Adeguamento Antisismico di Edifici in Conglomerato Cementizio Armato mediante Tecniche Tradizionali ed Innovative Applicazioni ad Edifici dello IACP di Siracusa G. Oliveto Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale Università di Catania Sommario In questo lavoro vengono effettuate alcune considerazioni sulle tecniche di adeguamento antisismico tradizionali per gli edifici in conglomerato cementizio armato e vengono date alcune indicazioni sulle tecniche innovative che si vanno affermando nella comunità tecnico-scientifica dell’ingegneria sismica. Dopo aver presentato un procedimento per la valutazione della resistenza e della vulnerabilità sismica degli edifici in conglomerato cementizio armato, viene riportata un’applicazione ad un edificio della Sicilia Orientale in corso di adeguamento antisismico mediante isolamento alla base. 1. Introduzione L’adeguamento antisismico delle costruzioni vulnerabili ai terremoti è un problema di notevole attualità e di grande importanza politica e sociale. Una gran parte del patrimonio edilizio sul territorio nazionale risulta vulnerabile alle azioni sismiche pur trovandosi collocato in aree già da tempo riconosciute come pericolose dal punto di vista sismico. Negli ultimi trent’anni terremoti classificabili tra moderati e severi si sono verificati con un intervallo variabile da cinque a dieci anni sul territorio nazionale. Tali eventi hanno chiaramente messo in evidenza la vulnerabilità del nostro patrimonio edilizio in particolare e dell’ambiente costruito in generale. La pericolosità sismica delle aree in cui si sono verificati i suddetti terremoti era nota da tempo per eventi similari o più severi verificatisi in passato. Appare legittimo pertanto chiedersi il perché della vulnerabilità delle costruzioni alle azioni sismiche, dal momento che sia la popolazione che le istituzioni sono a conoscenza della pericolosità dei siti. Esistono diverse cause che possono aver portato ad una tale situazione. Queste si possono far risalire ad eventi storici, alla evanescenza dei ricordi, ad ingordigia, avarizia, povertà ed ignoranza. Tra gli eventi storici risultano particolarmente importanti le guerre, le epidemie e i disastri naturali che possono ridurre in maniera determinante le risorse disponibili di una nazione. In tali circostanze si tende a costruire con materiali poveri e senza porre molta attenzione alle tecniche costruttive e alle risorse di sicurezza. Una situazione del genere si è presentata in Italia e in Giappone a seguito della seconda guerra mondiale. Situazioni simili si sono ripetute nel nostro paese più volte nel passato. In tali situazioni è anche facile che subentri il cosiddetto fenomeno della memoria evanescente o della cancellazione dei ricordi. Il conseguimento di utili imprenditoriali avviene spesso nel nostro paese a spese della qualità dei materiali e delle tecniche costruttive piuttosto che per la crescita della produttività attraverso l’impiego ottimale dei fattori della produzione. In questo quadro si colloca la situazione deprimente dei controlli di qualità e di accettazione dei materiali che nella maggior parte dei casi avviene attraverso una certificazione puramente cartacea e di nessun valore sostanziale. 1 La propensione marginale alla spesa fa sì che anche il committente si accontenti talvolta di un prodotto di minore qualità pur di disporre di risorse da poter utilizzare per fini che soddisfano bisogni più immediati. Tra le cause addebitabili ad ignoranza possono esserci sia una inadeguata conoscenza della pericolosità sismica sia difetti di progettazione dovuti a insufficiente conoscenza del fenomeno sismico e della capacità di modellare correttamente la risposta strutturale alle azioni sismiche. Mentre sul primo punto si sono fatti negli ultimi tempi considerevoli progressi, temo che sul secondo punto la situazione non possa che peggiorare nei prossimi anni. La riforma dei corsi di studio in ingegneria sta infatti portando ad un impoverimento generale delle conoscenze di base e delle capacità operative dei nostri laureati in ingegneria. Personalmente ritengo che verranno presto a mancare le capacità progettuali necessarie nell’ambito dell’ingegneria strutturale in generale e dell’ingegneria sismica in particolare. Purtroppo progettare una costruzione non è come guidare un’automobile e quindi la patente data ai nostri laureati per immettere dati nei programmi di calcolo non fornirà alcuna capacità progettuale. Il danno che si sta facendo alla professione dell’ingegnere civile sarà probabilmente pagato a caro prezzo dalla società italiana, magari attraverso l’affidamento della progettazione delle nostre opere ad ingegneri stranieri. Un’ultima causa di vulnerabilità è legata alla manutenzione della costruzione; è evidente che se una costruzione non viene sottoposta regolarmente alla manutenzione necessaria, così come si fa per un’automobile, le proprietà meccaniche dei materiali possono subire un notevole deterioramento locale o globale con considerevole perdita di resistenza degli elementi strutturali e della struttura nella sua globalità. Anche i cambiamenti di destinazione, spesso effettuati in maniera abusiva, possono determinare modificazioni sostanziali nel comportamento strutturale determinando un decadimento nella risposta strutturale alle azioni attese. Sulla base di quanto finora esposto non ci si può sorprendere se anche in aree da lungo tempo considerate ad alta pericolosità sismica è frequente trovare costruzioni vulnerabili ai terremoti. Queste andrebbero adeguate per essere messe in condizione di resistere alle azioni ad esse trasmesse dal terremoto di progetto specifico per il sito considerato. Nel seguito saranno indicate alcune tecniche utilizzate per la valutazione della resistenza e della vulnerabilità sismica delle costruzioni in conglomerato cementizio armato e le tecniche tradizionali ed innovative impiegate per l’adeguamento antisismico delle stesse costruzioni. Il lavoro si conclude con la descrizione dettagliata di un intervento di adeguamento antisismico su due edifici in conglomerato cementizio armato, di proprietà dello IACP di Siracusa, nel comune di Solarino in Sicilia SudOrientale. 2. Pericolosità sismica della Sicilia Sud-Orientale Poiché tutte le applicazioni che saranno mostrate nel seguito fanno riferimento alla Sicilia Sud-Orientale, si considera brevemente la situazione che ha portato ad una grossa presenza in tale regione di patrimonio edilizio vulnerabile alle azioni sismiche. Con riferimento alle costruzioni in conglomerato cementizio armato bisogna tener presente che si è avuto un grosso sviluppo negli anni successivi alla seconda guerra mondiale e soprattutto negli anni sessanta e settanta. Tuttavia, in tale periodo l’area non era soggetta ad alcuna regolamentazione di carattere sismico e le costruzioni venivano di fatto costruite senza alcun riferimento alle azioni sismiche. Soltanto all’inizio degli anni ottanta la zona è stata classificata come sismica di seconda categoria o a media sismicità e a partire da tale periodo si sono cominciate a costruire opere considerando anche le azioni sismiche. Occorre tener presente che anche negli anni ottanta molti progetti che erano stati già approvati prima dell’entrata in vigore della classificazione sismica sono stati costruiti in deroga alle prescrizioni imposte per tali zone. Gli studi di sismologia storica condotti nella regione hanno messo in evidenza l’occorrenza nel passato di tre terremoti molto severi che vengono riportati nella tabella che segue. 