PROSPETTIVE LA NEWSLETTER FINANZIARIA DI DEUTSCHE BANK UNO SGUARDO AI MERCATI LE AZIONI GIAPPONESI Azioni: i mercati azionari beneficiano di un momento positivo 3 Le riforme potrebbero imprimere slancio al mercato azionario giapponese 4 EDIZIONE 04 / 2017 LE NUOVE ECONOMIE DEL CONTINENTE ASIATICO APPROFONDIMENTO 6 Giappone - Il gigante economico dell’Estremo Oriente 8 L‘economia giapponese ha bisogno di riforme: riuscirà il Primo Ministro Shinzo Abe a realizzarle? Intanto i primi passi sono stati già compiuti. Il Giappone punta sulla crescita Dopo “due decenni perduti”, il Primo Ministro Shinzo Abe, in carica dal 2012, è deciso a far ripartire l‘economia giapponese proponendo un pacchetto di misure che comprende una politica monetaria e fiscale espansiva e riforme strutturali. Riuscirà a realizzare i suoi obiettivi? La presente newsletter è stata redatta dal Dr. Ulrich Stephan, Global Chief Investment Officer dei Private & Commercial Clients di Deutsche Bank I società giapponese considera gli anziani. In definitiva è stata questa generazione a risollevare le sorti dell’economia giapponese dopo la Seconda Guerra Mondiale con grande dedizione e umiltà, consentendo il raggiungimento di tassi di crescita a doppia cifra negli anni Cin- quanta e Sessanta. Da questi sforzi è nato un sistema economico orientato alle esportazioni, i cui prodotti, dapprima provenienti dall’industria pesante e poi dal settore dell’elettronica ed automobilistico, sono richiesti in tutto il mondo. n Giappone, gli anziani sono motivo di orgoglio nazionale, in particolare i centenari che, secondo una lunga tradizione, al raggiungimento del secolo Dati attuali dei mercati finanziari di vita venivano omaggiati dal Valore attuale Previsioni per la al 28.03.2017 fine del 2017 governo con una coppa per sake Mercati azionari interamente forgiata in argento. Da DAX 12.149 12.800 qualche anno, però, sempre più anEurozona (Euro Stoxx 50) 3.465 3.580 ziani raggiungono questo importante Stati Uniti (S&P 500) 2.359 2.600 traguardo (in Giappone si contano Giappone (Topix) 1.545 1.750 attualmente 65.000 centenari) e il Materie prime/Valute governo ha pensato a un ritocco Oro in USD 1.252 1.230 Euro/Dollaro americano 1,08 0,95 salva-finanze: le circa 30.000 sakaInteressi del mercato dei capitali (10 anni) zuki consegnate nel 2016 erano rivesBund in % 0,39 0,80 tite in argento, ma forgiate in lega di USA in % 2,42 3,10 rame. Il fatto che non si sia voluto rinunFonte: Deutsche Bank Private & Commercial Clients, CIO, in data: 28/03/2017: Le performance e le previsioni storiche e attese non rappresentano una stima certa ciare a questo omaggio, sottolinea il delle performance future. profondo rispetto con il quale la Comunicazione promozionale I decenni perduti dell’economia giapponese Con l’Accordo del Plaza, sottoscritto nel 1985, il miracolo economico giapponese subì una seria battuta d’arresto: in seguito alle preoccupazioni degli Stati Uniti che temevano di perdere competitività a livello internazionale, gli Stati dell’allora G5 si accordarono per svalutare la moneta americana rispetto allo yen e al marco tedesco. Negli anni successivi le aziende giapponesi subirono forti pressioni. Come contromisura, il governo giapponese aumentò enormemente la spesa pubblica, mentre la >> PROSPETTIVE APRILE 2017 >> Banca Centrale (BoJ) abbassò il tasso di riferimento. Attirata dalla crescente liquidità, una quantità sempre più ingente di capitali si riversò sulla Borsa di Tokyo. Le quotazioni della Nippon Telegraph and Telephone, allora sotto il controllo statale, superarono nel 1988 quelle di tutte le azioni presenti nel listino delle Borse tedesche. Anche nel mercato edilizio il boom sembrava inarrestabile: secondo i quotidiani locali, il quartiere di Chiyoda, nel centro di Tokyo, valeva come l’intero Canada. A questa fase di crescita incontrollata seguì un crollo improvviso i cui effetti si avvertono ancora oggi: nel dicembre 1989, l’allora Presidente della BoJ, Yasushi Mieno, diminuì la base monetaria, rivide al rialzo il tasso di riferimento e limitò l’accesso al credito. Sia le aziende giapponesi, sia il mercato immobiliare subirono perdite consistenti. Per la storia economica giapponese iniziò un’epoca che viene definita come “i decenni perduti”. Le tre frecce di Shinzo Abe per la ripresa economica Eletto Primo Ministro nel 2012, Shinzo Abe, cerca ora di imprimere slancio