Come avviene la propagazione della peronospora? Attraverso

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Come avviene la propagazione della peronospora?
Attraverso organi svernanti detti oospore,frutto della riproduzione sessuata del fungo,che avviene da luglio in
avanti quando inizia il processo di senescenza delle foglie,questo è un segnale per il fungo che entro breve
tempo verranno a mancare cellule vive che sono essenziali per lo sviluppo del fungo stesso,quindi per
sopravvivere forma degli organi quiescenti che siano in grado di svilupparsi nuovamente quando le condizioni
climatiche ritornano ad essere favorevoli al fungo. Questa riproduzione avviene nei tessuti delle foglie infette,le
oospore vi rimangono anche dopo la caduta e la decomposizione delle foglie.
Solo al termine di un periodo di maturazione le oospore sono in grado di germinare,e questo periodo di
maturazione nell’Italia settentrionale avviene di solito prima dell’inverno,novembre-dicembre,la germimazione
avviene invece dopo l’inverno, da aprile in avanti,con picco fine aprile-metà maggio poi decresce,di solito a
metà giugno la germinazione termina,si prolunga solo se vi sono piogge e temperature contenute, da questo
momento appena le condizioni di temperatura e di umidità del suolo(dovuta alle precipitazioni)sono favorevoli,
può aver luogo la germinazione delle oospore.La germinazione in realtà non è omogenea anche in condizioni
climatiche ottimali, probabile che oltre a fattori esterni(temperatura e piogge),vi siano anche fattori interni che
incidono sulla germinazione delle oospore.La scalarità germinativa non riguarda solo la stagione successiva alla
loro formazione, ma sembra che si prolunghi anche per i successivi 3-4 anni(e forse anche più),cioè oospore
formate nel 2010 possono germinare fino al 2013 e forse anche più in avanti,la condizione è l’umettazione del
terreno,in mancanza di umidità nel terreno non si ha germinazione,quindi la bagnatura del terreno è un fattore
decisivo.
Quali sono le condizioni perché si abbia la germinazione delle oospore?
Le oospore germinano formando una struttura detta macrosporangio(contiene zoospore in misura variabile fino
ad un massimo di 40,sono queste che penetrano nelle foglie attraverso gli stomi e danno origine all’infezione
primaria).Danno inizio all’infezione quando si ha la concomitanza di vari fattori:una temperatura media
giornaliera di circa 10°C, piogge di almeno 10 mm nell’arco di 24-48 ore,e una lunghezza dei tralci di almeno
10 cm,quando cioè gli stomi non sono più coperti dalla fitta peluria che impedisce la bagnatura della foglia e
quindi la possibilità per il fungo di penetrare all’interno delle foglie stesse attraverso gli stomi.Questa è la
cosiddetta regola dei tre dieci. Messa spesso sotto accusa perché non sempre al verificarsi delle condizioni dei
tre dieci si manifesta la peronospora,mentre in altri casi anche se non si verificano le condizioni richieste,si
manifesta la malattia. Il fattore determinante è la presenza di oospore germinate al momento della pioggia,se le
oospore non sono germinate un solo evento piovoso che duri 24-48 ore,anche di notevole intensità può non
essere sufficiente per far germinare il macrosporangio e portarlo poi sugli organi recettivi della vite,quindi non
si ha infezione anche con pioggia abbondante,mentre una pioggia successiva anche di poca consistenza può
causare infezione,perché nel frattempo si è formato il macrosporangio,che ha una vitalità di circa 3-4 giorni(in
presenza di condizioni favorevoli anche fino a 7 giorni),quindi anche con pochi mm di pioggia il
macrosporangio pronto può raggiungere la vegetazione, liberare le zoospore che penetrano all’interno delle
cellule vegetali dando inizio alla fase d’incubazione che termina con la manifestazione delle cosiddette macchie
d’olio.
Le piogge invernali servono a far terminare la dormienza delle oospore,passata questa soglia, le famiglie
iniziano a svegliarsi scalarmente. Terminata la dormienza, serve una pioggia per far partire la germinazione di
una particolare famiglia di oospore. Quando quella famiglia è prossima alla germinazione deve avvenire una
ulteriore pioggia. Ovviamente più è prolungata la pioggia, maggiori sono le probabilità che in quelle ore la
germinazione raggiunga il 100% e si abbia la formazione del macrosporangio, la liberazione delle zoospore e
l’infezione. Quella stessa pioggia, a suo tempo fa partire la germinazione di un’altra famiglia, che verrà pronta a
distanza di diversi giorni, inversamente proporzionali ai livelli delle temperature: ad aprile occorrono 20-30
giorni, a giugno basta una settimana.