2 Tabella 1. Principali terremoti storici nella Sicilia Sud-Orientale. Terremoto Anno Magnitudo (Ms) Catania Val di Noto Val di Noto 1169 1542 1693 7.8 6.8 7.8 Intensità epicentrale (I0) XI X XI Il terremoto catastrofico del 4 febbraio 1169 è uno dei sismi più antichi per cui si disponga di dati tali da permettere una stima della intensità epicentrale. Con epicentro verosimilmente collocato al largo delle coste di Catania esso fu accompagnato da un forte maremoto. La massima intensità è stata valutata nel grado XI della scala Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS). Il terremoto del 10 dicembre 1542 ha avuto un’intensità epicentrale corrispondente al X grado MCS. Il terremoto dell’11 gennaio 1693 è forse l’evento più disastroso di tutta la storia sismica italiana. Esso distrusse molte città e causò la morte di circa settantamila persone. La sua intensità epicentrale è stata valutata nell’XI grado della scala MCS mentre la magnitudo delle onde superficiali è stata stimata essere circa pari a Ms = 7.8 [1]. Si rileva come i lunghi periodi di quiescenza sismica tra gli eventi principali sono le cause principali dell’affievolimento dei ricordi e quindi anche dei periodi costruttivi in cui ci si dimentica del tutto della pericolosità sismica del sito. 3. L’azione sismica La vulnerabilità di una costruzione non è un concetto assoluto come in certi ambienti si è portati a credere ma è fortemente legata all’evento considerato. La stessa costruzione può non essere vulnerabile ai terremoti di una certa classe ed essere invece vulnerabile ai terremoti di un’altra classe. Pertanto prima di poter valutare la vulnerabilità di una costruzione all’azione sismica bisogna porsi nella condizione di poter specificare l’azione sismica a cui tale costruzione potrà essere assoggettata. Tutte le normative antisismiche specificano l’azione sismica attraverso uno o più spettri di progetto. Questo è una rappresentazione sintetica e quantitativa dell’azione sismica. Considerando un’azione a noi più familiare in quanto generalmente presente, l’azione di gravità, noi la percepiamo sottoforma di peso. Naturalmente il peso di una persona dipende non solo dall’accelerazione di gravità ma anche da alcune caratteristiche intrinseche della persona quali l’età, il sesso e la costituzione fisica. Allo stesso modo anche l’azione sismica, oltre a dipendere dalle caratteristiche del moto del suolo, dipende da alcune caratteristiche intrinseche della costruzione quali il periodo naturale di vibrazione e la capacità di dissipazione di energia. Nell’ipotesi in cui la struttura considerata non abbia alcuna capacità di dissipazione di energia o se, pur avendola, si preferisce non utilizzarla ai fini della resistenza al sisma, lo spettro di progetto dipenderà soltanto dal periodo fondamentale della struttura e sarà denominato spettro di progetto elastico. In realtà una piccola capacità di dissipazione di energia è sempre presente in quanto associata al comportamento viscoso dei materiali e ad inevitabili fenomeni di attrito. Pertanto si fa dipendere lo spettro di progetto elastico non solo dal periodo fondamentale o da tutti i periodi di vibrazione della struttura ma anche dallo smorzamento su cui si può fare affidamento. Nella figura 1 viene riportato lo spettro elastico dell’Eurocodice 8 per tre valori diversi dello smorzamento. Di solito si considera il valore standard pari al 5% dello smorzamento critico anche se la dottrina fa dipendere il valore dello smorzamento da mettere in conto dal livello di sollecitazione nella struttura. Più alto è il livello di sollecitazione, maggiore è lo smorzamento su cui si può contare. Alcuni caratteri fondamentali dello spettro elastico si possono percepire direttamente dall’osservazione della figura 1. Il valore della pseudo-accelerazione spettrale relativo al periodo nullo corrisponde ovviamente all’accelerazione del suolo. Infatti per T=0 la struttura è rigida e quindi è assoggettata alla stessa accelerazione del moto al suolo. Detta accelerazione, 3 denominata accelerazione efficace massima al suolo o PGA, dipende direttamente dalla pericolosità sismica del sito di costruzione e funge da accelerazione di ancoraggio dello spettro di progetto. Tale valore è di solito assegnato dalle normative antisismiche in funzione della pericolosità sismica del sito di costruzione. 0.8 ζ=2% 0.7 0.6 Sa/g 0.5 ζ=5% 0.4 0.3 0.25 0.2 ζ=10% 0.1 0 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 T[s] Figura 1. Spettro elastico dell’Eurocodice 8. Inoltre si possono individuare quattro regioni dello spettro elastico. Una prima regione in cui le ordinate spettrali crescono linearmente con il periodo, una seconda regione in cui le ordinate spettrali risultano indipendenti dal periodo, una terza regione in cui le ordinate spettrali decrescono rapidamente al crescere del periodo ed infine la quarta regione in cui, pur continuando a decrescere, le ordinate spettrali seguono una legge differente rispetto a quella della regione precedente. E’ quindi evidente che l’azione sismica agente su una struttura dipende dai periodi dei modi che maggiormente contribuiscono alla risposta strutturale e dallo smorzamento su cui si può contare. Maggiori dettagli sullo spettro di progetto elastico si possono trovare nei trattati di dinamica delle strutture e ingegneria sismica, nelle normative antisismiche e nelle pubblicazioni specializzate [2],[3]. Nella progettazione antisismica tradizionale si fa affidamento sulla capacità di dissipazione di energia della struttura associata alle deformazioni inelastiche. In tale caso occorre, tuttavia, che il materiale abbia tale capacità di deformazione ovvero che abbia quella che in gergo è denominata duttilità. A differenza dello smorzamento che non comporta, in generale, un danneggiamento della costruzione, l’impegno in campo plastico degli elementi strutturali è sinonimo di danneggiamento. Pertanto ogni qualvolta nella progettazione strutturale si fa affidamento sulla duttilità si ammette implicitamente un livello di danneggiamento della costruzione sotto il sisma. L’impegno delle risorse inelastiche della struttura consente una notevole riduzione delle ordinate spettrali nello spettro di progetto. Tale riduzione dipende generalmente dalla duttilità di cui la struttura è dotata e dal periodo di vibrazione. L’Eurocodice 8 fa dipendere la riduzione principalmente da un fattore associato alla duttilità e denominato fattore di comportamento della struttura o semplicemente fattore di struttura. Valori tipici del fattore di struttura variano da 1 a 4. Come è possibile vedere dalla figura 2, l’utilizzazione delle risorse inelastiche della struttura consente di ridurre notevolmente le ordinate spettrali e quindi la resistenza di progetto. 