all’economia giapponese con la sua “Abenomics”. Per rendere più evidente la sua teoria Shinzo Abe ama citare una leggenda medievale del periodo dei samurai nella quale si racconta che un padre per incoraggiare i tre figli ricorda loro che una freccia sola può essere rotta facilmente. Ma tre frecce insieme, come un fascio di betulle, non possono essere spezzate. Le iniziative macroeconomiche del Primo Ministro si basano, infatti, su tre frecce: una politica fiscale di ampio respiro, una politica monetaria espansiva e riforme strutturali. L’obiettivo principale di Shinzo Abe, oltre alla lotta contro la deflazione che affligge il Paese dagli anni Novanta, è in primo luogo lo stimolo del consumo interno e quindi della crescita economica. Subito dopo la sua elezione, il Primo Ministro ha iniziato a concretizzare i suoi progetti con l’attuazione nel 2013 di misure di politica fiscale per il valore di 210 miliardi di dollari. Sono stati realizzati investimenti nelle infrastrutture che hanno portato al rinnovamento di ponti, tunnel e strade antisismiche. Altri pacchetti di politica fiscale sono stati introdotti nell’aprile 2014 e dopo le elezioni avvenute nel dicembre 2014 con le quali Shinzo Abe è stato riconfermato alla guida del Paese. La politica monetaria espansiva della Banca Centrale Giapponese Queste misure sono state affiancate da una politica monetaria espansiva che la BoJ sta 2 attuando con il suo nuovo Presidente, Haruhiko Kuroda, il quale ha ampliato la base monetaria e successivamente ha rivisto al ribasso il tasso di riferimento fino all’attuale -0,1%. Al tempo stesso la Banca Centrale è più attiva anche sul mercato azionario e delle obbligazioni: nel 2017 intende, infatti, acquistare valori patrimoniali per circa 700 miliardi di dollari americani. Inoltre controlla anche la curva dei tassi, ovvero il rapporto tra i tassi a breve e a medio termine sul mercato dei capitali, e cerca di mantenere la remunerazione dei titoli di Stato decennali prossi ma allo zero, sostenendo la politica fiscale del governo con il conseguente aumento del debito pubblico. Il Primo Ministro ha in larga parte realizzato le misure di politica fiscale e monetaria che aveva annunciato in occasione del suo insediamento, anche se l’inflazione ha talvolta superato il 2% che la BoJ aveva stabilito come obiettivo. Il “Corporate Governance Code” e lo “Stewardship Code“ Se si considera la terza e, a mio avviso la più importante delle frecce della Abenomics, vale a dire le riforme strutturali mirate, anche in questo caso i primi passi sono stati già compiuti. Con il “Corporate Governance Code”, introdotto dal Primo Ministro, è stato interrotto il sistema di interdipendenze presente all’interno delle aziende giapponesi, liberando mezzi finanziari. Mentre le riserve liquide delle aziende contribuiscono per l’8,5% all’indice americano S&P 500 e per il 10,7% a quello paneuropeo Stoxx 600, nell’indice di riferimento giapponese Topix raggiungono quasi il 34%. Il governo giapponese intende fare in modo che questo capitale venga utilizzato in futuro in modo più produttivo, ad esempio per distribuire dividendi più elevati, riacquistare azioni e soprattutto per gli investimenti. Lo “Stewardship Code“, invece, è orientato a investitori istituzionali, come fondi pensionistici, con lo scopo di motivarli a prestare attenzione a un impiego efficiente del capitale da parte delle loro aziende, intervenendo dove necessario e facendo valere la loro influenza. Seguiamo con interesse le future evoluzioni. All’economia giapponese mancano i giovani Ci si chiede anche come Shinzo Abe riuscirà a vivacizzare il mercato del lavoro penalizzato dal fenomeno sempre più accentuato dell’invecchiamento della popolazione. Con tutto il rispetto per le persone anziane, l’economia giapponese risente della man- canza di giovani risorse. Si dovrebbe aumentare il tasso di occupazione femminile, ampliando il numero di strutture di assistenza all’infanzia. In Giappone è ancora molto elevato il numero di donne che escono dal mercato del lavoro per occuparsi a tempo pieno della famiglia. Inoltre, il mercato del lavoro giapponese dovrebbe aprirsi maggiormente agli stranieri, anche se il tema dell’immigrazione nel Paese del Sol Levante è per tradizione un argomento difficile da affrontare: secondo i dati dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) mentre negli Stati Uniti e in Germania gli