Alberto Camplani La chiesa siro-orientale Antonianum Febbraio-marzo 2014 L’eredità ecclesiale della Chiesa d’Oriente Eredi dell’antica Chiesa d’Oriente sono le seguenti chiese attuali: 1) la chiesa siro-orientale (autodefinitasi in epoca recente come “Chiesa Assira d’Oriente”), che, pur facendo riferimento ideale alla chiesa siro-orientale tardoantica e medievale, discende in realtà da un suo settore specifico che, sotto la guida del monaco Giovanni Sulaqa (nel 1553), aveva aderito alla Chiesa cattolica, ma poi aveva abbandonato tale comunione dopo 119 anni (nel 1672); il suo patriarca Dinkha IV ha sottoscritto una dichiarazione cristologica comune con Giovanni Paolo II l’11 novembre 1994, e sta promuovendo attività pastorali con la Chiesa Caldea; 2) una chiesa, l’Antica Chiesa d’Oriente, staccatasi recentemente (1968) da quella Assira; 3) la Chiesa Caldea, cioè una delle chiese orientali unite alla Chiesa Cattolica, che ha ereditato alcuni settori della Chiesa Assira avversi a Giovanni Sulaqa, ma che, nonostante questo, si è posta alla ricerca di un accordo con Roma, poi raggiunto felicemente; come altre chiese orientali, anche quella caldea accetta l’ordinazione sacerdotale di uomini sposati (ma non il matrimonio di persone già ordinate). L’eredità ecclesiale della Chiesa d’Oriente Vi sono poi le chiese nate in India già tra II e III sec., che, secondo un’importante tradizione, sarebbero state fondate dall’apostolo Tommaso (di qui la designazione “Cristiani di San Tommaso”). Entrate in comunione con la Chiesa Assira, che aveva loro accordato un metropolita a partire dall’VIII sec., in seguito, con l’arrivo dei portoghesi nel XV sec. e l’instaurazione di un rapporto di comunione con la Chiesa Cattolica, erano state sottoposte a un processo di latinizzazione forzata. La reazione (nel 1653) a questa operazione di sapore colonialista ha portato alla formazione di diverse confessioni, che manifestano una grande vivacità e slancio pastorale, con un numero di fedeli, tra i 5 e i 6 milioni, che non ha eguali in nessuna delle chiese nate dalla cristianità siro-orientale. Le confessioni più importanti, concentrate in buona parte in Kerala, sono le seguenti: 1) una piccola frazione aderisce alla tradizionale Chiesa Assira; 2) a seguito di complicate vicende, una parte cospicua, per reazione ai Portoghesi, ha aderito nel 1665 alla chiesa Siro-Ortodossa, alla sua cristologia e liturgia, assumendo il nome di Chiesa Siro-Ortodossa Malankarese; tale chiesa ha però subito delle divisioni all’inizio del XX sec., e una sua minima parte è entrata in comunione con la Chiesa Cattolica (1930); 3) La Chiesa Cattolica Siro Malabarese, i cui fedeli nel 1653 avevano aderito alla protesta antiportoghese rompendo la comunione con la Chiesa Cattolica, ma che poi sono stati ad essa recuperati, divenendo il gruppo maggioritario (circa 4 milioni di fedeli) fra le chiese derivate dall’antica cristianità siro-orientale. Chiesa siro-orientale e l’Asia: vie di evangelizzazione verso la Cina e verso l’India Un’immagine emblematica: La stele di Xi’an Memoriale encomiastico [inciso] sulla stele della diffusione in Cina della religione della Luce, con una presentazione introduttiva, redatto da Jingjing, religioso del monastero di Da Qin. Adamo, presbitero e corepiscopo, p’ap ši dei Sinestan. Prima parte: la dottrina di Dio e della creazione (trad. italiana di M. Nicolini-Zani Si dice che [vi sia un Essere] eterno nella sua verità e quiete, senza origine e al di qua di ogni inizio; insondabile nella sua spiritualità e immutabilità, Essere trascendente al di là di ogni fine; il quale, disponendo del misterioso cardine del mondo, crea e trasforma [ogni cosa]; Supremo Venerabile, [egli] ispira ogni santità - ma questo non è forse proprio Dio, l'Essere trascendente della nostra Triunità, vero Signore senza origine? Tracciando una croce, egli ha