Prospettive in Pediatria Luglio-Settembre 2016 • Vol. 46 • N. 183 • Pp. 235-240 Oftalmologia pediatrica Anomalie della motilità oculare e posizioni anomale del capo Elisabetta Santangelo Massimiliano Serafino Paolo Nucci Ospedale San Giuseppe, Milano Attualmente non esiste un consenso univoco relativamente alle modalità e al ruolo del pediatra nell’effettuazione dello screening dei difetti visivi. È tuttavia indubbio che il pediatra svolga un ruolo fondamentale nell’interazione con lo specialista per l’individuazione precoce di quelle patologie, che potrebbero interferire in maniera significativa sul normale sviluppo dell’apparato visivo. Quest’articolo di approfondimento mira ad analizzare gli aspetti clinico-diagnostici, nonché l’iter terapeutico da attuarsi in presenza di anomalie della motilità oculare, con particolare attenzione all’identificazione e al significato delle posizioni anomale del capo. Riassunto Ocular motility disorders are still a controversial issue for the role of the pediatrician in screening for visual defects, yet its relationship with the ophthalmologist is undoubtedly important, as such defects may interfere with the development of normal vision. This review examines clinical, diagnostic and therapeutic approaches to ocular motility disorders, with specific attention on anomalous head posture. Summary Metodologia della ricerca bibliografica effettuata La revisione della letteratura scientifica oftalmologica è stata effettuata utilizzando la banca bibliografica Medline, tramite il motore di ricerca PubMed. Gli articoli sono stati valutati in base al loro valore scientifico per il medico non oftalmologo, al fine poter offrire la migliore panoramica possibile, relativamente alle anomalie della motilità oculare e in particolare alle posizioni anomale del capo. Anomalie della motilità oculare: elementi generali Lo strabismo è una condizione caratterizzata da un mancato allineamento degli assi visivi, che si può evidenziare con un angolo di deviazione che varia al variare della posizione dello sguardo (strabismo incomitante) o che invece rimane costante (strabismo concomitante). Tale deviazione può essere presente costantemente, e viene in questo caso definita eterotropia, oppure può comparire occasionalmente, venendo svelata da specifiche procedure diagnostiche quali l’occlusione di uno dei due occhi; si parla in questo caso di eteroforia. Una deviazione degli assi visivi sul piano orizzontale viene definita esotropia o exotropia, a seconda che la deviazione sia nasale o temporale, una deviazione verticale viene definita ipertropia o ipotropia, mentre in presenza di un disallineamento oculare di tipo torsionale si parla di ciclotropia (Wright, 2003.). L’ispezione consente di identificare gli elementi che possono ragionevolmente far sospettare un’anomalia della motilità oculare. A tal fine, è importante ricordare che ci sono alcune varianti morfologiche palpebrali e orbitarie che possono dare una falsa impressione di deviazione oculare; ad esempio, l’ipertelorismo e l’epicanto possono indurre erroneamente a ipotizzare, rispettivamente, un quadro di exotropia e di esotropia (Hwang, 2012). Valutazione eziopatogenetica L’iter diagnostico in presenza di anomalie della motilità oculare deve mirare a valutare l’integrità del sistema oculomotorio, dalle vie sopranucleari ai muscoli oculari, considerando quelle che possono essere le diverse noxae patogenae determinanti una deviazione oculare (Tab. I) (Peragallo, 2015). A tal fine è indispensabile non trascurare un’approfondita anamnesi perinatale, che deve sempre prendere in considera235 E. Santangelo et al. Tabella I. Cause di deviazioni oculari. Patologie muscolari Infiammazione, trauma e incarceramento, patologie infiltrative Patologie della giunzione neuromuscolare Miastenia gravis, botulismo Patologie dei nervi cranici e centrali Patologie ischemico/emorragiche, traumatiche, neoplastiche, degenerative Ipertensione endocranica Patologia del seno cavernoso zione la probabilità che diverse condizioni patologiche possano determinare la presenza di anomalie della motilità oculare (Tab. II). Quadri clinici Esodeviazioni Tra le varie forme di strabismo, l’esotropia è sicuramente la più