Le nostre erbe
aromatiche e spontanee
Vi siete mai chiesti quante sono le piante che ci circondano?
Che senso ha conoscerle?
In che modo esse influenzano la nostra vita?
In Italia il numero di specie è il più alto rispetto a tutti gli altri paesi d’Europa e solo
nel nostro Parco del Conero ci sono oltre mille specie vegetali!
Ciò nonostante, questa grande ricchezza è poco conosciuta.
Siamo circondati da moltissime specie vegetali, ma spesso riusciamo a distinguere solo i
principali alberi.
Certamente non possiamo sapere tutto, ma la conoscenza di ciò che ci circonda non può
che arricchirci.
Sin dalla preistoria l’uomo ha imparato a conoscere le piante, sia per scopi alimentari,
sia per curarsi. Nel corso della storia questo sapere si è sempre più arricchito, talvolta
fondendosi con aspetti magici attribuiti alle piante, permettendo alle diverse società di
sfruttare le proprietà delle piante non solo nell’agricoltura, nell’alimentazione e nella
medicina, ma anche utilizzandole per realizzare oggetti, coloranti, cosmetici.
Spesso nelle scuole vengono organizzate delle uscite nei parchi o nelle oasi
naturalistiche con lo scopo di conoscere e riscoprire la natura. Secondo noi è invece
importante anche conoscere la natura a partire dall’ambiente in cui viviamo e di cui
abbiamo un’esperienza quotidiana, come l’orto, il giardino vicino a casa o il parco in
cui giochiamo.
Anche da questi ambienti è possibile scoprire e riconoscere la diversità delle piante, e
conoscendole iniziare ad apprezzare la loro ricchezza.
Il lavoro che abbiamo svolto parte proprio da due ambienti a noi vicini. Abbiamo,
infatti, svolto delle ricerche sulle piante aromatiche che più utilizziamo nelle nostre
cucine e sulle erbe spontanee che crescono nei nostri giardini.
Grazie a questa attività abbiamo iniziato ad apprezzare la varietà, la ricchezza e
l’importanza di queste piante per l’uomo e compreso che la biodiversità è un valore da
difendere. Ma per fare questo è necessario, prima ancora, difendere gli ambienti dove
queste piante naturalmente vivono anche con piccoli gesti quotidiani come evitare di
gettare rifiuti, riutilizzare gli oggetti e i materiali di casa e fare correttamente la
raccolta differenziata.
Le prof.
ALLORO
Classificazione
Regno:
Plantae
Divisione:
Magnoliophyta
Classe:
Magnoliospida
Ordine:
Laurales
Famiglia:
Lauraceae
Genere:
Laurus
Specie:
Laurus nobilis
Caratteristiche botaniche
Morfologia: questa pianta è un vero e proprio albero alto fino ai 10 m.
Il fusto è eretto e la corteccia è di colore verde nerastra.
Le foglie sono verde scuro e hanno una forma ovale.
L’alloro è una pianta dioca cioè che porta fiori maschili e fiori femminili su
piante separate.
I fiori, di colore giallo chiaro, sono riuniti a formare una infiorescenza ad
ombrella e compaiono in primavera.
Habitat: diffuso lungo le zone costiere settentrionali del Mar Mediterraneo
dalla Spagna alla Grecia. In Italia cresce spontaneamente nelle zone centromeridionali e lungo le coste, mentre nelle regioni settentrionali è coltivato.
Proprietà terapeutiche
Aromatiche, aperitive, digestive, stimolanti, leggermente antisettiche,
espettoranti.
Utilizzo
Questa pianta è usata in cucina per aromatizzare carni e pesci e anche
come rimedio casalingo per allontanare le tarme dagli armadi.
Storia
Nella tradizione greco romana era una pianta sacrale che simboleggiava la
Sapienza e la Gloria e veniva utilizzata come premi per i vincitori dei giochi
mitici o delfini, veniva anche assegnata ai poeti laureati.
L’alloro è un arbusto nativo dell’Asia Minore ed è stato coltivato poi nel sud
dell’Europa, divenendo una delle piante più comuni e tipiche del
Mediterraneo. Era conosciuto nell’antichità per le sue proprietà benefiche.
Già dal 2500 a. C. la città siriana di Aleppo era famosa per il sapone
ottenuto con olio essenziale di alloro con virtù antisettiche.
Nella mitologia questa pianta fece la propria comparsa sulla terra a causa di
un amore non corrisposto. Apollo si invaghì alla follia della bellissima
Dafne. La ninfa per sottrarsi alle sue attenzioni si diede alla fuga e, quando
stava per essere raggiunta dal dio, fu trasformata in alloro da Gea, dea
madre di tutti i viventi. L’albero divenne sacro ad Apollo, dio della musica,
della poesia e di tutte le arti, e le sue fronde furono usate per incoronare le
teste dei poeti, degli eroi, dei vincitori, usanza che si è mantenuta in gran
parte anche ai giorni nostri.
Michele Pigliapoco
BASILICO
Classificazione
Regno:
Plantae
Divisione:
Magnoliophita
Classe:
Magnoliopsida
Ordine:
Lamiales
Famiglia:
Lamiaceae
Genere:
Ocimum
Specie:
Ocinum basilicum
Caratteristiche botaniche
Morfologia: specie erbacea annuale che può arrivare ad un metro
d’altezza.
Il fusto è eretto e abbastanza ramificato e le sue foglie sono opposte
picciolate a lamina ovale, intere a margine seghettato.
I suoi fiori sono disposti in verticilli.
Hanno una forma caratteristica: il calice a forma di tubo terminante con dei
denti, la corolla è divisa in due labbra (una superiore e una inferiore) e è di
colore bianca.
I suoi frutti sono degli acheni nerastri, ovali, lunghi un paio di centimetri.
Habitat: il basilico si raccoglie da piante coltivate non essendo una pianta
spontanea nella nostra flora.
Proprietà terapeutiche
Digestive, antispasmodiche, antiinfiammatorie.
Utilizzo
Uso interno
Si utilizza un infuso di foglie secche per facilitare la digestione e attenuare
gli spasmi gastrointestinali.
Uso esterno
Il decotto si utilizza per le infiammazioni alla bocca e alla gola e anche uso
cosmetico.
In cucina
È una pianta essenziale nella cucina ligure (per preparare il pesto).
Storia
Nativo dell’Asia tropicale e dell’India, il basilico si diffuse dal medio oriente
in Italia e nella antica Grecia ai tempi di Alessandro Magno intorno al 350
a.C.
Ai tempi dell’antica Grecia il basilico era considerato un simbolo diabolico,
di sfortuna e di odio.
Più in avanti nel tempo si utilizzò per guarire le ferite.
Gli antichi Egizi lo usavano per le offerte sacrificali e durante le operazioni
chirurgiche per prevenire e curare le infezioni. Mentre la tradizione
racconta che la tomba di Cristo fosse adornata da tale pianta: ancora oggi,
gli altari delle chiese ortodosse ne sono arricchiti. I crociati riempivano la
stiva delle loro navi di basilico al ritorno dalla Terra Santa: teneva lontano
insetti, malattie e cattivi odori.
Jacopo Venturini
DRAGONCELLO
Classificazione
Regno:
Plantae
Divisione:
Magnoliophyta
Classe:
Magnoliopsida
Ordine:
Asterales
Famiglia:
Asteraceae
Genere:
Artemisia
Specie:
Artemisia dracunlus
Caratteristiche botaniche
Morfologia: il fusto forma dei cespugli che possono raggiungere un metro
di altezza, ha fiori piccoli verde-giallastro, riuniti in inflorescenze a forma
di pannocchia. Le foglie verde scuro sono sottili e lucenti. Il frutto è scuro
ed è grande 1-2 millimetri. I semi sono generalmente sterili.
Habitat: il terreno di coltivazione deve essere preferibilmente ben
concimato, leggero e non umido.
Proprietà terapeutiche
Antifermentative intestinali e digestive.
Utilizzo
Uso alimentare: in Italia non è molto utilizzato, anche se fresco e tritato
è ottimo nelle insalate e conferisce un gusto particolare all’olio e all’aceto
in cui viene fatto macerare.
