PROSPETTIVE
LA NEWSLETTER FINANZIARIA DI DEUTSCHE BANK UNO SGUARDO AI MERCATI
LE AZIONI GIAPPONESI Azioni: i mercati azionari beneficiano
di un momento positivo 3
Le riforme potrebbero imprimere slancio al mercato azionario giapponese 4
EDIZIONE 04 / 2017
LE NUOVE ECONOMIE DEL
CONTINENTE ASIATICO
APPROFONDIMENTO 6
Giappone - Il gigante economico
dell’Estremo Oriente
8
L‘economia giapponese ha bisogno di riforme: riuscirà il Primo Ministro Shinzo Abe a realizzarle? Intanto i primi passi sono stati già compiuti.
Il Giappone punta sulla crescita
Dopo “due decenni perduti”, il Primo Ministro Shinzo Abe, in carica dal 2012, è deciso a far ripartire
l‘economia giapponese proponendo un pacchetto di misure che comprende una politica monetaria e
fiscale espansiva e riforme strutturali. Riuscirà a realizzare i suoi obiettivi?
La presente newsletter è stata redatta dal
Dr. Ulrich Stephan, Global Chief Investment
Officer dei Private & Commercial Clients di
Deutsche Bank
I
società giapponese considera gli anziani. In
definitiva è stata questa generazione a risollevare le sorti dell’economia giapponese dopo la
Seconda Guerra Mondiale con grande dedizione e umiltà, consentendo il raggiungimento
di tassi di crescita a doppia cifra negli anni Cin-
quanta e Sessanta. Da questi sforzi è nato un
sistema economico orientato alle esportazioni,
i cui prodotti, dapprima provenienti dall’industria
pesante e poi dal settore dell’elettronica ed
automobilistico, sono richiesti in tutto il
mondo.
n Giappone, gli anziani sono motivo di orgoglio nazionale, in particolare i centenari che, secondo una lunga tradizione, al raggiungimento del secolo
Dati attuali dei mercati finanziari
di vita venivano omaggiati dal
Valore attuale
Previsioni per la
al 28.03.2017
fine del 2017
governo con una coppa per sake
Mercati azionari
interamente forgiata in argento. Da
DAX
12.149
12.800
qualche anno, però, sempre più anEurozona (Euro Stoxx 50) 3.465
3.580
ziani raggiungono questo importante
Stati Uniti (S&P 500)
2.359
2.600
traguardo (in Giappone si contano
Giappone (Topix)
1.545
1.750
attualmente 65.000 centenari) e il
Materie prime/Valute
governo ha pensato a un ritocco
Oro in USD
1.252
1.230
Euro/Dollaro americano
1,08
0,95
salva-finanze: le circa 30.000 sakaInteressi del mercato dei capitali (10 anni)
zuki consegnate nel 2016 erano rivesBund in %
0,39
0,80
tite in argento, ma forgiate in lega di
USA in %
2,42 3,10
rame.
Il fatto che non si sia voluto rinunFonte: Deutsche Bank Private & Commercial Clients, CIO, in data: 28/03/2017: Le
performance e le previsioni storiche e attese non rappresentano una stima certa
ciare a questo omaggio, sottolinea il
delle performance future.
profondo rispetto con il quale la
Comunicazione promozionale
I decenni perduti
dell’economia giapponese
Con l’Accordo del Plaza, sottoscritto
nel 1985, il miracolo economico giapponese subì una seria battuta
d’arresto: in seguito alle preoccupazioni degli Stati Uniti che temevano di
perdere competitività a livello internazionale, gli Stati dell’allora G5 si
accordarono per svalutare la moneta
americana rispetto allo yen e al marco
tedesco. Negli anni successivi le aziende giapponesi subirono forti pressioni.
Come contromisura, il governo giapponese aumentò enormemente la
spesa pubblica, mentre la
>>
PROSPETTIVE
APRILE 2017
>> Banca Centrale (BoJ) abbassò il tasso di
riferimento.
Attirata dalla crescente liquidità, una quantità sempre più ingente di capitali si riversò
sulla Borsa di Tokyo. Le quotazioni della Nippon Telegraph and Telephone, allora sotto il
controllo statale, superarono nel 1988 quelle
di tutte le azioni presenti nel listino delle Borse
tedesche. Anche nel mercato edilizio il boom
sembrava inarrestabile: secondo i quotidiani
locali, il quartiere di Chiyoda, nel centro di
Tokyo, valeva come l’intero Canada.