stranieri costituiscono il 13% della popolazione, in Giappone sono solo il 2%. Qui il Primo Ministro dovrà adoperarsi con tutto il suo impegno per realizzare le riforme annunciate, le quali talvolta avranno i loro effetti sulla cultura giapponese, per certi versi tradizionalista e isolazionista. Le medesime considerazioni valgono per l’apertura di alcuni settori economici, tramite l’eliminazione delle barriere alle importazioni che riguardano il mercato dell’energia e degli alimentari. In questi ambiti sussistono ancora oggi in Giappone strutture monopolistiche che è necessario spezzare a favore di una maggiore libertà di concorrenza e di un’efficienza più elevata. La ripresa dell’economia giapponese In particolare i progressi compiuti sul fronte delle riforme strutturali decideranno se la ripresa dell’economia giapponese possa proseguire anche nel lungo termine. Il fallimento o la mancata attuazione di queste riforme vanificherebbe gli immensi sforzi a sostegno della congiuntura effettuati con le misure di politica monetaria e fiscale, tanto più che in presenza di un debito pubblico pari al 240% del prodotto interno lordo, lo spazio di manovra sembra assai limitato. Nel breve e nel medio termine, tuttavia dovrebbe confermarsi per l‘economia giapponese la tendenza alla ripresa, sostenuta anche dalla congiuntura globale attualmente caratterizzata da un certo dinamismo: per il 2017 prevedo per il Giappone una crescita dell’1,1%, per il 2018 dell’1,2%. La politica monetaria della Banca Centrale Giapponese che si confermerà espansiva e, in particolare, la debolezza dello yen nei confronti del dollaro contribuiranno a un’evoluzione positiva per le aziende giapponesi. Per quest’anno gli analisti prevedono un incremento degli utili realizzati dalle aziende che fanno parte dell’indice Topix pari al 14% in media. Per gli investitori con una certa propensione al rischio il mercato azionario giapponese potrebbe rivelarsi interessante. Uno sguardo ai mercati Azioni Liquidità Come previsto, durante la riunione di marzo la Banca Centrale Europea ha confermato la sua linea di politica monetaria. Il volume degli acquisti di obbligazioni scenderà in aprile da 80 miliardi a 60 miliardi al mese, come già precedentemente annunciato. Il programma di quantitative easing proseguirà almeno fino a fine anno. Deutsche Bank prevede che la politica monetaria rimanga accomodante e che nel breve termine il livello dei tassi d’interesse dovrebbe rimanere basso. Materie prime Le aziende delle aree geografiche più importanti per i mercati azionari sono uscite dalla recessione degli utili e beneficiano di nuovo di un momento positivo, come dimostra l’andamento di molti indici internazionali che nelle scorse settimane hanno registrato un incremento. Considerando le condizioni particolarmente favorevoli della congiuntura, Deutsche Bank preferisce gli Stati Uniti rispetto all’Europa e all’Asia. In particolare, i titoli ciclici potrebbero beneficiare dello scenario economico attuale. I titoli a dividendo dovrebbero rimanere interessanti nel lungo termine per gli inve- stitori con una certa propensione al rischio. Obbligazioni in Euro governative e corporate investment grade Altre obbligazioni Dato il moderato incremento dei rendimenti osservato in Europa, occorre prestare attenzione al rischio di variazione dei tassi e, dunque, è opportuno ridurre il numero di titoli a lungo termine nel portafoglio. Sono interessanti, pertanto, gli investimenti in grado di reagire rapidamente e con flessibilità alla variazione delle condizioni di mercato. Interessante Abbastanza Interessante La ripresa delle attività estrattive negli Stati Uniti mette sotto pressione il prezzo del petrolio: sui mercati delle materie prime crescono le preoccupazioni relative all‘eventuale effetto della produzione di petrolio di scisto (shale oil) statunitense che potrebbe rendere vani gli sforzi degli altri produttori per equilibrare il rapporto tra domanda e offerta a livello mondiale. I metalli industriali beneficiano di un’elevata domanda proveniente dalla Cina. Nel complesso però i mercati delle materie prime risentono ancora di troppe incertezze. Un investimento in questo settore non è pertanto consigliabile. Neutro Il rialzo dei tassi stabilito dalla Banca Centrale americana nel mese di marzo non ha sorpreso gli operatori. Per quanto riguarda il mercato obbligazionario statunitense, Deutsche