Premessa (tecnica) - Centro Territoriale Volontariato

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Proposta
Schemi di rendicontazione contabile
delle Organizzazioni di Volontariato
marzo 2009
1
Premessa
Le proposte avanzate dall’Agenzia per le ONLUS hanno accelerato e sollecitato riflessioni già
presenti all’interno dei Centri di servizio che oramai da anni, soprattutto a fronte dell’esperienza
maturata tramite i diversi servizi di consulenza, stanno affrontando con diverse modalità
l’individuazione di elementi comuni connessi alla redazione del bilancio civilistico per le
organizzazioni di volontariato iscritte ai Registri Regionali.
È importante evidenziare che le proposte dell’Agenzia per le ONLUS non si fermano ai soli schemi
di bilancio ma riguardano anche:
1. la “relazione di missione”, nell’ottica del riconoscimento che la medesima Agenzia
attribuisce al dato che nel terzo settore “i valori quantitativo-monetari tipici del bilancio di
esercizio non sono, infatti, sufficienti a soddisfare pienamente tali obiettivi informativi1;
2. i criteri di valutazione definendo ”l’esigenza di precisi e uniformi criteri di valutazione delle
poste di bilancio, anche in vista della certificazione di bilancio che va diffondendosi fra i
grandi enti e per taluni ambiti operativi”2.
Come vediamo, gli elementi oggetto di esamina sono di assoluto rilievo; gli schemi di bilancio sono
una parte non disgiunta di strumenti nel disegno generale, e dispongono questi all’interno di un
quadro più complessivo di strumenti per il non profit in generale.
Gli stessi Centri di Servizio, condividendo i principi di fondo posti dalla stessa Agenzia, hanno
avuto modo con diverse modalità e su diversi livelli di affrontare, approfondire e sperimentare
aspetti correlati, avendo come focus specifico ovviamente le OdV.
Il presente lavoro quindi prova ad avanzare una elaborazione specifica per le OdV in riferimento
alle proposte avanzate dalla Agenzia per le ONLUS proponendo delle ipotesi da sperimentare
attraverso un percorso di verifica non solo dei risultati relativi all’applicazione degli schemi di
bilancio ma anche dei processi correlati alla produzione di tali risultati.
È però opportuno evidenziare che i contenuti del presente documento sono stati articolati anche
considerando sia gli eventuali elementi di influenzamento/condizionamento di sistema sia le
peculiarità delle organizzazioni di volontariato derivanti dagli aspetti normativi, sia la loro reale
necessità gestionale amministrativa.
1
2
Cfr. pag. 8 Linee Guida e schemi per la redazione dei bilanci di esercizio degli enti non profit;
Cfr. pag. 8 Linee Guida e schemi per la redazione dei bilanci di esercizio degli enti non profit;
2
A prescindere dal valore e dai principi delle proposte avanzate dall’Agenzia, è rilevante
sottolineare il livello di influenzamento/condizionamento che queste eserciteranno, nel loro
insieme, nei confronti dei diversi attori del non profit e dal conseguente rapporto che si determinerà
tra questi e gli altri attori istituzionali e non.
Quali scenari aprono le proposte avanzate dall’Agenzia per le ONLUS: è necessario chiarire che
tali proposte non hanno un assunto normativo. L’obbligo di applicazione deriva da una norma
specifica, e non siamo all’interno di questo caso.
I principi, sui quali sono state elaborate le proposte e l’autorevolezza della medesima Agenzia, ci
spingono a ipotizzare un condizionamento dell’intero sistema.
Ecco che gli enti istituzionali, pubblici e privati, saranno a nostro avviso attratti per necessità,
rispetto ai propri obiettivi e ai propri fini, ad esigere dagli enti del non profit l’applicazione degli
strumenti delineati. La conseguenza diretta è l’istituzionalizzazione delle proposte su diversi livelli
ed il passaggio quindi da opportunità a vincolo.
Per questo, nell’ottica di tutelare gli interessi delle OdV, è necessario far sì che le proposte
contenute nel documento corrispondano ad una reale capacità dei diversi livelli organizzativi e
gestionali delle organizzazioni salvaguardando un’eventuale spinta burocratizzante degli aspetti
gestionali.
In tal senso per calibrare gli schemi di bilancio e i principi emanati dall’Agenzia per le Onlus sulle
odv è necessario tenere in debita considerazione le loro caratteristiche dimensionali, i sistemi di
gestione contabile utilizzati e, soprattutto, le peculiarità organizzative che contraddistinguono
questa tipologia di Enti non profit.
In questo quadro, le ipotesi di lavoro articolate all’interno del presente documento sono da
intendersi in una duplice lettura:
-
da una parte, nell’ipotesi che le proposte avanzate dall’Agenzia hanno la prospettiva di
diventare vincolanti nell’immediato futuro per le OdV, i CSV diventino attori privilegiati nel
tutelare gli interessi delle medesime organizzazioni;
-
dall’altra far sì che i CSV operino perché le proposte sviluppate nello specifico sulle
esigenze delle OdV diventino una reale opportunità di sviluppo non solo all’interno di ogni
singola organizzazione, ma anche tra OdV e soggetti istituzionali pubblici e privati in
relazione al quadro di proposte avanzate dall’Agenzia, e quindi non solo sugli schemi di
bilancio.
3
In questo senso quest’ultimo punto tanto più è fattibile quanto più non risulta disgiunto da due
fattori:
1. gli schemi di bilancio non sono altro che la rappresentazione economica realizzata dal
singolo ente e il risultato del processo gestionale e contabile messo in atto;
2. la relazione di missione non è altro che il risultato di processi gestionali e organizzativi;
Processi che per necessità/opportunità condizionano l’agire quotidiano delle singole OdV e
riflettono il singolo contesto organizzativo e gestionale.
Quindi le proposte di schemi articolate hanno una forte attenzione ai processi che li determinano:
la capacità dell’ente di gestire una tipologia di contabilità, la capacità di gestire gli aspetti
amministrativi e fiscali, la capacità di gestire gli aspetti organizzativi connessi all’attività
istituzionale dell’ente.
In questo senso una sperimentazione delle ipotesi avanzate nel presente documento attraverso la
rete dei CSV permetterebbe di verificare il contenuto delle proposte e di contribuire ai principi
generali che l’Agenzia per le ONLUS ha avanzato nelle linee guida.
È possibile ipotizzare percorsi di sperimentazione da parte dei CSV volti ad accompagnare le OdV
nella cura dei processi contabili e gestionali con l’opportunità di facilitare tali azioni attraverso
l’applicazione degli schemi di bilancio proposti con la predisposizione di schemi base e strumenti di
supporto, semplici e funzionali corrispondenti alle diverse esigenze e ai diversi livelli organizzativi
previsti nella sperimentazione. Esistono già esperienze sviluppate da diversi Centri di Servizio. È
ipotizzabile partire da queste esperienze.
È interessante inoltre evidenziare come, in prospettiva, la funzionalità di un sistema organizzato, in
ogni singola OdV, di prassi gestionali supportate da idonei strumenti andrebbe non solo a facilitare
la gestione quotidiana delle organizzazioni ma agevolerebbe le medesime alla redazione di
strumenti di rendicontazione aumentando anche gli elementi connessi alla trasparenza delle
medesime.
È in questo senso che si andrebbe di fatto ad agevolare le medesime OdV anche all’obbligo
principale che ne deriva dall’iscrizione al Registro e cioè di sottoporre all’istituzione di competenza
(Regioni, Province e in alcuni casi Comuni), per effetti applicativi della maggior parte delle leggi
regionali connessi al controllo del mantenimento dei requisiti, una rendicontazione/bilancio
consuntivo e/o una relazione delle attività svolte.
In ultimo un investimento sulla cura del processo correlato alla produzione dei diversi strumenti
presi in esame, attraverso sistemi informatizzati curati direttamente dai CSV, permetterebbe di
creare economie di scala a livello di micro/macro sistema. È l’intero sistema che ne beneficia sia
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relativamente agli elementi più interni in termini istituzionali (es. rapporto con soci, buon
funzionamento degli organi sociali) sia nel rapporto con terzi (es. donatori, altri enti istituzionali) sia
nel raggiungimento dei propri scopi (es. volontari, altri enti di terzo settore). Le informazioni relative
alle forme di rendicontazioni sarebbero immediate e disponibili ai diversi interlocutori e sempre
aggiornate dalle medesime organizzazioni che ne hanno assoluto interesse.
Quindi l’obiettivo generale del presente documento è di creare le condizioni tecnico specifiche e di
sistema perché le OdV possano agire, sviluppare, progettare e realizzare al meglio le proprie
azioni, articolate attraverso lo sviluppo dei seguenti obiettivi specifici:
1. definire una proposta di “schemi di bilancio” per le OdV iscritte ai Registri regionali:
a. nel rispetto dei vincoli normativi;
b. in coerenza con le proposte avanzate dall’Agenzia per le ONLUS;
c. nel rispetto dei diversi livelli di capacità organizzativa gestionale espressa delle
medesime organizzazioni.
2. definire una proposta di “relazione di missione” per le OdV iscritte ai Registri regionali:
a. nel rispetto dei vincoli normativi;
b. nel rispetto dei principi enunciati dall’Agenzia per le ONLUS;
c. in coerenza con il percorso di sperimentazione avviato da CSVnet;
d. nel rispetto dei diversi livelli di capacità organizzativa gestionale espressa delle
medesime organizzazioni.
3. attivare una sperimentazione promossa dai CSV in relazione alla funzionalità delle
proposte articolate.
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1. IL
PUNTO DI PARTENZA: GLI OBBLIGHI CONTABILI DELLA LEGGE QUADRO SUL
VOLONTARIATO 266/91 E DELLE ALTRE NORME CHE DISCIPLINANO IL
VOLONTARIATO
Non esiste da indicazioni legislative vigenti uno schema di bilancio o rendiconto
obbligatorio per le organizzazioni di volontariato
Bilancio ai fini civilistici
Il codice civile non prevede alcun obbligo a riguardo, fatto salvo quanto indicato per le associazioni
riconosciute (art. 20 c.c.).
Bilancio ai fini legislazione speciale Legge 266/91 e norme fiscali
Obbligo di formazione del bilancio previsto dalla legislazione sul volontariato:
Art 3 comma 3 legge 266/1991: “Negli accordi degli aderenti, nell'atto costitutivo o nello statuto,
…., devono essere altresì stabiliti l'obbligo di formazione del bilancio, dal quale devono risultare i
beni, i contributi o i lasciti ricevuti, nonché le modalità di approvazione dello stesso da parte
dell'assemblea degli aderenti”.
Art. 25 comma 4 D.Lgs. 460/97 : “In luogo delle scritture contabili previste al comma 1 lettera a) le
organizzazioni di volontariato iscritte nei registri i sensi dell’art. 6 della legge 11 agosto 1991 (….)
possono tenere il rendiconto nei modi e termini dell’articolo 20 DPR 600/73 ”.
Relazione sulle attività svolte. La legge 266/91 delega alle Regioni tale competenza.
Rispetto agli adempimenti attualmente previsti dalle singole regioni e provincie autonome si
rimanda all’apposita sezione in appendice
Tipo di Contabilità fiscale
Non è previsto alcun obbligo a riguardo, qualora l’organizzazione abbia esclusivamente il codice
fiscale e non svolga attività riconducibile all’attività d’impresa.
Si ricordano però gli obblighi ai fini fiscali previsti dal DL 35/2005 come convertito con modificazioni
dalla legge 80/2005 ( Più Dai Meno Versi) per i soggetti che ricevono donazioni negli importi
previsti dalla norma stessa.
Contributo cinque per mille 2008
Obbligo del rendiconto relativo ai fondi ricevuti (art. 3, comma 6 della L. 244/2007).
6
Con l’articolo 8 del DPCM del 19 marzo 2008, pubblicato sulla G.U. n. 128 del 3 giugno 2008 sono
state rese note le modalità di effettuazione di tale rendiconto.
> Euro 15.000: Gli enti sono tenuti obbligatoriamente all’invio telematico del rendiconto sopra
richiamato.
< Euro 15.000: Gli enti non sono tenuti all’invio del rendiconto e della relazione (che dovranno
comunque redigere entro un anno dalla ricezione degli importi), ma dovranno conservare tali
rendiconti per dieci anni e fornirli su richiesta agli organi competenti.