A questa fase di crescita incontrollata seguì
un crollo improvviso i cui effetti si avvertono
ancora oggi: nel dicembre 1989, l’allora Presidente della BoJ, Yasushi Mieno, diminuì la base
monetaria, rivide al rialzo il tasso di riferimento
e limitò l’accesso al credito. Sia le aziende giapponesi, sia il mercato immobiliare subirono
perdite consistenti. Per la storia economica
giapponese iniziò un’epoca che viene definita
come “i decenni perduti”.
Le tre frecce di Shinzo Abe per la
ripresa economica
Eletto Primo Ministro nel 2012, Shinzo Abe,
cerca ora di imprimere slancio all’economia
giapponese con la sua “Abenomics”. Per rendere più evidente la sua teoria Shinzo Abe ama
citare una leggenda medievale del periodo dei
samurai nella quale si racconta che un padre
per incoraggiare i tre figli ricorda loro che una
freccia sola può essere rotta facilmente. Ma tre
frecce insieme, come un fascio di betulle, non
possono essere spezzate. Le iniziative macroeconomiche del Primo Ministro si basano, infatti,
su tre frecce: una politica fiscale di ampio respiro, una politica monetaria espansiva e
riforme strutturali. L’obiettivo principale di
Shinzo Abe, oltre alla lotta contro la deflazione
che affligge il Paese dagli anni Novanta, è in
primo luogo lo stimolo del consumo interno e
quindi della crescita economica.
Subito dopo la sua elezione, il Primo Ministro
ha iniziato a concretizzare i suoi progetti con
l’attuazione nel 2013 di misure di politica fiscale per il valore di 210 miliardi di dollari. Sono
stati realizzati investimenti nelle infrastrutture
che hanno portato al rinnovamento di ponti,
tunnel e strade antisismiche. Altri pacchetti di
politica fiscale sono stati introdotti nell’aprile
2014 e dopo le elezioni avvenute nel dicembre
2014 con le quali Shinzo Abe è stato riconfermato alla guida del Paese.
La politica monetaria
espansiva della Banca Centrale
Giapponese
Queste misure sono state affiancate da una
politica monetaria espansiva che la BoJ sta
2
attuando con il suo nuovo Presidente, Haruhiko Kuroda, il quale ha ampliato la base
monetaria e successivamente ha rivisto al
ribasso il tasso di riferimento fino all’attuale
-0,1%. Al tempo stesso la Banca Centrale è
più attiva anche sul mercato azionario e delle
obbligazioni: nel 2017 intende, infatti, acquistare valori patrimoniali per circa 700 miliardi
di dollari americani. Inoltre controlla anche la
curva dei tassi, ovvero il rapporto tra i tassi a
breve e a medio termine sul mercato dei capitali, e cerca di mantenere la remunerazione
dei titoli di Stato decennali prossi ma allo
zero, sostenendo la politica fiscale del
governo con il conseguente aumento del
debito pubblico.
Il Primo Ministro ha in larga parte realizzato
le misure di politica fiscale e monetaria che
aveva annunciato in occasione del suo insediamento, anche se l’inflazione ha talvolta superato
il 2% che la BoJ aveva stabilito come obiettivo.
Il “Corporate Governance Code”
e lo “Stewardship Code“
Se si considera la terza e, a mio avviso la più
importante delle frecce della Abenomics,
vale a dire le riforme strutturali mirate, anche
in questo caso i primi passi sono stati già
compiuti. Con il “Corporate Governance
Code”, introdotto dal Primo Ministro, è stato
interrotto il sistema di interdipendenze presente all’interno delle aziende giapponesi,
liberando mezzi finanziari. Mentre le riserve
liquide delle aziende contribuiscono per
l’8,5% all’indice americano S&P 500 e per il
10,7% a quello paneuropeo Stoxx 600,
nell’indice di riferimento giapponese Topix
raggiungono quasi il 34%. Il governo giapponese intende fare in modo che questo capitale venga utilizzato in futuro in modo più
produttivo, ad esempio per distribuire dividendi più elevati, riacquistare azioni e soprattutto per gli investimenti.
Lo “Stewardship Code“, invece, è orientato a investitori istituzionali, come fondi
pensionistici, con lo scopo di motivarli a
prestare attenzione a un impiego efficiente
del capitale da parte delle loro aziende, intervenendo dove necessario e facendo valere la
loro influenza. Seguiamo con interesse le
future evoluzioni.