frequente, e tra queste in particolare la forma essenziale infantile, la forma accomodativa e quella sensoriale. L’esotropia essenziale infantile è un quadro congenito a esordio tipicamente entro il sesto mese di vita, caratterizzata da un angolo di deviazione solitamente stabile compreso tra le 30 e le 70 diottrie prismatiche. In circa il 50% di questi bambini, si può evidenziare, in presenza di occlusione di un occhio, la comparsa di nistagmo latente. Il trattamento è sostanzialmente chirurgico, oltre che anti-ambliopico. Questo quadro va sempre distinto da eventuali forme di esotropia sensoriale, nelle quali lo strabismo insorge come conseguenza di una ridotta acutezza visiva monolaterale, dovuta ad esempio a opacità corneali, cataratta congenita (Merino, 2007) o ad altre patologie neuroretiniche. L’esotropia di tipo accomodativo, invece, compare più tardivamente, in genere intorno ai due-tre anni di vita, in associazione a una ipermetropia non corretta che porta il bambino a un eccesso di convergenza; il trattamento principale consiste nella correzione ottica (Campos, 2008). Exodeviazioni Le exodeviazioni sono molto frequenti, ma non sono tutte da considerarsi patologiche, dato che circa il 70% dei neonati presenta piccole deviazioni che normalmente scompaiono entro i primi 2-4 mesi di vita. L’exotropia intermittente è un quadro che si caratterizza per periodi in cui la deviazione è perfettamente controllata, alternata a momenti in cui l’exoforia si slatentizza, in particolare a seguito di occlusione o in presenza di stanchezza e stati febbrili. Raramente va incontro a miglioramento spontaneo, ed è consigliabile attuare un trattamento chirurgico, preferibilmente oltre i 6 anni di età (Joyce, 2015). A differenza dell’esotropia, le forme di exotropia congenita sono estremamente rare, e solitamente associate a quadri malformativi cranio-faciali. Analogamente a quanto visto per l’esotropia, è possibile che si realizzino quadri di exotropia sensoriale, conseguenti a ridotta acutezza visiva monolaterale. Deviazioni oculari verticali Le deviazioni oculari verticali possono essere isolate o associate a deviazioni orizzontali. Lo strabismo verticale è più frequentemente incomitante, a differenza delle deviazioni orizzontali. Le deviazioni verticali incomitanti possono essere restrittive, associate ad esempio a fratture del pavimento dell’orbita (Lueder, 2015) o a monocular elevation deficiency (caratterizzata da un deficit di entrambi i muscoli elevatori di un occhio, cioè del retto superiore e dell’obliquo inferiore), oppure, più raramente, non restrittive, conseguenti a patologie cerebellari e tronco-encefaliche. Esiste un quadro, noto come dissociated strabismus complex, che si caratterizza per la presenza di movimenti dissociati variabili lungo i diversi piani, verticale, orizzontale o torsionale. La deviazione verticale dissociata è la forma di gran lunga più frequente in questo ambito (Christoff, 2014). Strabismo paralitico Tabella II. Valutazione anamnestica delle condizioni associate ad anomalie della motilità oculare. Infezioni congenite Toxoplasma gondii, CMV, HSV, Prematurità Patologie cerebrali acquisite Encefalopatia ipossico-ischemica, stroke arterioso, leucomalacia periventricolare, emorragia della matrice germinativa Traumi pre- e post-natali Anomalie malformative 236 È importante distinguere questi quadri da forme di strabismo paralitico, nelle quali una lesione può localizzarsi a qualsiasi livello dall’origine nucleare del nervo fino alla terminazione neuromuscolare. Il nervo oculomotore (III nervo cranico) ha il suo nucleo somatomotore nella sostanza grigia ventrale all’acquedotto mesencefalico di Silvio, in corrispondenza del collicolo superiore; le sue fibre, dopo aver attraversato il fascicolo longitudinale mediale e il nucleo rosso, emergono a livello della fossa interpeduncolare e decorrono nel seno cavernoso insieme alle fibre del IV e del VI nervo cranico, penetrando nell’orbita a livello della fessura orbitaria superiore. Anomalie della motilità oculare e posizioni anomale del capo Innerva il muscolo retto superiore, retto inferiore, retto mediale, obliquo inferiore ed elevatore della palpebra superiore. Il nucleo del nervo trocleare (IV nervo cranico) si trova nella sostanza grigia mesencefalica in corrispondenza del collicolo inferiore, caudalmente al nucleo del III nervo cranico. Emerge dalla superficie dorsale del tronco e circonda il peduncolo cerebrale portandosi ventralmente, per decorrere insieme al III e al VI nel seno cavernoso, penetrando quindi a livello orbitario. Innerva il muscolo obliquo superiore. Il nervo abducente (VI nervo cranico) ha il nucleo localizzato a livello pontino, in corrispondenza del pavimento del IV ventricolo, e le sue fibre emergono ventralmente tra bulbo e ponte. Decorre insieme al III e al IV nervo cranico e, a livello orbitario, si porta a innervare il muscolo retto laterale. Valutazione delle posizioni anomale del capo È sempre importante verificare il corretto allineamento del capo, che deve essere mantenuto eretto e in asse rispetto al corpo. Ci sono diverse condizioni patologiche che possono comportare una posizione anomala del capo (PAC), e in particolare le forme a eziologia oculare sono state descritte per la prima volta da Cuignet nel 1873, come una posizione obbligata della testa causata da anomalie del sistema visivo (Cuignet, 1873). Si tratta di una condizione di frequente riscontro nella pratica pediatrica, con un’incidenza stimata intorno al 3% (Mitchell, 1999). Una volta valutata la presenza di una PAC, ancora prima di definirne l’eziologia, è importante descriverne le caratteristiche. Bisogna quindi definire se si tratta di una rotazione del capo rispetto all’asse verticale (head turn), se si ha una posizione con mento elevato (chin-up) o depresso (chin-down) rispetto all’asse orizzontale, o se si ha un’inclinazione (head tilt) su l’una o l’altra spalla; tali posizioni possono essere presenti in associazione. Non sempre una PAC è manifesta in modo evidente a una prima analisi, e quindi l’ispezione deve affidarsi a criteri clinici ben precisi. Per identificare un’inclinazione è necessario valutare se le orecchie e gli occhi sono allineati, per identificare una rotazione bisogna valutare se il naso è centrato e se entrambi gli occhi sono ugualmente visibili, mentre una posizione in chin-up è identificata dalla possibilità di visualizzare le narici e quella in chin-down si caratterizzata per una maggiore visualizzazione delle sclere (Davitt, 2001). Gli elementi fisiologicamente implicati nel corretto mantenimento della postura di capo e collo sono informazioni afferenti dalla retina, dai propriocettori presenti a livello cervicale, e dal labirinto, e per questo motivo una PAC è da attribuire a una di queste tre componenti. Dal punto di vista eziologico, una posizione anomala del capo può essere imputabile principalmente a cause oculari, ortopediche e neurologiche, le altre sono presenti più raramente (Nucci, 2005). Posizione anomala del capo di origine extraoculare Nell’ambito delle forme extraoculari (Tab. III), le principali sono quelle di tipo ortopedico; in particolare, queste includono il torcicollo muscolare congenito, associato a rigidità del muscolo sternocleidomastoideo, l’anomalia di Klippel-Feil, caratterizzata da fusione delle vertebre cervicali, ed eventuali lesioni del plesso brachiale. Più raramente, può trattarsi di forme di torcicollo di tipo funzionale o correlate a quadri sindromici rari quali la sindrome di Sandifer (Deskin, 1995), in cui si ha l’associazione con ernia iatale e reflusso gastroesofageo. Le forme ortopediche, insieme a quelle neurologiche, sono più frequentemente congenite, e si distinguono in questo senso dalle forme a eziologia oculare, che sono più frequentemente acquisite. Nello specifico, al di sotto dei 3 anni di età tendono a essere più frequenti le forme di tipo extraoculare, mentre in non più del 30% dei pazienti si riconosce un’eziologia oculare; viceversa, nei bambini al di sopra dei 6 anni, l’eziologia di una PAC è in circa il 90% dei casi oculare. Dal punto di vista clinico, le forme extraoculari sono molto accentuate rispetto a quelle oculari, sono di solito associate ad altre asimmetrie facciali e danno una difficile mobilizzazione del capo. Posizione anomala del capo di origine oculare L’adozione di una particolare postura in presenza di patologie oculari rappresenta un tentativo