Si tratta di un nuovo obbligo contabile, slegato e complementare alla redazione del bilancio e/o
rendiconto annuale dell’ente non profit, che dovrà indicare la destinazione delle somme, che quindi
assumono, in base a tale legge, un preciso vincolo di destinazione.
(Sentenza Corte Costituzionale n. 202 del 18 giugno 2007)
Raccolte pubbliche di fondi
L’art. 8 del D.lgs. 460/97, applicabile per le OdV in quanto Onlus di diritto, prevede che:
“Indipendentemente alla redazione del rendiconto annuale economico e finanziario, gli enti non
commerciali che effettuano raccolte pubbliche di fondi devono redigere, entro quattro mesi dalla
chiusura dell'esercizio, un apposito e separato rendiconto tenuto e conservato ai sensi
dell'articolo 22, dal quale devono risultare, anche a mezzo di una relazione illustrativa, in modo
chiaro e trasparente, le proventi e le spese relative a ciascuna delle celebrazioni, ricorrenze o
campagne di sensibilizzazione indicate nell'articolo 143 comma 2-bis, lettera a), Testo unico delle
imposte sui redditi”
Poiché l’obiettivo è quello di illustrare le operazioni di gestione dei fondi raccolti (entità dei fondi
raccolti e degli impieghi effettuati) sarà necessario contrapporre i proventi e le uscite e riportarli nel
rendiconto economico o nel bilancio complessivo annuale dell’ente.
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2. LA
DIMENSIONE ECONOMICA DELLE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO E I
SISTEMI DI RENDICONTAZIONE
Le organizzazioni di volontariato sono caratterizzate da una discreta eterogeneità in termini di
struttura dimensionale e di livello di risorse economiche annuali gestite. Eterogeneità che deriva da
diversi fattori quali, ad esempio, le aree geografiche di appartenenza, i settori in cui operano, le
componenti storiche dei singoli enti, ecc… Tuttavia la maggior parte di questi enti sono
caratterizzati da una struttura leggera e da una disponibilità di risorse finanziare generalmente
limitata se confrontata con quelle di altri soggetti del non profit. La quasi totalità delle odv si colloca
infatti al di sotto della soglia dei 250.000 euro annuali di volume di entrate e, tra queste, la maggior
parte possono contare su risorse finanziarie ben più limitate. In particolare la realtà delle odv di
piccole dimensioni rappresenta una percentuale estremamente importante dell’intero sistema che,
in fase di definizione di schemi e principi di redazione di bilancio, merita particolare attenzione in
termini di capacità di gestione dei processi contabili sottostanti.
Tenuto conto dell’osservatorio privilegiato dei Centri di Servizio per il Volontariato possiamo infatti
stimare che le organizzazioni di volontariato che gestiscono risorse annuali inferiori a 20.000 euro,
che non utilizzano personale retribuito permanente e che quindi affidano lo svolgimento delle
proprie attività in maniera quasi esclusiva all’apporto volontario dei propri aderenti, rappresentano
più del 50% del totale3. Si tratta quindi di soggetti per i quali occorre valutare attentamente 2
aspetti:
-
la reale possibilità di approcciarsi ad una rendicontazione articolata e complessa;
-
il livello informativo, dei documenti che compongono il bilancio, necessario a garantire una
sufficiente trasparenza dei fatti di gestione per enti di così ridotte dimensioni;
In tal senso i Centri di Servizio per il Volontariato devono proporre strumenti semplici e utilizzabili
soprattutto per questa categoria di organizzazioni in considerazione anche dei ridotti apporti di
natura professionale sulle materie economiche e finanziarie, andando poi a richiedere maggiori
sforzi organizzativi a chi li può sostenere (organizzazioni con strutture dimensionali e volumi di
entrate superiori).
Rispetto ai sistemi di rendicontazione adottati dalle organizzazioni di volontariato si riscontra una
forte prevalenza dell’utilizzo di rendiconti redatti secondo il principio di cassa (soprattutto tra le odv
di piccole dimensioni di cui sopra), in grado di informare circa l’entità e le caratteristiche delle
3
In appendice si riportano i risultati di un indagine statistica condotta sulle organizzazioni di volontariato
della Regione Lombardia relativa allo loro dimensioni economiche e ai sistemi di rendicontazione adottati.
Tali dati riteniamo essere indicativi delle realtà sull’intero territorio nazionale, dove anzi è presumibile stimare
un ulteriore sottodimensionamento medio delle odv.
8
entrate e delle uscite derivanti dalla gestione dell’ente. L’utilizzo di una contabilità in partita doppia,
e la conseguente generazione di schemi di Stato patrimoniale e Rendiconto Gestionale, si
riscontra invece in una percentuale ridotta di organizzazioni. L’utilizzo di tale tipo di contabilità è
determinata fondamentalmente da due fattori:
-
maggiori esigenze informative interne ed esterne dettate da una maggiore strutturazione
dell’odv e da volumi medio alti di risorse finanziarie gestite. Con particolare riguardo
all’evidenziazione delle posizioni debitorie e creditorie,
alla valorizzazione delle
immobilizzazioni e del patrimonio netto;
-
necessità di di gestire donazioni superiori ad Euro 2.065,00 e quindi di far applicare la
legge “Più dai meno Versi” (DL 35/05, conv. con modif. da L 80/05),
3.
LA PROPOSTA
Sulla base di quanto riportato nei paragrafi
precedenti, per conciliare le richieste
di
semplificazione che provengono dal mondo del volontariato e i contenuti delle linee guida
dell’Agenzia per le ONLUS si propone quanto segue:
a.
Per le organizzazioni di volontariato con volumi di entrata annuali inferiori a 20.000 euro:
adozione di uno schema di rendiconto finanziario;
b.
Per le organizzazioni di volontariato con volumi di entrate annuali tra i 20.001 e i 250.000
euro: adozione di uno schema di rendiconto finanziario, della situazione patrimoniale,
della nota integrativa semplificata (prevista dalle linee guida contabili dell’Agenzia per le
ONLUS) e della relazione di missione;
c.
Per le organizzazioni di volontariato con volumi di entrate annuali superiori a 250.000 euro:
adozione dello schema di bilancio proposto dall’Agenzia per le Onlus con poche
modifiche di cui renderemo conto in un successivo documento, della Nota integrativa con i
contenuti proposti nelle linee guida dell’Agenzia per le ONLUS,e del bilancio sociale
secondo le “Linee guida sui bilanci sociali di Csvnet”;
3.1 IL RENDICONTO FINANZIARIO
Si prevede di adattare lo schema di rendiconto proposto dall’Agenzia per le ONLUS con il
dettaglio delle voci tipiche delle organizzazioni di volontariato che preveda l’aderenza alla Legge
sul volontariato 266/91 con la funzione di soddisfare:
-
L’esigenza di rendicontare in maniera adeguata e trasparente circa i fatti di gestione sia i
soggetti interni, che quelli esterni a vario titolo interessati alla gestione dell’ente (portatori di
interesse);
-
L’esigenza di fornire agli organi interni le necessarie informazioni alla gestione
amministrativa;
9
-
l’esigenza di rendicontazione verso il livello istituzionale preposto al controllo del
mantenimento dei requisiti, come richiesto dall’art. 6 della L. 266/91.
Rendiconto Finanziario
Periodo amministrativo
T
T-1
Dati in Euro
Dati in Euro
SEZIONE A Incassi e Pagamenti
A1 Incassi della gestione
A1.1 - Attività tipiche :
0
0
0
0
0
0
0
0
A1.1.1 - Quote Associative
A1.1.2 - Convenzioni Legge 266/91
A1.1.3 - Contributi Enti Pubblici
A1.1.4 - 5xMille anno
A1.1.5 - Donazioni e lasciti testamentari
A1.1.6 - Contributi Privati da Enti Erogatori
A1.2 - Raccolta pubblica di fondi
A1.2.1 Raccolta Pubblica di Fondi 1
A1.2.2 Raccolta Pubblica di Fondi 2
A1.3 – Attività accessorie
A1.3.1 Attività commerciale e produttiva marginale
A1.4 – Incassi finanziari e patrimoniali
A1.5 - Altri incassi
Sub Totale
A2 Incassi in c/capitale
A2.1 – Incassi derivanti da disinvestimenti
A2.2 – Incassi da prestiti ricevuti
Sub Totale
A3
Totale incassi
10
Periodo amministrativo
T
T-1
Dati in Euro
Dati in Euro
SEZIONE A Incassi e Pagamenti
A4 Pagamenti della gestione
A4.1 - Attività tipiche :
0
0
0
0
0
0
A4.1.1 - Spese personale
A4.1.2 - Rimborso Spese Volontari
A4.1.3 - Assicurazione Volontari
A4.1.4 - Acquisto beni di consumo
A4.1.5 – Acquisto di servizi
A4.1.6 - Godimento di beni di terzi
A4.1.7 - Altri pagamenti da attività tipiche
A4.2 - Attività Raccolta fondi
A4.2.1 Raccolta Pubblica di Fondi 1
A4.2.1 Raccolta Pubblica di Fondi 2
A4.3 - Attività accessorie
A4.3.1 - Spese personale
A4.3.2 - Rimborso Spese Volontari
A4.3.3 - Assicurazione Volontari
A4.3.4 - Acquisto beni di consumo
A4.3.5 – Acquisto di servizi
A4.3.6 - Godimento di beni di terzi
A4.3.7 - Altri pagamenti da attività
accessorie
A4.4 – Pagamenti finanziari e patrimoniali
A4.5 – Attività di supporto generale
A4.6.1 - Spese personale
A4.6.2 - Rimborso Spese Volontari
A4.6.3 - Assicurazione Volontari
A4.6.4 - Acquisto beni di consumo
A4.6.5 – Acquisto di servizi
A4.6.6 - Godimento di beni di terzi
A4.6.7 - Altri pagamenti da attività di
supporto generale
A4.6 – Altri Pagamenti
Sub Totale
A5 Pagamenti in conto capitale
A5.1 – Investimenti
A5.2 - Rimborso debiti
Sub Totale
11
A6
Totale pagamenti
Differenza tra incassi e pagamenti
0
0
0
0
0
0
A7 Fondi liquidi iniziali
A8 Fondi liquidi a fine anno
-
Valori in cassa
-
Valori presso depositi Bancari
-
Valori presso depositi Postali
Note generali per la compilazione dello schema di rendiconto finanziario
Il Rendiconto Finanziario proposto può essere adottato da tutte le organizzazioni di volontariato con
volume di entrate inferiori a 250.000 euro.
Il modello è di tipo finanziario e quindi le voci di riferimento vanno ricomprese per incassi e pagamenti
di cassa, banca e poste e non per competenza.
Lo schema va utilizzato solo per le voci che interessano in quanto hanno movimentazione. Pertanto
non sarà necessario redigere gli schemi nella loro completezza laddove l’ente movimenti solo alcune delle
poste di bilancio proposte.
La compilazione dell’aggregazione “A.4.6 Attività di supporto generale” si prevede facoltativa in quanto:
-
Per la maggior parte delle organizzazioni di volontariato si ritiene di difficile compilazione in quanto
non dotate di contabilità analitica. I meccanismi di ripartizione delle spese tra “Attività tipiche” e di
“supporto generale” presuppone una complessità contabile alla quale le odv non sempre sono in
grado di adempiere. Pertanto la facoltatività di compilare tale aggregazione permette di evitare
imputazioni forzate su basi aleatorie e non oggettive tali da pregiudicare la trasparenza dei dati
presentati.
-
L’assetto organizzativo delle odv, per sua natura, è fortemente connotato dall’apporto delle
prestazioni volontarie dei propri aderenti i quali svolgono sia funzioni direttamente riferibili alle attività
tipiche dell’organizzazione in riferimento alle finalità istituzionali, sia le attività di supporto generale.
Tale assetto organizzativo spesso pone quindi in primo piano l’unicità dell’apporto volontario rivolto
alla realizzazione delle attività tipiche.
-
Nelle organizzazioni di piccole dimensioni la separazione delle poste relative all’attività di supporto
generale rispetto a quelle dell’attività tipiche rischia di perdere il proprio significato, oltre che per le
motivazioni sopra espresse, anche in ragione delle limitate risorse finanziarie gestite.
