La Formazione Stellare Lezione 10 Sommario Dove avviene la formazione stellare: le nubi molecolari giganti. Collasso gravitazionale: massa e lunghezza di Jeans. Formazione stellare indotta. Dischi protostellari e venti. Dalla protostella alla sequenza principale. I dischi protoplanetari e l’origine del sistema solare. Formazione e crescita dei pianeti. AA 2008/2009 Astronomia ➫ Lezione 10 2 Il ciclo vitale delle stelle Stadio finale: una supergigante vecchia che espelle gli strati esterni della sua atmosfera. Ammassi di stelle calde giovani; la radiazione ionizzante ed i veloci venti stellari hanno aperto una cavità nel gas che le circonda. Protostelle ancora nella nube in cui sono nate, con possibili dischi protoplanetari. AA 2008/2009 Globuli di Bok, nubi dense e ricche di polvere, probabilmente in fase di collasso gravitazionale. Giganteschi filamenti di gas più denso resistono alla foto-evaporazione indotta dalla radiazione UV delle stelle. Astronomia ➫ Lezione 10 3 Le nubi molecolari giganti Globuli di Thackeray in IC 2944, possibili resti di una nube molecolare gigante; questi nuclei densi restano dopo che le stelle O hanno spazzato via il resto della nube. AA 2008/2009 Proprietà delle nubi molecolari giganti (GMC, Giant Molecular Clouds): Diametro ~ 50 pc; Massa > 105 M☉; Temperatura ~10 K. Osservazioni radio suggeriscono che esistano molti nuclei densi in ciascuna nube: Raggio ~ 0.1 pc Massa ~ 1 M☉; Queste condensazioni sono molto fredde e molto poco dense, se paragonate alle stelle. Come possono formare stelle? Grazie al Collasso Gravitazionale Astronomia ➫ Lezione 10 4 GMC nella nostra galassia Mappa dell’emissione a 2.6 mm della molecola di CO che mostra le nubi molecolari associate alla nebulosa di Orione, luogo dove è in corso di formazione stellare. AA 2008/2009 Le osservazioni radio mostrano che le GMC sono associate a regioni di formazione stellare. Sono distribuite lungo i bracci a spirale della nostra galassia che è dove avviene la formazione stellare. Astronomia ➫ Lezione 10 5 Form. stellare nei bracci a spirale In altre galassie c’è la chiara evidenza che la formazione stellare avviene nelle braccia a spirale. Le braccia a spirale sono tracciate da: regioni HII (fotoionizzate da stelle giovani) bande di polvere (associate alle nubi molecolari giganti). regioni HII Galassia Vortice (NASA/HST) AA 2008/2009 bande di polvere Astronomia ➫ Lezione 10 6 Il Collasso Gravitazionale Per formare una stella, una nube molecolare deve andare incontro ad un collasso gravitazionale. In realtà una singola nube si frammenta prima in tanti nuclei densi, ciascuno dei quali forma una stella. Mentre il nucleo denso collassa, l’energia gravitazionale del gas si trasforma in energia termica ed il gas si riscalda. Il gas caldo e compresso al centro del nucleo denso forma una Proto-Stella Alla fine, la pressione e la temperatura al centro della protostella diventano sufficientemente alte da innescare le reazioni di fusione nucleare ➱ si è formata la Stella AA 2008/2009 Astronomia ➫ Lezione 10 7 Il Teorema del Viriale Per comprendere il collasso gravitazionale è necessario ricorrere al teorema del viriale. (comportamento dinamico medio di un sistema legato). Teorema del Viriale 2K + U = 0 K = energia cinetica interna U = en. potenziale gravitazionale Consideriamo una massa test (m) in orbita circolare (raggio r) attorno ad una massa più grande M. Energia cinetica K = 1/2 m v 2 E. pot. gravitazionale U = - G M m / r Velocità orbitale v2 = G M / R AA 2008/2009 Per cui l’energia cinetica è K = 1/2m( GM/R) = 1/2|U| in accordo col teorema del viriale. Se la particella test va in un’orbita con r più piccolo r-Δr → aumento in K è 1/2 della diminuzione in U (U <0 ). Quindi, 50% dell’energia gravitazionale rilasciata va ad aumentare K. In un gas, l’aumento in K → aumento in energia termica → aumento di T. Astronomia ➫ Lezione 