sistema solare e pianeti
Sistema Solare
Il Il sistema solare è il costituito dal Sole e da una
varietà di corpi celesti mantenuti in orbita
dalla forza di gravità del Sole.
Lo si può considerare come una sfera irregolare
con un raggio di circa 100.000 UA.
Solo le regioni più interne (meno di 50 UA) che contengono i
pianeti sono le maggiormente conosciute.
Il sistema solare ha un’età di circa 4,5 miliardi di
anni.
Sistema Solare
contenuto del Sistema Solare:
Sole (99,8% della massa del sistema solare)
Pianeti (8).
Pianeti nani (5 riconosciuti), diversamente dai pianeti non
hanno “ripulito” lo spazio circostante.
Satelliti.
Asteroidi (fascia degli asteroidi, fascia di Kuiper).
Nube di Oort (sferica, da dove hanno origine le comete).
Polveri, ghiaccio, gas.
origini del sistema solare
Dal processo di collasso gravitazione di una nebulosa
contenente polveri di stelle di generazioni precedenti. La
forza centrifuga appiattisce la forma della nebulosa in
contrazione in un disco rotante. Probabilmente polvere e
frammenti rocciosi si aggregano grazie alla forza di gravità in
proto-planetesimi, poi proto-pianeti e infine pianeti. Il vento
solare generato dal Sole alla sua nascita avrebbe spazzato
via verso regioni lontane gas e polveri.
Le orbite dei pianeti sono quasi complanari, con
l’orbita terrestre. Il piano dell’orbita terrestre è
detto piano dell’ellittica.
Pianeti terrestri
Pianeti gioviani
DISTANZA
MIN -MAX
DAL SOLE
MIL KM
RIVOLUZIONE
ROTAZIONE
MASSA
KG
DIAMETRO
KM
DENSITA
'
G/CM3
MERCURIO
46-69,8
87,97 G
58,65 G
3,4X1023
4878
5,44
VENERE
107,4-109
224,70 G
243,01 G
4,9X1024
12 103
5,24
TERRA
147-152
365,26 G
23H 56MIN
5,98X1024
12 756
5,52
MARTE
206,7-249,1
686,98 G
24H 37MIN
6,4X1023
6794
3,95
GIOVE
740,9-815,7
11,86 A
9H 55MIN
1,9X1027
142 984
1,3
SATURNO
1374-1507
29,42 A
10H 40MIN
5,69X1026
120 536
0,7
URANO
2735-3004
83,75 A
17H 18MIN
8,731025
51 118
1,21
NETTUNO
4456-4537
163,72 A
16H 17MIN
1,0X1026
49 528
1,7
satelliti
Attualmente (2012) sono conosciuti 176 satelliti che orbitano
intorno agli otto pianeti principali, e 8 intorno ai pianeti nani.
Leggi di Keplero
Nell'Astronomia nova
(1609) Johannes von Kepler
enuncia due delle tre leggi che
portano il suo nome. La terza
compare nel Harmonices mundi
libri quinque (1619).
Le tre leggi di Keplero
rappresentano un modello di
descrizione del moto dei pianeti
del sistema solare.
prima legge di Keplero
I pianeti percorrono orbite ellittiche quasi
complanari, di cui il Sole occupa uno dei due
fuochi.
La linea ideale che congiunge afelio e perielio è
detta linea degli apsidi.
modeste eccentricità.
orbita terrestre
Per eccentricità si intende il rapporto tra la distanza del Sole dal centro dell’orbita e
la lunghezza del semiasse maggiore. Attualmente il valore è 0,01672.
seconda legge di Keplero
Il raggio vettore che congiunge il centro del Sole al
centro dei pianeti descrive aree uguali in tempi
uguali.
La velocità di rivoluzione dei pianeti intorno al sole
non è costante, i pianeti accelerano avvicinandosi
al perielio e rallentano verso l’afelio.
terza legge di Keplero
I quadrati dei tempi di rivoluzione (t) di ciascun
pianeta sono proporzionali ai cubi del raggio
medio dell'orbita (d).
durata moti di rivoluzione
(in giorni e anni terrestri)
Mercurio
88 giorni (0,241 anni)
Venere
224 giorni (0,615 anni)
Terra
1 anno
Marte
687 giorni (1,881 anni)
Giove
11,87 anni
Saturno
29,45 anni
Urano
84,07 anni
Nettuno
164,9 anni
Newton e la legge di gravitazione
universale
Due corpi si attraggono
con una forza
proporzionale alla loro
massa e inversamente
proporzionale alla loro
distanza al quadrato
G = 6,67 10-11 N m2 kg-2
Perché i pianeti non cadono sul
Sole?
