto nessun
altro profeta sarà più inviato da Dio fra gli uomini.
la Sunna (letteralmente "consuetudine") è una serie di detti, fatti, silenzi di Maometto. È
stata messa in forma scritta solo nel III secolo del calendario islamico (IX secolo).
I musulmani credono che anche i testi elencati di seguito siano d'ispirazione divina, ma
corrotti dal tempo o dalla malizia degli uomini:
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il Vangelo
i Salmi
la Tōrāh
Accanto alle Sacre Scritture, e da esse direttamente ispirata, v'è un'immensa letteratura prodotta nei
secoli dalla comunità dei dottori appartenenti sia all'Islam sunnita sia a quello sciita. Non è da
trascurare infine la letteratura mistica (islamica) o sufismo, prodotta da autori di espressione
soprattutto araba e persiana.
Alcuni soggetti noti ai più:
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il muezzin, che chiama alla preghiera dal minareto della Moschea (5 volte al giorno)
l’imam, che guida la preghiera
il mufti, che interpreta il diritto
il cadì, che giudica in caso di contestazione
il marabutto, che può essere un santo defunto o un fondatore di una confraternita
lo sceicco, che è una guida spirituale
La Macellazione secondo la Shariah
I musulmani seguono la tradizione ebraica. Tutti gli animali e gli uccelli considerati leciti diventano
illeciti se non sono stati correttamente macellati. Il metodo corretto per la macellazione implica il
taglio simultaneo dalla giugulare, carotide e trachea dell'animale, con un coltello molto affilato. Le
condizioni per la macellazione sono diverse:
1. chi deve provvedere alla macellazione deve essere musulmano, e attento a ciò che è lecito e
a ciò che è illecito;
2. se è possibile, lo strumento utilizzato per la macellazione deve essere di ferro;
3. l'animale da macellare deve essere posto con il muso verso la Ka’baa;
4. la persona incaricata della macellazione deve pronunciare il nome di Allah nel momento in
cui esegue l’azione;
5. ci si deve accertare che, nel momento in cui viene macellata, dalla bestia fuoriesca un
normale flusso di sangue;
6. nel momento in cui viene macellato, l’animale deve mostrare movimenti, che diano la
garanzia che l'animale sia in vita ed in buona salute.
Liquidi
L'urina di un animale non puro come cibo, è illecita. La stessa regola, per precauzione, si applica
anche agli animali permessi come cibo ad eccezione del cammello, la cui urina è permessa se usata
come medicina. Il latte di tutti gli animali illeciti, è illecito.
Se una sostanza impura cade su un materiale solido, come burro o miele, deve essere rimossa e il
rimanente burro o miele rimane lecito.
Bere ogni tipo di liquido intossicante, ivi incluso vino e birra, non è permesso, come anche
consumare sangue. Se il vino si trasforma in aceto, diventa puro e può essere consumato senza
problemi.
Mangiare ad una tavola dove vengono serviti alcolici è ĥarām (impuro).