10 8 Bilancio energetico Nel caso di una nube molecolare, l’energia cinetica interna è immagazzinata nei moti termici delle molecole: alta E cinetica → alta pressione del gas. Consideriamo una nube molecolare sferica con densità uniforme (massa MC, raggio RC). Energia Potenziale Gravitazionale 3 GMC2 U ∼− 5 RC Sono possibili tre casi: 2K >|U | domina la pressione → la nube si espande; 2K <|U | domina la gravità → la nube si contrae; 2K =|U | la nube è stabile. AA 2008/2009 Energia Cinetica Interna 3 K ∼ N kT 2 Numero totale di particelle Peso molecolare medio μ=2 per gas di solo H2 MC N= µ mH Astronomia ➫ Lezione 10 Massa atomo H 9 Il criterio di Jeans Per il teorema del viriale la condizione per il collasso è 2K < |U | 3MC kT 3 GMC2 < µmH 5 RC eliminiamo RC usando la densità ρ0 RC = ! 3MC 4πρ0 "1/3 4 3 MC = πRC ρ0 3 risolviamo per MC MC > ! 3 4πρ0 "1/2 ! 5kT GµmH Massa di Jeans, MJ AA 2008/2009 Una nube la cui massa eccede la massa di Jeans MC > MJ andrà incontro a collasso gravitazionale. Possiamo anche trovare il raggio minimo per il quale una nube con densità iniziale ρ0 collasserà Eliminiamo MC usando ρ0 "3/2 risolviamo per RC RC > ! 15kT 4πGµmH ρ0 "1/2 Lunghezza di Jeans, RJ Astronomia ➫ Lezione 10 10 Stabilità e collasso Le nubi di HI neutro possono formare stelle? Proprietà: MC ~ 10 M☉ T ~ 100 K nH ~ 5 ×108 m-3 ρ0 ~ nH × mH ~ 8.35 ×10-19 kg m-3 μ = 1 (puro H I) Usando la formula per la massa di Jeans si ottiene MJ ~ 4000 M☉ >> MC Le nubi HI sono stabili e non formano stelle. AA 2008/2009 I nuclei delle nubi molecolari possono formare stelle? Proprietà: MC ~ 1 M☉ T ~ 10 K nH ~ 5 ×1012 m-3 ρ0 ~ nH × mH ~ 1.67 ×10-5 kg m-3 μ = 2 (puro H2) Usando la formula per la massa di Jeans si ottiene MJ ~ 1 M☉ ~ MC I nuclei densi delle nubi molecolari giganti hanno massa critica, un piccolo “disturbo” può causarne il collasso. Astronomia ➫ Lezione 10 11 Formazione stellare indotta Onda d’urto che induce formazione stellare. La formazione stellare può essere indotta da onde d’urto (shock): il passaggio di un’onda d’urto comprime il gas. Un’onda d’urto si avvicina ad una nube di gas interstellare. Onde d’urto possono essere prodotte da: L’onda d’urto passa attraverso e comprime la nube. Supernovae; risultato di formazione stellare precedente. Fronti di ionizzazione (regioni HII); I moti nella nube continuano anche dopo che lo shock è passato. Collisioni tra nubi molecolari giganti Le parti più dense della nube diventano instabili per collasso. Rotazione galattica (passaggio attraverso i bracci a spirale ovvero attraverso un’onda d’urto). Le parti che si contraggono danno origine alle stelle. AA 2008/2009 Astronomia ➫ Lezione 10 12 L’onda d’urto di una Supernova Le stelle massicce (M >10 M☉) hanno vita breve e la terminano con l’esplosione di una supernova: gli strati esterni della stella vengono sparati via ed il gas caldo prodotto dall’esplosione si espande producendo una forte onda d’urto nello spazio interstellare. Un’onda d’urto è una perturbazione nel gas che si propaga più veloce della velocità del suono. AA 2008/2009 Astronomia ➫ Lezione 10 13 Fronti di ionizzazione Le stelle O e B producono grosse quantità di radiazione ionizzante. Questa determina una bolla di gas ionizzato nella nube molecolare (regione HII). Il gas ionizzato è caldo (T~10000 K). La regione HII si espande provocando un’onda d’urto nel gas freddo circostante. AA 2008/2009 Astronomia ➫ Lezione 10 14 Formazione Stellare Auto-Indotta La formazione stellare va avanti in questa direzione Ammasso più vecchio Strato di H non ancora ionizzato Nube molecolare gigante Ammasso vecchio Nube di H ionizzato (regione HII) in espansione Onda d’urto che si propaga nella nube Nuove stelle in formazione L’espansione di una regione HII attorno ad un ammasso di stelle massicce può indurre nuove generazioni di formazione stellare. AA 2008/2009 Astronomia ➫ Lezione 10 15 Formazione stellare sequenziale Generazioni precedenti di stelle massicce O/B hanno scavato una bolla HII nella nube molecolare gigante. AA 2008/2009 Nuove stelle si formano nei giganteschi filamenti di gas molecolare. Astronomia ➫ Lezione 10 I globuli scuri sono fatti evaporare dalle nuove stelle. 