4 0.7 Spettro di progetto elastico 0.6 0.5 Sa/g 0.4 Spettro di progetto inelastico 0.3 0.2 0.1 0 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 T [s] Figura 2. Spettri di progetto elastico ed inelastico dell’Eurocodice 8. Tuttavia non bisogna dimenticare che tale riduzione si tramuta automaticamente in danneggiamento strutturale, figura 3. Notevolmente importante ai fini della definizione del fattore di riduzione delle ordinate spettrali o fattore di struttura risulta la cura dei particolari costruttivi. Figura 3. Meccanismo di dissipazione di energia in una struttura intelaiata associato a formazione di cerniere plastiche. 4. Resistenza e vulnerabilità sismica Poiché è ovviamente necessario adeguare soltanto le strutture che risultano vulnerabili al terremoto di progetto, si rende necessaria una valutazione di vulnerabilità prima ancora di procedere alla progettazione di qualunque intervento di adeguamento antisismico. Nel seguito viene fornita una definizione di resistenza sismica e, in maniera complementare, della corrispondente vulnerabilità di una costruzione al terremoto di progetto. Come si è visto, il terremoto di progetto è specificato attraverso lo spettro di progetto che dipende anche dalla capacità di dissipazione di energia attraverso il fattore di struttura. Si supponga che per la struttura oggetto di indagine sia individuabile il fattore di struttura e di conseguenza lo spettro di progetto a cui essa deve far fronte. Detto spettro è rappresentato dal grafico centrale nella figura 4. 5 0.9 0.8 Struttura sovraresistente al terremoto di progetto 0.7 0.6 Sa/g Spettro di progetto 0.5 Struttura vulnerabile al terremoto di progetto 0.4 0.3 0.2 0.1 0 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 T [s] Figura 4. Confronto tra capacità e domanda di resistenza sismica. Se una struttura esibisce una resistenza maggiore di quella richiesta dal terremoto di progetto allora è evidente che dispone di una sovra-resistenza e quindi non è vulnerabile. E’ il caso dell’ordinata blu nella figura 4. Una struttura con una resistenza specificata dalla suddetta ordinata è capace di far fronte ad un terremoto con accelerazione di ancoraggio maggiore di quella di progetto. Se invece la resistenza corrisponde all’ordinata in rosso, è evidente che la capacità in termini di resistenza risulta minore della domanda e quindi la struttura è vulnerabile al terremoto di progetto. In questo secondo caso la struttura può far soltanto fronte ad un terremoto con accelerazione di ancoraggio minore di quella di progetto. E’ quindi necessario un intervento di adeguamento antisismico che consenta di soddisfare la disuguaglianza di progetto: Capacità ≥ Domanda Sui metodi di valutazione della capacità di resistenza sismica si tornerà più avanti, adesso si passerà a illustrare i metodi tradizionali di adeguamento antisismico. 5. Metodi Tradizionali di Adeguamento Antisismico I metodi tradizionali di adeguamento antisismico ricadono sostanzialmente in due categorie, una basata sui principi classici della progettazione che prevede un incremento della resistenza e della rigidezza e l’altra basata sulla riduzione della massa. Quindi la prima tende a soddisfare la disuguaglianza di progetto attraverso un aumento della capacità e la seconda tende a soddisfare la stessa disuguaglianza attraverso una diminuzione della domanda. Tuttavia è facile rendersi conto che, essendo la progettazione antisismica molto diversa da quella ordinaria, entrambe le tecniche possono risultare molto inefficienti, anzi si potrebbe anche dire, esagerando, che possono andare contro natura. Con riferimento alla prima tecnica, cioè incremento della resistenza e della rigidezza, il ragionamento è illustrato nella figura 5. Supposto che il periodo fondamentale della struttura non adeguata sia Tna, a cui corrisponde una domanda in termini di pseudo-accelerazione pari a Sna, che la struttura non è in grado di soddisfare, procedendo con un incremento di resistenza e di rigidezza il periodo fondamentale si riduce da Tna a Ta, a cui corrisponde una domanda in termini di pseudoaccelerazione pari a Sa, molto incrementata rispetto a quella iniziale. Quindi è possibile che la situazione sia peggiorata rispetto a quella iniziale. 6 0.7 0.6 0.5 0.4 Sa/g 0.3 Sa 0.2 Sna 0.1 0 0 0.5 Ta < Tna 1 1.5 Tna 2 2.5 3 3.5 4 T [s] Figura 5. Incremento della domanda al crescere della capacità di resistenza. Solo dopo aver incrementato la rigidezza e la resistenza in maniera tale che il periodo fondamentale vada ad interessare la parte costante dello spettro, è possibile pervenire ad una situazione che alla fine potrebbe consentire il soddisfacimento della disuguaglianza di progetto. Quindi appare evidente come, operando nel modo suddetto, il tentativo di soddisfare la disequazione di progetto aumentando la capacità di resistenza non fa altro che far crescere la domanda. Se il procedimento alla fine riesce a convergere ciò potrebbe avvenire con notevole dispendio di risorse. Una situazione analoga si presenta anche se si procede per riduzione di massa. Infatti alla riduzione di massa si può pervenire, ad esempio, mediante la soppressione di uno o più piani come indicato nella figura 6. Τna Τa Figura 6. Adeguamento antisismico per riduzione di massa (eliminazione di un piano) Appare evidente che contemporaneamente alla riduzione della massa si è realizzato anche un incremento della rigidezza. Questi due effetti agiscono in maniera sinergica ai fini della riduzione del periodo. Pertanto risulterà Ta<<Tna , e quindi il vantaggio acquisito con la riduzione di massa viene parzialmente annullato dalla diminuzione di periodo attraverso l’aumento della domanda sismica come risulta illustrato nella figura 5. In conclusione entrambi i metodi tradizionali di adeguamento antisismico, seppure efficaci, risultano molto dispendiosi. Occorre tuttavia rilevare che, nel caso di edifici piuttosto bassi, il periodo fondamentale può ricadere nell’ambito della parte costante dello spettro di progetto e quindi la diminuzione del periodo non comportare l’insorgere di maggiori forze sismiche. 