8 Ebraismo Questa espressione religiosa che coinvolge anche noi cristiani, comincia con l’iniziativa di Dio che chiama Abramo a lasciare il suo paese per diventare un grande popolo (Gn 12, 1ss). Il fondamento è l’esistenza di Dio nel suo mistero, un Dio che non ha bisogno di essere dimostrato, basta saper che ha stretto un’alleanza con un popolo che Lui si è scelto (Israele), chiedendogli in cambio solamente di camminare sulle sue vie osservando i suoi comandamenti. “ Ascolta, Israele (Shema Israel): il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte. (Dt 6, 4-9) I tre libri Per capire meglio l’ebraismo dobbiamo tener presente i tre libri su cui si fonda: 1. La tradizione scritta (la Bibbia o Toràh) 2. La tradizione orale (il Talmud) 3. La tradizione del vissuto (lo Zohar) Della Bibbia sappiamo tante cose, ma degli altri due poco o niente. Il Talmud: è la monumentale raccolta dei commenti alla Toràh che sono stati scritti nel corso dei secoli. Yehuda Hanassi nel secondo secolo dopo Cristo comincia a mettere ordine in tutti questi documenti. Ne risulta un grande trattato suddiviso in 6 parti di 524 capitoli ciascuna (i poveri, i sacerdoti, l’agricoltura, le feste, le donne, il diritto civile e penale, i sacrifici, le purificazioni, …). Lo Zohar: (= splendore) si presenta come una nuova redazione (scritta all’inizio del XIV secolo) di una raccolta delle rivelazioni fatte dal profeta Elia a Simeone bar Yoshai nel primo secolo. Questo testo rappresenta la dimensione affettiva, mistica, dell’anima giudaica. In questa direzione di ricerca si intraprende anche un cammino di tipo esoterico che si esprime nella cabala 1, che raccoglie tutta una letteratura fiorita soprattutto nel medioevo. Le istituzioni della comunità Tre sono le grandi preghiere di ogni giorno, connotate da una parte comune chiamata “le 18 benedizioni” (vedi pag.11-12). La formula che riassume tutto è l’esclamazione: “Benedetto l’Eterno, nostro Dio”. Il luogo di preghiera comunitaria è la sinagoga che però è anche luogo di incontro e studio. Questa preghiera è soggetta a prescrizioni meticolose: • Indossare uno scialle di preghiera (tallith) ornato da frange; • Portare dei filatteri (tephillim) al braccio destro e sulla fronte. I comandi da osservare sono molto numerosi. Se ne contano 613 di cui 365 negativi (non farai …) e 248 positivi. La circoncisione viene compiuta all’ottavo giorno dopo la nascita. In quel contesto viene anche dato il nome al bambino. Per le bambine è prevista una cerimonia speciale, che si svolge un mese dopo la nascita, quando la madre esce per la prima volta di casa. In un clima di festa si recitano 1 Complesso delle dottrine mistiche ed esoteriche ebraiche circa Dio e l’universo, che si asserivano rivelate a un numero ristretto di persone e tramandate da generazione a generazione. In tale accezione il termine è usato non prima del 13° sec. Si possono distinguere nella c.: una letteratura mistica in senso stretto, che tratta principalmente dell’esperienza diretta del divino e del conseguimento dell’unione con Dio attraverso tecniche varie; una letteratura più propriamente iniziatica (non sempre distinta dalla prima), in cui l’accento è posto sul carattere segreto ed elitario degli insegnamenti e dei riti; e, infine, una letteratura a carattere magico e occultistico. Gli stessi cabalisti hanno sentito la necessità di distinguere una c. ‘speculativa’ e ‘teoretica’ da una c. ‘pratica’ o ‘teurgica’(Encicl. Treccani) 9 preghiere per la salute della madre e della bambina che riceve, in quella occasione, il nome. Altro momento importante dopo la circoncisione è