All’economia giapponese
mancano i giovani
Ci si chiede anche come Shinzo Abe riuscirà a
vivacizzare il mercato del lavoro penalizzato
dal fenomeno sempre più accentuato
dell’invecchiamento della popolazione. Con
tutto il rispetto per le persone anziane,
l’economia giapponese risente della man-
canza di giovani risorse. Si dovrebbe aumentare il tasso di occupazione femminile, ampliando il numero di strutture di assistenza
all’infanzia. In Giappone è ancora molto elevato il numero di donne che escono dal mercato del lavoro per occuparsi a tempo pieno
della famiglia.
Inoltre, il mercato del lavoro giapponese
dovrebbe aprirsi maggiormente agli stranieri,
anche se il tema dell’immigrazione nel Paese
del Sol Levante è per tradizione un argomento
difficile da affrontare: secondo i dati
dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione
e lo Sviluppo Economico) mentre negli Stati
Uniti e in Germania gli stranieri costituiscono
il 13% della popolazione, in Giappone sono
solo il 2%. Qui il Primo Ministro dovrà
adoperarsi con tutto il suo impegno per realizzare le riforme annunciate, le quali talvolta
avranno i loro effetti sulla cultura giapponese,
per certi versi tradizionalista e isolazionista. Le
medesime considerazioni valgono per
l’apertura di alcuni settori economici, tramite
l’eliminazione delle barriere alle importazioni
che riguardano il mercato dell’energia e degli
alimentari. In questi ambiti sussistono ancora
oggi in Giappone strutture monopolistiche
che è necessario spezzare a favore di una
maggiore libertà di concorrenza e di
un’efficienza più elevata.
La ripresa dell’economia
giapponese
In particolare i progressi compiuti sul fronte
delle riforme strutturali decideranno se la
ripresa dell’economia giapponese possa proseguire anche nel lungo termine. Il fallimento o
la mancata attuazione di queste riforme vanificherebbe gli immensi sforzi a sostegno della
congiuntura effettuati con le misure di politica
monetaria e fiscale, tanto più che in presenza
di un debito pubblico pari al 240% del prodotto interno lordo, lo spazio di manovra sembra assai limitato.
Nel breve e nel medio termine, tuttavia
dovrebbe confermarsi per l‘economia giapponese la tendenza alla ripresa, sostenuta anche
dalla congiuntura globale attualmente caratterizzata da un certo dinamismo: per il 2017 prevedo per il Giappone una crescita dell’1,1%,
per il 2018 dell’1,2%. La politica monetaria
della Banca Centrale Giapponese che si confermerà espansiva e, in particolare, la debolezza dello yen nei confronti del dollaro contribuiranno a un’evoluzione positiva per le
aziende giapponesi. Per quest’anno gli analisti
prevedono un incremento degli utili realizzati
dalle aziende che fanno parte dell’indice Topix
pari al 14% in media. Per gli investitori con una
certa propensione al rischio il mercato azionario giapponese potrebbe rivelarsi interessante.
Uno sguardo ai mercati
Azioni
Liquidità
Come previsto, durante la riunione di marzo la Banca Centrale Europea ha confermato la sua linea di politica monetaria. Il
volume degli acquisti di obbligazioni scenderà in aprile da 80 miliardi a 60 miliardi al
mese, come già precedentemente annunciato.
Il programma di quantitative easing proseguirà almeno fino a fine anno. Deutsche
Bank prevede che la politica monetaria rimanga accomodante e che nel breve termine il livello dei tassi d’interesse dovrebbe rimanere basso.
Materie prime
Le aziende delle aree geografiche più importanti per i mercati azionari sono uscite
dalla recessione degli utili e beneficiano di
nuovo di un momento positivo, come dimostra l’andamento di molti indici internazionali che nelle scorse settimane hanno
registrato un incremento. Considerando le
condizioni particolarmente favorevoli della
congiuntura, Deutsche Bank preferisce gli
Stati Uniti rispetto all’Europa e all’Asia. In
particolare, i titoli ciclici potrebbero beneficiare dello scenario economico attuale.
I titoli a dividendo dovrebbero rimanere
interessanti nel lungo termine per gli inve-
stitori con una certa propensione al rischio.
Obbligazioni in Euro governative e
corporate investment grade
Altre obbligazioni
Dato il moderato incremento dei rendimenti osservato in Europa, occorre prestare attenzione al rischio di variazione dei tassi e,
dunque, è opportuno ridurre il numero di titoli a lungo termine nel
portafoglio. Sono interessanti, pertanto, gli investimenti in grado di
reagire rapidamente e con flessibilità alla variazione delle condizioni
di mercato.
