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Da Prestine a Cristo Re attraverso il Cerreto
Dopo l’attraversamento della S.P. del Passo di Crocedomini si prosegue lungo una mulattiera per circa 200 metri per poi volgere a sinistra
seguendo la traccia attraverso un prato ed uno stretto passaggio sul ciglio di un terrazzamento per poi addentrarsi nel bosco.
La zona è denominata Cerreto, un toponimo ampiamente diffuso in Italia che indica la presenza di boschi
di querce. In realtà il cerro, che è una delle specie di quercia esistenti, è oggi raro in zona, spesso sostituito
dalla roverella, specie affine, e soprattutto da carpini ed ornielli. Questi boschi, vicini ai centri abitati, sono
stati intensamente utilizzati per secoli mentre oggi, dopo i rimboschimenti effettuati negli anni ’50 con la
piantagione di conifere (larice, pino silvestre, abete rosso), apparentemente abbandonati, stanno attraversando un periodo di “riposo”che contribuirà a migliorare la fertilità del terreno e di conseguenza la crescita arborea.
La porzione più bassa della pineta attraversata dal sentiero è stata tagliata nell’inverno 2010/2011 così che
nei prossimi anni cresceranno con maggior vigore le latifoglie (carpini, ornielli, aceri, querce, castagno)
prima limitate dall’ombra dalle conifere. Nei tratti più soleggiati si svilupperanno anche cespugli di rovo ,
che andranno tuttavia scomparendo spontaneamente col tempo. Nel corso dell’anno una flora variegata fiorisce nel sottobosco, a partire
dalla fine di gennaio quando il bosco apparentemente addormentato è ravvivato dai grandi fiori bianchi dell’ elleboro, detto anche rosa di
Natale (attenzione, è velenoso!). Il nostro tracciato interseca sentieri che conducono alla cima (Cusen, m. 882), nei cui pressi si trova un
masso erratico detto preda dell’altar (pietra altare), oggetto di interesse da parte di culti preistorici.
Scesi alla strada che collega Bienno a Breno prima di risalire il colle della Maddalena vale la pena di fare pochi passi in più per osservare
l’antica chiesa sconsacrata di S. Pietro in Vincoli il cui portico adiacente la strada fa pensare ad una chiesa-ospizio per viandanti e pellegrini.
Il Colle della Maddalena e Cristo Re
Il colle della Maddalena è oggi conosciuto soprattutto per l’imponente statua di Cristo Re che si affaccia sulla bassa Valle, opera realizzata in
bronzo e laminata d’oro, inaugurata nel 1931. L’area fu sempre luogo di devozione e, sino alla fine dell’Ottocento, di eremitaggio. La struttura più pregevole, risalente probabilmente agli inizi del 1400, è la cosiddetta sala di S. Marta affrescata sulle pareti e sulla volta ad ombrello
(qui a lato uno degli otto “spicchi” raffigurante la Maddalena trasportata dagli angeli) . Per la visita occorre rivolgersi al personale del ristoro.
Sopra di essa, tra XV e XVI si costruì una cappella dedicata a S. Maria Maddalena. Gli affreschi cinquecenteschi sulla parete frontale furono
riscoperti solo nel 1971 quando, in seguito a restauri, fu spostato il paliotto che li copriva.
Foto di : Damiano Morandini
La chiesa venne poi ampliata intorno al 1930 con la porzione ora accessibile, affrescata dal pittore biennese Battista Bettoni, mentre la porta
lignea è stata intagliata dall’artista biennese Giacomo Ercoli. Nella facciata sono inserite colonne con capitelli del XV secolo provenienti probabilmente dai ruderi del vicino convento francescano di S.Pietro,
oggi ricostruito come Eremo dei Santi Pietro e Paolo. Il colle era chiamato anche del Calvario in quanto, alla sommità, vi erano le ultime
due stazioni di un piccolo Sacro Monte: il Calvario (Crocifissione, inglobato nel basamento di Cristo Re) e il Compianto sul Cristo morto nel
sepolcro. Le due cappelle erano composte da gruppi di statue (il SepolCompianto sul Cristo morto
cro è oggi conservato nella chiesa di S. Maria Annunciata a Bienno) realizzate nel
1611 da Paolo Amatore. Proprio per la presenza delle statue e della dedicazione alla Maddalena penitente il colle era, ed è tuttora, oggetto
di processioni, specie durante la Quaresima. Il percorso poteva iniziare dalla Cappella delle “Piscine” per poi salire verso il “Calvario”. La Via
Crucis che oggi s’incontra sulla ripida strada di accesso al pianoro sommitale, è un’edificazione del 1823. Nel corso del XX secolo la parte
sommitale del colle, ai piedi della statua di Cristo Re, è stata dedicata ai caduti delle guerre, con la costruzione di tre piccole cappelle.