12
Glossario Sezione A - Incassi
A1 – INCASSI DELLA GESTIONE
In questa aggregazione vengono riepilogate le diverse entrate dell’organizzazione di volontariato
relative alla gestione corrente e a quelle in conto capitale. Il modello è di tipo finanziario e quindi le
voci di riferimento vanno ricomprese per entrate di cassa e banca e non per competenza.
A1.1 – Attività Tipiche
La terminologia “attività tipiche” non trova riferimento nella legislazione specifica di riferimento, ma
è stata introdotta dal documento dell’ Authority per le Onlus sugli schemi di bilancio, di
conseguenza esclusivamente per tale aspetto di uniformità e semplificazione si decide di adottarla
anche in tale schema.
La particolare natura della legislazione nazionale specifica sul volontariato
(Legge 266) e le conseguenti legislazioni regionali ci spingono a fare tale commento in merito alle
voci specifiche di dettaglio proposte in tale modello, con l’indicazione specifica di cosa va inserito
in ogni singola voce:
Le quote associative sono una delle espressioni fondanti di un ente associativo e vanno
scientificamente ritenute la prima espressione di partecipazione attiva alla vita
dell’associazione, primo e fondamentale elemento della democraticità della struttura
associativa.
In particolare in tale voce sarebbero da ricomprendere esclusivamente le
quote associative dell’ente. Si tratta delle quote annuali (ordinarie e straordinarie) versate
nel rispetto degli accordi statutari e/o delle deliberazioni degli organi statutari destinate alla
gestione corrente4.
Le convenzioni ex legge 266/91 sono l’elemento di specificità previsto appositamente
dalla legge 266/91 ( art. 5 lettera f ) che sulla base della sua natura giuridica di servizio
effettuato in convenzione e per la sua natura di “rimborso” ( come definito dalla norma 266)
differisce dagli altri contributi erogati a favore dell’ODV.
I contributi degli enti pubblici sono i contributi erogati a favore della Odv da parte degli
enti pubblici a fronte di specifici progetti svolti dalla ODV ( art. 5 lettera c) oppure erogati a
fondo perduto a sostegno dell’attività.
Contributo 5 per mille. Tale voce si è deciso di inserirla separatamente sia in virtù della
natura specifica di tale entrata come definita dalla Corte Costituzionale con sentenza 202
del 18 giugno 2007, che non ha definito tale contributo un contributo pubblico; sia in virtù
4
In questa voce vengono ricomprese le quote associative annuali destinate alla gestione corrente (Incassi della gestione)
che, nelle specificità gestionali delle odv, rappresentano un’entrata da attività tipiche. Per tale motivo nello schema di
Rendiconto Finanziario non è stata inserita la voce “dotazione”, prevista nelle linee guida dell’Agenzia per le ONLUS
all’interno della sezione A1 Incassi della gestione, Eventuali conferimenti da parte dei soci con espressa destinazione a
patrimonio in virtù di specifiche disposizioni statutarie o da deliberazioni assembleari (diversi dalle quote associative
annuali) potrebbero trovare allocazione nella sezione A2 – Incassi in C/Capitale.
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della futura necessità di rendicontazione del 5 per mille, per cui in tal modo si facilita
l’inserimento in voce autonoma.
Le donazioni e lasciti testamentari. Tale voce si è decisa di riprenderla sistematicamente
dal dettato dell’art. 5 lettera f) della legge 266/91. La particolare natura di tali due voci con
la possibilità (nel caso delle donazioni) che i donatori ricevano agevolazioni fiscali secondo
le norme vigenti rende indispensabile un richiamo di specificità. Lo stesso dicasi per una
questione di trasparenza rispetto ai lasciti testamentari.
Contributi privati da enti erogatori. Tale specifica voce si è resa necessaria per il peso
sempre maggiore che le fondazioni di erogazione (soggetti privati) sono venute ad
assumere nel corso degli anni. In particolar modo fondazioni di erogazione locali a
sostegno anche di “piccole” attività delle Odv locali ; sostegni anche “minoritari” nello sforzo
economico ma che nello stesso tempo richiedono spesso una “rendicontazione” dei fondi
da loro erogati.
A1.2 – Raccolte pubbliche di fondi
La particolare natura sotto esplicitata delle raccolte pubbliche di fondi, in virtù del livello di
rendicontazione richiamata necessita di una distinzione specifica.
La raccolta pubblica di fondi. In tale voce vanno inserite le raccolte pubbliche di fondi. Infatti
l’art. 8 del D.lgs. 460/97, applicabile per le OdV in quanto Onlus di diritto, prevede che:
“Indipendentemente alla redazione del rendiconto annuale economico e finanziario, gli enti non
commerciali che effettuano raccolte pubbliche di fondi devono redigere, entro quattro mesi
dalla chiusura dell'esercizio, un apposito e separato rendiconto tenuto e conservato ai sensi
dell'articolo 22, dal quale devono risultare, anche a mezzo di una relazione illustrativa, in modo
chiaro e trasparente, i proventi e le spese relative a ciascuna delle celebrazioni, ricorrenze o
campagne di sensibilizzazione indicate nell'articolo 143 comma 2-bis, lettera a), Testo unico
delle imposte sui redditi” Poiché l’obiettivo è quello di illustrare le operazioni di gestione dei
fondi raccolti (entità dei fondi raccolti e degli impieghi effettuati) sarà necessario contrapporre
le entrate e le uscite e riportarli nel Rendiconto Finanziario dell’Ente.
A1.3 – Attività Accessorie
La particolare natura “accessoria” (secondo la definizione dell’Authority) delle entrate commerciali
e produttive marginali e la particolare attenzione riservatagli dal legislatore pone a fissare le
specifiche sotto esposte.
Attività commerciali e produttive marginali. E’ necessario rendere tale voce in forma
esclusiva in quanto si tratta di un adempimento previsto dall’art. 5 lett. g della 266 e richiamato
nella sua specificità ed importanza per le ODV dall’art. 30 del Decreto Anticrisi del gennaio
2009.
14
Gli unici incassi da ricomprendere tassativamente in tale voce sono quelle ottenute dalle attività
richiamate dall’apposito DM del 25 maggio 1992. Si ricorda che tali attività devono essere svolte
senza l'impiego di mezzi organizzati professionalmente così come previsto dal DM del 25 maggio
1995.
A1.4 - Incassi finanziari e patrimoniali.
In tale voce vanno ricompresi gli interessi attivi derivanti dai conti bancari e/o postali e gli interessi
attivi derivanti da investimenti. Vanno altresì inseriti gli incassi derivanti da locazioni o affittanze e/o
di origine patrimoniale.
A1.5 - Altri incassi.
Tale voce ricomprende tutti gli altri incassi che non vanno nelle voci precedenti e neanche in quelli
di natura finanziaria e/o da disinvestimenti e prestiti
sotto esposte. Si tratta di altre voci
potenzialmente esistenti all’interno degli incassi di una Odv e non strettamente riconducibili a
quelle sopra esposte, ma che in ragione della loro diversità rispetto alle attività tipiche, di raccolta
pubblica di fondi ed accessorie, vengono esplicitate ai fini di un principio di trasparenza.
A2 - INCASSI PATRIMONIALI
Altre voci riguardano gli incassi in c/capitale che prendono in considerazione esclusivamente gli
incassi del periodo derivanti da operazioni di natura finanziaria e di origine patrimoniale. Si ricorda
sempre la natura particolare del rendiconto di cassa di ricomprendere comunque le voci degli
incassi anche quando queste non hanno base “economica” sul versante delle entrate. Del resto
“inquinare” con voci di “competenza” un rendiconto di cassa porterebbe esclusivamente ad un
sistema contabile “misto” completamente inattendibile.
A2.1 - Incassi derivanti da disinvestimenti.
Tale voce riguarda tutti i disinvestimenti in titoli vari che trovano realizzazione finanziaria nel corso
dell’esercizio. La voce comprende inoltre le entrate derivanti dalle dismissioni di beni strumentali
dell’odv.
A2.2 - Incassi da prestiti ricevuti.
In tale voce vanno inseriti i prestiti, di breve e lungo periodo, che la Odv riceve sia da privati
(spesso soci e/o consiglieri) che da istituti finanziari e/o bancari. Come sopra, si ricorda sempre la
natura particolare del rendiconto di cassa esaminato che prende in considerazione esclusivamente
le entrate e uscite finanziarie del periodo anche quando queste non hanno base “economica” sul
versante delle entrate.
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Glossario Sezione A - Pagamenti
In questa aggregazione vengono riepilogate le diverse uscite dell’organizzazione di volontariato
relative alla gestione corrente. Il modello è di tipo finanziario e quindi le voci di riferimento vanno
ricomprese per entrate di cassa e banca e non per competenza.
A4 – PAGAMENTI DELLA GESTIONE
In questa aggregazione vengono riepilogate le diverse uscite dell’organizzazione di volontariato
relative alla gestione corrente. Il modello è di tipo finanziario e quindi le voci di riferimento dei
pagamenti vanno ricomprese per uscite di cassa e banca e non per competenza.
A4.1 – Attività Tipiche
Anche per i pagamenti, la terminologia “attività tipiche” non trova riferimento nella legislazione
specifica di riferimento, ma è stata introdotta dal documento dell’Authority per le Onlus sugli
schemi di bilancio, di conseguenza esclusivamente per tale aspetto di uniformità e semplificazione
si decide di adottarla anche in tale schema.
Spese personale: in tale voce relativa al personale vanno ricomprese: spese dipendenti,
cocopro, lavoratori autonomi. Si ricorda di inserire la voce al lordo quindi comprensiva di
ritenute ed oneri previdenziali. Si ricorda altresì il dettato della legge 266/91 riguardante
l’incompatibilità per i soci da qualsivoglia rapporto di natura patrimoniale (e quindi lavorativo)
con l’Odv ( articolo 2 comma 3 della legge 266/91) e l’obbligo che l’apporto dei volontari sia
prevalente rispetto alle spese del personale (dipendente e/o autonomo) comunque retribuito
(art. 3 comma 4 legge 266). Si segnala che in questa voce vanno inserite le uscite del
personale dipendente e parasubordinato, mentre quelle relative alle prestazioni occasionali e
professionali trovano allocazione, in virtù dell’autonomia che caratterizza la prestazione
lavorativa, nella voce “Acquisto di Servizi”
Rimborso spese volontari: in tale voce devono essere riportate esclusivamente le spese
rimborsate ai volontari; infatti : “al volontario possono essere rimborsate …….le spese
effettivamente sostenute per l’attività prestata, entro i limiti preventivamente stabiliti per
l’organizzazione stessa” cosi come recita l’art. 2 comma 2 della legge 266/91. E’ una spesa
che per la sua natura di richiamo legislativo esplicito assume una forte connotazione
identitaria dell’organizzazione stessa.
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Assicurazione volontari: tale voce ha connotazione obbligatoria per una Odv e deve essere
per forza esistente all’interno di un rendiconto. La legge 266 ha previsto infatti un apposito
articolo (il numero 4 della legge) per disciplinare tale aspetto. Da un punto di vista
strettamente contabile va riportato l’importo dell’assicurazione pagata per i volontari. Non
devono essere ricomprese in tale voce tutte le altre potenziali tipologie di contratti assicurative
della Odv ( automezzi, assicurazioni stabile, ecc.) che vanno inserite invece in acquisto di
servizi.
Acquisto beni di consumo: in questa voce vanno inseriti i pagamenti, riferiti alle attività
tipiche, effettuati per l’acquisto di beni il cui consumo si prevede di esaurire durante l’esercizio
quali ad esempio: materiali di cancelleria, prodotti per la pulizia, accessoristica di modico
valore, consumabili per macchine d’ufficio (es: Toner per fotocopiatrici, nastri, ecc..). Non
vanno inseriti gli acquisti relativi a beni che costituiscono immobilizzazioni che trovano
esposizione alla voce “investimenti” dell’aggregazione “A5 – pagamenti in conto capitale”.
Acquisto di Servizi: in questa voce vanno inseriti i pagamenti, riferiti alle attività tipiche,
effettuati per l’acquisto di servizi specifici quali le utenze (elettriche, idriche, riscaldamento,
telefoniche), pulizia dei locali, manutenzioni, assicurazioni (diverse da quelle previste per i
volontari), consulenze, ecc…
Godimento beni di terzi: in questa voce anno inseriti: canoni di locazione relativi a beni
immobili, beni mobili e concessioni; commissioni e provvigioni maturate per l’utilizzo di
brevetti, diritti di utilizzazione di opere dell’ingegno, licenze e marchi; canoni di leasing e
canoni di noleggio di automezzi e macchinari.