I pianeti e il Sole ruotano intorno al
baricentro del sistema
Essendo il Sole molto più massiccio il
baricentro cade sotto la superficie del
Sole
Su ciascuno dei due corpi in rotazione
agisce una forza centrifuga (F1 ed F2)
uguale e contraria alla forza
gravitazionale (centripeta)
Minore è l’attrazione gravitazionale,
minore e la forza centrifuga
http://edudemic.com/wp-content/uploads/2012/08/50-years-exploration-huge.jpg
esplorare il sistema solare
Sole
(e Mercurio)
Mercurio
Distanza dal Sole 0,39 UA
Periodo di rotazione 58,64
giorni
Periodo di rivoluzione 87,97
giorni
Mariner 10 (1974)
La prima, e per ben trentatré anni unica, sonda spaziale che ha
visitato Mercurio.
Lanciata il 3 novembre 1973, raggiunse il pianeta nel 1974 e lo
sorvolò fino ad arrivare ad una distanza minima di 327 km dove
riprese dettagli con dimensioni di 100 metri; in totale scattò
12.000 fotografie, mappando il 45% della superficie. Le
immagini rivelarono notevoli somiglianze con la Luna.
Mariner 10
La missione NASA MESSENGER è stata lanciata il 3 agosto 2004
ed è stata progettata per studiare le caratteristiche e l'ambiente
del pianeta Mercurio. Mariner 10 riuscì ad osservare solo un
emisfero con una risoluzione di 1 km. L'inserzione in orbita è
avvenuta il 18 marzo 2011
Per il 2015 è previsto il lancio della sonda BepiColombo, frutto
della collaborazione tra l'Agenzia Spaziale Europea e la Agenzia
spaziale giapponese. Arriverà a destinazione nel 2022.
La missione sarà dedicata all'esplorazione completa del pianeta e
del relativo ambiente (l’idea di abbinare alla sonda un lander è
stata cancellata per problemi di budget)
NASA Messenger
Venere
Distanza dal Sole 0,72 UA
Periodo di rotazione -243
giorni
Periodo di rivoluzione 224,7
giorni
superficie Venere
Mappa topografica costruita
dalla sonda Magellano
Nel 1990 Magellano si inserì
in orbita attorno a Venere
e iniziò una dettagliata
mappatura radar. Venne
mappato il 98% della
superficie
atmosfera di Venere (UV)
Lista degli
oggetti artificiali
su Venere
Venera 3
URSS
1966
958
Sconosciuta
Venera 4 capsula
URSS
1967
1104
19° N, 38° E
Venera 5 capsula
URSS
1969
1128
3° S, 18° E
Venera 6 capsula
URSS
1969
1128
5° S, 23° E
Venera 7 capsula
URSS
1970
1180
5° S, 351° E
Venera 8 capsula
URSS
1972
1180
10° S, 335° E
Venera 9 lander
URSS
1975
2015
32° N, 291° E
Venera 10 lander
Pioneer Venus
Bus
URSS
1975
2015
16° N, 291° E
USA
1978
290
37.9° S, 290.9° E
Pioneer Venus
sonda Large
USA
1978
300
4.4° N, 304.0° E
Pioneer Venus
sonda North
USA
1978
90
59.3° N, 4.8° E
Pioneer Venus
sonda Day
USA
1978
90
31.3° S, 317.0° E
Pioneer Venus
sonda Night
USA
1978
90
28.7° S, 56.7° E
Venera 11 lander
URSS
1978
2015
14° S, 299° E
Venera 12 lander
URSS
1978
2015
7° S, 294° E
Venera 13 lander
URSS
1982
2015
7.5° S, 303° E
Venera 14 lander
Vega 1 modulo di
discesa
URSS
1982
2015
13.25° S, 310° E
URSS
1985
1500
7.5° N, 177.7° E
Vega 1 balloon
URSS
1985
6,9
Sconosciuta
Vega 2 modulo di
discesa
URSS
1985
1500
8.5° S, 164.5° E
Vega 2 balloon
URSS
1985
6,9
Sconosciuta
Nazionalità
Massa totale stimata (kg)
Atterraggio
Massa (kg)
22.642
Posizione e
coordinate
Missioni su Venere:
Venera 1
Andata persa il 19/02/1961, una settimana dopo il lancio da Baikonur.