PERCORSO ESCURSIONISTICO DI FONDOVALLE
La linea di cresta, molto panoramica e quindi di importanza strategica nei secoli passati è arricchita da altri importanti monumenti. Dapprima si incontra la piccola Chiesa di S. Michele, recentemente ricostruita, edificata in un luogo che i sondaggi archeologici effettuati nel 2001 rivelano essere stato utilizzato
sin dall’età del Bronzo e poi ancora in periodo medievale, come testimoniato dai resti di fortificazioni di un
castello, riconducibili all’XI secolo.
A breve distanza, su un pianoro circondato da prati, si trova la chiesa di S. Lorenzo martire; l’edificio ha
svolto la funzione di parrocchiale fino alla costruzione in paese dell’attuale chiesa seicentesca. La facciata
presenta un portale in pietra simona datato 1486, anno della probabile
sistemazione dell’ingresso, avvenuta qualche decennio dopo la costruzione dell’edificio. Il vano che sporge dal fianco sinistro è un’aggiunta del XVII secolo. La scala sul fianco
destro portava alla loggia in controfacciata, ora non più presente. La chiesa è generalmente chiusa ma
l’interno meriterebbe una visita: vi sono un’ unica navata coperta da un soffitto in legno poggiante su archi in muratura con profilo gotico e un lungo presbiterio rettangolare avente la copertura in muratura con
volta a botte per il primo tratto, e volta a crociera per la parte più in profondità. Nella prima volta del presbiterio sono ritratti gli episodi della vita di S. Lorenzo suddivisi in vari riquadri; gli affreschi, di discussa
attribuzione, ma assegnabili a un pittore locale di cultura tardogotica nordica, sono da ricondursi alla fase
decorativa più antica dell’edificio, vale a dire verso la metà del XV secolo. Fa da contraltare la cappella dei
santi Sebastiano, Fabiano e Rocco, detta della famiglia Federici; la costruzione in muratura ha modificato in parte la campata destra della
navata. Gli affreschi sono dei primi anni del 1500 ad opera di Giovan Pietro da Cemmo, pittore locale che dà prova di aver fatto propri vari
elementi nel Rinascimento lombardo veneto, senza rinnegare la sua formazione tardogotica. Sulle pareti della chiesa sono poi affrescati vari
santi da ricondursi a iniziative spontanee di singoli, famiglie e confraternite laicali. Ne è un esempio il S. Glisente, santo locale incarnante il
modello di guerriero ed eremita.
S. Glisente è infatti, secondo una tradizione, un paladino di Carlo Magno portatore del cristianesimo in questo luogo; dopo la spedizione militare Glisente si sarebbe ritirato come eremita sui monti di Berzo fino alla morte. La chiesa è citata come una delle fondazioni di Carlo Magno
e per questo motivo le furono concesse numerose indulgenze.
Da Berzo inferiore a Esine
Si scende la collina di S. Lorenzo attraversando un boschetto, prati e
vigne e raggiunto l’abitato si devia a destra. Dopo un breve tratto asfaltato si continua sulla vecchia strada consorziale detta “dei castelli”che
attraversa un’ area agricola nella quale traspare la grande cura e passione di chi coltiva il proprio territorio. Si incrociano vari stradelli che collegano i poderi della zona del Bardisone. Da qui ci si può collegare con il
Parco Sovracomunale del Barberino che interessa tutta l’area collinare
del limitrofo comune di Cividate Camuno.
Tra prati e muretti a secco si procede in direzione di Esine, fino ad incontrare la deviazione che in tre minuti sale alla Chiesa della SS. Trinità,
un edificio romanico che conserva affreschi quattrocenteschi. La sua fondazione risale probabilmente
all’anno 771, ma la struttura dell’edificio oggi visibile è il risultato di una serie di interventi succedutisi durante i secoli come l’anomala ‘cripta’ laterale, da ricondursi al XI-XII secolo e l’aggiunta rinascimentale sul
fianco sinistro della prima campata.