Altri pagamenti da attività tipiche: si tratta delle altre voci di uscite inerenti esclusivamente
le attività tipiche e che non trovano riferimento nelle voci sopra esposte. Rientrano in questa
voce anche le erogazioni denaro effettuate dall’odv in favore di altri soggetti nel rispetto delle
proprie finalità istituzionali.
A4.2 – Attività di Raccolta Fondi
La particolare natura sotto esplicitata delle raccolte pubbliche di fondi, in virtù del livello di
rendicontazione richiamata necessita di una distinzione specifica.
La raccolta pubblica di fondi: in tale voce vanno inserite le raccolte pubbliche di fondi. Infatti
l’art. 8 del D.lgs. 460/97, applicabile per le OdV in quanto Onlus di diritto, prevede che:
“Indipendentemente alla redazione del rendiconto annuale economico e finanziario, gli enti non
commerciali che effettuano raccolte pubbliche di fondi devono redigere, entro quattro mesi
dalla chiusura dell'esercizio, un apposito e separato rendiconto tenuto e conservato ai sensi
dell'articolo 22, dal quale devono risultare, anche a mezzo di una relazione illustrativa, in modo
chiaro e trasparente, i proventi e le spese relative a ciascuna delle celebrazioni, ricorrenze o
campagne di sensibilizzazione indicate nell'articolo 143 comma 2-bis, lettera a), Testo unico
17
delle imposte sui redditi” Poiché l’obiettivo è quello di illustrare le operazioni di gestione dei
fondi raccolti (entità dei fondi raccolti e degli impieghi effettuati) sarà necessario contrapporre
le entrate e le uscite e riportarli nel Rendiconto Finanziario dell’Ente. E’ necessario indicare le
voci dei pagamenti relativi alle singole raccolte pubbliche di fondi in modo speculare rispetto
agli incassi con la distinzione per singola raccolta.
A4.3 – Attività Accessorie
La particolare natura “accessoria” (secondo la definizione dell’Authority) delle entrate commerciali
e produttive marginali la particolare attenzione riservatagli dal legislatore pone a fissare le
specifiche sotto esposte. Infatti per le attività commerciali e produttive marginali. E’ necessario
rendere tale voce in forma esclusiva in quanto si tratta di un adempimento previsto dall’art. 5 lett. g
della 266 e richiamato nella sua specificità ed importanza per le ODV dall’art. 30 del Decreto
Anticrisi del gennaio 2009. Gli unici pagamenti da ricomprendere tassativamente in tale voce sono
quelle riferite alle attività richiamate dall’apposito DM del 25 maggio 1995.
Per il glossario delle voci prevista nell’attività accessoria ci si rifà a quanto indicato sopra
relativamente alle attività tipiche in quanto trattasi delle stesse voci, con l’unico riferimento che si
tratta di importi da attribuire all’attività accessoria. Quindi sulla base dl glossario vanno le
medesime voci sopra esposte con le medesime modalità esplicative
relative a: costo del
personale, rimborso spese volontari, assicurazioni volontari, acquisito beni di consumo acquisto di
servizi, godimento beni di terzi, altri pagamenti da attività accessorie. Si ricorda che tali attività
devono essere svolte senza l'impiego di mezzi organizzati professionalmente così come previsto
dal DM del 25 maggio 1995.
A4.4 - Pagamenti finanziari e patrimoniali.
In tale voce vanno ricompresi gli interessi passivi derivanti dai conti bancari e/o postali e gli
interessi passivi derivanti da prestiti ottenuti dalla Odv.
A4.5 - Attività di supporto generale.
Per il glossario delle voci prevista nell’attività di supporto generale ci si rifà a quanto indicato sopra
relativamente alle attività tipiche in quanto trattasi delle stesse voci, con l’unico riferimento che si
tratta di importi da attribuire all’attività di supporto generale. Quindi sulla base dl glossario vanno le
medesime voci sopra esposte con le medesime modalità esplicative
relative a : costo del
personale, rimborso spese volontari, assicurazioni volontari, acquisito beni di consumo acquisto di
servizi, godimento beni di terzi, altri pagamenti da attività tipiche.
A4.6 - Altri pagamenti
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Tale voce ricomprende tutti gli altri pagamenti che non vanno nelle voci precedenti e neanche in
quelli di natura finanziaria e/o da investimenti e rimborso debiti
sotto esposte. Altre voci
potenzialmente esistenti all’interno dei pagamenti di una Odv e non strettamente riconducibili a
quelle sopra esposte, ma che in ragione della loro diversità rispetto alle attività tipiche, di raccolta
pubblica di fondi ed accessorie, vengono esplicitate ai fini di un principio di trasparenza.
A5 – PAGAMENTI IN CONTO CAPITALE
Altre voci riguardano i pagamenti in c/capitale che prendono in considerazione esclusivamente i
pagamenti del periodo derivanti da attività di natura finanziaria e di origine patrimoniale.
Si ricorda sempre la natura particolare del rendiconto di cassa di ricomprendere comunque le voci
dei pagamenti anche quando questi non hanno base “economica” sul versante delle uscite. Del
resto “inquinare” con voci di “competenza” un rendiconto di cassa porterebbe esclusivamente ad
un sistema contabile “misto” completamente inattendibile.
A5.1 - Investimenti.
Tale voce riguarda tutti gli investimenti in titoli vari che trovano realizzazione finanziaria nel corso
dell’esercizio. La voce comprende inoltre le uscite derivanti dall’acquisizione di beni strumentali
dell’odv (beni durevoli di investimento sia materiali che immateriali).
A5.2 - Rimborso debiti.
In tale voce vanno inseriti i prestiti che la Odv restituisce sia ai privati ( spesso soci e/o consiglieri)
che da istituti finanziari e/o bancari.
Nella parte finale trova esplicitazione il modello finanziario esposto. La differenza tra gli incassi e
pagamenti deve esattamente coincidere con la seguente esposzione aritmetica =
Posizione cassa e banca e poste inizio esercizio 1 gennaio
Sommare ( in caso di avanzo d’esercizio) o dedurre ( in caso di disavanzo d’esercizio)
Posizione cassa e banca e poste fine esercizio 31 dicembre
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3.2 LA SITUAZIONE PATRIMONIALE
Si propone l’adozione dello schema di Situazione Patrimoniale sopra riportato per le sole
organizzazioni di volontariato con volumi di entrata annuali superiori a 20.000 euro ed
inferiore a 250.000 euro.
Si ritiene infatti che odv di così ridotte dimensioni possano omettere la compilazione dello schema
senza pregiudicare una corretta e trasparente rendicontazione in quanto nella maggior parte dei
casi, vista l’esiguità delle risorse gestite, le posizioni debitorie e creditorie non rilevano in maniera
determinante. Di eventuali poste “patrimoniali” di rilievo si potrà dare menzione e descrizione nella
eventuale nota integrativa semplificata il cui contenuto verrà approfondito successivamente.
Si prevede di adattare lo schema di Situazione Patrimoniale proposto dall’Agenzia per le
ONLUS con il dettaglio delle voci tipiche delle organizzazioni di volontariato che preveda
l’aderenza alla Legge sul volontariato 266/91 con la funzione di soddisfare:
-
L’esigenza di rendicontare in maniera adeguata e trasparente circa le principali componenti
di natura patrimoniale sia i soggetti interni, che quelli esterni a vario titolo interessati alla
gestione dell’ente (portatori di interesse);
-
l’esigenza di rendicontazione verso il livello istituzionale preposto al controllo del
mantenimento dei requisiti, come richiesto dall’art. 6 della L. 266/91.
SITUAZIONE PATRIMONIALE
PERIODO AMMINISTRATIVO
T
B1. Fondi Liquidi
Valori in cassa
Depositi bancari
Depositi postali
Totale B1. Fondi liquidi
B2. Attività monetarie e finanziarie
Es: Investimenti in titoli
B3. Crediti
Es: se rilevanti: Crediti da convenzioni, da contributi su progetti, quote
associative da incassare
B4. Attività detenute per la gestione dell'o.d.v.
Es: Immobili, se di valore rilevante: attrezzature, immobilizzazioni, beni
donati, ecc…
B5. Passività
Es: Mutui passivi, trattamento di fine rapporto lavoro dipendente, se di
valore rilevante: Debiti verso associati, verso fornitori, verso banche, verso
altri finanziatori, ecc…
Totale B5. Passività
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T-1
Note generali per la compilazione dello schema di Situazione Patrimoniale
Nello schema, coerentemente con quanto riportato nelle linee guida dell’Agenzia per le ONLUS, vanno
riportate solo le poste più “significative”, necessarie ad integrare le informazioni riportate nel
Rendiconto Finanziario. Lo schema di Situazione Patrimoniale è quindi da intendersi come sintesi delle
componenti di natura patrimoniale di maggiore rilievo senza l’esposizione delle quali verrebbe pregiudicata
la trasparenza della rendicontazione.
Non si prevede quindi di adottare, per la compilazione dello schema, una contabilità secondo il principio
della partita doppia la quale garantirebbe sì l’esposizione della totalità delle poste patrimoniali, ma
vanificherebbe lo sforzo di semplificazione richiamato nei precedenti paragrafi e nelle linee guida contabili
dell’agenzia per le ONLUS.
Anche in questo caso lo schema va utilizzato solo per le voci che interessano in quanto hanno
movimentazione e valori di rilievo.
Pertanto non sarà necessario redigere gli schemi nella loro completezza laddove l’ente movimenti solo
alcune delle poste di bilancio proposte o se queste non risultino essere significative rispetto al principio
generale sopra richiamato.
Vista l’innovazione rispetto al contenuto di questo schema, in luogo di una precisa declinazione delle
sottovoci, si propone una sintesi dei contenuti che ciascuna voce raggruppa, a titolo esemplificativo e non
esaustivo, al solo fine di indirizzare ed agevolare le odv che si approcceranno alla sua compilazione. Sarà
infatti necessario verificare, in fase di sperimentazione, l’aderenza dello schema alle realtà gestionali delle
delle organizzazioni di volontariato e alla loro capacità di approcciarsi ad una rendicontazione in grado di
restituire informazioni dettagliate di carattere patrimoniale seppur non esaustive.
21
3.3 LA NOTA INTEGRATIVA SEMPLIFICATA
INTRODUZIONE
Sulla base delle considerazioni precedenti si propone uno schema di Nota Integrativa Semplificata per le
Odv con entrate o proventi inferiori a euro 250.000,00, mentre per le Odv con entrate inferiori a euro
20.000,00 si propone di rendere facoltativa la redazione della Nota Integrativa e comunque di prevedere le
seguenti informazioni nello schema presentato di Relazione di Missione.
In particolare le informazioni che si propone di inserire nello Schema di relazione di Missione, sono le
seguenti:
Rimborsi agli Amministratori
(riportare le previsioni di statuto in merito ai rimborsi spese agli amministratori, riportare le previsioni di
eventuali delibere degli organi competenti in merito a rimborsi agli amministratori, indicare l’ammontare
complessivo di eventuali rimborsi spese corrisposti o comunque pagati nell’esercizio, considerando anche
rimborsi in natura).
Spese degli amministratori
Anno corrente
Anno
precedente
Numero degli amministratori ai quali è stato erogato denaro
Natura delle spese
Ammontare totale pagato
Inoltre al fine della completezza di informazione e di una corretta ponderazione delle risorse necessarie al
conseguimento del risultato di gestione, si evidenziano le seguenti ulteriori informazioni.
Beni utilizzati in comodato d’uso e servizi ricevuti gratuitamente
L’Odv nel corso dell’esercizio ha utilizzato beni in comodato d’uso ed è stata destinataria di prestazioni di
servizi erogati gratuitamente, che conseguentemente non trovano evidenza nei valori esposti in bilancio.
Per i beni concessi in uso gratuito occorre indicare: la tipologia del bene, la localizzazione e la destinazione
del bene, eventuali caratteristiche tecniche.
(ad esempio: Appartamento, Via Verdi 1, Sede dell’Odv, categoria catastale e numero vani o mq.)
Per i servizi ricevuti gratuitamente (ad esclusione dell’attività dei volontari dell’associazione), le informazioni
sui soggetti eroganti, sulla tipologia del servizio, sul numero delle ore prestate.
(ad esempio nel caso di un professionista che offre gratuitamente il proprio servizio).