Quindi nel terreno vi sono gruppi omogenei di oospore(famiglie) che germinano in maniera scalare una
famiglia dall’altra,può esserci una famiglia che è pronta a germinare al 100%,un’altra al 60%,un’altra
all’30%,in caso di piogge le zoospore della famiglia pronta(quella al 100% di germinabilità)possono essere
schizzate sulla vegetazione e iniziare il processo d’incubazione,la condizione è la bagnatura fogliare che si
protragga per il tempo necessario alle zoospore di penetrare attraverso gli stomi nelle foglie e nei grappoli,meno
probabile su germogli e tralci erbacei. Se però quando la famiglia è germinata al 100% non avvengono eventi
piovosi,passati 2-3 giorni questa famiglia muore senza causare infezioni,nel frattempo la famiglia che nel nostro
caso era all’60% si avvicina al completamento della sua germinabilità,quindi pronta in caso di piogge a
raggiungere la vegetazione recettiva… in caso di piogge prolungate perciò varie infezioni primarie si
susseguono sulla vegetazione perché più famiglie di oospore raggiungono la totale germinabilità, quindi sono in
grado di iniziare il processo infettivo,in questo caso l’intensità della malattia è elevata. Se invece alla morte di
un famiglia,le altre famiglie non sono ancora al 100% di germinabilità,le piogge anche intense non producono
alcuna infezione,le zoospore non vengono trasportate sulla vegetazione perché il macrosporangio non è ancora
pronto,però un secondo evento piovoso che si verifichi nel giro di pochi giorni, anche di pochi mm,può essere
infettante perché la pioggia ha completato la germinazione,e il macrosporangio è pronto per essere trasportato
sulla vegetazione.
L’infezione primaria
Con le piogge le zoospore contenute nel macrosporangio formatosi con la germinazione delle oospore vengono
portate sulla vegetazione,qui con i due flagelli di cui sono fornite nuotano sul velo d’acqua e raggiungono le
aperture stomatiche,l’unica via per entrare nei tessuti vegetali, questa operazione si compie in circa 20-30
minuti,se le foglie nel frattempo si asciugano non è possibile alle zoospore raggiungere gli stomi e quindi
penetrare all'interno dei tessuti, entro un periodo di tempo che dipende dalla temperatura e
dall’umidità,normalmente tra le 6 e le 24-48 ore, le zoospore perdono la loro vitalità e muoiono, quindi non
avviene alcuna infezione.Se invece permane il velo d’acqua le zoospore arrivate in prossimità delle aperture
stomatiche perdono i flagelli si incistano, germinano con l’emissione di un tubo germinativo che penetra solo
attraverso gli stomi nei tessuti vegetali,qui si origina un micelio intercellulare da cui dipartono organi
specializzati,gli austori,che prelevano le sostanze nutritive necessarie per il suo sviluppo da cellule vive.Il
periodo d’incubazione non è costante,dipende dal tipo di organo(foglie,grappoli),e dai fattori
climatici(temperatura ed umidità) e varia dai 4 giorni (temperature sui 20-25°C),ai 13 giorni con temperature
sui 12°C Per stabilire l’andamento dell’incubazione una volta avvenuta l’infezione primaria vi sono tabelle che
permettono di calcolare in base alla media della temperatura giornaliera(minima,massima,e quella misurata alle
ore 8 e alle ore20) e l’umidità relativa media che si ha nella stessa giornata,la percentuale giornaliera del
periodo di incubazione,la discriminante tra umidità relativa ridotta o elevata è fissata al 65% Quando la somma
delle percentuali da 100% si manifestano le macchie d’olio sulle foglie. In base a queste tabelle quando la
percentuale di incubazione raggiunge l’80% bisogna effettuare il trattamento antiperonosporico,queste sono le
tabelle messe a punto da Goidanich,a integrazione della regola dei 3-10 messa a punto da Baldacci. Il periodo
d’incubazione di queste tabelle si riferisce però alle foglie e non al grappolo che ha un periodo di incubazione
maggiore(tra gli 8-10 giorni della fioritura-allegagione,alle 2-3 settimane del periodo precedente e circa due
settimane nel periodo seguente l’allegagione),inoltre il grappolo in seguito alla degenerazione degli stomi(fase
pre-chiusura grappolo,chiusura grappolo),viene penetrato da P.Viticola solamente tramite gli stomi del
rachide,sul quale permangono stomi pervi la peronospora non riesce a fuoriuscire dagli stomi degli acini ormai
non più attivi,la conseguenza è la cosiddetta peronospora larvata che colonizza per via interna il grappolo
L’infezione secondaria.