il bar mitzva che segna la maggior età per la vita religiosa (per i maschi a 13 anni con una festa solenne, per le ragazze a 12 ma senza feste pubbliche). L’obbligo più importante dopo la circoncisione è il riposo del sabato. Dal venerdì sera al sabato sera, l’israelita non deve fare nessun lavoro, ma dedicarsi alla preghiera, allo studio e all’incontro con gli amici. Questo del sabato è una realtà difficile da praticare nel mondo moderno perché sarebbe proibito non soltanto andare in macchina, ma anche in metropolitana o in ascensore, e, al limite, persino tenere in tasca un fazzoletto, o una carta d’identità, perché “portare” qualcosa è un lavoro; così come è proibito far fare qualcosa a qualcun altro. Ci sono poi prescrizioni riguardo al cibo nella classificazione di animali puri e impuri. I quadrupedi puri sono quelli non carnivori che hanno lo zoccolo fesso, ossia spaccato in due parti, e che sono ruminanti. Sono impuri gli animali privi di zoccolo, come conigli e lepri, i non ruminanti, come le scimmie, i suini (maiale e cinghiale) e gli equini. Sono puri alcuni ovini, caprini, bovini, e antilopi (gazzella, camoscio etc.) ed anche la giraffa (che mastica il bolo ed ha lo zoccolo fesso) benché questa non sia consumata nei tempi moderni. I volatili che non rientrano in queste categorie, sono puri: l’aquila, l’ossifraga, l’aquila di mare, il nibbio e ogni specie di falco, ogni specie di corvo, lo struzzo, la civetta, il gabbiano, e ogni specie di sparviero, il gufo, l’ibis, il cigno, il pellicano, la folaga, l’alcione, la cicogna, ogni specie di airone, l’upupa e il pipistrello Gli animali marini si possono mangiare tutti se hanno pinne e squame, ma sono impuri tutti gli altri (crostacei, molluschi, frutti di mare, il pesce spada, …) Altri animali vietati sono i roditori, insetti, anfibi (rane e rospi) e rettili. (cfr. Deuteronomio 14) Oltre a questo , per essere kasher (lecito, puro), gli animali devono essere abbattuti ritualmente, da una persona autorizzata, con un coltello speciale e svuotati completamente del sangue.(Gn 9, 4) Le feste • La PASQUA (passaggio): commemora l’uscita dall’Egitto. Per sette giorni gli israeliti devono mangiare cibi senza lievito. • La PENTECOSTE (settimane): si celebra 7 settimane dopo la Pasqua. Ricorda l’incontro del Sinai e il dono della Legge. • Le CAPANNE (la festa delle … ) si celebra in autunno e dura 7 giorni. Commemora la traversata del deserto. La gente si costruisce in campagna delle capanne dove vanno a stare almeno per un tempo simbolico. • ROSH HASHANA è il nome della festa del capodanno ebraico in cui si fa il bilancio dell’anno trascorso, si ricorda la creazione del mondo, il sacrificio di Abramo e si ascolta il suono dello shofar, il corno di ariete che chiama le coscienze al risveglio. • JOM KIPPUR è la solennità più grande del giudaismo. Dalla sera della vigilia la comunità osserva un digiuno assoluto e alla fine della giornata si intona il canto della neila: “La luce viene meno, il giorno declina, lasciaci entrare nella tua dimora, nostro padre e nostro re, scrivi il nostro nome nel libro della vita, …” a cui segue il canto dello Shema Israel Possiamo elencare anche l’ANUKKA che ricorda la vittoria del Maccabei sui greci; i PURIM che celebra la vittoria di Ester e di Mardocheo su Aman, il TISHA BEAV che ricorda il giorno in cui il primo e il secondo tempio vennero distrutti (è la festa più triste del calendario ebraico, giorno di dolore e di digiuno). 