L’omeostasi cellulare è frutto di un sottile equilibrio, finemente regolato, tra moltiplicazione e morte cellulare segnali proapoptotici Segnali inibitori esterni Danno cellulare Danni al DNA Mitogeni Fattori di sopravvivenza Progressione del ciclo cellulare MOLTIPLICAZIONE CELLULARE Attivazione delle caspasi MORTE CELLULARE GRANDEZZA COMPLESSIVA DELLA POPOLAZIONE CELLULARE ALCUNE PROPRIETA’ DELLE CELLULE TUMORALI - Non rispettano i segnali interni ed esterni che regolano la proliferazione cellulare - Aggirano le limitazioni programmate alla proliferazione sfuggendo alla senescenza replicativa ed evitando il differenziamento - Sono meno propense, rispetto alle cellule normali, ad andare in apoptosi - Inducono la collaborazione di cellule normali presenti nel loro microambiente - Sfuggono al tessuto dove risiedono (sono invasive) - Sopravvivono e proliferano in siti estranei (metastatizzano) La crescita tumorale è il risultato di mutazioni somatiche Cellule normali Una cellula isolata va incontro a mutazione Le cellule mutanti crescono in un grande clone di cellule Prove a sostegno dell’origine monoclonale del cancro Le cellule di un tumore hanno in comune un’alterazione genetica (o epigenetica) che le distingue dalle cellule normali che le circondano La prova derivata da mosaici di inattivazione del cromosoma X Prove a sostegno del ruolo delle mutazioni somatiche nell’insorgenza del cancro Molti agenti noti come mutageni sono anche cancerogeni Difetti genetici nei meccanismi di riparazione del DNA provocano una forte suscettibilità al cancro MUTAZIONI COINVOLTE NELL’ONCOGENESI Mutazioni che fanno aumentare la capacità proliferativa Mutazioni che fanno diminuire la sensibilità all’apoptosi Mutazioni che incrementano l’instabilità genomica Incremento di funzione di proteine che promuovono la progressione del ciclo cellulare Perdita di funzione di proteine che inibiscono la progressione del ciclo cellulare Incremento di funzione di proteine che inibiscono l’apoptosi Perdita di funzione di proteine che promuovono l’apoptosi Perdita di funzione di proteine coinvolte nella riparazione del DNA DUE CLASSI DI GENI CRITICI PER IL CANCRO Proto-oncogèni: geni che codificano per proteine che favoriscono la proliferazione cellulare: - promuovendo la progressione del ciclo cellulare - inibendo la morte cellulare Oncosoppressori: geni che codificano per proteine che contrastano la proliferazione cellulare: - inibendo la progressione del ciclo cellulare - promuovendo la morte cellulare DUE CLASSI DI GENI CRITICI PER IL CANCRO Proto-oncogèni: geni il cui incremento di funzione conduce verso il cancro. Le forme mutanti iperattive sono chiamate oncogèni Oncosoppressori: geni la cui perdita di funzione conduce verso il cancro ONCOGENI ONCOSOPPRESSORI Effetto sulla proliferazione stimolazione inibizione Tipo di mutazione Acquisto di funzione Perdita di funzione analogia Acceleratore bloccato Freno non funzionante Gli alleli mutanti dei proto-oncogeni (gli oncogeni) sono in genere dominanti (l’iperattività è un guadagno di funzione: è sufficiente una sola copia per indurre un eccesso di proliferazione cellulare) Una mutazione trasforma un allele del proto-oncogene in oncogene Cellula normale Cellula che prolifera in modo anomalo Gli alleli mutanti degli oncosoppressori sono in genere recessivi (l’ipoattività è una perdita di funzione: entrambi devono essere mutati per indurre un eccesso di proliferazione) Una mutazione inattiva una copia di un oncosoppressore Cellula normale Una seconda mutazione inattiva la seconda copia Nessun effetto Cellula che prolifera in modo anomalo ONCOSOPPRESSORI Geni che codificano per proteine che inibiscono la proliferazione o favoriscono l’apoptosi Le mutazioni che provocano il cancro sono mutazioni che portano alla