“ARMONIE E SERENATE PER FIATI”
A. Salieri - W. A. Mozart
OMV
Oficina
Musicum
Venetiae
Oficina Musicum Venetiae
STRUMENTI ORIGINALI
1
Armonia per un Tempio della Notte
Andante sostenuto
Musica:
Organico:
Composizione:
Antonio Salieri
2 oboi, 2 clarinetti, 2 corni, 2 fagotti
1795
Serenata in Si Bemolle Maggiore
Allegro maestoso
Minuetto
Larghetto
Allegro assai
Allegretto-allegro assai
Musica:
Organico:
Composizione:
Antonio Salieri
2 clarinetti, 2 corni,, 2 fagotti, contrabbasso
1778
Serenata per Fiati N. 10 in Si Bemolle Maggiore
K 361 "GRAN PARTITA"
Largo. Allegro molto (si bemolle maggiore)
Minuetto (si bemolle maggiore)
Adagio (mi bemolle maggiore)
Minuetto e 2 trii. Allegretto (si bemolle maggiore)
Romanza. Adagio (mi bemolle maggiore)
Tema e variazioni. Andantino (si bemolle maggiore)
Rondò. Allegro molto (si bemolle maggiore)
Musica:
Organico:
Composizione:
Prima esecuzione:
Edizione:
Wolfgang Amadeus Mozart
2 oboi, 2 clarinetti, 2 corni di bassetto, 2 fagotti, 4 corni, basso
Monaco - Vienna, febbraio - aprile 1781
Vienna, Großer Redoutensaal del Burgtheater, 23 marzo 1784
Bureau d'Art, Vienna 1803
OFICINA MUSICUM
Fondata nel 2005, Oficina Musicum Venetiae è una realtà strumentale e vocale la cui attività è
principalmente incentrata sulla valorizzazione della musica barocca e classica, il suo fondatore, Riccardo
Favero, ne è tuttora Direttore e Maestro concertatore, specialista del repertorio Barocco e Classico con
strumenti originali, utilizza nelle sue interpretazioni una chiave di lettura che è quella di un rigoroso approccio
filologico volto a valorizzare gli elementi stilistici della prassi esecutiva.
L’Oficina Musicum Venetiae è composta da musicisti affermati a livello nazionale e internazionale che
ricoprono o hanno ricoperto il ruolo di prima parte in orchestre specializzate nell’esecuzione con strumenti
originali e la cui attività artistica, li vede presenti nelle sale più importanti del mondo (Salisburgo, Praga,
Vienna, Milano, Monaco, Roma, Ginevra, Amburgo, Tokyo, New York, Washington, Parigi…).
In prima esecuzione mondiale, hanno eseguito alcune partiture di Giovanni Legrenzi tra le quali i “Concerti
Musicali per uso di Chiesa, Op. I”, la “Missa Lauretana quinque Vocibus” e l’Oratorio “Il Sedecia”.
Hanno preso parte anche a numerose registrazioni radiofoniche (RAI, Radio Tre Suite, RTS1 Svizzera,
Radio France, RNE Madrid, Deutschland Radio Berlino, BBC Londra…) e discografiche (Fonit Cetra, BMG,
Rugginenti, AS Disc, Claves, Pilz, Ricordi, Velut Luna, Arcophon/Rivo Alto, Glossa, Philips, Amadeus,
Accord-Parigi , Decca, Sony…).
Nell’ambito della didattica i componenti dell’Oficina Musicum Venetiae svolgono attività in Conservatori e
Istituti Pareggiati (Vicenza, Vibo Valentia, Terni, Gallarate, Parigi, Aja) e tengono corsi e master class in
Europa, Giappone e Stati Uniti d’America.
Oboi
Clarinetti
Corni di Bassetto
Fagotti
Corni
Contrabbasso
Direttore
Andrea Mion, Elisabeth Passot
Luca Lucchetta, Rocco Carbonara
Erich Hoeprich, Massimiliano Limonetti
Aligi Voltan, Andrea Bressan
Dileno Baldin, Marchello Danilo, Andrea Siri, Daniele Bolzonella
Luca Stevanato
Riccardo Favero
NOTE AL PROGRAMMA
Il complesso di strumenti a fiato ebbe un'interessante evoluzìone nella seconda metà del Settecento, quando
il repertorio destinato a questa compagine si arricchì enormemente. Fino ad allora a questi gruppi
strumentali era riservato per lo più un ruolo di intrattenimento, che consisteva nell'eseguire musiche
appositamente composte per feste e cerimonie, di corte o private, e spesso eseguite all'aperto.
