IMPARO A ORIENTARMI

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ORIENTA-menti
L’orientamento personale
Chi non ha mai sentito la storia di Pollicino, il più piccolo di 7 fratelli abbandonati nel bosco dai
poverissimi genitori incapaci di nutrire una così grande famiglia ? Per tornare a casa il piccolo
Pollicino semina sul sentiero nella foresta dei sassolini che permetteranno a lui e ai fratelli di
ritrovare la strada di casa una volta lasciati soli nel bosco.
Anche noi nella nostra esistenza quotidiana abbiamo lo stesso problema di Pollicino: non perderci!
Certo noi non seminiamo sassolini sui nostri percorsi; però, fin da quando iniziamo a muoverci a
quattro zampe, fissiamo nella memoria alcuni luoghi speciali che ci guidano nei nostri spostamenti:
la porta di casa, il divano, il tavolo, il letto. E più tardi la casa, il muretto, il parco giochi, la scuola,
la piazza... Questi sono punti di riferimento che ci indicano con precisione dove siamo e che ci
permettono di muoverci senza perderci. I punti di riferimento ci orientano nello spazio: siamo
vicini a questo o a quell’oggetto, siamo di fianco, davanti, dietro a quest’altro luogo conosciuto. I
punti di riferimento sono come fari costieri che ci guidano lungo le rotte dei nostri spostamenti.
Muovendoci ripetutamente fra i punti di riferimento ognuno di noi disegna e imprime nella mente
delle ragnatele di luoghi che sono vere e proprie mappe geografiche personali. Queste mappe
della memoria sono ricche di colori e di odori, e comprendono informazioni sulle distanze e anche
su eventuali pericoli o difficoltà del percorso.
Una mappa personale
fonte : M. Clary, Cartes et modèles à l’école, s.d.
Cosa succede quando si entra in territori poco conosciuti ? Solitamente i nostri sensi si mettono
all’erta e iniziamo a cercare e a ricordare nuovi punti facilmente riconoscibili per ricostruire il
nostro percorso. Ma se il percorso offre pochi riferimenti come in mare aperto o in un tragitto
notturno?
Il sistema di orientamento universale
In questo caso ci viene in aiuto il cosiddetto sistema di orientamento universale che è antico quanto
l’umanità e che sfrutta la posizione e il moto regolare degli astri nel cielo: in particolare quelli del
sole e di alcune stelle.
Da sempre il sole è la stella di riferimento fondamentale per il nostro pianeta perché lo illumina e lo
scalda. L’umanità ha riconosciuto immediatamente queste qualità essenziali per la vita e ha fatto
spesso del sole una potente e adorata divinità. Il cammino che questo astro compie nel cielo
informa gli uomini sullo scorrere del tempo e offre riferimenti certi a chi, come i marinai, deve
muoversi in ambienti difficili. Gli uomini hanno imparato presto a indicare il percorso del sole e per
definirlo hanno inventato e usato parole semplici e comprensibili.
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Il cammino apparente del sole nel cielo offre dei punti di riferimento universali
fonte:J. Pastorius, Word of Mouth, 1981
I romani usavano il termine oriente (orientem) che significava nascere per indicare il punto dove
sorgeva il sole. E dicevano occidentem e obcidere (occidente), composti da ob (avanti) e cidere
(cadere) per indicare la direzione e il luogo dove il sole spariva.
I popoli del nord Europa usavano invece il vocabolo sera, notte, per segnare il luogo dove il sole
scompariva; nelle loro lingue anticamente si diceva vest o vester che oggi sono diventati west e
ovest. Con queste semplici indicazioni ogni viandante disponeva di almeno due punti di
riferimento chiari per guidarlo nei viaggi di terra o per mare. Anche molte delle opere degli uomini
venivano allineate nella direzione di questi punti: i templi antichi, e le chiese di oggi, sono orientati
verso est, verso la luce nascente (divina). Pure le prime mappe e carte geografiche erano disegnate
in una prospettiva est-ovest.