Interessante
Abbastanza
Interessante
La ripresa delle attività estrattive negli
Stati Uniti mette sotto pressione il prezzo
del petrolio: sui mercati delle materie prime crescono le preoccupazioni relative
all‘eventuale effetto della produzione di
petrolio di scisto (shale oil) statunitense
che potrebbe rendere vani gli sforzi degli
altri produttori per equilibrare il rapporto tra domanda e offerta a livello mondiale. I metalli industriali beneficiano di
un’elevata domanda proveniente dalla
Cina. Nel complesso però i mercati delle
materie prime risentono ancora di troppe incertezze. Un investimento in questo
settore non è pertanto consigliabile.
Neutro
Il rialzo dei tassi stabilito dalla Banca Centrale americana nel mese
di marzo non ha sorpreso gli operatori. Per quanto riguarda il mercato obbligazionario statunitense, Deutsche Bank prevede una
moderata crescita dei tassi d’interesse, accompagnata però da
ampie fluttuazioni. I titoli di Stato americani appaiono comunque
più interessanti rispetto ai Bund tedeschi offrendo un rendimento
più elevato. Per gli investitori con una certa propensione al rischio
potrebbe essere redditizio inserire nel portafoglio anche i titoli di
Stato dei Paesi emergenti denominati sia in valuta forte, ad esempio in dollari americani, sia nella valuta locale.
Poco Interessante
Non Interessante
Fonte: Deutsche Bank Private & Business Clients, CIO, in data: 24/03/2017. I nostri consulenti sono a vostra disposizione per fornirvi informazioni dettagliate sulle singole classi di investimento con le opportunità e i rischi correlati.
Importanti eventi nelle prossime settimane
23.04. Elezioni presidenziali in
Francia - Primo turno
27.04. Decisione sui tassi della
BoJ (Giappone) e della
BCE (Eurozona)
03.05. Decisione sui tassi della
Federal Reserve
07.05. Possibile ballottaggio per
le elezioni presidenziali in
Francia
3
PROSPETTIVE
APRILE 2017
Negli ultimi mesi il clima alla Borsa di Tokyo è migliorato. Le evoluzioni future dipendono dalle riforme di Shinzo Abe.
Buone prospettive per le azioni giapponesi?
Grazie alla debolezza dello yen e al dinamismo della congiuntura globale, i corsi azionari giapponesi
si sono sviluppati recentemente in modo positivo. L’attuazione dei piani riformisti del Primo Ministro
Shinzo Abe è decisiva per stabilire se questa tendenza sia destinata a proseguire in futuro.
R
ecentemente la stretta di mano tra
Donald Trump e Shinzo Abe non è passata inosservata. Durante la sua visita a
Washington il Primo Ministro giapponese è
apparso in imbarazzo quando Donald Trump gli
ha stretto la mano per 19 interminabili secondi.
Diversamente da quanto accade nei Paesi
occidentali in Giappone non si usa stringersi la
mano e, nel caso in cui questo avvenga, è
opportuno evitare una stretta troppo vigorosa.
Per molte persone che vivono in Occidente
il Giappone è ancora un Paese sconosciuto da
molti punti di vista, e non solo per la sua cultura; anche le strutture economiche della terza
potenza industriale a livello mondiale sono relativamente poco conosciute.
Il mercato azionario in Giappone è molto più
grande di quello tedesco: solo l’indice Topix,
4
che include le azioni giapponesi più importanti,
comprende circa 2.000 aziende, mentre alla
Borsa di Francoforte sono quotate appena 530
aziende tedesche. Notevole è anche la differenza nella capitalizzazione di mercato: con
5mila miliardi di dollari americani il mercato
giapponese è circa il triplo di quello tedesco,
anche se la differenza a favore del PIL nipponico è solo del 40%. Nel “Paese del Sol
Levante” i settori che si contraddistinguono
per la maggiore ponderazione sono l’industria,
il consumo ciclico e le finanze.
Clima di ottimismo sui mercati
giapponesi
Attualmente il Kabutocho, la Borsa giapponese
che prende il nome dal quartiere di Tokyo in cui
 Di recente le azioni giapponesi
hanno segnato un andamento
positivo.
 La congiuntura globale e la
debolezza dello yen trascinano al
rialzo le quotazioni.