Venera 2
Flyby
Venera 3
Probabilmente si è schiantata sul pianeta.
Venera 4
Venera 4 fu lanciata da un Tyazheliy Sputnik (67-058B) per una missione di studio diretto dell'atmosfera.
Venera 5
Venera 5 fu lanciata da un Tyazheliy Sputnik (69-001C) per una missione che ottenesse dati dell'atmosfera. La navicella spaziale era simile a
quella del Venera 4, sebbene avesse un disegno più massiccio, e trasmise dati per 53 minuti mentre scendeva nell'atmosfera appesa ai paracaduti.
Venera 6
Venera 6 fu lanciata da un Tyazheliy Sputnik (69-002C) per una missione che ottenesse dati dell'atmosfera. La navicella era simile alla Venera 4,
sebbene avesse un disegno più massiccio come la 5, e trasmise dati per 51 minuti mentre scendeva nell'atmosfera appesa ai paracaduti.
Venera 7
Venera 7 fu lanciata da un Tyazheliy Sputnik per una missione che studiasse l'atmosfera e altri fenomeni del pianeta. Trasmise dati per 35 minuti a
potenza normale (e 23 minuti a debole potenza) mentre scendeva nell'atmosfera appesa ai paracaduti.
Venera 8
Sopravvissuta per 50 minuti.
Venera 9
Sonda da 5 tonnellate di peso fu lanciata mediante un vettore Proton., l’8 giugno 1975- Il sistema era attrezzato per l'atterraggio e così rinviò a
terra le prime immagini (in bianco e nero) della superficie di Venere, dove il lander sopravvisse per 53 minuti prima di soccombere.
Venera 10
Si separò dall'orbiter il 23 ottobre, atterrando il 25 Ottobre 1975 alle ore 05:17 UTC, col sole praticamente allo zenit. Misurò la distribuzione di
pressione e temperatura a varie altezze, fotografò il suolo e misurò la velocità del vento al suolo. Sopravisse 65 minuti.
Venera 11
Il suo modulo di discesa era stato disegnato per studiare in dettaglio la composizione chimica dell'atmosfera, la natura delle nuvole e il
bilanciamento termico dell'atmosfera. Sopravvisse operativamente per ben 95 minuti, ma purtroppo non ritrasmise immagini della superficie.
Venera 12
Il lander portava strumenti progettati per studiare in dettaglio la composizione chimica dell'atmosfera, la natura delle nubi, il bilanciamento
termico dell'atmosfera. La discesa durò circa un'ora e rimase operativo per 110 minuti.
Portavano strumentazione atta a prendere misurazioni chimiche e isotopiche, monitorare lo spettro di dispersione della luce solare e registrare le
scariche elettriche durante la sua fase di discesa attraverso l'atmosfera venusiana. Il lander era dotato di videocamere per prendere immagini della
Venera 13 e 14
superficie, una camera a pressione per la "cottura del campione di suolo" prelevato, uno spettrometro a fluorescenza X, e un sismometro per
condurre investigazioni sulla superficie. Venera 13 funziono per 127 minuti, Venera 14 per 57 minuti.
Il suo orbiter, assieme a quello della Venera 16, furono posti in un'orbita press'a poco polare con un periastro a 62° di latitudine Nord, con i loro
piani orbitali sfasati di approssimativamente di un angolo di 4° l'una rispetto all'altra. In otto mesi mapparono l'emisfero settentrionale del
Venera 15 e 16
pianeta fino ai 30° di latitudine nord (con una risoluzione di 1-2 km), fornendo una prima vera cartina superficiale del pianeta, anche se parziale:
questo permise di studiare le proprietà superficiali del pianeta su ampia scala.
Vega 1 e 2 e
moduli di
discesa
Fu lanciata nel 1985 per studiare Venere e la cometa di Halley, utilizando il progetto base delle Venera, includendo landers e palloni atmosferici i
quali rimandarono i dati per circa due giorni.
Venera 9 (1975)
Venera 13 (1982)
La sonda Venus Express dell'ESA sta studiando dettagliatamente il pianeta
dalla sua orbita polare, in cui si è inserita con successo nell’ aprile 2006.
volcanic peak Idunn Mons (at 46°S, 214.5°E) in the Imdr Regio area of Venus: imaging spectrometer (VIRTIS) aboard ESA’s
Venus Express spacecraft.