separato le quattro regioni dello spazio; suscitando lo spirito primordiale, ha dato origine ai due soffi. Le tenebre e il vuoto furono trasformati, e il cielo e la terra furono separati; il sole e la luna iniziarono a ruotare, e il giorno e la notte cominciarono ad alternarsi. Prima parte: la dottrina di Dio e della creazione Dopo aver forgiato e portato a compimento tutte le cose, creò il primo uomo: a lui diede, differenziandolo [dagli altri esseri viventi], ogni buona qualità in armonia e la custodia sulle miriadi di creature. La natura umana originaria era pura e umile, e il cuore [dell'uomo], semplice e sereno, era nella sua essenza libero da passioni disordinate. Ma venne Satana, il quale con la menzogna ingannò la sua essenza pura: egli immise [l'orgoglio della] grandezza uguale [a Dio] al cuore di ciò che era [vero] bene, e insinuò l'identità misteriosa all'interno di quello che fu male. In questo modo trecentosessantacinque eresie iniziarono a susseguirsi e ad aprirsi le loro vie, intrecciando una rete di [varie] dottrine: alcune di esse indicarono cose materiali come signori [da adorare]; altre portarono all'eliminazione della distinzione tra essere e nonessere; altre [indicarono] le preghiere e i sacrifici come mezzi [sufficienti] per ottenere la benedizione; altri ancora esaltarono la bontà [della natura umana] per ingannare gli uomini. L'uomo, con la sua conoscenza e il suo intelletto, si sforzò di operare un discernimento, ma i suoi pensieri e le sue intenzioni erano ormai stati resi completamente schiavi, e l'uomo non poté più nulla. Il suo tormento e la sua angoscia divennero fuoco divorante; egli, sprofondato ancora di più nell'oscurità, smarrì definitivamente il cammino, e vagò a lungo incapace di ritrovare la via del ritorno. Seconda parte: l’incarnazione Allora] il Radioso venerabile Messia, persona distinta della nostra Triunità, spogliando [se stesso] e celando la sua vera maestà, venne nel mondo come uomo. Un angelo portò la benedizione a una vergine, che diede alla luce il Santo presso Da Qin.. Un astro luminoso annunciò il lieto evento, e dalla Persia, avendo scorto lo splendore della stella, vennero a rendergli omaggio con doni. Portando a compimento l'antica legge esposta dai ventiquattro santi, egli insegnò come governare famiglia e nazione secondo il suo grande piano. Stabilì la nuova dottrina ineffabile, fondata sullo Spirito puro della Triunità, per formare [l'uomo] alla virtù attraverso la retta fede. Definendo la norma degli otto precetti, purificò l’uorno dalla corruzione e lo [ri]portò alla sua vera condizione. Aprendo le porte delle tre virtù costanti, dischiuse la vita e abolì la morte. Sospendendo [nel cielo] il sole luminoso, distrusse la dimora delle tenebre. In questo modo tutti gli inganni del demonio furono annientati. Postosi ai remi della barca della misericordia, ascese al palazzo della luce, e condusse nella traversata verso la salvezza [tutti] gli esseri animati. Avendo così portato a termine la sua potente opera nell'ora meridiana ascese infine alla Verità. Egli lasciò i ventisette libri della Scrittura, i quali espongono la grande trasformazione [da lui operata], abbattendo così i limiti della [vita] spirituale. La sua dottrina prevede l'immersione nell'acqua e nello Spirito, grazie alla quale l'uomo viene mondato dalle vanità e purificato, ritrovando così la sua purezza e il suo candore. Terza parte: l’arrivo della missione Da Qin vi era [un uomo di] virtù superiore, chiamato Aluoben, il quale, avendo scrutato i segni delle nuvole azzurre, prese [con sé] le vere scritture, e avendo esaminato le note musicali dei venti, attraversò difficoltà e pericoli: nel nono anno dell'era Zhenguan (635) egli arrivò dunque a Chang'an. L'imperatore inviò il suo ministro di stato, il duca Fang Xuanling, con la guardia imperiale nel quartiere occidentale della città per