Implementazione di un sistema informativo geografico per la zonazione agricola (olivicola e viticola) nella Valle Telesina M. Buonanno1, F. Terribile2, M. Tosca1, P. Magliulo1, A.P. Leone1 1 C.N.R. - I.S.A.FO.M.Sez. di Napoli Via Patacca, 85 - 80056 Ercolano (NA) – ITALIA Tel. 081.574.6606/6575 - Fax 081.7718045 E-mail: [email protected] 2 Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e dell'Ambiente Sez. di Scienze Chimico-Agrarie Università degli Studi di Napoli Federico II Via Università, 100 80055 Portici (NA) Tel. 081.7885211 - Fax 081.7755130 Abstract: The setting up of a GIS of the territoty of Valle Telesina (Southern Italy, Prov. of Benevento) is reported. The aim of the project is to archive environmental information useful for subsequent evaluation of land suitability for high quality Olive and Vine cultivations. INTRODUZIONE L’analisi integrata delle risorse ambientali può essere oggi vantaggiosamente sviluppata mediante l’uso di sistemi informativi geografici computerizzati (GIS) [4,5]. Tali sistemi permettono di immagazzinare ed integrare in un unico database la distribuzione e le caratteristiche descrittive degli oggetti o dei fenomeni analizzati (es. vegetazione, suolo, temperature, altimetria, ecc.). L'insieme di tali informazioni tematiche può essere utilizzato, oltre che per l'analisi sintetica dei fenomeni suddetti, per l'implementazione di modelli funzionali e di distribuzione. Le attività descritte in questa relazione costituiscono la fase preparatoria di un successivo lavoro di analisi delle attitudini agricole del territorio della Valle Telesina. Gli obiettivi di questo progetto sono stati: a) costituire un primo nucleo di un sistema informativo territoriale da utilizzare successivamente nella valutazione delle attitudini alla coltivazione dell’Olivo e della Vite nell'area di studio; b) produrre dei documenti cartografici convenzionali, utili alla descrizione dei temi inseriti nel GIS. L’AREA DI STUDIO L'area di studio è costituita dalla Valle Telesina. Essa ricade in 13 Comuni del settore occidentale della Provincia di Benevento (Reg. Campania), per una superficie totale di circa 20.000 ettari. La valle coincide con il medio e basso corso del Fiume Calore, fino alla confluenza di quest’ultimo con il Fiume Volturno. Essa è limitata a nord ed a sud rispettivamente dagli horst carbonatici del gruppo Matese-Monte Maggiore e del gruppo Taburno-Camposauro, entrambi ad andamento est-ovest. La giustapposizione di tali elementi morfostrutturali comporta notevoli escursioni di quota tra il fondovalle (34 metri) e le cime dei rilievi carbonatici (1390 metri della cima del Camposauro). Fig. 1. Inquadramento geografico dell’area di studio. Nell’area di studio si riconoscono una serie di morfotipi, di varia genesi, raccordanti il fondovalle con i ripidi versanti dei massicci carbonatici. Lungo il corso del Fiume Calore si rinvengono, in destra e sinistra orografica, una serie di terrazzi alluvionali delimitati da scarpate di erosione fluviale. In destra orografica questi si raccordano ai versanti carbonatici mediante le porzioni relitte di una superficie d’erosione (glacis d’erosione) debolmente inclinata verso l’asta fluviale. In sinistra orografica, invece, i terrazzi si raccordano al versante settentrionale del Camposauro attraverso un serie di conoidi alluvionali tra loro coalescenti e, più a monte, una falda detritica stratificata. Più a valle, in prossimità della confluenza tra Calore e Volturno questa sequenza di forme si interrompe, e lascia Atti del Convegno CNR-ISAFOM, Portici (NA), 24-25 Settembre 2002 posto a nord del Calore alla piana di Telese, San Salvatore Telesino ed Amorosi, mentre a sud subentra un sistema di basse colline flyshoidi. Molto variabile è anche la natura litologica dell’area. La zona di fondovalle è occupata da depositi alluvionali (limi, sabbie e ghiaie), localmente associati depositi piroclastici ascrivibili alla formazione del Tufo Grigio