In corrispondenza delle macchie d’olio presenti sulla pagina superiore delle foglie,nella pagina inferiore si ha la
fuoriuscita di rami sporangiofori attraverso le aperture stomatiche(questi rami sporangiofori ci sono anche sulle
infiorescenze,sul rachide e sui giovani acini,in questo caso con la muffetta bianca che avvolge gli acini
stessi).All’estremità dei rami sporangiofori si differenziano gli sporangi,che hanno al loro interno 3-17
zoospore,la condizione per la differenziazione dei sporangi sono: 4 ore di buio,temperatura superiore ai 13°C e
umidità relativa uguale o superiore al 98% Se queste condizioni non avvengono non si ha sporulazione,che
possono avvenire anche parecchio tempo dopo se le condizioni favorevoli si ripresentano nel vigneto.Con
temperature elevate 30°C e oltre gli sporangi si devitalizzano nel giro di 8-10 ore, con temperature comprese
tra10-15°C gli sporangi sopravvivono per una settimana con umidità elevata, 2-3 giorni con umidità
ridotta.Perché siano dispersi gli sporangi occorre l’acqua.piogge o anche rugiade molto persistenti. Dopo la
sporulazione,come avviene anche nell’infezione primaria, le zoospore nuotano fino alle aperture stomatiche,si
incistano e germinano entrando esclusivamente dagli stomi.Perché avvenga l’infezione secondaria oltre al velo
d’acqua servono temperature comprese dai 6 ai 30°C, quando il valore della temperatura per il numero di ore di
bagnatura è pari a 50(a 25°C bastano 2 ore di bagnatura), temperature comprese tra i 15 e i 22°C sono ottimali
per il processo d’infezione.Quindi piogge frequenti e temperature contenute,favoriscono il verificarsi di vari
cicli secondari con danni rilevanti sul grappolo,mentre condizioni siccitose sono sfavorevoli alla sporulazione
quindi al verificarsi di nuove infezioni.
Riassumendo la P. Viticola in zone in cui le primavere sono miti e piovose provoca gravi danni e questo è
tipico delle regioni settentrionali,al contrario temperature elevate e piogge sporadiche sono sfavorevoli allo
sviluppo di P. Viticola,condizione questa frequente nelle regioni centro-meridionali,quindi le zone si dividono
in zone a rischio infettivo elevato, sono quelle con primavere piovose e temperature miti,e in zone a basso
rischio infettivo quelle caratterizzate da temperature elevate e da clima siccitoso…può succedere che in certe
annate le condizioni siano favorevoli alla P.Viticola nelle zone a basso rischio infettivo e sfavorevoli nelle zone
ove di solito il rischio è elevato,occorre in questi casi considerare attentamente l’andamento climatico ed agire
di conseguenza,per evitare di essere colti di sorpresa come è accaduto recentemente in Sicilia ed in Puglia.
P.Viticola per svolgere il suo ciclo biologico dipende dalle condizioni climatiche,quindi occorre in caso di
piogge ripetute e temperature miti tenere sotto copertura la vegetazione,perché infezioni precoci sono
pericolose soprattutto per i danni sui grappoli specialmente nei primi stadi del loro sviluppo.
Tabelle Goidanich
Durata del periodo d’incubazione in giorni
Temperatura Umidità relativa
°C < 65 % > 65 %
14
15
11
15
13
9,5
16
11,5 8,5
17
10
7,5
18
9
6,5
19
8
6
20
7
5
21
6,5
4,5
22
6
4, 5
23
5,5
4
24
5,5
4
25
6
4, 5
26
6
4, 5
Percentuale giornaliera del periodo d’incubazione
Temperatura Umidità relativa
°C < 65 % > 65 %
14
6,6
9
15
7,6
10,5
16
8,6
11,7
17
10
13,3
18
11,1 15,3
19
12,5 16,6
20
14,2 20
21
15,3 22,2
22
16,6 22,2
23
18,1 25
24
18,1 25
25
16,6 16,6
26
16,6 16,6
Per il calcolo del periodo d’incubazione, il conteggio inizia dal giorno successivo alle piogge ritenute infettanti.
La difesa antiperonosporica può essere agronomica,genetica,chimica.