22
Per quanto concerne le attività di raccolta fondi e le attività accessorie si propone di prevedere ulteriori
informazioni e se non già fatto alcuni indicatori che possono servire ad arricchire la rendicontazione
dell’ente.
In particolare per la raccolta fondi si propone di dare notizia del numero di raccolte attivate nell’anno e di
riportare i seguenti indicatori:
Grado di incidenza oneri per
attività di raccolta fondi
Grado
di
efficienza
della
raccolta
=
=
Totale uscite raccolta %
Totale uscite
Totale uscite raccolta %
Totale raccolto
In particolare per le attività accessorie si propone di dare notizia del numero e della tipologia di attività
accessorie attivate nell’anno; dell’apporto in termini economici di ciascuna attività (dovrebbe essere sempre
positivo)
Grado di incidenza oneri per
attività accessorie
Grado di efficienza delle attività
accessorie
=
=
Totale uscite attività accessoria %
Totale uscite
Totale uscite attività accessorie %
Totale entrate attività accessorie
Sebbene tali strumenti ad una prima analisi del volontario possono sembrare non adatti e soprattutto
una perdita di tempo, in realtà risultano di facile applicazione (non è altro che una divisione) e
possono innescare una riflessione sull’attività di raccolta o sull’attività accessoria attivata, ovvero se
si è fatto un errore utilizzando mezzi poco adatti agli obiettivi stabiliti o se si è raggiunto un risultato
inferiore al possibile.
Infine sarebbe auspicabile che la scheda possa svilupparsi anche in modo descrittivo.
La parte descrittiva si può prevedere per la missione, e per la parte relativa alle attività di raccolta fondi e alle
attività marginali quale elemento in più per spiegare l’utilizzo a fini istituzionali del ricavato di tali attività.
PREMESSA
Rispetto al contenuto minimo richiesto dalle Linee guida dell’Agenzia per le Onlus si segnala che essendo il
rendiconto semplificato sviluppato secondo il criterio di cassa risulta difficile fornire alcune informazioni
come ad esempio quelle richieste sulle voci del patrimonio netto, distinguendo tra patrimonio vincolato e
non, in quanto l’associazione non ha un patrimonio netto; lo stesso vale per le informazioni relative alle
sopravvenienze attive e passive che nella realtà si riducono a casi molto particolari (ad esempio:
risarcimento danno d’immagine,..).
23
Altro aspetto è la previsione, nelle Linee guida al bilancio degli enti no profit dell’Agenzia delle Onlus,
relativa alle Attività detenute per la gestione dell’Ente, ovvero beni quali fabbricati, attrezzature,ecc. oltre alle
rimanenze di beni, di poter elencare tali beni senza valorizzazione nella Sezione “B” del rendiconto. In tal
senso non appare significativo effettuare una successiva valorizzazione in nota integrativa, nel caso in cui
tali beni sono solo elencati.
Infine per le informazioni relative al patrimonio netto si ritiene possano essere fornite solo nell’ipotesi in cui
venga valorizzata la voce Dotazione nella Sezione A del rendiconto – Incassi e pagamenti. A tal proposito
considerate le osservazioni in seno al gruppo di lavoro, l’unico caso che potrebbe verificarsi penso possa
limitarsi all’ipotesi in cui lo statuto sociale preveda l’articolo “Patrimonio” con indicato “Il patrimonio dell’ente
è costituito: a) dalle quote sociali, ecc…” anche se tale ipotesi probabilmente non riguarda statuti di Odv.
In ogni caso si propone una bozza di nota integrativa che sviluppa le informazioni del rendiconto
semplificato e rispetta con le riserve di cui sopra il contenuto minimo richiesto dall’Agenzia delle Onlus.
IL CONTENUTO DELLA NOTA INTEGRATIVA SEMPLIFICATA
INFORMAZIONI GENERALI
1) Riportare denominazione dell’Ente, data di costituzione, fini e scopi statutari, ambiti di attività, aree
geografiche di intervento e sedi attive (trattasi di una sintesi di informazioni che verranno dettagliatamente
espresse nella “relazione di missione”).
L’ente ha realizzato nell’anno entrate inferiori a 250.000 Euro, è redige la presente nota integrativa nella
forma semplificata.
PRINCIPI DI REDAZIONE DEL RENDICONTO
Il presente Rendiconto assolve il fine di informare i terzi in merito all’attività posta in essere dall’Ente nel
conseguimento della missione istituzionale, esprimendo le modalità tramite le quali ha acquisito ed
impiegato risorse, e di fornire, per mezzo di valori quantitativo – monetari, una rappresentazione chiara
veritiera e corretta della situazione finanziaria e del risultato della gestione conseguito dall’Ente nell’intervallo
temporale cui il bilancio riferisce.
Il presente Rendiconto è la sintesi delle istituite scritture contabili, volte alla sistematica rilevazione degli
eventi che hanno interessato l’Ente e che competono all’esercizio cui il bilancio riferisce.
Il Rendiconto si compone della Sezione A – Incassi e Pagamenti, della Sezione B – Situazione Attività e
Passività, della presente Nota integrativa e della Relazione di missione.
Il documento di Rendiconto composto da due sezioni esprime la complessiva situazione finanziaria dell’Ente
alla data di chiusura dell’esercizio, e da informazioni sulle più significative voci che compongono l’attivo ed il
passivo dell’Ente.
Il documento di Rendiconto espone le modalità tramite le quali l’Ente ha acquisito ed impiegato risorse,
evidenzia le componenti economiche positive e negative che competono all’esercizio in funzione della loro
manifestazione monetaria e sintetizza il risultato di gestione conseguito. Viene redatto secondo le previsioni
del documento “Linee guida e schemi per la redazione dei bilanci di esercizio degli enti non profit”
24
predisposte dall’Agenzia delle Onlus. La forma prescelta è a scalare con classificazione degli incassi in
funzione della loro origine e dei pagamenti sulla base della loro destinazione.
La nota integrativa semplificata assolve lo scopo di fornire ulteriori informazioni, con criterio descrittivo ed
analitico, ritenute utili ad una chiara comprensione delle evidenze riportate nelle Sezioni A e B del
Rendiconto ed a favorirne l’intelligibilità.
CRITERI DI VALUTAZIONE ADOTTATI
Non sussistendo per i bilanci degli enti non profit dei sanciti principi contabili e non potendo, in
considerazione delle specifiche peculiarità di un ente non profit, fare riferimento pedissequamente ai principi
contabili sanciti per i soggetti profit, risulta opportuno specificare i principi cardine sui quali si è deciso di
fondare il bilancio (principio di cassa, principio della continuità dell’attività, principio della prudenza, principio
della valutazione delle componenti al costo di acquisizione). Successivamente all’indicazione dei principi
fondamentali, l’esposizione dei concreti criteri di valutazione adottati.
I criteri di valutazione adottati non risultano modificati rispetto all’esercizio precedente consentendo
conseguentemente la diretta comparabilità dei valori.
(Nel caso di intervenuta variazione dei criteri di valutazione risulta necessario dare evidenza delle voci
interessate dalla variazione dei criteri adottati e le conseguenze derivanti).
In particolare i criteri adottati nella formazione del rendiconto sono i seguenti:
Immobilizzazioni Immateriali
Sono iscritte al costo di acquisizione e rappresentano valori connessi a beni di natura non materiale,
caratterizzati dalla possibilità di utilizzo duraturo, tale da produrre un’utilità pluriennale.
Immobilizzazioni Materiali
Riferiscono a beni di natura materiale destinati a perdurare nel tempo.
Sono iscritte al costo di acquisizione.
Immobilizzazioni finanziarie
Sono state iscritte al costo di acquisto, svalutate ad un minor valore nel caso questo fosse ritenuto durevole
nel tempo.
Rimanenze
Rappresentano le giacenze di prodotti alla data di chiusura dell’esercizio, quantificate per mezzo di
inventario fisico e valorizzate al minore tra il costo di acquisizione ed il valore di mercato. Nel caso di prodotti
donati si è fatto riferimento al costo ed al valore di mercato di prodotti similari.
Crediti
Sono esposti al presumibile valore di realizzo.
Debiti
25
Sono esposti al loro valore nominale.
RENDICONTO – SEZIONE “A” INCASSI E PAGAMENTI
La sezione A del rendiconto gestionale evidenzia le componenti finanziarie, negative e positive, che
determinano il risultato di gestione, classificandole in funzione delle singole gestioni in cui si articola la
gestione complessiva dell’Ente:
1) Attività tipica
Descrizione
31/12/anno
31/12/anno-1
Variazione
Incassi attività
Pagamenti attività
Risultato attività tipica
(Dare una breve descrizione delle attività concretamente poste in essere durante l’esercizio, riconducibili alla
gestione tipica - considerare le indicazioni qui fornite con quanto già espresso nel paragrafo dedicato alle
informazioni generali).
(Se ritenuto necessario si può ulteriormente declinare la composizione delle voci con ulteriori dettagli)
2) Attività promozionale e raccolta fondi
Descrizione
31/12/anno
31/12/anno-1
Variazione
Incassi attività
Pagamenti attività
Risultato
attività
promozionale
e
raccolta fondi
(Se ritenuto necessario si può ulteriormente declinare la composizione delle voci con ulteriori dettagli)
3) Attività accessoria
(Dare una breve descrizione delle attività concretamente poste in essere durante l’esercizio, riconducibili alla
gestione accessoria - considerare le indicazioni qui fornite con quanto già espresso nel paragrafo dedicato
alle informazioni generali).
Descrizione
31/12/anno
31/12/anno-1
variazione
Incassi attività
Pagamenti attività
Risultato attività accessoria
(Se ritenuto necessario si può ulteriormente declinare la composizione delle voci con ulteriori dettagli)
4) Attività finanziaria e patrimoniale
(Descrivere gli aspetti e le operazioni, almeno per macrotipologia, nelle quali si concretizza la gestione
patrimoniale e finanziaria dell’Ente).
26
Descrizione
31/12/anno
31/12/anno-1
variazione
Incassi attività
Pagamenti attività
Risultato
attività
finanziaria
e
patrimoniale
(Se ritenuto necessario si può ulteriormente declinare la composizione delle voci con ulteriori dettagli)
5) Altri incassi e pagamenti
(Descrivere gli aspetti e le operazioni, nelle quali si concretizzano gli incassi e i pagamenti non attribuibili alle
altre attività dell’Ente)
Descrizione
31/12/anno
31/12/anno-1
variazione
Altri incassi
Altri pagamenti
Risultato
(Se ritenuto necessario si può ulteriormente declinare la composizione delle voci con ulteriori dettagli)
6) Attività di supporto generale
31/12/anno
31/12/anno-1
Variazione
(Dare una breve descrizione delle attività che interessano la gestione in esame).
Pagamenti della gestione di supporto generale
Descrizione
31/12/anno
31/12/anno-1
variazione
Acquisti
Servizi
Godimento beni di terzi
Personale
Ammortamenti
Altri oneri
Totale
(dettagliare le componenti negative che interessano la gestione dandone breve descrizione).
Le voci relative ai servizi ed agli oneri diversi di gestione vengono a seguire meglio dettagliate
Descrizione servizio
31/12/anno
27
31/12/anno-1
variazione
Totale
Descrizione onere diverso di gestione
31/12/anno
31/12/anno-1
variazione
Totale
7) Attività conto capitale
Incassi in conto capitale
31/12/anno
31/12/anno-1
Variazione
(Dare una breve descrizione della tipologia di incassi in conto capitale e delle operazioni sottostanti,
dismissione di cespiti o accensione di prestiti).
Pagamenti in conto capitale
31/12/anno
31/12/anno-1
Variazione
(Dare una breve descrizione della tipologia dei pagamenti in conto capitale e delle operazioni
sottostanti,investimenti o rimborso di prestiti).
RENDICONTO – SEZIONE “B” SITUAZIONE ATTIVITA’ E PASSIVITA’
La sezione B del rendiconto fornisce le informazioni sulle più significative voci che compongono l’attivo e il
passivo dell’ente non profit.
Per quanto riguarda i beni, questi possono essere semplicemente elencati o anche, a discrezione dell’ente,
valorizzati.
Attività monetarie e finanziarie
In tale sezione si inseriscono gli eventuali investimenti in titoli delle disponibilità liquide;
Immobilizzazioni finanziarie
31/12/anno
31/12/anno-1
Variazione
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La voce accoglie valori destinati ad essere detenuti per un periodo medio lungo.