10 A proposito del nome di Dio Gli ebrei evitano di pronunciarne il nome per non profanarlo ("non nominare il nome di Dio invano", terzo comandamento per la tradizione ebraica, secondo comandamento per la tradizione cattolica), mentre nella Bibbia è reso per iscritto soltanto con il tetragramma e quindi la pronuncia del nome è a tutt'oggi incerta: gli ebrei talvolta usano il termine Adonai ("Signore") o HaShem (il Nome). Dalla vocalizzazione del tetragramma biblico con le vocali contenute in Adonai e Elohim deriva la forma Yahweh (Javè) e quella errata Yehovah (da cui Geova che rimanda ai famosi ‘testimoni’). “Scrutando il mistero della Chiesa, il sacro Concilio ricorda il vincolo con cui il popolo del Nuovo Testamento è spiritualmente legato con la stirpe di Abramo. La Chiesa di Cristo infatti riconosce che gli inizi della sua fede e della sua elezione si trovano già, secondo il mistero divino della salvezza, nei patriarchi, in Mosè e nei profeti. Essa confessa che tutti i fedeli di Cristo, figli di Abramo secondo la fede, sono inclusi nella vocazione di questo patriarca e che la salvezza ecclesiale è misteriosamente prefigurata nell'esodo del popolo eletto dalla terra di schiavitù. Per questo non può dimenticare che ha ricevuto la rivelazione dell'Antico Testamento per mezzo di quel popolo con cui Dio, nella sua ineffabile misericordia, si è degnato di stringere l'Antica Alleanza, e che essa stessa si nutre dalla radice dell'ulivo buono su cui sono stati innestati i rami dell'ulivo selvatico che sono i gentili. La Chiesa crede, infatti, che Cristo, nostra pace, ha riconciliato gli Ebrei e i gentili per mezzo della sua croce e dei due ha fatto una sola cosa in se stesso. Inoltre la Chiesa ha sempre davanti agli occhi le parole dell'apostolo Paolo riguardo agli uomini della sua stirpe: « ai quali appartiene l'adozione a figli e la gloria e i patti di alleanza e la legge e il culto e le promesse, ai quali appartengono i Padri e dai quali è nato Cristo secondo la carne» (Rm 9,4-5), figlio di Maria vergine. Essa ricorda anche che dal popolo ebraico sono nati gli apostoli, fondamenta e colonne della Chiesa, e così quei moltissimi primi discepoli che hanno annunciato al mondo il Vangelo di Cristo. Come attesta la sacra Scrittura, Gerusalemme non ha conosciuto il tempo in cui è stata visitata; gli Ebrei in gran parte non hanno accettato il Vangelo, ed anzi non pochi si sono opposti alla sua diffusione. Tuttavia secondo l'Apostolo, gli Ebrei, in grazia dei padri, rimangono ancora carissimi a Dio, i cui doni e la cui vocazione sono senza pentimento. Con i profeti e con lo stesso Apostolo, la Chiesa attende il giorno, che solo Dio conosce, in cui tutti i popoli acclameranno il Signore con una sola voce e « lo serviranno sotto uno stesso giogo » (Sof 3,9) (12). Essendo perciò tanto grande il patrimonio spirituale comune a cristiani e ad ebrei, questo sacro Concilio vuole promuovere e raccomandare tra loro la mutua conoscenza e stima, che si ottengono soprattutto con gli studi biblici e teologici e con un fraterno dialogo. E se autorità ebraiche con i propri seguaci si sono adoperate per la morte di Cristo, tuttavia quanto è stato commesso durante la sua passione, non può essere imputato né indistintamente a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli Ebrei del nostro tempo. E se è vero che la Chiesa è il nuovo popolo di Dio, gli Ebrei tuttavia non devono essere presentati come rigettati da Dio, né come maledetti, quasi che ciò scaturisse dalla sacra Scrittura. Curino pertanto tutti che nella catechesi e nella predicazione della parola di Dio non si insegni alcunché che non sia conforme alla verità del Vangelo e dello Spirito di Cristo. La Chiesa inoltre, che esecra tutte le persecuzioni