Bank prevede una moderata crescita dei tassi d’interesse, accompagnata però da ampie fluttuazioni. I titoli di Stato americani appaiono comunque più interessanti rispetto ai Bund tedeschi offrendo un rendimento più elevato. Per gli investitori con una certa propensione al rischio potrebbe essere redditizio inserire nel portafoglio anche i titoli di Stato dei Paesi emergenti denominati sia in valuta forte, ad esempio in dollari americani, sia nella valuta locale. Poco Interessante Non Interessante Fonte: Deutsche Bank Private & Business Clients, CIO, in data: 24/03/2017. I nostri consulenti sono a vostra disposizione per fornirvi informazioni dettagliate sulle singole classi di investimento con le opportunità e i rischi correlati. Importanti eventi nelle prossime settimane 23.04. Elezioni presidenziali in Francia - Primo turno 27.04. Decisione sui tassi della BoJ (Giappone) e della BCE (Eurozona) 03.05. Decisione sui tassi della Federal Reserve 07.05. Possibile ballottaggio per le elezioni presidenziali in Francia 3 PROSPETTIVE APRILE 2017 Negli ultimi mesi il clima alla Borsa di Tokyo è migliorato. Le evoluzioni future dipendono dalle riforme di Shinzo Abe. Buone prospettive per le azioni giapponesi? Grazie alla debolezza dello yen e al dinamismo della congiuntura globale, i corsi azionari giapponesi si sono sviluppati recentemente in modo positivo. L’attuazione dei piani riformisti del Primo Ministro Shinzo Abe è decisiva per stabilire se questa tendenza sia destinata a proseguire in futuro. R ecentemente la stretta di mano tra Donald Trump e Shinzo Abe non è passata inosservata. Durante la sua visita a Washington il Primo Ministro giapponese è apparso in imbarazzo quando Donald Trump gli ha stretto la mano per 19 interminabili secondi. Diversamente da quanto accade nei Paesi occidentali in Giappone non si usa stringersi la mano e, nel caso in cui questo avvenga, è opportuno evitare una stretta troppo vigorosa. Per molte persone che vivono in Occidente il Giappone è ancora un Paese sconosciuto da molti punti di vista, e non solo per la sua cultura; anche le strutture economiche della terza potenza industriale a livello mondiale sono relativamente poco conosciute. Il mercato azionario in Giappone è molto più grande di quello tedesco: solo l’indice Topix, 4 che include le azioni giapponesi più importanti, comprende circa 2.000 aziende, mentre alla Borsa di Francoforte sono quotate appena 530 aziende tedesche. Notevole è anche la differenza nella capitalizzazione di mercato: con 5mila miliardi di dollari americani il mercato giapponese è circa il triplo di quello tedesco, anche se la differenza a favore del PIL nipponico è solo del 40%. Nel “Paese del Sol Levante” i settori che si contraddistinguono per la maggiore ponderazione sono l’industria, il consumo ciclico e le finanze. Clima di ottimismo sui mercati giapponesi Attualmente il Kabutocho, la Borsa giapponese che prende il nome dal quartiere di Tokyo in cui Di recente le azioni giapponesi hanno segnato un andamento positivo. La congiuntura globale e la debolezza dello yen trascinano al rialzo le quotazioni. Le prospettive a lungo termine dipendono anche dalle riforme di Shinzo Abe. è situata, diffonde un clima positivo: dopo un avvio relativamente debole, con il secondo semestre del 2016 si è osservata una ripresa delle quotazioni e le elezioni di Donald Trump alla Casa Bianca, avvenute l’8 novembre scorso, hanno impresso nuovo vigore. Da allora il Topix è salito del 13,5% raggiungendo i 1.545 punti attuali (si veda il grafico a pag. 4). Questa tendenza sembra destinata a continuare, principalmente per due motivi: la congiuntura a livello globale sembra beneficiare del miglioramento delle prospettive di crescita per l’economia americana. Inoltre il rialzo dei tassi, dopo la vittoria elettorale di Donald Trump, ha portato all’apprezzamento del dollaro nei confronti dello yen che dall’8 novembre ha ceduto circa il 5,2% nei confronti della moneta americana e che dovrebbe continuare a rimanere debole, anche in seguito alla politica monetaria espansiva della Banca del Giappone. Ne beneficiano le numerose aziende nipponiche che realizzano il 60% del loro fatturato con le esportazioni e che sono così in grado di offrire i loro prodotti a prezzi più competitivi. Le prospettive attuali sono positive Anche i fondamentali del Giappone rispecchiano la situazione corrente: con un