Campano. La base dei versanti è coperta dai detriti provenienti dalla disgregazione dei rilievi che vanno a costituire grosse conoidi alluvionali e falde di detrito. Le aree collinari sono invece associate a terreni flyschioidi o argillosi. Su tutta l’area dominano i massicci carbonatici del gruppo Matese - Monte Maggiore a nord e del TaburnoCamposauro a sud. Essi sono costituiti da una parte basale di natura dolomitica, una centrale calcareo-dolomitica ed una sommitale calcarea. - Idrografia superficiale (corsi d’acqua e sorgenti) - Uso del suolo attuale Unità di paesaggio Suolo Parametri climatici deficit idrico, ecc.) (pluviometria, termometria, Come cartografia di base è stata scelta la vecchia serie a scala 1.25.000 (Serie 25V) dell’Istituto Geografico Militare (IGM). L’area di studio ricade in 8 tavolette. Una volta inserita nel GIS, tale cartografia è servita sia da ‘base’ di riferimento geografico, che per l’estrazione di altri livelli informativi. Il limite dell'area di studio è stato definito sulla base della cartografia IGM (Serie 25V) seguendo i confini amministrativi dei 13 comuni nei quali ricade l'area di studio. Nel territorio della Valle Telesina si possono riconoscere due tipologie di uso: le zone di fondovalle e collinari, a minore pendenza, caratterizzate da intensa attività agricola (vigneti da vino, oliveti, produzione di foraggio); la zona montana caratterizzata da un paesaggio seminaturale, dove le dinamiche naturali dominano su quelle antropiche (sfruttamento estensivo dei pascoli e gestione dei boschi). Il DEM è stato creato partendo da informazioni altimetriche tratte dalle tavolette IGM a scala 1:25.000, e più precisamente inserendo nel GIS una selezione di isoipse e punti quotati. Negli ultimi venti anni la coltura della vite si è sviluppata notevolmente occupando gran parte del terre ‘basse’, mentre gli oliveti, nonostante una riqualificazione degli impianti, hanno mantenuto la loro collocazione in una fascia altimetrica più elevata ed a pendenza maggiore. L’idrografia superficiale e le sorgenti sono state anch’esse tratte dalla cartografia a scala 1:25.000 dell’IGM (Serie 25V). MATERIALI E METODI I livelli informativi inseriti nel GIS e le fonti dei dati La pianificazione del database GIS è stata preceduta da una fase di analisi delle variabili in gioco, delle loro presumibili relazioni e del loro peso relativo. Nonostante nella definizione della vocazione di un territorio ad una certa coltivazione contino anche le variabili socio-economiche ed infrastrutturali, in questa fase si è data priorità ai fattori non antropici ed in particolare a quelli ambientali. La scelta dei dati da inserire nel database GIS è così caduta sui seguenti temi: - Cartografia di base - Esposizioni Limiti dell’area di studio Modello altimetrico del terreno (DEM – Digital Elevation Model) Le pendenze e le esposizioni sono state calcolate sulla base del DEM sfruttando le funzioni di analisi del GIS. I temi delle unità di paesaggio e del suolo sono stati inseriti nel GIS a partire da cartografia a scala 1:25.000 frutto di un intenso lavoro di fotointerpretazione e rilevamento di campo compiuto da un gruppo di pedologi nell’ambito del progetto U.O.T. [2]. Alla carta dei suoli è stato associato un database contenente le informazioni annotate sulle schede di rilevamento pedologico. Il livello informativo dell’uso del suolo attuale è stato creato a partire da una carta a scala 1:25.000 prodotta nell’ambito di questo progetto mediante fotointerpretazione e restituzione manuale [3]. Per la georeferenziazione dei dati cartografici è stato prescelto il sistema di riferimento Roma 1940 GaussBoaga. L’informatizzazione dei documenti cartografici I dati raccolti nel corso di questo progetto sono stati informatizzati mediante l'uso di vari software scelti in funzione delle metodiche di digitalizzazzione prescelte: Pendenze Atti del Convegno CNR-ISAFOM, Portici (NA), 24-25 Settembre 2002 • • • • PC ARC/INFO