16 Le Protostelle I nuclei densi delle nubi molecolari collassano e si riscaldano fino a ~1000 K diventando protostelle. Non sono ancora abbastanza densi e caldi per innescare la fusione 2H→He. Sono racchiusi in un involucro di gas molecolare e polvere e sono perciò visibili solo in IR. Ad un certo punto i nuclei diventano così caldi da spazzar via il gas e la polvere che li avvolgono. AA 2008/2009 Astronomia ➫ Lezione 10 17 Non è proprio così semplice ... Le nubi molecolari giganti: ruotano; sono avvolte dal campo magnetico galattico. Mentre collassano si devono conservare: momento angolare (~M V R); flusso del campo magnetico (~ B R2). AA 2008/2009 La conservazione di queste quantità provoca: aumento della velocità di rotazione aumento dell’intensità del campo magnetico. Questo può arrestare il collasso. Le protostelle devono dissipare momento angolare e flusso di campo magnetico per poter collassare ulteriormente e diventare stelle. Astronomia ➫ Lezione 10 18 I dischi protostellari Disco di accrescimento circumstellare I moti di rotazione del disco avvolgono a elica le linne di campo magnetico. Protostella Mentre il disco si contrae, porta con se le linee di campo magnetico. Linee di campo magnetico permeano il disco. Problema: come fanno le protostelle a sbarazzarsi del momento angolare e del flusso magnetico in eccesso? AA 2008/2009 Del materiale in accrescimento è convogliato via lungo le eliche (getti) Soluzione: formano dischi magnetizzati e venti bipolari. I dischi magnetizzati confinano i venti di gas caldo lungo l’asse di rotazione → getti di materiale. I getti si portano via il momento angolare in eccesso. Astronomia ➫ Lezione 10 19 I dischi attorno alle stelle giovani Stella nascosta dal disco di gas e polvere. Gas e polvere in accrescimento illuminati dalla stella nascosta. AA 2008/2009 Astronomia ➫ Lezione 10 20 Dischi protostellari e getti I dischi ed i getti sono spesso associati alle stelle T-Tauri. Sono stelle di pre-sequenza di ~1 massa solare. Getto collimato magneticamente - nubi di gas caldo espulse lungo l’asse di rotazione del disco. Quando il getto incontra il mezzo interstellare, si formano gli oggetti di Herbig-Haro, nebulose a emissione compatte. Stella di pre-sequenza (T-Tauri) nascosta dietro al disco di polvere. Oggetti di Herbig-Haro AA 2008/2009 Astronomia ➫ Lezione 10 21 Galleria di getti da stelle giovani AA 2008/2009 Astronomia ➫ Lezione 10 22 Dalle protostelle alle stelle Luminosità (L☉) Tracce evolutive di pre-sequenza Sequenza principale Fusione dell’Idrogeno Temperatura superficiale (K) AA 2008/2009 Inizialmente le protostelle sono soggette ad un collasso in “caduta libera”. Mentre il nucleo si riscalda, la pressione termica rallenta la contrazione e si ha una stella di pre-sequenza (principale). Quando la temperatura del nucleo e la pressione sono sufficientemente alte, si accende la fusione H → He e la nuova stella si posiziona sulla sequenza principale. Astronomia ➫ Lezione 10 23 Ammassi aperti Le nubi molecolari giganti sono grandi abbastanza per formare molte stelle (talvolta in generazioni successive). La formazione stellare si lascia dietro: Ammassi Aperti di ~100 stelle, tenuti insieme dalla gravità; L’Ammasso Aperto M7 AA 2008/2009 Associazioni di stelle giovani che si stanno lentamente dissolvendo. Astronomia ➫ Lezione 10 24 Un ammasso giovane Luminosità (L☉) Questo ammasso è così giovane che gran parte delle sue stelle fredde di bassa massa non hanno ancora raggiunto la sequenza principale. Sequenza principale Temperatura superficiale (K) (a) L’ammasso