Terra
Marte
Distanza dal Sole 1,5 UA
Periodo di rotazione 24h e
37m
Periodo di rivoluzione 686
giorni
Programma Mariner (flyby).
Il Mariner 3 venne lanciato il 5 novembre 1964 ma la
copertura protettiva non riuscì ad aprirsi. Tre settimane
dopo, il 28 novembre 1964, venne lanciata con
successo la sonda Mariner 4. Essa raggiunse Marte il
14 luglio 1965, fornendo le prime immagini ravvicinate
di un altro pianeta. Esse mostravano dei crateri da
impatto simili a quelli lunari, alcuni dei quali
sembravano ricoperti di brina o ghiaccio.
La NASA continuò il programma Mariner con un altro
paio di sonde per il flyby (Mariner 6 e 7), che
raggiunsero il pianeta nel 1969. Mariner 9 entrò con
successo nell'orbita di Marte, dopo il fallimento del
lancio della sonda gemella Mariner 8. Mariner 9
fotografò la superficie di Marte, che fornì indizi della
possibilità che un tempo fosse presente acqua allo
stato liquido.
Scattata dal Mariner 4 nel 1965, questa è la prima immagine
ravvicinata mai ripresa di Marte e mostra un'area di circa 330 km
per 1200 km.
Programma Mars e primi landers e
orbiters.
Nel 1971 l'unione sovietica inviò con
successo Mars 2 e Mars 3, quasi un
decennio dopo il lancio di Mars 1.
Entrambe trasportavano un lander e
arrivarono su Marte nel 1971. Il lander di
Mars 2 entrò nell'atmosfera marziana con
un angolo troppo ripido e venne distrutto,
mentre il lander di Mars 3 funzionò solo
per 20 secondi dopo l'atterraggio. Erano i
primi artefatti umani a toccare Marte.
Nel 1973 l'unione sovietica inviò altre
quattro sonde: solo l’orbiter Mars 5 ebbe
successo: trasmise 60 immagini prima di
avere un guasto alle comunicazioni.
Mars 5 1973
Programma Viking (orbiters e landers)
Nel 1976 le due sonde Viking della NASA
entrarono nell'orbita di Marte e entrambe
inviarono un lander che effettuò con successo
un atterraggio morbido sulla superficie del
pianeta. Queste due missioni inviarono le prime
immagini a colori e dettagliati dati scientifici
Mentre l'orbiter Viking 1 stava cercando un punto di
atterraggio adatto per il lander, il 25 luglio 1976
fotografò una zona che venne soprannominata la
"faccia su Marte".
1976 Viking
2001 Mars Global Surveyor
Viking 1 1976
Monte Olimpo, altezza 24 km (Viking 1)
Fotografia della "Ares Vallis“, Mars Pathfinder 1997
Cratere Gusev, Rover Spirit 2004
Mars rovers
Mars Exploration Rover Opportunity, Victoria Crater, 2006.
“Opportunity", è insieme a “Spirit” iuno dei due rover della NASA
giunti su Marte nel gennaio del 2004..
https://www.youtube.com/watch?v=Q_dN5Ne0IH4
Hubble ST
Cratere Gusev, Spirit 2004
deimos e phobos
Canali di Marte osservati da
Giovanni Schiaparelli nel 1877.
Guerra dei Mondi (1898)
asteroidi
Piccoli corpi rocciosi di forma irregolare e con
dimensione compresa tra pochi km e poche
centinaia di km.
Attualmente ne sono stati catalogati circa
50.000. La maggior parte è concentrata in fasce:
- Fascia degli asteroidi (tra Marte e Giove)
- Troiani (due gruppi intorno a Giove)
- Fascia di Kuiper (oltre Nettuno, tra 30 e 50 UA)
Fascia degli asteroidi
Giove
Distanza dal Sole 5 UA
Periodo di rotazione 10h
Periodo di rivoluzione 12 anni
Lanciata il 3 marzo 1972, il Pioneer 10 fu la prima sonda spaziale ad attraversare
la fascia principale degli asteroidi del sistema solare,
Pioneer 10
Pioneer 10
Il Pioneer 10 fu la prima sonda ad effettuare nel 1973 osservazioni dirette di Giove.
Pioneer 11
Il Pioneer 11 fu la seconda missione spaziale,a raggiungere Giove e la
prima ad esplorare Saturno e i suoi anelli. La sonda fu lanciata da Cape
Canaveral il 6 aprile 1973. Il 1º settembre 1979 raggiunse Saturno.