perdita di funzione Per portare alla crescita tumorale devono in genere essere inattivati allo stato omozigote Sono coinvolti nell’ereditarietà della predisposizione ad alcuni tumori Geni Oncosoppressori The Two-Hit Hypothesis (L’ipotesi dei due colpi) Knudson, 1971 PRIMO COLPO Mutazione in un allele SECONDO COLPO Mutazione nell’altro allele CANCRO L’ipotesi dei due colpi nei Tumori Ereditari (retinoblastoma) Negli individui che sviluppano questi tipi di tumori, il 1° colpo viene ereditato come mutazione germinale e il 2 colpo si verifica in una cellula somatica 1° colpo 2° colpo Il gene per la suscettibilità al retinoblastoma (Rb) è il prototipo degli oncosoppressori La proteina Rb agisce da freno nella fase G1 Proteina Rb fosforilata Segnale di un fattore di crescita Ciclina-cdk Nelle cellule in G1 non sono trascritti i geni necessari per l’entrata in fase S Bersagli trascrizionali di E2F -Ciclina E -Ciclina A -Enzimi per la biosintesi dei nucleotidi -Subunità della DNA polimerasi trascrizione proteine necessarie per la fase S G1 S In assenza della funzione di Rb l’attività di E2F è indipendente dalla presenza di mitogeni G1 S Repressione coinvolge la metilazione della lisina9 dell’istone H3 che regola la struttura della cromatina I meccanismi genetici alla base del retinoblastoma INDIVIDUO NORMALE SANO RETINOBLASTOMA EREDITARIO RETINOBLASTOMA SPORADICO Una cellula inattiva uno dei suoi geni Rb funzionanti Gene Rb mutante ereditato Una cellula inattiva uno dei suoi geni Rb funzionanti In una cellula si inattiva la sua sola copia funzionante di Rb RETINOBLASTOMA La seconda copia di Rb è inattivata molto raramente nella stessa linea di cellule RETINOBLASTOMA NESSUN TUMORE LA MAGGIOR PARTE (90%) DELLE PERSONE CON LA MUTAZIONE EREDITATA SVILUPPA IL TUMORE SOLTANTO UNA PERSONA NORMALE SU 30.000 SVILUPPA IL TUMORE Cellula non tumorale con una sola copia normale di Rb Mutazione di Rb nel cromosoma materno Rb normale nel cromosoma paterno POSSIBILI MODI IN CUI L’ALLELE NORMALE DI Rb PUO’ ESSERE ELIMINATO Non-disgiunzione Duplicazione del causa la perdita cromosoma con del cromosoma la mutazione normale Ricombinazione mitotica Conversione genica Delezione Mutazione puntiforme La forma ereditaria del retinoblastoma è trasmessa come un carattere autosomico dominante +/- +/- +/- +/- +/- L’individuo che sviluppa il retinoblastoma è eterozigote Le cellule del tumore sono omozigoti Gli individui affetti da forma ereditaria di retinoblastomi sono a rischio di sviluppare anche altri tipi di tumore, come sarcomi dei tessuti molli. La mutazione di RB si riscontra spesso in diversi tumori (mammella, prostata, polmone) in individui che hanno ereditato alleli RB normali Il gene oncosoppressore p53: il guardiano del genoma La proteina p53 si accumula in risposta al danno del DNA o a segnali iperproliferativi e provoca l’arresto del ciclo cellulare o l’apoptosi Danno al DNA Iperproliferazione p53 Arresto in G1 Apoptosi DNA DANNEGGIATO Aumenta il livello intranucleare di p53 Trascrizione trascrizione trascrizione Bax APOPTOSI Eliminazione di cellule danneggiate irreparabilmente p21 ARRESTO DEL CICLO CELLULARE Riparazione del DNA p53 è fortemente indotto in una cellula sana da un danno genetico, come l’esposizione a luce ultravioletta p53 induce l’espressione di BAX, iniziatore dell’apoptosi. p53 lega BAX sulla membrana mitocondriale esterna, inducendo la permeabilizzazione della membrana e il rilascio di fattori apoptotici p53 lega direttamente diversi membri della famiglia BCL2 inibendoli e favorendo l’apoptosi p53 e tumori umani • mutazioni somatiche di p53 sono state identificate in più del 50% dei tumori umani • è nota, però, soltanto una condizione ereditaria causata da mutazioni germinali di p53, la sindrome di Li-Fraumeni, una rara forma di