Distinguere successivamente per tipologia di investimento finanziario, ovvero tra Partecipazioni, Crediti, Altri
Titoli.
Descrizione
Valore contabile
Saldo al 01/01/anno
Acquisizioni dell'esercizio
Cessioni dell'esercizio
Rivalutazioni operate nell'esercizio
Svalutazioni operate nell'esercizio
Rettifiche / riclassifiche contabili
Saldo al 31/12/anno
(Riportare le motivazioni sottostanti le operate rivalutazioni, svalutazioni o rettifiche e riclassificazioni
contabili)
Crediti
Tale voce individua i crediti relativi alla gestione corrente dell’ente. I crediti vengono di seguito dettagliati in
base alla loro durata.
(la quota oltre 5 anni è un di cui della quota oltre 12 mesi, non deve essere conseguentemente sommata a
questa, essendo nella medesima già ricompressa).
Quota esigibile Quota esigibile Di cui esigibile
Descrizione
entro 12 mesi
oltre 12 mesi
oltre 5 anni
Totale
(Segnalare se i crediti sono assistiti da garanzie reali.)
Attività detenute per la gestione dell’ente
Tale voce raccoglie i beni ad utilizzo pluriennale, oltre che le eventuali rimanenze di magazzino di proprietà
dell’ente non profit.
A seguire vengono dettagliate le movimentazioni che hanno interessato le attività immobilizzate durante
l’esercizio cui il bilancio riferisce.
Beni immateriali
31/12/anno
31/12/anno-1
Variazione
29
(Riportare le motivazioni sottostanti le operate rivalutazioni, svalutazioni o rettifiche e riclassificazioni
contabili).
Descrizione
Valore
Saldo al 01/01/anno
Acquisizioni dell'esercizio
Cessioni dell'esercizio
Rivalutazioni operate nell'esercizio
Svalutazioni operate nell'esercizio
Rettifiche / riclassifiche contabili
Saldo al 31/12/anno
Beni materiali
31/12/anno
31/12/anno-1
Variazione
Terreni e fabbricati
Descrizione
Valore
Saldo al 01/01/anno
Acquisizioni dell'esercizio
Cessioni dell'esercizio
Rivalutazioni operate nell'esercizio
Svalutazioni operate nell'esercizio
Rettifiche / riclassifiche contabili
Saldo al 31/12/anno
(Riportare le motivazioni sottostanti le operate rivalutazioni, svalutazioni o rettifiche e riclassificazioni
contabili).
A seguire viene data evidenza degli immobili gratuitamente nelle disponibilità dell’Ente.
Riferimenti
immobile
identificativi
dell’ Valore di Numero Superficie
mercato
Locali
30
complessiva
Descrizione
(Da intendersi come immobili donati all’Ente)
Impianti e attrezzature
Descrizione
Valore storico
Ammortamenti
Valore contabile
Saldo al 01/01/anno
Acquisizioni dell'esercizio
Cessioni dell'esercizio
Rivalutazioni operate nell'esercizio
Svalutazioni operate nell'esercizio
Rettifiche / riclassifiche contabili
Saldo al 31/12/anno
(Riportare le motivazioni sottostanti le operate rivalutazioni, svalutazioni o rettifiche e riclassificazioni
contabili).
Altri beni
Descrizione
Valore storico
Ammortamenti
Valore contabile
Saldo al 01/01/anno
Acquisizioni dell'esercizio
Cessioni dell'esercizio
Rivalutazioni operate nell'esercizio
Svalutazioni operate nell'esercizio
Rettifiche / riclassifiche contabili
Saldo al 31/12/anno
(Riportare le motivazioni sottostanti le operate rivalutazioni, svalutazioni o rettifiche e riclassificazioni
contabili).
Rimanenze
31/12/anno
31/12/anno-1
Variazione
(Specificare in termini descrittivi la composizione delle rimanenze iscritte in bilancio)
Passività
Nella sezione passività vengono esposti i debiti dell’ente non profit con l’indicazione dell’ammontare dovuto
ed, eventualmente, della scadenza.
31
I debiti vengono di seguito dettagliati in base alla loro durata
(la quota oltre 5 anni è un di cui della quota oltre 12 mesi, non deve essere conseguentemente sommata a
questa, essendo nella medesima già ricompressa).
Descrizione
Quota
esigibile Quota
entro 12 mesi
esigibile Di dui esigibile
oltre 12 mesi
oltre 5 anni
Debiti vs associati
Debiti vs fornitori
Debiti vs banche
Debiti vs altri finanziatori
Debiti per TFR
Altri debiti
Totale
(Specificare se i debiti sono assistiti da garanzie prestate dall’Ente e/o da terzi).
Altre informazioni
Al fine della completezza di informazione e di una corretta ponderazione delle risorse necessarie al
conseguimento del risultato di gestione, si evidenziano le seguenti ulteriori informazioni.
Beni utilizzati in comodato d’uso e servizi ricevuti gratuitamente
Inserire tale informazione solo se non riportata nella relazione di missione o nel bilancio sociale dell’Ente.
L’Ente nel corso dell’esercizio cui il bilancio riferisce ha utilizzato beni in comodato d’uso ed è stato
destinatario di prestazioni di servizi erogate gratuitamente, che conseguentemente non trovano evidenza nei
valori esposti in bilancio.
I beni concessi in uso gratuito sono: indicare la tipologia del bene, la localizzazione e la destinazione del
bene, eventuali caratteristiche tecniche.
(ad esempio: Appartamento, Via Verdi 1, Sede dell’associazione, categoria catastale e numero vani o mq.)
Per i servizi ricevuti gratuitamente (ad esclusione dell’attività dei volontari dell’associazione), le informazioni
sui soggetti eroganti, sulla tipologia del servizio, sul numero delle ore prestate.
(ad esempio:Professionista che offre gratuitamente il proprio servizio).
Rimborsi agli Amministratori
(riportare le previsioni di statuto in merito ai rimborsi spese agli amministratori, riportare le previsioni di
eventuali delibere degli organi competenti in merito a rimborsi agli amministratori, indicare l’ammontare
complessivo di eventuali rimborsi spese corrisposti nell’esercizio, considerando anche rimborsi in natura).
32
Spese degli amministratori
Anno corrente
Anno
precedente
Numero degli amministratori ai quali è stato erogato denaro
Natura delle spese
Ammontare totale pagato
Compensi a terzi
Vengono riportati i costi di competenza dell’esercizio connessi a:
-
Attività di revisione contabile e controllo legale, Euro ____
-
Consulenza ed assistenza giuridica, Euro ____
-
Consulenza ed assistenza amministrativa, Euro _____
-
Assistenza e consulenza contabile - fiscale, Euro _____
Impegni
Vengono riportati informazioni sulle fideiussioni prestate e sugli impegni assunti.
(riportare la natura dell’impegno, specificare se l’impegno è rivolto a soggetti terzi, soggetti controllati,
soggetti collegati, enti al cui fondo di dotazione l’Ente
33
APPENDICE
34
Relazione sulle attività svolte. La legge 266/91 delega alle Regioni tale competenza.
REGIONE ABRUZZO
Art. 6, comma 2 LEGGE REGIONALE N. 37/1993
Ogni anno le organizzazioni inviano al Presidente della Giunta
regionale, entro il mese di aprile, copia dei bilanci
preventivi e consuntivi, una dettagliata relazione sull'
attività svolta e su quella che intendono svolgere, nonché,
entro trenta giorni dalla loro adozione, le variazioni
eventualmente intervenute rispetto alla documentazione
presentata a corredo della richiesta di iscrizione al registro
regionale.
Documentazione da presentare:
-
bilancio preventivo
-
bilancio consuntivo
-
relazione sull' attività svolta
-
relazione su attività che intendono svolgere,
Tempi:
Entro aprile
A chi:
Presidente Giunta regionale
REGIONE BASILICATA
Art. 3, comma 5 LEGGE REGIONALE N. 1/2000
Le organizzazioni di volontariato iscritte al registro di cui al
comma 1 trasmettono entro il 30 giugno di ogni anno alla
Regione copia del bilancio o in mancanza, del rendiconto
economico nonché una relazione dettagliata sull'attività
svolta con la relativa documentazione e le eventuali
variazioni alla documentazione di cui al comma 3 lettere
a), b) e c).
Documentazione da presentare:
-
bilancio consuntivo
-
relazione sull' attività svolta
Tempi:
Entro 30 giugno
A chi:
Regione
PROVINCIA DI BOLZANO
Art. 2, comma 3 DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA
PROVINCIA N. 1/2004
Le organizzazioni di volontariato iscritte nel registro
provinciale sono tenute a presentare annualmente, entro il 31
maggio, all'Ufficio affari del gabinetto della Ripartizione
provinciale Presidenza, in seguito denominato ufficio
competente, una relazione sull'attività svolta e l'elencazione
delle entrate con l'indicazione nominativa dei soggetti
eroganti, fatto salvo l'anonimato, quando richiesto,
limitatamente alle offerte di privati.
Documentazione da presentare:
-
bilancio consuntivo
-
relazione sull' attività svolta
Tempi:
Entro 31 maggio
A chi:
Ufficio affari del gabinetto della Ripartizione provinciale
Presidenza
REGIONE CALABRIA
Art. 4, comma 5 LEGGE REGIONALE N. 18/1995
La Giunta regionale verifica la permanenza dei requisiti
ritenuti idonei all'iscrizione e procede a saltuari
accertamenti
sulla
regolarità
della
gestione
delle
organizzazioni di volontariato iscritte all'Albo.
REGIONE CAMPANIA
Art. 4, comma 7 LEGGE REGIONALE N. 9/1993
“Ogni due anni le associazioni di volontariato devono
presentare all' Osservatorio del volontariato una relazione
sull' attività svolta, le eventuali convenzioni stipulate con gli
enti pubblici e/ o privati, l' elenco degli associati, le eventuali
variazioni intervenute nello statuto, nel regolamento e nelle
cariche associative. La mancata presentazione della
documentazione entro il 31 dicembre del secondo anno di
iscrizione comporta automaticamente la cancellazione del
Registro regionale.”
Documentazione da presentare:
-
relazione sull' attività svolta
Tempi:
Ogni due anni
A chi:
Regione
REGIONE EMILIA ROMAGNA
35
Art. 5, LEGGE REGIONALE N. 12/2005
1. Al fine di verificare l'effettiva esistenza e permanenza dei
requisiti per l'iscrizione, la Regione, previo parere della
competente commissione consiliare, e le Province
stabiliscono i criteri e le modalità di controllo diretto sulle
attività delle organizzazioni di volontariato iscritte. Il controllo
dovrà in particolare verificare la trasparenza di bilancio, la
democrazia di gestione, il radicamento territoriale delle
organizzazioni e le modalità con cui le stesse usufruiscono
delle forme di sostegno e di valorizzazione previste dalle leggi
di riferimento.
2. Le Province disciplinano con propri atti i criteri e le modalità
di controllo, nel rispetto di criteri minimi di uniformità delle
procedure stabiliti entro sessanta giorni dall'entrata in vigore
della presente legge, e previo parere della competente
commissione consiliare, dalla Giunta regionale con proprio
atto da pubblicarsi nel Bollettino ufficiale regionale.
REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA
Art. 4, comma 1 LEGGE REGIONALE N. 48/1995
“In attuazione dell' articolo 6, comma 4 e dell' articolo 10,
comma 2, lettera d) della legge 11 agosto 1991, nº 266, la
giunta regionale esercita funzioni di verifica sul funzionamento
e sulle attività svolte dalle organizzazioni di volontariato
iscritte nel registro regionale generale, anche se non
convenzionate. L' attività di controllo si esercita attraverso
verifiche, visite ordinarie di frequenza annuale e visite
straordinarie possibili in qualsiasi momento.”