di ottenere un miglioramento della visione, motivo per cui si parla anche di posizione compensatoria del capo. I Tabella III. PAC di origine extraoculare. Cause ortopediche Torcicollo muscolare congenito Torcicollo spastico Torcicollo da alterazioni del tratto cervicale Cause neurologiche Neoplasie Lesioni post-infiammatorie del SNC Ritardo psicomotorio Quadri malformativi siringomielici Cause otorinolaringoiatriche Ipoacusia Patologie vestibolari Rare Sindrome di Sandifer Torcicollo funzionale 237 E. Santangelo et al. meccanismi coinvolti sono rappresentati dal miglioramento dell’acuità visiva e della visione binoculare (Kraft, 2005), mentre in presenza di aree di cecità o di visione monoculare si sposta il volto dal lato di cecità nel tentativo di centrare il residuo del campo visivo con l’asse corporeo. Dal punto di vista epidemiologico, lo strabismo incomitante è la causa più comune, rappresentando circa il 63-70% di tutte le cause di PAC (Nucci, 2006). Il nistagmo rappresenta la seconda causa più comune, rappresentando il 17-20% di tutti i casi di PAC (Hertle, 2000). È molto importante che la diagnosi e il trattamento vengano realizzate il più precocemente possibile, in quanto il persistere di una PAC, associata a un problema oculare, determina anomalie muscolo-scheletriche secondarie che rendono ancora più complessa la diagnosi differenziale e le possibilità terapeutiche successive. L’iter diagnostico, in presenza di una PAC, prevede innanzitutto di osservare la PAC, e in seguito si andrà a posizionare il capo nella direzione opposta, valutando un peggioramento del nistagmo o della deviazione e lo stato sensoriale del paziente. Di seguito, sono presentate gli aspetti caratterizzanti i principali quadri oculari, responsabili dello sviluppo di una posizione compensatoria del capo (Tab. IV). PAC associata a strabismo incomitante Nei soggetti con strabismo incomitante, la deviazione non è la stessa in tutte le posizioni di sguardo, ma ne esiste una in cui il disallineamento è massimo. Questi pazienti utilizzano la PAC per orientare gli assi visivi in tale direzione; in linea generale, la posizione compensatoria della testa è nella direzione di azione del muscolo deficitario, nella quale la diplopia è assente. Il trattamento si basa sulla correzione dello strabismo che consenta di ottenere l’ortotropia in posizione primaria. In presenza di un deficit non ben evidente, l’occlusione dell’occhio paretico può determinare la scomparsa della PAC. Il deficit del muscolo obliquo superiore, da paralisi del IV nervo cranico o da lassità tendinea congenita, è la causa più frequente, sia come forma congenita Tabella IV. PAC di origine oculare Strabismo incomitante Esotropia essenziale infantile Nistagmo Errori refrattivi Ipermetropia Astigmatismo Miopia Ptosi palpebrale Difetti perimetrici 238 che acquisita (Davitt, 2001); il paziente in questo caso si presenta tipicamente con un’ipertropia dell’occhio paretico che aumenta in adduzione, essendo l’obliquo superiore un depressore soprattutto in adduzione. Un deficit congenito può associarsi a dismorfismi facciali, con un caratteristico maggiore sviluppo del volto dell’emilato paretico rispetto al controlaterale (Greenberg, 2000). Questi soggetti presentano tipicamente un’inclinazione della testa dal lato non affetto, con un’eventuale componente di tipo rotatorio. La conferma diagnostica viene dall’head tilt test di Bielschowsky, che viene definito positivo nel caso in cui, inclinando la testa dal lato opposto a quello in cui si trova il paziente, si osservi un incremento della deviazione verticale dell’occhio. Il trattamento prevede un indebolimento del muscolo piccolo obliquo. Un deficit dell’elevazione in adduzione può essere inoltre correlato a un ostacolato scorrimento del tendine del muscolo obliquo superiore all’interno della sua troclea, quadro che prende il nome di sindrome di Brown; in tal caso si renderà necessaria una tenotomia. Il deficit del muscolo retto laterale, associato a paralisi del VI cranico, è la seconda causa per frequenza tra quelle acquisite. Determina un’esodeviazione compensata dai pazienti con una rotazione della testa verso il lato dell’occhio affetto per ridurre o eliminare la