NGC 2264. (b) Il diagramma H-R di NGC 2264. Le stelle di piccola massa devono ancora raggiungere la sequenza principale. Età probabile ~2×106 y. AA 2008/2009 Astronomia ➫ Lezione 10 25 Un ammasso vecchio Luminosità (L☉) Questo ammasso è abbastanza vecchio che tutte le sue stelle fredde di bassa massa sono sulla sequenza principale: la fusione dell’Idrogeno si è accesa nei loro nuclei. Sequenza principale Temperatura superficiale (K) (a) L’ammasso delle Pleiadi. (b) Il diagramma H-R delle Pleiadi. Le stelle di piccola massa sono sulla sequenza principale mentre le stelle di grande massa la hanno già abbandonata. Età probabile ~5×107 y. AA 2008/2009 Astronomia ➫ Lezione 10 26 Viaggio nella nebulosa di Orione Viaggio nella nebulosa di Orione La formazione del sistema solare Sembra chiaro che la formazione di un disco ruotante di gas e polvere è una parte integrale della formazione di una stella. (a) Un nebulosa lentamente ruotante, quasi sferica comincia a contrarsi E’ probabile che il sole si sia formato in tale disco (Ipotesi della Nebulosa Solare → Kant & Laplace). Il Sole si è formato dal collasso del nucleo della nube protostellare. I pianeti si sono condensati nel più freddo materiale del disco. (b) A seguito delle contrazione e della rotazione, si forma un disco piatto rapidamente ruotante. La materia si concentra nel nucleo e diventa il protosole I Proto-pianeti restano dopo che i resti del gas e della polvere sono stati spazzati via. AA 2008/2009 Astronomia ➫ Lezione 10 29 Pianeti extrasolari L’ipotesi della nebulosa solare prevede che la formazione dei pianeti sia legata a quella della stella. I pianeti dovrebbero esistere anche attorno alle altre stelle. I sistemi come Beta Pictoris potrebbero rappresentare dischi di residui rimasti in seguito alla formazione dei pianeti. Non si possono ottenere immagini dirette dei pianeti extrasolari ma negli ultimi anni ne sono stati scoperti circa 200 grazie alle oscillazioni della velocità radiale della Disco tenue di I grani contengono stella (centro di massa polvere fredda Dimensioni dell’orbita di Plutone ghiacci e silicati stella-pianeta...). I pianeti trovati sono quasi tutti di tipo Gioviano (giganti gassosi) a varie distanze Disco di Beta Pictoris dalla stella. AA 2008/2009 Astronomia ➫ Lezione 10 30 Anello di polvere attorno a una stella Collisione ad alta velocità tra due planetesimi. Per la conservazione del momento angolare, gran parte dei detriti della collisione si distribuisce in anelli attorno alla stella. NASA/JPL-Caltech Idealizzazione di un anello di polvere attorno ad una stella relativamente giovane. L’anello è formato dai detriti formati a seguito della collisione tra i planetesimi. AA 2008/2009 Astronomia ➫ Lezione 10 31 Formazione e crescita dei planetesimi La formazione dei pianeti inizia nelle nube protostellare con la crescita dei grani di polvere a formare i planetesimi (oggetto solidi di diametro ~1 km). Ci sono due tipi di processi: Condensazione I grani crescono raccogliendo atomi o molecole individuali Accrescimento I grani più grandi si stabiliscono in I grani più grandi collidono e un disco sottile dove instabilità si legano a causa delle forze gravitazionali creano addensamenti elettrostatiche. promovendo una crescita ulteriore. AA 2008/2009 Astronomia ➫ Lezione 10 32 La crescita dei protopianeti I Planetesimi si fondono a formare protopianeti. Le collisioni non sono violente perchè i planetesimi orbitano tutti nella stessa direzione. I planetesimi più grandi crescono più rapidamente e spazzano via i più piccoli. Quando sono sufficientemente massicci i protopianeti si riscaldano per radioattività e contrazione gravitazionale. Le parti interne si fondono portando alla differenziazione e all’espulsione dei gas. Diversa è la formazione dei pianeti gioviani che sono nubi dense di gas e accrescono gas e polvere. AA 2008/2009 (a) Nel