Agronomica
Impiantare il vigneto in collina o in zone dove c’è minor ristagno idrico, il quale favorisce lo sviluppo della
peronospora, scelta di vitigni meno sensibili e scelta di portinnesti con vigoria ridotta dove le condizioni
primaverili sono di piogge abbondanti e temperature miti,corretta gestione della chioma con potature verdi per
eliminare la vegetazione in eccesso specie attorno ai grappoli,concimazioni equilibrate. Un intervento
agronomico sarebbe eliminare le foglie cadute nel terreno perché le oospore svernano nelle foglie,ma è di
difficile attuazione,nei terreni lavorati si riduce l’inoculo interrando profondamente i residui colturali.
Genetica
Dopo la stagione degli ibridi produttori diretti che non si sono dimostrati resistenti alla peronospora come ci si
aspettava,sono rimaste ormai solo Noah e Isabella(uva fragola),soprattutto perché i vini prodotti erano di qualità
scadente, per questo motivo sono state escluse da qualsiasi utilizzo enologico dalla Comunità Europea. Ora ha
ripreso vigore il miglioramento genetico della vite, con la ricerca di cloni caratterizzati da una consistente
resistenza alla Peronospora e all’Oidio,i primi risultati sono buoni, anche se occorre verificare l’attendibilità dei
risultati in condizioni di pieno campo, l’obiettivo è di creare varietà che consentano almeno di ridurre, ma in
prospettiva di eliminare, trattamenti fungicidi.
Chimica
Attualmente esistono sostanze attive che vengono usate per proteggere la vite da P.Viticola.In base al
meccanismo d’azione si considerano sostanze multisito oppure oligo/unisito.Le sostanze multisito rimangono di
solito sulla superficie della pianta e sono perciò detti di superficie o di copertura;le sostanze monosito,vengono
assorbite dalla pianta,almeno in parte, e sono considerate penetranti.Le sostanze penetranti si dividono in
citotropici e sistemici. I fungicidi citotropici si ridistribuiscono nelle zone adiacenti al punto di
assorbimento,possono essere translaminari, quando sono in grado di attraversare la lamina fogliare,ed avere una
sistemia locale fino alla soglia della sistematicità acropeta. I fungicidi sistemici raggiungono lo xilema ,poi
migrano in senso acropeto proteggendo la vegetazione che si forma dopo il trattamento,solo il Fosethyl ha la
capacità di migrare anche in senso basipeto,oltre che acropeto.
I mezzi chimici a disposizione
Prodotti di copertura tradizionali (Sostanze attive multisito)
Rame (Poltiglie Bordolesi,Ossicloruri,Idrossidi,Ossidi,Solfati)
Ditiocarbammati (Mancozeb,Metiram,Propineb)
Tioftalimmidi (Folpet)
Chinoni (Dithianon)
Prodotti endoterapici (o sostanze attive oligo/unisito)
Fenilamidi [Metalaxil,Metalaxil-M,Betalaxil,Betalaxil-m(Kiralaxil)]
max 3 trattamenti/anno
Meccanismo d’azione:inibizione della sintesi del RNA ribomosiale.
CAA(Dimethomorf,Iprovalicarb,Bentiavalicarb,Valifenal ate,Mandipropamid)
max 4 tratt./anno
Meccanismo d’azione:impediscono la formazione della parete,quindi si ha la necrosi cellulare.
QoI (Azoxistrobin,Piraclostrobin,Famoxadone,Fenamidone )
max 3 trattamenti/anno
Meccanismo d’azione: inibiscono la respirazione mitocondriale legandosi al sito QO sul citocromo b del
complesso enzimatico III posto sulla membrana del mitocondrio,lato esterno.
QiI (Ciazofamid) max 3 trattamenti/anno
Meccanismo d’azione: inibiscono la respirazione mitocondriale legandosi al sito QI sul citocromo b del
complesso enzimatico III posto sulla membrana del mitocondrio,lato esterno.
Zoxamide max 3 trattamenti/anno
Meccanismo d’azione: inibizione della divisione nucleare(blocco dell’allungamento del tubetto
germinativo),quindi impedisce il verificarsi dell’infezione.
Cimoxanil max 3 trattamenti/anno
Meccanismo d’azione: non ancora chiarito,probabile inibizione della germinazione di sporangi e zoospore o
almeno limitazione dello sviluppo miceliare,e agisce negativamente sulla sporulazione.