contro qualsiasi uomo, memore del patrimonio che essa ha in comune con gli Ebrei, e spinta non da motivi politici, ma da religiosa carità evangelica, deplora gli odi, le persecuzioni e tutte le manifestazioni dell'antisemitismo dirette contro gli Ebrei in ogni tempo e da chiunque. In realtà il Cristo, come la Chiesa ha sempre sostenuto e sostiene, in virtù del suo immenso amore, si è volontariamente sottomesso alla sua passione e morte a causa dei peccati di tutti gli uomini e affinché tutti gli uomini conseguano la salvezza. Il dovere della Chiesa, nella sua predicazione, è dunque di annunciare la croce di Cristo come segno dell'amore universale di Dio e come fonte di ogni grazia”. (Concilio Vaticano II - Nostra Aetate, 4) Le 19 benedizioni 11 1. « Benedetto Tu, Signore Dio nostro, e Dio dei nostri padri, Dio di Abramo, Dio d'Isacco, e Dio di Giacobbe, Dio grande e forte e venerando, Dio eccelso, che concedi la ricompensa e crei ogni cosa; ricordi la pietà dei padri, e fai venire il redentore per i figli dei loro figli, in grazia del Tuo Nome, con amore. Re liberatore, che aiuti, salvi e difendi. » 2. « Tu sei potente in eterno, Signore che risusciti i morti, che sei grande nel concedere salvezza che fai spirare il vento e fai scendere la pioggia. Chi come Te, o Potente? Chi Ti assomiglia, o Re che fai morire e risorgere, che fai sbocciare per noi la salvezza? Tu sei fedele nel far risorgere i morti. » 3. « Di generazione in generazione proclameremo la regalità di Dio perché Egli solo è eccelso e santo. La Tua . lode, o Dio nostro, non venga meno sulle nostre labbra in eterno, perché Tu sei un Dio re grande e santo » 4. « Tu concedi all'uomo la grazia di conoscere, e insegni l'intendimento alla creatura mortale. Concedici, per grazia, conoscenza, intendimento e discernimento. » 5. « Facci tornare, o Padre nostro, alla Tua Legge e fa che restiamo attaccati ai Tuoi precetti. Facci avvicinare, o nostro Re, al Tuo culto, e facci tornare con pentimento perfetto alla Tua presenza. » 6. « Perdonaci, Padre nostro, perché abbiamo peccato; assolvici, o nostro Re, perché ci siamo ribellati. Tu infatti sei un Dio buono e che perdona. » 7. « Guarda, Ti preghiamo, alla nostra miseria, e difendi la nostra causa, e salvaci, o nostro Re, in grazia del Tuo Nome, perché Tu sei un potente Dio redentore. » 8. « Guariscici, Signore Dio nostro, e saremo guariti, salvaci e saremo salvi, perché Tu sei la nostra gloria; apporta guarigione perfetta a tutte le nostre infermità e a tutte le nostre malattie; Tu infatti sei un Dio che guarisce, che usa misericordia e fedele. » 9. « Benedici, Signore Dio nostro, questa annata e ogni genere di raccolto per nostro beneficio. Dà la rugiada e la pioggia come una benedizione su tutta la superficie della terra e sazia con la Tua benedizione il mondo intero, Concedi benedizione, abbondanza e successo a ogni opera delle nostre mani, e benedici le nostre annate come le annate migliori e più benedette. » 10. « Fa che suoni la grande buccina per la nostra libertà, e alza il vessillo per radunare i dispersi. Radunaci insieme dai quattro angoli della terra nella nostra Terra. » 11. « Fa tornare i nostri giudici come in antico, e i nostri consiglieri come in principio, e si stabilisca presto il Tuo solo regno sopra di noi, con grazia e misericordia, con carità e giustizia. » 12. « Per i calunniatori e per gli eretici non ci sia speranza, e tutti in un istante periscano; tutti i Tuoi nemici prontamente siano distrutti, e Tu umiliali prontamente, ai nostri giorni. » 13. « Sui pii e i giusti e sui proseliti e sul resto del Tuo popolo, la Casa