Colpisce il campanile a vela e la prima campata, quella posta in facciata, più alta rispetto al resto della navata. L’interno di questo corpo è infatti suddiviso in due vani posti l’uno sopra l’altro. Attorno all’edificio vi
era una zona fortificata, come testimoniato dal catasto dei primi decenni dell’800 nel quale si riscontrano
i toponimi “Castello” e “Dos della guardia”. È quindi assai probabile che la chiesa facesse parte di un castello che costituiva l’avamposto di un più complesso sistema fortificato a difesa dell’intera Val Grigna.
I vivaci frutti velenosi della
“Berretta del Prete”
(Euonimus europeus)
L’edificio secondo la leggenda delle cristianizzazione della Valcamonica fa parte delle fondazioni di Carlo Magno.
Raggiunto il paese va visitata la splendida chiesa di S. Maria Assunta costruita nella seconda metà del 1400 con una struttura architettonica assai semplice formata da un’aula
unica e la navata coperta da un tetto a capanna in legno a vista.
L’attuale facciata è stata innalzata nel ‘700.
All’interno si conservano affreschi dell’ultimo decennio del XV secolo realizzati da Giovan Pietro da Cemmo e la sua bottega.
(Esine, Berzo inferiore, Bienno, Prestine)
Il tema della Vergine protettrice dei fedeli inginocchiati sotto di lei rappresenta la richiesta di intercessione degli abitanti di Prestine che durante i secoli si affidarono alla Misericordia di Dio per mezzo
della Madonna del Corno. La chiesa venne ampliata e la facciata vede l’aggiunta (nel 1640) del portale in
pietra arenaria di Sarnico con timpano spezzato, al posto di un precedente ingresso di cui si possono notare alcuni resti ai lati della lunetta sopra il portale; la data 1475 incisa sul lato sinistro indicherebbe proprio
il resto della primordiale facciata. Il portico-ingresso, costruito tra la chiesa e la parete rocciosa, è stato
affrescato nel ‘700 e vi si trova la mano di vari pittori bresciani di modeste qualità. Sul fronte dell’arco di
accesso per chi proviene dalla vecchia strada è raffigurata la Vergine del Rosario (1718) con santi, mentre
nel lato dell’arco rivolto verso il borgo si trova la Nascita della Vergine. La denominazione di “Madonna
del Corno” indica probabilmente la posizione sopraelevata dell’edificio avente le fondamenta su uno sperone di roccia.
La parete rocciosa accanto al Santuario attira l’attenzione per la sua marcata stratificazione: si tratta di una formazione (Calcare di Prezzo)
costituita da un’alternanza di strati di calcari e di marne di colore nero. All’interno degli strati calcarei, più consistenti, si possono osservare
gusci fossili di bivalvi, simili alle vongole ed alle telline attuali, e di ammoniti, oltre a piccoli cristalli cubici (1-3 mm) di pirite di colore giallo
oro o ruggine. Le marne sono suddivise in sottili livelli e facilmente sfaldabili. Si tratta di rocce originatesi per deposizione di una melma calcarea, alternata ad una con una componente argillosa (gli strati di marne) su un fondale marino poco profondo e in condizioni di carenza di
ossigeno. Questa è testimoniata dal colore quasi nero della roccia, dovuto alla abbondante presenza di sostanza organica non ossidata (il
colore del calcare puro è bianco) e dalla presenza della pirite, un minerale di ferro e zolfo che si forma in ambienti riducenti, con scarsità di
ossigeno.
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SENTIERO
ESCURSIONISTICO
DI FONDOVALLE
PERCORSO ESCURSIONISTICO DI FONDOVALLE
AMBIENTE
STORIA
CULTURA
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Contatti e informazioni
-ERSAF
Sede di Breno
Piazza Tassara, 3
25043 Breno (BS)
Tel: 0364-322341
www.montagnedivalgrigna.it
-Comune di Bienno
Tel: 0364-40001
www.comune.bienno.bs.it
-Comune di Prestine
Tel: 0364-40108
www.comune.prestine.bs.it
-Comune di Esine
Tel: 0364-466036
www.comune.esine.bs.it
-Comune di Berzo inferiore
Tel: 0364-40100
www.comune.berzoinferiore.bs.it
Testi a cura di:
Giovanni Davini
Federico Troletti
Fabio Alberti
Realizzazione grafica:
Elisabetta Maccioni
Lavoro prodotto con il finanziamento dell’Accordo di Programma per la valorizzazione dell’Area Vasta Valgrigna.
Il Percorso Escursionistico di Fondovalle è un tracciato che seguendo sentieri, mulattiere e qualche tratto di strada
asfaltata ma poco trafficata compie il giro ad anello della bassa valle del torrente Grigna attraversando i paesi di Esine e di Prestine e circondando i centri abitati di Berzo Inferiore di Bienno.