In Francia viene messo nelle omelette o associato a pollo, zuppe, burro
aromatizzato e certi tipi di pesce.
Medicina: le sue foglie contengono sali minerali e le sue vitamine A e C. Di
solito le foglie si usano tramite un infuso il quale stimola l’appetito. Le sue
radici danno sollievo al mal di gola.
Storia
Il dragoncello o estragone è una pianta originaria della Russia meridionale e
Siberia, venne conosciuto ed apprezzato dagli Arabi che contribuirono a
portarlo nell’area del Mediterraneo.
Ci sono diverse tesi che spiegano come il dragoncello si sia diffuso in Italia:
! Una afferma che arrivò in seguito alle crociate.
! L’altra dice che il Dragoncello giunse in Toscana nel 774 al seguito di
Carlo Magno, dove fu piantato e coltivato nell’orto dell’Abbazia si S.
Antimo.
Kristian Prifti
Classificazione
Regno:
Plantae
Classe:
Magnoliophyta
Ordine:
Lamiales
Famiglia:
Lamiaceae
Divisione:
Magnoliophyta
Genere:
Origanum
Specie:
Origanum majorana
Caratteristiche botaniche
Morfologia: la maggiorana è una pianta erbacea. Le radici sono a fittoni.
La pianta ha un fusto eretto. Le foglie sono disposte due a due, sono
picciolate e hanno una forma lanceolata nella punta e stretta alla base.
Habitat: queste piante si possono trovare fino a 2000 m, quindi in
montagna e collina. La maggiorana si trova anche nei bordi delle vie
cittadine.
Proprietà Terapeutiche
La pianta non solo si rivela utile in cucina ma è anche in possesso
di proprietà terapeutiche che, per alcuni aspetti, sono in grado di
apportare benefici alla nostra salute.
Grazie
al
contenuto
di
vitamina
C
la maggiorana ha proprietà antispasmodiche e si rivela utile in caso di
raffreddore e tosse.
Utilizzo
La maggiorana è utilizzata in cucina, per le sue qualità aromatiche, per
condire i piatti.
Vanta di numerose proprietà benefiche per la salute.
La maggiorana veniva utilizzata dall’ inizio dell’ Antica Grecia.
Nel medioevo invece veniva utilizzata come “scaccia spiriti” perché si
pensava che avesse poteri magici.
Curiosità
In antichità si diceva che la maggiorana portasse fortuna e felicità.
Una leggenda racconta che Afrodite mise la maggiorana nel corpo di suo
figlio Enea per curargli le ferite.
Nicolas Pandolfi
MELISSA
Classificazione
Regno:
Plantae
Divisione:
Magnoliophyta
Classe:
Magnoliopsida
Ordine:
Lamiales
Famiglia:
Lamiaceae
Genere:
Melissa
Specie:
Melissa officinalis
Caratteristiche botaniche
Morfologia: la melissa é una pianta erbacea spontanea, perenne, dal
gradevole odore di limone. Il fusto è eretto, quadrangolare, ramificato.
La pianta può raggiungere 30-80 cm di altezza.
Le foglie, di forma ovata, sono picciolate, opposte, di un colore verde
intenso in superficie e verde chiaro nella parte inferiore.
I fiori sono di colore bianco con leggere sfumature rosa.
Habitat: cresce spontaneamente nelľ Europa meridionale e nell’ Asia
occidentale. In Italia la si può trovare lungo le siepi e nelle zone ombrose;
viene inoltre coltivata nei giardini.
Proprietà terapeutiche
La melissa officinalis viene impiegata come sedativo negli stati d’ansia con
somatizzazioni viscerali ed irrequitezza ed anche in patologie dispetiche
gastroenteriche grazie alla sua azione spasmolitica e nella cura
dell’emicrania.
Utilizzo
Le foglie possono essere utilizzate al posto del limone, nella preparazione
di amari, di minestre, frittate, salse, aceti aromatici, insalate, dolci,
macedonie di frutta, e per aromatizzare latte e vino.
Curiosità
La Melissa è coltivata da oltre 2000 anni come pianta mellifera, infatti il
nome del genere deriva dal termine greco che designa l’ape.
Nei monasteri benedettini si dedicava particolare attenzione alla
coltivazione di erbe e piante medicinali; un'area all'interno delle mura del
monastero, era sempre riservata "orto dei semplici". Le erbe coltivate erano
utilizzate per preparare tinture, unguenti, tisane, ma anche per la
preparazione di bevende, liquori, molti dei quali ancor oggi conosciuti.
La Melissa entra nella composizione di più d'uno di questi famosi liquori, lo
"Chartreuse" o "Elixir di lunga vita " prodotto dal monaco benedettino Dom
Bernardino Vincelli nel 1510 e il "Cusenier" dell'Abate di Montbenoit
risalente al 1637.
Kevin Ingrassia
MENTA
Classificazione
Regno:
Plantae
Divisione:
Magnoliophyta
Classe:
Mognoliopsida
Ordine:
Lamiales
Famiglia:
Lamiaceae
Genere:
Mentha
Specie:
Mentha piperita
Caratteristiche Botaniche
Morfologia: è una pianta perenne, erbacea, il fusto è eretto a sezione
quadrangolare, le radici sono fusti striscianti orizzontali chiamati rizomi. Le
foglie sono sessili, grigio-verdastre di forma ovata-lanceolata mentre i fiori
sono di color violetto
Habitat: si trova prevalentemente in montagna.
Proprietà terapeutiche
Rinfrescanti, dissetanti,
antispasmodiche.
aromatizzanti,
digestive,
antifermentative,
Utilizzo
I suoi usi sono molteplici e vanno dalla preparazione di cibi e bevande, più o
meno alcoliche, fino all’impiego nell’igiene orale e per la pulizia in
generale. Molte sono inoltre le sue proprietà curative che la rendono un
ottimo rimedio naturale.
Nella menta sono contenute alcune vitamine, minerali e altre sostanze
molto importanti per l’organismo. Tra queste troviamo, in differenti
quantità, la vitamine A, B, C e D così come calcio, fosforo, potassio,
magnesio, rame, sodio e manganese, fibre, proteine e aminoacidi. Dal suo
estratto si ricava inoltre il mentolo.
Uno dei vantaggi della menta è l’ampia varietà dei suoi possibili utilizzi,
che vanno dal semplice infuso o tisana all’impiego in alcune più o meno
elaborate preparazioni culinarie. Le sue foglie vengono inoltre utilizzate
per aromatizzare alcuni cocktail.
Insieme all’eucalipto, la menta rappresenta un ottimo aiuto per quanto
riguarda la cura naturale della tosse e dei sintomi da raffreddamento. La
sua azione decongestionante e balsamica aiuta a fluidificare il muco
consentendo una migliore respirazione.
Curiosità
Ippocrate, considerato il fondatore della medicina pensava che la menta
fosse una frodisiaco, mentre Plinio ne vantava l'azione analgesica. Sia i
greci che i romani la usavano in quantità notevoli per profumare la persona,
l'acqua per il bagno e per preparare infusi. Ovidio racconta, come anche
nelle umili case contadine, si strofinasse con foglie di menta il tavolo della
cucina, per renderlo profumato, prima di servire il pranzo per gli ospiti.
Fatima Mechri
ORIGANO
Classificazione
Regno:
Plantae
Divisione:
Magnoliophyda
Classe:
Magnoliopsida
Ordine:
Lamiales
Famiglia:
Lamiaceae
Genere:
Origanum
Specie:
Origanum vulgare
Carattetristiche botaniche
Morfologia: queste piante arrivano ad una altezza massima di 70-80 cm.
Le radici sono secondarie generate da un fittone. I fittoni possono essere
obliqui e più o meno legnosi.
La parte aerea del fusto è ascendente, ed eventualmente ramosa, il fusto è
pubescente (ricoperto di una peluria densa e sottile) ed ha una sezione
quadrangolare a causa della presenza di fasci di collenchima (tessuto
vegetale adulto) posti nei quattro vertici.
Le foglie lungo il fusto sono disposte in modo opposto (in genere a 2 a 2).