d'Israele, si risvegli la Tua misericordia, Signore Dio nostro. Concedi generosa ricompensa a chiunque si affida al Tuo Nome con verità, e fa' che abbiamo eredità con essi in eterno. Fa che non restiamo confusi, perché in Te abbiamo confidato, o Re di tutti i mondi. » 14. « A Gerusalemme, Tua Città, ritorna con misericordia; riedificala come edificio eterno, prontamente, nei nostri giorni. » 15. « Il germoglio di David, Tuo servo, fa prontamente fiorire, ed esalta la sua potenza per mezzo della Tua salvezza, perché nella Tua salvezza abbiamo sperato ogni giorno. » 16. « Ascolta la nostra voce, Signore Dio nostro, abbi pietà, e usaci grazia e misericordia. Accetta con misericordia e compiacimento la nostra preghiera e la nostra supplica, perché Tu sei un Padre ricco di grande misericordia che ascolta la nostra preghiera. » 17. « Possa Tu compiacerti, Signore Dio nostro, nel Tuo popolo Israele, e accogli la sua preghiera; restaura il Tuo culto nel Santuario della Tua Casa, e accogli con amore e benevolenza i sacrifici e la preghiera. Possano i nostri occhi vedere il Tuo ritorno a Sion e a Gerusalemme. 18. « Noi Ti ringraziamo perché Tu sei il Signore Dio nostro e dei nostri padri; per la nostra e per le nostre anime affidate a Te, per i prodigi che di giorno in giorno operi per noi, per le cose meravigliose e le opere di bontà che compi in ogni tempo, alla sera e al mattino e a mezzogiorno. Tu sei buono e misericordioso, infatti non si esaurisce la Tua carità. Da sempre abbiamo sperato in Te, non hai distolto il Tuo volto da noi. » 19. Nota come Sim Shalom ("Dona la pace") è l'ultima preghiera, per la pace, bontà, benedizioni, carità e compassione (questa preghiera è stata aggiunta in epoca tardiva) 12 Islam Anche i musulmani, come gli ebrei e noi cristiani, si ritengono figli di Abramo e lo venerano, a partire dai testi del Corano, insieme ai patriarchi dell’Antico testamento e a Gesù stesso, ritenuto l’ultimo profeta prima di Maometto. Un po’ di storia Verso l’anno 610, Maometto, all’età di circa 40 anni comincia a predicare quella che sarebbe diventata la religione musulmana. Non annuncia una religione nuova, ma il monoteismo nella sua purezza. Intorno al 616 comincia a manifestarsi un’opposizione molto dura verso il nuovo gruppo che sta nascendo a seguito della predicazione. Maometto che ha perduto nel giro di poco tempo la moglie e lo zio che lo proteggeva e due discepoli, non si sente più sicuro alla Mecca e decide di fuggire con un gruppo di discepoli verso l’attuale Medina. Questo trasferimento (egira) avviene nel 622. Il numero di seguaci però continua ad aumentare e Maometto può tornare alla Mecca come un trionfatore. Muore nel 632 A differenza del cristianesimo, che vede in Cristo la sua sorgente e nello stesso tempo il suo centro, l’Islam non ruota intorno a Maometto ma al suo libro, il Corano, testo immutabile costituito da 114 capitoli (surah), divisi in 6226 versetti. La prima SURAH da il tono e la chiave di lettura a tutto il libro: “Nel nome di Dio Clemente e Misericordioso. Lode a Dio, Signore dei mondi, il Clemente, il Misericordioso, Sovrano del giorno del giudizio. Ti adoriamo, ti invochiamo in soccorso, guidaci al retto sentiero, al sentiero di coloro a cui tu hai elargito la tua grazia, non di coloro che sono incorsi nella tua ira né di coloro che sono fuorviati” Non esiste nell’Islam un’interpretazione univoca Corano, né c’è la garanzia di una autorità centrale. C’è invece una tradizione custodita con molta fedeltà (sunnah) che viene considerata come la spiegazione del Corano e la regola di tutta la vita musulmana. I cinque pilastri Sono il fondamento della vita del credente. 