v.3.5.1 della ESRI - software GIS, sfruttato per la digitalizzazione su tavolo digitalizzatore e l'editing delle coverage; ArcView v.3.1 della ESRI - software GIS, mediante il quale è stata anche compiuta la digitalizzazione a video su sfondo raster georeferenziato, l'analisi dei dati e la stampa degli elaborati cartografici finali; ENVI v.3.1 della Research Systems – software di elaborazione d’immagini telerilevate, usato per la georettificazione delle immagini raster; RasterToVector della Able Software – applicato nella vettorializzazione di uno dei temi cartografici; Varie sono state le procedure utilizzate per l’informatizzazione dei dati, scelte a secondo della natura del documento di partenza e comunque con il criterio dell’ottimizzazione dei tempi di inserimento. La cartografia di base, per esempio, è stata inserita nel GIS in formato raster (TIFF) mediante scansione a 100dpi e successiva rettificazione e georeferenziazione mediante le apposite routine del software ENVI v.3.1. Il limite dell'area di studio, la Carta dei Suoli e la distribuzione spaziale dei punti di campionamento pedologico sono stati invece digitalizzati manualmente utilizzando un tavolo digitalizzatore A00 e le apposite routine di PC ARC/INFO (Edit, ArcEdit, Clean, Build, ecc.). L'idrografia superficiale è stata informatizzata mediante digitalizzazione a video in ambiente ArcView. Dallo sfondo raster della cartografia di base sono stati estratti i corsi d'acqua e le linee d'impluvio, gli specchi d'acqua e le sorgenti. La Carta dell'uso del suolo attuale è stata infine inserita nel GIS utilizzando una procedura di rasterizzazione e successiva vettorializzazione dei limiti delle unità di uso. Tale tecnica si dimostra molto più rapida e talvolta più precisa della digitalizzazione manuale quando sia possibile estrarre dallo 'sfondo' e manipolare esclusivamente gli elementi geometrici d'interesse. La creazione del modello altimetrico del terreno (DEM – Digital Elevation Model) è stata la fase che ha richiesto più impegno, soprattutto in termini di tempo necessario all'inserimento e verifica dei dati. Dalle tavolette IGM sono stati estratti i seguenti elementi cartografici: a) isoipse (ogni 25m e laddove disponibili ogni 5 metri); b) punti quotati; c) punti quotati stimati, lungo i fiumi (ogni 100m lineari); per un totale di ca. 8.700 elementi puntiformi e lineari. Ad ognuno di questi elementi è stata associata la relativa quota sul livello del mare così come riportata sulla cartografia di riferimento. Da questa banca dati, ottenuta mediante digitalizzazione a video in ambiente ArcView, si è quindi derivato un primo modello altimetrico continuo sotto forma di un TIN (Triangulated Irregular Network). Si è scelto tale sistema di spazializzazione dei dati poichè è quello che meno degli altri risente della campionatura delle quote lungo le isoipse, evitando il tipico aspetto a 'terrazzi' del DEM. Gli altri sistemi di interpolazione si dimostrano invece migliori nel caso di campionamento su griglia o più o meno casuale. L’estrazione di informazioni dalla banca dati mediante operazioni di interrogazione ed analisi Terminata la fase di inserimento dei dati nel sistema informativo si è proceduto ad operare una prima manipolazione degli stessi al fine di estrarre alcuni temi derivati (DEM raster, matrice delle esposizioni e delle pendenze) ed una serie di informazioni statistiche di sintesi. Tali operazioni sono state tutte portate a termine in ambiente ArcView. La produzione del DEM raster e dei temi ‘Esposizioni’ e ‘Pendenze’ Partendo dal TIN precedentemente prodotto, si è proceduto a calcolare i seguenti temi derivati, utili ad una migliore descrizione della topografia: a) un DEM raster a passo 10m, e da questo b) un raster delle pendenze del terreno espresse in gradi c) un raster delle classi di esposizione (azimut) Per ottenere ciò è stata attivata l’estensione ‘Spatial Analyst’ di ArcView. L’estrazione di parametri statistici