Sono picciolate con una lamina a forma lanceolata oppure ovata, spesso
asimmetrica alla base; i bordi sono dentellati.
I fiori sono ermafroditi, zigomorfi, tetrameri, ossia con quattro verticilli e
pentameri. Raramente i fiori sono poligamo-dioici (fiori ermafroditi e
femminili su piante distinte come in Origanum vulgare).
Il frutto è uno schizocarpo composto da 4 nucule. La forma è ovoide (con
apice arrotondato) con superficie glabra e liscia. Il colore è marrone.
Habitat: l’origano è presente in tutto il Mediterraneo, cresce spontaneo
sulle colline dei paesi mediterranei, lungo le siepi e nelle radure boschive
ben soleggiate, fino a circa 2000 metri d'altitudine. Predilige un terreno
asciutto, sassoso, calcareo.
Proprietà terapeutiche
Antalgico,
antisettico,
stomachico e tonico.
analgesico,
antispasmodico,
espettorante,
Utilizzo
In cucina
L'origano è una delle erbe aromatiche più utilizzate nella cucina
mediterranea in virtù del suo intenso e stimolante profumo. Si usa in
innumerevoli preparazioni su carni e su pesce, nelle insalate e nella pizza.
Altri usi
L'origano è anche un buon repellente per le formiche: basta cospargerlo nei
luoghi frequentati e ricordarsi di sostituirlo spesso per tenerle lontane.
Curiosità
Nella mitologia si narra che il giovane Amaraco incaricato di portare alla
mensa del re di Cipro un’ampolla preziosissima contente un unguento dal
profumo impareggiabile, giunto al cospetto del sovrano, per la grande
emozione fece cadere l’ampolla perdendo così il contenuto e, pensando di
aver dato un grande dispiacere al re, morì di crepacuore.
Gli dei dell’Olimpo provando pena per questo giovane così sensibile e
fedele, lo trasformarono in una pianta dotata di un aroma straordinario, da
qui nacque la pianta dell’origano.
Pietro Palombini
PEPERONCINO
Classificazione:
Regno:
Plantae
Divisione:
Magnoliophyta
Classe:
Magnoliopsida
Ordine:
Solanales
Famiglia:
Solanaceae
Genere:
Capsicum
Specie:
- Capsicum annuum (piccante)
- Capsicum frutescens (perenne)
- Capsicum pubescens
- Capsicum baccatum
- Capsicum chinense (sudamericano)
Caratteristiche botaniche
Morfologia: è una pianta erbacea di origine sudamericana che produce
bacche verdi ed indeiscenti (che non si aprono spontaneamente quando
sono mature) ricche di semi di cui ne esistono innumerevoli specie. Può
essere annuale o perenne. È un piccolo albero in miniatura alto dai 40 agli
80 cm con fusto legnoso, da cui dipartono rami eretti e rigidi. Le foglie sono
ovali, appuntite, lucide e di colore verde chiaro e lucente. I fiori hanno la
corolla bianca con 5-7 petali con stami giallo tenue. I frutti sono coriacei e
commestibili, hanno colore verde quando sono acerbi, mentre quando
giungono a maturazione possono essere gialli, rossi, viola, porpora o
marroni.
Habitat: viene coltivata in tutto il mondo, in particolare nelle zone dal
clima temperato al clima tropicale. Ama un’esposizione in pieno sole.
Pianta molto adattabile, che può essere coltivata in piena terra o in vaso.
Teme gli sbalzi di temperatura e gli eccessi di innaffiature.
Proprietà terapeutiche
È un vero e proprio antiossidante e antitumorale, è un potente
vasodilatatore. Favorisce la digestione, stimolando la secrezione gastrica,
agisce come disinfettante ed è ricco di vitamina C. Stimola la circolazione
sanguigna ed ha proprietà antinfiammatorie.
Utilizzo
È utilizzato in medicina e in erboristeria. In cucina, il suo gusto deciso e
piccante è l’ideale per ravvivare qualsiasi pietanza scialba. Può essere
consumato fresco, affumicato, essiccato, cotto o crudo. È anche una pianta
decorativa e ornamentale. Viene inoltre utilizzato come pesticida e
insetticida.
Curiosità
Già conosciuta in Messico fin dal 550 a. C. giunse in Europa grazie a
Cristoforo Colombo di ritorno dall’America. Usata un tempo come mezzo di
scambio (moneta), oggi è considerato un porta fortuna ed un oggetto
scaramantico per proteggere dalla sfortuna. È anche utilizzato come
strumento di difesa personale sotto formadi bomboletta spray.
Michele Rizzi
IL ROSMARINO
Classificazione
Regno:
Plantae
Divisione:
Magnoliophyta
Classe:
Magnolipsida
Ordine:
Lamiales
Famiglia:
Lamiaceae
Genere:
Rosmarinus
Specie:
Rosmarinus officinalis
Caratteristiche botaniche
Morfologia: pianta arbustiva che raggiunge altezze di 50-300 cm, con
radici profonde, fibrose e resistenti; ha fusti legnosi di colore marrone
chiaro, molto ramificati.
Le foglie sono lunghe 2-3 cm e larghe 1-3 mm, sessili (ovvero prive di
picciolo), opposte (una di fronte all’altra); di colore verde sulla pagina
superiore e biancastre su quella inferiore, ricche di ghiandole oleifere.
I fiori ermafroditi (cioè che producono sia organi femminili e sia maschili)
sono sessili e piccoli, raccolti in brevi grappoli, con fioritura da marzo a
ottobre. Ogni fiore possiede un calice campanulato, una corolla di colore
lilla-indaco e due stami.
Habitat: allo stato spontaneo cresce in tutte le regioni del bacino del
Mediterraneo; richiede una posizione soleggiata al riparo dai venti gelidi e
di un terreno leggero, sabbioso e ben drenato.
Proprietà terapeutiche
Antiossidante, ricostituente, protegge il fegato, tonificante e digestivo,
antispastico,
antisettico,
astringente,
digestivo,
stimolante,
antiparassitario, antinfiammatorio ed antidolorifico.
Uso in cucina
Gli usi alimentari del rosmarino sono infiniti. Le foglie di rosmarino si
possono consumare fresche o essiccate, hanno un aroma resinoso con un
retrogusto amaro.
Il rosmarino ha la particolarità di mantenere l'aroma anche quando
cucinato, e per questo un rametto di rosmarino è spesso aggiunto a teglie di
carne e verdure al forno, nel bouquet garni e per insaporire pane e focacce.
Si accosta a diversi tipi di carne: pollo, maiale e agnello, inoltre è perfetto
su patate, legumi e formaggi.
Il rosmarino dona un tocco mediterraneo a molte miscele di erbe
aromatiche. È infatti l'ingrediente immancabile di molte miscele di erbe in
vendita già preparate, e si accosta perfettamente a salvia, aglio,
prezzemolo, origano e timo. Il rosmarino è ricco di vitamine (A-C-B) e
minerali (tra cui il FERRO).
Storia
Si parla di una principessa, Leucontoe, figlia del re di Persia Laocoonte,
della quale si innamorò Apollo, dio del sole. Questi entrò con l’inganno
nella stanza della giovane e la sedusse. Il padre, venuto a conoscenza
dell’onta subita, si infuriò e, non potendo prendersela con Apollo, che
sempre il Dio del sole era, punì con la morte della figlia. I raggi del sole
irradiati sulla tomba, trasformarono il corpo della fanciulla in una splendida
ed odorosa pianta che si estendeva verso il cielo in segno di eternità.
Forse proprio da questo mito deriva l’usanza dei romani di piantare piante
di rosmarino nelle tombe dei propri cari. Per il suo odore persistente ha una
qualità evocativa intensa: suscita il ricordo dell’amore e veniva usato nella
magia amorosa per incantare il cuore.
Tale fu, a quanto pare, l’effetto che ottenne dal rosmarino l’anziana regina
d’Ungheria Elisabetta.
