scheda botanica / piante alimurgiche
Forest & Kim Starr
Portulaca (Portulaca oleracea)
Nomi comuni
Erba dei porci, porcellana, porcacchia
Descrizione
Pianta erbacea annuale (fam.
Portulacacee). È diffusa in tutto il bacino
del Mediterraneo e nei climi temperati e
aridi ed è considerata cosmopolita. Ha
un portamento prostrato, quasi strisciante
e non supera i 10-20 cm di altezza.
Presenta fiori piccoli e gialli e foglie ovate,
opposte e lucide, carnose, dalla
consistenza vitrea e gelatinosa. Le foglie
sono simili nell’aspetto e per la funzione di
accumulo di acqua a quelle di alcune
piante grasse o succulente. Anche il fusto
è carnoso, di colore rossiccio e tutta la
pianta ha un gusto acidulo e fresco. I frutti
consistono in piccole capsule che si
aprono a maturità, liberando un gran
numero di piccoli semi nero-argentei di
facile germinabilità. La loro diffusione è
garantita dal vento e dall’acqua, ma anche
dall’azione delle formiche, che li
raccolgono per il loro contenuto oleoso
(dispersione mirmecocora).
Raccolta o coltivazione
La portulaca è da sempre coltivata negli
orti (per esempio nelle interfile e nelle
bordure di altre coltivazioni) o raccolta allo
stato spontaneo per scopo alimentare.
Trattandosi di una pianta infestante a
rapida colonizzazione (un solo individuo è
© 2010 – Pearson S.p.A.
in grado di produrre diverse migliaia di
semi) può occupare facilmente e con
aggressività spazi incolti e ruderali, cioè
caratterizzati da interventi modificatori da
parte degli esseri umani. Indagini
archeologiche hanno evidenziato che il
suo uso alimentare era assai comune nel
nostro paese sin dal tardo medioevo tanto
nelle campagne che nelle città, anche
durante il Rinascimento; in città veniva
coltivata nei giardini anche da parte delle
famiglie più abbienti. Non rappresentava
dunque un cibo esclusivamente rurale e
povero. Nel corso dei secoli il suo impiego
è tuttavia andato in disuso, sostituito da
altre specie con foglie più tenere e dolci e
dalla maggiore resa agronomica, come le
lattughe e le insalate.
Usi
Nelle campagne italiane il suo impiego
come pianta commestibile raccolta allo
stato spontaneo permane e riguarda
essenzialmente la preparazione di insalate
fresche e misticanze in cui è abbinata ad
altre verdure a foglia (radicchio, tarassaco,
rucola), soprattutto per il suo gusto sapido
e asprigno. Usi analoghi si registrano in
tutte le zone della Terra in cui la portulaca
cresce spontanea o è stata introdotta dagli
esseri umani. Più raramente è consumata
cotta, in frittate o in zuppe, alle quali
conferisce una consistenza gelatinosa per
via delle abbondanti mucillagini.
Componenti principali
Rispetto ad altre verdure a foglia, la
portulaca presenta alcune peculiarità
vantaggiose e alcuni limiti. Questi ultimi
riguardano la presenza di sensibili quantità
di acido ossalico, una delle sostanze di
scarto del metabolismo vegetale. L’acido
ossalico e i suoi sali di calcio, scarsamente
solubili, costituiscono un fattore
antinutrizionale, essendo tra i principali
costituenti dei calcoli renali e biliari.
Persone con un pregresso di patologie
renali ed epatobiliari dovrebbero evitarne
l’uso e anche per gli altri può essere
opportuno limitare i quantitativi assunti,
sebbene il limite oltre al quale questa
sostanza esplica la sua tossicità
corrisponda all’ingestione di circa 1 kg di
foglie. A livello tradizionale, questo limite
era aggirato utilizzando la portulaca in
misticanze di verdure in cui essa non
costituiva l’ingrediente principale: in questo
modo, ne venivano diluiti gli effetti negativi.
Per contro, le foglie e i fusti giovani di
questa pianta contengono maggiori
quantità di acidi grassi polinsaturi della
classe Omega-3, di vitamina E e di acido
ascorbico se confrontate con molte
verdure a foglia comunemente presenti
nelle nostre diete, come gli spinaci.
che cosa significa
Mucillagini Termine generico che indica
polimeri di origine vegetale a base
polisaccaridica, caratterizzati dalla comune
capacità di trattenere acqua al loro interno.
Includono per esempio le gomme (come
quella arabica ottenuta dalle acacie), gli
alginati (ottenuti dalle alghe), le pectine
(ottenute da molti frutti). Sono apprezzate
per l’azione emolliente, protettiva delle
mucose. Utilizzate per via esterna, le
mucillagini assicurano uno strato isolante
protettivo a contatto con l’epidermide che
contribuisce a mantenerla umida,
prevenendone o contrastandone la
disidratazione. Se ingerite, invece, sono in
grado di transitare attraverso l’intestino con
un contributo calorico scarso o nullo e
pertanto hanno valore nelle diete, perché al
tempo stesso si rigonfiano aumentando la
sensazione di sazietà. Hanno anche un
effetto lassativo per aumento della massa
intestinale, cui si accompagna un’azione
lenitiva, antinfiammatoria e protettiva nei
riguardi delle mucose intestinali.
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