1. La professione di fede: “Non c’è nessuna divinità all’infuori di Dio; e Maometto è il suo profeta”. Chi pronuncia questa formula con l’intenzione di aderirvi, diventa ipso facto musulmano. E’ l’affermazione dell’esistenza e dell’onnipotenza di Dio che la tradizione musulmana invita ad invocare con 99 nomi rivelati, mentre il centesimo verrà rivelato soltanto in cielo. Per questa devozione si usa una specie di rosario (a seconda dei dialetti: Tasbeeh o Tespih, Misbaha, Sebha o Subha).2 2. La preghiera rituale: 5 volte al giorno (all’alba, verso mezzogiorno, a metà pomeriggio, al tramonto e durante la notte) secondo un rituale molto preciso. 2 I 99 grani sono divisi in 3 sezioni (alla fine di ognuna si trova un grano più grande o comunque diverso dagli altri), l’ultimo grano, il numero 100, è di forma longitudinale, e chiude la catena. Ogni grano rappresenta uno dei “99 bei Nomi di Dio”, nomi per mezzo dei quali il musulmano medita il mistero divino. Viene utilizzata anche per la recitazione dei versetti del Corano o delle preghiere da ripetere molte volte. In modo particolare sono tre le preghiere da ripetere Sub’hanallah: Gloria ad Allah (33 volte) Alhamdulillah: Lode per Allah (33 volte) Allah Akbar: Allah è grande (34 volte). 13 a) Riti di preparazione: dopo le abluzioni si tolgono le scarpe e ci si mette sul tappeto della preghiera rivolti alla Mecca. b) Introduzione alla preghiera: è costituita dalla formula “Allah Akbar” (Dio è grande) c) Preghiera vera e propria: che consiste in 2 o 3 raka (potremmo tradurre con liturgia) secondo l’ora del giorno; ogni raka comprende una serie di gesti e formule. • Recita della fathia (la prima surah del Corano) • Inchino profondo con le mani che toccano le ginocchia • In posizione eretta, con le mani alzate: “Dio ascolta chi canta le tue lodi” • In ginocchio ci si prosterna con la fronte a toccare il suolo per diverse volte restando sempre seduti sui talloni. • Conclusione: sempre seduto sui talloni il fedele recita la shahada (la ‘testimonianza’ di credere in Dio uno e unico). Quindi volgendosi a chi sta a destra e a sinistra pronuncia la formula con cui si lascia la sfera del sacro: “… su di voi la salvezza e la misericordia di Dio” 3. Il digiuno: durante tutto il mese lunare del ramadan (non è mai, secondo il nostro calendario, un mese fisso) i musulmani devono osservare un digiuno totale (cibi e bevande) finché dura la luce del giorno (“… dal momento in cui si comincia a distinguere il filo bianco dal filo nero, fino al momento in cui, alla sera, non si riesce più a distinguerne la differenza”). Il ramadan termina con la festa dell’Aid el Seghir (la piccola festa). Settanta giorni dopo verrà celebrata l’Aid al Kebir (la grande festa). Altre feste sono il Natale del Profeta, l’Egira (che è il capodanno musulmano) e l’ascensione notturna al cielo di Maometto dove ha ricevuto l’ordine di far pregare i fedeli 5 volte al giorno. 4. L’elemosina: il Corano non stabilisce nessuna cifra, ma la tradizione a poco a poco ha stabilito delle percentuali fisse sulle varie forme di guadagno. L’elemosina così concepita diventa un’istituzione sociale che sostituisce normalmente una vera e propria tassazione. 