predisposizione allo sviluppo di tumori multipli In molti casi le mutazioni di p53 si comportano come dominanti negative Normalmente p53 è attiva come tetramero Anche con 1/4 di p53 mutante l’intero tetramero è inattivo BRCA 1 e BRCA 2 sono responsabili della maggior parte dei casi ereditari di tumore della mammella Danno al DNA BRCA1 BRCA-1 e -2 fanno parte di grandi complessi proteici che rispondono al danno al DNA e ne attivano il riparo Tramite ricombinazione omologa BRCA1 BRCA2 BRCA2 Riparazione zione di p53 MDM2 lega p53 e ne favorisce l’esporto nel citoplasma e la successiva ubiquitinilazione. La fosforilazione di p53 da parte di ATM blocca l’interazione con MDM2 Arresto del ciclo cellulare Apoptosi Esempi di oncosoppressori BRCA2 Una singola mutazione non è sufficiente a provocare il cancro N. di divisioni cellulari in un corpo umano nell’arco della vita: ≈ 1016 N. di mutazioni spontanee per gene per divisione cellulare: ≈ 1/106 Ogni gene subisce mutazioni in circa 1010 occasioni Incidenza del cancro in funzione dell’età Evoluzione clonale un tumore si sviluppa tramite cicli ripetuti di mutazione e proliferazione Ipotesi della sequenza di alterazioni genetiche nello sviluppo del carcinoma colorettale Ciascun tumore contiene generalmente una serie diversa di alterazioni genetiche Oltre alle mutazioni, anche le alterazioni epigenetiche sono comuni nel cancro INATTIVAZIONE GENETICA Cambiamento nella sequenza del DNA INATTIVAZIONE EPIGENETICA Formazione di eterocromatina INATTIVAZIONE EPIGENETICA Metilazione del DNA Cellula che si amplifica in transito Cellula staminale normale autorinnovamento Mutazioni o cambiamenti epigenetici provocano l’acquisizione di proprietà di cellule staminali Mutazioni e cambiamenti epigenetici Cellula staminale del cancro maligna Molti tumori sono sostenuti da una piccola popolazione di cellule staminali cancerose autorinnovamento Crescita continua Cellula staminale del cancro TUMORE Cellula cancerosa che si amplifica in transito VIRUS ONCOGENI I virus oncogeni ad RNA appartengono alla famiglia dei retrovirus Un retrovirus Il comportamento dell’acido nucleico di un retrovirus in una cellula infettata Il ciclo vitale di un retrovirus I retrovirus oncogeni attivano protooncogeni cellulari Meccanismi di attivazione di proto-oncogeni da parte di virus oncogeni a RNA Trasduzione di un proto-oncogene cellulare Attivazione di un proto-oncogene cellulare mediante mutagenesi inserzionale Trans-attivazione di proto-oncogeni cellulari mediante proteine virali che regolano la trascrizione Complessi meccanismi indiretti ORGANIZZAZIONE GENETICA DEI RETROVIRUS Sequenze fiancheggianti (Long Terminal Repeats) Retrovirus semplici gag pol env LTR LTR Proteine strutturali del virione Trascrittasi inversa Glicoproteine dell’involucro Retrovirus che trasducono un proto-oncogene cellulare (c-onc) gag LTR pol env v-onc LTR Esempi di retrovirus che trasducono proto-oncogeni cellulari Virus Specie Oncogene virale Protooncogene cellulare Sarcoma di Rous (RSV) Pollo v-src c-src Sarcoma di Harvey (Ha-MuSV) Ratto v-ras c-ras Mielocitomatosi aviaria (MC29) Pollo v-myc c-myc Leucemia di Abelson (MuLV) Topo v-abl c-abl Eritroblastosi aviaria (AEV) Pollo v-erbB EGFR Sarcoma della scimmia (SSV) Scimmia v-sis PDGF Sarcoma felino (FeSV) Gatto v-fms c-fms Possibile meccanismo di mutagenesi durante la cattura di un proto-oncogene da parte di un retrovirus Nella proteina oncogenica virale Raf, il dominio regolativo è stato deleto e sostituito dalle sequenze Gag virali, col risultato che il dominio chinasico è costitutivamente attivo Possibile meccanismo di mutagenesi inserzionale Influenza dell’enhancer virale Sintesi del trascritto potenziata RETROVIRUS ASSOCIATI A TUMORI NELL’UOMO Virus Tumori associati Virus di tipo I della leucemia