Fluopicolide
Meccanismo d’azione: non ancora chiarito,sembra certa l’interferenza con le proteine spettrino-simili presenti
nella membrana citoplasmatica,provocandone la degenerazione.
Fosethyl-Al
Meccanismo d’azione non chiarito,probabili azioni: come attivatore di resistenza della pianta stimolando la
produzione di sostanze di difesa;inibisce la germinazione degli sporangi,la fase mobile,l’incistamento delle
zoospore.
Queste ultime sostanze attive non hanno un limite max di trattamenti perché non si conosce ancora il
meccanismo d’azione se è multisito oppure monosito, ma è buona norma non eccedere con l’uso di uno stesso
principio attivo,ma alternare i vari principi attivi nel corso della stagione.
Quando è indicato un numero massimo di trattamenti,si intende riferito al gruppo di appartenenza come
modalità d’azione sul patogeno,quindi ad esempio i CAA: i 4 trattamenti si riferiscono alla somma dei
trattamenti effettuati con prodotti che appartengono a questo gruppo, indipendentemente dal principio attivo
utilizzato.
Prodotti di copertura ( o Multisito)
Rame: è l’unico prodotto consentito in agricoltura biologica ma per i suoi effetti negativi nel terreno,può essere
utilizzato per un quantitativo massimo di 30kg di rame metallo/ha in 5 anni. Prodotto multi sito ad attività
preventiva agisce, sotto forma di ione Cu, contro gli agenti delle peronospore e altri funghi,ed ha una certa
attività antibatterica. Tossico oltre che per le spore germinanti del fungo anche per le cellule vegetali, nelle
quali tuttavia non riesce ad entrare perché la cuticola impedisce il contatto del rame con le cellule vegetali,
tranne in periodi di piogge prolungate o in prossimità della fioritura, quando la cuticola diventa sottile e con
soluzioni di continuità tra i costituenti della cuticola può permettere al rame di accumularsi all’interno delle
cellule vegetali,una volta assorbito dalla cellula vegetale determina fenomeni di fitotossicità,il cui livello
dipende dalla quantità di ione rame assorbito. Dilavato con 30-40 mm di pioggia,persistenza 7-8 giorni
Ditiocarbammati:Non hanno effetti fitotossici come il rame sulla vegetazione,quindi utilizzabili in ogni
epoca,favoriscono lo sviluppo della vegetazione, mentre al contrario il rame la deprime,però favoriscono in
questo modo lo sviluppo di Botritis per la maggior persistenza della bagnatura all’interno della chioma,gli acini
risultano più fragili e inoltre accentuano lo sviluppo dei ragnetti, giallo e rosso,perché nocivi ai fitoseidi. Non si
possono applicare in periodi successivi all’allegagione. Azione secondaria contro Escoriosi e Black
Rot.Persistenza 6-7 giorni,dilavati con 25-35 mm dipende dal tipo di coadiuvante impiegato nella preparazione
del prodotto.
Folpet:Multisito,rimane sulla superficie della pianta,ha una spiccata azione di protezione del grappolo,non
dannoso per i fitoseidi.Azione secondaria contro Oidio e Botritis,oltre che contro l’escoriosi e la carie bianca.
Persistenza 8-10 giorni,dilavabilità 35-40 mm di pioggia.
Dithianon: Buona persistenza,selettivo nei confronti dei fitoseidi. Dilavabilità 40-50mm di pioggia. Al
momento non è stato inserito in Annex1, quindi è consentito l’uso solo fino al termine del 2012, se non
cambiano le disposizioni attuali.
Zoxamide: Pur essendo un prodotto con meccanismo d’azione unisito ha una capacità penetrante ridotta che lo
fa assimilare ai prodotti di copertura, si lega alle cere cuticolari avendo un’elevata affinità con le
stesse,rendendo così il prodotto resistente al dilavamento anche con piogge di 50mm per tre eventi giornalieri
consecutivi. Dopo 1-2 ore più della metà del prodotto si trova nelle cere. Ottima azione di protezione del
grappolo cadenze di 8-10 giorni,commercializzata in miscela con Mancozeb o Rame, max 3 trattamenti/anno
Prinicipi attivi oligosito/monosito
Cimoxanil: indicato periodo prefioritura- fine accrescimento acini,preferibile non usarlo più di 3 volte nella
stessa stagione. Tempo assorbimento prodotto da 2-6 ore,le piogge che cadono in questo intervallo possono
dilavare il prodotto,azione retroattiva entro le 48-72 ore dopo l’infezione,persistenza di 3-4 giorni ,ha anche
un’azione eradicante sulla sporulazione,quindi è indicato per trattamenti da effettuarsi quando compaiono le
macchie d’olio sulle foglie.