tasso di disoccupazione del 3%, il Paese è prossimo alla piena occupazione, nel settore del commercio al dettaglio le vendite nel 2017 sono in continuo aumento e l’indice PMI (indice dei direttori agli acquisti) aveva superato già a settembre 2016, sia per l’industria manifatturiera sia per i servizi, la soglia dei 50 punti che segnala la crescita economica. Attualmente si osservano tutti i presupposti per un‘evoluzione positiva, almeno a breve termine, sul mercato azionario giapponese, come indicano tra l’altro anche le stime sugli utili: per il 2017 gli analisti prevedono un incremento di circa il 14% e per il 2018 dell’8,4%. Alla luce di queste considerazioni, appaiono giustificate le quotazioni elevate che caratterizzano le azioni giapponesi: attualmente il rapporto prezzo/utili riferito agli utili correnti con il 14,1 si attesta sopra la media decennale di 13. Il management aziendale è al centro delle riforme di Shinzo Abe Per quanto riguarda le prospettive a lungo termine, invece, molto dipende dall’effettiva realizzazione delle riforme strutturali con le quali il Primo Ministro intende ridefinire l’organizzazione aziendale. Un ruolo centrale a questo proposito occupa il “Corporate Governance Code“ introdotto nel 2015. Si tratta di un codice sulla buona gestione aziendale, redatto in base ai principi stabiliti dall‘Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). Con il Corporate Governance Code il governo intende porre fine al sistema di partecipazioni incrociate, vastissimo per tradizione, ma estremamente inefficiente, che caratterizza le Yen più debole - Mercato azionario più forte L’evoluzione dell’indice di riferimento giapponese Topix (in punti indice) e del tasso di cambio dollaro/yen. Un deprezzamento dello yen causa di solito un incremento delle quotazioni azionarie. 1.800 60 Topix (scala in punti indice) USD/JPY (scala destra, all’inverso) 1.600 70 80 1.400 90 1.200 100 110 1.000 120 800 130 600 marzo 2012 140 sett. 2012 marzo 2013 sett. 2013 marzo 2014 sett. 2014 marzo 2015 sett. 2015 marzo 2016 sett. 2016 marzo 2017 Fonte: Bloomberg L.P., data: martedì 28 marzo 2017: Le performance e le previsioni storiche e attese non rappresentano una stima certa delle performance future. aziende nipponiche. Inoltre, il Codice prende posizione anche in relazione alle riserve liquide delle aziende: nell’ultimo secolo i gruppi nipponici hanno attraversato momenti difficili nei quali disporre di capitale non vincolato era un’esigenza fondamentale. Per questa ragione attribuiscono grande importanza all’accantonamento di ampie riserve di liquidità. Il governo intende ora fare in modo che questi capitali vengano utilizzati in modo più efficiente e a questo scopo mette a disposizione delle aziende tre possibilità: possono investire, distribuire dividendi più elevati agli azionisti oppure riacquistare le loro azioni. Mentre un aumento degli investimenti potrebbe avere effetti positivi sull’andamento delle quotazioni a lungo termine, una distribuzione più generosa dei dividendi e il riacquisto di azioni risulterebbero vantaggiosi già nel breve termine. In ogni caso gli azionisti beneficerebbero indubbiamente di queste misure. Il riacquisto di azioni è in aumento Tra i dirigenti dei gruppi giapponesi sembra essersi già diffuso un altro modo di pensare: nel Topix il rendimento da dividendi è salito dall’1,6% del 2013 all’1,9% dell’anno scorso e per quest’anno Deutsche Bank prevede un nuovo incremento, fino al 2,1%. Anche il riacquisto di azioni ha raggiunto nel 2016, con un volume di 57 miliardi di dollari, un livello da record, contribuendo con l’1,2% alla stabilizzazione della performance del mercato azionario giapponese. Le aziende devono diventare più trasparenti Un altro punto al centro del Corporate Governance Code è il rafforzamento del dialogo tra le aziende e i loro azionisti. Anche qui è stato possibile osservare i primi progressi, come dimostra l’esempio di Fanuc, uno dei più grandi produttori di robot industriali. Per lungo tempo il management si è sottratto a qualsiasi dialogo con analisti e investitori, secondo una forma di riservatezza che in Europa e negli Stati Uniti sarebbe considerata inconsueta, ma che in Giappone si basa su una lunga tradizione, anche presso le grandi aziende. Tanto più sorprendente è stata la costituzione nel 2015 di un reparto Investor Relations, con il quale Fanuc vuole intensificare i