Una leggenda del XVI secolo racconta infatti che un angelo le diede la
ricetta di un distillato a base di rami di rosmarino, lavanda e maggiorana;
questo distillato venne chiamato più tardi “Acqua della REGINA
D’UNGHERIA”. Con il suo aiuto la settantaduenne Elisabetta, riuscì a
conquistare il Re di Polonia che, innamoratissimo, la prese in moglie. Fino
al medioevo, anche il tronco e le parti legnose della pianta ebbero primaria
importanza nella realizzazione di strumenti musicali come quali mandole e
viole.
Vittoria Santarelli
SALVIA
Classificazione
Regno:
Plantae
Divisione:
Magnoliophyta
Classe:
Magnoliopsida
Ordine:
Lamiales
Famiglia:
Lamiaceae
Genere:
Salvia
Specie:
Salvia officinalis
Caratteristiche botaniche
Morfologia: La salvia è una pianta a portamento cespuglioso, con
fusto molto ramificato e foglie piccole di colore grigio-verde a
lamina lanceolata, ricche di oli essenziali che le conferiscono il
caratteristico aroma. Il fiore è viola.
Habitat: è una pianta caratteristica dell’Europa meridionale, in
Italia cresce spontanea nelle zone centro-meridionali e nelle isole.
La salvia preferisce un terreno soffice, ma si adatta anche a un
suolo arido e sassoso. La salvia è una pianta molto resistente
infatti sopporta il gelo e non teme i ristagni d’acqua.
Proprietà terapeutiche
Antisettica, digestiva, diuretica, balsamica, emmenagoga,
spasmolitica, coleretica, ipoglicemica, estrogenica, trofica per il
surrene.
Utillizzo
Nella medicina popolare, la salvia viene impiegata internamente per
trattare disturbi gastro intestinali, come: flatulenza, diarrea ed enteriti.
Esternamente, invece, questa pianta viene utilizzata per fare gargarismi o
sciacqui contro infiammazione e irritazione cutanea, laringiti, faringiti,
stomatiti e come rimedio contro il sanguinamento gengivale.
In cucina viene utilizzata per aromatizzare tanti piatti a base di carne,
sughi, formaggi, zuppe e verdure.
Storia
Considerata dai Greci e Romani, l’erba della salute, doveva essere raccolta
con un rituale particolare, senza l’intervento d’oggetti di ferro, indossando
una tunica bianca con i piedi scalzi e ben lavati.
Curiosità
Il termine salvia deriva dal latino “salvere” che significa star bene, godere
buona salute. L'epiteto della specie indica che è usata per scopi
medicamentosi. Già in epoca antica, la salvia era considerata ed utilizzata
come una sorta di medicina in grado di curare moltissimi disturbi, tra cui
l’infertilità e l’alito cattivo.
Ricetta
La salvia è ideale per aromatizzare il burro o l’aceto. Una ricetta semplice
e stuzzicante a base di salvia è la seguente: si raccolgono le foglie più
grandi e dopo averle lavate e asciugate, si immergono nella pastella per
fritture (composta di farina, acqua, olio e un pizzico di sale e da un albume
montato a neve) quindi si dorano, ponendole pochi minuti nell’olio
bollente.
Maria Rodriguez
Plantea
Magnoliophyta
Magnoliopsida
Lamiales
Lamiaceae
Thymus
Thymus vulgaris
pianta arbustacea, perenne, con fiori piccoli raccolti a
gruppi, molto profumati.
Le foglie sono piccole e allungate con una colorazione variabile dal verde
più o meno intenso, al grigio, all’argento e ricoperte da una fitta peluria in
quasi tutte le specie. Alto fino a circa mezzo metro. I fiori sono di colore
bianco-rosato, crescono all’ascella delle foglie in infiorescenze a spiga e
sono ad impollinazione entomofila soprattutto ad opera delle api. I Frutti
sono degli acheni.
cresce in Italia dal mare alla regione montana, ma preferisce le
zone marine. Si trova nei luoghi aridi e soleggiati, fra le rocce e le ghiaie.
Diffusa nell’area mediterranea.
Antisettiche, antispastiche, aperitive, bechiche, carminative, antibiotiche,
antifungine,
deodoranti,
intestinali, balsamiche.
diuretiche,
vermifughe,
antiputrefattive
Ha largo uso in cucina come aroma da condimento e nell’industria
cosmetica per la preparazione di saponi e profumi.
Durante il medioevo era consuetudine ricamare fiorellini di Timo sui vestiti
dei cavalieri e cucire piccoli rametti di fimo per infondere coraggio. Santa
Ildegarda, una famosa erborista dell’antichità, utilizzava il timo contro
lebbra e pidocchi; mentre più tardi il Mattioli, illustre botanico, affermò
che la pianta combatteva asma, dolori reumatici, infezioni dell’apparato
genitale e urinario, infiammazioni della vescica e batteri a livello
gastrointestinale.
Nel Rinascimento, invece veniva utilizzata per eliminare la tenia e guarire
dagli avvelenamenti.
Prince
AGLIO ROSEO
Classificazione
Regno:
Plantae
Divisione:
Magnoliophyta
Classe:
Liliopsida
Ordine:
Asparagales
Famiglia:
Amaryllidacea
Genere:
Allium
Specie:
Allium roseum
Caratteristiche botaniche
Morfologia: pianta erbacea perenne, bulbosa, alta fino a 63 cm che emana
un odore forte e persistente.
All’apice del fusto si sviluppa un’infiorescenza ad ombrella larga fino a 7 cm
con numerosi fiori.
Il frutto e una piccola capsula loculicida a tre valve arrotondate che
contiene semi neri.
Habitat: luoghi incolti, presente in tutta la regione mediterranea.
Proprietà terapeutiche
Antibatteriche, antifungine, antitrombotiche e anticancerogene dovute ai
tiosulfinati, composti solforati volatili che conferiscono anche il
caratteristico odore dell’aglio fresco appena tagliato.
Utilizzo
Il genere Allium è caratterizzato dalla presenza di vitamine, sali minerali e
tracce di altri elementi essenziali al trofismo delle cellule. Efficace
battericida e antiparassitario, sembra anche eliminare gli incovenienti
prodotti dalla nicotina e dall’aria inquinata.
Molto efficace nel tenere la pressione sanguigna sotto controllo e
nell’eliminare flatulenze e gonfiori addominali.
Storia
L'aglio è una preziosissima pianta originaria delle zone desertiche dell'Asia e
conosciuta sin dai tempi più antichi. Era già utilizzata dagli Egizi nel
secondo millennio a. C. per combattere punture d’insetti, mal di testa e
dolori in genere. Nell'antica Grecia era considerata una pianta degli inferi e
dedicata a Ecate, dea che accompagnava gli spiriti nel regno dei morti. Gli
antichi padri della medicina, greci e romani, ne esaltavano le virtù
terapeutiche e, nel Medioevo, i medici usavano delle maschere protettive
imbottite di aglio per proteggersi contro le affezioni. A metà del 1800
Pasteur ne definì le proprietà antisettiche A queste virtù molto
probabilmente sono legate le credenze popolari che attribuivano all’aglio
poteri magici contro streghe e vampiri, considerati dei parassiti. L’aglio era
ritenuto anche un talismano collegato al solstizio d'estate tanto che diversi
proverbi recitano: "Chi non compra l'aglio il giorno di San Giovanni è povero
tutto l'anno”.
Curiosità
Credenze popolari conferiscono all’aglio proprietà afrodisiache e capacità
di allontanare malocchio, invidia e malasorte.
Miguel Barientos
L’ANETO
Classificazione
Regno:
Piantae
Divisione:
Magnoliophyta
Classe:
Magnoliopsida
Ordine:
Apiales
Famiglia:
Apiaceae
Genere:
Anethum
Specie:
Anethum gravealens
Caratteristiche botaniche
Morfologia: è una pianta erbacea.
Le radici sono a fittone.
Le foglie sono alterne a contorno romboidale, 3-4 pennatosette con
segmenti filiformi; il contorno della lamina romboidale; i segmenti basali
sono più ovati.
I fiori sono piccoli di colore giallognolo.
I frutti sono piccoli a forma ovale, appiattiti sul dorso e a coste preminenti,
di colore bruno.
Habitat: l’ aneto si trova raramente al di sotto di 600 m., mentre sui
rilievi queste piante si possono trovare fino a 1000 m.s.l.m; quindi si trova
sulle colline e in parte sulle montagne.