Pioneer 10 e 11
Le sonde Pioneer sono stati i primi oggetti costruiti
dall'uomo destinate a lasciare il sistema solare.
Secondo la NASA, ci si aspetta che esse durino
più della Terra e del Sole.
Queste sonde spaziali contengono una placca
destinata ad eventuali esseri extraterrestri.
Il Pioneer 10, il primo oggetto creato dall'uomo a lasciare il
Sistema solare il 13 giugno 1983, sta viaggiando in direzione
della stella Aldebaran, nella costellazione del Toro, distante 65
anni luce. La sonda impiegherà più di 2 milioni di anni per
raggiungere le sue vicinanze.
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/
1/14/Pioneer_F_Plaque_Location_-_GPN2000-001621.jpg
Voyager 1 e 2
Le due sonde spaziali identiche Voyager 1 e
Voyager 2 sono state lanciate nel 1977 (il 5
settembre ed il 20 agosto da Cape Canaveral).
Voyager 1 1979
Voyager 1 e 2
Voyager 1 (destinazione: Giove, Saturno,
Titano), una delle prime esploratrici del sistema
solare esterno, è ancora funzionante ed è
attualmente l'oggetto più lontano dalla Terra
costruito dall'uomo. In data 11 settembre 2011
Voyager 1 si trovava a una distanza di 17,6
miliardi di km dal Sole. La sonda si sta dirigendo
in direzione della costellazione dell'Ofiuco e tra
circa 40.000 anni passerà ad una distanza di
circa 1,6 anni luce dalla stella AC+793888.
Voyager 1 e 2 portano con sé il
Voyager Golden Record che
contiene immagini e suoni della
Terra, assieme a qualche
istruzione su come suonarlo, nel
caso qualcuno lo trovasse.
http://en.wikipedia.org/wiki/Contents_of_the_Voyager_Golden_Record
Nel 1990 la Voyager 1 ha scattato diverse
fotografie ad oltre 6 miliardi di chilometri di
distanza dalla Terra. La più celebre è la Pale
Blue Dot che mostra la Terra della dimensione
di meno di un pixel.
Voyager 2 fu progettata per osservare Giove e
Saturno. Durante il viaggio, i tecnici si resero
conto che potevano sfruttare un allineamento
planetario piuttosto raro per far proseguire la
sonda verso Urano e Nettuno. Dalla Voyager 2
vengono la maggior parte delle informazioni che
abbiamo su questi due pianeti. La Voyager 2 è
attualmente il terzo oggetto più lontano creato
dall'uomo, dopo la sonda Voyager 1 e Pioneer
10. Tra circa 296.000 anni passerà a circa 4,3
anni luce dalla stella Sirio, distante da noi 8,6
anni luce.
Saturno
Distanza dal Sole 9,5 UA
Periodo di rotazione 10h
Periodo di rivoluzione 29 anni
Cassini–Huygens è una missione lanciata nel 1997, con
il compito di studiare il sistema di Saturno. La sonda si
compone di due elementi: l'orbiter Cassini della NASA
ed il lander Huygens dell'ESA.
Cassini è la prima sonda ad essere entrata nell'orbita di
Saturno, il 1º luglio 2004 e la quarta ad averlo visitato
(dopo Pioneer 11 e le Voyager 1 e 2). La sonda
Huygens si è separata dalla nave madre e si è diretta
verso la principale luna di Saturno, Titano.
Saturno e Titano
Titano
Il 14 gennaio 2005
Huygens è scesa
nell'atmosfera di
Titano e durante la
corsa ha raccolto dati
sull'atmosfera,
immagini della
superficie, rumori
dall'ambiente
circostante,
continuando a
trasmettere il suo
segnale per altre tre
ore.
Urano
Distanza dal Sole 19 UA
Periodo di rotazione -17h
Periodo di rivoluzione 84 anni
Nettuno
Distanza dal Sole 30 UA
Periodo di rotazione 16 h
Periodo di rivoluzione 164
anni
pianeti nani
Corpo celeste di tipo planetario orbitante di
forma sferoidale, ma che non è stato in grado di
"ripulire" la propria fascia orbitale da altri oggetti
di dimensioni confrontabili.
fascia asteroidi: Cerere
transnettuniani: Plutone, Eris, Haumea,
Makemake
pianeti nani
potenziali altri pianeti nani
cerere
Hubble ST
transneptunians objects
2002 TC
Asteroidi: fascia di Kuiper
meteore
F Frammenti di asteroidi o comete che entrano
nell’atmosfera terrestre e si incendiano (stelle
cadenti).
meteoriti
Oggetti, principalmente provenienti da asteroidi,
che riescono ad attraversare l’atmosfera ed a
precipitare al suolo.