descrittivi di base Al fine di definire le caratteristiche salienti di ogni tema inserito nel GIS, sono stati calcolati alcuni parametri statistici descrittivi mediante l’interrogazione delle rispettive tabelle degli attributi. Nel caso delle coverage relative all’idrografia superficiale, al suolo ed all’uso del suolo attuale sono stati di volta in volta calcolati il numero di oggetti, la lunghezza o l’area totale di ogni classe di elementi cartografici e quindi loro consistenza percentuale. Nel caso del DEM e dei temi ‘Pendenze’ ed ‘Esposizioni’, matrici costituite da variabili continue, si è proceduto a calcolare sia alcuni parametri statistici descrittivi (minimo, massimo, range, media, deviazione standard) che le frequenze dei valori suddivisi in intervalli predefiniti. I parametri statistici sono stati ottenuti utilizzando l’estensione ‘Spatial Analyst’. L’analisi delle frequenze è stata invece compiuta predisponendo per ogni tema una legenda nella quale i valori continui fossero suddivisi in intervalli utili alla descrizione dello stesso, quindi applicando il comando Atti del Convegno CNR-ISAFOM, Portici (NA), 24-25 Settembre 2002 ‘Histogram’ ed esportando in EXCEL il file .DBF associato all’istogramma prodotto. L’analisi della distribuzione di quote, pendenze ed esposizioni nelle classi di uso del suolo e pedologiche Oltre alla descrizione dei singoli temi inseriti nel GIS è stato ritenuto utile iniziare uno studio preliminare delle relazioni spaziali tra essi esistenti, con la finalità di fornire conferme o spunti di riflessione al gruppo degli agronomi, fisiologi e pedologi coinvolti nel progetto. Fig. 2. Il DEM derivato dai dati altimetrici (in azzurro i principali corsi d’acqua). 30,0 27,8 26,0 25,0 20,0 Frequenza % Anche in questo caso, l’analisi della distribuzione di quote, pendenze ed esposizioni in ognuna delle classi di uso e di suolo è stata compiuta mediante i comandi ‘Summarize Zones’ ed ‘Histogram Zones’ disponibili nell’estensione ‘Spatial Analyst’ utilizzando le classi di poligoni di uso e di suolo come ‘Zones’. I due comandi suddetti hanno fornito rispettivamente i parametri statistici descrittivi (minimo, massimo, range, media, deviazione standard) e le frequenze di distribuzione nelle varie classi di uso e pedologiche degli intervalli di altitudine, pendenza ed esposizione. 15,0 13,3 10,0 5,8 5,0 2,6 1,2 Per la descrizione dei risultati si rimanda al report citato in bibliografia [1]. L’analisi delle relazioni spaziali tra classi di uso del suolo e suoli Anche l’analisi delle relazioni spaziali tra classi di uso del suolo e suoli è stata compiuta in ambiente ArcView. I dati di partenza sono stati la coverage del tema ‘Uso del Suolo al 1990’ e la coverage del tema ‘Suoli’. La tabella delle coincidenze tra classi di uso e tipologie di suolo è stata ottenuta mediante un’operazione di incrocio (overlay) di questi due temi, seguita dall’estrazione automatica di dati di sintesi. Per la descrizione dei risultati si rimanda al report citato in bibliografia [1]. 3,0 2,0 3,8 4,7 3,9 4,0 1,6 0,3 0,0 1300 1390 1200 1300 1100 1200 1000 1100 900 1000 800 - 900 700 - 800 600 - 700 500 - 600 400 - 500 300 - 400 200 - 300 100 - 200 34 - 100 Fasce altimetriche (m s.l.m.) Fig. 3. Distribuzione percentuale delle quote nelle varie fasce altimetriche. Le esposizioni e le pendenze Le esposizioni prevalenti nell’area di studio ricadono rispettivamente nel terzo quadrante (Sud-Ovest) alla destra orografica del F.Calore e nel quarto (Ovest-Nord) alla sinistra orografica dello stesso fiume (Figg. 4 e 5). La pendenza del terreno (Fig. 6) si distribuisce come mostrato nel grafico in Fig. 7. I valori statistici descrittivi di tale variabile espressi in gradi sono i seguenti: Pendenza minima ……….. Pendenza massima ……… Pendenza media ………… Dev.Stand. ………..…….. RISULTATI Vengono qui riassunti, per ogni singolo livello tematico, i risultati dell'interrogazione preliminare del database cartografico. 