STUDIARE SUI PDF ALLEGATI Con il termine disordini mitocondriali si intende un gruppo eterogeneo di disturbi che si originano per un malfunzionamento della catena respiratoria mitocondriale: cioe’ quell’insieme di reazioni che costituiscono la catena respiratoria, essenziale per il corretto svolgersi del metabolismo aerobico. Malfunzionamento dei mitocondri si ritrova anche in malattie originate da mutazioni nel genoma nucleare, i cui prodotti entrano nella catena respiratoria e nel mitocondrio, quindi dal punto di vista genetico bisognera’ sempre sapere di quale DNA si sta parlando perche’ i modelli di trasmissione sono diversi. (Ritengo necessario aprire una parentesi sull’ origine della cellula eucariotica e la sua evoluzione. Si ritiene che la cellula eucariotica dotata di nucleo, organelli vari (reticolo endoplasmatico, mitocondri, vacuoli....), in grado di svolgere la maturazione degli RNA...... cioe’ come la conosciamo oggi (e come voi dovreste conoscere a perfezione e se non conoscete le differenze fra eucarioti e procarioti andate a studiarle!!!) derivi da un processo di fusione tra due organismi primordiali: un proeucariote anaerobico (Archea) e un procariote ancestrale endosimbionte. La presenza del simbionte aerobico ha fornito un grande vantaggio evolutivo alla cellula ”parassitata”: era, infatti, in grado di produrre energia in modo piu’ efficiente, anche se ha dovuto modificare la propria organizzazione per esempio per proteggere il DNA dai radicali liberi che si originano dalla carena respiratoria (formazione del nucleo), il batterio parassita ha acquisito funzioni legate ai geni presenti nel DNA dell’Archea ( noi deriviamo da questa cellula, l’evoluzione parte da li’ e per capire la genetica umana e non, bisogna avere delle informazioni anche sui microorganismi! Percio’ leggetevi, interiorizzate in una parola studiate almeno il pdf allegato (origine del mitocondrio.pdf) che viene dal sito: http://knol.google.com/k/l6-all-origine-degli-eucarioti-e-dei-mitocondri# by Mauro Mandrioli) Dopo aver rinfrescato le nostre (soprattutto le vostre) conoscenze generali, torniamo ai disordini mitocondriali. Dal momento che tutto il nostro organismo dipende dall’insieme del metabolismo aerobico, non dovrebbe stupire che praticamene tutti i nostri organi, tessuti, cellule, funzioni siano coinvolti nelle manifestazioni di questi disordini. Credo sappiate come e’ organizzato il mitocondrio e come funziona (se non ve lo ricordate andate a riguardarvelo) quindi ricorderete che oltre 70 polipeptidi interagiscono con la membrana interna e originano la catena respiratoria. Dal momento che il DNA mitocondriale e’ piccolo (16,5 kb), non puo’ contenere l’informazione per tutte, anche perche’ una parte del mtDNA e’ necessaria per regolare la replicazione e la trascrizione delle molecole codificate direttamente. La maggior parte delle subunita’ sono il prodotto di geni nucleari, solo 13 di loro sono prodotte dal mtDNA, oltre ai 22 tRNA e due rDNA 12S e16S specifici del mitocondrio. Le cellule eucariotiche contengono migliaia di copie di mtDNA, di solito sono identiche fra loro (omoplasmia), le eventali mutazioni somatiche difficilmente originano una eteroplasmia che conduce alle malattie. Il collo di bottiglia che puo’ far aumentare la percentuale di mtDNA mutante, fino ad arrivare alla soglia critica e’ negli oociti dove la quantita’ di mitocondri e’ elevatissima, ma viene ridotta drasticamente durante la maturazione. Ne consegue che se inizialmente i mitocondri mutanti erano pochi in termini percentuali, per effetto della casualita’ potrebbero dare origine a popolazioni di oociti con un elevato numero di mitocondri mutanti e quindi ad un embrione malato nella generazione successiva. (vedi PDF: The inheritance of pathogenic mitochondrial DNA mutations) Questo collo di bottiglia e’ all’origine sia dell’insorgenza dei casi sporadici che della variabilita’ di espressione fra gli affetti anche della stessa famiglia. Infatti la comparsa del fenotipo patologico e’ legata alla percentuale di mitocondri alterata nei singoli tessuti, organi: esiste l’effetto soglia per cui solo quando si supera una certa percentuale di mitocondri mutati il difetto biochimico e funzionale diventa evidente. Questo fenomeno spiega anche la variabilita’ fenotipica degli affetti. Per esempio la mutazione del codone 8937 (indicata come m.8993T>G): i soggetti affetti da sindrome di Leigh presentano una piu’ alta percentuale di mitocondri mutati, rispetto a quelli che hanno debolezza muscolare, atassia e retinite pigmentosa (NARP), da notare che entrambi i gruppi di pazienti hanno la stessa mutazione. Questo introduce il grosso problema dal punto di vista genetico di questo gruppo di malattie: per i disordini mitocondriali non si puo’ fare una relazione genotipo fenotipo, infatti il fenotipo clinico non sempre corrisponde a mutazioni dello stesso locus (non stiamo parlando di allelia multipla: riguardatevi le definizioni) e a parita’ di mutazione il fenotipo puo’essere diverso. Se consideriamo il fenotipo produzione di energia per via aerobica uniformiamo tutti, ma dovremmo considerare il mtDNA nel suo insieme come unico locus, comunque non servirebbe lo stesso a riportare a modelli matematici l’ereditarieta’ mitocondriale. Ereditarieta’. Credo sappiate che i mitocondri si ereditano solo per via materna, da questo ne consegue che nei casi familiari da mutazione del mtDNA tutti i figli di una donna portatrice di un disordine mitocondriale saranno a rischio, anche se non si puo’ tradurre questo rischio in percentuale. Il motivo di questa difficolta’ risiede in quanto detto prima sull’eteroplasmia e l’effetto soglia. Comunque la statistica ci aiuta a dare delle percentuali di rischio. In primis quanti sono gli alleli patogenetici? Si ritiene che siano presente in oltre l’0,5% dei nati vivi e che si verifichino de novo ogni 1000 nasciti, sempre gli studi epidemiologici ci dicono che almeno 1 persona su 5000 e’ colpita con vari livelli di gravita’ da patologie riconducibili al mtDNA. Quindi e’ un’insieme di patologie importante a livello sociale. Quale e’ il rischio di ricorrenza nei casi di famiglie con donne affette? Studi familiari (cfr. PDF mitochondrial dna mutations in human disease) indicano una ricorrenza nella progenie di una madre affetta di circa 4,11%. Per comprendere queste cifre bisogna considerare che i dati sulle famiglie indicano anche un altro fenomeno apparentemente strano: in famiglie con sindrome di LHON, e nel caso di una mutazione nel gene del RNA ribosomale 12S (cfr il PDF di prima) vi e’ indicazione di omoplasmia nelle madri affette, tuttavia i figli che hanno ereditato necessariamente la mutazione presentano penetranza ridotta: circa il 50% dei maschi ma solo il 10% delle femmine. Questo dato statistico segnala che il background nucleare e’ importante. E’ quindi come si fa prevenzione? Bella domanda uno spiraglio viene dalla fecondazione assistita utilizzando uova con mitocondri normali, prive di nucleo.