 Le prospettive a lungo termine
dipendono anche dalle riforme
di Shinzo Abe.
è situata, diffonde un clima positivo: dopo un
avvio relativamente debole, con il secondo
semestre del 2016 si è osservata una ripresa
delle quotazioni e le elezioni di Donald Trump
alla Casa Bianca, avvenute l’8 novembre
scorso, hanno impresso nuovo vigore. Da allora
il Topix è salito del 13,5% raggiungendo i 1.545
punti attuali (si veda il grafico a pag. 4).
Questa tendenza sembra destinata a continuare, principalmente per due motivi: la congiuntura a livello globale sembra beneficiare del
miglioramento delle prospettive di crescita per
l’economia americana. Inoltre il rialzo dei tassi,
dopo la vittoria elettorale di Donald Trump, ha
portato all’apprezzamento del dollaro nei confronti dello yen che dall’8 novembre ha ceduto
circa il 5,2% nei confronti della moneta americana e che dovrebbe continuare a rimanere
debole, anche in seguito alla politica monetaria
espansiva della Banca del Giappone.
Ne beneficiano le numerose aziende nipponiche che realizzano il 60% del loro fatturato
con le esportazioni e che sono così in grado di
offrire i loro prodotti a prezzi più competitivi.
Le prospettive attuali
sono positive
Anche i fondamentali del Giappone rispecchiano
la situazione corrente: con un tasso di disoccupazione del 3%, il Paese è prossimo alla piena
occupazione, nel settore del commercio al dettaglio le vendite nel 2017 sono in continuo
aumento e l’indice PMI (indice dei direttori agli
acquisti) aveva superato già a settembre 2016,
sia per l’industria manifatturiera sia per i servizi,
la soglia dei 50 punti che segnala la crescita
economica. Attualmente si osservano tutti i
presupposti per un‘evoluzione positiva, almeno
a breve termine, sul mercato azionario giapponese, come indicano tra l’altro anche le stime
sugli utili: per il 2017 gli analisti prevedono un
incremento di circa il 14% e per il 2018 dell’8,4%.
Alla luce di queste considerazioni, appaiono
giustificate le quotazioni elevate che caratterizzano le azioni giapponesi: attualmente il rapporto prezzo/utili riferito agli utili correnti con il
14,1 si attesta sopra la media decennale di 13.
Il management aziendale è al
centro delle riforme di Shinzo Abe
Per quanto riguarda le prospettive a lungo termine, invece, molto dipende dall’effettiva realizzazione delle riforme strutturali con le quali il
Primo
Ministro
intende
ridefinire
l’organizzazione aziendale.
Un ruolo centrale a questo proposito
occupa il “Corporate Governance Code“ introdotto nel 2015. Si tratta di un codice sulla
buona gestione aziendale, redatto in base ai
principi stabiliti dall‘Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). Con
il Corporate Governance Code il governo
intende porre fine al sistema di partecipazioni
incrociate, vastissimo per tradizione, ma estremamente inefficiente, che caratterizza le
Yen più debole - Mercato azionario più forte
L’evoluzione dell’indice di riferimento giapponese Topix (in punti indice) e del tasso di cambio dollaro/yen.
Un deprezzamento dello yen causa di solito un incremento delle quotazioni azionarie.
1.800
60
Topix (scala in punti indice)
USD/JPY (scala destra,
all’inverso)
1.600
70
80
1.400
90
1.200
100
110
1.000
120
800
130
600
marzo
2012
140
sett.
2012
marzo
2013
sett.
2013
marzo
2014
sett.
2014
marzo
2015
sett.
2015
marzo
2016
sett.
2016
marzo
2017
Fonte: Bloomberg L.P., data: martedì 28 marzo 2017:
Le performance e le previsioni storiche e attese non rappresentano una stima certa delle performance future.
aziende nipponiche. Inoltre, il Codice prende
posizione anche in relazione alle riserve liquide
delle aziende: nell’ultimo secolo i gruppi
nipponici hanno attraversato momenti difficili
nei quali disporre di capitale non vincolato
era un’esigenza fondamentale. Per questa
ragione attribuiscono grande importanza
all’accantonamento di ampie riserve di liquidità.
Il governo intende ora fare in modo che
questi capitali vengano utilizzati in modo più
efficiente e a questo scopo mette a disposizione delle aziende tre possibilità: possono
investire, distribuire dividendi più elevati agli
azionisti oppure riacquistare le loro azioni.