Estratto di un’antica carta orientata verso oriente (Tavola Peutingeriana, 350 d.C. )
Fonte: http://www.cs.infn.it/~diff2000/peutingeriana.html
A questo asse d’orientamento fondamentale se ne aggiungeva un secondo definito nel nord Europa
con le parole sûdh, sidan (mezzogiorno, bollente) da cui deriva sud, e nordh, (= sotto) per segnare
un punto posto sotto la stella polare. Anche i latini usavano vocaboli e punti di riferimento
equivalenti: dicevano meridies , (cioè mezzo dì, meridione) per indicare il punto dove si trova il
sole a metà del suo cammino giornaliero, e septentriones per indicare la stella polare, la settima
(septem) stella della costellazione dell’Orsa minore.
Questa stella era il riferimento fisso per chi era obbligato a viaggiare dopo il tramonto del sole
perché ben visibile e facilmente reperibile a occhio nudo come si vede nella prossima figura
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Settentrione o nord: facile da trovare nel cielo in una bella notte senza luna !
Prolungando la retta che congiunge le due stelle dell'Orsa Maggiore Merak e Dubhe, seguendo la
direzione indicata nella figura, la prima stella luminosa che si incontra è la Polare.
fonte: www.astrofili.org
Questa stella ha anche un secondo pregio: rimane fissa all’orizzonte mentre gli altri astri in una
notte compiono un cammino circolare attorno ad essa. Insomma è una vera e propria lanterna
celeste, che aiuta chi debba decidere in che direzione andare.
Una lanterna nel cielo
La stella polare sta al centro di un movimento circolare degli astri che si vede
chiaramente in una foto a lunga esposizione. Questo fenomeno è la prova della
rotazione terrestre.
fonte: astrolink.mclink.it
Stelle e sole hanno il pregio di essere mezzi semplici e universali per favorire l’orientamento. Ma
hanno un grande difetto: non sono sempre utilizzabili. Se il cielo è coperto, o se piove o nevica per
ore e giorni l’orientamento e tenere una rotta diventano imprese molto difficili.
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Fortuna vuole che i cinesi scoprissero, prima dell’anno 1000, che una strana e invisibile forza della
terra poteva essere usata per indicare con certezza la direzione da seguire . Come ?
Essi creavano sottili cucchiaini di ferro a forma di pesce. Mentre il ferro fuso si stava raffreddando,
lo stampo con il pesciolino veniva messo a contatto con una strana pietra (che oggi noi chiamiamo
magnetite). Una volta raffreddato il leggero cucchiaino a forma di pesce veniva posato sulla
superficie dell’acqua contenuta in una ciotola. I cinesi notarono che il pesciolino si allineava sempre
in direzione nord-sud e decisero di usare questo strumento semplice per aiutarsi nei loro
spostamenti. Era nata la bussola !
Bussola cinese del 1000 d.C
Fonte: A.D. Aczel, L’enigma della bussola, 2005
Dalla Cina questo prezioso strumento che ha liberato l’uomo dalle incognite dei sistemi naturali di
orientamento è passato in Persia, in Arabia e poi è approdato in
Europa. Nel suo lungo cammino e con il passar del tempo la bussola
ha subito continui perfezionamenti.
Per saperne di più:
A.D. Aczel, L’enigma della bussola l’invenzione che ha cambiato il mondo, Cortina editore, 2005
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ESERCIT-azioni per ORIENTA-menti
Esercizio 1: aguzzo lo sguardo
Sotto ogni foto riporto i termini corretti: alba, tramonto, mezzogiorno, panorama verso sud,
panorama verso est, panorama verso ovest, oriente, occidente, meridione.
Ore 12.00, 21.6.2005
Ore 5.44, 21.3.2005
Ore 19.21, 23.9.2005
Esercizio 2: Marinaio col naso all’insù
1. Ecco una foto della volta celeste sopra la tua testa. Tu, marinaio, sai trovare il punto cardinale
Nord ? Evidenzialo con il giallo !
2. Per comodità abbiamo collegato le stelle con delle righe e abbiamo evidenziato diverse
costellazioni: come si chiama quella che ti permette di trovare il Nord ?
3. Colora le stelle di quella costellazione in rosa e quelle della sua sorella maggiore in verde !
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Esercizio 3: Orient-aula
Ecco la pianta della tua aula di geo.
a) Sulla pianta marca con una X il posto dove ti siedi di solito.
b) Segna sulla pianta dove si trovano nord geografico, il sud, l’est, l’ovest.
c) descrivi cosa si trova a oriente, a occidente, a meridione e a settentrione dell’aula di geo.
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