Associazione Astronomica Cortina - Col Drusciè Remote Observatory Supernovae Search CROSS Newsletter G. Iafrate, A. Dimai, P. Corelli n. 5 - giugno 2008 Sommario Maggio è stato il terzo mese consecutivo senza alcuna scoperta. I motivi sono essenzialmente due: il guasto al telescopio Ullrich del Col Drusciè e le cattive condizioni meteorologiche. In maggio, comunque, non è stata individuata nessuna supernova in galassie appartenenti al nostro elenco, quindi forse non abbiamo perso poi tante occasioni di scoperta. Nelle immagini del 7 maggio abbiamo individuato un transiente in una galassia vicino NGC5395, inizialmente scambiato per una supernova. La natura dell’oggetto è tuttora indeterminata, possiamo fare soltanto alcune ipotesi e continuare a monitorare quella galassia, nella speranza che si ripresenti. Nella newsletter di giugno 2008 pubblichiamo la storia e la descrizione della strumentazione attuale del Mandi Observatory, di Paolo Corelli. In questi ultimi mesi sono state le immagini riprese proprio dal Mandi Observatory (Pagnacco, UD) e dagli strumenti dell’Associazione Astronomica Isaac Newton (Tavolaia - PI) a permetterci di proseguire l’attività del CROSS. 1. LE OSSERVAZIONI E LE SUPERNOVAE DI MAGGIO 2008 Sono 17 le supernovae individuate nel mese di maggio 2008, nessuna delle quali in galassie del catalogo CROSS. Solamente la SN2008cn, esplosa nella galassia NGC4603 e individuata dal Perth Observatory, era stata inserita nel 2007 nel catalogo delle galassie che il CROSS seguiva nel cielo australe, attraverso l’utilizzo del telescopio GRAS08 vicino a Melbourne. L’ultima immagine di questo oggetto risale però al 4 giugno 2007. Una curiosità: è stato probabilmente individuato il progenitore di questa supernova di tipo II. In immagini riprese dall’Hubble Space Telescope è infatti visibile, nella stessa posizione dove è esplosa la SN2008cn, una debole stellina (fig. 1). La più luminosa supernova del mese è stata la SN2008cq, di tipo Ia, scoperta dal sudafricano Berto Monard il 21 maggio in una piccola galassia anonima vicino a ESO 446-53. Si è trattato Fig. 1.— Immagine del possibile progenitore (sinistra) della SN2008cn (destra). di un vero “faro”: il suo splendore ha raggiunto la magnitudine +13.4, molto superiore a quella della piccola galassia ospite. Per quanto riguarda il numero di scoperte, il LOSS ha fatto come sempre la parte del leone, con 5 supernovae individuate. Ottima la performance dell’astrofilo Berto Monard che, oltre alla SN2008cq di cui abbiamo parlato, ha scoperto anche la SN2008cm in NGC2369 e la SN2008co in IC2522, tutte nell’arco temporale di soli 5 giorni. Davvero molti complimenti all’astrofilo sudafricano. Tutte le altre scoperte so1 CROSS Newsletter - n. 5 giugno 2008 no state appannaggio di grossi centri di ricerca professionali. Le osservazioni del CROSS nel mese di maggio sono state 483. Nonostante le condizioni meteo inclementi e l’inutilizzo del telescopio Ullrich dell’Osservatorio del Col Drusciè, ancora in panne, sono state relativamente molte, e questo grazie alla grande disponibilità degli amici dell’Associazione Astronomica Isaac Newton di Tavolaia e di Paolo Corelli. 2. attenzione in futuro. TRANSIENTE IN NGC300 Da segnalare nel mese anche l’individuazione di un luminoso transiente nella galassia NGC300 (fig. 2), una spirale nana di tipo Sd, molto prossima al Sistema Locale. Ancora una volta l’autore della scoperta è stato Berto Monard, che il 14 maggio l’ha ripreso di magnitudine +14.2 all’interno dei bracci a spirale. Le analisi ottiche e spettrali, eseguite anche con l’HST, indicherebbero che non si tratta di una vera e propria supernova (troppo debole), ma nemmeno di una stella nova (troppo luminosa), potrebbe trattarsi di una stella doppia in collisione. In immagini riprese con l’HST nel 2006 non è stata individuata nessuna sorgente in quella posizione, fornendo cosı̀ dei limiti alla magnitudine del progenitore del transiente. Questi limiti escludono che il transiente sia stato originato da una stella gigante (o supergigante) o da una variabile LBV. Lo spettro è simile a quello del transiente V838 Mon, osservato del 2002, in accordo con un progenitore di sequenza principale, tipo spettrale F e oltre. Successivamente è stato individuato, su immagini riprese nel 2007 dal telescopio infrarosso Spitzer, un oggetto nella stessa posizione del transiente. La luminosità di questa sorgente implica una stella massiccia di 15-20 masse solari. È stata avanzata l’ipotesi che il transiente in NGC300 abbia la stessa origine della SN2008s in NGC6946: potrebbe trattarsi dell’esplosione di una stella massiccia circondata da una elevata quantità di polveri. La natura dell’oggetto individuato da Monard in NGC300 è ancora incerta, è comunque un oggetto molto interessante da seguire con Fig. 2.