accogliere il visitatore e introdurlo a palazzo. [L'imperatore] fece tradurre le scritture nella biblioteca [imperiale] ed esaminò attentamente quella via [all'interno] delle porte proibite: egli giunse così a essere profondamente convinto della fondatezza e della verità [di quella dottrina], e diede speciali ordini affinché essa potesse essere propagata. D’autunno, nel settimo mese deI dodicesimo anno dell'era Zhenguan (638), fu promulgato il seguente editto imperiale: Quarta parte: il decreto “La via non ha un nome immutabile, il santo non ha un'apparenza corporea immutabile: ogni regione della terra ha il suo proprio insegnamento religioso, [così che] tutti i viventi possano essere condotti misteriosamente alla salvezza. Il Grande virtuoso Aluoben, del regno di Da Qin, è venuto da molto lontano per presentare le scritture e le immagini [della sua religione] nella nostra suprema capitale. Avendo esaminato attentamente la natura del suo insegnamento, [abbiamo trovato che esso] è non-azione misteriosa; avendo valutato i suoi elementi essenziali, [abbiamo concluso che essi] riguardano le esigenze fondamentali della vita umana e del suo perfezionamento. Il suo linguaggio è semplice e scarno, e i suoi princìpi permangono anche dopo che è passata l'occasione per i quali erano stati stabiliti. [Questo insegnamento] conduce alla salvezza [tutte] le creature, e [da esso] traggono benefici [tutti] gli uomini. Sia concessa [dunque] la sua diffusione nei territori dell'impero, e le autorità [religiose] competenti costruiscano dunque un monastero di Da Qin nel quartiere Yining della capitale, e ordinino come monaci ventun persone”. Cristianesimo in India • Notizia di Eusebio h.e. V,10 su Panteno: “E si dice che sia andato anche dagli Indiani, dogve, raccontano, egli trovò, precedente la sua venuta, il Vangelo secondo Matteo, presso alcuni che laggiù riconoscevano il Cristo, ai quali Bartolomeo, uno degli apostoli, aveva predicato e aveva lasciato lo scritto di Matteo in caratteri ebraici, che si conservava ancora al tempo suddetto”. Verso l’India: testimonianze • Una rielaborazione leggendaria di una missione storica verso l’India (Pakistan?): gli Atti di Tommaso. • Testimonianze sui secoli IV-VI circa il cristianesimo in India: Teofilo indiano (ipotesi di Fiaccadori); Cosma Indicopleuste. • Tradizioni orali e scritte su Mailapur come luogo di sepoltura di Tommaso? • Attestazioni più sicure circa la chiesa gerarchica (VII secolo) Alcune caratteristiche della chiesa siroorientale –una chiesa che non ha mai instaurato un rapporto diretto con una forma statuale “cristiana”, come è accaduto, per lunghi periodi, ad alcune chiese dell’Impero romano e di quello bizantino; ragion per cui le sue molteplici attività pastorali e culturali, pur se favorite (ma più spesso avversate) da autorità politiche di vario segno (zoroastriane, musulmane) almeno in alcune fasi, sono sempre state il prodotto delle sue forze ed energie interne, che si sono espresse in una condizione di forte minorità religiosa. La coscienza di una posizione di indipendenza dai poteri costituiti è viva in Timoteo I, a capo della chiesa d’Oriente, in una lettera del 793 d.C. (Berti 2010, p. 67): “Da noi invece non vi fu mai un re cristiano, ma dapprima (vi furono) i magi, più o meno per quattrocento anni, poi i musulmani. Né i primi né i secondi si sono applicati ad aggiungere o diminuire alcunché nella confessione del cristianesimo”. Alcune caratteristiche della chiesa siroorientale –una chiesa che ha conosciuto il martirio per tutta la sua storia quasi bimillenaria, sia quando i cristiani dell’Impero romano lo subivano, sia, in modo ancor più violento, quando quest’ultimo, dopo l’Editto di Milano (313 d.C.), divenne cristiano per poi trasformarsi nell’Impero bizantino; tali persecuzioni avvennero per opera di poteri politici diversi e in successive fasi