umana a cellule T (HTLV-I) Leucemia dell’adulto a cellule T Virus dell’immunodeficienza umana (HIV) Sarcoma di Kaposi (cancro delle cellule endoteliali) (HTLV-1) TRANSATTIVATORI gag env LTR pol X-II X-I X-III X-V X-IV LTR I virus oncogeni a DNA inducono la trasformazione cellulare quando si integrano nel genoma dell’ospite Nella trasformazione sono generalmente espresse solo le proteine precoci Meccanismi di trasformazione utilizzati dai virus oncogeni a DNA Inattivazione di proteine codificate da oncosoppressori da parte di proteine virali Attivazione di proteine codificate da proto-oncogeni cellulari da parte di proteine virali Attivazione di proto-oncogeni cellulari mediante mutagenesi inserzionale Trans-attivazione di proto-oncogeni cellulari mediante proteine virali che regolano la trascrizione Complessi meccanismi indiretti Le proteine E6 e E7 del virus del papilloma inattivano Rb e p53 La proteina E5 del virus del papilloma attiva il recettore del PDGF VIRUS ONCOGENI A DNA ASSOCIATI A TUMORI NELL’UOMO Virus Tumori associati Famiglia dei Papovavirus Papillomavirus (HPV) Verruche benigne Carcinoma della cervice uterina Famiglia degli Herpesvirus Virus di Epstein-Barr (EBV) Linfoma di Burkitt Famiglia degli Hepadnavirus Virus dell’epatite B (HBV) Carcinoma epatocellulare CLASSI PRINCIPALI DI PROTO-ONCOGENI Fattori di crescita Recettori di fattori di crescita Proteine di trasduzione del segnale Proteine che controllano il ciclo cellulare Proteine che inibiscono l’apoptosi Fattori trascrizionali Gli oncogeni si identificano tramite la loro capacità di indurre la “trasformazione cellulare” Gli oncogeni sono dei proto-oncogèni modificati da mutazioni spontanee o provocate da agenti esogeni (chimici, fisici e virali). L’attivazione di un proto-oncogene può essere quantitativa e/o qualitativa MUTAZIONI CHE PROVOCANO L’IPERATTIVITA’ DEI PROTO-ONCOGENI - Mutazioni puntiformi - Piccole delezioni - Amplificazione genica - Riarrangiamenti cromosomici - Attivazione da parte di retrovirus Meccanismi di conversione dei proto-oncogeni in oncogeni Proto-oncogene ATTIVAZIONE ONCOGENICA DI RAS (mutazione puntiforme) Ras inattiva Attività GTPasica intrinseca L’attivazione di un recettore stimola lo scambio GTP/GDP Ras attiva Ras resta bloccata nello stato attivo Attiva la cascata delle MAP chinasi Il segnale a valle diventa continuo ATTIVAZIONE ONCOGENICA DEL RECETTORE DELL’EGF MEDIANTE DELEZIONE EGFR ErbB Il recettore codificato dall’oncogene segnala indipendentemente dal ligando ATTIVAZIONE ONCOGENICA DEL GENE myc (AMPLIFICAZIONE DEL NUMERO DI COPIE) Ibridazione in situ Regione che si colora omogeneamente cromosomi doppi minuti Replicazione aberrante cromosoma A cromosoma B ATTIVAZIONE ONCOGENICA DEL GENE myc (traslocazione cromosomica) nei linfociti che danno origine al linfoma di Burkitt ATTIVAZIONE ONCOGENICA DEL GENE ANTIAPOPTOTICO BCL-2 (traslocazione cromosomica) in un linfoma delle cellule B IgH Bcl-2 18 Enhancer dell’IgH IgH Bcl-2 14/18 14 Punto di rottura Cromosoma 14 Gene Bcl2 inattivo Cromosoma 18 Riunione delle rotture Punto di rottura Gene Bcl2 iperattivo nei linfociti B Traslocazione 14/ 18 B cell lymphoma La traslocazione tra i cromosomi 9 e 22 responsabile della leucemia mieloide cronica Gene Bcr sul cromosoma 22 Gene Abl sul cromosoma 9 Cromosoma Philadelphia La proteina di fusione Bcr-Abl è una chinasi iperattiva Sviluppo di farmaci antitumorali che agiscono attraverso targeting molecolare - Gleevec - Herceptin Una molecola di piccole dimensioni, il farmaco chiamato Gleevec, è stata appositamente sintetizzata per bloccare l’attività della chinasi oncogena Bcr-Abl Un anticorpo monoclonale chiamato Herceptin, specifico per il recettore HER2 è stato appositamente prodotto per bloccare la crescita di tumori HER2-positivi nucleus