0° 82° 12° 12° Modello altimetrico del terreno (DEM – Digital Elevation Model) Dall’interrogazione del DEM scaturisce che il territorio analizzato ha il seguente sviluppo altimetrico espresso in metri s.l.m. (vedi anche Fig. 2 e 3): Quota minima ………….. 34 Quota massima ………… 1390 Range ………………….. 1356 Quota media ………..…. 323 Dev.Stand. …………….. 320 Fig. 4. La carta delle esposizioni (in verde scuro i principali corsi d’acqua). Atti del Convegno CNR-ISAFOM, Portici (NA), 24-25 Settembre 2002 20,0 18,0 16,0 14,0 Frequenze % 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0 Piano Nord Nord-Est Est Sud-Est Sud Sud-Ovest Ovest Nord-Ovest Fig. 5. Distribuzione delle esposizioni. Fig. 8. L’idrografia superficiale (impluvi, torrenti, fiumi, laghi e sorgenti). I Suoli I suoli della Valle Telesina si originano e distribuiscono nei seguenti sistemi pedogenetici: dei terrazzi fluviali antichi (51%), dei rilievi montuosi calcarei (28%), delle conoidi e fasce detritiche pedemontane (12%), delle pianure alluvionali (9%). Fig. 6. La carta delle pendenze (in azzurro i principali corsi d’acqua). 50,0 45,0 40,0 35,0 Frequenze % 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 0-8 8 - 16 16 - 25 25 - 33 33 - 41 41 - 49 Pendenze in gradi 49 - 58 58 - 66 66 - 74 74 - 82 Fig. 9. La carta dei suoli. Con le tonalità di grigio sono individuati i suoli del sistema delle pianure alluvionali, con quelle dell’azzurro e del verde i suoli del sistema dei terrazzi fluviali antichi, con quelle del giallo i suoli del sistema delle conoidi e delle falde di detrito, con quelle dell’arancio, rosa e del viola i suoli del sistema dei rilievi montani calcarei. Fig. 7. Distribuzione delle pendenze (in gradi). 20 20 L’idrografia superficiale (corsi d’acqua e sorgenti) 16 16 14 12 12 12 12 Presenza % Lo sviluppo complessivo del reticolo idrografico (vedi Carta allegata) è di circa 1.280 Km, di cui il 17% costituito da linee d’impluvio, il 77% da torrenti (stagionali o perenni) ed il 5% dal corso dei fiumi Calore, Volturno e Titerno. Le sorgenti, concentrate principalmente nel territorio alla destra orografica del F.Calore, sono in totale 293, delle quali 228 perenni. L’unico specchio d’acqua presente nella Valle Telesina è il piccolo laghetto di Telese di circa 4 ettari. 18 10 9 8 8 6 5 4 3 3 COS COC 2 0 PAL TEA TEC TET COL PED MOL MOT Ambienti Fig. 10. Estensione percentuale degli ‘Ambienti’ pedogenetici nell’area di studio. Atti del Convegno CNR-ISAFOM, Portici (NA), 24-25 Settembre 2002 L’uso del suolo attuale Le tipologie di uso del suolo ad oggi più diffuse in Valle Telesina sono quelle delle colture specializzate di Vite ed Olivo (6.437 e 3.471 ha) e quelle dei boschi di latifoglie decidue a Castagno o Faggio (1.346 ha) (Fig. 11). Fig. 11. La carta dell’uso del suolo attuale. In viola sono indicati i vigneti, in verde oliva gli oliveti ed in verde scuro i boschi di Castagno o Faggio. BIBLIOGRAFIA [1] Buonanno M. (2000) Implementazione di un Sistema Informativo Territoriale finalizzato alla valutazione delle attitudini alla coltivazione dell'Olivo nella Valle Telesina. CNR-ISPAIM, Report tecnico N.5/2000. [2] CNR-ISPAIM - Regione Campania (1996) La Carta dei Suoli della Valle Telesina (BN). Rapporto conclusivo Convenzione U.O.T. - Reg. CEE 2052/88, Obiettivo 1, "Sviluppo della divulgazione agricola e delle attività connesse". [3] Fuschini V. (2000) Note alla Carta dell’Uso del Suolo della Valle Telesina. CNR-ISPAIM, Report tecnico. [4] Literio M., di Gennaro A., Freschi P., Leone A.P., Motti R., Santopolo A., Terribile F. (1993) Un sistema informativo teritoriale per la gestione delle areee a pascolo del territorio della regione Molise. Genio Rurale, n.6 : 29-40. [5] Napoli R., Costantini E.A.C., Gardin L. (1999) Metodologia di costruzione di un sistema informativo pedologico per le valutazioni agro-ambientali a scala di dettaglio e semi-detaglio. Agricoltura e Ricerca. Atti del Convegno CNR-ISAFOM, Portici (NA), 24-25 Settembre 2002