contatti con i suoi investitori e rendere i processi più trasparenti. Fanuc attualmente è quotata nel Nikkei 400, l’indice lanciato nel 2014 che comprende 400 aziende che sono conformi agli standard globali di investimento per quanto riguarda l’impiego efficiente del capitale e una governance molto attenta alle aspettative degli azionisti. Il governo di Shinzo Abe, oltre a richiamare le aziende alle loro responsabilità, ha introdotto anche lo “Stewardship Code“ con il quale si rivolge direttamente agli investitori incoraggiandoli a rappresentare i loro interessi con maggiore convinzione. Il mercato azionario giapponese è interessante Per quanto remota possa sembrare l’idea di un investimento nel “Paese del Sol Levante”, chi è propenso al rischio potrebbe trovare opportunità interessanti nel mercato azionario. È importante, tuttavia, seguire con estrema attenzione l’evoluzione della congiuntura globale e l‘andamento dello yen, oltre ai progressi nel lungo termine delle riforme annunciate da Shinzo Abe. Deutsche Bank è ottimista per quanto riguarda le possibilità di riuscita del Primo Ministro nipponico. 5 PROSPETTIVE APRILE 2017 Le nuove economie del continente asiatico All’ombra dei due giganti economici Giappone e Cina, in Asia si fanno strada anche Paesi emergenti come l’India, l’Indonesia e le Filippine. È vero che le sfide che questi Paesi dovranno affrontare per proseguire nel loro percorso di sviluppo sono notevoli, ma sembra che le basi di partenza per un futuro di successo siano già state poste. L a sequenza di riforme che ha caratterizzato la Cina negli ultimi anni è ormai cosa leggendaria. E anche per il futuro la seconda potenza economica mondiale ha in serbo grandi progetti che comprendono niente di meno che la riorganizzazione completa delle strutture economiche, al fine di trasformare il Paese da officina del mondo a una società basata sui servizi e sui consumi interni. Anche nel vicino Giappone, che segue la Cina nella classifica mondiale, si intensificano gli sforzi 6 riformisti per rendere l‘economia ancora più competitiva. A causa del dominio delle due superpotenze, spesso molti operatori di mercato dimenticano di prestare attenzione ad altri mercati asiatici. Ma in questo continente si muovono molte cose anche in seconda fila e perlopiù in senso positivo. I programmi riformisti intrapresi da India o Indonesia sono ancora più estesi di quelli di Giappone e Cina e le Filippine si stanno incamminando lungo il percorso della crescita sostenibile. India: con Narendra Modi l‘economia assume una struttura moderna Il prossimo Paese asiatico a conquistarsi il ruolo di potenza economica dovrebbe essere l’India. A questo successo contribuisce da un lato la grandezza del Paese che si estende su una superficie grande nove volte la Germania e conta circa 1,3 miliardi di abitanti. Inoltre, la politica riformista del Primo Ministro Narendra Modi, in carica dal Buone prospettive per i mercati asiatici emergenti Stati federali che godono di ampia autonomia e si imprimerebbe nuovo slancio al mercato interno che mostra già buona solidità. Positivo è, inoltre, il fatto che la popolazione sembra sostenere le riforme attuate dal partito di governo, il Bharatiya Janata Party (BJP). Lo hanno dimostrato le elezioni che si sono svolte a febbraio di quest’anno nello Stato dell’Uttar Pradesh, il più popoloso dell’India con 200 milioni di abitanti, che hanno visto la vittoria del BJP che ha conquistato l’80% dei seggi. Narendra Modi può, dunque, ora procedere con ancora più convinzione sulla strada delle riforme. Deutsche Bank prevede la continuazione degli sforzi riformisti e riscontra potenziale di crescita: dopo aver realizzato l’anno scorso un +7,5%, il PIL indiano potrebbe crescere del 7,3% nell’attuale anno finanziario che inizia ad aprile. Anche sul mercato dei capitali si fa notare la nuova dinamica economica: per quanto riguarda le azioni, gli analisti prevedono per il 2017 una crescita degli utili di circa il 16% rispetto all’anno precedente. Anche se le singole riforme potrebbero mettere nel breve termine le imprese di fronte a nuove sfide e se le stime dovessero venire riviste al ribasso, nel lungo termine l‘economia indiana e le sue aziende sembrano percorrere una strada molto promettente. Indonesia: un robusto mercato interno ed export in crescita 2014, che cerca di liberare il Paese dall’elefantiasi burocratica e dalla