7 6. Metodi innovativi di adeguamento antisismico I principali metodi innovativi di adeguamento antisismico si possono raggruppare nelle seguenti classi: Riduzione della rigidezza 2. Incremento della duttilità 3. Strutture controllate dal danneggiamento 4. Materiali compositi 5. Controllo attivo A parità di massa la riduzione della rigidezza comporta una diminuzione dell’azione sismica e quindi della domanda sismica. La riduzione della rigidezza si può perseguire con il criterio delle molle in serie per cui, disponendo due molle in serie, si ottiene una molla equivalente con rigidezza minore della più piccola delle due, figura 7. F 1 1 1 = + Ke Kb K F Kb K F F Ke < Kb Ke K e << K Figura 7. Riduzione della rigidezza col sistema delle molle in serie In grandi linee si può ritenere che l’adeguamento antisismico mediante isolamento alla base ricada nell’ambito della classe di adeguamento mediante riduzione della rigidezza. L’incremento di duttilità si consegue localmente mediante il confinamento degli elementi strutturali compressi mediante cerchiature. Sebbene il procedimento sia conosciuto da tempo, oggi lo si può applicare più facilmente mediante l’utilizzazione di nuovi materiali come i polimeri fibrorinforzati (FRP). Tali materiali si distinguono essenzialmente a seconda del tipo di fibra utilizzata ed i più comuni vengono denominati CRP, GRP, ARP, sigle che indicano rispettivamente rinforzo con fibre di carbonio (C), vetro (G) e aramidiche (A). Il concetto più importante emerso nel campo dell’ingegneria sismica negli ultimi dieci anni riguarda la progettazione antisismica mediante strutture controllate dal danneggiamento [4]. In base a tale concetto l’organismo strutturale viene realizzato con due strutture disposte in parallelo come indicato nella figura 8. = Struttura completa + Struttura principale Sistema dissipativo Figura 8. Sistema strutturale controllato dal danneggiamento 8 La struttura principale avrà comportamento elastico anche sotto il terremoto ultimo di progetto mentre la struttura ausiliaria, denominata sistema dissipativo in figura 8, ha il compito di fronteggiare le azioni sismiche. Il concetto è applicabile sia a nuove che a vecchie costruzioni. La struttura ausiliaria determina un incremento di rigidezza ed una grande capacità di dissipazione di energia. Il danneggiamento avviene soltanto nella struttura ausiliaria e gli elementi danneggiati possono essere sostituiti dopo il terremoto. E’ importante rendersi conto come, con tale criterio di progettazione antisismica, la costruzione rimanga agibile anche sotto il più severo terremoto di progetto. Il confronto tra il comportamento di un sistema tradizionale e il sistema controllato dal danneggiamento è riportato nella figura 9. Sistema tradizionale Beam Total deformation of the structure : Column ∆ = ∆e + ∆p Plastic hinge ∆e = Elastic deformation of beams and columns. The inter-storey deformation angle may be larger than 1/200. Elastic deformation is itself too large. ∆p = Plastic deformation of caused by yield hinges Sistema Controllato dal danneggiamento Beam Total deformation of the structure : Column Damper ∆ = ∆f = ∆d ∆f = Elastic deformation of beams and columns. This structural system could deform elastically until the interstory deformation angle becomes 1/100. ∆d = Elastic and plastic deformation of dampers Figura 9. Confronto tra un sistema tradizionale ed il sistema controllato dal danneggiamento, [4]. 9 Nel sistema tradizionale le deformazioni elastiche di travi e colonne e le deformazioni plastiche sono disposte in serie di modo che la deformazione totale è la somma della deformazione elastica e della deformazione plastica. Già da sola la deformazione elastica, misurata come spostamento angolare di interpiano, può risultare maggiore di 1/200 e quindi troppo grande. Nel sistema controllato dal danneggiamento la struttura primaria ed il sistema dissipativo funzionano in parallelo per cui la deformazione totale è la stessa per entrambi. In questo sistema la struttura principale si può deformare elasticamente fino a quando lo spostamento angolare di interpiano diventa pari ad 1/100. Le deformazioni plastiche avvengono nei dispositivi all’uopo predisposti senza interessare la struttura principale. Il confronto dal punto di vista di comportamento costitutivo è riportato nella figura 10. Sotto un terremoto debole o moderato il sistema tradizionale si comporta elasticamente mentre sotto un terremoto severo esso subisce grandi deformazioni sia elastiche che plastiche e la struttura nel suo complesso può risultare talmente danneggiata da non essere agibile. Con il sistema controllato dal danneggiamento, anche sotto terremoti deboli e moderati, la struttura principale si comporta elasticamente mentre la struttura ausiliaria partecipa alla resistenza sismica dissipando una quantità di energia proporzionale all’ampiezza delle deformazioni. Sotto un terremoto severo la struttura principale continua a comportarsi elasticamente mentre la struttura ausiliaria dissipa una maggiore quantità di energia rispetto ai casi precedenti. Dopo il terremoto la struttura primaria sarà sempre agibile e al più occorrerà sostituire gli elementi danneggiati della struttura ausiliaria. Small/moderate earthquake Large earthquake Q Old Q Frame Frame δ δ Elastic Q Q Frame New δ Damper δ + Elastic Q Inelastic Inelastic Q Q Frame δ Damper δ + Elastic Inelastic || || Q δ δ Figura 10. Confronto al livello di comportamento costitutivo [4]. I materiali compositi promettono interessanti applicazioni per l’adeguamento antisismico di vecchie costruzioni, soprattutto in muratura. L’apertura delle fessure, con conseguente abbattimento della rigidezza e della resistenza, costituisce la maggiore limitazione all’impiego della muratura in zona sismica. L’applicazione di lamine di composito ai pannelli di muratura conferisce una forte resistenza a trazione alla muratura limitando l’ampiezza delle fessure e favorendo il richiudersi di quelle formate. Il fenomeno del degrado della rigidezza e della resistenza viene fortemente ridotto se non del tutto eliminato. 10 Il controllo attivo viene effettuato con dispositivi servo-comandati capaci di applicare alla struttura forze di segno opposto all’azione sismica. Sono necessari sensori per la lettura del moto del suolo e della struttura, hardware e software per il calcolo delle forze da applicare per minimizzare la risposta strutturale ed i relativi generatori. Una sorgente di energia deve essere sempre disponibile per il funzionamento dei sistemi di calcolo e per la generazione delle forze di compenso. Sono tuttora in fase di ricerca e non si conoscono applicazioni significative nel campo dell’ingegneria sismica. Al momento la loro utilizzazione appare quantomeno dubbia. 7. Valutazione della resistenza e della vulnerabilità sismica 7.1 Determinazione dei sistemi equivalenti ad un grado di libertà La resistenza sismica, e di converso la vulnerabilità sismica, di una costruzione in conglomerato cementizio armato si può determinare in base ad un procedimento proposto nell’ambito di alcuni documenti della Federal Emergency Management Agency (FEMA)[5],[6]. Il procedimento è stato successivamente modificato nel corso di ricerche effettuate presso l’Università di Catania [7]. I risultati che verranno commentati in questa sede si riferiscono al procedimento modificato. Preliminarmente viene effettuata un’analisi incrementale elasto-plastica della struttura sotto le azioni sismiche. Queste vengono definite o come le forze corrispondenti al primo modo di vibrazione della struttura o come le forze pseudo-statiche proposte dai regolamenti antisismici. Il risultato dell’analisi incrementale viene prodotto sottoforma di curve forze-spostamenti di piano definite nella letteratura anglosassone come curve push-over. Sulla base di queste curve viene definito un sistema elasto-plastico equivalente ad un grado di libertà. Prima di passare a descrivere il procedimento in dettaglio è opportuno notare che esso può essere utilizzato sia per determinare la resistenza sismica degli edifici esistenti sia per determinare la resistenza sismica degli edifici progettati ex-novo. Come tale il procedimento è anche utile per valutare l’efficacia degli interventi di adeguamento antisismico. Nella figura 11 è riportato un edificio in conglomerato cementizio armato prima e dopo l’intervento di adeguamento antisismico effettuato con la tecnica dell’incremento di rigidezza e resistenza. Oltre a dimostrare il tipo di intervento messo in atto, le illustrazioni vengono riportate per mostrare la complessità della struttura su cui effettuare l’analisi elasto-plastica incrementale. Figura 11. Edificio di proprietà dello IACP di Siracusa in località Saline di Augusta. Adeguamento antisismico con realizzazione di nuclei irrigidenti in cemento armato. Maggiori dettagli sulla metodologia utilizzata per la progettazione di detti interventi di adeguamento antisismico si possono trovare nel riferimento [8]. 