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Nel 1861 vennero al pettine tutti i nodi delle dispute tra il governo federale e gli undici
Stati del Sud. Questi presero la decisione di separarsi dall'Unione. Da qui il termine
Guerra di Secessione.
Il conflitto si concluse con l'abolizione della schiavitù e la fine della società agraria del sud
basata sulle piantagioni che ne garantivano la prosperità. Si è trattato di uno degli episodi
fondamentali della storia americana che non poteva risolversi se non con la ricomposizione
dell'Unione o l'indipendenza del Sud.
Il Nord rifiutò l'idea che i singoli Stati potessero separarsi dall'Unione che era vista come
garanzia di governo democratico. Dopo la rivolta dei Tai Ping in Cina, questa lunga e
dolorosa guerra civile fu l'evento bellico più cruento e sanguinoso di tutto il XIX secolo.
Le differenti vedute politiche entrarono in conflitto sul problema sorto con l'espansione verso i
territori occidentali: la questione era se la schiavitù dovesse esser consentita nei nuovi Stati o
restare confinata al sud. La decisione Dred-Scott del 1857 e, tre anni dopo, l'elezione di Lincoln
alla Casa Bianca inasprirono le tensioni.
Temendo che un Presidente Repubblicano avrebbe finito con l'abolire la schiavitù, il 20 Dicembre
1860 lo Stato della Carolina del Sud decide di abbandonare l'Unione. Presto seguirono altri sei
stati e Jefferson Davis viene eletto Presidente della nuoca Confederazione. Due diversi modi di
intendere la società finirono così con l'entrare in guerra. Si combatterono oltre 2400 battaglie. I
caduti furono circa un milione.
Dopo alterne vicende, e malgrado il coraggio e le brillanti tattiche dei Confederati, il numero, la
potenza industriale, le migliori infrastrutture ed una superiore logistica assicurarono la vittoria
agli Stati dell'Unione. La battaglia risolutiva si svolse nel Luglio 1863 tra i campi ed i boschi di
Gettysburg, in Pennsylvania. Il conflitto ebbe termine il 4 Aprile del 1865 con la resa del
Generale Lee avvenuta nel piccolo tribunale di Appomatox.
La Guerra Civile e gli anni della ricostruzione misero fine alla schiavitù (13mo Emendamento 1865), ma non risolsero il problema dei rapporti tra gli Stati ed il Governo Federale. Nel 1868
sei degli Stati secessionisti vennero riammessi nell'Unione. Due anni dopo, nel 1870, vi
rientrarono gli altri quattro.
Il 14mo Emendamento e il 15mo Emendamento della Costituzione assicurarono ai neri la piena
cittadinanza e il diritto di voto (1870). Per renderli del tutto effettivi e terminare così ogni forma
di segregazione, bisognerà attendere il movimento per i diritti civili ed il passaggio in Congresso
dei “Civil Rights Acts” (1964 e 1968) ed del “Voting Rights Acts” del 1964.
(19 Novembre 1863)
«Or sono sedici lustri e sette anni che i nostri avi costruirono su questo continente
una nuova nazione, concepita nella Libertà e votata al principio che tutti gli uomini
sono creati uguali.
Adesso noi siamo impegnati in una grande guerra civile, la quale proverà se quella
nazione, o ogni altra nazione, così concepita e così votata, possa a lungo perdurare.
Noi ci siamo raccolti su di un gran campo di battaglia di quella guerra.
Noi siamo venuti a destinare una parte di quel campo a luogo di ultimo riposo per
coloro che qui dettero la loro vita, perché quella nazione potesse vivere.
È del tutto giusto e appropriato che noi compiamo quest'atto.
Ma, in un senso più ampio, noi non possiamo inaugurare, non possiamo
consacrare, non possiamo santificare questo suolo.
I coraggiosi uomini, vivi e morti, che qui combatterono, lo hanno consacrato, ben
al di là del nostro piccolo potere di aggiungere o portar via alcunché. Il mondo
noterà appena, né a lungo ricorderà ciò che qui diciamo, ma mai potrà dimenticare
ciò che essi qui fecero.
Sta a noi viventi, piuttosto, il votarci qui al lavoro incompiuto, finora così
nobilmente portato avanti da coloro che qui combatterono.
Sta piuttosto a noi il votarci qui al grande compito che ci è dinnanzi: che da questi
morti onorati ci venga un'accresciuta devozione a quella causa per la quale essi
diedero, della devozione, l'ultima piena misura;
che noi qui solennemente si prometta che questi morti non sono morti invano;
che questa nazione, guidata da Dio, abbia una rinascita di libertà;
e che l’idea di un governo del popolo, dal popolo, per il popolo, non abbia a perire
dalla terra.»
Nota: Con un'audace manovra, il generale Robert E. Lee era riuscito a penetrare in
profondità all'interno del territorio dell'Unione.
Nel Giugno del 1863 raggiunse la Pennsylvania. Il primo Luglio il suo esercito e
l'Armata del Potomac, sotto il comando di George Meade, si trovarono faccia a faccia
presso Gettysburg. Dopo una serie di attacchi e contrattacchi, rinforzi giunsero alle truppe
dell'Unione il 2 Luglio. Il giorno successivo, con una serie di disperate cariche, i Confederati
riescono a rompere le linee dell'Unione a Cemetery Ridge. Vengono infine respinti dopo
aspri combattimenti. Il 4 Luglio, aiutato dalla pioggia e dal buio della notte, Lee ordina la
ritirata.
La battaglia risultò fondamentale nel cambiare le sorti della Confederazione e ad aprire la
strada alla vittoria dell'Unione. Le perdite Confederate ammontarono a circa 20.000
uomini. Quelle dell'Unione superarono le 23.000 unità.
Il 19 Novembre 1863, il Presidente Lincoln inaugurò il cimitero nazionale di Gettysburg con
un breve discorso in memoria dei caduti. Oltre a combinare il dolore per i morti con il tema della
difesa dei principi per i quali avevano dato la vita, egli offrì ai presenti anche un capolavoro di
oratoria.