— Il transiente osservato da Monard in NGC300. 3. TRANSIENTE NEI PRESSI DELLA GALASSIA NGC5395 Il 7 maggio 2008 abbiamo individuato, su immagini riprese del Mandi Observatory (§ 4), un oggetto transiente nella costellazione dei Cani da Caccia. L’oggetto è apparso nei pressi della bella coppia di galassie interagenti NGC5394-5395, in cui il CROSS aveva già scoperto una supernova, la SN2000cr, il 25 giugno 2000. Il nuovo oggetto, ripreso anche in una immagine del giorno successivo, appariva perfettamente sovrapposto a una piccola galassia spirale di campo, molto più lontana della coppia principale. Questo ci aveva fatto pensare in un primo momento alla presenza di una supernova, poi lo spettro, eseguito nella notte tra il 9 e il 10 maggio dal telescopio di 1.82 m di Cima Ekar ad Asiago, ha dipanato ogni dubbio: non c’era nessuna delle righe caratteristiche delle supernovae, e la stella era addirittura scomparsa. Come spiegare un simile arcano? Si è trattato di un clamoroso abbaglio? Difficile, in quanto le due immagini del 7 e quella dell’8 maggio mostrano la presunta stella esattamente nella stessa posizione e addirittura, a conferma del fatto che ci siamo trovati di fronte a un oggetto di natura stellare, la seconda immagine del 7 maggio la mostra con un mosso nella stessa direzione del mosso delle altre stelle di campo. Sia il giorno 10 che il giorno 11 la stella non era più visibile né nelle immagini riprese in remoto con il telescopio GRAS01 in New Mexico, né in quelle del Mandi Observatory. 2 CROSS Newsletter - n. 5 giugno 2008 Purtroppo la segnalazione e la successiva smentita al CBAT di Baltimora della presunta supernova hanno destato qualche malinteso. Infatti, dopo l’annuncio della scoperta inviato per e-mail a Dan Green l’8 maggio, abbiamo immediatamente provveduto il giorno successivo ad avvisare lo stesso Green che non vi era alcuna supernova nella posizione indicata, non appena l’Osservatorio di Asiago ci ha fornito il responso dello spettro. Nella seconda mail abbiamo accennato, ma solo come ipotesi, che il transiente potesse essere una variabile. Tanto è bastato che Green annunciasse nella CBET 1370, uscita il 10 maggio, che era stata scoperta una nuova stella variabile in Canes Venatici, confermata dallo spettro dell’Osservatorio di Asiago, cosa che non era assolutamente vera e che lo stesso Green ha dovuto smentire, su pressione dell’Osservatorio di Asiago, nella CBET 1373. di visibilità. Un caso analogo ci era già capitato cercando supernovae nel cielo australe: nella costellazione del Pavone, vicino alla galassia NGC6744, abbiamo individuato nel giugno del 2007 una variabile che restò visibile per soli due giorni, esattamente come questa. Andando a ritroso nel tempo con le osservazioni del CROSS della stessa regione di cielo, abbiamo individuato un oggetto, seppur più debole e confuso di quello apparso il 7 e 8 maggio 2008, presente nella stessa posizione anche in altre 6 immagini (su 40 esaminate) del passato, negli anni 2000, 2006 e 2007. Che si tratti di altri pixel caldi nella stessa identica posizione relativa è difficile... Un’altra ipotesi potrebbe essere quella di un flash di una pre-supernova, un cosiddetto “transiente”, verificatosi nella piccola galassia di campo; un evento simile è già accaduto in passato. Due anni prima dell’esplosione della SN2006jc in UGC4904, il giapponese Itagaki aveva osservato un flash luminoso, che durò solo alcuni giorni, nella stessa posizione che avrebbe assunto la SN2006jc due anni dopo. A questo punto è difficile determinare che tipo di oggetto abbiamo osservato, ma quasi certamente non si è trattato di una coincidenza di pixel caldi nella stessa posizione relativa. Se cosı̀ fosse saremmo di fronte a un caso davvero eclatante di “sfortuna” stellare. A ulteriore riprova, l’oggetto viene riconosciuto come stellare da Astroart in tutte tre le immagini (del 7 e dell’8 maggio), cosa che invece non avviene