ARMONIA PER UN TEMPIO DELLA NOTTE
Il barone Peter von Braun (1758-1819) cui Salieri dedicò questa composizione per fiati dal titolo arcano e
suggestivo fu, dal 1794, tra i più eminenti uomini di potere della vita musicale viennese. Come direttore dei
due Teatri di Corte e organizzatore di gran parte dei concerti pubblici della capitale asburgica. Fu in stretti
rapporti con tutti i maggiori musicisti del suo tempo: da Beethoven a Cherubini (dei quali fece rappresentare
Fidelio e Faniska), da Salieri a Haydn, Winter, Süssmayr ecc. e da molti di questi fu gratificato d'omaggi
musicali: basti qui ricordare le due Sonate op. 14 per pianoforte e quella opera 17 per corno e pianoforte
(dedicate per esattezza alla moglie di von Braun) di Beethoven, la Marcia per fiati e la Sonata per un organo
a cilindri di Cherubini.
Il barone possedeva una tenuta a Shönau, nel cui parco aveva fatto erigere un "Tempio della Notte", sorta di
padiglione con statue simboliche e iscrizioni di Kotzebue, adibito a intrattenimenti musicali e, con ogni
probabilità, a segrete riunioni massoniche. L'Armonia per un Tempio della Notte fu espressamente composta
da Salieri per gli eccentrici Gesellschaftsabende dell'influente barone. Il breve lavoro consta di una sezione
principale, dominata da motivo solenne e cantabile sostenuto dai clarinetti, e ripetuta immutata dopo una
specie di Trio che è articolato a sua volta in una parte introduttiva, in carattere di Recitativo, e in un
successivo episodio dalla cantabilità più distesa, quasi di Cavatina. L'intero brano risulta quindi strutturato
secondo il seguente schema: A-b - c-A.
Sola fonte disponibile, allo stato attuale delle ricerche, è una copia apografa, recante la firma dell'autore e
facente parte del fondo di manoscritti (autografi e non) di musiche di Salieri, conservato presso la
Oesterreichische National Bibliothek di Vienna. Il manoscritto non presenta alucn problema interpretativo, e
ad esso si è fedelmente attenuto il revisore.
SERENATA IN SI BEMOLLE MAGGIORE
La Serenata in si bemolle maggiore è la più cospicua tra le composizioni per strumenti a fiato di Salieri che
l’Istituto internazionale “Luigi Cherubini” ha tratto dall’oblio e pubblicato per la prima volta insieme con altre
pagine strumentali, del pari inedite, del Maestro di Legnago. Essa fa parte di un fascicolo autografo in cui la
stessa composizione appare in due versioni che comportano un diverso organico strumentale.
La prima versione (quella di cui ci stiamo ora occupando) è appunto per due clarinetti, due fagotti, due corni
e violone ed è servita all’autore come testo di base per una successiva rielaborazione che richiede l’impiego
di due flauti, due oboi, due corni e un fagotto. Questa seconda versione differisce dalla prima oltre che nella
diversa distribuzione e in qualche rara modifica delle parti strumentali, nella presenza di due nuovi
movimenti, espressamente composti. Si tratta di un secondo “Minuetto” (non troppo Allegro), seguito da un
“Allegro assai; entrambi si collocano tra l’”Allegro assai” e l’”Adagio”, rispettivamente IV e V movimento della
prima versione. Anche il movimento finale, nella seconda versione, risulta modificato mediante la
soppressione della “stretta” conclusiva (“Allegro assai” in 3/4); inoltre la tonalità è stata trasportata
dall’originale si bemolle maggiore, in do maggiore.
L’autografo non è datato, ma sulla scorta dell’indicazione “Milano 1778” apposta sull’autografo della “Piccola
Serenata”, lavoro dai tratti stilistici strettamente affini a quelli della serenata in si bemolle-do maggiore, è
lecito ipotizzare che anche quest’ultima sia stata composta nello stesso periodo e che, comunque, sia
annoverabile tra le musiche strumentali risalenti alla prima stagione creativa del musicista.
L’autografo sopra citato è conservato presso l’Osterreischische Nationalbibliothek di Vienna.
SERENATA PER FIATI N. 10 IN SI BEMOLLE MAGGIORE K 361 “GRAN PARTITA”
Anche Mozart ebbe numerose occasioni per cimentarsi con questo genere, ma, come di consueto per un
genio della sua statura, il suo contributo fu determinante. Egli scrisse infatti Divertimenti e Serenate che
sfruttano al massimo i colori delle diverse coppie strumentali, e mostrano una freschezza inventiva che va al
di là di qualsiasi ragione di circostanza, richiedendo agli strumentisti eccezionali abilità virtuosistiche,
espressive e dinamiche che appartengono al più raffinato stile cameristico.