Proprietà terapeutiche
Effetti benefici per lo stomaco, anti-spasmotiche, diuretiche, antiinfiammatorie e preparatorie per il sonno.
Utilizzo
In medicina: utilizzato in infusione, favorisce la digestione e lenisce i
dolori colitici. I semi, in infusione, permettono di fermare il singhiozzo, il
mal di testa e la tosse. Altri utilizzi: Indigestione, vomito nervoso,
flatulenza, aiuta l’allattamento, gas intestinali; spasmi, crampi e
antisettico intestinale.
In cucina: è coltivato come aroma da cucina; si usano le foglie fresche o
semi essiccati.
Storia
Originario dell’Asia fin dall’Antichità veniva impiegato a scopi culinari e
medicinali. L’Aneto era molto usato anche dai Romani che ritenevano
avesse la proprietà di accrescere la forza fisica. I legionari se ne
cospargevano le ferite con i semi bruciati allo scopo di facilitare la
guarigione.
Anna Ercoli
CALENDULA
Classificazione
Regno:
Plantae
Divisione:
Magnoliophyta
Classe:
Magnoliopsida
Ordine:
Asterales
Famiglia:
Asteraceae
Genere:
Calendula
Specie:
Calendula officinalis
Caratteristiche botaniche
Morfologia: è una pianta erbacea annuale, pubescente, con radice a
fittone e molte radichette laterali.
Il fusto è ramificato, eretto e robusto ed esso può raggiungere circa 30-40
cm di altezza.
Le foglie sono sessili, cioè non possiedono il picciolo, alterne, lanceolate,
ovvero hanno una forma simile a quella di una lancia, dentate e di colore
verde-grigiastre.
I fiori riuniti in grossi capolini, sono costituiti da fiori femminili ligulati alla
periferia e da fiori maschili che formano un disco centrale. I petali dei fiori
ligulati assumono tonalità graduali dal giallo zolfo al giallo scuro e talvolta
all'arancione.
Il frutto è un achenio.
Habitat: coltivata nei giardini, talvolta cresce spontanea nei campi incolti e
nei prati ghiaiosi e ruderali.
Proprietà terapeutiche
Antinfiammatoria,
antibatterica,
antisettica,
cicatrizzante,
decongestionante, lenitiva, idratante, coleretica, emmenagoga, ipotensiva,
vasodilatatrice periferica, antispasmodica.
Utilizzo
I fiori di Calendula officinalis, sono utilizzati come rimedio fitoterapico per
le loro proprietà antispasmatiche e cicatrizzanti; in omepatia, viene
consigliata anche in caso di ustioni, di cure dentarie e dopo il parto.
Utilizzate spesso anche in ambito gastronomico, per colorare piatti e
insalate, nonché come succedaneo dello zafferano.
Storia e curiosità
Il nome, deriva dal Latino ”Calendae”, parola con la quale i Romani
indicavano il primo giorno del mese durante tutta l’estate.
I Latini la chiamavano solsequium ossia che segue il sole, poiché i fiori
sbocciano quando il sole splende e sono sempre rivolti verso di esso fino a
chiudersi al tramonto.
Nei testi medievali è citata come solis sponsa (sposa del sole), in quanto
segna il ritmo del giorno aprendosi al mattino e chiudendosi al calar del
sole. Viene comunemente chiamata anche fiorrancio per il suo acceso
colore.
Mattia Ieva
CAMOMILLA
Classificazione
Regno:
Plantae
Divisione:
Magnoliophyta
Classe:
Magnoliopsida
Ordine:
Asterales
Famiglia:
Asteraceae
Genere:
Mastricaria
Specie:
Mastricaria chamomilla
Caratteristiche botaniche
Morfologia: la camomilla è una pianta erbacea e annuale che ha radici a
fittone, con più fusti che partono dalla base e che possono arrivare a 50 cm
di altezza.
Le foglie sono alterne (inserite a diversi livelli alternativamente da una
parte e dall’altra del fusto) e sessili ossia non hanno il picciolo. Le foglie
sono bipennatosette.
I fusti eretti e ramificati portano all’apice infiorescenze a capolino larghe
1,5-2 cm con un disco centrale giallo circondato da fiori ligulati bianche
(scambiati per petali) disposti a corona.
I frutti sono piccoli acheni ovoidali.
Habitat: è una specie originaria di tutta l'area europea e dell'Asia
occidentale e centrale. In Italia si trova spontanea ovunque. È frequente
nei terreni incolti e nelle campagne. Fiorisce da Maggio ad Agosto.
Proprietà terapeutiche
Antinevalgiche, antispasmodiche, antiifiammatore, digestive, sedative.
Utilizzo
Viene aggiunto ai preparati per capelli come fissativo e schiarente.
Usata per aromatizzare vini e liquori, la ritroviamo come aromatizzante
nelle confetture, nel chewing gum, nelle caramelle.
Piccoli sacchetti di fiori essiccati, ma anche bustine di camomilla già
pronte, riposti nei cassetti e negli armadi, allontanano tarme ed altri insetti
dalla nostra biancheria.
L’infuso di camomilla è efficace nella prevenzione delle infezioni delle vie
urinarie alcuni ricercatori britannici scoprirono che l'erba stimola i globuli
bianchi del sistema immunitario che hanno il compito di combattere le
infezioni.
Storia
La Camomilla è conosciuta fin dai tempi più antichi. Le origini si fanno
risalire alle praterie aride dell’Asia Minore e dell’Europa occidentale. Fu
coltivata e apprezzata come pianta medicamentosa e sacra dagli antichi
Egizi, dai Greci e Romani. Tracce di camomilla sono state trovate nella
tomba di Ramset II. Continuò a essere coltivata e usata per le sue proprietà
terapeutiche nel Medioevo. Carlo Magno, nell’anno 812, prescrisse che la
coltivazione della camomilla non dovesse mancare fra le piante coltivate
come officinali nei possedimenti reali. In quei tempi, dove le malattie
infettive anche gravi erano frequenti, per scongiurare possibili epidemie si
usava bruciare quest’erba benefica perché si credeva che il suo profumo
allontanasse le calamità.
Mattia Berardini
FINOCCHIO SELVATICO
Classificazione
Regno:
Plantae
Divisione:
Magnoliophyta
Classe:
Magnoliopsida
Ordine:
Apiales
Famiglia:
Apiaceae
Genere:
Foeniculum
Specie:
Foeniculum vulgare
Caratteristiche botaniche
Morfologia: pianta erbacea perenne, aromatica.
Caratterizzata da un rizoma biancastro e da foglie di colore verde, rade ed
appena guainanti il fusto a contorno triangolare; i fusti eretti sono alti 1,5
m e ramificati e portano ombrelle di piccoli fiori gialli. Tutte le parti della
pianta emanano un intenso odore. I fiori gialli sono disposti ad ombrelle
terminali a 4-10 raggi.
Habitat: predilige i luoghi soleggiati, incolti, secchi e ciotolosi.
Si trova pure nelle zone erbose, ai piedi dei muretti.
Proprietà terapeutiche
Antibatterico, espettorante, diuretico, disintossicante del fegato,
equilibrante sugli ormoni femminili, attiva le funzioni delle ghiandole
digerenti.
Utilizzo
In fitoterapia (medicina che usa le piante) i semi, macerati nel vino,
favoriscono la digestione mentre masticati combattono l’ alito pesante.
In cucina si può usare tutte le parti della pianta: i frutti sono usati per
aromatizzare le carni grasse, come ad esempio la porchetta, ma anche per
dolci casalinghi come tarallini, ciambelle e biscotti; le foglioline fresche si
usano per insaporire pesce, salse e insalate; foglie e rametti per
aromatizzare le lumachine di mare.
Storia
Il finocchio selvatico deriva dal nome latino foenum che significa fieno
perché un tempo veniva impiegata come foraggio.
Il termine vulgare da volgo che sta a significare che la pianta è abbastanza
diffusa frequente, comune.
Curiosità
I frutti di finocchio pestati ed uniti in parti uguali ad argilla verde ventilata,
servono per preparare un dentifricio che ha le proprietà di rinfrescare e
rafforzare le gengive.