solitamente con i pixel caldi. L’unico, piccolissimo dubbio, sta nel sensore e nel telescopio utilizzati. Non conoscendo bene la risposta di questo CCD, ed era quella del 7 maggio la prima immagine di questa galassia che riprendevamo con questa strumentazione, avrebbe potuto trattarsi di una regione HII o altro, visualizzata in modo anomalo. Ma se cosı̀ fosse, la stessa cosa avrebbe dovuto essere anche nelle immagini dei giorni successivi all’8 maggio, e invece niente. Non ci resta quindi che tenere sotto controllo questa zona di cielo nei mesi futuri, sperando di poter ancora cogliere un altro outburst della stellina apparsa il 7 maggio 2008. Fig. 3.— Il transiente nei pressi di NGC5395 nelle immagini del 7 e 8 maggio 2008 e in quelle degli anni scorsi. Ma quale potrebbe essere la natura di questo strano transiente? Potrebbe trattarsi di una variabile di tipo eruttivo, che molto rapidamente si porta al massimo di luce e altrettanto rapidamente cala la propria luminosità oltre la soglia 3 CROSS Newsletter - n. 5 4. giugno 2008 IL MANDI OBSERVATORY me un alone chiaro in alto a sinistra del frame, Come ogni osservatorio di proprietà di appassionati, anche il mio è un cantiere sempre aperto. Nato col pallino di fare, un giorno, una cupola sopra la mia abitazione, ho potuto realizzare il sogno solo alla tenera età di 45 anni. L’ho voluta ampia e spaziosa, “vivibile” come si direbbe in termini abitativi, in previsione di metterci dentro, in un futuro non troppo lontano, il telescopio da 0.45 m il cui specchio, prodotto dalla gloriosa Coulter Optical Co., giaceva in cantina da tempo immemorabile. Nel frattempo mi sono dato da fare con il mitico Celestron 8 “arancione”, classe 1974, ma ancora più che valido per l’osservazione e la fotografia. Il passo successivo è stato la progettazione e realizzazione di una montatura che, in futuro, potesse reggere uno strumento ben più grande dell’8 pollici. Non potendo permettermi un prodotto commerciale, ho studiato una soluzione un po’ singolare che ho fatto successivamente costruire da un’officina specializzata della zona. Oltre alla gestione del fuoco newtoniano, doveva permettere anche un’uscita Nasmyth. Lo scopo di questo secondo fuoco era di poter disporre di un rapporto focale più lungo dell’f:4.5 dello specchio primario, sia per osservazioni lunari, planetarie, sistemi binari e multipli, ecc., sia per sistemarvi uno spettrografo che montato al fuoco newtoniano non dà il meglio di sé. Ho quindi fatto costruire uno specchio secondario iperbolico che, in combinazione con il primario, mi da un rapporto focale di f:15 (circa 6.8 m). Con l’avvento dei CCD, anch’io ho lentamente migrato verso questa nuova tecnologia. Nel 2001 il grande passo, il primo vero CCD ha fatto il suo ingresso in osservatorio scalzando, di fatto, la pellicola che da allora è stata messa a riposo. La scelta del sensore è stata difficile, anche per l’entità non indifferente dell’investimento. La camera individuata è stata la MX916 della Starligh-Xpress (Sony ICX083) che, all’epoca, rappresentava il miglior compromesso in termini di rapporto prezzo/prestazioni della sua categoria. Per evitare il disturbo termico provocato dal registro della MX durante la fase di autoguida con la Star2000, che si evidenzia co- Fig. 4.— Il telescopio da 0.45 m del Mandi Observatory a Pagnacco (UD). il telescopio principale è stato corredato di un rifrattore guida da 100mm f:10, abbinato a una seconda camera (d’occasione), la MX512, per la guida fuori asse. Ma i tempi erano oramai maturi per un nuovo salto di qualità. Ora la “vecchia” camera MX916, dopo quasi 7 anni di gloriosa attività (e più di 10000 immagini) è stata declassata (un po’ come Plutone) al rango di unità di guida e sostituita dalla più performante SXV-H9 (Sony ICX285), sempre della stessa casa costruttrice. Il campo inquadrato è rimasto praticamente lo stesso, ma il numero dei pixel è quasi raddoppiato, il che consente una risoluzione, seeing permettendo, al di sotto del secondo d’arco (0.67”/px). Le prime prove dimostrano le notevoli potenzialità di questa camera, limitata solo dalle condizioni meteo e dalla trasparenza del cielo che, in pianura, presenta una magnitudine limite attorno alla 19-20ma. Per gli inconvenienti meteo e atmosferici invece, purtroppo, non c’è ancora alcun rimedio. Paolo Corelli - Mandi Observatory (Pagnacco, UD) 4