Per la sua limitata persistenza viene miscelato con altre sostanze attive sia multi/ mono sito.8-10 giorni
intervallo di trattamento.
Fosetyl-Al:Stimola la produzione di sostanze di difesa della pianta,sistemico sia in senso acropeto che
basipeto.Penetra rapidamente nei tessuti vegetali,dimostra efficacia quando la pianta è in attivo metabolismo e
quando viene raggiunta una data soglia di concentrazione di principio attivo, non protegge il grappolo. Viene
formulato con fungicidi di superficie e penetranti,incompatibile con rame(ossicloruri e idrossidi) tranne il caso
di formulazioni create appositamente a livello industriale.10-12 giorni intervallo di trattamento.
Fluopicolide:Non si conosce la modalità d’azione se monosito o multisito.Penetra all’interno della pianta, una
parte viene trattenuta dalle cere cuticolari, e si ridistribuisce localmente con una modesta traslocazione
(citotropico,translaminare). Agisce quindi in modo preventivo e con un’azione secondaria come curativo anche
se limitato alle prime fasi di incubazione,buono il controllo del grappolo. Formulato in miscela con FosetylAl.10-14 giorni intervallo di trattamento.
Dimethomorph: Penetra nei tessuti e si muove in maniera citotropica-traslaminare,con locale sistemia,attività
principale preventiva con una certa azione curativa(2 giorni di retroattività),attività antisporulante.E’ assorbito
rapidamente dai tessuti,entro un paio di ore dall’applicazione non viene più dilavato da eventuali piogge.
Formulato da solo e con prodotti di superficie. Intervallo di applicazione circa 10 giorni
Iprovalicarb: Dotato di una sistemia locale fino quasi alla soglia della sistemia acropeta,forma uno strato
protettivo sulla superficie trattata in grado di risolubilizzarsi,penetrare ed essere traslocato nella pianta con
attività curativa e antisporulante,consigliato l’uso preventivo. Buona la protezione del grappolo. Formulata solo
in miscela con altre sostanze attive multi /monosito.Trattamenti ad intervalli di 10 giorni circa Benthiavalicarb:
Penetra rapidamente nei tessuti ed è dotato di sistemia locale,attività curativa e antisporulante. Buona resistenza
al dilavamento perché presenta un buon grado di lipofilia.Formulata in miscela con Folpet e Mancozeb.
Trattamenti ad intervalli di 10 giorni circa.
Valifenalate: Citotropico-Translaminare,e una blanda sistemia.Attività preventiva secondariamente curativa,per
la capacità di entrare nei tessuti;affine con le cere cuticolari quindi buona protezione del grappolo,resiste bene
al dilavamento,abbastanza persistente. Formulato in miscela col Folpet. 10-12 giorni intervallo dei trattamenti.
Mandipropamid: In parte viene rapidamente assorbito dai tessuti vegetali,in cui è traslocato localmente per
citotropismo e translaminarità,in parte si lega alle cere cuticolari con conseguente elevata resistenza al
dilavamento. Attività sia preventiva che curativa,buona la protezione del grappolo,dotato di buona persistenza,
Formulato in miscela con prodotti di superficie,consigliato per applicazioni a 10-12 giorni.
Fenilammidi(Metalaxyl,Metalaxyl-M,Betalaxyl,Betalaxyl-M o Kiralaxyl):
Sistemia acropeta,dotati di un’azione retroattiva su infezioni avvenute fino a 4 giorni prima del trattamento
questo nelle condizioni più favorevoli,in caso contrario può ridursi a 2 giorni,La durata della retroattività
dipende dalla velocità di traslocazione della sostanza attiva e dalla rapidità dello sviluppo del patogeno
all’interno dell’ospite. La velocità di traslocazione dipende dal flusso traspiratorio,rallentamenti nel flusso
respiratorio,hanno conseguenze negative sull’entità della traslocazione,e sull’efficacia della protezione. Per la
protezione del grappolo:quando i grappoli superano la fase erbacea rallentano la traspirazione e quindi termina
il flusso traspiratorio,in questo caso il prodotto non è più in grado di raggiungere una concentrazione efficace
per difendere il grappolo.