Mentre un aumento degli investimenti
potrebbe avere effetti positivi sull’andamento
delle quotazioni a lungo termine, una distribuzione più generosa dei dividendi e il riacquisto
di azioni risulterebbero vantaggiosi già nel
breve termine. In ogni caso gli azionisti beneficerebbero indubbiamente di queste misure.
Il riacquisto di azioni è in aumento
Tra i dirigenti dei gruppi giapponesi sembra
essersi già diffuso un altro modo di pensare:
nel Topix il rendimento da dividendi è salito
dall’1,6% del 2013 all’1,9% dell’anno scorso e
per quest’anno Deutsche Bank prevede un
nuovo incremento, fino al 2,1%. Anche il riacquisto di azioni ha raggiunto nel 2016, con un
volume di 57 miliardi di dollari, un livello da
record, contribuendo con l’1,2% alla stabilizzazione della performance del mercato azionario
giapponese.
Le aziende devono diventare più
trasparenti
Un altro punto al centro del Corporate Governance Code è il rafforzamento del dialogo tra le
aziende e i loro azionisti. Anche qui è stato possibile osservare i primi progressi, come dimostra l’esempio di Fanuc, uno dei più grandi produttori di robot industriali. Per lungo tempo il
management si è sottratto a qualsiasi dialogo
con analisti e investitori, secondo una forma di
riservatezza che in Europa e negli Stati Uniti
sarebbe considerata inconsueta, ma che in
Giappone si basa su una lunga tradizione,
anche presso le grandi aziende. Tanto più sorprendente è stata la costituzione nel 2015 di un
reparto Investor Relations, con il quale Fanuc
vuole intensificare i contatti con i suoi investitori e rendere i processi più trasparenti. Fanuc
attualmente è quotata nel Nikkei 400, l’indice
lanciato nel 2014 che comprende 400 aziende
che sono conformi agli standard globali di investimento per quanto riguarda l’impiego efficiente del capitale e una governance molto
attenta alle aspettative degli azionisti.
Il governo di Shinzo Abe, oltre a richiamare le
aziende alle loro responsabilità, ha introdotto
anche lo “Stewardship Code“ con il quale si
rivolge direttamente agli investitori incoraggiandoli a rappresentare i loro interessi con maggiore
convinzione.
Il mercato azionario giapponese
è interessante
Per quanto remota possa sembrare l’idea di un
investimento nel “Paese del Sol Levante”, chi è
propenso al rischio potrebbe trovare opportunità interessanti nel mercato azionario. È
importante, tuttavia, seguire con estrema
attenzione l’evoluzione della congiuntura globale e l‘andamento dello yen, oltre ai progressi
nel lungo termine delle riforme annunciate da
Shinzo Abe. Deutsche Bank è ottimista per
quanto riguarda le possibilità di riuscita del
Primo Ministro nipponico.
5
PROSPETTIVE
APRILE 2017
Le nuove economie del continente asiatico
All’ombra dei due giganti economici Giappone e Cina, in Asia si fanno strada anche Paesi emergenti come l’India,
l’Indonesia e le Filippine. È vero che le sfide che questi Paesi dovranno affrontare per proseguire nel loro percorso
di sviluppo sono notevoli, ma sembra che le basi di partenza per un futuro di successo siano già state poste.
L
a sequenza di riforme che ha caratterizzato la Cina negli ultimi anni è ormai cosa
leggendaria. E anche per il futuro la
seconda potenza economica mondiale ha in
serbo grandi progetti che comprendono niente
di meno che la riorganizzazione completa delle
strutture economiche, al fine di trasformare il
Paese da officina del mondo a una società
basata sui servizi e sui consumi interni. Anche
nel vicino Giappone, che segue la Cina nella
classifica mondiale, si intensificano gli sforzi
6
riformisti per rendere l‘economia ancora più
competitiva.
A causa del dominio delle due superpotenze,
spesso molti operatori di mercato dimenticano di
prestare attenzione ad altri mercati asiatici. Ma in
questo continente si muovono molte cose anche
in seconda fila e perlopiù in senso positivo. I programmi riformisti intrapresi da India o Indonesia
sono ancora più estesi di quelli di Giappone e
Cina e le Filippine si stanno incamminando lungo
il percorso della crescita sostenibile.