Non si conosce esattamente l'anno di composizione di questa Serenata per 13 strumenti K. 361, ma si ha
ragione di ritenere che essa sia stata scritta a Vienna intorno al 1783-84, contemporaneamente al Concerto
per pianoforte in mi bemolle maggiore K. 449. L'annotazione apocrifa di "Gran Partita", riportata sulla prima
pagina della partitura, non è attribuibile a Mozart. Secondo la versione poco attendibile di Georg Nikolaus
von Nissen, secondo marito di Constanze e primo biografo di Mozart, questa Serenata fu il dono di nozze di
Mozart alla moglie per il loro matrimonio il 4 agosto 1782 (se così fosse, la Serenata, come l'Idillio di
Sigfrido donato da Wagner a Cosima quasi un secolo più tardi, deve essere considerata come uno dei più
grandi doni musicali che mai siano stati fatti da un compositore alla propria moglie!). Notizie certe di una
esecuzione della "Gran Partita" ci portano a Vienna nel 1784, quando quattro movimenti della Serenata
furono eseguiti dalla Harmonie (il gruppo dei fiati di un'orchestra) della corte imperiale su iniziativa del
clarinettista Anton Stadler, (per il quale Mozart nel 1791 scrisse il suo Concerto per clarinetto K. 622), come
riporta lo scrittore, e drammaturgo Johann Friedrich Schink nelle sue memorie Litterarische Fragmente:
Accademia musicale di Stadler, virtuoso di clarinetto. Abbi la mia gratitudine, eccellente virtuoso! Quel che
hai compiuto con il tuo strumento non l'avevo mai sentito [...]. Oggi ho anche sentito una musica per flati del
signor Mozart, in quattro movimenti. Meravigliosa, sublime! Era per tredici strumenti: quattro corni, due oboi,
due fagotti, due clarinetti, due corni di bassetto, un contrabbasso, e ad ogni strumento sedeva un maestro e che effetto che fece! Meraviglioso e grandioso, eccellente e sublime!
Nel catalogo mozartiano la "Gran Partita" occupa una posizione di particolare rilievo per la grandiosità della
struttura formale (che conta ben sette movimenti), per la felicità dellinvenzione melodica e armonica e per
l'originalità dell'organico strumentale. Al convenzionale complesso di 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti e 2 corni,
Mozart aggiunse una seconda coppia di corni, il contrabbasso e 2 corni di bassetto - che fanno qui la prima
comparsa nell'opus mozartiano, per riapparire poco dopo nel primo atto del Ratto dal serraglio come
accompagnamento dell'Aria di KonstanzeTraurigkeit word mir zum Lose.
Nel Largo iniziale tutto scorre con semplicità e naturalezza, con una introduzione lenta tipicamente
haydniana. Il tema Molto Allegro dà origine alle più svariate combinazioni, che mostrano chiaramente la
ricchezza e la grande sensibilità timbrica del Salisburghese. I due Minuetti che incorniciano l'Adagio sono
pezzi raffinati, e i corrispondenti Triisembrano evocare musiche popolari. Ma "la vetta culminante" della
composizione è proprio il terzo tempo Adagio, pagina notturna e appassionata, caratterizzata da un canto di
grande dolcezza e profonda melanconia, introdotto da una coppia di corni. Proprio quest'Adagio viene citato
in uno dei momenti più toccanti del celeberrimo film Amadeus di Milos Forman, dove è Salieri a descriverne
la straordinaria bellezza: "Sulla pagina non sembrava niente, un inizio semplice, quasi comico, appena un
palpito, con fagotti, corni di bassetto, come uno schiudersi di un vecchio cofano. Dopodiché, ad un tratto,
ecco emergere un oboe, una sola nota, sospesa, immobile, finché un clarinetto ne prende il posto,
addolcendola con una frase di una delizia... Era una musica che non avevo mai sentito, espressione di
irrefrenabili desideri. Sembrava di ascoltare la voce di Dio".
Una serena Romanza anticipa il Tema con variazioni in cui il compositore aggrega di volta in volta diversi
timbri strumentali. Il Finale. Molto allegro è un brano molto brillante, quasi una Marcia, dove viene fuori lo
spirito gioioso del compositore trattenuto da un uso misurato del volume degli strumenti.
OMV
Oficina
Musicum
Venetiae
Oficina Musicum Venetiae
Via G. Mazzini, 25
36065 CASONI DI MUSSOLENTE (VI)
http://it.wikipedia.org/wiki/Oficina_Musicum
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Segreteria organizzativa:
Ornella Carnio - Tel. +39 333 334 9990
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