corruzione diffusa a tutti i livelli, incide positivamente sull’evoluzione economica. Finora sono stati già compiuti i primi passi per l’abbattimento di questi ostacoli con l’introduzione del codice di previdenza sociale per ogni indiano, la liberalizzazione delle regole per gli investitori stranieri o la recente riforma sui contanti. Da luglio 2017 l’India dovrebbe compiere un altro importante passo avanti con l’introduzione di un’aliquota di tassazione sul reddito d‘impresa valida in tutto il Paese, la quale semplificherebbe notevolmente il sistema fiscale indiano estremamente frazionato e complesso. In questo modo si agevolerebbero gli scambi commerciali tra gli Anche l’Indonesia sembra avviarsi lungo un simile percorso, benchè su scala ridotta. Dopo una crescita del 5,0% raggiunta nel 2016, per quest’anno Deutsche Bank prevede un nuovo avanzamento, fino al 5,5%. Il più grande Statoarcipelago del mondo ha alcune caratteristiche in comune con l’India, tra le quali una popolazione giovane e numerosa (250 milioni di abitanti, un mercato interno che cresce in modo stabile e un governo riformista). Il Presidente Joko Widodo, in carica dal 2014 come Narendra Modi, ha stabilizzato, nonostante alcune fasi di flessione, l‘economia del Paese. Inoltre, la sanatoria fiscale che consente ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione senza incorrere in alcun tipo di azione penale e le agevolazioni per il rimpatrio dei capitali dall’estero aumentano il flusso di investimenti verso l’Indonesia. Nello scenario economico attuale l’elevata quota di titoli ciclici potrebbe rendere interes- sante il mercato azionario indonesiano, favorendo così le aziende locali. Deutsche Bank prevede che altri impulsi giungeranno, tra l’altro, dalla stabilizzazione dell’export, ad esempiodei metalli industriali come il rame. Secondo le stime degli analisti, nel 2017 il mercato azionario indonesiano con il 15,3% supera nettamente la performance raggiunta lo scorso anno. Nel lungo termine la solidità del mercato interno dovrebbe sostenere le quotazioni. Filippine: i titoli ciclici sostengono la crescita Per quanto riguarda il mercato filippino gli osservatori si esprimono con cautela: una crescita degli utili delle aziende prevista al 5,7% riflette le preoccupazioni di molti investitori per il dispotismo del Presidente Rodrigo Duterte. Sulla base dei fondamentali, tuttavia, è possibile formulare un outlook positivo: la domanda interna è sufficientemente solida e il governo di Manila intende realizzare un piano di investimenti pubblici per il rinnovo delle infrastrutture che contribuirà, con una percentuale che varia dal 2% al 7%, del PIL. Nel breve termine la quota delle aziende del settore ciclico, ancora più elevata che in Indonesia, potrebbe imprimere slancio al mercato azionario filippino. Per l‘arcipelago composto da 7.000 isole che si estende nel Pacifico occidentale, Deutsche Bank prevede un impulso alla crescita anche nel 2017: dopo il 6,8% dell’anno scorso, dovremmo osservare quest’anno un incremento del 5,8%. L’Asia offre interessanti opportunità di crescita Per gli investitori propensi al rischio potrebbe rivelarsi interessante prendere in esame anche gli altri Paesi dell’Asia, oltre alla Cina e al Giappone, considerando però che nel breve termine prevediamo fluttuazioni anche piuttosto ampie sui mercati azionari. Inoltre, per questi Paesi le buone prospettive economiche sono strettamente correlate all’attuazione delle riforme necessarie che a loro volta presuppongono stabilità politica. Un investimento nel continente asiatico, pertanto, non deve limitarsi a un Paese o a una singola azienda, ma deve essere ampiamente diversificato e comprendere tutta l‘area geografica, al fine di limitare il rischio. 7 PROSPETTIVE APRILE 2017 Approfondimento Giappone - Il gigante economico dell’Estremo Oriente Congiuntura Popolazione Alta urbanizzazione 126,7 milioni di abitanti Età media 2017: crescita economica attesa rispetto all’anno precedente Più di 9 giapponesi su 10 vivono nelle città (93,5 %); nell’Unione Europea sono appena il 74,8%. 46,9 anni India Cina Sapporo (età media UE: 42,7 anni) 7,3 % 6,5 % Stati Uniti Crescita della popolazione –0,19 % p.a. (rispetto all’UE: +0,23% p.a.) 2,6 % Germania 1,1 % Giappone 1,1 % 2016: PIL in migliaia di miliardi di dollari Stati Uniti Società di servizi Cina Il settore dei servizi detiene la fetta maggiore del PIL del Giappone, seguito dall’industria e dall’agricoltura. 