11 Ai fini della determinazione delle curve forze-spostamenti di piano sono stati utilizzati sia programmi di calcolo di tipo commerciale che programmi di ricerca. L’utilizzazione dei programmi commerciali è stata effettuata soprattutto per consentire la trasmissibilità dei risultati della ricerca immediatamente in campo professionale. Indicazioni più dettagliate e i riferimenti precisi si possono trovare in [7]. Le analisi sono state effettuate secondo due direzioni ortogonali corrispondenti agli assi di simmetria geometrica della pianta dell’edificio. Le analisi, utilizzando le approssimazioni descritte dettagliatamente in [7], sono state condotte secondo un modello tridimensionale per gli edifici considerati. I risultati delle analisi push-over, riferite ad un edificio diverso da quello riportato nella figura 11, si presentano come nella figura 12. In essa sono riportate le curve forze-spostamenti di piano per i quattro piani dell’edificio considerato e il lavoro effettuato da ciascuna delle forze di piano per un assegnato valore del taglio alla base dell’edificio. Lo spostamento del sistema equivalente ad un grado di libertà viene valutato sulla base dell’equivalenza del lavoro. Naturalmente detta valutazione viene effettuata anch’essa su base incrementale ed il risultato ottenuto è riportato nella figura 13. L’area ombreggiata nella figura 13 è la somma delle aree ombreggiate nella figura 12. Il grafico della figura 12 definisce il sistema ad un grado di libertà equivalente all’edificio considerato in termini di taglio alla base e spostamento corrispondente definito in base all’eguaglianza del lavoro. Il problema della determinazione della direzione dell’input sismico e delle forze da utilizzare nelle analisi incrementali si presenta semplice soltanto per le strutture simmetriche o pressoché tali. In tale caso tali direzioni coincidono con le direzioni di simmetria dell’edificio. Il caso più generale di strutture non simmetriche esula dal limite imposto a questa trattazione e pone considerevoli problemi ancora non del tutto risolti. Con l’analisi prima descritta si devono definire almeno due sistemi ad un grado di libertà equivalenti all’edificio considerato, sistemi che si presentano come indicato nel grafico della figura 13. 0.05 Secondo impalcato 0.04 0.05 C b = 0.12 0.04 Terzo impalcato 0.03 C b = 0.12 Terzo impalcato 0.03 F /W F /W Quarto impalcato P rimo impalcato 0.02 Quarto impalcato Primo impalcato 0.02 0.01 0.01 0.005 0 0 0.05 Secondo impalcato 0.01 0.02 0.03 u [m ] Secondo impalcato 0.04 0.05 0 C b = 0.12 0.04 0.05 Terzo impalcato 0.02 0.03 u [m ] 0.05 C b = 0.12 Primo impalcato Quarto impalcato 0.01 0.024 0.01 0.04 Terzo impalcato F /W 0.01 0 0.03 u [m ] Secondo impalcato 0.02 0 0.02 0.03 Quarto impalcato Primo impalcato 0.02 0.01 0.04 0.03 F /W 0.014 0 0.04 0.05 0.032 0 0 0.01 0.02 0.03 u [m ] 0.04 0.05 Figura 12. Curve forze-spostamenti di piano e costruzione del sistema ad un grado di libertà equivalente in base all’uguaglianza del lavoro. 12 0.14 C b = 0.12 0.12 Sistema Equivalente SDOF 0.1 0.08 F /W 0.06 Secondo impalcato Terzo impalcato 0.04 Quarto impalcato Primo impalcato 0.02 0 0 0.01 0.019 0.02 u [m ] 0.03 0.04 0.05 Figura 13. Determinazione del sistema equivalente ad un grado di libertà sulla base delle curve forzespostamenti di piano. 7.2 Resistenza sismica in termini di massima accelerazione al suolo Per determinare la resistenza sismica dell’edificio in termini della massima accelerazione al suolo si fa uso delle caratteristiche della curva forza-spostamento del sistema ad un grado di libertà equivalente all’edificio. A tale scopo occorre premettere alcune considerazioni relative allo spettro di progetto e all’interazione delle ordinate spettrali con l’accelerazione al suolo. Nella figura 14 tale relazione è messa chiaramente in evidenza. 0.7 B C Spettro di progetto elastico 0.6 0.5 Sa/g 0.4 Spettro di progetto inelastico 0.3 ag/g A 0.2 Se 0.1 D Sa 0 0 0.5 1 1.5 2 2.5 T [s] Figura 14. Spettri di progetto elastico ed anelastico dell’Eurocodice 8. 13 3 3.5 4 Infatti l’ordinata dello spettro anelastico Sa è legata all’accelerazione massima al suolo ag attraverso la relazione: f (Teff , S ) S a = a g Sβ 0 (1) q dove S è un fattore che tiene conto delle condizioni locali del sito, β 0 è un fattore di amplificazione di solito assunto pari a 2.5, f (Teff , S ) è la funzione che definisce la forma spettrale e q è il fattore di struttura definito come: q= Se Sa (2) Per mettere in relazione le ordinate spettrali con le caratteristiche del sistema equivalente ad un grado di libertà occorre soltanto ricordare che il coefficiente di taglio alla base presente sulle ordinate delle curve di figura 12 e figura 13 è definito come: Cb = f (Teff , S ) Sa ag = Sβ 0 g g q (3) E’ evidente dalla (3) che, ove fossero conosciuti Cb, S, β 0 , f (Teff , S ) e q, l’unica incognita sarebbe ag. In realtà S e β 0 sono noti mentre f (Teff , S ) definisce la forma spettrale e quindi è anch’essa nota come funzione ma non come valore. Il problema si potrà considerare ben definito qualora sarà possibile determinare i valori di Cb , Teff e q. A questo scopo risponde il sistema equivalente ad un grado di libertà definito nella figura 13. La determinazione viene effettuata come descritto nel seguito con riferimento alla figura 15. Cb,c 0.14 0.125 0.12 C Y Sistema Equivalente SDOF 0.119 0.1 0.106 0.08 Y' K eff = C b,y W / u y = 142.4 MN/m Cb 0.06 Terzo impalcato Secondo impalcato 0.04 Primo impalcato 0.02 Quarto impalcato u y = 0.93 cm 0 0 0.005 0.01 0.015 u c = 2.56 cm 0.02 0.025 u [m ] 0.03 0.035 0.04 0.045 Figura 15. Sostituzione del sistema equivalente ad un grado di libertà con un sistema linearizzato a tratti. 