REGIONE LAZIO
Art. 3bis, comma 1 LEGGE REGIONALE N. 29/1993
“Le organizzazioni di volontariato iscritte nel registro regionale
di cui all'articolo 3, comma 1, trasmettono alla Presidenza
della Giunta regionale, entro il 30 aprile di ciascun anno, i
seguenti documenti sottoscritti dal rappresentante legale:
a) una relazione dettagliata sull'attività svolta nell'anno
precedente;
b)
una
dichiarazione
attestante
il
permanere
nell'organizzazione dei requisiti prescritti per l'iscrizione nel
registro regionale;
c) una relazione sulle attività produttive commerciali,
eventualmente esercitate, ed il loro rapporto con lo
svolgimento dei compiti istituzionali dell'organizzazione o,
altrimenti, una dichiarazione che l'organizzazione non ha
svolto attività commerciali;
d) un elenco dei rapporti di lavoro dipendente o autonomo,
comunque instaurati, dall'organizzazione ai sensi dell'articolo
3, comma 4, della legge n. 266 del 1991, o, altrimenti, una
dichiarazione che l'organizzazione non ha instaurato rapporti
di lavoro;
e) una dichiarazione attestante l'avvenuto rinnovo per l'anno
in corso della polizza assicurativa di cui all'articolo 4, comma
1, della legge n. 266 del 1991”
Documentazione da presentare:
-
relazione sull' attività svolta
-
dichiarazione di non svolgimento di attività commerciali
-
dichiarazione permanenza requisiti
Tempi:
Entro 30 aprile
A chi:
Regione
REGIONE LIGURIA
Art. 3, comma 4 LEGGE REGIONALE N. 15/1992
“Le organizzazioni di volontariato iscritte nel registro di cui al
Documentazione da presentare:
-
bilancio consuntivo
36
comma 1 trasmettono entro il 30 giugno di ogni anno al
Presidente della Giunta Regionale copia del bilancio o, in
mancanza, del rendiconto nonchè una relazione sull' attività
svolta e le eventuali variazioni alla documentazione di cui al
comma 2 lettere a), b), e).”
-
relazione sull' attività svolta
Tempi:
Entro 30 giugno
A chi:
Regione
REGIONE LOMBARDIA
Art. 9 comma 2 LEGGE REGIONALE n. 22/1993 ora LEGGE
Documentazione da presentare:
REGIONALE 1/2008
-
rendiconto economico finanziario
“Le organizzazioni di volontariato sono tenute a presentare
-
relazione sull' attività svolta
entro il 30 maggio di ciascun anno alla regione (o alla
(sostituiti da apposito MODELLO UNICO)
provincia) una relazione sul mantenimento dei requisiti per
Tempi:
l'iscrizione nel registro e sulla attività svolta nell'anno
Entro 30 maggio
precedente, accompagnata dal rendiconto economico-
A chi:
finanziario mantenendo una giusta riservatezza per i soggetti
Regione e Province
coinvolti
nell'attività
dell'organizzazione”
Quindi
risulta
obbligatorio per qualunque OdV iscritta predisporre almeno un
rendiconto economico-finanziario che evidenzi la permanenza
dei requisiti relativi all’iscrizione.
REGIONE MARCHE
Art. 4, comma 1 LEGGE REGIONALE N. 48/1995
“In attuazione dell' articolo 6, comma 4 e dell' articolo 10,
comma 2, lettera d) della legge 11 agosto 1991, nº 266, la
giunta regionale esercita funzioni di verifica sul funzionamento
e sulle attività svolte dalle organizzazioni di volontariato
iscritte nel registro regionale generale, anche se non
convenzionate. L' attività di controllo si esercita attraverso
verifiche, visite ordinarie di frequenza annuale e visite
straordinarie possibili in qualsiasi momento.”
REGIONE MOLISE
Art. 3, comma 5 LEGGE REGIONALE n. 10/2007
“Le organizzazioni di volontariato iscritte nel Registro di cui al
comma 1 trasmettono al Presidente della Giunta regionale,
entro e non oltre il 30 giugno di ogni anno, copia del
bilancio consuntivo, o, in mancanza, del rendiconto
economico, nonché una dettagliata relazione sull'attività
svolta, con la relativa documentazione e le eventuali
variazioni alla documentazione di cui al comma 2, lettere a),
b), c), e).”
Documentazione da presentare:
-
rendiconto economico
-
relazione sull' attività svolta
Tempi:
Entro 30 giugno
A chi:
Regione
REGIONE PIEMONTE
Art. 5 comma 1 LEGGE REGIONALE n. 38/1994
“Le amministrazioni provinciali e regionale provvedono alla
revisione annuale del registro al fine di verificare il permanere
dei requisiti che hanno dato luogo all'iscrizione. Le
organizzazioni iscritte nel registro sono pertanto tenute a
trasmettere, entro il 31 luglio di ogni anno, una relazione
dettagliata che illustri l'attività svolta, nonché copia del
bilancio.”
Documentazione da presentare:
-
bilancio consuntivo
-
relazione sull' attività svolta
Tempi:
Entro 31 luglio
A chi:
Regione e Province
REGIONE PUGLIA
Art. 3 comma 1 LEGGE REGIONALE n. 11/1994
“Perchè si possa verificare la permanenza dei requisiti e l'
Documentazione da presentare:
-
bilancio consuntivo
37
effettivo svolgimento delle attività di volontariato, le
organizzazioni iscritte nel Registro di cui al precedente art. 2
trasmettono annualmente all' Assessorato regionale ai servizi
sociali copia del bilancio consuntivo entro trenta giorni dalla
data della sua approvazione e, comunque, non oltre il 30
aprile di ogni anno e una dichiarazione attestante il
permanere dei requisiti necessari per l' iscrizione; entro
lo stesso termine trasmettono una relazione sulle attività
svolte e danno comunicazione di ogni variazione della
documentazione di cui al comma 2 del precedente art. 2.”
-
dichiarazione permanenza requisiti
-
relazione sull' attività svolta
Tempi:
Entro 30 aprile
A chi:
Regione
REGIONE SARDEGNA
Art. 7, comma 2 LEGGE REGIONALE n. 39/1993
“Per i fini indicati dal comma precedente annualmente le
organizzazioni di volontariato iscritte al Registro trasmettono
alla Presidenza della Giunta:
a) una copia dei bilanci consuntivi previsti dall' articolo 3,
comma 3, della legge 11 agosto 1991, n. 266;
b) una relazione sull' attività svolta nell' anno precedente;
c) una dichiarazione a firma del legale rappresentante
dell' organizzazione sulle eventuali variazioni intervenute
nell' atto costitutivo, nello Statuto e negli accordi degli
aderenti;
d) l'indicazione dei contratti di lavoro dipendente od autonomo
conclusi dall' organizzazione ai sensi dell' articolo 3, comma
4, della legge 11 agosto 1991, n. 266;
e) una relazione sulle attività produttive o commerciali
connesse allo svolgimento dei compiti istituzionali dell'
organizzazione, al fine di verificarne l' effettiva marginalità.”
Documentazione da presentare:
-
bilancio consuntivo
-
relazione sull' attività svolta
-
dichiarazione permanenza requisiti
-
….
Tempi:
Annualmente
A chi:
Regione
REGIONE SICILIA
Art. 8, comma 4 LEGGE REGIONALE n. 22/1994
“Le organizzazioni iscritte nel registro generale sono tenute
alla conservazione della documentazione relativa alle
entrate di cui all' articolo 5 con l' indicazione nominativa dei
soggetti eroganti o delle modalità di riscossione e sono,
altresì, tenute a comunicare all' Assessorato regionale degli
enti locali, entro il 30 aprile di ogni anno, i contributi
ottenuti dallo Stato, dalla Regione, dagli enti locali e dalle
istituzioni pubbliche e private. L' Assessorato regionale
degli enti locali provvede a diffidare le organizzazioni
inadempienti e, in caso di mancata risposta entro quindici
giorni dalla notifica, disporrà apposita visita ispettiva.”
Le odv sono tenute alla conservazione della
documentazione relativa alle entrate
Documentazione da presentare:
-
comunicazione dei contributi ottenuti dallo Stato, dalla
Regione, dagli enti locali e dalle istituzioni pubbliche e
private. relazione sull' attività svolta
Tempi:
Entro 30 aprile
A chi:
Regione
REGIONE TOSCANA
Art. 14, comma 1 LEGGE REGIONALE n. 28/1993
“Per consentire la verifica del permanere dei requisiti in base
ai quali è stata disposta l' iscrizione al registro regionale, in
previsione della revisione del registro stesso, le
organizzazioni di volontariato inviano, entro il 30 giugno di
ogni anno, alla Provincia, in cui hanno sede legale:
a) dichiarazione del legale rappresentante con la quale si
attesta che gli accordi istitutivi, l' atto costitutivo e lo
statuto, nonchè i dati di cui all' art. 4, comma 2, lett b) ed
e) sono restati immutati o si attestano le modificazioni
intervenute;
b) relazione sulla attività svolta nel precedente anno
Documentazione da presentare:
-
bilancio consuntivo (con indicati contributi, beni e
lasciti, nonchè lo stato patrimoniale, approvato dall'
assemblea)
-
relazione sull' attività svolta
-
dichiarazione permanenza requisiti
Tempi:
Entro 30 giugno
A chi:
Provincia
38
solare;
c) copia del bilancio consuntivo afferente l' esercizio
precedente, con indicati contributi, beni e lasciti, nonchè
lo stato patrimoniale, approvato dall' assemblea.”
REGIONE UMBRIA
Art. 6, comma 1 LEGGE REGIONALE n. 15/1994
“Le organizzazioni di volontariato iscritte nel registro regionale
sono tenute a trasmettere al Comune ove hanno sede, entro e
non oltre il 31 gennaio di ogni anno, una relazione
illustrativa delle attività svolte nell' anno precedente ed il
programma di attività per l' anno successivo.”
Documentazione da presentare:
-
relazione sull' attività svolta
-
programma di attività
Tempi:
Entro 31 gennaio
A chi:
Comune
REGIONE VALLE D’AOSTA
Art. 7, comma 5 LEGGE REGIONALE n. 16/2005
“Con deliberazione della Giunta regionale, sentito il Comitato
tecnico di cui all'articolo 10, sono disciplinate le modalità di
effettuazione dei controlli sulle organizzazioni iscritte nel
registro, al fine di verificarne l'effettiva operatività e la
permanenza dei requisiti previsti per l'iscrizione.”
REGIONE VENETO
Art. 15 LEGGE REGIONALE n. 40/1993
1. Le organizzazioni di volontariato sono tenute all'
osservanza degli obblighi previsti dalla legge 11 agosto 1991,
nº 266 in particolare della formazione del bilancio annuale e
dell' assicurazione degli aderenti.
2. Il mancato rispetto delle disposizioni di legge di cui al
comma 1 comporta la sospensione del godimento dei benefici
e delle agevolazioni previsti per le organizzazioni di
volontariato.
Documentazione da REDIGERE:
-
bilancio consuntivo
-
assicurazione degli aderenti
A chi:
Regione
Di seguito riportiamo la distribuzione della tipologia di adempimenti delle OdV iscritte ai Registri regionali del
Volontariato così come previsti all’interno delle 19 norme regionali e di un decreto provinciale in applicazione
della Legge quadro 266/1991.
In riferimento agli aspetti economici (N. Regioni/province autonome che regolano adempimenti connessi alla
produzione di rendicontazioni economiche):
39
presentazione bilancio
consuntivo annuale
11
presentazione bilancio
preventivo annuale
1
0
2
4
6
8
10
12
In riferimento alle attività (N. Regioni/province autonome che regolano adempimenti connessi alla
produzione di rendicontazioni connesse alle attività):
presentazione relazione attività
svolta ogni 2 anni
1
presentazione programma
annuale attività da svolgere
2
presentazione relazione
annuale attività svolta
12
0
2
4
6
40
8
10
12
14
2. LA
DIMENSIONE ECONOMICA DELLE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO E I SISTEMI DI
RENDICONTAZIONE
Per verificare la dimensione economica delle organizzazioni di volontariato iscritte ai registri regionali ex
L.266/91, sono state sviluppate una serie di elaborazioni analizzando, come unica fonte disponibile, i dati
resi disponibili dal Coordinamento regionale CSV Lombardia con riferimento alle annualità 2005 e 2006.
L’elaborazione è stata resa possibile grazie ai dati informatizzati rilevati dalla Regione Lombardia all’interno
dei quali sono rilevate informazioni relative alla situazione economica, finanziaria e patrimoniale.
I dati sono il risultato della compilazione annuale di un apposito documento denominato “Scheda di
rendicontazione” la quale compilazione da parte delle OdV è stata resa obbligatoria ai fini del mantenimento
dei requisiti ai sensi della L. 266/91.
