CARTA EUROPEA DELL’INSEGNAMENTO, DELLA FORMAZIONE E DELL’EDUCAZIONE 1 CARTA EUROPEA DELL’INSEGNAMENTO DELLA FORMAZIONE E DELL’EDUCAZIONE Questa “Carta” varata dall’AEDE nel lontano 1968, viene confermata nel 2002 nel suo impianto generale, pur con i necessari aggiornamenti richiesti dal lungo tempo trascorso. Resta intatta la sua importanza dal punto di vista storico, pedagogico e metodologico. Il suo aspetto socio-politico acquista, agli inizi del nuovo secolo e del nuovo millennio, rilevanza maggiore rispetto al passato per la scuola e per la comunità educativa nel suo insieme, sul terreno di un concreto civismo europeo e planetario praticato e non predicato, secondo le regole della migliore tradizione pedagogica e nello spirito di innovazione di prospettive future. IL TESTO DELLA CARTA Articolo 1 La costruzione economica, sociale e politica degli Stati Uniti d’Europa deve necessariamente congiungersi ad un concomitante rinnovamento dell’educazione, della formazione e dell’istruzione che consenta di preparare, per l’Unione Europea, cittadini idonei a recepirla e a valorizzarla. Articolo 2 Le riforme già attuate o in corso di attuazione nella maggior parte dei paesi europei, si basano ancora purtroppo su motivazioni e su realizzazioni a carattere essenzialmente nazionale. 2 Noi chiediamo, pertanto, che si realizzi un’armonizzazione dei nostri sistemi scolastici e che all’Unione Europea possano essere riconosciute effettive competenze scolastiche, nel rispetto delle identità dei sistemi educativi dei paesi dell’Unione e dei principi di sussidiarietà e di solidarietà. Articolo 3 Per noi europei la formazione e la promozione della persona umana permangono lo scopo principale dell’educazione: questa deve mettere l’uomo in condizione di tendere al proprio perfezionamento nella libertà, attraverso l’assunzione delle responsabilità professionali, civili, morali e sociali che conferiscono significato e dignità alla sua vita. L’istruzione deve rispettare le diversità dei nostri popoli e le loro molteplici componenti culturali e spirituali, che, nel loro insieme costituiscono il nostro patrimonio europeo aperto al mondo. La scuola deve consentire ai giovani di acquistare una precisa conoscenza del loro tempo, in modo che, da adulti, siano in grado di stabilire gli obiettivi della società futura e di approntare i mezzi e le risorse per realizzarli: pertanto la scuola deve far suo il principio del cambiamento socio-politico-educativo in direzione del quale, tanto la comunità educativa, quanto la comunità sociale nella sua interezza, decidono di impegnare il proprio avvenire. Il primo dovere della società, con al centro la scuola, è dunque quello di soddisfare la sempre più estesa e più intensa richiesta di istruzione e formazione a tutti i livelli e a tutte le età, nel quadro dei tempi e dei ritmi di una educazione permanente creativa e produttiva. Articolo 4 La scuola inoltre, sempre nell’ottica della sua centralità rispetto alla comunità sociale, deve poter contribuire a determinare costruttivamente il costante progresso della società e delle istituzioni (a partire da quelle locali per giungere a quelle sopranazionali) rafforzando nel contempo gli ideali di libertà, di pace, di tolleranza e di cooperazione. 3 In tutti i Paesi europei e particolarmente in quelli sempre più numerosi dell’Unione Europea di tipo federale ( secondo volontà precisate in tal senso), la scuola, con obiettiva analisi dei fatti, deve prospettare i principi dell’integrazione europea e calarli correttamente in modelli educativi e didattici di riferimento. Articolo 5 Le nuove strutture scolastiche in tutti i Paesi europei dovranno offrire a tutti uguali possibilità di accesso ad ogni ordine e grado di istruzione. Tale democratizzazione dell’istruzione deve congiungersi ad un permanente ed organizzato sistema di osservazione e di orientamento, capace di aiutare l’allievo ad indirizzarsi verso le carriere che gli consentiranno di far valer le sue capacità. Articolo 6 La scuola, vista nel contesto della comunità sociale di riferimento, è essa stessa una comunità nella quale gli alunni compiono con gradualità un tirocinio di cittadinanza responsabile, in sintonia con tutte le altre componenti sociali aventi indubbie responsabilità educative. Articolo 7 In forma prioritaria i contatti tra scuola e famiglia devono poter vitalizzare in senso globale permanente l’offerta educativa da produrre nell’ottica del cambiamento. Articolo 8 La scuola deve inoltre essere pienamente in grado di aprirsi alla società nella sua interezza per soddisfare i bisogni sempre più pressanti in un quadro multietnico, multirazziale, plurilinguistico. Il concetto di istruzione va ampliandosi con ritmo incessante, nella misura in cui si evolve il progresso scientifico e tecnologico. Esso si estende e alla formazione della gioventù e all’istruzione permanente 4 degli adulti. In conseguenza di ciò, nel moderno sistema scolastico bisogna essere in grado – attraverso opportune intese – di integrare anche quelli organismi che, nell’ambito del lavoro e della cultura provvedono all’aggiornamento dell’istruzione e alla promozione della personalità umana e al suo arricchimento civico e sociale. Articolo 9 Questa nuova dimensione dell’istruzione, attenta all’interculturalità ed alla multimedialità, impone un ripensamento dei metodi e dei contenuti dell’apprendimento scolastico. La scuola oggi, non puo’ pretendere di fornire all’alunno un condensato enciclopedico del sapere, perché il sapere, o meglio i saperi nelle loro varie sfaccettature