È nato che mangiando del finocchio crudo si altera la sensibilità delle
papille gustative e da ciò deriva il termine “infinocchiare”.
Ricetta
Polpettine di cicoria e finocchio selvatico
cuocere il riso(250g), scolarlo, distenderlo su un piatto e lasciarlo
raffreddare. Pulire le foglie più tenere del tarasacco (50g) e lessarle in poca
acqua salata.
In un recipiente a parte, cuocere anche i getti giovani di finocchio selvatico
(60g). Strizzare le due verdure, tagliarle fine, mescolare un uovo, pan
grattato formaggio pecorino. Aggiungere pepe. Formare delle polpette,
passarle nella farina, uova pan grattato e friggerle.
Barbara Rillo
ORECCHIE DI LEPRE
Classificazione
Regno:
Plantae
Divisione:
Magnoliophyta
Classe:
Magnoliopsida
Ordine:
Lamiales
Famiglia:
Plantaginaceae
Genere:
Plantago
Specie:
Plantago lanceolata
Caratteristiche botaniche
Morfologia: le piante di questo tipo hanno un altezza variabile da 20 cm50 cm e oltre. In generale sono piante perenni ed erbacee acaule, cioè
piante che appaiono prive di fusto (o caule), il quale è invece raccorciato o
sotterraneo; hanno le foglie lanceolate con margine intero disposte a
formare una rosetta basale. Le foglie hanno un breve picciolo e sono
pelose. In genere la pubescenza è formata da peli semplici. Le radici sono
fascicolate.
La parte aerea consiste in più assi fiorali allungati e privi di foglie. Gli scapi
sono eretti, striati e solcati.
I fiori sono ermafroditi ossia hanno sia la parte femminile che maschile.
I frutti sono degli involucri con deiscenza trasversale opercolata (ossia con
coperchio). I semi hanno la faccia interna concava e sono pochi (1 o 2). La
lunghezza dei semi è di circa 3 mm.
Habitat: In Italia è molto comune, essendo una pianta spontanea; la
possiamo trovare nei campi incolti, lungo i margini stradali, nelle vigne,
negli ambienti ruderali e nelle altre zone sinantropiche.
Proprietà terapeutiche
Veniva usata anticamente per curare le infiammazioni corporee, emorroidi
e le malattie dell’apparato respiratorio.
Come tutte le piante di questo genere possiede proprietà fortemente
cicatrizzanti.
Utilizzo
Le foglie della pianta sono disponibili tutto l’anno e sono usate come
radicchio, crude in insalata, oppure cotte come spinaci. Bollendo rilasciano
un odore simile a quello dei funghi Champignon.
Curiosità
La Piantaggine che in passato era anche detta "Erba di Marte", faceva parte
del gruppo delle cosidette piante "magiche" e considerate in stretto
rapporto con l'astrologia. L’”Erba di Marte” è legata ai segni dell'Ariete e
dello Scorpione.
La pianta, era nel passato, utilizzata da persone appartenenti a questi segni
zodiacali che soffrivano di malattie e disturbi negli apparati genitali, la si
riteneva efficace nella cura delle ferite e nel migliorare la circolazione.
Il suggestivo nome inglese della Plantago,“White man's foot”= piede
dell'uomo bianco, allude ai semi della pianta, che sono stati diffusi ovunque
in epoca coloniale, trasportati dagli europei nei risvolti dei pantaloni. Il
Plantago lanceolato risulta presente sin da quando le foreste cominciarono
ad essere abbattute dai contadini dell'Età della pietra, circa 5.000 anni fa.
Dalle analisi sul polline trovato in torbiere e sedimenti lacustri, è stato
riscontrato un’abbondante fioritura della pianta sin da allora.
La Piantaggine può essere talvolta infestante, infatti, la capacità di
ricacciare numerosi getti dalla rosetta basale, le permette di sopravvivere
al calpestio del bestiame nei pascoli e alla falciatura dei prati.
Nelle zone in cui si coltivano i meli, è stato osservato che a primavera, la P.
lanceolata ospita la Disaphis plantaginea (l'afide grigio del melo), che su
questa pianta compie una parte del suo ciclo vitale, per tornare sui meli in
autunno.
Bianca Casadei
Classificazione
Regno:
Plantae
Divisione:
Magnoliophyta
Classe:
Magnolipsida
Ordine:
Apiales
Famiglia:
Apiaceae
Genere:
Pimpinella
Specie:
Pimpinella anisum
Caratteristiche botaniche
Morfologia: è una pianta annuale, caratterizzata da un fusto erbaceo,
cavo e rotondeggiante. La radice è a fittone. Le foglie sono diverse a
seconda della posizione che occupano nel fusto. Le foglie basali hanno un
picciolo lungo, sono dentate lobate (la lamina della foglia è divisa in più
parti arrotondate da delle incisioni) e sono più grandi rispetto a quelle
superiori che sono piccole, formate da segmenti lineari e hanno il picciolo
più corto.
I fiori sono disposti a formare un’infiorescenza ad ombrella composta da
otto-dieci peduncoli leggermente pubescenti (ricoperti di peli) che
sostengono dei piccoli fiori con petali bianchi.
Il frutto, lungo 3-5 mm, è formato da due acheni di forma ovale ricoperti di
peli.
Habitat: vegeta sui suoli asciutti e ben drenati, sulle scarpate, lungo i
bordi stradali, su terreni rocciosi, ai margini dei boschi e su prati e radure
asciutte.
Proprietà terapeutiche
Ha proprietà digestive, aperitive (mette appetito!), aromatiche (aroma
gradevole e dolciastro), antispasmodiche (contro i crampi intestinali) e
stimola le secrezioni ghiandolari, compresa la produzione del latte.
Utilizzo
Per le proprietà balsamiche e secretolitiche i “semi” di anice rientrano
nella preparazione di tisane espettoranti, ossia liberano le vie respiratorie
dal muco.
Le tisane a base di anice verde danno un sapore gradevole al latte materno
ed esercitano un’azione sedativa e antispasmodica anche nel lattante.
I semi vengono utilizzati come regolatori dei processi digestivi infatti
contribuiscono ad inibire il formarsi di processi fermentativi a livello
gastrointestinale, come l'aerofagia e la flatulenza.
L’anice verde è inoltre usato in pasticceria e liquoristica, nella
preparazione di ciambelle, pane e del famoso liquore al mistrà.
Storia
Secondo Plinio (naturalista romano) l'anice curava le indigestioni, provocava
un dolce sonno, freschezza al viso e attenuava le rughe.
Gli Arabi lo trovavano insuperabile come digestivo e per combattere la
sciatica e lo consigliavano alle nutrici per avere latte in abbondanza.
Carlo Magno, convinto che non si potesse vivere senza anice, raccomandava
di coltivarlo e, per suo conto, lo fece piantare negli orti imperiali di
Aquisgrana. Dai “Capitolari” (la più importante raccolta di ordinanze o leggi
medioevali) di Carlo Magno, infatti emerge che l'estratto di anice era una
delle spezie ammesse al traffico commerciale con l'Oriente.
Alessandro Cesari
LUPINELLA SELVATICA O SULLA
Classificazione
Regno:
Plantae
Divisione:
Magnoliophyta
Classe:
Magnoliopsida
Ordine:
Fabales
Famiglia:
Fabaceae
Genere:
Hedysarum
Specie:
Hedysarum coronarium
Caratteristiche botaniche
Morfologia: la Sulla è una pianta erbacea perenne alta 80120 cm. Ha una radice a fittone molto sviluppata che è capace
di penetrare e crescere nei terreni argillosi. Il fusto è a
sezione quadrata con steli eretti (dritti). Le foglie
leggermente ovaliformi, e ellittiche (forma ovale) sono
imparipennate (composta da una o più paia di foglioline),
pubescenti (coperte di peluria) al margine e nella pagina
inferiore. I fiori di color rosso porpora, sono riuniti in racemi
(fiori disposti a spiga o a grappolo) di 10-35 fiori.