L’epoca ottimale di utilizzo di questi prodotti è con vegetazione in attiva crescita e precisamente nell’epoca
prefioritura -allegagione, per proteggere cioè grappolo e chioma nel momento di maggior suscettibilità. Sono
formulati in miscela con prodotti di superficie. Persistenza di 12-14 giorni di cui 2-4 di retroattività.
Azoxystrobin:Penetra rapidamente nei tessuti,con parziale sistemia,per cui oltre ad un’azione preventiva è
dotato anche di un’azione curativa,efficace anche contro Oidio e Black Rot.Formulato in miscela con
Folpet,intervallo dei trattamenti circa 10 giorni
Pyraclostrobin:Penetra nei tessuti e si muove localmente per per citotropismo e translaminarità,per cui oltre ad
un’azione principale come preventivo ha un’azione secondaria come curativo,ampio spettro d’azione oltre a
peronospora controlla anche Oidio,Escoriosi,Black Rot.Formulato in miscela con Metiram,cadenza dei
trattamenti circa 10 giorni.
Famoxadone:Come lo Zoxamide pur essendo un prodotto monosito non penetra all’interno dei tessuti,cioè ha
un’azione tipica dei prodotti di copertura,è caratterizzato da una elevata lipofilia,per cui si fissa tenacemente
alle cere cuticolari degli organi trattati,che favorisce un’elevata resistenza al dilavamento,buona la protezione
del grappolo,ha un’azione preventiva di copertura. Formulata con prodotti multi/monosito. Intervallo di
trattamento circa 10 giorni.
Fenamidone:La caratteristica del prodotto è la capacità di permanere in parte alla superficie degli organi
trattati,dove agisce in maniera preventiva,e dalla capacità di penetrare nei tessuti,muovendosi negli stessi a
livello locale.
Formulato con rame,o con Fosetyl-Al,o con Fosetyl-Al+Iprovalicarb. Intervalli di trattamento 10-14 giorni a
seconda del formulato impiegato.
Cyazofamid:Svolge azione protettiva,perciò deve essere applicato prima dell’attacco della malattia. Buona
affinità con le cere cuticolari,per cui resiste al dilavamento. Ha una certa capacità di penetrazione che dipende
dai coformulanti.Viene formulato da solo,intervallo di trattamento 10-14 giorni
Ad integrazione della lista delle Sostanze Attive il Mandipropamid da questa annata viene formulato oltre che
con i prodotti di superficie (Mancozeb,Folpet,Rame)anche con il Fosetyl-Al
Strategie di difesa.
Sono 3 le possibili strategie per zone dove il rischio peronospora è elevato,cioè abbastanza frequentemente vi
sono le condizioni ottimali alla propagazione del fungo(es. il settentrione):
1) Attuare una copertura sistematica della vegetazione a partire dall’inizio della fase recettiva della vegetazione
alla Peronospora fino alla fase di invaiatura,con trattamenti cadenzati sulla persistenza dei principi attivi
utilizzati, questa strategia comporta però un numero eccessivo di trattamenti .
2) Trattare alla fine del periodo d’incubazione seguendo le tabelle Goidanich di progressione dell’infezione e
trattamento all’80% del periodo d’incubazione, ogni pioggia successiva(di almeno 1-2mm) ,si considera come
nuovo evento infettante e si calcola un nuovo periodo d’incubazione,se al termine del periodo d’incubazione
calcolata con le tabelle,la vegetazione è ancora sotto la copertura dei trattamenti effettuati in precedenza non si
tratta,si fa il trattamento solo se non vi è più copertura
3)Attuare una difesa preventiva(*),intervenire cioè prima dell’evento piovoso basandosi sulle previsioni del
tempo a livello locale(ormai altamente attendibili). Come posizionare il primo intervento? Se ad intervalli
cadenzati nel corso della stagione invernale e primaverile,sono avvenute precipitazioni importanti ,da
mantenere un livello di umidità nel terreno elevato,le oospore hanno iniziato il processo di germinazione.
Quando ci sono le condizioni di temperatura (media del giorno sui 10°C),e di lunghezza germogli (dai 6-7 cm
in avanti),significa che la vegetazione è recettiva ad una eventuale infezione,si interviene perciò con un
trattamento fitosanitario quando le previsioni del tempo indicano nei giorni successivi possibilità di
precipitazioni. La scelta del principio attivo dipende dalla probabile durata e dall’intensità previste delle
precipitazioni .