India: con Narendra Modi
l‘economia assume una
struttura moderna
Il prossimo Paese asiatico a conquistarsi il ruolo
di potenza economica dovrebbe essere l’India. A
questo successo contribuisce da un lato la grandezza del Paese che si estende su una superficie
grande nove volte la Germania e conta circa 1,3
miliardi di abitanti. Inoltre, la politica riformista
del Primo Ministro Narendra Modi, in carica dal
Buone prospettive
per i mercati asiatici
emergenti
Stati federali che godono di ampia autonomia e
si imprimerebbe nuovo slancio al mercato
interno che mostra già buona solidità.
Positivo è, inoltre, il fatto che la popolazione
sembra sostenere le riforme attuate dal partito
di governo, il Bharatiya Janata Party (BJP). Lo
hanno dimostrato le elezioni che si sono svolte
a febbraio di quest’anno nello Stato dell’Uttar
Pradesh, il più popoloso dell’India con 200
milioni di abitanti, che hanno visto la vittoria del
BJP che ha conquistato l’80% dei seggi.
Narendra Modi può, dunque, ora procedere
con ancora più convinzione sulla strada delle
riforme. Deutsche Bank prevede la continuazione degli sforzi riformisti e riscontra potenziale di crescita: dopo aver realizzato
l’anno scorso un +7,5%, il PIL indiano potrebbe crescere del 7,3% nell’attuale anno
finanziario che inizia ad aprile. Anche sul mercato dei capitali si fa notare la nuova dinamica
economica: per quanto riguarda le azioni, gli
analisti prevedono per il 2017 una crescita degli
utili di circa il 16% rispetto all’anno precedente.
Anche se le singole riforme potrebbero mettere nel breve termine le imprese di fronte a
nuove sfide e se le stime dovessero venire
riviste al ribasso, nel lungo termine l‘economia
indiana e le sue aziende sembrano percorrere
una strada molto promettente.
Indonesia: un robusto mercato
interno ed export in crescita
2014, che cerca di liberare il Paese
dall’elefantiasi burocratica e dalla corruzione diffusa a tutti i livelli, incide positivamente
sull’evoluzione economica. Finora sono stati già
compiuti i primi passi per l’abbattimento di
questi ostacoli con l’introduzione del codice di
previdenza sociale per ogni indiano, la liberalizzazione delle regole per gli investitori stranieri o
la recente riforma sui contanti.
Da luglio 2017 l’India dovrebbe compiere un
altro importante passo avanti con l’introduzione
di un’aliquota di tassazione sul reddito d‘impresa
valida in tutto il Paese, la quale semplificherebbe
notevolmente il sistema fiscale indiano estremamente frazionato e complesso. In questo modo
si agevolerebbero gli scambi commerciali tra gli
Anche l’Indonesia sembra avviarsi lungo un
simile percorso, benchè su scala ridotta. Dopo
una crescita del 5,0% raggiunta nel 2016, per
quest’anno Deutsche Bank prevede un nuovo
avanzamento, fino al 5,5%. Il più grande Statoarcipelago del mondo ha alcune caratteristiche
in comune con l’India, tra le quali una popolazione giovane e numerosa (250 milioni di abitanti, un mercato interno che cresce in modo
stabile e un governo riformista). Il Presidente
Joko Widodo, in carica dal 2014 come Narendra Modi, ha stabilizzato, nonostante alcune
fasi di flessione, l‘economia del Paese. Inoltre,
la sanatoria fiscale che consente ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione senza
incorrere in alcun tipo di azione penale e le agevolazioni per il rimpatrio dei capitali dall’estero
aumentano il flusso di investimenti verso
l’Indonesia.
Nello scenario economico attuale l’elevata
quota di titoli ciclici potrebbe rendere interes-
sante il mercato azionario indonesiano, favorendo così le aziende locali. Deutsche Bank
prevede che altri impulsi giungeranno, tra
l’altro, dalla stabilizzazione dell’export, ad
esempiodei metalli industriali come il rame.
Secondo le stime degli analisti, nel 2017 il mercato azionario indonesiano con il 15,3% supera
nettamente la performance raggiunta lo scorso
anno. Nel lungo termine la solidità del mercato
interno dovrebbe sostenere le quotazioni.
Filippine: i titoli ciclici sostengono
la crescita
Per quanto riguarda il mercato filippino gli
osservatori si esprimono con cautela: una crescita degli utili delle aziende prevista al 5,7%
riflette le preoccupazioni di molti investitori per
il dispotismo del Presidente Rodrigo Duterte.