disco attorno al protosole, i grani solidi collidono e condensano a formare i planetesimi. Protosole Planetesimi (b) I pianeti terrestri crescono per collisioni e accrescimento di planetesimi per attrazione gravitazionale. I pianeti gioviani crescono per l’accrescimento di gas. Pianeti terrestri Pianeti gioviani Planetesimi Astronomia ➫ Lezione 10 Gas Sole Pianeti Sistema solare 33 La condensazione dei solidi I pianeti si formano dalle stesse nubi protostellare da cui si formano le stelle. Ma se la composizione chimica è la stessa perché ci sono 2 tipi di pianeti? La ragione è il gradiente di temperatura della nebulosa: la temperatura diminuisce all’allontanarsi dalla stella. Gli elementi si devono condensare in grani solidi (roccia o ghiaccio) per poter formare i pianeti. Nelle regioni centrali si condensano solo i composti di metalli e silicati (pianeti terrestri). I ghiacci di acqua, ammoniaca e metano (che formano i pianeti gioviani) si condensano nelle regioni più esterne. AA 2008/2009 Astronomia ➫ Lezione 10 34 La formazione dei pianeti Sistema solare interno: i pianeti terrestri si formano da metalli e silicati ➪ sono piccoli e densi. Sistema solare esterno: i pianeti gioviani si formano dai ghiacci e dalla cattura (accrescimento) di H e He ➪ sono grandi e poco densi. Anche i silicati condensano. Protosole Solo i composti ce metallici condensano s e r c s e d a r u t nei grani. ra e p m e T Pianeti terrestri I pianeti possono crescere solo per accrescimento di grani metallici e silicati. AA 2008/2009 Ghiacci di H2O, NH3, CH4 ecc. Pianeti gioviani Inizialmente i pianeti crescono rapidamente per la cattura di grani con mantelli di ghiaccio. Quando la massa è >15 volte quella della Terra, catturano gas (H e He) dalla nube protostellare. Astronomia ➫ Lezione 10 35 Il dissolvimento della nebulosa Diversi processi contribuiscono a spazzar via i resti della nube protostellare: Radiazione UV emessa dalle stelle calde: probabilmente il Sole si è formato in una nube molecolare gigante insieme ad un ammasso di altre stelle. Pressione di radiazione dal Sole. Vento solare. Rimozione dei detriti solidi (p.e. asteroidi) da parte dei pianeti appena formati. Effetto fionda gravitazionale. I modelli suggeriscono che il processo di formazione del sistema solare sia durato ~ 100 milioni di anni. AA 2008/2009 Astronomia ➫ Lezione 10 La superficie dei pianeti rocciosi mostra evidenze di un pesante bombardamento di asteroidi. 36 La sparizione della nebulosa Alcuni vuoti osservati in alcuni dischi protoplanetari possono essere stati causati dalla formazione di pianeti giganti come Giove e Saturno. NASA/JPL-Caltech/T. Pyle (SSC/Caltech) AA 2008/2009 Astronomia ➫ Lezione 10 37 Conclusioni Le stelle su formano a seguito del collasso gravitazionale di nuclei densi di nubi molecolari giganti (regioni che contengono massa pari a circa la massa di Jeans). Supernovae e ed i fronti di ionizzazione da stelle O/B sono la causa di successive generazioni di formazione stellare. Le protostelle espellono il momento angolare in eccesso formando dischi e venti bipolari. I dischi protostellari si condensano a formare i pianeti. Durante il collasso la protostella è riscaldata dal rilascio di energia gravitazionale; la fase di collasso termina finché la pressione e la temperatura nucleari non sono sufficientemente alte da accendere le reazioni di fusione nucleare; la protostella diviene allora una stella di sequenza principale. AA 2008/2009 Astronomia ➫ Lezione 10 38 World Wide Web Filmato su formazione stellare indotta da supernove: http://coolcosmos.ipac.caltech.edu/resources/ informal_education/videos.html Filmato sulla formazione di “buchi” nei dischi protoplanetari: http://www.astro.virginia.edu/VITA/papers/planet1/ Filmato sulla formazione dei pianeti: http://cougar.jpl.nasa.gov/HR4796/anim.html AA 2008/2009 Astronomia ➫ Lezione 10 39