14 La prima operazione da effettuare sul sistema equivalente ad un grado di libertà è la sostituzione della curva continua con due tratti lineari equivalenti di cui il primo a comportamento elastico e il secondo a comportamento elasto-plastico incrudente. Detta sostituzione si fa in base al criterio dell’eguaglianza del lavoro in modo che le aree sotto le due curve siano uguali. In questo modo si individuano tre punti caratteristici, due appartenenti al sistema originario e due al sistema costituito da segmenti di retta. Il punto C definisce contemporaneamente il massimo valore del taglio alla base e la massima deformazione equivalente. Indicato con Cb,c il valore del coefficiente di taglio alla base corrispondente al punto C, questo definisce uno dei parametri incogniti nell’equazione (3). Il punto Y corrispondente all’intersezione dei due segmenti di retta consente di determinare la rigidezza del sistema equivalente ad un grado di libertà. Come indicato nella figura 15, questa si può calcolare come: K eff = C b , y W uy (4) dove Cb,y è il coefficiente di taglio alla base relativo alla condizione di primo snervamento e uy è lo spostamento corrispondente. Entrambe le grandezze si possono ottenere come coordinate del punto Y mentre W rappresenta il peso sismico della costruzione. Avendo determinato la rigidezza efficace del sistema equivalente ad un grado di libertà è immediato determinare il periodo efficace attraverso la relazione: W Teff = 2π K eff ⋅ g (5) Rimane da determinare il fattore di struttura q che è legato direttamente al rapporto di duttilità. Nel caso di un sistema elasto-plastico perfetto il fattore di duttilità sarebbe definito come il rapporto tra lo spostamento a collasso e lo spostamento al limite elastico: µ= uc uy (6) Nel caso di un sistema elasto-plastico incrudente la definizione non è applicabile in quanto l’energia dissipata risulta minore. Si potrebbe definire un sistema elasto-plastico equivalente dal punto di vista di dissipazione di energia e determinare il corrispondente fattore di duttilità equivalente, [9]. Tuttavia, nei sistemi considerati, l’incrudimento risulta molto piccolo e l’errore che si commette utilizzando la (6) è contenuto nell’ambito delle incertezze relative alla conoscenza dei parametri utilizzati. Il fattore di struttura o fattore di riduzione della risposta è una funzione di µ e di Teff , [2]; in questa sede è sufficiente notare che è lecito assumere: q=µ per Teff ≥ TC (7) L’Eurocodice 8 fornisce il valore di q in maniera diversa, ma tutto sommato equivalente. Avendo valutato tutti i parametri necessari, la resistenza sismica dell’edificio in termini di accelerazione massima efficace al suolo si determina attraverso la relazione: a g ,b g = qC b ,c Sβ 0 f (Teff , S ) 15 (8) 7.3 Resistenza e vulnerabilità sismica La resistenza sismica definita in termini di massima accelerazione efficace alla base tramite la (8) rappresenta una misura del massimo scuotimento che l’edificio può sopportare al limite del collasso. E’ interessante confrontare questo valore con quello che il regolamento antisismico prescrive per il sito di costruzione. Indicato quest’ultimo con ag,c si può definire la resistenza sismica relativa come: R= a g ,b a g ,c (9) E’ evidente che l’edificio è in grado di far fronte all’azione sismica di progetto se e solo se risulta R ≥ 1 . Se risulta R<1 l’edificio è vulnerabile al terremoto di progetto. Si possono pertanto definire la vulnerabilità e la sovra-resistenza sismica rispettivamente come: V = 1 − R per R ≤ 1 (10) SR = R − 1 per R > 1 (11) Figura 16. Edificio di proprietà dello IACP di Siracusa nel comune di Solarino. 7.4 Applicazione ad edifici nel comune di Solarino La metodologia descritta nei paragrafi precedenti è stata applicata a due edifici siti nel comune di Solarino della provincia di Siracusa. In base all’attuale classificazione il sito è inquadrabile tra le zone a media sismicità con condizioni locali del tipo A. L’analisi, per ragioni di completezza, è stata condotta anche per le zone a bassa e ad alta sismicità e per i tre tipi di suolo 16 considerati dall’Eurocodice 8. I risultati in termini di resistenza sismica relativa sono riportati nella tabella 2. Tabella 2. Resistenza sismica relativa R (%) per l’edificio della figura 16 Zona sismica Alta sismicità Media sismicità Bassa sismicità Tipo di suolo A B C A B C A B C Direzione trasversale 43 28 24 60 40 33 100 66 55 Direzione longitudinale 66 44 36 92 61 51 153 102 85 Dall’osservazione della tabella emerge che l’edificio sarebbe vulnerabile al terremoto di progetto indipendentemente dalle condizioni locali del sito se posto in una zona a media o alta sismicità. Qualora l’edificio fosse situato in una zona a bassa sismicità esso risulterebbe adeguato a rispondere alle azioni sismiche di progetto solo se le condizioni locali del sito fossero del tipo A. Dalla stessa tabella emerge che la direzione di minore resistenza sismica è quella trasversale. Gli stessi risultati in termini di vulnerabilità sono riportati nella tabella 3. Tabella 3. Vulnerabilità sismica V (%) per l’edificio della figura 16 Zona sismica Alta sismicità Media sismicità Bassa sismicità Tipo di suolo A B C A B C A B C Direzione trasversale 57 72 76 40 60 67 0 34 45 Direzione longitudinale 34 56 64 8 39 49 0 0 15 La tabella 3 fornisce un indice di vulnerabilità per l’edificio nei confronti del terremoto di progetto. Il valore 0 sta ad indicare che l’edificio non è vulnerabile mentre il valore 1 sta ad indicare che l’edificio non ha alcuna resistenza sismica. Le situazioni intermedie hanno un ovvio significato. Non si è ritenuto necessario riportare il valore della sovra-resistenza sismica in quanto presente solo in un caso. A questo punto è necessario sottolineare che i valori della resistenza sismica determinati con il procedimento prima delineato possono rappresentare dei limiti superiori della resistenza effettiva degli edifici in quanto i programmi di calcolo non lineari oggi disponibili non tengono conto di alcuni meccanismi che si presentano nel comportamento sismico degli edifici reali. Per esempio, i programmi commerciali non tengono conto della rottura nei nodi, spesso riscontrata nelle ispezioni post-terremoto,e dello sfilamento delle armature. Inoltre, le condizioni che portano alla definizione delle cerniere plastiche in generale tengono conto delle interazioni tra le componenti della sollecitazione soltanto in maniera approssimata. Ciononostante il procedimento presentato, se unito al discernimento ingegneristico, può costituire un utile strumento nello studio di progettazione. Dagli esempi presentati è facile rendersi conto come il procedimento possa essere anche utilizzato come strumento di verifica per quanto riguarda gli edifici di nuova progettazione. 17 8. Adeguamento antisismico mediante riduzione di rigidezza L’edificio dello IACP di Siracusa nel comune di Solarino, di cui è stata valutata la vulnerabilità sismica nel paragrafo precedente, è stato considerato per un intervento di adeguamento antisismico mediante riduzione di rigidezza. In verità l’edificio IACP in Solarino invitava il Figura 17. Fondazioni di un edificio IACP in Solarino. progettista ad un intervento mediante riduzione di rigidezza. Infatti le fondazioni dello stesso si presentavano come indicato nella figura 17 da cui si manifestano immediatamente la facilità di sostentamento dell’edificio, la possibilità di taglio delle corte colonne tra le travi di fondazione e il primo impalcato e la disposizione al loro posto dei dispositivi con rigidezza ridotta. I dispositivi di riduzione della rigidezza utilizzati per il caso in esame sono rappresentati nel disegno di figura 18. Dispositivi Elastomerici ISOLATORI Dispositivi Elastomerici ISOLATORI ISOLATORI Dispositivi Elastomerici ISOLATORI Dispositivi Elastomerici Apparecchi di appoggio a basso attrito Dispositivi Elastomerici Figura 18. Edificio IACP in Solarino. Dispositivi di riduzione della rigidezza. Come si vede, l’edificio è sostenuto da 12 dispositivi elastomerici e da 9+4 apparecchi di appoggio a basso attrito. I dispositivi elastomerici, comunemente noti come isolatori, oltre a contribuire alla riduzione della rigidezza introducono anche una significativa capacità di dissipazione di energia. 