L’itinerario completo, di circa 15 chilometri, tocca antiche chiese, percorre campagne e boschi, e per brevissimi tratti anche aree produttive, che fanno comunque parte della realtà locale.
L’itinerario può essere percorso indifferentemente in un senso o nell’altro partendo da qualunque punto.
Nella volta del presbiterio domina Cristo pantocrator
attorniato dai santi del Paradiso raggruppati tra martiri, vergini, dottori della Chiesa, apostoli, fondatori degli Ordini ecc.
Da Cristo Re a S. Lorenzo (Berzo Inferiore)
L’impostazione è ancora tardogotica sia per la divisione degli spazi, sia per le modalità di rappresentazione
dei soggetti.
Il tracciato prosegue verso sud con vista sul colle di S. Defendente sul quale si staglia il rudere dell’oratorio di probabile
origine romanica e nei cui pressi è stata rinvenuta una stele romana.
Il sentiero aggira il colle raggiungendo in breve l’estremità orientale di Berzo Inferiore, in una zona di recente espansione
residenziale, ma subito si lascia la strada per seguire il sentiero che taglia orizzontalmente la collina che delimita la Valle
del Grigna dal solco principale della Valle dell’Oglio.
Nel fondo del presbiterio è raffigurata una grande Crocifissione, mentre nelle pareti laterali l’Assunzione di
Maria, la Natività di Cristo, l’Adorazione dei Magi.
Su quasi tutta la superficie muraria sono ritratti santi cari alla devozione popolare, probabilmente ex voto,
realizzati a cavallo tra il XV e XVI secolo.
La descrizione contenuta in questo pieghevole ha come punto di partenza Esine e risale il lato sud della Val Grigna
attraverso le campagne di Berzo e di Bienno, attraversa il piccolo paese di Prestine, percorre a mezza costa il Dosso
del Cerreto alle spalle di Bienno e rientra verso Berzo ed Esine lungo i dossi che separano la Valle del Grigna dal solco
principale della Valle Camonica.
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PERCORSO ESCURSIONISTICO DI FONDOVALLE
Da Esine a sud di Berzo Inferiore
Sul margine del paese si trovano i cosiddetti “laghetti”. Si tratta di doline alluvionali, cioè depressioni di origine carsica dovute allo sprofondamento del terreno
causato dal crollo della volta di una cavità sotterranea. Nel sottosuolo di questa
zona, sotto uno spessore di poche decine di metri di depositi alluvionali del torrente Grigna, si trovano infatti delle rocce contenenti anche gessi, facilmente solubili. Le acque che sono riuscite a penetrare in profondità nelle fessure di questa
formazione hanno sciolto con il tempo la roccia fino a creare delle cavità. Quando
crolla la volta di una di queste grotte i depositi alluvionali soprastanti franano e si
verifica lo sprofondamento del terreno
anche in superficie, con la formazione di
una dolina. Il primo dei laghetti è comparso probabilmente tra il 1600 ed il 1700 mentre per la maggior parte si
sono formati tra il 1840 ed il 1900. Molti di essi sono stati riempiti da materiale, sia dalle alluvioni del Grigna, sia dall’uomo, nel tentativo di recuperare il terreno coltivabile; negli anni compresi tra il 1960 ed il 1980 alcuni sono stati addirittura utilizzati come discariche. Il fenomeno è
tutt’ora in atto e la dolina più recente si è formata nel 2005. La presenza
dell’acqua nei laghetti non è costante: essa infatti affiora solo periodicamente in relazione all’andamento del livello della falda contenuta nelle alluvioni del Grigna.
Alzando lo sguardo verso Nord Ovest si nota la millenaria chiesa della SS. Trinità posta su uno sperone di roccia che
domina la valle del Grigna (per la descrizione si veda l’ultima tappa del percorso).