Habitat: è una pianta originaria del bacino mediterraneo
occidentale dal piano fino alla bassa montagna nei prati erbosi
incolti; ma anche ai margini di strade e fossi su terreni per lo più argillosi
sino a 1200 metri.
Proprietà terapeutiche
La Sulla, è una pianta edule (commestibile) usata in erboristeria per le note
proprietà astringenti (diminuisce la secrezione), vitaminizzanti (ricco di
vitamine) e contro il colesterolo.
Utilizzo
In cucina vengono usate foglie e fiori per insalate crude e miste, che hanno
proprietà nutrienti per preparare flan (base per dolci o salati), zuppe varie
e frittate.
Negli allevamenti viene utilizzato come foraggio (cibo per animali) in
quanto è in grado di ridurre le infezioni grastrointestinali degli animali da
pascolo.
Storia e curiosità
Le prime notizie storiche risalgono al 1700 circa, i botanici sostengono che
sia sfuggita alla coltivazione e spontaneizzata (nata da sola–
spontaneamente). Tuttavia risulta segnalata per la prima volta all'inizio del
XVII secolo come pianta ornamentale, proveniente dalla Spagna. Il nome
Sulla fa riferimento al termine castigliano Zulla usato per indicare la pianta
in Spagna, nome che si è poi diffuso anche in Italia.
L'Italia è l'unico paese mediterraneo e dell’Europa, dove la Sulla viene
coltivata su superfici significative e viene inserita nelle varie coltivazione.
La sulla, infatti, essendo un ottima cultura miglioratrice (migliora il
terreno), si inserisce tra gli avvicendamenti di due colture come grano e
orzo. La pianta è considerata anche ottima mellifera (produttore di miele)
così che, il miele di Sulla, è tra i più apprezzati e conosciuti.
Agnese Carbonetti
LA SENAPE BIANCA
Classificazione
Regno:
Plantae
Divisione:
Magnoliophyta
Classe:
Magnoliopsyda
Ordine :
Capparales
Famiglia:
Brassicace
Genere:
Sinapsis
Specie:
Sinapis alba
Caratteristiche botaniche
Morfologia: La pianta è erbacea, ha la radice a fittone.
Le foglie sono picciolate con lamina a contorno seghettato.
L’infiorescenza è riunita in racemi allungati multifiori che si aprono uno
dopo l’altro. I fiori peduncolati hanno 4 petali giallo zafferano che si
restringono alla base in una appendice sottile. Il calice è formato da 4
sepali giallastri lineari.
Il frutto è una siliqua e produce semi di 2-3 mm di color bianco-giallastro.
Habitat: è originaria del mediterraneo, si può trovare nei campi coltivati,
negli incolti, lungo i bordi stradali e presso i ruderi. Cresce intorno a marzo
a giugno.
Proprietà terapeutiche
Ha proprietà digestive, stimolanti, revulsive e purgative.
Tuttavia l’abuso alimentare di questi semi può provocare irritazioni
gastrointestinali, vomito e diarrea.
Utilizzo
Utilizzo in medicina
Nell’Europa orientale i semi vengono mischiati con il miele e usato come
calmate per la tosse.
Utilizzo in cucina
I semi possono essere usati interi da mettere sotto aceto, oppure tostati per
condire pietanze. Vengono macinati e mescolati con altri ingredienti per
produrre la salsa.
Curiosità
La senape in Europa è nota sin dai tempi dei Greci, Romani che
conoscevano le sue proprietà antiossidanti, e la usavano per conservare
frutta, verdura, succhi di frutta e mosto di vino.
In Francia esiste una grande tradizione della senape soprattutto in Borgogna
dove si suppone sia stata inventata la salsa di senape. Invece in Grecia le
foglie della pianta si consumavano d’inverno prima che fiorissero, i greci le
chiamavano vrouves o lapsana.
Maria Constantin
TARASSACO
Classificazione
Regno:
Plantae
Divisione:
Magnoliophyta
Classe:
Magnoliospida
Ordine:
Asterales
Famiglia:
Asteraceae
Genere:
Taraxacum
Specie:
Taraxacum officinale
Caratteristiche botaniche
Morfologia: il tarassaco è una pianta erbacea e perenne, di altezza
compresa tra 3 e 9 cm, che presenta una grossa radice a fittone.
Le foglie sono semplici: lanceolate e lobate, con margine dentato.
Il fusto, che si evolve in seguito alle foglie, è uno scapo cavo, che
possiede all’apice un’infiorescenza giallo-dorata, detta capolino.
Il tarassaco presenta 5 stami e ogni fiore è ermofrodita e di forma
ligulata, ciò vuol dire che la corolla presenta una porzione
inferiore tubolosa, dalla quale si estende un prolungamento
composto dai petali. La fioritura avviene in primavera, ma può
prolungarsi fino all’autunno. L’impollinazione è di norma
entomogama, ossia attraverso degli insetti pronubi, ma può
avvenire anche grazie al vento. Da ogni fiore si sviluppa un
achenio, provvisto del caratteristico pappo: un ciuffo di peli
bianchi, che, agendo come un paracadute, agevola la dispersione
del seme.
Habitat: il tarassaco cresce spontaneamente nelle zone di pianura
fino all’altitudine di 200 m. È una pianta tipica del clima
temperato e, anche se per crescere non ha bisogno di terreni
particolari, predilige maggiormente un suolo sciolto e gli spazi
aperti, soleggiati o a mezz’ombra. In Italia cresce dovunque e lo si
può facilmente trovare nei prati, lungo i sentieri e ai bordi delle
strade.
Proprietà terapeutiche
Il tarassaco ha proprietà depurative, disintossicanti, digestive,
lassative, depura il fegato e stimola l’urina. È un rimedio naturale
diuretico ed è molto utilizzato nella fitoterapia.
Utilizzo
In erboristeria si possono facilmente trovare tisane disintossicanti
o depurative per il fegato, in cui è presente il tarassaco da solo o
all’interno di un mix di più erbe.
In cucina il tarassaco è usato per preparare l’insalata e facilita la
depurazione, sia da solo che con altre verdure. In Piemonte, dove
viene chiamato “girasole”, è tradizione consumarlo con uova sode
durante le scampagnate di Pasquetta. Anche i petali dei fiori
possono contribuire a dare sapore e colore ad insalate miste. I
boccioli sono apprezzabili se preparati sott’olio; sotto aceto
possono sostituire i capperi. I fiori si possono preparare in pastella
e quindi friggere. Quest’ultimi vengono inoltre utilizzati per la
preparazione di gelatine, spesso definite “miele di tarassaco”.
Con le radici tostate di tarassaco si può preparare il “caffè di
tarassaco”, un surrogato del caffè, che ne mantiene il gusto e le
proprietà digestive; è molto simile al caffè d’orzo e al caffè di
cicoria.
In orticoltura si coltivano varietà mutate di tarassaco, da
consumare come insalata e verdura.
Storia
Nella mitologia si narra che Teseo, sotto consiglio di Hecate,
mangiò per 30 giorni consecutivi solo denti di leone, per diventare
abbastanza forte e sconfiggere il Minotauro. Da questa leggenda si
può trarre un fondo di verità: uno studio statunitense ha infatti
dimostrato come il tarassaco sia molto più nutriente di altre
"verdure". Anche in passato questa pianta era utilizzata
(soprattutto il latte emesso dalle foglie) come detergente per il
corpo. Una tradizione popolare molto diffusa narra che i pappi del
dente di leone siano l'oracolo più adatto per calcolare "quanto
tempo ci vorrà" affinchè un evento si verifichi; secondo tale
tradizione basta trovare un pappo dallo stelo lungo, formulare una
domanda e stabilire un tempo (giorni, settimane, mesi, anni) e
soffiare sul piccolo batuffolo bianco ripetendo la domanda ad ogni
soffio, fin quando tutti i piccoli ombrellini non saranno volati via.
a quel punto basterà ricordare quanti soffi sono stati fatti per
avere la risposta. Un'altra tradizione narra, invece, che soffiando
sul pappo si può esprimere un desiderio e che se con un solo soffio
tutti i semi volano via il desiderio si avvererà a breve.