Se quando la vegetazione della vite diventa recettiva ,è invece preceduta da un lungo periodo di siccità l’evento
piovoso è preparatorio alla germinazione delle oospore,cioè occorre un'altra pioggia per avviare l’infezione
quindi non occorre trattare,a meno che le previsioni del tempo prevedano che l’evento piovoso sia di lunga
durata(almeno 3-4 giorni) tale da permettere la germinazione e la successiva infezione.
Come linee generali si segue questo schema:
Primo trattamento con un prodotto di contatto,perché il ridotto sviluppo fogliare può limitare l’assorbimento e
la traslocazione dei prodotti penetranti(nel caso di previsioni di piogge intense e prolungate però è preferibile il
loro utilizzo);
fino alla pre-fioritura utilizzo di prodotti di copertura abbinati ad un prodotto sistemico come il Fosetyl-Al (che
ha la caratteristica di proteggere la nuova vegetazione che si forma dopo il trattamento,i prodotti di superficie
non hanno questa capacità),oppure con prodotti citotropici; in caso di periodi prolungati di piogge di una certa
intensità preferibile usare prodotti che si legano alle cere(per difendere i grappoli), abbinati ai sistemici come il
Fosetyl-Al(per proteggere la vegetazione);
Pre fioritura –chiusura grappolo: impiego di miscele che garantiscono una protezione elevata dei grappoli
Da chiusura grappolo-invaiatura: utilizzo di prodotti rameici,eventualmente abbinati con citotropici se le
condizioni climatiche sono favorevoli allo sviluppo della Peronospora.
E’ buona norma restringere l’intervallo dei trattamenti quando sono previste piogge di una certa intensità e
durata,per evitare di lasciare la vegetazione scoperta causa l’impossibilità materiale di effettuare il
trattamento(terreni impraticabili,precipitazioni,ecc.), meglio un trattamento che può risultare non necessario che
dover rincorrere le infezioni,che diventano poi di difficile controllo.
Per verificare se la strategia adottata è valida,si possono lasciare un paio di viti come piante testimoni,si
coprono con un telo di plastica quando si effettuano i trattamenti nel filare e anche nei filari accanto per evitare
che arrivi il prodotto sulla vegetazione,poi si controlla se al termine del periodo d’incubazione si manifestano o
non si manifestano le macchie d’olio sulle foglie.
Per l’agricoltura biologica i prodotti alternativi al rame non sono affidabili in caso di pressione medio-elevata
della malattia,occorre perciò affidarsi al rame l’unico consentito anche se con il limite dei 30kg/ha in 5 anni. La
lotta deve essere preventiva in base alle previsioni del tempo locali si interviene cioè prima delle piogge questa
è un fattore determinante perché in seguito non si può riparare ad eventuali infezioni con prodotti curativi. I
quantitativi di rame da utilizzare vanno da 400-500 grammi metallo/ha in caso di basso rischio infettivo e basso
rischio d’infezione per i grappoli,ai 700-800grammi/ha rame metallo in periodi in cui le precipitazioni non sono
abbondanti e il rischio è medio-elevato, per arrivare ai 900-1000grammi/ha rame metallo in periodi di piogge
prolungate e abbondanti,specialmente in fase allegazione-pre chiusura grappolo, quando i grappoli sono
particolarmente sensibili. Le annate 2008 e 2010 hanno confermato che in periodi di piogge prolungate e
abbondanti,le poltiglie bordolesi,dose 800-900 grammi/ha rame metallo, sono risultate le più performanti,
meglio degli idrossidi, meno positivi si sono dimostrati gli ossicloruri.
Per quanto riguarda le zone a basso rischio d’infezione(specie al centro-sud),in annate normali,si preferisce
attendere la comparsa delle macchie d’olio prima di intervenire con un paio di trattamenti distanziati fra loro 57 giorni con citotropici(es.Cimoxanil,Dimethomorph). Anche in assenza di precipitazioni vengono consigliati
due trattamenti: uno in pre- fioritura, e uno subito dopo la fioritura,quando la vite è molto più recettiva alla
peronospora.
(*)Tutti i prodotti,anche i penetranti,per rendere al meglio devono essere usati in funzione preventiva,prima
cioè dell’evento piovoso che può determinare l’infezione. La maggior parte dei prodotti disponibili per la difesa
agisce solo
su un sito particolare, e utilizzati come curativi, agiscono solo su questo specifico sito per contrastare
l’infezione,in questo modo si favorisce la selezione di popolazione resistente a quel particolare meccanismo
d’azione,rendendo di conseguenza inefficaci anche le altre Sostanze Attive che hanno la stessa modalità
d’azione.
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