I.T. Agrario Elmas "RICONOSCIMENTO E USO DELLE ERBE OFFICINALI" Carlo Zucca 2007 Definizioni • L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1980 ha formulato questa definizione di pianta medicinale: • "È pianta medicinale ogni vegetale che contiene, in uno o più dei suoi organi, sostanze che possono essere utilizzate a fini terapeutici o preventivi, o che sono i precursori di sintesi chimico-farmaceutici". Carlo Zucca 2007 Definizioni • Nel linguaggio comune spesso si sovrappone l'uso dei termini pianta medicinale con pianta officinale, termini che legalmente indicano due diverse entità; il termine officinale è un termine più ampio ed esclusivamente procedurale, indica cioè quelle piante inserita all'interno di elenchi ufficiali come utilizzabili dalle officine farmaceutiche, a prescindere dal fatto che queste piante abbiano o meno proprietà di tipo medicinale. Il termine pianta medicinale indica invece quelle piante che contengono principi attivi utilizzabili direttamente a scopo terapeutico o come precursori che portino a sostanze attive. Carlo Zucca 2007 Definizioni • Per droga vegetale si intende la parte della pianta che contiene i principi attivi • La parola droga deriva dall'olandese "droog", e significa cosa secca. Carlo Zucca 2007 Schede descrittive • Verranno di seguito riportate le schede descrittive di alcune delle principali piante officinali, con riferimento alla loro caratteristiche e ai loro impieghi; Carlo Zucca 2007 Calendula officinalis Appartiene alla famiglia delle Composite (infiorescenza a capolino). Oltre ad avere proprietà medicinali è spesso utilizzata come pianta ornamentale adatta per costituire bordure fiorite nei giardini. Produce infatti un'abbondante e prolungata fioritura, con vistosi fiori di colore variabile dal giallo-arancio al rosso-arancio. Carlo Zucca 2007 Calendula officinalis Carlo Zucca 2007 Calendula officinalis • Portamento Pianta erbacea, con foglie basali spatolate e foglie superiori obovate e amplessicauli. Fusti eretti, con altezza variabile di 30-50 centimetri. Carlo Zucca 2007 Calendula officinalis Carlo Zucca 2007 Calendula officinalis • Fiore Fiorisce in tarda primavera e nel corso dell'estate, con numerose infiorescenze raggiate a capolino di 3-4 centimetri di diametro di colore giaallo-arancio. Fiori esterni ligulati disposti in più serie e fiori interni tubulosi, di colore giallo-arancione. Carlo Zucca 2007 Calendula officinalis Carlo Zucca 2007 Calendula officinalis • Frutto Achenio privo di pappo, curvi e spinosi; Con il termine achenio si definisce un frutto secco con un pericarpo più o meno indurito (talvolta anche legnoso) e che contiene un unico seme che è distinto dal pericarpo stesso. Alcuni acheni dispongono di caratteristiche che ne facilitano la disseminazione, come il pappo, una sorta di ciuffo di pelugine ad un estremità del seme, un esempio è il tarassaco. Carlo Zucca 2007 Calendula officinalis Carlo Zucca 2007 Calendula officinalis • Droga I capolini (l'infiorescenza recisa appena sotto il ricettacolo) • Raccolta Raccolta dall'inizio della fioritura Carlo Zucca 2007 Calendula officinalis • Campo d'impiego fitoterapico, fitocosmetico • Principi attivi Olio essenziale, mucillagini carotenoidi, Carlo Zucca 2007 resine, Calendula officinalis • Coltivazione collina fino a 600 m di altitudine L'optimum di vegetazione è compreso entro i 20-30 °C • Terreno ricco di sostanza organica ben areato e drenato dotato di un sufficiente grado di umidità Carlo Zucca 2007 Calendula officinalis • Sesti d'impianto Interfila di 70 cm Investimento di 5-7 piante/m2 Investimenti più fitti non favoriscono la produzione dei fiori Carlo Zucca 2007 Calendula officinalis Carlo Zucca 2007 Helichrysum italicum Dal punto di vista ecologico l'elicriso è uno dei principali componenti della macchia bassa delle regioni costiere (gariga), formando a volte estese associazioni monofloristiche dal profumo intenso. Più all'interno diventa più rada e in genere si trova in zone rocciose o pietrose. Carlo Zucca 2007 Helichrysum italicum La caratteristica più evidente dell'elicriso è il suo profumo molto intenso. In Sardegna, dove è noto con il nome di Scova de Santa Maria, per tradizione si bruciano i cespugli di elicriso per abbrustolire e aromatizzare la cotenna del maiale dopo la macellazione. L'elicriso è una delle piante più note per prevenire e curare le scottature solari e altre affezioni della pelle. Carlo Zucca 2007 Helichrysum italicum Carlo Zucca 2007 Helichrysum italicum • Portamento Suffrutice a con fusto legnoso e contorto, alto 25-40 cm, fittamente ramificato e di colore bianco-cinereo per la fitta tomentosità. Foglie sessili e lineari, piuttosto