5. Il pellegrinaggio. Ogni musulmano ha il dovere, nei limiti del possibile, di fare almeno una volta nella vita il pellegrinaggio alla Mecca Divisioni all’interno dell’Islam: • • • Sunniti, che sono la grande maggioranza in quasi tutti i paesi islamici (tranne l'Iran, l'Iraq, l'Oman, il Libano e il Bahrein). Sciiti, che costituiscono la minoranza più consistente (circa il 10%). Essi si richiamano all'eredità di Alī ibn Abī Ṭālib, cugino e genero di Muhammad. Dominante in Iran, lo sciismo è maggioritario in Iraq, in Libano e in Bahrein. L’appartenenza a questo gruppo non è unitaria ma al suo interno ci sono ulteriori divisioni: Kharigiti, un tempo abbastanza diffusi, specialmente in Nord Africa, Iraq e Penisola araba. Testi fondamentali a cui fanno riferimento i musulmani in ordine di importanza: • • il Corano (letteralmente "recitazione”). I musulmani ritengono che Maometto abbia ricevuto il Corano da Dio attraverso l'Arcangelo Gabriele, che glielo avrebbe rivelato in lingua araba. È per questo che i fondamentali atti liturgici islamici sono recitati in tale idioma in tutto il mondo musulmano. Dopo la Rivelazione ricevuta da Maometto nessun altro profeta sarà più inviato da Dio fra gli uomini. la Sunna (letteralmente "consuetudine") è una serie di detti, fatti, silenzi di Maometto. È stata messa in forma scritta solo nel III secolo del calendario islamico (IX secolo). I musulmani credono che anche i testi elencati di seguito siano d'ispirazione divina, ma corrotti dal tempo o dalla malizia degli uomini: 14 • • • il Vangelo i Salmi la Tōrāh Accanto alle Sacre Scritture, e da esse direttamente ispirata, v'è un'immensa letteratura prodotta nei secoli dalla comunità dei dottori appartenenti sia all'Islam sunnita sia a quello sciita. Non è da trascurare infine la letteratura mistica (islamica) o sufismo, prodotta da autori di espressione soprattutto araba e persiana. Alcuni soggetti noti ai più: 1. 2. 3. 4. 5. 6. il muezzin, che chiama alla preghiera dal minareto della Moschea (5 volte al giorno) l’imam, che guida la preghiera il mufti, che interpreta il diritto il cadì, che giudica in caso di contestazione il marabutto, che può essere un santo defunto o un fondatore di una confraternita lo sceicco, che è una guida spirituale La Macellazione secondo la Shariah I musulmani seguono la tradizione ebraica. Tutti gli animali e gli uccelli considerati leciti diventano illeciti se non sono stati correttamente macellati. Il metodo corretto per la macellazione implica il taglio simultaneo dalla giugulare, carotide e trachea dell'animale, con un coltello molto affilato. Le condizioni per la macellazione sono diverse: 1. chi deve provvedere alla macellazione deve essere musulmano, e attento a ciò che è lecito e a ciò che è illecito; 2. se è possibile, lo strumento utilizzato per la macellazione deve essere di ferro; 3. l'animale da macellare deve essere posto con il muso verso la Ka’baa; 4. la persona incaricata della macellazione deve pronunciare il nome di Allah nel momento in cui esegue l’azione; 5. ci si deve accertare che, nel momento in cui viene macellata, dalla bestia fuoriesca un normale flusso di sangue; 6. nel momento in cui viene macellato, l’animale deve mostrare movimenti, che diano la garanzia che l'animale sia in vita ed in buona salute. Liquidi L'urina di un animale non puro come cibo, è illecita. La stessa regola, per precauzione, si applica anche agli animali permessi come cibo ad eccezione del cammello, la cui urina è permessa se usata come medicina. Il latte di tutti gli animali illeciti, è illecito. Se una sostanza impura cade su un materiale solido, come burro o miele, deve essere rimossa e il rimanente burro o miele rimane lecito. Bere ogni tipo di liquido intossicante, ivi incluso vino e birra, non è permesso, come anche consumare sangue. Se il vino si trasforma in aceto, diventa puro e può essere consumato senza problemi. Mangiare ad una tavola dove vengono serviti alcolici è ĥarām (impuro).