Maggio 2017 Andrea Brasili Senior Economist Global Asset Allocation Research Monica Defend Head of Global Asset Allocation Research Ci aspettiamo che gli interventi futuri riguardino le riforme in favore dell’offerta produttiva e gli stabilizzatori sociali. 1 INVESTMENT BIOGRAPHY TALKS La vittoria di Macron favorisce gli asset di rischio europei Qual è il vostro punto di vista sull’esito delle elezioni presidenziali francesi? Come avevamo già riscontrato con la prima consultazione elettorale, le indicazioni fornite dai sondaggi si sono dimostrate attendibili e Macron ha vinto con un margine piuttosto ampio. Il risultato è da considerarsi favorevole per i mercati finanziari perché fuga i timori che uno dei principali paesi dell’Europa possa essere guidato da un presidente apertamente euro-scettico. Macron è un centrista e un riformatore moderato ed è ipotizzabile che i suoi interventi futuri riguardino le riforme in favore dell’offerta produttiva e gli stabilizzatori sociali. Tuttavia, bisogna considerare che non rappresenta direttamente nessuno dei due partiti politici tradizionali francesi e dovrà lavorare sodo per convincere gli scettici (coloro che hanno votato per Le Pen e gli astenuti). Il problema delle “voci inascoltate” non sparirà e, a fronte di una gestione non soddisfacente, potrebbe riguadagnare terreno. Cosa vi aspettate per le elezioni parlamentari di giugno? Verrà raggiunta una maggioranza? Se così non fosse, quali sarebbero le implicazioni? L’attenzione da adesso in avanti si sposterà sulle elezioni dell’Assemblea Nazionale a giugno. Gli esperti di politica sostengono che normalmente il partito che ha vinto le elezioni presidenziali ha circa un 5-10% di vantaggio, ma questo caso è differente e il Presidente non rappresenta uno dei maggiori partiti tradizionali. Macron ha beneficiato del vuoto lasciato dai socialisti e il suo partito, En Marche!, potrebbe portare comunque a termine la “conquista” del parlamento francese: i primi sondaggi sull’esito delle elezioni francesi stimano che En Marche! possa aggiudicarsi tra 249 e 286 seggi dei 535 della Francia continentale, cannibalizzando il partito socialista (che probabilmente passerà da 280 seggi a 28-43). Se En Marche! non dovesse ottenere un numero sufficiente di poltrone, bisognerebbe raggiungere una maggioranza disposta a sostenere il programma elettorale di Macron. Come descrivereste la “visione del mondo” del nuovo Presidente? Quali saranno la sua politica economica, la posizione rispetto all’Europa e quali le sue priorità? Macron è stato piuttosto chiaro e ricco di dettagli nel definire le sue priorità. In termini di politica economica propone di ridurre la spesa pubblica per finanziare i tagli all’imposta sulle società e il cuneo fiscale sul lavoro (per promuovere l’occupazione) e per favorire le contrattazioni aziendali su diversi aspetti, tra cui l’orario di lavoro più flessibile. Pertanto riteniamo giusto considerare queste riforme come di sostegno all’attività produttiva e alla crescita. Per quanto attiene all’Europa, ha esplicitamente affrontato l’euro-scetticismo della sua rivale, suggerendo la necessità di creare un bilancio europeo e un ministro delle finanze europeo che all’occorrenza abbia il potere di intervenire sia con azioni anticicliche, per favorire l’occupazione, che per promuovere progetti comuni. Quali sono i principali rischi in Europa ora che è stata allontanata la minaccia di un Presidente francese euro-scettico? Con le elezioni olandesi e francesi alle spalle a nostro avviso le principali criticità del calendario elettorale sono superate. Il sostegno all’AfD in Germania è chiaramente in calo, pertanto l’unico evento elettorale fonte di preoccupazione è quello italiano, con elezioni che ci aspettiamo nella primavera del prossimo anno. In questo momento ci sono due temi in Europa che potranno influenzare l’esito delle Investment Talks: La vittoria di Macron favorisce gli asset di rischio europei Maggio 2017 votazioni (e potrebbero forse avere ancora più rilievo dopo le elezioni tedesche): il posizionamento rispetto alla Brexit e le proposte volte a rilanciare e rafforzare l’integrazione europea. La stampa recentemente ha ipotizzato che la Merkel stia definendo un coordinamento permanente con la Francia sui temi della sicurezza e dell’economia. Una iniziativa che potrebbe essere sostenuta anche dal rafforzamento economico. Superati almeno nel breve termine i timori per le incertezze politiche, le scelte di investimento legate al tema della reflazione torneranno al centro dei riflettori, con rinnovato focus sui fondamentali economici. Anche se i rischi politici sono diminuiti, in Europa potrebbe concretizzarsi l’avvio del tapering e i tassi sui titoli di Stato potrebbero aumentare dai livelli molto contenuti di questo momento. Quali sono le probabili implicazioni della vittoria di Macron per i mercati finanziari? Superati almeno nel breve termine i timori per le incertezze politiche, pensiamo che le scelte di investimento legate al tema della reflazione torneranno al centro dei riflettori, con rinnovato focus sui fondamentali economici. I dati macroeconomici sono coerenti con uno scenario di crescita più solida e diffusa in Europa. A fronte di questa più solida attività economica, anche la ripresa degli utili aziendali sembra più ampia e in miglioramento. Nonostante i recenti temporanei picchi di inflazione, la dinamica dei prezzi rimane abbastanza contenuta. Ci aspettiamo che queste contenute pressioni sui prezzi permangano insieme all’atteggiamento di politica monetaria espansiva della Banca Centrale Europea nei prossimi mesi. La nostra preferenza per gli asset di rischio è ancora sostenuta dai fondamentali macro e aziendali, particolarmente per quanto riguarda il mercato azionario le cui valutazioni non sono eccessive (soprattutto in Europa) e il potenziale di crescita degli utili non si è ancora manifestato pienamente. Sul reddito fisso pensiamo che gli investitori debbano assumere un atteggiamento prudente in termini di duration. Anche se i rischi politici sono diminuiti, in Europa potrebbe concretizzarsi l’avvio del tapering e i tassi sui titoli di Stato potrebbero aumentare dai livelli molto contenuti di questo momento. Riteniamo che possa continuare il restringimento dello spread sui periferici, così come lo spread dell’OAT francese sul Bund tedesco. Siamo più cauti sul mercato del debito societario europeo rispetto all’inizio dell’anno perché le valutazioni sono meno convenienti e c’è minore spazio per assorbire un possibile aumento dei tassi. Preferiamo i titoli europei e giapponesi legati all’inflazione e ci aspettiamo un irripidimento delle curve legate all’inflazione. Guardando ai prossimi mesi, riteniamo che i rischi politici siano diminuiti ma non scomparsi. Il ciclo elettorale in Europa – compresi gli sviluppi politici in Italia, che ancora rappresenta una possibile fonte di instabilità – ci porta a ritenere che gli investitori dovrebbero mantenere delle strategie di copertura sui propri portafogli per tutelarsi a fronte di possibili perdite. 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