piccole. Carlo Zucca 2007 Helichrysum italicum Carlo Zucca 2007 Helichrysum italicum Carlo Zucca 2007 Helichrysum italicum • Fiore Fiorisce in tarda primavera o in zone più fredde in estate, producendo numerosi piccoli capolini cilindrici di pochi millimetri di diametro. Fiori tubulosi, molto piccoli, di colore giallo. Carlo Zucca 2007 Helichrysum italicum Carlo Zucca 2007 Helichrysum italicum • Frutto Achenio piccolissimo provvisto di pappo. Carlo Zucca 2007 Helichrysum italicum Carlo Zucca 2007 Helichrysum italicum • Droga Le sommità fiorite • Raccolta Raccolta in piena fioritura Carlo Zucca 2007 Helichrysum italicum • Campo d'impiego Medicinale, fitocosmetico • Principi attivi Olio essenziale, polifenoli Carlo Zucca 2007 Helichrysum italicum • Coltivazione L'allestimento della coltura può avvenire sia per semina diretta che per trapianto di piantine ottenute sia da seme, che da divisione dei cespi o da talea radicata. Carlo Zucca 2007 Helichrysum italicum • Terreno Pianta termofila, tipica negli ambienti aridi dell'area mediterranea. È una delle specie tipiche della macchia e della gariga e si trova sulle pareti sporgenti sul mare, negli incolti, nelle pietraie, sulle scarpate e nei terreni aridi dell'entroterra costiero fino a 600-800 m s.l.m. Predilige terreni leggeri, tendenzialmente calcarei, non eccessivamente fertili. Carlo Zucca 2007 Helichrysum italicum • Sesti d'impianto I tipi di coltivazione sono principalmente due: 1. impianto fitto (45-50 x 15-20 cm) = 12-18 p./m2 produzione d’olio essenziale; 2. impianto rado (70 x 25-30 cm) = 3-5 p./m2 produzione di droga secca (rametti fioriti) e/o di fiori secchi. Carlo Zucca 2007 Salvia officinalis Carlo Zucca 2007 Salvia officinalis • Pianta arbustiva della famiglia delle Labiate, comunemente usata come aroma in ambito gastronomico. • Come la maggior parte delle labiatae anche la salvia è largamente utilizzata nell’ambito fitoterapico e nell’industria dei profumi. Carlo Zucca 2007 Salvia officinalis Carlo Zucca 2007 Salvia officinalis Portamento Arbusto a portamento cespuglioso, con fusti eretti alti fino a un metro, lignificati nella parte inferiore. Le foglie sono opposte, ovato-lanceolate, ad apice ottuso, con superficie rugosa e tomentosa, di colore bianco cinereo. Carlo Zucca 2007 Salvia officinalis Carlo Zucca 2007 Salvia officinalis Fiore Fiorisce in estate emettendo lunghi spicastri di numerosi verticilli di 4-5 fiori. Il fiore ha simmetria bilaterale, con una corolla di colore variabile dal rosa al purpureo. Carlo Zucca 2007 Salvia officinalis Carlo Zucca 2007 Salvia officinalis Frutto Composto da quattro acheni racchiusi dal calice persistente. Carlo Zucca 2007 Salvia officinalis • Droga La foglie e le sommità fiorite • Raccolta Le foglie si raccolgono a partire dalla primavera quando sono ben sviluppate. Le sommità fiorite in piena fioritura recidendo i fusti sotto le infiorescenze. Carlo Zucca 2007 Salvia officinalis • Campo d'impiego Medicinale, fitocosmesi, gastronomia • Principi attivi Olio essenziale, tannini Carlo Zucca 2007 Salvia officinalis • Coltivazione Le salvie in genere amano i climi caldi, temono i freddi invernali e sono frugali per quanto riguarda il fabbisogno idrico. Carlo Zucca 2007 Salvia officinalis • Terreno Necessita di terreni asciutti, calcarei, leggeri, in pieno sole e riparati dal vento. Si può adattare anche ad altri suoli purchè siano ben drenati e con pH mai inferiore a 6. Carlo Zucca 2007 Salvia officinalis Carlo Zucca 2007 Salvia officinalis • Sesti d'impianto Varia in relazione alla tipologia di prodotto desiderata. Per sommità fiorite, foglie e semi conviene mettere a dimora piante a densità ridotte. In genere la distanza tra le file, in campo, è di 50-60 cm (con densità di circa 8 piante per mq); Per un prodotto da destinare alla distillazione, le distanze possono arrivare a 1 m tra le file e 30 cm sulla fila o anche densità minori. In tal modo si facilita lo sviluppo vegetativo e quindi un maggiore contenuto in essenza. Carlo Zucca 2007 Salvia officinalis • Raccolta e resa Raccolta: Raccolta viene eseguita, a partire dal secondo anno, in pre-fioritura (da aprile a luglio) con una falciatrice a 10-15 cm dal suolo per favorire il ricaccio delle porzioni semilegnose. • Il prodotto deve essere lavorato il prima possibile perché perde rapidamente le sue proprietà aromatiche. • Un salvieto può essere sottoposto a due-tre tagli all'anno a seconda dell'andamento stagionale. Carlo Zucca 2007 Salvia officinalis • Raccolta e resa Resa: Resa La produzione maggiore si ha col primo sfalcio (generalmente a giugno), 100-120 q/ha di biomassa. Il secondo taglio (settembre) è dell'ordine di 80-90 q/ha. Carlo Zucca 2007