Curiosità
Esiste, naturalmente, una spiegazione per i vari soprannomi della
pianta: viene chiamata “dente di leone” a causa della forma
dentata delle foglioline; “soffione” per via della palla lanosa che
contiene i semi. Vi sono anche altri nomi con la quale è
conosciuto, ovvero: dente di cane, cicoria matta e polenta del
diavolo. Il nome ufficiale “tarassaco” proviene dal greco “tarake”,
cioè “scompiglio” e “àkos”, ovvero “rimedio”. Infine esiste un
ultimo nome con cui il tarassaco è conosciuto: “piscioletto”,
datogli per le sue proprietà diuretiche.
Ricetta
In molte regioni europee veniva preparata la marmellata di fiori di
tarassaco nel seguente modo: bollire 1,5 Kg di tarassaco a pentola
aperta per circa 20 minuti in 2 l di acqua; filtrare e mantenere il
liquido; aggiungere 1 Kg di zucchero al composto; bollire a
pentola aperta fino alla densità desiderata; versare il composto
ancora bollente in vasi puliti.
Mazzochelli Vanessa
Classificazione
Regno:
Plantae
Divisione:
Magnoliophyta
Classe:
Magnoliopsida
Ordine:
Fobales
Famiglia:
Fobaceae
Genere:
Trifolium
Specie:
Trifolium prantense
Caratteristiche botaniche
Morfologia: pianta erbacea perenne con radice a fittone, i fusti sono
eretti e ramificati. Le foglie sono trifogliate di forma ovata, la faccia
superiore presenta una banda a V di colore verde chiaro.
I fiori del trifoglio pratense hanno una tonalità variabile dal rosso scuro al
bianco rossiccio, solitamente da 30 a 90 boccioli uniti in una sorta di
infiorescenza ovoidale, da 2 a 3 cm di larghezza, che viene chiamata
capolino.
l frutto è un legume di forma ovale e compressa, coperto o appena
sporgente dai resti membranosi del calice.
Habitat: è presente in Europa, Asia occidentale, Africa settentrionale,
America. In Italia è presente su tutto il territorio, la possiamo trovare nei
prati, nei pascoli, negli incolti.
La pianta del trifoglio pratense cresce spontanea e si può trovare ovunque,
dal livello del mare fino a 3.000 metri d’altezza.
Proprietà terapeutiche
Antispasmodiche, antinfiammatoria, regolatrice delle secrezioni ghiandolari
e antieczematosa.
Utilizzo
Viene utilizzato per contrastare i disturbi legati alla sindrome mestruale e
alla menopausa grazie all'alto contenuto di isoflavoni (composti chimici
naturali), potenti fitoestrogeni (sostanze naturali).
Svolge una notevole azione antiossidante, utile nel combattere i radicali
liberi e nel contrastare quindi l'invecchiamento dei tessuti.
L'elevato contenuto di sali minerali rende il trifoglio rosso
ottimo rimedio naturale per contrastare e prevenire l'osteoporosi.
un
Grazie alla presenza delle cumarine (composto aromatico), la sua
assunzione regolare aiuta ad abbassare i livelli di colesterolo cattivo, a
favore di quello buono. Queste sostanze naturali hanno infatti la capacità di
fluidificare il sangue, andando a migliorare la circolazione sanguigna e
limitando la possibilità di formazione di placche arteriose e coaguli (massa
solida contenente globuli bianchi e rossi).
È una ricca fonte di minerali, tra cui calcio, cromo, magnesio, fosforo e
potassio, vitamine, quali A, B12, K, E, C.
Storia
I Greci e i Romani ne studiarono principi e proprietà curative. Decotti,
polveri e infusi a base di trifoglio venivano utilizzati per lenire ferite,
cicatrici, seni dolenti e gotta, per calmare pertossi e bronchiti, per diarree
ed eccessive secrezioni gastriche.
Didonna Bruno
GLOSSARIO
a cura di Vanessa Mazzochelli, Michele Rizzi, Vittoria Santarelli
LA RADICE
Avventizia: radice che ha origine in particolari parti della pianta diverse
dalle radici (es. fusto, foglie).
Fascicolata: radice che contiene piccoli complessi radicali che si sono
sviluppati dalla radice principale.
Fittone: radice principale, dalla quale si sviluppano altre radici più piccole.
IL FUSTO
Erbaceo: fusto che ha l'aspetto e la consistenza dell'erba. Questa parola è il
contrario di legnoso o lignificato.
Legnoso: fusto con la consistenza del legno.
Rizoma: fusto sotterraneo e perenne.
Stolone: fusto strisciante, cioè che è privo di elementi di riserva e che
riproduce la pianta emettendo radici dai nodi.
LA FOGLIA
Alterne: disposte sul fusto a livelli differenti.
Ascella delle foglie: angolo interno che si forma dove il
incontra con il tronco.
Dentato: con margine segnato da frastagliature poco profonde.
Lanceolata: a forma di lancia, appuntito alle estremità e più
parte media.
Lobato: formata da lobi.
Margine liscio: margine intero senza scanalature.
Opposte: posizione una di fronte all'altra.
Palminervie: di nervatura divisa in più settori disposti come le
mano.
Parallelinervie: a nervature parallele.
Pennatopartita: lobata fino a oltre la metà.
Pennatosetta: presenta frastagliature che raggiungono la
centrale.
picciolo si
largo nella
dita di una
nervatura
Penninervie: dalla nervatura centrale se ne staccano altre laterali come le
barbe di una penna.
Picciolata: munita di picciolo.
Seghettata: presenta sporgenze acute rivolte verso l'apice della foglia.
Sessile: priva di picciolo.
Verticillate: insieme di verticilli.
IL FIORE
BILOBATO: foglia divisa in due lobi.
CALICE: il più esterno degli involucri fiorali, composto dai sepali.
CAPOLINO: infiorescenza molto fitta, costituita da fiori sessili, inseriti
direttamente su un rigonfiamento del fusto detto ricettacolo. Tutte le
piante della famiglia delle Composite hanno fiori a capolino, di forma e
dimensioni molto varie.
COROLLA: insieme dei petali di un fiore.
ERMAFRODITA: si dice di un fiore che ha sia gli organi maschili (stami) sia
quelli femminili (pistilli).
IMPOLLINAZIONE ENTOMOFILA: processo di impollinazione portato avanti
da insetti. Questo tipo di impollinazione è effettuata soprattutto
da api, farfalle, falene e coleotteri.
INFIORESCENZA A SPIGA: infiorescenza dove tutti i fiori sono inseriti, senza
peduncolo, lungo un asse centrale detto rachide. La spiga può essere
semplice, cioè con un asse unico, o composta, con asse ramificato.
INFIORESCENZA: gruppo di fiori riuniti in un determinato modo su un asse
variamente conformato.
LIGULA: piccola linguetta membranosa, il più delle volte incolore, situata
nel punto di della lamina e dell’apice della guaina nelle graminacee.
OMBRELLA: infiorescenza semplice o doppia i cui peduncoli fiorali partono
tutti dallo stesso punto e sono di uguale lunghezza.
RACEMO: è un'infiorescenza semplice costituita da un asse centrale sul
quale si inseriscono fiori con peduncoli della stessa lunghezza in punti
diversi lungo l'asse fiorale, i più vecchi nella parte più bassa dell'asse
fiorale, mentre i più giovani nella parte verso la sommità.
SEPALI: parti del calice, primi involucri fiorali.
TETRAMERI: composti da quattro parti.
ZIGOMORFI: organi asimmetrici, irregolari, divisibili in due metà
specularmente uguali solo su di un piano.
IL FRUTTO
Achenio: frutto secco indeiscente (frutti che non si aprono spontaneamente
per liberare i semi; si staccano dalla pianta, spesso con il vento, e cadono
al suolo).
Capsula locolucida: la capsula è un frutto secco con un determinato
numero di logge interne.
Nucola: frutto secco e indeiscente.
Scapi: asse di un fiore privo di foglie.
Schizocarpo: frutto secco che una volta giunto alla maturazione si divide in
più parti, dette mericarpi.
Siliqua: frutto secco provvisto di una capsula formata da due carpelli e che
si apre in 4 fenditure.
Tetrachenio: frutto secco composto da quattro acheni.