18 Gli apparecchi di appoggio a basso attrito, che potrebbero a maggior ragione essere definiti isolatori sismici, hanno la funzione di trasmettere i carichi verticali alle fondazioni limitando al minimo possibile le azioni orizzontali. Dispositivi Elastomerici Apparecchi di appoggio a basso attrito Figura 19. Dispositivi di riduzione della rigidezza utilizzati per l’adeguamento antisismico degli edifici IACP in Solarino. Indagini preliminari sui materiali e sugli elementi strutturali hanno messo in evidenza una eccessiva deformabilità delle membrature per cui, anche dopo la riduzione della rigidezza, sarebbe stato impossibile far fronte alle forze sismiche ancora trasmesse all’edificio. Per tale motivo si è proceduto alla progettazione di un intervento che limitasse la deformabilità degli elementi strutturali. L’intervento proposto è riportato nella pianta di figura 20. Figura 20. Intervento di limitazione della deformabilità dell’edificio mediante pareti in conglomerato cementizio armato. L’irrigidimento dell’edificio mediante pareti in conglomerato cementizio armato consente non solo il miglioramento delle capacità portanti verticali dell’edificio e la limitazione della deformabilità delle membrature, ma anche un miglior funzionamento del dispositivo di riduzione della rigidezza e un comportamento globale dell’edificio sotto il sisma nettamente migliorato. 19 8.1 Modellazione dell’edificio adeguato La metodologia utilizzata per la valutazione della resistenza sismica e della vulnerabilità dell’edificio esistente può essere utilmente impiegata anche come verifica dell’edificio adeguato. Nel caso in esame, oltre alla modellazione degli elementi strutturali monodimensionali, si presenta il problema di dover modellare anche le pareti di irrigidimento. La descrizione dettagliata della modellazione dell’edificio adeguato, così come quella dell’edificio esistente, si può trovare nel riferimento [9]; in questa sede si farà un breve cenno agli aspetti fondamentali. La struttura intelaiata è stata modellata utilizzando il programma commerciale agli elementi finiti SAP-2000 mentre per le pareti è stato utilizzato il modello discreto multi-componenti in parallelo (MCP) proposto da Vulcano e Bertero, [10]. La figura 21 riporta il comportamento costitutivo della componente a taglio. V Y K h(3) K h(2) C K h(1) δ C' Y' Figura 21. Comportamento costitutivo della componente a taglio del modello MCP. Il modello globale comprendente la struttura intelaiata, le pareti di irrigidimento e i dispositivi di riduzione della rigidezza è stato costruito utilizzando il programma di calcolo commerciale SAP-2000. Il modello così costruito viene utilizzato come in precedenza per costruire le curve forze di piano-spostamento attraverso un’analisi non lineare incrementale. Per la presenza dei dispositivi di riduzione della rigidezza non è possibile né raccomandabile ridurre il sistema strutturale ad un modello equivalente ad un grado di libertà. E’ preferibile effettuare la riduzione ad un sistema a due gradi di libertà che tenga conto sia della deformabilità della sovra-struttura che di quella dei dispositivi di riduzione della rigidezza (isolatori sismici). Ci si riduce pertanto al modello riportato nella figura 22. In esso sono chiaramente visibili le relazioni non lineari, esistenti tra le forze resistenti allo spostamento e quelle resistenti alla velocità con rispettivamente lo spostamento e la velocità, per quanto riguarda il dispositivo complessivo di riduzione della rigidezza. La rigidezza k della molla equivalente e il coefficiente c dello smorzatore equivalente dipendono rispettivamente dalle ampiezze dello spostamento e della velocità. Le caratteristiche della sovrastruttura si possono compendiare come segue: • • • periodo fondamentale nella direzione longitudinale periodo fondamentale nella direzione trasversale duttilità globale nelle due direzioni 20 Tl = 0.140 s Tt = 0.132 s µ=1 u δu M kuf F uf F δu c . uf uf k Ff c M0 Figura 22. Modello a due gradi di libertà equivalente al sistema adeguato. Le caratteristiche del sistema globale adeguato si possono riassumere come segue: • • • periodo fondamentale tangente all’origine periodo secante a collasso spostamento a collasso Tf,0 = 0.73 s Tf,sec,c = 1.46 s uf,c = 14.1 cm 8.2 Resistenza e vulnerabilità L’analisi della resistenza effettuata con la metodologia delineata in precedenza ha portato ai risultati raccolti nella tabella 4. Tabella 4. Resistenza sismica relativa R (%) dell’edificio adeguato Direzione trasversale 43 75 135 60 104 189 100 174 315 Zona sismica Alta sismicità Media sismicità Bassa sismicità Ed. originario Ed. con pareti RRP Ed. originario Ed. con pareti RRP Ed. originario Ed. con pareti RRP Direzione longitudinale 66 60 135 92 84 189 153 140 315 Per le tre classi di sismicità del territorio italiano i risultati si riferiscono alla condizione locale di sito del tipo A. Oltre ai dati relativi all’edificio adeguato con pareti e isolatori (RRP), la sigla RRP stante per riduzione di rigidezza e pareti, vengono riportati per confronto anche quelli relativi all’edificio non adeguato e all’edificio ipotetico adeguato soltanto con le pareti di irrigidimento. Appare evidente come l’edificio adeguato abbia una sovra-resistenza in tutte le classi di sismicità, sovra-resistenza ovviamente decrescente man mano che il grado di sismicità cresce. Come già osservato in precedenza, l’edificio originario risulterebbe adeguato soltanto nelle zone a bassa sismicità. Nel suo insieme anche un ipotetico adeguamento con le sole pareti leggere utilizzate sarebbe sicuro soltanto nelle zone a bassa sismicità. La situazione già rappresentata nella tabella 4 21 in termini di resistenza è riproposta nella tabella 5 in termini di vulnerabilità e nella tabella 6 in termini di sovra-resistenza. Tabella 5. Vulnerabilità sismica V (%) dell’edificio adeguato. Direzione trasversale 57 25 0 40 0 0 0 0 0 Zona sismica Alta sismicità Media sismicità Bassa sismicità Ed. originario Ed. con pareti RRP Ed. originario Ed. con pareti RRP Ed. originario Ed. con pareti RRP Direzione longitudinale 34 40 0 8 16 0 0 0 0 Tabella 6. Sovra-resistenza sismica relativa SR (%) dell’edificio adeguato Direzione trasversale 0 0 35 0 4 89 0 74 215 Zona sismica Alta sismicità Media sismicità Bassa sismicità Ed. originario Ed. con pareti RRP Ed. originario Ed. con pareti RRP Ed. originario Ed. con pareti RRP Direzione longitudinale 0 0 35 0 0 89 53 40 215 8.3 Simulazioni sotto terremoti spettro-compatibili Il modello equivalente a due gradi di libertà è stato utilizzato