diplopia. Essendo questo quadro tipicamente acquisito, l’obiettivo è risolvere la causa sottostante; la chirurgia oculare, con indebolimento del muscolo retto mediale, si rende necessaria nel momento in cui non si ha una risoluzione spontanea dopo 6 mesi e dopo aver escluso altre lesioni intracraniche (Nucci, 2015). La sindrome di Duane è una condizione caratterizzata da ipoplasia/aplasia congenita del nucleo del VI nervo cranico, in cui si realizza un’innervazione anomala del muscolo retto laterale da parte di una branca del III nervo cranico. È un quadro che presenta, in circa il 10% dei casi, un pattern ereditario di tipo autosomico dominante. I quadri clinici conseguenti a una sindrome di Duane sono rappresentati in circa il 50-80% da un deficit dell’abduzione con esotropia, mentre più raramente si ha il riscontro di exotropia con deficit dell’adduzione. Nel caso in cui vi sia una deviazione in posizione primaria, il paziente avrà una PAC rotatoria dal lato affetto se si ha esotropia, o dal lato opposto se si ha exotropia (Zanin, 2010). La presenza di una PAC deve essere sempre seguita con attenzione nel tempo, in quanto rappresenta una tra le principali ragioni di correzione chirurgica di questo quadro (Nucci, 2005). Le sindromi alfabetiche con pattern “A” o “V” sono delle forme di strabismo orizzontale caratterizzato da un incremento o da un decremento della deviazione rispetto alla posizione primaria in modo variabile nello sguardo verso l’alto e verso il basso. Nel caso in cui la deviazione sia presente in posizione primaria, il bam- Anomalie della motilità oculare e posizioni anomale del capo bino potrebbe assumere una posizione in chin-up o in chin-down per mantenere la visione binoculare (Davitt, 2001). Numerose altre patologie muscolari possono determinare una limitazione meccanica nei movimenti oculari, tali da determinare il crearsi di una PAC. Tra queste in particolare si ricorda la frattura blow-out del pavimento orbitario, frequente in età pediatrica, caratterizzata da un “intrappolamento” del muscolo retto inferiore, che determina l’assunzione di una PAC in chin-up, per sopperire al deficit dell’elevazione (Soo, 2009). frequentemente, una PAC come conseguenza di un errore refrattivo è presente in modo incostante, potendosi ridurre in condizioni di riposo visivo. Il quadro più frequentemente descritto è una posizione in chin-down associato a ipermetropia superiore a +5.00 diottrie, risolta con l’utilizzo di lenti correttive (Havertape, 1998); una PAC con inclinazione laterale della testa è presente in corso di astigmatismo, mentre in presenza di miopia è più frequente il chin-up, probabilmente nel tentativo di sfruttare l’effetto stenopeico di tale posizione. PAC associata a esotropia essenziale infantile PAC associata a ptosi palpebrale L’esotropia essenziale infantile si caratterizza per la presenza, nella maggior parte dei pazienti, di una tipica rotazione della testa verso l’occhio fissante con una lieve inclinazione sulla spalla dello stesso lato della rotazione. Tipicamente, la PAC aumenta quando il bambino guarda la tv o quando a scuola legge alla lavagna; la PAC fa sì che il bambino assuma un atteggiamento definito anche hunter position, nel tentativo di avere una buona fissazione. A oggi, è ancora discussa la reale prevalenza di PAC in corso di esotropia congenita (Brodsky, 2004). PAC associata a nistagmo Il nistagmo si caratterizza per movimenti oculari involontari di tipo oscillatorio; è possibile descrivere un null-point, un punto dello spazio nel quale l’intensità delle oscillazioni è minima, con la migliore acuità visiva possibile. Nel caso in cui il null-point non sia in posizione primaria, la PAC tende a portare lo sguardo verso il null-point. Il paziente assumerà una posizione della testa compensatoria variabile in base al tipo di nistagmo: se torsionale, il movimento sarà di inclinazione, se orizzontale sarà di rotazione, se verticale sarà in chin-up o in chin-down; nella maggior parte dei soggetti, tuttavia, si hanno posizioni combinate. Si noti però che non sempre in presenza di nistagmo il soggetto ricerca il null-point; infatti, è possibile che il paziente ruoti il capo massimalmente per bloccare, in versione