Sulla base dei fondamentali, tuttavia, è possibile formulare un outlook positivo: la domanda
interna è sufficientemente solida e il governo di
Manila intende realizzare un piano di investimenti pubblici per il rinnovo delle infrastrutture
che contribuirà, con una percentuale che varia
dal 2% al 7%, del PIL.
Nel breve termine la quota delle aziende del
settore ciclico, ancora più elevata che in Indonesia, potrebbe imprimere slancio al mercato
azionario filippino. Per l‘arcipelago composto
da 7.000 isole che si estende nel Pacifico occidentale, Deutsche Bank prevede un impulso
alla crescita anche nel 2017: dopo il 6,8%
dell’anno scorso, dovremmo osservare
quest’anno un incremento del 5,8%.
L’Asia offre interessanti
opportunità di crescita
Per gli investitori propensi al rischio potrebbe
rivelarsi interessante prendere in esame anche
gli altri Paesi dell’Asia, oltre alla Cina e al Giappone, considerando però che nel breve termine prevediamo fluttuazioni anche piuttosto
ampie sui mercati azionari. Inoltre, per questi
Paesi le buone prospettive economiche sono
strettamente correlate all’attuazione delle
riforme necessarie che a loro volta presuppongono stabilità politica. Un investimento nel
continente asiatico, pertanto, non deve
limitarsi a un Paese o a una singola azienda, ma
deve essere ampiamente diversificato e comprendere tutta l‘area geografica, al fine di
limitare il rischio.
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PROSPETTIVE
APRILE 2017
Approfondimento
Giappone - Il gigante economico dell’Estremo Oriente
Congiuntura
Popolazione
Alta urbanizzazione
126,7
milioni di abitanti
Età media
2017: crescita economica attesa rispetto
all’anno precedente
Più di 9 giapponesi su 10 vivono
nelle città (93,5 %); nell’Unione
Europea sono appena il 74,8%. 46,9 anni
India
Cina
Sapporo
(età media UE: 42,7 anni)
7,3 %
6,5 %
Stati Uniti
Crescita della popolazione
–0,19 % p.a.
(rispetto all’UE: +0,23% p.a.)
2,6 %
Germania
1,1 %
Giappone
1,1 %
2016: PIL in migliaia di miliardi di dollari
Stati Uniti
Società di servizi
Cina
Il settore dei servizi detiene la fetta
maggiore del PIL del Giappone, seguito
dall’industria e dall’agricoltura.
27,7 %
11,1 Giappone
Germania
India
71,1 %
18,9 1,2 %
4,9
3,5
2,2
Debito pubblico (in percentuale del PIL)
300 %
Kobe
Kyoto
Nagoya
Osaka
Fukuoka
Saitama
200 %
Tokyo
100 %
Kawasaki
0 %
Yokohama
2000
2004
2008
2012
2016
Giappone India Germania
Stati Uniti Cina
Tasso di disoccupazione in Giappone
Importazioni
Partner principali per le importazioni:
Cina (26%) e Stati Uniti (11%)
536 miliardi di dollari
Beni principali: macchinari (25%) e materie prime per la produzione di
energia e minerali (23%)
6 %
Esportazioni
Paesi più importanti per le esportazioni: Stati Uniti 19%, Cina 17%
5 %
597 miliardi di dollari
Beni principali: macchinari 37%,
mezzi di trasporto 25%
4 %
3 %
2 %
2006
2008
2010
2012
2014
2016
Fonti: CIA Factbook, Deutsche Bank, Banca Mondiale. Dati attualmente disponibili.
DISCLAIMER
EDITORE: Deutsche Bank Privat- und Geschäftskunden AG,
Theodor-Heuss-Allee 72, 60486 Frankfurt am Main
www.deutsche-bank.de/investments
REDAZIONE: Michael Tirpitz (V. i. S. d. P.), Vincent Werdung,
Friederike Walle, Thomas Jakobs, Tobias Friedrich, Pasquale Afflisio,
Christopher Duprée
TRADUZIONE: Tectrad, Gruppo Ubiqus
FOTOGRAFIE: Anadolu Agency/Getty Images, Bloomberg/Getty Images
(2), Deutsche Bank.
Ogniqualvolta venga menzionato in questa rivista il nome Deutsche Bank,
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una strategia di investimento in merito a strumenti finanziari. In particolare il
presente documento non costituisce in alcun modo una raccomandazione
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di investimento, la situazione finanziaria o le competenze di specifici investitori. Le informazioni contenute nel presente documento si basano su fonti ri-
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