per effettuare simulazioni sotto terremoti spettro-compatibili. Sono stati generati 12 accelerogrammi spettro-compatibili la cui aderenza allo spettro di progetto elastico è mostrata nella figura 23. Nella stessa figura è riportato anche un campione degli accelerogrammi generati. Nella figura 24 viene invece riportata la risposta del sistema equivalente a due gradi di libertà ad un accelerogramma campione tra i 12 generati artificialmente. I risultati si riferiscono all’eccitazione applicata nella direzione longitudinale. I parametri esaminati sono lo spostamento relativo della sovra-struttura rispetto alla fondazione e lo spostamento assoluto della fondazione. Lo spostamento della sovra-struttura viene riportato a confronto con quello che sarebbe stato il comportamento dell’edificio rinforzato con le sole pareti in assenza di isolamento alla base. Si può notare come gli spostamenti differiscano per un ordine di grandezza, cioè lo spostamento del sistema isolato è praticamente trascurabile rispetto a quello dell’ipotetico edificio rinforzato solo con le pareti. Inoltre il comportamento della sovra-struttura in presenza di isolamento è praticamente elastico mentre in assenza di isolamento si presentano i cicli di deformazione plastica riportati nella parte bassa sinistra della figura 24. Nella parte centrale della figura 24 è invece riportato lo spostamento della fondazione; è evidente come la minore deformazione della sovra-struttura è resa possibile dalla elevata deformabilità della fondazione. Da un lato si ha il vantaggio di mantenere la sovra-struttura in campo elastico mentre dall’altro bisogna accomodare un significativo spostamento della fondazione. 22 3 1 2.5 ag/ag,max 0.5 Sa /ag,max 2 0 -0.5 -1 0 1.5 5 10 15 t [s ] 20 25 30 1 0.5 0 0 0.5 1 1.5 2 T [s ] 2.5 3 3.5 Figura 23. Spettri di risposta di 12 accelerogrammi artificiali spettro-compatibili. Figura 24. Risposta dell’edificio adeguato ad un accelerogramma spettro-compatibile. 23 4 PGA di collasso [g] Nella parte bassa a destra nella figura 24 è anche riportata, in funzione della forza in fondazione, l’escursione massima dello spostamento della fondazione. E’ importante notare come, sebbene l’accelerogramma considerato sia spettro-compatibile, lo spostamento massimo della fondazione risulta una frazione abbastanza piccola dello spostamento massimo di progetto. Un comportamento simile si riscontra anche per la direzione trasversale e per gli altri accelerogrammi considerati. Una visione sintetica del comportamento dell’edificio per eccitazione nella direzione trasversale è riportata nella figura 25. 1 0.9 0.8 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0 Media Media ± deviazione std. Spettro di progetto 1 2 3 4 Modello su base fissa senza pareti Modello su base fissa con pareti Modello isolato con pareti 5 6 7 8 Accelerogramma 9 10 11 12 Figura 25. Resistenza sismica in termini di pseudo-accelerazione di un edificio IACP in Solarino. Eccitazione in direzione trasversale. Sono riportate a confronto le resistenze sismiche dell’edificio originario, in verde e simboli romboidali, dell’edificio rinforzato con sole pareti, in rosso e simboli quadrati, e dell’edificio adeguato con pareti ed isolamento alla base, in blu e simboli triangolari. Le linee tratteggiate a spessore indicano la resistenza sismica determinata con il metodo FEMA modificato, i simboli indicano l’accelerazione massima dell’accelerogramma spettro-compatibile scalato, le linee continue sottili il valore medio relativo ai dodici campioni considerati mentre le linee sottili a tratti indicano il valore medio ± una deviazione standard. Dall’osservazione della figura si può notare come il rinforzo con le pareti migliora, ma non di molto, la resistenza sismica dell’edificio nella direzione trasversale mentre l’aggiunta dell’isolamento alla base determina una considerevole introduzione di sovra-resistenza. E’ da notare anche che le simulazioni numeriche effettuate con accelerogrammi spettro-compatibili forniscono, in generale, risultati in buon accordo con le previsioni del procedimento FEMA. La resistenza sismica in direzione longitudinale è riportata nella figura 26. La rappresentazione è analoga a quella descritta nel caso precedente. Tuttavia si possono ravvisare alcune differenze di comportamento particolarmente significative. L’edificio adeguato con pareti e isolamento alla base esibisce nella direzione longitudinale una resistenza sismica paragonabile con quella in direzione trasversale. L’ipotetico edificio rinforzato soltanto con le pareti esibisce invece una resistenza sismica inferiore, anche se non di molto, a quella dell’edificio originario e nettamente inferiore alla resistenza in direzione trasversale. 24 PGA di collasso [g] 1 0.9 0.8 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0 Media Media ± deviazione std. Spettro di progetto 1 2 3 4 Modello su base fissa senza pareti Modello su base fissa con pareti Modello isolato con pareti 5 6 7 8 Accelerogramma 9 10 11 12 Figura 26. Resistenza sismica in termini di pseudo-accelerazione di un edificio IACP in Solarino. Eccitazione in direzione longitudinale. Questo comportamento si spiega facilmente se si considera che le pareti disposte nella direzione longitudinale, apportando un incremento di rigidezza, determinano una riduzione del periodo che va ad interessare la parte costante dello spettro attraendo così maggiori forze sismiche. Ne consegue che la resistenza sismica dell’edificio rinforzato diminuisce rispetto a quella dell’edificio originario. Tale comportamento risulta ancora più evidente se il confronto viene limitato alle simulazioni numeriche. In ogni caso è importante osservare come l’edificio adeguato con pareti ed isolamento alla base assuma un comportamento dinamico indipendente dalla direzione dell’eccitazione. Conclusione E’ stato illustrato un procedimento per la valutazione della resistenza e della vulnerabilità sismica di edifici in conglomerato cementizio armato. Il procedimento è applicabile sia nella valutazione di edifici esistenti sia come verifica nella progettazione di nuovi edifici. Sono state fatte alcune considerazioni sui metodi tradizionali di adeguamento antisismico e sono state date alcune indicazioni sui metodi innovativi che si vanno diffondendo nella comunità tecnico-scientifica dell’ingegneria sismica. In conclusione è stata presentata un’applicazione ad un edificio esistente in corso di adeguamento antisismico mediante isolamento alla base. 25 Bibliografia. [1] L. Decanini, C. Gavarini, G. Oliveto, Rivalutazione dei Terremoti Storici della Sicilia SudOrientale, 6° Convegno Nazionale “L’Ingegneria Sismica in Italia”, Perugia, 1993, pp.11011110. [2] A.K. Chopra, Dynamics of Structures - Theory and Applications to Earthquake Engineering, Prentice Hall, 2001. [3] R.W. Clough, J. Penzien, Dynamics of structures, McGraw-Hill, New York, 1993. [4] Y. Huang, A. Wada, M. Iwata, S.A. Mahin & J.J. Connor, Design of Damage-controlled Structures, in G. Oliveto Editor, Innovative Approaches to Earthquake Engineering, WIT Press, 2001, pp.85-118. 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