Oltrepassato il sottopasso della circonvallazione si entra nel mondo rurale: si incontrano alcune moderne aziende
agricole (possibilità di acquisti) e piccole proprietà gestite tradizionalmente che hanno consentito la conservazione
di un paesaggio quasi immutato nel tempo. Si risale uno stradello delimitato da muri in sassi e da maestosi castagni
a margine dei prati. Le caratteristiche del terreno, originatosi sui depositi alluvionali di rocce acide, e l’esposizione fresca del versante hanno favorito la coltivazione del castagno, che ci accompagna lungo tutto questo tratto di percorso. Esso
ha rappresentato una fondamentale risorsa alimentare per i contadini nei secoli
scorsi e su molte piante è ancora possibile notare un segno orizzontale nella
spessa corteccia corrispondente al punto di innesto effettuato sul fusto
“selvatico” per produrre varietà di frutti di maggior pregio. Dove il percorso piega
decisamente a sinistra in direzione di Berzo conviene effettuare una brevissima
digressione in senso opposto per osservare un luogo di grande suggestione: un
vasto prato circondato da grandi alberi al cui centro si erge la torre delle Sajotte,
edificio di probabile origine tardo medievale, successivamente inglobato in una
struttura abitativa ora diroccata.
Arrivati al ponte sul Grigna è possibile raggiungere il centro di Berzo Inferiore e collegarsi al tratto settentrionale del
Percorso di Fondovalle, percorrendo il circuito abbreviato. Il tracciato completo risale invece la strada che porta ai
monti di Berzo attraverso conche prative punteggiate da cascine e circondate dal bosco.
Da Berzo Inferiore a Prestine attraverso le Piazze di Bienno
Lungo le strade di campagna si incontrano spesso delle piccole edicole in muratura dette santelle: si tratta di costruzioni a scopo devozionale, talvolta inserite in edifici rurali, affrescate con immagini sacre. Sono espressione di
antica devozione popolare, costruite su percorsi molto battuti o nei punti di biforcazione di una strada. Nel territorio di Berzo Inferiore le edicole sono state salvate dal degrado, tanto che molte di esse presentano ancor oggi gli
affreschi originali. Presso la santella in loc. Hinchet si lascia la strada per la montagna e si devia a sinistra, verso le
Piazze di Bienno, la vasta area pianeggiante che rappresenta il lembo residuo dell’antica piana di fondovalle del
torrente Grigna, formatasi quando il fiume non aveva ancora approfondito il proprio letto fino alla quota attuale,
circa 50/70 metri più in basso. Le Piazze sono la più importante area agricola rimasta in comune di Bienno: la zona
ospita alcune aziende agricole con piccoli allevamenti di bestiame ma soprattutto coltivazioni ed orti mantenuti nel
tempo libero dalla passione di persone in pensione o che svolgono altre attività lavorative.
In corrispondenza del trivio dove a seguito dell’allargamento della strada sono
rimaste solo le vestigia del vecchio muro che conteneva una santellina, deviando a
sinistra si scende a Bienno in località Ponte Dosso, mentre proseguendo a destra ci
si addentra nel tratto terminale della forra del Grigna. Un comodo sentiero attraversa il ripido bosco di castagni e raggiunge il ponte costruito nel 1942 dalla Società Tassara che ha sfruttato le acque del Grigna e dei suoi affluenti a scopo idroelettrico. Dal ponte, sospeso oltre 30 metri sopra il fiume, si percepisce la bellezza
selvaggia della gola solcata dal Grigna. La strada, di proprietà privata, prosegue
pianeggiante tra gli alberi e raggiunge un cancello (quello pedonale è sempre aperto) e la strada comunale.
Giunti al ponte in località Prada si può raggiungere in pochi minuti il centro di Bienno mentre risalendo sulla propria destra si sale verso Prestine che si raggiunge lasciando la strada principale imboccando la seconda via che si trova alla propria sinistra (la cosiddetta strada dell’Oca) che conduce al cimitero e al
ponte sulla Valle delle Valli, da cui si sale verso il centro storico di Prestine. La struttura del paese venne modificata
a seguito di una tragica alluvione che nel 1634 devastò tutti quattro i paesi della Valgrigna.
Chi non ha fretta può attardarsi “esplorando” le vie del borgo, assai piccolo, ma protagonista di una ricca storia
propria, iniziata probabilmente in periodo etrusco.
Oltrepassata la Chiesa Parrocchiale edificata a metà del XVII sec. in seguito alla
distruzione dell’edificio precedente travolto dall’inondazione, si raggiunge il
santuario della Madonna del Corno. La piccola chiesa conserva affreschi della
seconda metà del ‘400 perlopiù ex-voto delle famiglie locali, ritraenti i santi Sebastiano, Rocco, Antonio abate, Caterina d’Alessandria e Madonne in trono con
Bambino. Gli affreschi sulla parete di fondo del presbiterio sono attribuiti al Maestro erratico di Bienno e furono eseguiti attorno al 1470. Al livello superiore è
rappresentata la Crocifissione, in quello inferiore la Madonna della Misericordia.