Peronospora - Vite - Centola Meteo WebCam

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PERONOSPERA della vite
AGENTE PATOGENO: Plasmopara viticola (B. et C.) Berl. et De Toni
Sintomatologia
La peronospora è, sicuramente, la malattia crittogamica più importante della vite,
tanto da fungere da guida nei calendari dei trattamenti. Il fungo (introdotto dal SudAmerica nel 1878 con le vite americane, al fine di combattere la fillossera), colpisce
tutti gli organi erbacei; foglie, grappoli e giovani tralci.
Foglie: il primo sintomo che si osserva sulle foglie è la classica “macchia d’olio”; ovvero
una piccola decolarazione, presente sulla
pagina superiore che si manifesta in
corrispondenza dell’area invasa dal micelio.
Figura 2 – macchia d’olio su foglia
Dopo circa 2-3 giorni dalla comparsa della macchia d’olio, sulla pagina inferiore, in
corrispondenza della decolorazione, si evidenzia una muffa biancastra (costituita dalle
tipiche strutture riproduttive del fungo), responsabili dei successivi cicli di infezione.
Con il procedere della malattia, laddove c’era la macchia d’olio, il tessuto necrotizza e
assume colore marrone. L’attacco si risolve in
una riduzione della superficie fotosintetica o
nei casi più gravi, in una filloptosi completa,
con gravi ripercussioni sul vigore vegetativo
della pianta e quindi, sulla produzione qualiquantitativa.
Figura 3 macchia d’olio con efflorescenza biancastra
Va ricordato, inoltre, che la suscettibilità delle foglie è massima quando le foglie
raggiungono il diametro di 2,5-3 cm e diminuisce col progressivo invecchiamento ed
indurimento. Sulle foglie più vecchie e sui
vitigni meno suscettibili, infatti, il fungo non
riesce a penetrare nei tessuti, per cui le
macchie di peronospora risultano piccole e di
forma poligonale, delimitate tra le nervature
(Peronospora a mosaico).
Figura 4 Sintomi a mosaico su foglie “vecchie”
Grappoli: possono essere attaccati molto precocemente; il grappolo si incurva ad
uncino, assume una colorazione brunastra come se fosse scottato (allessatura) e, in
condizione di elevata umidità, si ricopre della caratteristica muffa biancastra.
L’infezione diretta degli acini avviene fino a quando essi presentano stomi funzionanti,
ossia fino ad un diametro di circa 2,5-3 mm.
Figura 5 esempi di Peronospera su grappolo
Quando l’attacco avviene su acini già ingrossati (attraverso il peduncolo), non compare
nessuna muffa; gli acini subiscono una forte disidratazione, imbruniscono e disseccano.
Questa sintomatologia, che può interessare tutto o parte del grappolo, è conosciuta
come “peronospera larvata”.
Figura 6 esempi di Peronospera “larvata”
Tralci: l’infezione può verificarsi fin quando essi sono erbacei. La parte colpita
imbrunisce e, a volte, si ricopre di muffa bianca, con desquamazioni e fessurazioni più
o meno profondi.
Figura 6 - Peronospera su tralcio
Biologia ed epidemiologia
La peronospora presenta un ciclo biologico condizionato dalla disponibilità d’acqua, per
cui, il suo sviluppo è strettamente correlato alla frequenza ed all’intensità delle piogge
nel periodo primaverile-estivo.
Sverna in forma saprofitaria nelle oospore, che si sviluppano nei tessuti fogliari colpiti
dalla malattia nell’annata precedente e, caduti a terra, restano quiescenti in attesa di
germinare e infettare la vegetazione dell’anno successivo.
La germinazione è possibile se la temperatura supera i 10 °C ed il terreno è
sufficientemente
bagnato.
In
tali condizioni,
dalle
oospore
si
sviluppano
i
macrosporangi contenenti zoospore che, attraverso vento, pioggia e vegetazione
sensibile, danno origine al ciclo infettivo (infezione primaria).
Diversi cicli infettivi si susseguono nel corso della stagione, in funzione dell’andamento
climatico e terminano con lo sviluppo delle nuove oospore svernanti.
Difesa
Il criterio di lotta più razionale contro la peronospora è quello basato sulla
determinazione del periodo di incubazione, in modo tale da poter intervenire uno o due
giorni prima della scadenza di tale periodo. In questo modo, il fungicida è in grado di
esplicare la sua azione nelle condizioni migliori, sia per devitalizzare il fungo nel
momento della sua fuoriuscita e sia per proteggere la pianta da nuove contaminazioni.
Pertanto, il momento fondamentale per iniziare i trattamenti, è dato dall’inizio delle
infezioni primarie, che originano dal contemporaneo raggiungimento delle condizioni
minimali (regola dei tre dieci):
Lunghezza dei germogli prossima ai 10 cm;
Almeno 10 °C di temperatura media delle 24 ore;
Pioggia di almeno 10 mm nelle ultime 24-48 ore.
Tuttavia, la regola dei 3 dieci, pur continuando ad essere, ancora oggi, il punto di
riferimento per la difesa antiperonosporica, va, necessariamente, adattata alle
diverse realtà viticole locali, al fine di evitare, eventuali, infezioni non attese.
I fungicidi utilizzati per la lotta possono essere diversi; di norma è preferibile fare
uso di prodotti non rameici fino all’allegagione, per poi proseguire con preparati misti o
base di solo rame.
Rispetto ai classici prodotti di contatto, caratterizzati da una azione, esclusivamente,
di tipo preventiva, un notevole miglioramento può essere conseguito grazie all’utilizzo
di fungicidi endoterapici, quali il cimoxanil, dotato di attività citotropica ed in grado di
bloccare le infezioni durante la prima fase del periodo di incubazione (entro il 3040%), i derivati delle acilalanine (metalaxil, benalaxil, oxadixil) dotati di sistemicità
ascendente ed in grado di arrestare la malattia nei primi 3-4 giorni dell’infezione ed il
fosetil di Al, caratterizzato da una sistemicità sia acropata che basipeta e capace, di
stimolare la pianta a produrre le fitoalessine, in grado di offrire una barriera
protettiva alle infezione peronosporiche.
Di norma, i fungicidi endoterapici vanno applicati preferibilmente nella fasi
fenologiche di maggiore rischio (dalla prefioritura all’allegagione), con turni fissi di 12-
14 giorni, oppure subito dopo le piogge. Nel caso delle acilalanine si raccomanda,
altresì, di non eseguire più di tre interventi all’anno, al fine di evitare la diffusione di
ceppi resistenti.
BIBLIOGRAFIA
I. Ponti, F. Laffi – Malattie crittogamiche delle piante da frutto – Edizioni
L’Informatore Agrario (1993).
Bayer CropScience – Vite Avversità e Strategie di difesa– Edizione 2004
Appunti dalle lezioni del modulo di Patologia Vegetale – Anno Accademico 1998/99 –
Facoltà di Agraria, Portici (NA).
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