27,7 % 11,1 Giappone Germania India 71,1 % 18,9 1,2 % 4,9 3,5 2,2 Debito pubblico (in percentuale del PIL) 300 % Kobe Kyoto Nagoya Osaka Fukuoka Saitama 200 % Tokyo 100 % Kawasaki 0 % Yokohama 2000 2004 2008 2012 2016 Giappone India Germania Stati Uniti Cina Tasso di disoccupazione in Giappone Importazioni Partner principali per le importazioni: Cina (26%) e Stati Uniti (11%) 536 miliardi di dollari Beni principali: macchinari (25%) e materie prime per la produzione di energia e minerali (23%) 6 % Esportazioni Paesi più importanti per le esportazioni: Stati Uniti 19%, Cina 17% 5 % 597 miliardi di dollari Beni principali: macchinari 37%, mezzi di trasporto 25% 4 % 3 % 2 % 2006 2008 2010 2012 2014 2016 Fonti: CIA Factbook, Deutsche Bank, Banca Mondiale. Dati attualmente disponibili. DISCLAIMER EDITORE: Deutsche Bank Privat- und Geschäftskunden AG, Theodor-Heuss-Allee 72, 60486 Frankfurt am Main www.deutsche-bank.de/investments REDAZIONE: Michael Tirpitz (V. i. S. d. P.), Vincent Werdung, Friederike Walle, Thomas Jakobs, Tobias Friedrich, Pasquale Afflisio, Christopher Duprée TRADUZIONE: Tectrad, Gruppo Ubiqus FOTOGRAFIE: Anadolu Agency/Getty Images, Bloomberg/Getty Images (2), Deutsche Bank. Ogniqualvolta venga menzionato in questa rivista il nome Deutsche Bank, ciò si riferisce alle offerte di Deutsche Bank AG e di Deutsche Bank Privatund Geschäftskunden AG. Questo documento è stato elaborato da Deutsche Bank esclusivamente a scopo informativo. Il documento non ha carattere di offerta, invito ad offrire, o di messaggio promozionale finalizzato all’acquisto, alla vendita o alla sottoscrizione di strumenti/prodotti finanziari di qualsiasi genere. Inoltre, esso non è inteso a raccomandare o a proporre una strategia di investimento in merito a strumenti finanziari. In particolare il presente documento non costituisce in alcun modo una raccomandazione personalizzata; lo stesso è stato predisposto senza considerare gli obiettivi di investimento, la situazione finanziaria o le competenze di specifici investitori. Le informazioni contenute nel presente documento si basano su fonti ri- 8 tenute attendibili. Tuttavia Deutsche Bank SpA e le sue società controllanti, controllate e collegate, nonché i suoi amministratori, collaboratori e/o dipendenti, non assumono alcuna responsabilità in relazione al presente documento né relativamente alle informazioni in esso contenute e non accettano alcuna responsabilità per eventuali errori od omissioni né potranno considerarsi responsabili per le eventuali perdite o danni di qualsivoglia natura che dovessero derivare dal fatto che si sia fatto affidamento su tale documento. Ciascun investitore dovrà pertanto assumere le proprie decisioni di investimento in modo autonomo, tenuto conto delle sue caratteristiche e dei suoi obiettivi di investimento, e a tale scopo non dovrà basarsi, prioritariamente o esclusivamente, sul presente documento. Deutsche Bank SpA non rilascia alcun parere in relazione alla situazione legale o fiscale dell’investitore. Si consiglia pertanto di consultare il proprio legale e/o consulente fiscale per verificare la propria situazione. Le analisi e le stime contenute nel presente documento costituiscono valutazioni aggiornate alla data della sua produzione e possono essere soggette a variazioni senza preavviso né comunicazione. Si consiglia di effettuare una verifica con il proprio consulente d’investimento per assicurarsi che le analisi conservino la loro validità. Eventuali risultati passati riportati in questo documento non costituiscono un indicatore di risultati futuri. Pertanto Deutsche Bank S.p.A. non fornisce alcuna garanzia di realizzazione degli scenari prefigurati. Società del Gruppo Deutsche Bank AG potrebbero (i) porre in essere transazioni in maniera non congruente con le opinioni riportate nel presente documento, (ii) negoziare in contropartita diretta le categorie di strumenti (o derivati collegati) menzionate nel presente documento, e/o (iii) assumere posizioni di proprietà nelle categorie di strumenti (o derivati collegati) menzionati nel presente documento. Il contenuto di questo documento non può essere modificato in alcun modo, né esso può essere copiato, trasmesso o distribuito senza l’approvazione preventiva scritta di Deutsche Bank SpA. 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