La fine dell’Impero
La barbarizzazione dell’esercito romano aveva permesso
a soldati di origine non romana di svolgere carriere
brillanti, combattendo fianco a fianco dei romani contro
altri barbari.
Fu così che il vandalo Stilicone divenne comandante
generale delle regioni d’Occidente. Egli, per tentare di
trarre almeno un beneficio da questo fenomeno
incontenibile, cercò d'inserire in modo graduale i barbari
che premevano sul confine: sfruttare le capacità militari
dei nuovi arrivati. Fu per rispondere alle minacce di
pericolo rappresentate da alcune di queste tribù
germaniche che Stilicone trasferì a Ravenna la capitale
(400-402), che sotto il tetrarca Massimiano era stata
Dittico di Stilicone (da G. Pischel, Storia Universale
spostata a Milano.
Nel 408 Stilicone fu assassinato e così divenne dell'Arte, Vol. 1, Mondadori, Verona 1966).
impossibile contenere le invasioni. Vandali e Svevi si
riversarono in Gallia e Spagna, mentre i Visigoti scesero in Italia guidati dal loro re Alarico.
L’avanzata dei Visigoti non inontrò resistenza e si arrivò al secondo1 “sacco di Roma” nel 410, che
durò per giorni, finchè il popolo barbaro si diresse a nord verso alcuni territori della Gallia (dove
venne fondato un regno indipendente).
In Gallia si stabilirono anche i Burgundi e i Franchi. I Vandali, nella prima metà
del V secolo, riuscirono a giungere dalla Spagna in Africa settentrionale
guidati da Genserico, e soprattutto furono i primi a fondare uno Stato
germanico entro gli antichi confini dell’Impero romano nel 439.
Dalle pianure dell’Asia, dove avevano creato un “impero delle
steppe”, gli Unni si dirissero verso la Gallia sotto la guida
di Attila. Nel 451, gli Unni si accamparono nella penisola
italiana, presso Ravenna, dove li raggiunse una
Una moneta
raffigurante Genserico, delegazione guidata da papa Leone I Magno, che
re dei Vandali e degli
chiese loro di risparmiare l’Italia (chiaro segno che gli
Alani, artefice del terzo
imperatori non erano più in grado di gestire la
“sacco di Roma”
situazione). Qualche anno dopo, era il 455, Genserico e i
avvenuto nel 455.
suoi Vandali posero al sacco Roma per la terza volta. Nel Tremisse d’oro romano
(1/3 di solido)
476 il giovanissimo imperatore Flavio Romolo Augusto (noto con il raffigurante Romolo
dispregiativo Augustolo), fu deposto dalle truppe barbariche arruolate Augustolo, figlio del
nell’esercito romano, che acclamarono come loro re il comandante Odoacre. generale gotico Flavio
Oreste e ultimo
Con quest'atto finiva la storia dell’Impero romano d’Occidente e, per certi imperatore di Roma dal
475 al 476 dopo Giulio
versi, anche l’età antica cedeva il passo al Medioevo.
Nepote.
1
Il primo dei tre sacchi di Roma fu quello a opera dei Celti nel 390 a.C.