si rinnovano continuamente e si allargano con sempre maggiore rapidità. Ferme restando le esigenze d’una formazione di base, prospettiamo la necessità che in tutte le discipline, concepite e strutturate in organiche forme necessariamente interdisciplinari, dopo l’impostazione delle grandi linee generali, ci si debba concentrare su alcuni problemi specifici. Il loro studio e il loro approfondimento stimoleranno le facoltà riflessive, inventive e creative. La funzione essenziale della scuola è sempre più quella di insegnare ad imparare, anzi d’insegnare a desiderare d’imparare. Articolo10 In tutti i Paesi europei ormai è tempo di attribuire il ruolo eminente che loro spetta agli apprendimenti che consentiranno all’alunno di affrontare le sue responsabilità di uomo e di cittadino. A tale scopo è anche d’importanza fondamentale iniziarlo alle tecniche di ricerca e di azione che gli facilitino l’assunzione dei suoi impegni in una dinamica di rapporti permanenti tra scuola, lavoro, civismo, socialità. Nessun giovane dovrebbe lasciare la scuola senza aver ricevuto gli elementi essenziali di una cultura economica, politica, sociale e civile che lo rende idoneo a capire le dimensioni regionali, nazionali ed europee dei suoi vitali problemi e a situarli nel contesto mondiale. 5 Senza una riforma obiettiva al riguardo, da rapportare ad un sistema formativo-scolastico di respiro sopranazionale, rispettoso al tempo stesso dei principi di autonomia e sussidiarietà, si immettono nella vita spiriti deboli, incapaci di assolvere ai loro obblighi di cittadini e inclini ai luoghi comuni del nazionalismo, del razzismo e della demagogia sotto le forme più diverse. In assenza di un’operazione politico-pedagogica di questo tipo, gli stessi problemi scottanti della pluridimensionale globalizzazione incombente finirebbero per non essere recepiti in tutta la loro importanza da parte di chi nella scuola e nella società deve poter essere messo nella condizione di soddisfare pienamente i suoi bisogni formativi. Articolo 11 L’educazione e la formazione odierne ed in prospettiva futura devono tener conto del fatto che la scuola non costituisce, come nel passato, il mezzo d’informazione quasi esclusivo dell’infanzia e dell’adolescenza. Stampa, radio, televisione, cinema, e soprattutto nel mondo globalizzato Internet e i vari sistemi di formazione a distanza, nonché circoli giovanili, case di cultura, viaggi, incontri internazionali costituiscono una scuola parallela di armonizzazione e di coordinamento. Pertanto bisognerà strutturare gli orari scolastici in modo tale da salvaguardare i tempi necessari a tali attività parascolastiche. Particolari esercitazioni mirate dovranno consentire agli studenti di trarre dai mezzi sopraindicati, in costante espansione, di acquistare, nei loro confronti, un sicuro spirito critico, al di là di ogni supina acquiescenza. Articolo 12 Bisogna coordinare sul piano europeo, con l’occhio rivolto al mondo, la ricerca scientifica, teorica ed applicata, relativa alle scienze dell’educazione. 6 A tale scopo dovrà essere fondato un Istituto Europeo delle Scienze dell’educazione, della Formazione e della Comunicazione, affinché promuova, coordini, diffonda e utilizzi le ricerche compiute nei diversi Paesi. E’ necessario dotare di concreti mezzi finanziari questo Istituto, affinché sia nella condizione di incoraggiare scambi e sperimentazioni permanenti con un dispositivo di prime iniziative incentivanti. Articolo13 La formazione degli insegnanti deve essere ristrutturata e rivalutata, affinché soddisfi le attuali esigenze di una formazione e di un’Istruzione sempre piu’ multinazionali, plurilinguistiche, multietniche e plurirazziali. L’insegnante europeo, di tutti i gradi e di tutte le discipline, deve ricevere una solida formazione universitaria e post-universitaria di specializzazione nel settore prescelto che gli prospetti i problemi storici, economici, tecnologici, culturali e politici nelle loro dimensioni europee e planetarie. Egli dev’ essere in grado, nell’ambito delle sue competenze, di intraprendere ricerche nel campo delle scienze dell’educazione, scegliere metodi di insegnamento/apprendimento, valutare manuali ed ogni altro mezzo didattico. La sua professionalità, nell’ambito di una nuova qualità del medesimo insegnamento/apprendimento deve essere giudicata, volta per volta da un apposito Istituto di valutazione, a garanzia non solo della scuola ma dell’intera comunità educativa e sociale. Una volta ormai acquisito il principio della libera circolazione nell’ambito europeo, si rende necessario per gli insegnanti un vero Statuto ad hoc che possa regolare in concreto tutta la materia non solo della libera circolazione già sancita, ma anche di un normale svolgimento di carriera e di perfezionamento di una formazione professionale e comunitaria in proiezione sopranazionale. Articolo 14 L’Europa ha il dovere di contribuire al progresso/ dell’insegnamento/apprendimento nei Paesi in via di sviluppo. 7 Articolo15 Condizione essenziale per percorsi europei credibili è l’impegno civico-politico, non solo degli insegnanti ma dell’intera comunità scolastica e sociale “in situazioni reali”, per una costruzione europea fondata sui principi di autonomia, sussidiarietà e sopranazionalità. IL PRESENTE DOCUMENTO E’ STATO PRESENTATO AL COMITATO EUROPEO NELLA SEDUTA DEL 5 OTTOBRE 2002 DAL GRUPPO DI LAVORO COSI’ COSTITUITO: Christos Collocas Manuel de Novoa Barron Francesco Giglio Sophie Malinowski Silvano Marseglia Coordinatore Francesco Giglio Segretario Silvano Marseglia 8