Il numero delle organizzazioni osservate è pari a n. 3676– dato 2006; e n. 3405 – dato 2005, essendo gli
ultimi due anni disponibili. Si segnala inoltre che l’ultimo dato nazionale reso pubblico delle OdV iscritte ai
Registri regionali del Volontariato è pari a n. 21.021 (ISTAT 2003). Stimiamo, quindi, che il campione preso
in esame coinvolga circa il 15 % delle OdV iscritte sull’intero territorio nazionale.
Grafico 1: Qual è la distribuzione delle OdV in base alle proventi annue (annualità 2006)
da 200.000,00 a …
da 190.000,00 a 199.999,99
da 180.000,00 a 189.999,99
da 170.000,00 a 179.999,99
da 160.000,00 a 169.999,99
da 150.000,00 a 159.999,99
da 140.000,00 a 149.999,99
da 130.000,00 a 139.999,99
da 120.000,00 a 129.999,99
da 110.000,00 a 119.999,99
da 100.000,00 a 109.999,99
da 90.000,00 a 99.999,99
da 80.000,00 a 89.999,99
da 70.000,00 a 79.999,99
da 60.000,00 a 69.999,99
da 50.000,00 a 59.999,99
da 40.000,00 a 49.999,99
da 30.000,00 a 39.999,99
da 20.000,00 a 29.999,99
da 10.000,00 a 19.999,99
da 0 a 9.999,99
0,00
5,00
10,00
15,00
20,00
25,00
30,00
35,00
40,00
45,00
In riferimento all’analisi dei proventi sull’annualità 2006, si può riscontrare inequivocabilmente una forte
concentrazione nelle fasce più basse, in termini di proventi con dati fortemente significativi relativamente alle
fasce da € 0 a € 9.999,99 e da € 10.000,00 a € 19.999,99 che insieme esprimono la situazione della
41
maggioranza assoluta (pari al 55%) delle organizzazioni di volontariato iscritte al registro lombardo. Le fasce
superiori si posizionano con percentuali al di sotto del 10%.
Le analisi successive sono state elaborate senza prescindere dall’importanza espressa da tale distribuzione.
Quindi per le analisi dei dati successive in merito alle informazioni degli elementi di entrate di natura
economica si è proceduto alla suddivisione nei seguenti quattro scaglioni:
-
il primo che comprenda le OdV al di sotto dei € 20.000,00 in quanto dalla distribuzione precedente
appare estremamente significativo come entità del campione (55% sul totale delle OdV in Lombardia
nell’anno 2006);
-
il secondo compreso fra 20.000,00 e i 100.000,00 Euro, in riferimento al precedente limite proposto e
modificato per le linee guida per gli schemi di bilancio dell’Agenzia per le ONLUS;
-
il terzo compreso fra 100.000,00 e i 250.000,00 Euro
-
infine un’ultima fascia che raccoglie le OdV con proventi superiori ai € 250.000,00.
Per un’analisi più completa abbiamo preso in considerazione le informazioni relative a due annualità (2005 e
2006) per riscontrare elementi di continuità o discontinuità di dati presi in esame.
Primariamente analizziamo la ripartizione delle OdV all’interno delle quattro fasce individuate (da 0 a
19.999,99 euro; da 20.000,00 a 99.999,99 euro; da 100.000,00 a 250.000,00 euro, oltre i 250.000,00 euro)
ed il loro peso percentuale rispetto al totale raffrontandole con l’anno precedente.
Tabella 1: Qual è la distribuzione quantitativa e in percentuale delle OdV in base alle proventi annue (annualità 2005-2006) ripartite
all’interno degli scaglioni individuati
2006
Fascia di riferimento
Numero di
associazioni
2005
% di OdV sul
totale
Numero di
associazioni
% di OdV sul
totale
da 0 a 19.999,99 euro
2024
55,1
1866
54,8
da 20.000,00 a 99.999,99 euro
1071
29,1
991
29,1
da 100.000,00 a 249.999,99 euro
320
8,7
301
8,8
oltre i 250.000,00 euro
261
7,1
247
7,3
3676
100
3405
100
Totale
A fronte di un aumento costante delle OdV iscritte al Registro lombardo la loro ripartizione rimane costante
come peso percentuale all’interno delle quattro fasce di riferimento come si può osservare nel grafico
sottostante:
42
Grafico 2: Qual è la distribuzione in percentuale delle OdV in base alle proventi annue (annualità 2005-2006) ripartite all’interno degli
scaglioni individuati
Suddivisione delle OdV all'interno delle 4 fascie
da 0 a 19.999,99 euro
da 20.000,00 a 99.999,99 euro
da 100.000,00 a 249.999,99 euro
oltre i 250.000,00 euro
% di OdV sul
totale
54,8
29,1
8,8 7,3
% di OdV sul
totale
55,1
29,1
8,7 7,1
0%
20%
40%
60%
80%
100%
Lo scostamento è lieve tra il 2005 e il 2006, in cui un aumento impercettibile dello 0,3 % della fascia da 0 a
19.999,00 euro è prevalentemente giustificato da un aumento di nuove OdV nel Registro regionale del
Volontariato della Lombardia passando, per l’apposito, da n. 3400 circa di OdV a n. 3700.
I dati di seguito riportati non sono altro che la fotografia per annualità. Non ci è sembrato opportuno produrre
elaborazioni di confronto sui dati di seguito presentati per le seguenti criticità:
1. il totale delle OdV tende ad aumentare annualmente di circa il 0,5%
2. i dati informatici delle schede allo stato attuale si fermano a due sole annualità e a nostro avviso, per
verificare anche le tendenze di cambiamento, di sviluppo o di eventuali involuzioni, sarebbe opportuno il
raffronto dei dati su almeno tre annualità.
Dai dati della scheda è possibile stimare il numero delle OdV che dovrebbero aver presentato una contabilità
in partita doppia; questo dato viene riportato anche nella tabella sottostante, prendendo in esame i dati
dell’annualità 2006, in cui si presenta il raffronto delle OdV totali con quelle che dovrebbero utilizzare una
contabilità complessa.
Tabella 2: Qual è la distribuzione quantitativa e in percentuale delle OdV in base alle proventi e alle ipotesi di gestione contabile
(annualità 2006) ripartite all’interno degli singoli scaglioni individuati
43
Fascia di riferimento
Numero di associazioni
di cui OdV con e senza
PD
% di OdV
rispetto allo
scaglione di
riferimento
% di OdV
rispetto al
totale
4,4
2,4
95,6
52,6
44,8
13,1
55,2
16,1
68,8
6,0
31,2
2,7
76,2
5,4
23,8
1,7
89
con partita doppia
da 0 a 19.999,99 euro
2024
1935
senza partita doppia
480
con partita doppia
da 20.000,00 a
99.999,99 euro
1071
591
senza partita doppia
220
con partita doppia
da 99.999,99 a
249.999,99 euro
320
100
senza partita doppia
199
con partita doppia
oltre i 250.000,00 euro
261
62
senza partita doppia
988
con partita doppia
Totale
26,9
3676
2688
73,1
senza partita doppia
Da questi risultati emergono principalmente 2 fattori: la presenza di contabilità in partita doppia aumenta con
l’aumentare delle proventi (piuttosto intuitivo); le OdV prive di contabilità complessa, sia rispetto ai campioni
di riferimento che rispetto al totale delle OdV, rimangono la stragrande maggioranza.
È corretto segnalare come, rispetto ai valori precedenti, questo valore non è perfettamente riscontrabile e
quindi inevitabilmente soggetto ad una percentuale di errore.
Analizziamo ora come si ripartiscono percentualmente le risorse finanziarie all’interno delle voci d’entrata
presenti all’interno della relazione annuale sull’attività, sempre considerando le fasce sopra indicate.
Fascia di riferimento
44
Ammontare delle voci di entrata
relative all'anno di riferimento
da 0 a 19.999,99
euro
da 20.000,00 a
99.999,99 euro
da 100.000,00 a
249.999,99 euro
oltre i
250.000,00
euro
Sussidi e Contributi
17,30%
10,30%
2,00%
4,10%
Contratti e/o Convenzioni
2,10%
21,10%
11,30%
45,20%
Totale proventi da fonte
Pubblica
19,40%
31,40%
13,30%
49,30%
Quote Sociali
12,70%
6,90%
2,60%
3,40%
Attività commerciali e produttive
marginali
9,90%
9,80%
12,60%
3,90%
Raccolta fondi
18,40%
15,40%
20,80%
12,30%
Donazioni, lasciti testamentari e
liberalità
17,00%
16,40%
23,10%
14,80%
Trasferimenti da strutture
superiori/inferiori
4,90%
1,70%
2,50%
1,10%
Redditi finanziari e patrimoniali
1,20%
1,10%
1,90%
2,10%
Altre proventi di fonte privata
16,60%
17,10%
23,00%
13,10%
Totale proventi da fonte Privata
80,60%
68,60%
86,70%
50,70%
Totale proventi
100,00%
100,00%
100,00%
100,00%
È evidente il differente peso di ogni voce in base alle dimensioni delle differenti OdV.
La voce “Sussidi e Contributi “ si presenta in peso inversamente proporzionale alla crescita
dell’organizzaizone, al contrario l’importanza della voce “Contratti e/o Convenzioni “ cresce con il crescere
della OdV.
45
Raffronto tra le voci di entrata delle OdV
da 0 a 19.999,99 euro
da 100.000,00 a 249.999,99 euro
da 20.000,00 a 99.999,99 euro
oltre i 250.000,00 euro
50,70%
Totale proventi da
fonte Privata
86,70%
68,60%
80,60%
13,10%
23,00%
17,10%
16,60%
Altre proventi di
fonte privata
Redditi finanziari e
patrimoniali
Trasferimenti da
strutture
superiori/inferiori
2,10%
1,90%
1,10%
1,20%
1,10%
2,50%
1,70%
4,90%
14,80%
23,10%
16,40%
17,00%
Donazioni, lasciti
testamentari e
liberalità
12,30%
20,80%
15,40%
18,40%
Raccolta fondi
Attività commerciali
e produttive
marginali
3,90%
12,60%
9,80%
9,90%
Quote Sociali
3,40%
2,60%
6,90%
12,70%
Totale proventi da
fonte Pubblica
13,30%
Contratti e/o
Convenzioni
Sussidi e Contributi
49,30%
31,40%
19,40%
45,20%
11,30%
21,10%
2,10%
4,10%
2,00%
10,30%
17,30%
0,00%
20,00%
40,00%
46
60,00%
80,00%
100,00%
Ora osserviamo come si ripartiscono percentualmente le risorse finanziarie all’interno delle voci di uscita
presenti all’interno della relazione annuale sull’attività (sempre considerando le fasce sopra indicate).
Fascia di riferimento
Ammontare delle voci di uscita
relative all'anno di riferimento
da 0 a 19.999,99
euro
da 20.000,00 a
99.999,99 euro
da 100.000,00 a
249.999,99 euro
oltre i
250.000,00
euro
Spese per il personale
20,1
27,2
24,9
21,9
Rimborso spese ai volontari
3,3
2,8
3,2
3,0
Acquisti di beni e servizi
38,0
27,2
31,3
34,7
Sussidi, contributi ed erogazioni
a terzi
12,5
8,6
17,8
15,5
Trasferimenti da strutture
superiori/inferiori
2,9
2,0
2,9
3,0
Imposte e tasse
0,8
0,8
0,4
1,2
Ammortamenti
4,5
4,2
4,1
2,5
Altre Spese
17,9
27,2
15,4
18,2
Totale proventi
100,0
47
100,00
100,00
100,00
Raffronto fra le voci di Uscita delle OdV
da 0 a 19.999,99 euro
da 100.000,00 a 249.999,99 euro
da 20.000,00 a 99.999,99 euro
oltre i 250.000,00 euro
18,2
15,4
Altre Spese
27,2
17,9
2,5
4,1
4,2
4,5
Ammortamenti
Imposte e tasse
1,2
0,4
0,8
0,8
Trasferimenti da
strutture
superiori/inferiori
3,0
2,9
2,0
2,9
Sussidi, contributi
ed erogazioni a
terzi
8,6
15,5
17,8
12,5
Acquisti di beni e
servizi
27,2
31,3
34,7
38,0
3,0
3,2
2,8
3,3
Rimborso spese ai
volontari
21,9
24,9
27,2
20,1
Spese per il
personale
0,0
5,0
10,0
15,0
48
20,0
25,0
30,0
35,0
40,0
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