storiche, fino all’età contemporanea, che ha conosciuto stragi vere e proprie di cristiani siro-orientali e caldei, e fino a questi tempi più recenti, che, dopo la fine del potere di Saddam Hussein, hanno registrano una recrudescenza di violenze anticristiane. –una chiesa che ha conosciuto uno slancio missionario soprattutto verso l’Oriente, costituendo di volta in volta, sempre più a est, nuovi avamposti di sviluppo missionario, in direzione dell’Asia centrale, dell’India, della Cina, del Tibet, della Mongolia, dove giunsero mille anni prima di Matteo Ricci (1552-1610). Questo ha fatto sì che la lingua siriaca, centrale in una prima fase e veicolare per un lungo periodo, non sia stata l’unica lingua di questa chiesa: ad esse si sono aggiunte il pahlavi, il sogdiano, il cinese, il turco. –una chiesa che nello stesso tempo ha conosciuto in maniera drammatica anche fenomeni di regresso, perdita di enormi territori, fine o isolamento completo di comunità, anche in anni recenti, fatto che sembra indicare come l’attività di annuncio del Vangelo non è mai una realtà data per sempre. Alcune caratteristiche della chiesa siroorientale –una chiesa che è stata mediatrice culturale tra grandi civiltà, che ha fatto interagire religioni e civiltà lontanissime tra loro, come quella greco-romana / bizantina da una parte, e quella abbasside dall’altra, quella iranica, da una parte, e quella buddista e taoista dall’altra. –una chiesa che fin dall’antichità, e prima della rapida decadenza di epoca moderna, ha accordato un ruolo fondamentale alle scuole, fondando in Nisibi una università cristiana di enorme rilevanza, dotata di un corpo docente, di collegi per studenti, di statuti che si sono conservati, di un cursus studiorum che amalgamava armoniosamente discipline profane e esegetico-teologiche (Becker) . –una chiesa che ha dato spazio alla riflessione teologica ma nello stesso tempo ha causato uno slancio mistico che essa stessa ha cercato di contenere e controllare. Scansioni storiche fondamentali sulla storia della chiesa siro-orientale • • • • • La fase delle origini (II-III secolo) La fase sotto i Sasanidi (III-VII sec.) La fase della dominazione araba (VII-XII sec.) La fase mongola (XII-XIII sec.) La fase della persecuzione e della decadenza (Tamerlano, l’impero turco): XIV-XIX sec. • La fase contemporanea Per identificare la fase iniziale della chiesa siro-orientale • La geografia • Le lingue • Lo sviluppo della telogia e dell’ecclesiologia La geografia: Antiochia nella Tabula Peutingeriana Siria in epoca romana Mesopotamia Mesopotamia Parthia e Bactriana Bactria e Sogdiana India Iscrizione di Birecik (6 d.C.) Mosaici funerari edesseni II-III sec. d.C. Mosaici funerari edesseni II-III sec. d.C. Alfabeti siriaci 1. Alfabeto estranghelo 2. Alfabeto siro-orientale (nestoriano) 3. Alfabeto serto Codice “Rabbula” Codice miniato Modelli cristologici 1. Logos / sarx; 2. Logos / anthropos • 1) secondo il modello di origine alessandrina, definito logos / sarx, l’ipostasi del Logos divino, Figlio eterno del Padre, si unisce direttamente alla carne umana divenendo con essa una cosa sola, lasciando poco o nessuno spazio all’anima e all’intelletto umano di Gesù Cristo; il soggetto in Cristo è il Logos, unico centro di riflessione, volizione, decisione; • 2) il modello di matrice antiochena, chiamato logos / anthropos, insiste invece sulla completezza dell’uomo Gesù e sulla incontaminazione della divinità del Logos, che a lui si unisce nell’incarnazione senza sostituirsi a nessuna delle facoltà umane. Il soggetto “Cristo” è dato dall’unione dell’uomo completo di corpo, anima, intelletto con la divinità, il Logos: egli è il sacerdote universale, che con il suo stesso sacrificio trasferisce l’intera umanità da un’epoca all’altra, verso l’immortalità e l’incorruttibilità. I soggetti sono due, uno umano e l’altro divino: solo il loro accordo