estrema, gli occhi; quest’ultima eventualità rende inutile un trattamento chirurgico, da realizzarsi invece nel caso in cui questo possa migliorare la funzionalità visiva e la PAC (Boricean, 2011). PAC associata a errori refrattivi Sono stati descritti alcuni casi di PAC compensatori secondari a errori refrattivi, ma i meccanismi che ne determinano l’instaurarsi sono poco conosciuti. Più In presenza di ptosi palpebrale tale da coinvolgere l’asse ottico interferendo così con la funzione visiva, il paziente assume una PAC in chin-up. La presenza di PAC è comunque prognosticamente favorevole in questi pazienti, in quanto indicativo di un tentativo di sviluppare le funzioni visive (Fogagnolo, 2008). PAC associata a difetti perimetrici In presenza di difetti del campo visivo associati a patologie neuro-oftalmologiche, è possibile che i pazienti assumano una PAC tale da poter sfruttare la porzione di retina visivamente indenne e massimizzare l’ampiezza del campo visivo residuo (Paysse, 1997). Conclusioni L’importanza di una diagnosi e di un trattamento precoce delle anomalie della motilità oculare è spesso dirimente, sia per il riconoscimento di eventuali quadri patologici sottostanti, sia per garantire il raggiungimento della migliore funzionalità visiva possibile, sia, non da ultimo, per evitare disagi sociali legati all’estetica del disturbo. Ciò assume particolare rilevanza per la risoluzione di una posizione anomala del capo, in cui la diagnosi precoce è molto significativa, in quanto impedisce che il quadro determini anomalie muscolo-scheletriche secondarie, che renderebbero la condizione di più difficile risoluzione. Da questo punto di vista, il ruolo dell’interazione tra il pediatra e gli oftalmologi e ortopedici che si occupano di sviluppo posturale è fondamentale. L’obiettivo è cercare di trattare la condizione oculare di base ed evitare così che s’instaurino conseguenze significative dal punto di vista dello sviluppo muscolo-scheletrico. Anche in questo, al di là degli aspetti funzionali legati al persistere della PAC, non bisogna dimenticare il disagio legato agli aspetti estetici dell’anomalia posturale. 239 E. Santangelo et al. Box di orientamento • Le anomalie della motilità oculare sono un quadro estremamente frequente in età pediatrica, e il pediatra è lo specialista che ha la maggiore possibilità di intercettarle precocemente, in particolare per quanto riguarda la presenza di posizioni anomale del capo. • Lo strabismo e le posizioni anomale del capo possono essere associate a conseguenze negative, sia dal punto di vista della funzionalità visiva, che dello sviluppo muscolo-scheletrico. • Il pediatra svolge un ruolo fondamentale nell’identificazione precoce delle anomalie della motilità oculare; l’interazione con lo specialista è fondamentale per garantire il migliore trattamento possibile e accompagnare la gestione del follow-up. Bibliografia Boricean ID, Bărar A. Understanding ocular torticollis in children. Oftalmologia 2011;55:10-26. Brodsky MC, Jenkins R, Nucci P. Unexplained head tilt following surgical treatment of congenital esotropia: a postural manifestation of dissociated vertical divergence. 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Am Orthop J 2001;51:137-43. ** Questa review presenta in modo completo e dettagliato le caratteristiche fisiopatologiche delle posizioni anomale del capo. Kraft SP. Abnormal head postures in children. In: Taylor D, Hoyt CS (Eds.). Pediatric Ophthalmology and Strabismus. Philadelphia: Elsevier Saunders 2005, pp. 987-1000. Deskin RW. Sandifer syndrome: a case of torticollis in infancy. Int J Pediatr Otorhinolaryngol 1995;32:183-5. Lueder GT. Orbital causes of incomitant strabismus. Middle East Afr J Ophthalmol 2015;22:286-91. * Il testo contiene una descrizione sistematica dei diversi quadri di strabismo che possono essere alla base delle anomalie della motilità oculare. Fogagnolo P, Serafino M, Nucci P. Stability of silicone band frontalis suspension for the treatment of severe unilateral upper Merino P, Gómez-de-Liaño P, Gil MR, et al. Strabismus and congenital cataracts. Arch Soc Esp Oftalmol 2007;82:623-8. Zanin E, Gambarelli N, Denis D. 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