Ogni anno cadono sulla Terra migliaia di
tonnellate di materiale, principalmente
micrometeoriti.
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=4
ZxXYscmgRg#!
Willamette Meteorite. Oggetto di venerazione per I nativi americani della tribù Clackamas
(Oregon). Non si conosce il cratere d’impatto. Conservato al museo di storia naturale della
città di New York.
Meteor crater (69 km), Coconino, Arizona.
Il meteorite Canyon Diablo colpì la Terra circa 49.000 anni fa.
chicxulub crater
comete
Corpi di piccola massa, con raggi mediamente
di pochi km, composti prevalentemente da
ghiaccio intorno ad un nucleo solido, che
diventano visibili (coda) quando si avvicinano al
Sole.
Alcune comete presentano orbite periodiche,
come ad esempio la cometa di Halley (75 anni).
cometa di Halley
Observation of Halley's Comet, recorded in cuneiform on a clay tablet between 22 and 28
September 164 BCE, Babylon, Iraq.British Museum.
The comet's appearance in 1066 was recorded on the Bayeux Tapestry.
The Adoration of the Magi (circa 1305) by Giotto, who purportedly modeled the star of
Bethlehem on Halley, which had been sighted 4 years prior to this painting.
A photograph of Halley's Comet taken during its 1910 approach.
Halley's Comet on 8 March 1986
Comete halley
Halley's Comet observed in 2003 at 28 AU from
the Sun
Nube di Oort
exopianeti
Missione Kepler
Il Kepler spacecraft è un osservatorio spaziale
americano (NASA) lanciato in orbita intorno alla
Terra nel 2009.
La Missione Keplero è progettata per osservare
una specifica regione della Via Lattea, fornendo
dati su quante delle stelle in quella determinata
zona presentano pianeti con caratteristiche
simili a quelle della Terra.
02/02/2011
This illustration shows
all 1,235 of the
potential alien
planet candidates
NASA's Kepler
mission has found
to date (2011).
The planets are
pictured crossing
front of their host
stars, which are all
represented to
scale.
Carl Sagan, “Pale Blu Dot”.
Carl Sagan, “Pale Blu Dot”.
«Da questo distante e vantaggioso punto di vista, la Terra può
non sembrare di particolare interesse. Ma per noi, è diverso.
Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. È noi. Su di esso,
tutti quelli che amate, tutti quelli di cui avete mai sentito parlare,
ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria
vita. L’insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di religioni,
ideologie e dottrine economiche, così sicure di sé, ogni
cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e
distruttore di civiltà, ogni re e suddito, ogni giovane coppia
innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed
esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto,
ogni “superstar”, ogni “comandante supremo”, ogni santo e
peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì su un
minuscolo granello di polvere sospeso dentro ad un raggio di
sole. La Terra è un piccolissimo palco in una vasta arena
cosmica.
Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e
imperatori affinché, nella gloria e nel trionfo, potessero diventare
i signori momentanei di una frazione di un puntino. Pensate alle
crudeltà senza fine impartite dagli abitanti di un angolo di questo
pixel agli abitanti scarsamente distinguibili di qualche altro
angolo, quanto frequenti i loro malintesi, quanto smaniosi di
uccidersi a vicenda, quanto ferventi i loro odi. Le nostre
ostentazioni, la nostra immaginaria autostima, l’illusione che
abbiamo una qualche posizione privilegiata nell’Universo, sono
messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il nostro
pianeta è un granellino solitario nel grande, avvolgente buio
cosmico. Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c’è
nessuna indicazione che possa giungere aiuto da qualche altra
parte per salvarci da noi stessi.
La Terra è l’unico mondo conosciuto che possa ospitare la vita.
Non c’è nessun altro posto, per lo meno nel futuro prossimo,
dove la nostra specie possa migrare. Visitare, sì. Abitare, non
ancora.
Che vi piaccia o meno, per il momento la Terra è dove ci
giochiamo le nostre carte. È stato detto che l’astronomia è
un’esperienza di umiltà e che forma il carattere. Non c’è forse
migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa
distante immagine del nostro minuscolo mondo. Per me,
sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente
l’uno dell’altro, e di preservare e proteggere il pallido punto blu,
l’unica casa che abbiamo mai conosciuto».