permette l’identità di decisione e operazione. Date religiosamente significative per la storia della chiesa siro-orientale • Correnti varie e diversificate di evangelizzazione in Mesopotamia (sette battiste di cui una legata a Elchasai) e a Nisibi (iscrizione di Abercio) • 226 Sasanidi al potere in Persia al posto degli Arsacidi: centralità dello Zoroastrismo • 240 Predicazione di Mani, formatosi in una comunità elchasaita. • 257 Sconfitta di Valeriano e importazione di cittadini romani antiocheni (anche cristiani) all’interno dell’Impero persiano • 268 Deposizione di Paolo di Samosata dal seggio di Antiochia; permanenza della sua impostazione cristologica, adeguatamente riformulata, nel IV secolo (Eustazio di Antiochia, Diodoro di Tarso, Teodoro di Mopsuestia, Nestorio) Date religiosamente significative per la storia della chiesa siro-orientale • • • • • • • • • • • • 309: Crisi all’interno della chiesa persiana 325 Concilio di Nicea 381 Concilio di Costantinopoli 410, 420, 424: Primi concili della chiesa persiana, che acquista piena autonomia 431 Concilio di Efeso 449 Secondo Concilio di Efeso 451 Concilio di Calcedonia: definizione cristologica 482 Henotikon di Zenone 489: Chiusura della scuola di Edessa 484-497: Sinodi della chiesa persiana (Barsauma di Nisibi si ribella al catholicos Babowai, il quale a sua volta è condannato dall’imperatore nel 485/6; catholicosato di Aqaq e quindi di Babai, che organizza il sinodo del 497), conferma della centralizzazione, definizione cristologica difisita 518: La politica filocalcedonese di Giustino 536: Fallimento delle trattative tra Giustiniano e gli anticalcedonesi (Severo), inizio delle persecuzioni e fuga nei territori persiani: la dualità religiosa persiana Cronologia di Edessa e Nisibi: 363-500 • 363: Nisibi è ceduta da Gioviano ai Persiani e una parte della popolazione è deportata. Efrem fugge a Edessa, dove fonda una scuola. • 412-435: è vescovo di Edessa Rabbula, che a seguito del Concilio di Efeso del 431 abbandona una posizione moderatamente antiochena in materia cristologica avvicinandosi a Cirillo di Alessandria. • In questo periodo la scuola di Edessa è diretta da Ibas, che rimane fedele alla tradizione cristologica e esegetica antiochena, di cui traduce e fa tradurre gli scritti (Diodoro di Tarso e Teodoro di Mpsuestia) nonostante il voltafaccia di Rabbula, ragione per cui è allontanato dalla città. • Ibas, alla morte di Rabbula (435), diventa vescovo di Edessa. La scuola rimane sulle sue posizioni. • Ibas è deposto nel 449 (II Concilio di Efeso), ma reinstallato a Edessa dal Concilio di Calcedonia (451), vi rimane fino alla morte (457). • Posizioni cirilliane e anticalcedonesi riacquistano potere a Edessa • 489: Chiusura della scuola di Edessa. Alcuni docenti e studenti si muovono verso Nisibi, dove sono accolti dal vescovo Barsauma, il quale confida a Narsai (m. 499) la direzione della scuola, destinata a diventare un’accademia di studi cristiani, con suoi statuti, legata alla chiesa gerarchica. Persia: La definizione di fede del Concilio del 486 Inoltre, sia la nostra fede nell’economia salvifica di Cristo nella confessione delle due nature (kyane), della divinità e dell’umanità, e nessuno di noi osi introdurre mescolanza (muzzaga), miscela (hultana) e confusione (bulbala) nelle differenze di queste due nature; piuttosto, mentre la divinità rimane preservata in ciò che le appartiene e l’umanità in ciò che le appartiene, noi riuniamo le immagini di queste due nature in una singola signoria e singolo (oggetto di) venerazione in ragione della perfetta e inseparabile unione che è avvenuta tra divinità e umanità. E se qualcuno insegna altro, che sofferenza o cambiamento hanno toccato la divinità del nostro Signore, e non preserva relativamente all’unione del prosopon del nostro Signore la confessione del perfetto Dio e perfetto uomo, sia anatema.